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IlMarchese

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Commenti

IlMarchese
Silver
30/10/2014 | 16:28

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@viva la susina

ti assicuro che di xfiles a livello di gnocca me ne sono capitati che sarà materiale per le prossime recensioni

IlMarchese
Silver
29/10/2014 | 14:56

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@Ilpoetadeibordelli

se per caso diventa un best seller e te la compri la Casa Carinthia o qualsiasi altra casa con arredamento di gnocca, invitaci il Marchese che il chiavar vuole a tue spese....

IlMarchese
Silver
29/10/2014 | 14:51

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@gianni985

grazie per l'apprezzamento. Le marocchine come ho scritto possono essere di pelle chiara e generalmente sono berbere o mulatte. Io mi sono fatto un po' tutto l'arcobaleno. Ho chiavato pure delle belle gnocche nere del Mali e Senegal che lì in marocco vengono a fare la raccolta di cazzi. Quello che te definisci 'odore rancido delle nere' per noi bongustai è un ebriante del quale non riusciamo a fare a meno. Mi sono trovato ad annusare fiche nere come un cane da tartufi. In ogni caso come ho scritto le marocchine non vinceranno mai il premio per la pulizia intima della galassia. Sarà forse perché in Marocco l'acqua scarseggia, sarà perché semplicemente la gnocca tartufata attira...

IlMarchese
Silver
29/10/2014 | 14:45

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Tanti auguri per il tuo libro. Spero che riuscirai a guadagnarci un po' di soldi per spenderli nei tuoi FKK.

IlMarchese
Silver
16/10/2014 | 21:36

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IlMarchese
Silver
16/10/2014 | 18:02

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@viva la susina

grazie

Non c'è cosa più divina che succhiare La susina.

IlMarchese
Silver
13/10/2014 | 21:54

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IlMarchese
Silver
11/10/2014 | 21:11

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IlMarchese
Silver
10/10/2014 | 22:26

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Il fatto che questa recensione venga dritta da Malta come un barcone di libanesi, non vuol dire che questa splendida isola del mediterraneo sia per voi navigatori di mari mignotteschi un attracco sicuro in cui gettare l‘ancora. È risaputo che Malta è un po’ l’isola che non c’è per il puttanaggio. Sono stato chiamato dai miei amici cavalieri dell’ordine di Malta che volgiono conferirmi la Gran Croce dell’ordine per meriti nel campo della cultura e dell’amore, questo è l’unico vero motivo per cui mi trovo lì.

Il Caravaggio, che dipingeva madonne ripensando alle puttane che si era chiavato la sera prima, venne insignito a suo tempo della stessa croce al merito. Questo ve la dice lunga sulla gente che frequentano ‘sti cavalieri.

Arrivo in albergo in tarda serata, il tempo di posare le valigie, un bidet, un padrenostro. Esco per mettere qualcosa sotto i denti. Già so che la chiavata è una chimera. In qualunque luogo turistico del mediterraneo che sia Grecia, Cipro, Turchia, Spagna, sembra sempre di stare in una Lloret de Mar del cazzo infestata dal turismo giovanile nord europeo.

È come trovarsi a qualche party scolastico di mignottelle e sagaioli alcolizzati.

Malta ovviamente non fa eccezione. Sfanculando a destra e sinistra, in questa folla di bimbi minchia, vorrei solo arrivare al mio albergo. Una tipa si piazza davanti al mio cammino. Penso: ecco ci siamo. Guardo in alto lampeggiare un paio di tette sopra la sua testa. Non voglio buttare i soldi per pagare una rumena a fare domanda-risposta tutta la sera. Sono finito in una strada che è come l’inferno degli strip club e sembra che tutte le fighe siano lì che aspettino me. Per strapparmi pure i peli dal culo. Sentendomi minacciato, anche perché non ho un culo peloso come un peluche, m’imbuco in una strada laterale. La strada sembra pericolosamente tranquilla.

È buia, in fondo c’è un’insegna luminosa e un gruppo di persone indistinte. Mi avvicino e vedo tre ombre appostate come carabinieri. Tre carabinieri con i capelli lunghi e la minigonna. Tre carabinieri con minigonna, capelli lunghi e borsetta.

Tre carabinieri negri con capelli lunghi, minigonna e borsetta.

