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Cosacco

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Commenti

Cosacco
Silver
07/08/2013 | 15:21

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A me verrebbe anche il dubbio, conoscendo i polli zerbini, che il tipo ha davvero timbrato la donzella.... e comunque il tutto - se mai fosse avvenuto - è la morte del concetto di impresa: se uno spende tutti questi soldi per 4-5 trombate, allora è meglio che cambi "mestiere".... oppure si interroghi se è davvero un "free" o altro....

Cosacco
Silver
07/08/2013 | 15:13

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@pay4play La razza dei pappagalli non è destinata all'estinzione, purtroppo. Anzi, il clima culturale incoraggia il pappagallo, che nell'Italia mediocre e mediana trova il suo humus di vita. Il pappagallo crede che il mondo è ai suoi piedi, vive ancora di leggende metropolitane, è la mediocrità italica coniugata nei rapporti con le donne. Poi troverà una melanzana con la quale concepirà un nuovo pappagallo, in una storia senza fine...

@scopellotto Sono poco aggiornato sulle italiote (non sono nemmeno su FB), ma da quello che sento il contatto passa parecchio attraverso FB e il suo servizio di messaggistica. Il nr di cell viene usato, gli zerbini chiamano, assillano di sms o con what's up le melanzane le quali davanti a tante attenzioni inutili e superflue attivano la gara del tirarsela.... in un gioco al massacro sulla dignità dell'uomo. Poi mi chiedo: ma a che serve chiamare per ore una donna se questa a mala pena te l'ha fatta annusare? A me il cell serve per chiamare e dire: dove sei? Ci vediamo? Altrimenti mando qualche sms, ma tutto finalizzato col vedersi. Nessuna lunga conversazione, nemmeno con le mie ragazze (ad eccezione della chiacchierata settimanale di una ventina di minuti su Skype con la ragazza - ma si tratta di "ragazza", in genere straniera, con la quale ho una relazione, con la quale ho speso tempo e energie positive, e non è una melanzana acidella). E - anche questo - l'ho imparato osservando i miei amici russi e cechi.

@Antonio80 Basta guardarsi intorno e vedere quante coppie assolutamente sbilanciate ci sono. Poi mi si dirà: lui è belloccio ma è un idiota. D'accordo, ma nemmeno lei ha il nobel per la letteratura o la medicina!!! @scopellotto Proprio a Roma si vedono spesso ragazze improponibili con ragazzi bellocci...

Rimane il dato drammatico che in tutto questo la maggior responsabilità spetta all'uomo, che non raddrizza la schiena e non tira fuori gli attributi. Meglio una vita da soli, liberi e con la spada in mano (nessuno faccia doppi sensi ;) ) che morire schiavi di un gruppo di inacidite in cambio di un pò di carità sessuale!

Cosacco
Silver
06/08/2013 | 13:28

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Certo, Facebook non ha creato la melanzana. Ma, e questo è stato possibile, l'ha peggiorata. Vi dirò di più. Come ogni mezzo, dipende sempre dall'uso che se ne fa. Cresciuto nell'epoca pre-cellulari, nel vero "corpo a corpo", nel contatto reale, nei lunghi viaggi in cui si socializzava (continuo a viaggiare, ma certe cose non mi capitano più... nonostante sia diventato molto più esperto), negli appuntamenti nei quali si aspettava perché se si era in ritardo non si poteva avvisare, posso dire che l'avvento del cellulare è stato positivo solo nella prima fase, quando ha velocizzato i contatti. Poi, come al solito, gli italiani l'hanno trasformato in un mezzo di cazzeggio. Un tempo, avere un numero di cellulare poteva avere un valore; oggi è scontato. E le torme di allupati sessuali hanno finito - anche lì - per creare distorsioni allucinanti, come cessi che si permettono il lusso di farsi chiamare quando si annoiano (esempio, durante un viaggio), come anche in metro o durante gli spostamenti in auto. E ho visto zerbini passare le nottate al telefono nella speranza di poter combinare qualcosa. Senza accorgersi che stavano solo diventando cani da compagnia. Tutto questo telefonarsi continuo è, a mio avviso, la morte del rapporto reale, autentico. Infatti i miei amici stranieri rimangono meravigliati dal numero di cessi sempre con la faccia attaccata allo smartphone.

I rumeni, i russi, gli ucraini e i cechi non mi risulta facciano altrettanto. Non spendono ore al telefono a intrattenere le loro donne. Per non parlare poi dei tedeschi o degli scandinavi (i francesi non so... ma pare che ultimamente siano un pò sottotono http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dove-sono-finiti-gli-uomini-allarme-in-francia-il-latrin-lover-e-scomparso-n-60741.htm forse l'amico @Epicuro può dare maggiori delucidazioni). Anche i polacchi non sono grandi chiacchieroni al telefono. Il problema è proprio l'italiota zerbino e/o allupato, cioè oltre il 90 per cento dei maschi nati in Italia.

Cosacco
Silver
05/08/2013 | 14:14

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@Stenka @Joe Paradise Condiviso sostanzialmente i vostri punti di vista.

@Ua Lover Condivido a larghe linee il tuo discorso, ma non sono d'accordo con il punto "tutto il mondo è paese". Che la donna sia donna a qualsiasi latitudine, è fuori discussione. ;) Che ci possano essere elementi comuni di psicologia femminile, anche sono d'accordo. :-) Ma nonostante i danni prodotti dalla globalizzazione sulle culture di ogni popolo, continuo a ritenere che per fortuna non tutto il mondo è paese. E le distanze culturali fra una russa e una melanzana continuano a permanere, per fortuna. Ovviamente a vantaggio delle russe.

Cosacco
Silver
05/08/2013 | 12:39

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@Atomic Sottoscrivo in pieno. In questo senso, continuo a consigliare agli italiani di lasciar perdere le russe. Bisogna russificarsi al punto giusto per poterle gestire oppure bisogna avere una grande esperienza (che l'italiota non ha e non avrà mai).

Altrimenti iniziano i problemi seri. Un giorno vi racconterò di più sui nostri eroi zerbini... devo trovare il modo di non tradire il segreto professionale e non rendere troppo facilmente identificabili i soggetti coinvolti....

