Andiamo

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Commenti

IlMarchese
Silver
03/12/2012 | 18:18

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Dopo il trombaggio è il suicidio lo sport più praticato a Praga. Una giornata tra lapidi ebraiche, cattedrali gotiche, musei Kafkiani, e il colpo di grazia arriva con una Ceca ceca che canta fissando il buio l’avemaria di Schubert sul ponte Carlo. Il Conte sale sul parapetto minacciando di tirarsi nelle acque gelide della Moldava se non lo porto istantaneamente a troie. Cerco di convincere il Conte a non gettarsi. Dico che è solo un periodo nero, che ha ancora un migliaio di Rumene da chiavarsi, e soprattutto che mi deve ancora cinquecento euro. Andiamo a bere qualcosa in una Absinteria. L’assenzio e la cappa tetra di Praga però ci avvolgono in spirali di Sturm und Drang terribili e pericolose. Ancora nelle nostre orecchie il canto della Ceca ceca, ci sentiamo Kafka con tutta la sua allegria da sanatorio che ci tossisce tubercolotiche maledizioni sulle spalle. Osservo il Conte mentre pericoloso fissa la zolletta di zucchero avvolta dalla fiamma che lentamente gocciola nell’Assenzio. Già lo vedo immolarsi come un monaco tibetano e diventare cerino umano. E a quel punto che chiedo al cameriere oltre al conto se conosce un bordello lì nelle vicinanze.
Ci troviamo in un Privat in via Trojova, e non poteva essere altrimenti. Non so se la via Trojova ha preso il nome dal Privat o viceversa. In ogni caso, suoniamo al campanello. Una ex prostituta dell’impero Austro-Ungarico viene ad aprire. Nell’appartamento ci saranno una decina di zoccole: russe, rumene, ceche, polacche, moldave, slovacche, molvacche, rorusse, sloturche. Non ci va la carne bianca, sa di obitorio. Ce ne andiamo.
Puntiamo sul sicuro: lo Show Park Market, quella sera più vuoto di una salumeria a Kabul. Andiamo allo Show Pork Da Vinci. Buttiamo via un 1500 corone a chiacchierare del più e soprattutto del meno con due ceche, che mi sarei chiavato solo se fossi stato ceco pure io.

Un richiamo mistico, ci spinge a non desistere nella nostra ricerca della profezia divina, a compiere un viaggio nell’ignoto, come i re magi. La cometa che abbiamo tra le gambe fa il resto. Di nuovo verso lo Show Pork Market. Una madonna nera, la incontriamo mentre sta per scendere le scale. Indosso il cappotto. Non sarà la madonna, ma nera è nera. Sta smontando quando noi vorremmo montarla. Ci accordiamo sull’uscio, le facciamo fare gli straordinari. Mando avanti il conte che c’ha le lacrime agli occhi. Ma non sono lacrime, è la sborra che travasa. Quando il Conte finisce, entro nella stanza. La nera del Ghana si chiama Fina. Rivolta al grande specchio, inginocchiata sul letto Fina chiede pietà, chiede l’armistizio, chiede la resa delle armi, la benedizione Urbi et Orbi, l’unzione estrema. Lo chiede mettendosi a sbocconcellare la mia cappella come un pezzo d’ostia consacrata alla figa, con quei denti incisivi distanziati, che fanno tanto Brigitte Bardot pralinata. I capelli ricci e morbidi, me li rigiro intorno alla mano, intorno all’uccello. Sembrano muschio sul presepe col bambino, il bue e pure l’asinello. Finiamo l’eucarestia con una pecorina contorta e indemoniata che nemmeno i doccioni grotteschi della cattedrale di San Venceslao. In tutta questa atmosfera pregna di misticismo, l’Ipod di Fina continua a trasmettere il Film I soliti Idioti, che in nel contesto c’entra come i cavoli a merenda, ma le vie del signore sono infinite e misteriose. Infiniti pure gli orifizi di Fina. Fina c’ha più buchi di una fetta d’Emmenthal Svizzero. È che il culo non vuole darlo, l’immacolata concezione africana. Pure il Conte aveva offerto più di quanto possedessero i suoi genitori, per ficcare Fina in culo. Ma come San Paolo sulla via delle troie di Damasco ho un’illuminazione. La luce della verità si fa strada in me. Dico a Fina: “Sono amico di degli attori del film.”
Glielo devo ripetere sei volte, in sei lingue diverse incluso l’aramaico Qumraniano perché capisca. Poi mi sfilo da fina, le faccio vedere una foto sul mio cellulare. Siamo io e quei due idioti dei soliti Idioti. La foto è di un anno fa, durante uno spettacolo.

Mentre parlo continuo a menarmelo. Dico a Fina che per il loro prossimo film cercavano proprio una ragazza bella ed esotica come lei, combinazione me ne avevano parlato. Il film, dico è tipo la storia di Gesù, solo da ridere. Lei deve fare, quella lì come si chiama, la madonna.
Fina incomincia a farmi un sacco di domande sulla foto. Sugli attori.
Mentre stantuffo il pisello, cerco di mantenere un atteggiamento serio e dico: “Lasciami il tuoi numero e poi ti faccio contattare, ci metto una parola buona. Sei la ragazza che cercano. Sicuro.” Fina, sorride a 78 denti. Vede già un futuro nel mondo del cinema. Su quel cazzo di Ipod un giorno ci sarà lei. La rimetto in posizione liturgica. Ispeziono col pollice il buco del culo, che affonda nelle grinze nere e apparentemente inospitali. Poi Fina non fa più resistenza. Ci sputazzo sopra. Il buco palpita come una boccuccia di orata.
Ovviamente, la foto dei soliti Idioti m’era rimasta sul cellulare per sbaglio, una mano divina ha fatto in modo che non la cancellassi. Centimetri di me finiscono dentro e Fina che lì è veramente fina. Anzi: Total Fina. Pompo come una pompa di benzina super. La canna del mio organo suona il requiem aeterno. Un crescendo di preghiere e salmi e versetti e parabole. L’odore dell’incenso anale s’innalza dall’altare delle sue chiappe. Tutto un coro di grida e canti d’angeli, arcangeli, serafini e cherubini, in questa sinfonia che sembra di stare in una gang bang celestiale, lo schizzo solenne e prepotente dello spirito santo che le inietto in corpo caldo e denso come una transustanziazione in fiamme.

P.s.
Fina, a chi avesse modo di contattarla, le dica che le trattative sono in corso.
Io e il Conte abbiamo firmato il registro dello Show Park Market. Quella pagina diventerà per i posteri una sacra reliquia da conservare nella cripta di una Cattedrale dove le guglie e le colonne sono cazzi e gli archi e le navate sono fighe spalancate.

IL MARCHESE ANCHE SU FACEBOOK

http://www.facebook.com/marchese.debutancul

IlMarchese
Silver
30/11/2012 | 20:22

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"Concludo, dicendo che la ricerca dell'uomo col "grano" che molti di noi scambiano per zoccolaggine, fa, invece, parte di quell'antico e profondo retaggio biologico-culturale femminile (il fenomeno è riscontrabile in tutto il regno animale) che risponde all'imperativo dettato da madre Natura di continuazione e selezione della specie (insieme a guerre, carestie e disastri assortiti)."