A Malta la prostituzione è illegale, i bordelli non esistono, e le stagioni non sono più quelle di una volta. Uno dei tre carabinieri negri con capelli lunghi minigonna, borsetta e labbra da pompino imperiale si avvicina. Va subito al sodo e mi chiede 100 euro per una chiavata. Mi assicura che non mi farà pagare l’ingresso, l’aria che respira e ogni vocale di quello che mi dirà. Ho sempre avuto fiducia nell’arma e soprattutto c’ho l’uccello alla gola. Da cento dobloni arriviamo a 60. Entriamo nello strip club che si chiama ‘Mydarling’, ci sono ragazze stravaccate sui divanetti, odore di scorreggia e di piedi. Clienti in sala neanche l’ombra. Perché sono tutti alla catena di montaggio al piano superiore. Questo è l’unico modo per mandare avanti un locale del genere. Usare le salette privè come zona monta. Quella che sceglie la mia donna che di nome fa Marta o Marzia è nel corridoio e visto che le tende sono trasparenti tanto vale le dico che scopiamo in sala o in strada. Scelgo una saletta più appartata, perché sono un tipo timido, io. Visto che lì in teoria si dovrebbe assistere ad uno spettacolo di spogliarello, c’è solo un divanetto. Da quando sono arrivato in albergo a quando schiaffeggio il culo a Marta non è passata nemmeno un’ora. E menomale che a Malta non si chiavava. Ancora oggi ho il sospetto vista la mia reputazione, a Malta che qualcuno mi avesse organizzato tutto. Tipo Truman Show Puttanesco. Sta di fatto che ora Marta inizia a dimenare il culo. Scodinzola che sembra un cane maltese. La coda gliela metto io. Marta o forse si chiamava Martina mi spinge a sedere sul divanetto. Non oso immaginare di quanti culi di miei predecessori ci sia stata l’impronta. Mi si mette in ginocchio, la testa tra le mie gambe e inizia il suo lavoro gastronomico. Succhia e sputa e ingoia continua a dimenare il culo a ritmo della musica. La canzone sparata dagli altoparlanti è Miami di Will Smith. La ricordo perché fra una boccata e l’altra lei fa una battuta sul titolo.

Mi chiede Miami? Con la faccia bagnata di bava e insaporita d’uccello le rispondo: sei la donna della mia vita.

Le dico: “Se ti vedesse Caravaggio ti farebbe un affresco, come una Madonna abbronzata.”

“Caravacchio? Who is?” Mi fa.

Vabbe’. Le prendo la testa e le tappo quel fiasco vuoto che c’ha al posto della testa con un bel pezzo di sughero rosato. Non ho avuto nemmeno il tempo di togliermi le scarpe, c’ho i pantaloni calati tipo quando stai seduto al cesso. La situazione è abbastanza precaria. La polizia potrebbe irrompere nel locale da un momento all’altro. Trovarmi una negra appesa al cazzo come glielo spieghi. Soprattutto ai cavalieri di Malta che s’incazzano se non li inviti a ‘ste feste.

Faccio cenno di alzarmi. Madonna Marta vorrebbe succhiarmelo fino alla venuta dello spirito santo. S’alza in piedi e continua a dimenarsi cercando di leccarsi da sola le tette. Si sta auto-mungendo. Cerco di avvicinarmi a lei, a ‘sta vacca. I pantaloni calati sulle caviglie m’intralciano i movimenti, devo fare piccoli saltelli per raggiungerla. Saltello con il cazzo che sbatacchia che sembra un campanaccio.

Le dico girati!

Marta si piega in avanti afferrandosi le caviglie. La fica nera s’apre, ha il colore di doppio cheeseburger e bacon. La infilzo e le do tanti schiaffoni sul culo che quasi non finisce a faccia in avanti. Mi risiedo sul divanetto. Marta fa il salto del cazzo piombandomi addosso. Per fortuna, fa centro procurandomi quasi un’ernia inguinale. Alla pesa sarà ottanta chili netti di manzo negro. Del mio uccello non c’è più traccia. È tutto affogato dentro lei. Si dimena, a quel punto è guerra aperta al suo buco del culo, che sto martoriando da mezzora con un dito. Altri 40 dobloni chiede. Trattiamo per 20. Infilo il pisello pallido in quella grotta affrescata a cazzo. Le stantuffo il culo rimanendo seduto. Quando sto per raggiungere la sborrata del secolo, mi risollevo in piedi. Marzia o Marta mi prende la mano e mi succhia l’indice, lo stesso che le avevo tenuto in ammollo nel suo culo, fino a tre oh yes, fuck me maialone prima. Perché a Malta parlano tutto un misto di lingue. Finalmente condisco di maionese calda quel McMenù africano.