Cosacco
Silver
05/08/2013 | 12:26

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E' dal 2009 che noto (e non sono l'unico) proprio a Roma un peggioramento generalizzato, anche sul segmento internazionale. Anzi quest'ultimo è peggiorato in qualità e quantità. Allo stesso tempo, crescono le torme di allupati e di pappagalli (è curioso: non trombano ma perseverano nei loro comportamenti, in una coazione a ripetere senza sbocco... l'evoluzione non funziona con italioti e pappagalli, destinati all'estinzione o all'accoppiamento finale con la melanzana, loro degna controparte).

Detto questo, veniamo al discorso discoteche romane, che praticamente frequento molto raramente e solo su invito - le blasonate - o già in compagnia (quelle citate da @Scopellotto). In pratica, non ci rimetto un euro per finanziare un sistema che è fatto per la massa di italiani che ancora credono di andare in disco e portare a casa il risultato. Che poi qualcuno ci riesca (e ne conosco personalmente uno che è tanto talentuoso quanto spregiudicato - se sei su GT batti un colpo -: usa i pappagalli come "amici scemi", col risultato che lui tromba e i pappagalli tornano a casa con la coda fra le gambe ma con l'illusione di aver conosciuto le fighe...) non significa che in discoteca si trombi. E non significa assolutamente che si socializzi, in particolare con le italiote. Con le quali, anche in disco, contano soldi e appartenenze ai gruppi.

Ma il tema sollevato da @Scopellotto va al di là del puro discorso discoteche. E la risposta alla sua domanda finale, e cioè se FB ha compromesso irrimediabilmente la situazione, è: SI'.

In Italia più che in altre nazioni (esperienza diretta) FB ha creato un meccanismo distorsivo di narcisismo virtuale che ha fatto perdere alle melanzane ogni interesse per la realtà in quanto tale. Loro badano solo al proprio narcisismo e alla propria autostima, che torme di zerbini alla ricerca di carità sessuale sono pronti a innaffiare senza ritegno per la propria dignità (vabbè, non l'hanno mai avuta la dignità).

La colpa, alla fine, è nostra. Non di noi che amiamo la gnocca, ma di noi come maschi italiani: gli zerbini e gli allupati h24 su internet creano una nuvola virtuale di attenzioni che alla fine vengono percepite come reali dalle melanzane. Anche se si effetti reali hanno solo quelli di allontanare i due sessi.

Cosacco
Silver
16/06/2013 | 15:22

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@Zest

D'accordissimo con te. Al 100%. Lo davo per scontato, perché è chiaro che non si può vivere una vita virtuale, di rimpianti e di pianti. Era solo un'analisi a freddo di una serie di circostanze che portano a questo disagio.

Quello che io consiglio non è solo di muoversi e viaggiare (anche i pappagalli e gli italioti si muovono) ma come muoversi e viaggiare: imparando seriamente le lingue e uscendo dalla mentalità italiota in primis. E' il mito della caverna di Platone applicato in salsa italiana.

Duro lavoro, dura concentrazione: la pappa pronta non esiste, e si raccolgono i frutti del proprio lavoro (certo, se si semina nel deserto italico, non si raccoglieranno mai frutti.. oppure solo erbacce ;) )

Cosacco
Silver
16/06/2013 | 15:09

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Le elucubrazioni nascono chiaramente in un contesto di disagio. Dove sono tutti sazi, oppure si dà il giusto peso ad ogni cosa (leggi: alle donne e alla loro vagina) non ci sono tutti questi "problemi" o tantomeno seghe mentali. Ma nascere e vivere in Italia, paese antifica per eccellenza, ti crea anche questo.

Sono d'accordo con varie considerazioni qua e là; non sono affatto d'accordo con l'influenza del Vaticano: è finita da un pezzo, in campo sessuale le italiane seguono altri ragionamenti, spesso anche senza logica. Per le italiote conta di certo la reputazione e il quotarsi bene; che poi dovrebbe avere un senso nell'ottica di una famiglia, ma l'italiana non la pensa così (anche se vi dice il contrario). L'uomo è una liana attraverso la quale muoversi nella jungla. E infatti non ne lasciano mai uno senza prima averne un altro tra le mani. Le leggi femministe all'italiana le favoriscono in modo spudorato nelle loro ascese: l'uomo dà da mangiare, fa l'autista, sopperisce ai suoi bisogni. In cambio avrà qualche ora di sesso e la finzione di un fidanzamento.

Ciò che è peggio per noi - e che invece fa godere le melanzane - è il fica power http://gnoccatravels.com/viaggiodellagnocca/7382/il-potere-della-gnocca-in-italia-nei-luoghi-di-lavoro usato indiscriminatamente e senza ritegno ben oltre le età consentite (pure le 45enni fanno le preziose). Ripeto, il Vaticano non c'entra.

Molte delle colpe sono a monte: la fine dell'argine (di terracotta, ma a qualcosa serviva) del maschilismo, l'uccisione della figura paterna, l'emotività del maschio italiota succube della mamma prima e di qualsiasi donna lo gratifichi di attenzioni in seguito. Dalla mancanza di incontro fra domanda e offerta, nasce il disagio dei morti di fica, dei caritatevoli sessuali e degli allupati/pappagalli in questo paese. E' una guerra fra poveri, un chicken game cinico e allucinante.

Cosacco
Silver
16/06/2013 | 14:56

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@ReCensore Che ci vuoi fare, con tutta la retorica italiana del guardare ma non toccare... andiamo lì, in quella discoteca, "c'è fica". Ma che senso ha andarci per non concludere nulla? La domanda da porsi dovrebbe essere: che tipo di fica c'è? Socievole, interessante o una marea di pseudoveline inacidite?

L'Italia è un paese antifica, e questo ha un effetto nefasto pure sugli uomini (inteso come esseri di sesso maschile adulti).