MADRI E SORELLE INCLUSE?

IlMarchese
Silver
30/11/2012 | 20:20

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dai cazzo! Ho già quotato l'azienda in borsa, e ora devo mette tutti in cassa integrazione. che notizie

IlMarchese
Silver
30/11/2012 | 20:19

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Mi sto a tasta' i cojoni. e poi se dev'esse un'addio che sia per causa tua...
:-))
grazie d'avermi ricordato.
vai su face
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IlMarchese
Silver
30/11/2012 | 20:14

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Invece di aumentarti il cazzo ti è aumentata la testa?
No perchésuccede alle teste de cazzo

IlMarchese
Silver
30/11/2012 | 20:13

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IlMarchese
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30/11/2012 | 20:12

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IlMarchese
Silver
30/11/2012 | 20:07

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Meteora un cazzo- e poi Fake lo dite a vostra madre.+
Sono in giro a scopare e poi butto tutto su st0' sito
MA A DESSO ANCHE SU FACEFOTTUTO BOOK

http://www.facebook.com/marchese.debutancul

IlMarchese
Silver
15/08/2012 | 12:39

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@shadowboxe
A volte non rispondo perché son in giro a chiavare.
@mino_firenze se leggi il report è indicata la via. Ironia della 'sorche' è MinoS Street, vicino al porco, cioè il porto.
@Gnocchettaro. Ti voglio pene, grazie

IlMarchese
Silver
07/07/2012 | 07:24

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Vi ringrazio tutti per l'attenzione che date ai miei report-racconti.
Tengo a precisare che tutto quello che scrivo corrisponde ad esperienze vissute e reali, luoghi e fatti corrispondono a realtà.
Il fatto che invece di una lista dell'Slunga li esponga in modo romanzato, non vuol dire che le chiavate siano seghe mentali, la fica non è di pixel ma di sugo, peli e carne.
Tutta roba di prima mano, anzi di prima fava.
Certo alcuni viaggi li ho fatti qualche anno fa, alcuni sono più recenti.
Vengo a sapere che il Tembo è stato chiuso... beh, mi dispiace moltissimo c'ho consumeto metà uccello lì dentro, l'altra metà ha assunto per transustanziazione il colore della melanzana tipico della passera afro.
E mi viene la pulce all'orecchio, ma allora mia moglie africana, quando la sera dice di andare a ballare con le sue amiche al Tembo, dove va?
Vatti a fidare delle donne, cazzo.
State sintonizzati perché ce n'ho di schizzate da raccontare.

E chissà che tutti questo schizzare non finisca su carta, nel senso di un libro intendo.

IlMarchese
Silver
28/06/2012 | 11:15

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QUESTA è LA SECONDA VOLTA CHE LO PUBBLICO, GUARDATE SE RIUSCITE A FARMELO CANCELLARE UN'ALTRA VOLTA

Se avete qualcuno che vi sta sul cazzo, consigliateli un viaggio a Costanta, diciamo intorno a maggio.
Ditegli che è il periodo migliore per visitare questa ridente cittadina sul mar nero, e che le rumene, così come sono zoccole in tutta la galassia, figuriamoci a casa loro.
Probabilmente stavo sul cazzo a me stesso quando mi venne in mente di andare a Costanza. E ci portai pure un mio amico - forse era lui che mi stava sul cazzo.
Boh andrebbe scomodato Freud. In ogni modo, a Costanza ci sono due cose positive: la cucina italiana e il fatto che se anche dove abiti è un posto di merda, ritornato a casa ti sembrerà di vivere in un paradiso
Devo dire che eravamo abbastanza depressi io e il mio amico, che chiameremo "il conte."
Al terzo giorno, però, siamo resuscitati come quel tizio là, quello di Nazareth.
Il nostro albergo era ai tempi d'oro di inizio '900 un posto di lusso, anche ora non se la cavava male.
Oltretutto dovevamo festeggiare il mio compleanno, e non si dica che il Marchese e Il Conte viaggiano senza divertirsi, e non parlo di giocare a burraco.
L'ipotesi di ficcarsi a vicenda era da scartare, in quanto entrambi di destra.

Allora decidiamo che se Maometto non va alla montagna, è la cazzo di montagna che va da Maometto.
Troviamo il numero di questa montagna, non ricordo dove, quando e come.
Arrivano nel nostro albergo queste due montagne. Le chiameremo Ilona e Ramona.
O se preferite Ermenegilda e Genoveffa.
Dal momento che la stanza era unica, e essendo io e il Conte entrambi fondamentalmente dei timidi, il Conte si porta la sua ragazza nel cesso. Asserisce poi che è l'unico posto in cui una donna del genere si può pretendere di incontrare.
E poi in araldica vale più un Marchese di un Conte, quindi tocca a me il posto migliore.
La tv accesa trasmette questa fantastica musica tradizionale rumena. Ci sono donnine e ometti vestiti colorati che si tengono per mano, dei tizi con organetti e chitarre. Saranno lì da ore, a sounare. IO ballavo così all’asilo.
Al buio con le luci azzurre della tv metto Ramona a pecora e la lavoro al ritmo della musica, lei canta, io la suono.
Dal cesso trasmettono rumori sospetti, c'è un tramestio.
La prima sborrata Ramona la vuole in bocca. Faccio appena in tempo e sfilarmi il preserva che schizza tipo un elastico.
Mentre Ramona s’abbevera, oltre il muro il Conte urla.
Ergo, siamo venuti insieme. Dio non voglia che poi mi tocca farli le coccole al Conte.
Vado al cesso perché c’ho da pisciare, trovo il Conte che si fa frustare con il tubo della doccia, staccato dalla doccia.
Lo specchio del lavandino è andato. La ciambella del cesso divelta.
Il check out da dovremmo farlo calandoci dalla canala.
De gustibus non est scappellandus.
Rimetto Ramona in posizione cagnesca. Non so perché oggi mi piace accussì.
Nella penombra sento colpi al muro. Credo sia il Conte che sbatte dall’altro lato, poi Ramona perde conoscenza e capisco che è la sua testa a fare quel rumore contro la parete.
Quando la donzella si riprende, mi fa: “Devo essermi addormentata.”
Dico: “Già”
Lei si stira, sbadiglia, guarda sul comodino il pacchetto dei preservativi e mi chiede: “Me lo regali?”
Ci faccio la mia firma sopra, le dico: “Conservalo, perché tra dieci anni magari vale come un urlo di Munch.”
“Urlo di chi?” fa lei.

IlMarchese
Silver
06/06/2012 | 12:57

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Con IUGO c'è più sugo

IlMarchese
Silver
01/06/2012 | 08:40

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IlMarchese
Silver
31/05/2012 | 12:39

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Aprire è un delle mie attività principali.

NON DIMENTICATE DI CLICCARE MI PIACE SUL CAZZETTINO DI FACEBOOK!!!