Benvenuti da McDonald!

A questo punto avrete capito che la negretta della valletta non era affatto una negretta, ma una negrona. E in realtà non si trovava alla Valletta ma a st. Julian, ma ci stava bene col titolo. D’altra parte sono un poeta. La storia dell’onorificenza dei cavalieri di Malta, invece, quella è la verità, giuro!

https://www.facebook.com/Iviaggidelmarchese

IlMarchese
Silver
17/06/2014 | 10:23

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@sotomaior grazie per le belle parole, grazie @atomic

@wytek

in effetti il mignottaggio in Kenya non è affatto da ridere è da prender seriamente.

A presto nuove rece su Malta e Bruxelles

IlMarchese
Silver
01/03/2014 | 15:45

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@bagascia

con il tuo alias non posso che essere d'accordo con tutto quello che dici.

IlMarchese
Silver
01/03/2014 | 12:51

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@FlautoMagico dove c'è potere c'è figa. Bruxelles non è da meno.

Dove pensi che li vanno a spendere i nostri soldi i parlamentari europei?

Tempo fa scrissi questo assioma:

La fica non c'è verso, sta nel centro all'universo.

IlMarchese
Silver
22/02/2014 | 20:29

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IlMarchese
Silver
22/02/2014 | 19:43

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Grazie a tutti voi per i commenti. A presto per altre cronochiavate.

IlMarchese
Silver
15/02/2014 | 20:11

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Dopo aver letto questa recensione, la prossima volta che sentirete parlare di Bruxelles non penserete ai cavolini, ma alla fica.

Veniamo al dunque.

Dunque, Bruxelles è la città ideale per chi tra di voi è fidanzato barra sposato barra non

nessuno mi crede se dico che vado un week end ad Amsterdam solo per vedere la casa di Anna Frank e quel tizio che dipingeva girasoli.

Se dite che andate a Bruxelles, al massimo vi guarderanno storto chiedendoti che cazzo ci vai a fare a Bruxelles. E dopo una pausa: dov’è Bruxelles esattamente?

È in Belgio. In effetti il Belgio è come un buco di culo. Stretto tra una chiappa che è la Francia e l’altra chiappa che è l’Olanda. Della Francia ha preso tutta quel gusto per il mangiar bene e il bere, dall’Olanda quel gusto per il puttanaggio libero, ostentato e sfacciato.

Il Belgio sta all’Europa come il Molise sta all’Italia. Sappiamo che esiste, ma è come un’entità geografica astratta. Io capito a Bruxelles più per noia che per un progetto mignottesco. Il periodo è un fine marzo, sotto pasqua, c’è freddo e neve e guarda caso mi trovo a passeggiare in Rue d'Aerschot. Capisco che è Rue d'Aerschot perché ad un certo punto nelle vetrine dei negozi i manichini al posto delle gonne, borsette, camicette, e via dicendo, indossano perizoma, calze a rete e guepière, e poi muovono la lingua e mimano porcate. Rue d'Aerschot è la via dello struscio per l’uccello. Mi sono abbastanza rotto di avere i piedi congelati e mi tuffo in uno di queste boutique di suine. C’è una vecchia che mi viene vicino e comincia a parlarmi ma io non capisco un cazzo di fiammingo. L’unica cosa fiamminga che conosco è il mio accendino. Però ovviamente non che dobbiamo fare una conversazione sul terzo principio delle termodinamica e finisce che ‘sta vecchia fica secca chiama due ragazze, due bionde dall’aria stanca, in vestaglia, che sembrano appena uscite o da un lungo sonno o da una lunga serie di cazzi, la seconda ipotesi non è da scartare. Una sembra la madre e l’altra la figlia. Tra di loro ci saranno almeno venti anni di differenza. La vecchia invece è la nonna o la bisnonna o il cadavere di una di loro. Visto che siamo sotto Pasqua e non Natale, non mi sento buono per niente e decido che a queste due dormiglione darò una bella svegliata. Una riunione di famiglia con i controcazzi. Il tempo di accordarci sul prezzo e io mi trovo tra le due gnocche che mi abbracciano e mi accompagnano nel retro bottega, la mie mani agguantano quelle quattro chiappe come se guidassi una specie di mezzo di trasporto di fica e culo, un paio di schicchere e loro ridono, finalmente danno un segno di vita. La vecchia indica se stessa, gentilmente rispondo in Italiano che non c’è due senza tre. E poi dico gallina vecchia fa buon brodo.