Cosacco
Silver
16/06/2013 | 14:38

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Ne abbiamo parlato già in diversi post, ma ben venga un thread tematico. D'altronde, uno dei crucci degli italiani è proprio quello di cercarsi la partner nel proprio gruppo. Anche perchè la maggior parte degli italiani e tutti gli italioti passano la loro vita all'interno dei gruppi (spesso sempre lo stesso...). Le dinamiche sono quelle descritte: un maschio alfa (alfa in quel contesto, sia ben chiaro) copula con una o più femmine del gruppo. Le altre femmine con calma scelgono lo zerbino più conveniente. Gli altri maschi stanno sostanzialmente a guardare; in attesa come alle poste con il numerino in mano, sperando che l'ufficio non chiuda prima del loro turno. E senza sapere che quasi sempre è così: rimarranno a bocca asciutta, e magari dopo anni potranno prendersi gli scarti. E formarci una famiglia. Perché la debolezza emotiva dell'italiota è anche in questo: pur di avere una donna calpesta tutto, la propria dignità in primis.

Dai gruppi misti bisogna uscire al massimo a 18 anni; dopo magari si può frequentare qualche gruppetto, ma da "esterno" senza essere assoggettato a regole e dinamiche. Questo intendo nel caso si voglia cercare seriamente di concludere. Se si vuole cazzeggiare, il gruppo è perfetto: ti assicura un pacchetto di vacanze e momenti di svago in cui gli uomini organizzano, le donne gentilmente usufruiscono in cambio della loro presenza. Insomma, il gruppo è la morte del sesso, ma i maschi italioti sono troppo ottusi per capirlo. O forse in fondo lo sanno, ma sono troppo inetti per rimettersi in gioco. E sperano nel "colpo di fortuna". La fortuna aiuta gli audaci... che non sono i pappagalli...

Cosa diversa sono i gruppi di maschi: gli amici dell'adolescenza, e pochi amici leali dopo i 20 anni, qualche collega di lavoro, i commilitoni del plotone durante il servizio militare, i cacciatori di gnocca (si va massimo in due....) e i GT... lì, in un contesto maschile, valgono le regole per cui vale la pena nascere maschi anche in questo paese per donne: lealtà, condivisione di bei momenti e amicizia.

Cosacco
Silver
13/06/2013 | 13:39

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Uno dei motivi per cui scrivo su GT è che c'è la possibilità di trattare temi, anche in modo approfondito (parlo del settore free e delle implicazioni culturali), che non si trovano da altre parti e che sui mass media sono tabù. Si trova qualcosa di interessante in alcuni libri ostracizzati dal mainstream (Risè, Massimo Fini, tanto per citarne un paio), ma per il resto c'è il vuoto. Lascio da parte la rete, si inizierebbe un discorso che porta off topic.

Veniamo a noi. @Ati-leong ha scritto una pagina bellissima di riflessioni, con qualche accenno lirico e i riflessi di profonde introspezioni psicologiche. I miei complimenti!! Non ho molto da aggiungere, devo anche digerire alcune informazioni e spunti. Io, per sintetizzare, la vedo un pò così: il finto-maschilismo che ha dominato la cultura italiana è stato un argine che ha tenuto a freno la società. L'ha tenuta insieme in tempi difficili, con donne cortigiane, invasioni, povertà. E poi il maschilismo è uno dei frutti più belli della tanto deprecata cultura contadina.

Ma quest'argine, in un popolo che non è un popolo, che si ammazza per le sciocchezze ma non è capace di disciplina sociale né ha alcuna vena guerriera (questo è un fattore che non va sottovalutato), serviva eccome. Ora non c'è più, c'è stato uno tzunami culturale che ha portato a un'involuzione del maschio italico: i risultati sono sotto gli occhi di tutti. E conviene parlarne, perché qui ci sono le nostre radici, con le melanzane siamo cresciuti (ahinoi) e comunque - chi più, chi meno - ci siamo confrontati con le nostre mamme italiane (lo dico in senso buono) che fortunatamente appartengono a un'altra epoca.

Gli spunti offerti da @Matt sono anche interessanti (sei un lettore di Fini? ;) ). Non so se vivi in Italia, ma ti dico che personalmente non vedo tutte queste donne interessanti (ma forse è anche vero che non ho tempo di cercarle fra le connazionali) fra le italiane. Anzi... faccio un lavoro cosiddetto "di concetto", intellettuale ma tra le mie colleghe vedo molta presunzione e - salvo le eccezioni - poca professionalità. Alcune però sono davvero brave e ciniche nel raggiungere i propri risultati. E in squadra ti fanno vincere. Ma da questo a definirle interessanti ce ne passa...

Cosacco
Silver
12/06/2013 | 03:14

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@blockman

Il tuo intervento è molto interessante, in alcuni punti ben argomentato ma non lo condivido al 100%. E ti spiego subito. Non sono d'accordo sul discorso "tutto il mondo è paese", alla fin fine. Ho interpretato male? Hai ragione da vendere sul problema della domanda incessante che rincretinisce le italiane, e anche sullo sfoggio della cultura in modo saccente e a mo' di barriera. Una tendenza molto comune negli intellettuali, specie quelli - e sono tanti - che sono sempre vissuti nella loro torre d'avorio.

Forse tu hai viaggiato più di me, e puoi contraddirmi. Ma dai racconti fattimi dalle mie ex straniere (di vari paesi del nord-est Europa) l'elemento comune era il fatto che la loro bellezza (ed erano belle, eccome!!) contava il giusto, e non un'oncia di più. Cioè era funzionale a presentarsi a un uomo, ma poi quest'ultimo doveva anche trovare dei contenuti. Un concetto che ho visto anche estremizzare nelle tedesche e nelle scandinave ("non mi devi giudicare per la mia bellezza, ma per la mia personalità), e decisamente più sfumato nelle russe (sono io quello fortunato, ma anche lì ho sempre avuto donne con un alto livello culturale...). Insomma, alla forma ho sempre visto unire la sostanza. In Italia il contrario: tutta forma, poca o nulla la sostanza.

Infine ti faccio i miei complimenti per quell'accenno darwiniano: "sarebbe da chiedersi come sia possibile che cosi' tanti UOMINI italiani siano cosi' anonimamente e irrimediabilmente mediocri e privi di ogni verve, dal momento che avrebbero NECESSITA' di dimostrarsi alpha male...". Il tema merita in sè una trattazione a parte, e si rischia di andare off topic. Però ribadisco, c'è un lucido disegno dietro questa INVOLUZIONE del maschio italico, ridotto a zerbino/pappagallo: l'omicidio della figura paterna; la castrazione del maschio virile (che non è il pappagallo allupato e nemmeno il "macho" tronista da tre soldi) attraverso una serie di deresponsabilizzazioni. Per questo sistema, è meglio un idiota che spende il suo denaro a spron battuto, di un essere seriamente pensante, con mascolinità da vendere e testosterone da non sprecare allo stadio... e mi fermo qui.