IlMarchese
Silver
31/05/2012 | 12:08

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Sulla mia lapide come epitaffio vorrei che ci fosse scritto.

' Qui giace il Marchese che ha visto più buchi neri del capitano Kirk '

Riporto un altro paio di avventure che mi sono capitate in Kenya.

Lei è al bar, tra le tante nere qui al Tembo Disco di Mombasa mi colpisce per via di quel questo cesto di ricci afro che c'ha in testa.

Sembra uscita dal film Pupe Calde e Mafia nera, sembra una dei Jackson Five con la passera direttamente dai magici anni '70.

Lei mi punta, io la punto e a quel punto... la perdo di vista.

Mi tocca trombarmele un'altra, lì in una stanza proprio accanto al locale. La donzella in questione c'ha prorpio quell'odore afro pungente di savana. Col caldo che fa, sudata, la pelle è appiccicosa. La cosa mi arrazza in modo oltraggioso, la specorino subito selvaggiamente. La vorrei inculare oltremodo ma lei asserisce d'essere vergine per quel'orifizio.

Poi mi fa: "Quanto mi dai se ti do' il culo?"

Taaaccc

Le do tipo dieci euro al cambio. Sinceramente lo sforzo d'infilarlo si sente, ergo non avezza a praticare regolarmente questo tipo di sport subacqueo. Le sborro dentro il pertugio con la lieta soddisfazione di aver trovato nel cuore dell'Africa un culo vergine da sfondamento. Ci credo come credo alla storia della Santa Vergine Maria.

Dimenticavo lei si chiamava Maria.

Fine chiavata, è il momento dei quattrini: ovviamente nasce un litigio perché io avevo capito tipo di pagarla dieci volte meno.

Vado nella stanza del mio amico che c'ha un'esperienza africana ultra decennale. Ovviamente lui mi dice "Vai tranquillo, non darle di più" poi mi fa indicandosi l'uccello col goldone mezzo afflosciato che pende: "Guarda che batacchio che ho" in camera c'è un'altra gnocca caramellata che infila una alla volta le gambette nelle mutandine.

Maria mi guarda con disappunto, mi aspetto vada a chiamare qualche vattelappesca King Kong magnaccio. Ma le donzelle lì a quanto pare non hanno protezione. Alla fine potrei anche non pagarla, anche ammazzarla magari.

La saluto con un filo di amarezza per il nostro disaccordo economico e via.

Che ricordo serberà di me che ho deflorato il suo ano intonso? il pensiero m'assilla per tutto il tragitto che io e i miei amici facciamo sul mitico furgoncino chiamato il 'Matato' in direzione Casaurina.

Casaurina è Il tempio della gnocca a Mombasa tenetelo a mente.

Il destino vuole che la figa con in testa una famiglia di ricci la ritrovo lì. Ci mettiamo a ballare in pista e quasi la metto incinta.

Tra me e Tina Turner scoppiano tuoni e fulmini e saette. La porto in un alberghetto di fronte al locale.

Prendo una stanza lì. Quella topaia con tutti il soldo che c'ho speso ormai dovrebbe essere un cinque stelle con piscina eeliporto e multisala.

Io e Tina sotto la doccia, o meglio prima lei sotto la doccia e poi io sotto la doccia, perché non ci si sta in due.

Nudo bruco sotto l'acqua mi trovo Gloria Gaynor che s'è attaccata all'uccello, io appoggiato, o meglio arpionato alle pareti.

Succhia che sembra l'equitalia.

Le afferro i capelli, mi rimane lo scalpo di Arnold in testa.

Il mio disappunto è totale. Mi guardo l'inguine e a quel punto mi sembra d'averci Dezel Washington che mi puppa il birillo.

Quella testa dai capelli rasati peggio dell mie palle. Mai avuta l'impressione di farmi spompinare da un cromosaoma xy come in quel frangente temporale. Il timore è che sia la prima di una serie di sorprese falliche.

Andiamo sul letto, o meglio sulla branda. Il letto praticamente si rifà da solo tanti sono i batteri e virus che lo popolano.

La gnocca caramella a gambe aperte mi tranquillizza. La sua figa è un pozzo senza fondo. Un Maelstrom uterino.

Tette piccole ma gioiosamente ritte, culo magro ma sorprendentemente duro e altezzoso.

Scopiamo come babbuini ossessionati.

Il sospetto è che la principessa sia abbastanza drogata di Miraa.

Anche perché ci facciamo tre giri di chiavate e lei non vuol mandarmi via. Mi trattiene per un braccio. La Miraa è una droga autoctona. Tipo liquirizia da succhiare. L'effetto, vedi Marijuana.

Alla fine non c'ho in corpo uno spermatozoo uno, sborro aria compressa. Il cazzo mi sta dritto per inerzia. Continua a scopare con la sensazione di ficcare con un tubo dei pringles.

Credo di morirci lì dentro, in quella stanza due per due.

Penso di aver caricato non una puttana ma una serial killer che ti ammazza chiavando.

I miei amici nel locale ad aspettarmi due ore e passa.

Hanno temuto il peggio, un incidente con un ippopotamo, un rapimento andato male, uno stupro di un gruppo di cazzi del 30 afrosiciliani, forse hanno già chiamato la pula. Forse sono già sul Matato in direzione casa, probabile stanno solo chiavando pure loro.

Sono costretto a darle un calcio in culo " e mollami" faccio.

Le chiedo quanto vuole per la parrucca afro.

Ritorno nel locale e sembro Lenny Kravitz del cazzo.

Diosolo sa quante schizzate di latte intero c'hanno fatto su quella parrucca.

La prossima volta vi racconto come ho conosciuto la mdre dei miei due, tre, cinque figli.

IlMarchese
Silver
22/05/2012 | 05:04

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Presto su gnoccatravel i miei report da Mombasa, dove peraltro mi risulta di avere anche 4 o 5 figli, così dicono.

IlMarchese
Silver
20/05/2012 | 13:42

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IlMarchese
Silver
16/05/2012 | 11:21