Così lascio alla vecchia un po’ perplessa.

Qui a Bruxelles c’è un ciclo generazionale, quando la tua fica non passa revisione per il puttanaggio non è che ti spediscono a villa arzilla delle battone, hai sempre un futuro come imprenditrice.

Le due ragazze, che chiameremo Mamma e Figlia, ovviamente alla domanda da quanto tempo siete qui rispondo: da una settimana. Mi sono anche rotto le balle a chiederlo. Sulla nazionalità la Mamma è mezza Tedesca e mezza Bulgara la figlia mezza Rumena e mezzo non ricordo.

Il retro bottega è attrezzato da trombatorium, tappezzato di specchi e tendaggi svolazzanti. Le luci sono talmente soffuse che inciampo su un mobile e faccio un casino. Scusandomi per la mia sbadataggine mi trovo a raccogliere clisteri e mascherine e a rimettere in piedi e in ordine decrescente tutta un’armeria di cazzi di gomma, di forme e dimensioni che sembra di stare in un arsenale medievale di guerra del cazzo. So che ne farò uso. Ovviamente non su di me, ma chi lo sa. Quando ti trovi in mezzo al ciclone della chiavata, non sai mai di cosa ti dovrai pentire dopo. Ogni volta però è bene pentirsi di cose nuove.

Intanto Rumena-Figlia è già nuda sul letto e si sgrilletta. Passo subito la lingua sul sulla sua fighetta depilata e le ciuccio pure l’indice, intanto la madre mi aiuta a spogliarmi. Poi si mette da brava mamma a controllare che la leccata alla passera della figlia sia fatta a regola d’arte. Con una mano le tasto le tette, grosse e burrose. Lei apprezza. Chiedo se è possibile vederle slinguare ma accennano solo a un bacio o altre 50 euro.

50 euro per una slinguata, le spendo se lo fai con il mio cane. Con la faccia tutta impiastricciata di sugo di fica mi sdraio sul letto, perché è ora che i soldi che lavorino pure loro. La figlia di troia ciuccia il birillo. Poi mi ricordo della collezione di cazzi. Dildo show, mi dicono altre 50 euro. Scelgo un grosso nero cazzo nodoso e lo do per far giocare un po’ la piccola.

Mentre io e la madre facciamo cose da grandi. Lei, la madre, mi fa un origami di saliva prima intorno ai capezzoli poi scende verso il pennone, l’inno nazionale è una serie di gemiti e porcate in lingue diverse. In fondo siamo a Bruxelles sede del parlamento europeo (non a caso) e l’Europa non è mai stata così unita. Da un lato del letto vedo quel grosso cazzo nero fondente che esce e entra in quella piccola fica rosa salmone come se ci fosse il Hudini del cazzo a fare delle magie.

Chiedo alla rumenina, fai finta che quello sia un grosso stronzo, ora fai il viaggio al contrario. La madre la guarda pure lei e ride orgogliosamente.

Poi mi trovo la Rumenina che di sua iniziativa sale al galoppo, con ancora un grosso ciocco di ebano nel culo e non si schioda di lì fino a che non la ribalto sul letto e mentre la infilzo con il salsicciotto rosa le ficco più in profondità quei 30 cm di plastica e mi sento il pistone nell’altro canale che fa avant-retr. Quando faccio così ho sempre la senzazione che potrei spaccare tutto. La madre mi schiaffeggia le chiappe, mentre pompo dual side. Io sono un bimbo cattivo, lei è la madre che ho sempre desiderato per i miei amici. Si mette a pecora è hai un rosone di culo talmente spettacolare e artistico che impallidisce di fronte ai rosoni della cattedrali gotiche. Faccio un gargarismo e colo sul quell’occhio aperto all’amore un caldo rivolo di saliva e catarro, mentre affondo uno dei cazzi più duri che a suo dire ha mai varcato quelle divine porte. Vado avanti nell’euforia dell’orgasmo mentre la rumenina vorrebbe affondare in ogni buco che la natura le ha donato il cazzo di gomma, è una fottuta bambina viziata, quando le dai un gioco non la finisce più.