Cosacco
Silver
12/06/2013 | 02:56

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@Sometimes they come back Avevo scritto che l'anoressia intelletuale coinvolge ambo i sessi. E purtroppo mi riconosco anche nel fatto che spesso mi è difficile riuscire a parlare oltre un tot con uomini e donne italiane. Forse sono io difficile? A livello caratteriale sì. Ma sono socievole, anche se selettivo, e per lavoro sono abituato a parlare con la gente: dall'umile vucumprà bengalese al borioso ministro, cioè tutta la scala sociale.

Farebbe piacere anche a me confrontarmi con altri GT, e non per vedere i libri che hanno letto. Un pò a mo' di circolo culturale, ecco (vabbè: CULturale :D ). A mio avviso qui ci sono delle "menti", anche se acari e pappagalli infestano il sito. Ma basta leggere cosa si scrive e come: il pappagallo rimane sempre tale.

Beh, lasciando da parte il lavoro e i confronti su GT, alla fine sono davvero poche le persone che riescono a colpirmi, a lasciare una traccia in me. E le donne italiane men che meno. Forse sono diventato troppo esigente? Può essere.

Ma in fondo mi dispiace, per solidarietà di genere, vedere il grado infimo raggiunto dagli uomini italiani. Incapaci anche di parlare compiutamente di gnocca (perché, anche lì, bisogna avere un minimo di cultura della gnocca, una certa esperienza, un'attitudine alla comprensione e alla caccia alla donna che ormai è stata sostituita da urla, sguardi "madidi di sperma" e zerbinaggio), al massimo riescono a parlare di calcio e motori... e nient'altro. Una vera tristezza.

Cosacco
Silver
09/06/2013 | 23:43

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@radhamanthys Da come parli, mi sembra di desumere che fai parte della Marina militare. E purtroppo concordo con te su come possa essersi trovata una donna sola in navigazione con un equipaggio di uomini. Conosco il mondo militare molto molto bene (non solo ne ho fatto parte, ma vengo da una famiglia di militari), e a La Spezia ci sono stato eccome.... ma non per motivi di gnocca ;)

Certo, come tutte le città con grossi concentramenti di truppe, le donne sono ipervalutate, anche considerando l'ipervalutazione media che esiste in Italia. Mi reputo fortunato di non aver mai fatto servizio in un reparto con personale femminile, e di essermene andato in tempo per evitare tutto ciò.

Cosacco
Silver
09/06/2013 | 23:35

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Mi sono letto lo stralcio dell'articolo, e devo purtroppo dire che - al netto della generalizzazione fatta dall'autore - il nocciolo è quello: una profonda e abissale anoressia intellettuale. Che coinvolge ambo i sessi.

Ma diciamoci pure qualcosa di più, almeno in quest'orticello che se ne frega del politicamente corretto. Il fenomeno dell'anoressia colpisce in misura maggiore le donne degli uomini (e qui l'autore lo accenna). Il punto è nell'importanza che viene data alla donna tout court in questo paese. E questo fatto, insomma la famosa "Desinenza in A" (dal titolo di un famoso libello di fine '800 di Carlo Dossi), fa sì che un'italiana - per il solo fatto di essere donna - crede che tutto il resto non conti. A parte apparire la più bella del gruppo/piazza/palestra/ufficio. E, anche lì, è più una concorrenza fra poveracce che una vera sfida di bellezza (ah, quanto avremmo da imparare dai maschi tedeschi e russi...). Pensiamo a un fatto: nelle librerie delle grandi città italiane non si vedono mai fighe. E nemmeno si vedono nei mezzi pubblici ragazze belle leggere. In più, anche ragazze belle italiote con un titolo di studi alto, messe alla prova a livello culturale, molto spesso fanno flop. E comunque - al di là della palestra - difficilmente le vedi avere hobby. Per non parlare poi di quell'afflato intellettuale che impregna le coetanee europee (in Italia le melanzane leggono le 50 sfumature, e solo perché fa figo...), salvo memorabili eccezioni.

La stragrande maggioranza delle donne del nord est Europa che ho avuto la fortuna di conoscere nella mia vita leggevano come dannate, andavano alle mostre, viaggiavano da sole, amavano fare le foto alla natura, avevano decine di interessi, e non avevano un ego smisurato.

Ps: sono uno di quelli che nel proprio curriculum indica anche i propri hobby e interessi, con un'unica omissione: la caccia e la gnocca :D

Cosacco
Silver
31/05/2013 | 15:01

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Complimenti allla prosa e all'amara analisi di @pay4play. Pur non essendo siciliano, conosco molto bene la Sicilia, e in misura maggiore il popolo siciliano. Che sebbene abbia un interessante incrocio di caratteri genetici, ha un denominatore comune: una forte caratterizzazione "sicula", con le accezioni positive e negative. A volte sembra incredibile come siano finiti interessanti patrimoni genetici normanni... ;)

Lasciando perdere le note di storia e antropologia, viene fuori che alla parola "siciliane", con i dovuti distinguo e con le varie limature, possa essere sostituita quella di "campane", "laziali", "pugliesi", "calabresi" e via dicendo. Diciamo che, tolti alcuni eccessi delle sicule descritti da @pay4play, la sostituzione è quasi fattibile.

Però bisogna aggiungere che alle siciliane, almeno un tempo, piaceva il "continentale", soprattutto se in divisa o inserito nei gangli della burocrazia. Erano maestre nell'accalappiarlo. E forse anche in altre regioni succedeva la stessa cosa. Oggi le italiane vanno all'estero per dare sfogo ai propri istinti, oppure semplicemente si spostano di qualche centinaio di chilometri. Ennesima prova di un provincialismo becero nel quale sono state cresciute e nel quale continuano a prolificare.