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In Taxi io e un mio amico ci dirigiamo al puticlub 'Los Daneses' un po' fuori Siviglia. Sono circa le due del mattino.
Voglio precisare che il locale in questione 'Los Daneses' non è lo stesso 'Los Daneses' di Camas - Siviglia, ma un nome di fantasia.
Questo per evitare che la guardia civil spagnola faccia dei casini, scusate il gioco di parole.
Un gorilla in giacca e cravatta all'ingresso interrompe la sua colta lettura di un libro in cirillico e ci fa entrare.
Sembra sia abbastanza incazzato.
Dazio di 15 euro alla cassa. Come il 99% dei puticlub spagnoli, anche questo è gestito dalla mafia russa.
è ovvio che questa dichiarazione che i night club spagnoli sono controllati dalla mafia è una mia fantasia.
Non è vero, è tutto regolare in spagna. Tranquila Guardia Civil.
I nomi delle ragazze in questione: Maya e Lorena, anche questi sono inventati.
Nel night che è 20mq per 20mq, una decina di gnocche sedute al bancone ci puntano, anche perché sono pochi i clienti, e l'ora è già abbastanza tarda. Io e il mio amico Papa Benedetto qualcosa, prendiamo la consumazione.
Il nome di questo mio amico invece è assolutamente vero.
C'è un tizio che fa acrobazie sul palo al centro della sala, poco a poco si spoglia nudo.
Come se tutto fosse assolutamente normale, nessuno interrompe il suo spogliarello abusivo. Chiedo spiegazioni a una figa e lei risponde che quel tipo fa così tutti i week end e siccome porta nel locale un pacco di soldi gli lasciano fare quello che vogliono, a parte pisciare negli angoli. O stuprare i buttafuori, almeno non gratis.
Io sono un romantico e credo al colpo di fulmine. Lei, seduta sul trespolo del bar mi sta fissando, ogni tanto parla con la sua amica. Nella penombra del locale sento due occhi che da qualche parte mi fanno la lastra.
Lorena c'ha i capelli così lunghi e neri che... avete presente dei capelli lunghi e neri? ecco.
Mi dice di essere una indios Amazzonica, viene dal Brasile, ovviamente dopo 2 minuti siamo a scopare.
Los Daneses è attrezzata con piccole camere per la bisogna. Ti danno pure le lenzuola pulite e l'asciugamano.
Ammiro Lorena in tutta la sua bellezza mentre si spoglia. Il piercing all'ombelico e quei capelli grossi e neri che scendono come spaghetti sino all'altezza del culo, che ovviamente essendo Brasiliana è fenomenale.
Dalla borsetta estrae una specie di capsula in plastica.
Mi chiede: "Quieres?"
"Claro!"
Si fa una striscina di bamba per lei e una per me. Arrotolo un centino. Bamba gratis di ottima qualità è veramente una bella cosa.
Partiamo tutti e due per l'autostrade dell'amore.
Lei seduta sul letto incomincia a spompinare mentre l'aiuto sopingendole la testa contro di me. Glielo infilo in gola fino all'epiglottite, tanto che sta per diventare cianotica. Ma forse respira dal culo perché sta così col cazzo in gola un minuto buono. quando lo tiro fuori, temo quasi di ritrovarne solo una metà. Tanto che Lorena inghiotte. Poi mi sputa sulle palle e massaggia, cristo santo. Alla fine m'inginocchio con lei che allarga le cosce seduta sul letto. Lorena c'ha la figa depilata e gocciolante che sembra 'na susina sciroppata. Io c'ha la faccia imbrattata del suo sugo indios. Ci lecchiamo per una buona mezz'ora che poi ovviamente scade il tempo e io mi devo ripagare un'altro giro di mezz'ora, perché così come sto messo se non glielo ficco subito in corpo a qualcuno vado fuori di melone. E Lorena è il primo buco a nei paraggi.
La posiziono a sponda sul letto, glielo piazzo per bene dentro. Poi le tiro i capelli annodandomeli intorno al pugno e le do tante di quegli schiaffi sul culo che le vengono i lividi.
A lei viene l'idea bizzarra di andare in bagno, si posiziona gamba divaricate contro il lavandino e intanto guarda me riflesso allo specchio che me la lavoro da dietro. Così a lei piace essere fottuta, mi dice.
Poi ritorniamo in camera, me la fotto durante il tragitto, in piedi. Ancora sul letto a 29 minuti e 52 secondi il mio uccello si trova dentro il suo culo amazzonico e sparo una sborrata che cadiamo tutti e due a faccia in giù, ci vogliono i defribillatori per riprenderci.
La bamba e la montata mi hanno seccato la gola. Corro al bar e c'è Papa Benedetto qualcosa che tergiversa con una negra. Il tempo di ordinare una coca questa volta cola, e l'amica di Lorena Maya mi si avvicina, anche lei brasiliana ma è bionda, dopo 3 minuti sono con Maya in camera con la figa sulla mia faccia, la figa di Maya c'ha una particolarità: un un grosso neo alla base delle grandi labbra. Mi diverto a mordicchiarlo questo neo, lei ride per il solletico. Dopo io sdraiato con l'uccello come un totem, lei mi si siede sopra e lo vedo scomparire, non so se nel culo on in figa ma poco importa. Da fuori sento bussare che il locale sta chiudendo. Sono le sei di mattina, il naso mi sanguina, Papa Benedetto qualcosa è anche incazzato perché è due ore che mi aspetta e c'è quel tipo nudo dello strip tese che gli aveva offerto un cinquantino per incularselo.
"E allora? "Dico io, "per essere un Papa Benedetto qualcosa, te lo tiri troppo."

IlMarchese
Silver
08/05/2012 | 12:21

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Jiji era stato avvisato: Va bene scorrazzarmi per la savana a fotografare Ippopotami, Oritterotopi, Kudu, Impala, Gazzelle, Dik Dik, Leoni, e lucertole dalla gola gialla, ma io non sono Piero Angela, per cui tra tutta questa selvaggina se non mi da trovi ficcare, avevo detto a Gigi, non se ne fa di nulla.
Jiji, guida safari, con i capelli rasta che gli arrivano fino alle ginocchia, ti procura tutto quello di cui hai bisogno per divertirti qui a Mombasa. La sera lo trovi abbracciato a ballare un lento, aggrappato a qualche balenottera inglese, svedese, italiana, francese.
A Jiji, i capelli non sono la sola cosa che gli arriva fino alle ginocchia.
"Zi, zi" mi fa lui, "tranquillo, fica, quanta ne vuoi,"mi dice.
Zaino in spalla, mi unisco alla spedizione. Il pulmino parte per l'avventura, ci sono sopra quattro o cinque coppie di turisti tedeschi, io, Jiji che guida il mezzo e un tale Mustafa suo amico, che gli da il cambio nella guida.
Il programma è che a fine giornata, i tedeschi alloggiavo in un Lodge, io Jiji e Mustafa ce ne saremmo andati a figa.
Visto che questo non è super quark non mi dilungo in descrizione del safar, posso solo dire che laggiù, nel cuore di mamma Africa -il cuore, non è prorpio il termine giusto- gli animali della savana ci danno dentro dibbrutto.
Zebre che fanno il trenino e pare un carosello di Juventini, Gazzelle che montano altre gazzelle che montano giraffe, ma non ci arrivano. Un vecchio elefante impazzito che ha scambiato il nostro pulmino per un'elefantessa. Non so se avete mai visto un elefante che scopa, ma Jiji ha guida quel cazzo di pulmino per un chilometro a 100 all'ora, investendo tutto il regno animale e vegetale che gli capita sotto.
I babbuini si ammazzano di seghe guardando un'Ippopota che esce nuda dall'acqua.
L'unico che si vede c'ha poca voglia è il leone. Sbadiglia di continuo, sembra un impiegato comunale. La leonessa che gliela struscia davanti, che fosse per lei si farebbe montare anche da un facocero, il leone invece giusto il minimo sindacale e via.