A quel punto all’ultimo istante mi sfilo l’uccello da quel buco senza fondo e come se stappassi un Dom Pérignon, innaffio con un frizzante getto di sborrata queste due mignotton.

Viva l'europa unita! Viva le puttane!

IlMarchese
Silver
25/01/2014 | 11:40

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@oasiall

C'è ancora la targa "Il Marchese è stato qui."? All'Artemis c'ho passato una bella serata grandi chiavate e le gnocche che non ti danno tregua, con finale Kit Kat (locale fetish).

Prossimamente mi ricorderò di farci un report su Berlino.

IlMarchese
Silver
23/01/2014 | 19:41

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@gorgos ho dovuto rileggere 3 volte per capire che cazzo avevi scritto.

Forse hai sbagliato sito, invece di gnocca travel devi anna su seghementali.org

@Mont-ano (lo sciabolatore.....)

La fica è una margherita, più l'annuso e più mi eccita.

Se l'odor è dell'aringa, meglio è per la mia linga.

Un del culo non lo mangio, se non sa un po' di formaggio.

Per parafrasare il tuo alias:

Se nell'ano affondo il dito, lo assaporo ben condito.

@Alesdandromarocco1 in privato de ché, nn c'ho un cazzo di messaggi tuoi, se vuoi dirmi qualcosa dimmela qui, non facciamo i froci.

Un'altro luogo comune è che in Marocco s'inculano alla grande. E come tutti i luoghi comuni fanno provincia e regione.

IlMarchese
Silver
17/01/2014 | 22:14

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Grazie @alessandromarocco1

x il consiglio.

Allora andrò presto a el jadida e della gnocca vi scriverò una guida.

IlMarchese
Silver
11/01/2014 | 13:32

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Vi ringrazio tutti per i commenti. Vorrei anche precisare che tutti i riferimenti alle ragazze marocchine conosciute biblicamente, non riguardano le fidanzate o mogli degli amici marocchini hanno lasciato a casa loro venendo qui in italia a lavorare onestamente.

IlMarchese
Silver
04/01/2014 | 19:14

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@oasiall

Grazie per gli auguri, anche a te e tutti i frequentatori del sito.

L'anno è ben cominciato, il nuovo post è qui linkato.

http://www.gnoccatravels.com/viaggiodellagnocca/14217/-la-chiavata-%C3%88-sopraffina-con-la-gnocca-marocchina-

IlMarchese
Silver
04/01/2014 | 19:09

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Per chiavare a Marrakech ci vuole il cash.

Come in tutto il sistema solare anche lì la gnocca, unisce l’utile al dilettevole.

Marrakech = L’Avana con la differenza che per dirti “quiero comer tu leche” (trad. sborrami in bocca) lì dicono : “Abdl samnar bll…” e poi la frase si è interrotta perché non riusciva a favellare e deglutire al contempo. Una delle mie tante serate a Marrakesch è qui raccontata, probabilmente ne racconterò altre.

Con il mio compare “Il Conte” affittiamo un appartamento, accertandosi che nel condominio il via vai di gnocca non disturbi troppo. Su consiglio di un mio amico che a Marra ci lavora e c’ha montato più marocchine di un cammello, la sera andiamo a fare un aperitivo al Comptoir. E lì tra ci perdiamo tra narghilè, vodka e danza del ventre.

Ormai in preda ai fumi dell’alcol e in iperventilazione a suon di succhiare fumo dal tubo del narghilè, con l’uccello che si muove al ritmo del piercing danzante al centro pancia nuda imperlata di sudore della ballerina, son talmente stonato e ingrifato da non accorgermi che il Conte è sparito da almeno cinque caipiroske fa. Sentendomi solo come una palma nel deserto, decido di trovare un’oasi di compagnia per discutere con qualcuno di architettura almohade. Basta solo rispondere a uno degli sguardi che mi sento addosso dal primo momento che sono entrato nel locale.