Ha ragione da vendere @Rocketlauncher quando dice che le siciliane - e io aggiungo le italiane - sono indifferenti a una persona che ha viaggiato, parla le lingue, è capace di affrontare contesti diversi. Questo tipo di uomini non li sente controllabili, e quindi li vede come manifestazioni demoniache.

Cosacco
Silver
31/05/2013 | 14:45

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Arrivo tardi per dare il mio contributo a una discussione già ben sviscerata, ma mi permetto qualche considerazione...

Intanto sono sempre interessanti gli spunti offerti da alcuni utenti, in particolare @DrMichaelFlorentine, @StefanMilan, @Roy, @DottorDeMinchiis e @Acumismatico.

L'ho già detto, e lo ribadisco: per la mia (finora) limitata esperienza sulle russe posso dire che sono Femmine, e che l'italiota medio, cioè il 95 per cento degli esseri di sesso maschile in Italia, non ha le capacità culturali e l'attitudine caratteriale per gestirle. E non parlo assolutamente di un discorso economico (anche sull'integrazione e sulle possibilità di lavoro, abbiamo raccontato bene ansie, dubbi e difficoltà in un altro post) ma soprattutto emotivo-caratteriale. Bisogna un pò russificarsi, questa è la mia opionione.

Le foto lasciano il tempo che trovano, e le esperienze possono essere soggettive. Ma di sicuro la bellezza media russa è superiore di molte spanne a quella delle melanzane con cui abbiamo avuto la sfortuna di "formarci" emotivamente (e i danni spesso li porteremo per tutta la vita, come quelli del video che non sono riuscito nemmeno ad aprire: scusate, ma non ce la faccio, e quei video scatenano in me istinti non riferibili...). E, anche a letto, ucraine e russe non sono comparabili alle italiane. Non sono solo io a dirlo, ma è un coro unanime. Chi conosce molto bene la cultura russa sa anche i motivi reconditi... e non è il caso di svelarli (i pappagalli che leggono possono tranquillamente smettere di leggere: non ci capite nulla, dovete starvene a casa vostra, dietro alle coatte melanzane di Uomini e donne, nelle discoteche italiote e senza rompere le scatole: le russe NON FANNO per voi). Detto questo, parlare o avere un appuntamento con una donna che qui in Italia si vede solo sulle passerelle non è un miraggio in Russia. A patto di avere alcuni requisiti, che su questo forum i veterani ripetono senza stancarsi mai: eleganza, essere piacenti, russo fluente (o russo buono e inglese e un'altra lingua parlate fluentemente), essere una persona interessante, con cultura, avere viaggiato seriamente e non nei villaggi "all inclusive" con i gruppi di pappagalli. Insomma, ancora una volta: pappagalli e italioti, le russe non sono alla vostra portata!

Cosacco
Silver
21/05/2013 | 14:01

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@ortica

In un certo senso confermo, ma più che "sfruttare", ho notato in loro una passionalità incredibile. Non sono un esperto di rumene, e mi rendo conto che una rondine non fa primavera. Perciò mi interessava capire, nei limiti del possibile, la loro psicologia e la loro cultura. Forse hai ragione, tutti questi fattori portano a uno sfruttamento finale di tutti gli strumenti a propria disposizione.

I pochi maschi rumeni che ho conosciuto, tutti di alto profilo sociale, erano dei veri amanti della gnocca e avevano tutti donne bellissime, senza avere loro stessi tutti questi requisiti fisici. In alcuni casi ho notato che non erano certo "raffinati", magari anche gelosi e sanguigni, ma erano assolutamente lontani, come modello comportamentale, dai nostri morti di figa e pappagalli allupati. Anzi, direi - e permettetemi la provocazione - che tantissimi zerbini e bisognosi sessuali avrebbero da imparare dai rumeni di un certo livello.

Cosacco
Silver
21/05/2013 | 13:40

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Avevo seri pregiudizi (perdonatemi...) sulle rumene, poi ne ho conosciuta una: colpo di fulmine. Appartiene all'élite intellettuale, bellissima, viaggiatrice, assolutamente non scroccona (si pagava tutto da sè, e per offrirle una pizza ci dovevi litigare), intelligentissima e molto molto acculturata. A letto era una bomba di sensualità e dolcezza. Tramite lei ho potuto conoscere rumeni importanti, e ho visto un altro mondo rispetto a quello con il quale i miei tantissimi amici delle forze dell'ordine si confrontano.

Piccolo particolare: era fidanzatissima, ma non ha avuto problemi a cornificare allegramente il suo ragazzo. Quando si è stancata della nostra relazione (ci vedevamo sempre fuori dalla Romania), mi ha lentamente mollato... ma è la vita. E ho capito che viveva le sue emozioni alla giornata.

Perché questa premessa di carattere personale? Perché da allora non ho più pregiudizi, e anzi sono molto colpito dalla dicotomia delle rumene. Da un lato "puttane", dall'altro vere femmine. L'idea che mi sono fatto, da questa relazione come dai racconti dei miei amici filo-rumene, è il discorso che "si arrangiano", che devono essere responsabili (come dice @gil2012). Aggiungo: le donne vengono considerate alla stregua di muli in Romania (solo in Italia le donne sono sul piedistallo, e qui i morti di figa sono sempre troppi) e probabilmente anche questo influisce su certe scelte.

Sulle dominazioni (discorso molto interessante), ricordo che le rumene non sono slave, bensì latine e che probabilmente hanno fatto quello che anche le italiane facevano: le cortigiane. Non tutte, non sempre. Ma la tendenza è quella.

Oggi ci hanno fatto dimenticare quanto le italiane siano state cortigiane. Specializzate in intrighi, si sono sempre (e volentieri) accordate con il nemico. Un esempio? Leggetevi "La pelle" di Curzio Malaparte (vabbè, lì è un caso estremo). O contate quanti "Esposto, Esposito" e tutti i cognomi in cui viene nominato in qualche modo "Dio": le origini di questi cognomi vanno tutte cercate sulla ruota degli esposti, attraverso cui i conventi accoglievano i figli illegittimi. Di chi erano figli? Certo, qualche stupro succedeva. Ma per il resto, erano frutto di relazioni in cui la dominata concedeva i propri servigi al dominante. In molte realtà del "conservatore" Sud, era normale che i nobili avessero figli illegittimi, frutto di relazioni con le più belle popolane. Cosa che succede ancora oggi: le italiote sono sensibili al fascino del potere, soprattutto quello economico.