Le leonesse sono le femmine più frustrate della savana.
Avresti voglia di spogliarti nudo e metterti a correre tra tutta questa natura selvaggia in fregola, se non fosse che poi magari a Jiji e Mustafa con più mezzo metro in due, gli viene lo stesso pensiero e ti corrono dietro.
Tutto questo porno zoofilo, queste savanate selvagge, immortalate sulle nostre macchine fotografiche, sui cellulari.
Che poi quando le fai vedere a casa ti prendono per un pervertito.
Jiji mi fa uno squillo al cellulare per avvisarmi di scendere, io son lì sulla terrazza della mia camera con vista sulla sterminato parco naturale di Tzavo, sto osservando il volo di non so quale uccello rapace africano.
A proposito di uccelli, il mio devo dire che è duro come un ciocco d'ebano.
Jiji, la mia guida safari, si trovana per la prima volta nella sua carriera, credo, a dover portare un turista a figa nella savana. Tutti in genere gli chiedono di portarli a vedere i Leoni, qual'è l'ora migliore per osservare i Giaguari.
Non dove stanno le zoccole.

Quindi ovviamente, trovandoci in mezzo al niente, mi scarrozzano nell'unico villaggio abitato nelle vicinanze.
Voi, si chiama. A Voi l'unica discoteca, ma discoteca non è prorpio il termine giusto, è tutta nello stile Africano: una grossa capanna in legno e paglia, con la pista da ballo al centro e intorno sedie e tavoli, tipo circo, ecco.
A Voi, non vedono un bianco dai tempi di Livingstone, e anche lì credo lo abbiano visto disegnato sulla pelle di uno gnù.
Il posto è tutto buio, anche le facce delle persone. Si vedono strisce bianche dei denti, palle d'occhi, camice, pantaloni chiari che sembrano indossate dall'uomo invisibile.
In tutto questa oscurità africana, una musica che sa di richiamo della giungla tipo ritmo di tamburi, ma fatti al computer, uno scassamento di coglioni totale.
Una maglia e pantaloni che si muovono al centro della pista, si avvicinano a me.
"Musungu!" e un'unghia che sbuca dal quel cazzo di film in bianco e nero, più nero che bianco. Musungu più o meno lì vale come da noi tipo dire "Negro!" a un Nero.
L'ancestrale paura di finire in pentola si fa sentire.
A quel punto Jiji tira fuori il suo coltellaccio da guerra per scuoiare coccodrilli. Quando ho detto che Jiji, non sono solo le trecce che gli arrivano alle ginocchia intendevo proprio quel coltello. Cosa avevate capito?
E il tipo ritorna a trottolare sulla pista, da solo. Devo una bevuta a Jiji.
Alla fine Jiji e Mustafa si danno un gran dafare per trovarmi una fidanzata. Ne scarto almeno cinqueo sei, che secondo i loro canoni sono delle gran fiche. Una addirittura, mi dice Jiji, è la vicedirettrice del parco naturale. Un pezzo grosso, e anche un pezzo di troione niente male dice Jiji, potrei anche sistemarmi qui a Tzavo east. Il problema è che, giuro su dio, sembra Zira del film il "pianeta delle scimmie" quello del '70, nella versione con Charlton Heston, non quello della versione con regia di Tim Barton e nemmeno quello della versione del 2011.
Alla fine mi accontento di una tipa, che timida timida si mette seduta vicino. Le offro da bere. Parliamo e lei di lavoro l'impiegata in banca. Minchia, viene fuori che qui a Voi c'è davvero da trovarsi moglie.
Non è nenache malaccio così nell'ombra. E nemmeno io cono così bianco così al buio. Alla fine chiedo se vuole venire in camera mia a vedere la mia collezione di barchette in bottiglia, viaggio sempre con una collezione barchette in bottiglia da mostrare alle signore.

Maisha si chiama la signorina.
Il problema è come arrivarci al mio Lodge. Jiji e Mustafa, alla fine mi dicono che è meglio se ritorno in taxi, perché loro hanno bevuto e si fermano a dormire lì a Voi, in effetti li vedo abbastanza cotti.
Voi cosa avreste fatto?
Mi trovano un Taxi, dice che meglio che non giro da solo di notte con una figa cioccolata, gli uomini lì sono parecchio gelosi, e poi un culetto bianco come il mio fa gola.
Prendiamo il taxi - ora taxi non è prorpio la parola giusta - l'auto è una fiat panda degli rubata in europa neglia anni '80 piena di ammaccature, quello che la guida crede di essere Schumacher abbronzato, e siccome il residence si trova su una collina, lui prende le curve in quelle strade sterrate che dio solo sa come non siamo volati giù.
"Non preoccuparti, tesoro." dico a Maisha, intanto le spingo giù quella testa cresputa. "Ciuccia questo che ti senti meglio, poi." Fa un po' di resistenza. Ma quando lo tiro fuori, lei vince la paura prendendomelo tutto in bocca. Maisha se ne sta attaccata alla canna fino a che non arriviamo al mio Lodge.
Arrivati in camera, io e Maisha, andiamo sotto la doccia, anche perché fa un caldo che siamo tutti sudati come negri.
Ma quell'odore così 'afro', non c'è niente al mondo che mi manda sù di giri, a parte i versi del.
Quindi è bene che lei non ci stia troppo sotto l'acqua che poi perde il sapore, come se lavassi un Mars prima di mangiarlo.

Quando esce dal bagno Maisha c'ha l'accappatoio arrotolato sulla testa, il resto è nuda. Io, idem. Con un cazzo i reesta che Maisha riprende a succhiare.
Sembra che Maisha non possa vivere senza succhiar qualcosa.
Le agguanto il sedere e me lo porto al viso. Iniziamo a fare sessantanove sdraiati di fianco. Quella bella fica color melanzana, calda, dolce, sudata, saporita. Maisha me la lecco tutta come un pezzo di cioccolato fondente. Le faccio succhiare anche il mio pollice che poi a Maisha glielo piazzo tutto dentro al buco del culo, tanto per saggiarne la viabilità. Poi mi assaporo il pollice, niente di strano: sa di culo.
Le iene nella notte della savana gridano. Maisha grida. Io grido. Le stelle luccicano, i grilli cantano e così via.
Allargandole le zampe la infilzo col mio uccellone pallido che scompare dentro, come infilarlo in una Torta Sacher.
"Ohhh... Ohhhh... You are gooooood in thiiiis joooob, ohhhhh..." mi fa.
"Yessss, baaaabyyyy."

Non posso fare a meno di incularmela. Prendendola per i capelli, tiro indietro la testa e inarca quel culo caramellato, le sue chiappe morbide sono un piacere sentirle contro di me ogni volta che glielo affondo dentro.
La rivolto e sborro sul pancino che freme per la fatica, e tutta la sburra si concentra sull'ombelico e luccica, così nella penombra, vorrei farle una foto, altro che gnù e rinoceronti del cazzo.
Io e Maisha riprendiamo fiato, poi scopiamo ancora, così, tutta la notte. Fino a che il disco del sole sorge su di noi.
Io, la savana e 'sta puttana.
Hakuna matata!