Mi sento come Aladino in mezzo ai 40 troioni.

Faccio cenno a una ricciolona mora seduta su un divanetto di fronte. Lei con nonchalance, fingendo di andare al bar mi passa accanto cozzando la su gamba ambrata, liscia e da leccare, contro di me. Le sfioro la mano. Mi si siede accanto, le chiedo qualche dritta sul famoso Souq, così per rompere il ghiaccio. Lei fraintende e scambia il mio uccello per la famosa lampada di Aladino. Perché continua a passarci la mano sopra e sfregarla. Forse si aspetta che ne esca fuori un genio. Di sicuro non sarà un genio ma qualcosa ne esce fuori. Ha le labbra da nera, la pelle mulatta. Più mu che latta. L’alito è tipo dopo un risveglio alle 3 del pomeriggio, sicuro che la sera prima ti eri lavato i denti come mamma t’imponeva da piccolo, ma eri troppo stonato da distinguere lo spazzolino con lo spazzolone del cesso.

A parte questo piccolo inconveniente odorifero, la mora è gnocca, bella in carne, una quinta strabordante. Dice di essere berbera, che qui in marocco fa più figo. È tipo come le rumene che dicono di essere greche, le cinesi che sono giapponesi e le castellamaresi che sono di Cernusco sul naviglio.

Il locale diventa vuoto come una salumeria araba, sono le tre o le quattro o le 5 e ventidue. Poi vedo il Conte, come un’anima in pena che cerca un rimorchio carrattrezzato di fine serata, ma lo vedo spento. Forse il caldo, l’alcol e le tre seghe e mezzo che s’era sparato prima della serata. Crolla nella stanca disperazione accanto a me, deluso dalla prima serata marocchina, perché a detta sua non aveva trovato una che fosse trombabile, ovvero che si facesse portar via per meno di 50 euro. La sua escatologica depressione aveva come calato un’ombra sul suo sguardo, non si era accorto della berbera accanto a me. Glielo faccio notare.

“Berbera che?” dice, e per un momento ho come l’impressione che mi ero fatto sfrugugliuare il pacco da un fantasma sahariano. Poi il Conte si accorge della berbera, o meglio prima si accorge di un paio di tette berbere e poi del resto. Arriviamo al momento che devo concludere la trattativa scopereccia. Alla berbera propongo due fave con un piccione.

Un bel mezzo metro di cazzo dovrebbe bastarle. Il condizionale è d’obbligo e anche il condizionatore visto i 40 gradi.

Arrivati all’appartamento con la berbera, ci fumiamo un bel cannone che lei prontamente offre come omaggio di benvenuto in Marocchinoland. Poi me ne vado in bagno a pisciare, al che la berbera entra di colpo e quasi le piscio sui piedi mentre mi giro per lo spavento, credendo l’irruzione di qualche marito o fidanzato con la scimitarra. Le chiedo se bussare alla porta quando si entra in una stanza in Marocco è un optional, poi di levarsi da cazzo a meno che non voglia scollarmelo, e lei certo non rifiuta. Senza dopo lavarsi le mani mi trascina con quel culo nudo berbero in camera, dove intanto il Conte se lo stava menando senza un gran risultato. Io che sono un tipo timido, le triplette del tipo 2 cazzi e una figa non mi hanno mai entusiasmato, soprattutto con il Conte che distratto com’è, non distingue un buco di culo da un buco della serratura. Ma la berbera a quel punto era già attaccata alla canna del Conte e mi tratteneva con una mano, e non volevo essere maleducato a rifiutare, al che al posto della mano le faccio ritrovare una salsiccia calda.

Il fatto che sia musulmana non vuol dire che la carne di maiale le faccia proprio schifo a questa. Succhia e smanetta che sembra un pistone di treno ad lata velocità berbero.