Cosacco
Silver
12/05/2013 | 16:59

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@maxthetraveller Ritorni su un tema che abbiamo già affrontato, e che possiamo definire come "potere per sottrazione": cioè, come dici tu, le donne occupano spazi (di potere) che noi lasciamo liberi. Il corollario è quello che tu scrivi: " Le melanzane non HANNO potere, sono gli zerbini a dare loro il potere. E loro giustamente se lo prendono e lo usano".

Potrò sembrare ripetitivo, ma questi sono i risultati del tiro al maschio in auge dalla fine degli anni 60 in Italia. Vendetta per secoli di pseudo-maschilismo? Forse. Incapacità di fronteggiare la modernità, e di dare di conseguenza il giusto valore alle donne? Ancor più probabile. Soggezione verso la figura femminile, riflesso della onnipresente figura matriarcale? Parlino gli psicologi. Uccisione della figura del padre? Certo, lì si cela una delle più grandi pecche di tutto il sistema. Avere un padre trattato a pesci in faccia, con la madre che lo comanda a bacchetta e lui bravo solo a tirar fuori i soldini è il peggior risultato della modernità in Italia. Se a questo si aggiunge tutta la retorica sull'uomo porco, tutta la ricerca del metrosexual, la condanna di ogni figura autorevolmente virile (bollata come retrograda, fascista e machista - sebbene sia tutt'altro), l'educazione del maschietto zerbino e cavalier servante, la necessità sociale di avere una "fidanzata" o una moglie, allora ci si spiega come questa nazione pulluli di allupati e pappagalli, di millantatori e morti di fica, pronti a qualsiasi cosa pur di avere un essere femminile.

Cosacco
Silver
12/05/2013 | 16:44

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@maxthetraveller Intendevo quello che hai scritto tu spiegando il concetto "organizzatore di ferie". Cioè il pay-boy, quella chiave usata dalle donne per avere una vita di lusso senza avere alcuna responsabilità, salvo qualche oretta di sesso una tantum.

Cosacco
Silver
11/05/2013 | 19:43

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@ati-leong Ribadisco i complimenti per la capacità analitica, e per il racconto che ci hai offerto (mi era sfuggito, troppi post nel forum..). Ci vuole coraggio a fare quello che hai fatto a quella età, e molti non sono capaci di farlo nemmeno dopo (e poi vogliono avere il coraggio con le donne? Ma va là!).

Aggiungo solo qualcosa alla tua analisi. Il gruppo, più in provincia che nella grande città, è l'ambiente ideale per la donna italica insicura. Lì è tranquilla, sceglie con calma il proprio zerbino, sa di essere sempre accolta e nutrita dai cavalier servanti. Non si emancipa mai, e a volte si "concede" a quello sfigato che ha avuto la pazienza (soprattutto in mancanza di alternative) di "aspettarla" fino a quando lei ha deciso che era stanca di fare esperienze.

Il frutto avvelenato per i maschi italici è, per riflesso, un'insicurezza, la paura di essere sbeffeggiati nel gruppo e "di rovinare i rapporti" e nel lungo periodo la ricerca continua di gruppi nei quali continuare la propria vita da ameba. Ecco, altro che sindrome di Peter Pan: il gruppo misto è una trappola mortale, un gran teatro dove le parti sono in genere già assegnate e la maggior parte farà solo la comparsa e il cavalier zerbino. Questo schema è così radicato negli italioti, che finiscono per trasferirlo in vari ambiti: lavorativo, famigliare, sportivo etc.. Ovviamente ci sono le eccezioni, e molte di queste scrivono anche su questo Forum.

@maxthetraveller "Ho i miei ricordi, la mia libertà, il mio zaino e la mia macchina fotografica. E ancora tanta voglia di vedere il mondo, e slacciar tanti reggiseni".

=D> =D> =D> =D> =D> =D> =D>

Complimenti per queste due righe, e anche per la descrizione della tua generazione. Si è rotto in Italia il delicato equilibrio uomo-donna e, con l'omicidio del padre come figura di riferimento, il maschio è diventato solo un riproduttore senza pensiero e a comando, un bancomat e un organizzatore di ferie. Ovviamente deve anche fare la balia (con la donna che si gratta la pancia) e in tutto il suo percorso di pollo da batteria deve sempre provvedere a pagare tutto per il bene della propria melanzana.

Per fortuna sono nato aquila, e non potrò mai stare in un pollaio.

Cosacco
Silver
11/05/2013 | 19:25

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Cosacco
Silver
11/05/2013 | 19:23

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@ati-leong Ho letto il tuo interessantissimo post, complimenti per la capacità analitica (concordo su tutta la linea, ma non voglio andare off topic, ti risponderò nell'apposito thread).

Personalmente, ho sempre portato avanti la mia battaglia culturale, e ho sempre duramente attaccato il maschio zerbino e allupato e la melanzana sua controparte.

L'avere avuto la fortuna di capire prima di altri, o semplicemente di capire alcuni meccanismi (mentre altri non li capiranno mai, pur avendoglieli spiegati: non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire) mi ha portato a una condivisione di conoscenze e esperienze. Insomma, ho tirato fuori dal melanzanistan qualche amico che meritava di più dalla vita. Per altri è stato impossibile: troppo radicati, troppo paurosi, senza attributi. Pazienza, hanno scelto loro.

Ammetto che non faccio più, come in passato, opera di divulgazione fra gli amici; ma è soltanto perché gli ultimi amici che potrei recuperare sono semplicemente irrecuperabili. Ma a volte il mio comportamento è molto di più che un messaggio; e comunque, quando c'è da sparare a zero - con motivazioni inoppugnabili - contro melanzane e zerbini, non ho problemi a farlo, in nessuna circostanza.