IlMarchese
Silver
27/04/2012 | 11:01

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Grazie a tutti per i commenti. Rimanete sintonizzati perché ce n'è ancora delle belle.

IlMarchese
Silver
24/04/2012 | 12:09

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Questo report è fresco fresco del Marchese appena tornata da Creta.
Certo, tutti voi conoscerete il mito del Minotauro. Insomma, succede che la moglie di Minosse che si fa ingroppare da un toro. Nasce sto' cornuto. Ma che ve lo racconto affare.
Bene, lì a Creta son passati i secoli ma di vacche ancora ce n'è in abbondanza.
Il signor Marchese prende in affitto un attico con vista porto di Chania o Khanià come dicono lì, con la Kh sputacchiata.
La sera, bello bombato d'alcool mi avvio verso il quartiere a luci rosse. Lungo una starda parallela a Minoos street, strada di Minosse: appunto tori, vacche, cornuti, c'è la zona troie. Non è porprio così in bella vista. Trovo il solito marocchino spacciatore, mi accompagna e poi li devo rifilare un cinque euro di mancia e dieci di fumo. Ora, chiamarlo quartiere è iperbolico. Ti trovi dentro un vicolo con casine illuinate da luci rosse tipo Amsterdam. Lì il meccanismo è stile puttanaio di tipo Bruxellese. Vi domanderete cioè, come funziona a Bruxelles? ve lo racconto in un altro report.
A grandi linee: una tenutaria e una mignotta. In ogni piccolo appartamento c'è una vecchia che gestisce la situazione, più una ragazza. Ti viene da pensare: la vecchia potrebbe essere la madre, la zia, la nonna.' Boh? Potrebbe essere tua madre da tanto che c'ha la faccia da brava donna. Io la conosco tua madre.

In questo vivolo stretto, di stretto c'è rimasto ben poco. Mi faccio un giro per gli appartamentini, saranno in tutto una decina. Tra quelli che sono chiusi, quelli che sono aperti ma già ci scopano dentro e ti tocca aspettare nel salottino, neanche fossi dal dentista, non è che ci vuole tanto a fare il censimento fiche.

Mi trovo lì a chiaccherare del più e del meno, ma sopratutto del meno, con sta vecchia brasiliana che è quarant'anni che vive in grecia, forse arrivata per fare l'archeologa. Spunta fuori dalla camera una fichetta mora, in mutande, reggiseno. Traballa dalle scarpe alte come trampoli del cazzo. Il prezzo è 30 euro per 15 minuti. Contratto per 25.

Stella mi accompagna al piano di sopra. Dice di essere greca, ma lo è come greco lo sono io. A forza prendere cazzi ellenici s'è guadagnata la nazionalità, forse.

In camera, le agguanto subito il culo che è oltremodo sodo.
Le piace a stà fica che le baci il collo, che le tiri i capelli, le infili la lingua in bocca.

Mi tira giù i pantaloni e s'approrioa dell'uccello. Stella a pecora, la catecchizzo per una decina di minuti, morsi sul collo, sul culo. Le rigiro la faccia e la slinguazzo come se fossi un bulldog. Non capische un'h di italiano. Le insegno l'italiano for dummies tipo: culo, fica, scopare, cazzo, frocio, puttana. Solo che i significati delle parole gliele insegno sballate, fica invece di cazzo, invece di vuoi scopare le dico vuoi incularmi, buonasera si dice vaffanculo in italiano, grazie invece puttana, grazie tante, puttanone. E prego? Frocio.

Mi sculaccia, poi le do io dei bei schiaffoni sul culo, tanto che fra le urla, schiaffi, parolacce, cigolio del letto che risale alla guerra del pelo-ponneso, la zia di sotto chissà che pensa. Ad un certo punto mi si affaccia da dietro uno delle porte a specchio, sono tanto brillo che quando me ne accorgo le faccio cenno di entrare, m'indico il pisello "vieni zia, vieni che c'è n'è anche per te." Lei, lei, lei un po' ci pensa, magari, magari sarebbe anche venuta, ma l'attendono di sotto per un té. Poi, visto che il tempo è denaro e 15 minuti è una canzone dei Pink Floyd, le facccio capire in esperanto mignottesco a Stella che ha da ciucciare. Per lei è cosa buona. Me lo prende in bocca nature. Succhia succhia. Succhia succhia, succhia e risucchia e poi alla fine le sborro sui capelli. Con quelle luci rosse che ti fanno diventare i denti bianchi denti fosforescenti, le schizzo sui riccioli corvini, che alla luce sembra 'na sborrata di E.T.

"Puttanone di merda" le dico, ovvero: grazie tante è stato bello.
E lei "Frocio!"
Ahahahaha

IlMarchese
Silver
10/12/2011 | 10:37

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La volgarità è la scarsa considerazione che diamo ai nostri orifizi.

Il Marchese

IlMarchese
Silver
10/12/2011 | 10:24

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Alicante. Città spagnola della Costa Blanca, fondata dai cartaginesi... e blah blah

ma tanto a voi non ve ne frega un cazzo. Quindi vado diritto al sodo.

Quando parli di troie ad Alicante parli di D'angelo Palace. Due taxi su 3 hanno con la fiancata dove c'è una bella figa e la scritta D'Angelo Palace. Per terra volantini con ragazze seminude che ti invitano a D'Angelo Palace. Sui cessi scritte "te lo succhio da D'Angelo Palace". In strada, cartelloni pubblicitari di D'Angelo Palace.

Che si fa stasera? D'Angelo Palace.

Tutto in D'angelo Palace richiama il lusso, la ricchezza, il glamour.

Nenanche a dirlo D'Angelo Palace è un vero e proprio palazzone.

Io me lo immagino D'Angelo come Vito Corleone magnaccio, col sigaro in bocca e le gnocche tutte intorno.

L'entrata è a pagamento, 12-15 euro.

Quella sera, credo una domenica, il locale è semivuoto... di clienti.

Ma di fighe no.

Mi metto sul divanetto e ordino un Vodka lemmon. Mi si avvicina una mulatta. Parliamo delle solite cazzate.

Non me gusta.

Poi inizia lo spettacolo. Una ragazza bionda troieggia intorno al palo, tra un ditalino e una girovolta a testa in giù i nostri sguardi si incrociano. Dieci minuti dopo è al mio tavolo.

Come tichiami? Di dove sei? Ti piace la spagna?

Katrina, russa di 29 anni. Bionda, slanciata, bellissima da far impallidire un angelo.

Cinque minuti dopo siamo nella suite imperiale. Nudi dentro la Jacuzzi che sbrodola acqua tiepida e mi mi fa palleggiare luccello sulla pancia di Katrina.

Confesso: alle bollicine contribuisco anch'io con un raffica di scorregge.

Sorseggiamo champagne Moët & Chandon rosé che si abbina bene con la carne di maiale.

A questa maiala, le sto ficcando due dita in figa e il pollice nel culo. Cerca debolmente di togliere almeno il pollice ma lei apprezza tantissimo. Slinguamo e smaialiamo per una quindicina di minuti.