Tutta nuda la berbera, che avrà avuto pure un nome, sta inginocchiata tra me e il Conte che ci guardiamo negli occhi e non ci piacciamo affatto. Poi cambiamo ruolo e lei inizia a suonare lo zufolo a me, mentre al Conte fa da falegname. Sbava che sembra un San Bernardo beduino. Crede di finire il lavoro così con un doppio schizzo incrociato. Ma noi quei fottuti cento euro glieli facciamo sudare. Le agguanto una ciocca di riccioli, le spingo la faccia che sento il suo naso schiacciato contro il pube, per riflesso lei stringe l’uccello al conte. Grazie a Dio non ha stretto i denti. Il Conte urla. Io prima di avere una berbera soffocata intorno all’uccello e un conte con il pisello schiacciato come tubetto di Colgate, lascio la presa, e nel suo esofago al posto del cazzo circola finalmente aria. A quel punto il conte la sdraia sul letto e tutto quello che vedo, è un culo bianco incastrato tra due gambe berbere che puntano in alto, con le caviglie disegnate con ghirigori di henné. Tutto questo è maledettamente, porcamente berbero.

Per un attimo ho la malsana idea di mettere un dito tra quelle chiappe bianche, il Conte sembra non farci caso, probabilmente crede che sia un’usanza berbera di provare la febbre mentre scopi, invece è il mio indice che fa da termometro.

Come se cercasse qualcosa d’indispensabile, la berbera arraffa il primo cazzo libero che le passa vicino e lo mette tra i denti.

Guarda caso io passavo proprio di lì.

Il Conte la stantuffa a mille, e tutto quello si sente è un cigolio del letto e un ciucciare di cazzo. Poi lei stanca del su e giù frenetico, cerca un po’ di refrigerio mettendomi la figa in fumo sulla faccia che non è meno profumata della bocca. Non posso che cominciare a leccarla, devo dire che il sapore è meglio dell’odore, con quel tocco di cazzo di conte in più, più di sugo di culo sudato e non so di chi. Ora tutto quello che vedo è un buio di figa berbero. Peli berberi dentro il naso e in gola. Sento il mio uccello avvolto in un caldo tepore, vista la situazione non potrei giurare chi dei due mi stava facendo un bagnomaria. Chiunque fosse lo faceva alla grande. Dopo un leccaggio completo alla passera beduina, è ora di una pecorina. Io e il conte come cavalieri crociati del cazzo montiamo l’infedele, io in figa da sotto pancia e il conte da dietro la incula con quel poco di uccello che glie è rimasto in dotazione.

Dallo sguardo della berbera quello che al conte è rimasto è abbastanza da farla cagare per una settimana.

La stantuffiamo che non so come ne potrà uscire viva, io sento l’uccello del conte che le scorre nel retto come un palo della cuccagna. Per via del caldo sudiamo come cammelli e la berbera c’ha gli occhi fuori dalle orbite. Se ci fosse stata un intero esercito di templari, avrebbe preso più schizzi di un’acquasantiera. Il muezzin inizia il suo canto e vuol dire che è l’alba o qualcosa di simile.

Anche il conte inizia a muezzinare. La berbera è in un silenzio mistico e sofferto. Io mi rifocillo cominciando a succhiarle i capezzoli immaginando che siano dolci datteri. Il conte irrompe con grido di battaglia

“Ah..ahaaa..”, sfila l’uccello dal culo barbaresco, strappa via il preservativo e le innaffia le chiappe bollenti come sabbia del Sahara, che quasi ci potevi cuocere un’omelette di sborra. Mentre la berbera sta per venire, inizia a sfregarsi sopra la mezzaluna della passera. Poi urla che la sentono fino a Bagdad.

Questa non è una chiavata è una guerra santa.

Il muezzin gli viene un complesso d’inferiorità e si butta giù dal minareto. Metto la bagascia berbera a faccia in giù, se ne sta boccono tipo croce di sant’Andrea e dichiaro guerra al suo culo ancora arabescato dagli schizzi del conte. Allargandole le chiappe con una mano le catechizzo infilandole in culo l’uccello e pure un mezzo pollice, in più le entrano tre dita in figa non si sa come. D’ora in poi questa tecnica sarà chiamata ‘l’inculata alla berbera’. Pure io le schizzo su chiappe e schiena, schizzo pure sul conte collassato a fianco alla berbera che ormai è in un altro mondo, dove non esiste altro dio all’infuori del cazzo.