Cosacco
Silver
10/05/2013 | 21:45

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@IlDrago Si conferma il fatto che i voli low cost abbiano fatto danni irreparabili... praticamente gli aerei low cost sono paragonabili, storicamente parlando, alle navi che nel passato portavano la peste e le varie malattie infettive... gli aerei hanno portato i pappagalli e gli italioti in Europa a distruggere gli ecosistemi locali...

Cosacco
Silver
10/05/2013 | 21:41

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Interessante la digressione storica. Dobbiamo anche ammettere che agli amanti della gnocca piace ricordare le grandi battute (è lo stesso meccanismo che porta gli uomini a parlare per ore delle grandi squadre di calcio del passato o delle battute di caccia al cinghiale o anche delle esercitazioni militari, per chi le ha fatte...) in cerca di donne, le grandi stagioni del passato, le mitiche valchirie che calavano dal Nord...

Personalmente mi rammarico di non aver potuto, per motivi anagrafici, beneficiare di cotanti periodi di vacche grasse in luoghi che allora avevano ancora un'aurea da guerra fredda.

@Lumi Da quel che sento (negli anni '80 ero ancora un bambino), gli anni '80 erano sicuramente meglio di oggi, c'era più spensieratezza e la gnocca anche italica era un pò meno materialista, ragioni per cui c'era più interazione sessuale, più ciccia e meno fumo. Ma, sempre a quel che sento, tutto ciò valeva in vacanza; nelle dinamiche della vita di tutti i giorni, l'italiana era sempre indietro rispetto alle ragazze di altri paesi europei. Che poi successivamente il gap sia aumentato a dismisura, sono d'accordo.

@DomCasmurro Bella questa frase, che quoto in pieno "non lasciarsi guidare solo dalla dea figa (che in parte ci ha portati alla rovina, antropologicamente parlando)"

Cosacco
Silver
10/05/2013 | 21:29

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@ati-leong La fama di esterofilo è spesso vista come un morbo, specialmente se significa che non ti pieghi nello zerbinaggio e nell'omaggio alla melanzana di turno (a prescindere o meno se te la darà, e questo è tutto dire...) o se - reato ancora maggiore - fai propaganda anti-zerbini. Le melanzane ti ucciderebbero, e sono loro a ostracizzarti manipolando attentamente gli zerbini. Ma se un tempo qualche volta ci rimanevo male, oggi tiro dritto per la mia strada. E se ho perso qualcuno che credevo amico per colpa di qualche invidiosa melanzana, allora ho anche realizzato in seguito che non si trattava di veri amici.

Fine digressione personale. Rimane il fatto che può succedere di comportarsi da str*o anche con un'italiana non melanzana. In gergo militare, si chiamano "danni collaterali", e in guerra può succedere anche questo.

Cosacco
Silver
08/05/2013 | 19:40

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@maxthetraveller Sono d'accordo su tutto, eccetto che sul finale dove parli del pay.

E' successo anche a me di aver rifiutato le melanzane, e questo mi ha creato problemi di vario tipo: in Italia rifiutare una donna è lesa maestà, e manca poco che anche gli allupati ti alzino le mani ("come hai fatto a rifiutare?").

Vivendo in Italia non posso totalmente ignorarle. Ho colleghe di lavoro, a volte capita di uscire in gruppo e di trovarsele fra i piedi. Ebbene, ci sono due casi.

1) sono già preceduto dalla mia fama di esterofilo. E quindi mi guardano come se fossi un alieno, e non si capacitano del fatto che non le guardi nemmeno, e non le rivolga sguardi "madidi di sperma" (il copyright non ricordo di chi fosse). A volte qualcuna ha avuto anche l'audacia di attaccarmi: "Cosa hanno più di noi?". Non vi dico degli zerbini che le appoggiavano e della brutta fine che in genere, a livello dialettico, ho sempre fatto fare a tutti quanti.

2) Non sono preceduto dalla mia fama di esterofilo (ipotesi più rara). In genere tengo un comportamento elegante, ma distaccato. Una sorta di freddezza che non significa che non mi piacciono le donne. Significa che mi piacciono le Femmine. Questo a volte incuriosisce, altre volte fa incazzare: sono impermeabile a zerbinismi, non scendo al livello dei loro discorsi, dimostro di poter volare alto. Non sono snob, sono semplicemente Uomo. E ciò che fa andare in bestia le melanzane è comunque il fatto che sono simpatico, e spesso gli uomini mi ascoltano.

Alcuni miei amici sono riusciti a seguirmi nel mio percorso, e ora sono Uomini fortunati. Altri, nonostante i miei sforzi, sono rimasti prigionieri nel loro mondo del melanzanistan, pur conoscendone i difetti. Beh, il tentativo gliel'ho offerto, sono stati padroni del proprio destino.

Comunque, sia nell'ipotesi 1 che nella 2, rimane valido il concetto da @maxthetraveller enunciato contro le melanzane medie: Mettere in discussione il loro (presunto) fascino e il loro (presunto) potere. Ma questo, non dimentichiamocelo, è sempre il punto più difficile. Ho visto ragazzi esterofili, e con un pò di esperienza, fare cazzate nella speranza che un'italiana gli desse un pò di "carità sessuale". In genere dopo ci ha pensato il sottoscritto a strigliarli, soprattutto mostrandogli come non avessero ottenuto nulla e come avessero alla fine accresciuto l'ego della melanzana in questione. A volte, è davvero una battaglia difficile.

Cosacco
Silver
07/05/2013 | 18:29

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@maxthetraveller Sono l'ultima persona che può fare l'apologia della violenza alle donne (mai dato uno schiaffo a una donna), nonostante sia tutt'altro che un non-violento.

Contraddizione in termini? Niente affatto. La violenza fisica è l'ultima ratio, estrema, e vale per gli uomini a determinate condizioni (legittima difesa). Le donne vanno sconfitte con le loro stesse armi: astuzia e intelligenza. Altrimenti loro godono a farvi mettere nei guai. Ci sono donne che hanno provocato di proposito gli uomini per poi accusarli di violenza, donne che sono grandi attrici nel fare le vittime. Poi ci sono donne che sono semplicemente vittime di uomini che credono di dominarle con la forza fisica (illusi, oltre che borderline! La donna vi batterà sempre...). Giocate d'astuzia, usate il cervellino e studiate bene le donne. A quel punto capirete che non sono "invincibili". Questa è l'unica arma rimasta a noi Uomini del terzo millennio, oltre all'esperienza (che non è mai abbastanza con le donne).