Mi metto a sedere sul bordo vasca e allargo le gambe. Katrina prende a leccarmi le palle, una alla volta. Un sorso di Moët & Chandon e ricomincia. Poi lecca la sacra cappella con una delicatezza incredibile da Zarina. Un sorso di Champagne e via col lavoro.

Poi tocca a me. Lei si siede a bordo vasca e si sdraia all'indietro, la Jacuzzi e a filo del pavimento.

Le mordicchio la passerina spelata, le cosce.

Lei continua a tragugiare champagne e a gemere in cirillico e mi preme la testa contro la fregna.

Inghiotto la sua broda calda che mi allaga la bocca. Intanto continua a sfruttare l'effetto mimetico delle bolle d'acqua e ci do dentro a scorregge.

Deve essere stata la paella di carne della cena.

Dicevo, tutto in D'angelo Palace richiama il lusso, la ricchezza, il glamour.

Usciamo dalla vasca e indossiamo gli accappatoi, morbidi, bianchi e con lo stemma D.A .stampato in oro all'altezza del ventricolo sinistro.

Ci asciughiamo, ci stuzzichiamo. Ci masturbiamo.

Mi apro l'accappatoio e mi sdraio sul letto. Il mio cazzo sembra l'obelisco di Montecitorio (un posto a caso)

Katrina tutta nuda sale in piedi sul letto e lentamente fa sparire l'obelisco e anche tutto Montecitorio dentro quella straordinaria cavità chiamata GNOCCA.

Dolce, delicata, educata.

Maneggio le sue tette, piccole e perfette. Titillo i capezzoli allungati.

Le agguanto il culo, la spingo contro di me. Lecco le orecchie, il collo. Indice in culo e glielo faccio assaggiare.

Supina, e la pompo come Ivan il terribile. Pecora, tirandole i capelli con violenza.

Lei si inarca e il suo culo candido e maledettamente russo freme.

La rivolto e lei sta con le gambe divaricate e la fregna spalancata.

le dico ansimando "l'hai imparato al Bolscioi?"

"DaH!"e ride.

Me la scopo sbattendole i coglioni sulle cosce e penso alla schiaccianoci. Nella fica c'ha il lago dei cigni da tanto che è bagnata, il mio cazzo ci sciambrotta dentro. Me ne vengo alla grande rimaniamo così esausti un paio di minuti, poi il campanello suona e vuol dire che le nostre 2 ore sono terminate.

Ci salutiamo, scambiamo i numeri di telefono che nessuno di noi si azzarderà a chiamare. Scendo alla cassa.

Mi presentano il conto. Più o meno l'ici per la prima casa.

Nel caso la vostra prima casa sia il Palazzo d'Inverno.

IlMarchese
Silver
06/12/2011 | 12:04

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In questa cazzo di città in ogni angolo ti raccontano una storia di streghe, di fantasmi, di ladri di cadaveri, di assassini.
Oggi io voglio raccontarvi una storia di puttane.
Il B&B dove sto si afffaccia su uno dei parchi della periferia. Vicino a Salamander street.
L'ho scelto perché è economico, e poi Salam street è la via dell'amore di Edimburgo.
Però questa è stata una scelta inconscia, certo non vengo in scozia per chiavare.
Il bus mi lascia di fronte al B&B. Decido di non entrare nel B&B. Decido di farmi una passeggiata.
Il parco di fronte è buio e pieno di tossici e froci, faccio il giro largo e dalla parte opposta c'è Salamander Street.
A quell'ora è abbastanza deserta, ogni tanto mi si affianca una macchina.
Credo di non aver mai rischiato di essere rapinato e inculato come in quella notte.
Poi c'è la pula. Qui in Great Britain se ti beccano a troie finisci in galera.
Tutte queste seghe mentali al momento non me le faccio visto che sono ubriaco e ingrifato.
Dal lato opposto della strada, sotto un lampione, appoggiata al muro c'è una tizia.
Mi avvicino, lei si avvicina. "Are you looking for business?" mi fa.
è mora o castana o che cazzo ne so, vestita di pelle. ma non è abbastanza buio e io nn sono abbastanza brillo da chiavarla.
E poi la prima regola del puttaniere è: Mai fermarsi alla prima se ce ne sono almeno 2.

Salamander street sarà lunga un paio di chilometri, le fighe sono una qui e una dopo 200 metri.
Ne addocchio tre o quattro, trombabili, faccio un po' su e un po' giù per il marciapiede. Mi fanno male i piedi.
Nel silenzio sento solo i mei passi che rimbombano. Certo gli scozzesi non sono un popolo di puttanieri, un po' per la paura della polizia, un po' perché sono tirchi e poi alle 22 sono già tutti stesi dall'alcool quindi di chiavare non se ne parla.
Tutte quelle scozzesi sfatte che ho visto nei pub mi hanno fatto venir una gran voglia di una bella trippona.
Una con un bel culone venuto sù a haggis e birra doppio malto.
Ce n'è proprio una di fronte a me. Una sirena cicciona e puttana.
Tutto perfetto, solo che le mancava il Kilt cazzo. Già ma il Kilt lo indossano gli uomini.
"Are you looking for business?"
"Yessss!"
e.. taaaccc
Ci ritroviamo in un vicolo con incollate le sue labbra sull'uccello.
Mi sono dimenticato di dire che fa un freddo cane, è settembre. Ma siamo in scozia cazzo.
Lei c'ha in testa una coppola le escono fuori capelli biondo brughiera, io le tengo una mano sopra e accompagno il movimento spompinatorio.
Avanti-dietro-Avanti-dietro.
Lei cercava sempre di togliermi la mano e io gliela rimetto sopra.
Avanti-dietro-Avanti-dietro. Andiamo così per 10 minuti.
Lei si chiama Samantha o Serena o Sonya o Sergio.
Fatto sta che è ora delle pecora.
Samantha o Serena o Sonya o Sergio appoggiata contro il muro. Quei tipici muri di mattoni rossi. Umido e piscioso.
Non ho dietro un goniometro, ma si piega a 90-98.
Di sicuro ha fatto tanta pratica per rimanere in quella posizione tanto a lungo.
Le abbasso i jeans e la calzamaglia. Quel bel culone cellulitico viene fuori e lo allargo con le mani.
C'infilo il pisello tra ciuffi di peli scozzesi anni 60.
Entra dentro come una salamandra in un buco.

Da questo ha preso il nome la via, Salamnder street.
La pompo e ripompo e la ripompo. Il whiskey scozzese che c'ho nel sangue si fa sentire.
Me la devo assolutamente inculare. Lei all'inizio dice no. Poi contratto per una ventina di sterline in più.
Come dicono qui: " Chi paga il musicista, sceglie la musica"
Uno sputazzo sul buchetto del culo, sondo prima con un dito. Siccome ce l'ho freddo, il dito, lei fa un brivido.
Poi a fatica il mio cazzo punta le cavità anali di questa Highlander delle scopate, tre o 4 mandate e le sparo una schizzata e un urlo che nemmeno il mostro di Loch-ness che si fotte Gozzilla.
Lei si ricompone, io sfilo il preservativo e rinfilo la salamandra al suo posto.
"Good Bye!" Faccio
E lei "Bye, Baby!"