Salam aleikum

IlMarchese
Silver
28/12/2013 | 15:25

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@oasiall

del Marchese le chiavate

saran presto qui postate.

l'anno nuovo del Marchese

leggerai le nuove imprese.

E di gnocca son sicuro,

sara pien l'anno venturo.

IlMarchese
Silver
28/12/2013 | 14:23

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@oasiall

A Zurigo ci chiavai che il baston lo consumai.

E il pomello non d'argento, l'han succhiano un reggimento.

IlMarchese
Silver
28/12/2013 | 14:16

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@tony76

Del bel tempo che farà il Giuliacci forse sa.

ma 'l Marchese solo va dove chiavi a volontà.

IlMarchese
Silver
15/09/2013 | 22:17

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Grazie per i commenti. Forse un giorno raccoglierò tutto in un ebook pino di echiavate. È sempre un piacer leggere nuovi commenti da parte vostra.

IlMarchese
Silver
22/12/2012 | 15:37

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@Merolone33
Inchinarsi al Marchese è tra i giochi di società a lui preferiti.
:-j :-j :-j

IlMarchese
Silver
21/12/2012 | 19:48

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IlMarchese
Silver
13/12/2012 | 15:19

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Dai vostri commenti vien fuori che Fina ha preso più schizzi di una sardina.

IlMarchese
Silver
11/12/2012 | 17:49

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Tutto vero. Aggiungo una nota di colore. Capitato in zona, chiavato con una tipa che al buio per via delle radio c'haveva la figa fluo.

IlMarchese
Silver
11/12/2012 | 16:21

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Posto qui una mia composizione di qualche ano fa. S'adatta, non c'è dubbio allo spirito di questo salotto. Ne potrebbe divenire al contempo inno o marcia o requiem.

~ IL SIGNORE DEI BORDELLI ~

Giro il mondo a far del bene
generoso col mio pene,
dove c'è la tolleranza
vado sempre con costanza.

Gran puttane o prostitute
sono donne sconosciute,
mai si sente in imbarazzo
lo sfacciato del mio cazzo.

Nei più grandi lupanari
ho investito i miei denari:
tra le cosce di mignotte
non si rischian bancarotte.

Alle oneste meretrici
di marchette creditrici,
ma ogni debito l'onoro
col mio augello a peso d'oro.

Nei postriboli adorati
tra le icone dei beati
la mia immagine han dipinto
mentre scrivo un verso spinto.

La mia vita è un gran casino
perché ahimé son libertino,
sempre intento a ricercar
l'occasione di chiavar.

Nelle case del piacere
io mi faccio ben volere,
generoso a far l'amore
dei bordelli son signore.

IlMarchese
Silver
10/12/2012 | 11:05

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Fina in un anno ha fatto più pompe che la pompa di Benzina Total Fina del Raccordo Anulare

IlMarchese
Silver
06/12/2012 | 19:30

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@cheflatino78
il razzismo stona col mio spirito come una svastica disegnata in una sinagoga.
L'interracial è la professione scritta sulla mia carta d'identità. Se c'è una persona pronta a scambi culturali tra nazioni quello sono io, in confronto a me L'Onu è come una birreria Alto-Bavarese che puzza di krauti e salsicce e tutti si chiamano Franz e Friz.
Il nero è solo un colore, anzi un'assenza di colore. Una bianca non la chiamo bianca, una nera la chiamo negra. Perché il termine "Negro" scevro da qualsivoglia intrinseco significato razziale, è tutta una tavolozza di sensazioni palpabili e impalabili, un valore aggiunto e non una sottrazione. Allora mettiamola così, uso l'aggettivo Negro/a nel modo spagnolo. Imparo una cosa nuova: essere chiamato ecuadoregno, non sapevo fosse offensivo. Hasta luego!
Che poi cazzo fa rima con negro... ma è una mia deformazione professionale, la rima come la figa.

IlMarchese
Silver
06/12/2012 | 17:17

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Con Fina la scopata è sopraffina

IlMarchese
Silver
03/12/2012 | 19:24

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@hotdog non ho capito un cazzo se la Ghanese è venuta a Milano o l'hai chiavata a ottobre a Praga. Cmq, se gli piace il film i soliti idiotri è lei. O magari in Ghana I soliti Idioti è un capolavoro più che da noi.
@skopion a volte la realtà supera la fantasia.

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