IlMarchese
Silver
02/12/2011 | 08:54

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Vigilia di Capodanno 2010, Sofia -15 gradi.
Abbiamo affittato un Appartamento, un amico locale che mi fa da cicerone. Ci troviamo sul divano...
Noi con il portatile e lui con il telefono. Navighiamo sui siti escort indigeni e ci scegliamo la ragazza. Siamo in 4 amici.
Io addocchio una ninfo locale. Lui fa una serie di telefonate e si accorda in bulgaro su indirizzo e orario.
Le ragazze arrivano in appartamento a scaglioni.
Il problema è che nessuna assomiglia a quella delle foto e nessuno di noi si ricorda come si chiamava la ragazza che aveva scelto, per cui quando entrano c'è un casino totale.

In ogni caso loro sono 4 e noi 4 e ognuno sceglie quella che vuole.
Mi porto in camera... oddio come si chiamava... è giovane, 22-24 anni, castana. Strafatta di maria.
Mi dice che è tutto il giorno che fuma e scopa. Le rispondo e mamma cosa pensa?
Facciamo la doccia insieme e me lo succhia tutto, se lo tiene in bocca e si schiaffeggia la guancia mentre se lo preme dall'interno della bocca. A vederla così mi viene da ridere.
Le alzo una gamba e me la ficco in piedi. Poi la porto in camera, sul letto, a pecora. Le do tanti di quelli schiaffi sul culo che mi dice: "easy" però le piace da matti. Mi tolgo il guanto e le innaffio la faccia.
Andiamo in salotto a bere qualcosa e sul divano c'è il mio amico che si pigia la sua.
"La mia ragazza" indossa solo le mutandine e c'ha ancora la faccia mezza sborrata, chiede al mio amico che pompa:
C'hai da accendere? e lui imbarazzato c'ha un calo e s'incazza. Lei ride, è talmente fuori che ride in continuazione.
Beviamo e facciamo 2 chiacchere e poi la riporto in camera per il bis. Mi da il culetto e io sono prorpio contento.
Alla fine mi ringrazia pure di averla scopata così.

Quando se ne sono andate dall'appartamento inizia il solito biefing e ognuno racconta la sua scopata.
La tv è accesa, saranno state le 2 di notte. Tra i programmi della notte noi in italia abbiamo Marzullo, in bulgaria hanno "Marzulla che col cazzo si trastulla" . Ci guardiamo questo pornazzo e a me viene l'idea malata di recuperare qualche numero di agenzia di escort che il mio amico Bulgaro aveva chiamato con il mio telefonino.
Risponde una voce assonnata, parla un po' di inglese. Chiedo se hanno delle ragazze disponibili a quest'ora.
Mi risponde: "Sì" Chiedo: "Sono belle?" Risposta: "Carine"
Il prezzo è più o meno il solito 50-60 euro.
Decidiamo che anche "Carine" alle 2.30 del mattino va bene, e ricomincia la giostra.
Arrivano le ragazze...
Devo dire che non ho mai visto dei cessi simili. Io e i miei amici ci guardiamo e decidiamo per rimandarle via.
Però io mi sento in colpa, convinco i miei amici. Le richiamo quando sono già quasi salite in macchina.
Risaliamo e io mi prendo una cessa delle 4. Avrà avuto 40-45 anni, mora con occhiali, fisico decadente.
La cosa che ha stupito anche me è che quando si è messa a pecora l'ho scopata con un cazzo arrabiato che lei non se lo aspettava.

Questo grazie ai 2 litri di vodka e il pornazzo bulgaro.
Avrei continuato a stantuffare fino all'alba, ma forse lei aveva paura con con la luce del sole mi rendessi conto della sua cessaggine, quindi ha iniziato a dirmi di venire. Di venire. Di venire.
E io l'ho tirato fuori bruscamente e mi sono rivestito. La cessa offesa è uscita di casa.
La serata sarebbe potuta finire a coltellate perché lei è andata a parlare con l'autista/magnaccio, ma le sue amiche hanno placato gli animi.

IlMarchese
Silver
07/11/2011 | 10:21

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Gentili amici,
vorrei esordire in questo stimato sito di cultori della gnocca, con un'avventura capitatami ormai anni
orsono, durante uno dei miei viaggi in quel variopinto paese famoso per la corrida, la paella, il flamenco, Goya e... la gnocca.
Mi trovavo a Valencia. La serata passata tra le calli, rimbalzato da un locale all'altro, con una sbronza colossale e preso dalla frenesia della movida Valenziana, mi venne una gran voglia di chiavare, era ormai l'alba che in quelle latitudini e in estate corrispondeva a circa le 7 del mattino.

Fermo per la strada un tassista. è un tipo scuro di pelle, Pakistano, Indiano...
Insomma, gli chiedo dove se mi porta in un bordello. Lui fa sì con la testa e io mi affido nelle mani di questo figlio del gange. La strada scorre veloce come un fiume di luci, case, gente che barcolla ubriaca, che vomita. Mi ricordo solo che attraversiamo un ponte, alla mia sinistra c'è quella specie di nave rovesciata progettata da Calatrava che già dal nome sembra uno strano. Pochi metri e il nipote di Visnù si ferma. Mi indica un portone.
Io gli faccio: "Chica buena?"
e Lui: "Claro!"
Scendo, pago e rotolo verso il portone. Sopra c'è scritto "Entresuelo" accanto al campanello "12".
Suono. Mi risponde una voce che non si capisce un cazzo. Aprono e salgo. Una rampa di scale e una testa scura sta dietro una porta socchiusa. Mi fa cenno di entrare.
Entro. Quella che mi ha aperto la porta è in sottoveste color crema. Bella in carne, tettona, succhiona. Con le labbra carnose da nera.

Mi accompagna in un salottino. Mi accomodo sopra un divanetto. Inizia la processione di fighe, me ne fanno vedere sette-otto, tre quarti cessi. Ma sono quasi le otto di mattina. Scelgo una tipa brasiliana.
Bel culo, mora, occhi scuri pelle olivastra. Cominciamo a parlare. Lei mi arla del suo cagnolino mentre io mi tiro fuori il periscopio. Lei comincia a succhiare senza cappuccio, glielo struscio un po' sulla faccia tanto per profumarla un po'. Sempbra che sto' gioco le piaccia. Ride. Le lecco i capezzoli, infilo un dito nella patonza che diventa tutta bagnata e capisco che è arrivato il monento di pomparla. La metto a pecora sul letto e ci do dentro un bel pò, poi lei mi sale sopra, il succo della sua fica mi ammolla tutte le palle, fosse per lei ci ficcherebbe dentro anche quelle.
Sono le 9 del mattino.
Valencia è famosa anche per l'orchata, che dopo una notte così ti rimette in sesto.

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