Loro, le donne, non rinunceranno mai alle loro armi, è un conflitto asimmetrico che ben conoscono. E la società occidentale, in primis la nostra, gli permette molte nefandezze.

Quindi, cerchiamo di essere realisti, o anche "stronzi" se necessario: "à la guerre comme à la guerre". Dimentichiamo per un attimo retaggi storici sbagliati, ingerenze matriarcali che abbiamo sempre accettato (ricordiamoci che nostra madre, con la sua invasività, è comunque l'unica donna che non vorrà mai la nostra pelle; ma alle altre non possiamo permettere le ingerenze che tolleriamo in nostra madre), film di Pieraccione/Verdone con lo sfigato che si sposa la bella della situazione, dopo che tutti se la sono passata; dimentichiamo ancora sceneggiati/letteratura in cui la donna è un angelo (anche il diavolo era un angelo...) e chiacchiere delle melanzane che ci hanno influenzato nefastamente in età adolescenziale (l'uomo sensibile, colto, zerbino, conquistatore ergo pagatore/bankomat) e comportiamoci da Uomini, con le nostre sane pulsioni, la nostra personalità, l'orgoglio e la dignità di chi ognuno di noi è e rappresenta.

E quando c'è da colpire, in senso metaforico, colpiamo duro senza paure, senza ripensamenti e lasciamola senza troppi rimpianti allo zerbino che aspetta in fila il suo turno: lei non ci merita. Perché se una donna non si comporta alla nostra altezza, non ci merita, e il mondo è pieno di donne. Ciò vale per una one night stand come per la storia della vita: la Femmina non dimentica mai l'Uomo, per gli zerbini avrà invece tutta una vita di noia davanti...

Cosacco
Silver
06/05/2013 | 22:29

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@IlDrago Articolo per palati fini e russofili, come giustamente hai fatto notare.

Per il momento, conosco ancora poco i maschi russi per poterne parlare. Ma i cechi e i polacchi, che conosco decisamente meglio, hanno un rapporto molto più rilassato e naturale verso le donne, anzi in alcuni casi sono proprio distaccati. Anche se, almeno negli ultimi anni, li ho visti involvere - più i cechi - verso il modello "macho" mediterraneo, decisamente più aggressivo verso le donne (anche nell'esibizione). Un altro risultato delle invasioni dei pappagalli?

Cosacco
Silver
06/05/2013 | 21:54

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@Damien Non sono d'accordo sul discorso delle morti sul lavoro. Non voglio andare off topic, ma credo che in questo non possiamo mettere in mezzo le donne. Si tratta di disgrazie e tragedie umane e personali inaccettabili. Ripeto, io mi concentrerei sui suicidi legati alla crisi, o al massimo sui suicidi "per amore": se ne parla meno, ma non per questo sono spariti. E in questo paese, mi sembra che la cosa riguardi più gli uomini che le donne.

Sul "femminicidio" e sul grimaldello dell'uguaglianza da me accennato ieri, vi segnalo un'analisi di Vittorio Feltri (può essere antipatico ad alcuni, ma è una mente raffinata) di cui però non condivido il finale http://www.ilgiornale.it/news/interni/914203.html

@maxthetraveller Sui romeni e su come trattino in genere le loro donne si potrebbe scrivere un interessante saggio da dedicare alle melanzane... certo, non tutti i romeni sono così, ma la tendenza in molti paesi dell'Est è quella di considerare le donne al di sotto del loro giusto valore. Al contrario, in Italia vengono messe su un piedistallo (è colpa delle nostre madri? Agli psicologi la parola).

Se ci fate caso, fino agli anni '80 anche nei nostri sceneggiati capitava di vedere una donna presa a schiaffi da un uomo. Poi sono quasi del tutto scomparse queste scene, a meno che non si volesse annichilire con la negatività un personaggio.

Sicuramente un passo avanti, ma va registrato che i maschi italiani non hanno sviluppato una strategia di "difesa" dal subdolo potere femminile, cosa che altri popoli hanno fatto, in un modo o nell'altro. E quindi, complici i film di Verdone e Pieraccioni, l'italiota è diventato anche uno zerbino, un cagnolino da portare in giro al guinzaglio.

Cosacco
Silver
06/05/2013 | 02:42

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@thedriver

Capisco lo sfogo, al 100 per cento. Non sono d'accordo, però, sul discorso della fecondazione assistita per le donne single. Anche se sposo la tua tesi sulla sostanziale mancanza di autonomia delle melanzane femministe (che devono comunque rovinare la vita a qualche uomo), ritengo sia estremamente pericolosa la deriva "femminista" di farsi un figlio "da soli".

Non cito principi religiosi, né morali (su entrambi, ognuno può pensarla come vuole) ma mi limito a un'osservazione di principio: la Natura ha fatto in modo che ognuno di noi abbia un padre e una madre; la società, con le sue regole, nel corso dei millenni ha fatto in modo che pragmaticamente questo nucleo non si separasse una volta avviato il progetto. Era necessario e funzionale all'avanzamento della specie.

Oggi l'uomo non serve per la sicurezza, né per i soldi (in realtà alle melanzane fa comodo...) ma ad un qualcosa serve ancora: si deve permettere a ogni bimbo di avere nel corso della crescita una figura paterna e materna, al netto di disgrazie o rotture inevitabili di coppie. Ma decidere scientemente di crescere un figlio senza una delle due figure è una mancanza, è un vulnus fatto al nascituro. Una decisione alla quale non si può appellare, e per la quale potrebbe essere condannato a sofferenze.

Dunque, cerchiamo di essere obiettivi, e immedesimiamoci: ce la sentiamo, come Uomini, di permettere una cosa del genere a cuor leggero?

Cosacco
Silver
06/05/2013 | 02:29

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Inizio il post con un off topic, poi rientro subito in carreggiata. Ma l'off topic è premessa necessaria (e ringrazio l'amico Erikvm per avermi dato la possibilità di spiegare bene questo punto)

ATTENZIONE OFF TOPIC

@Erikvm

Hai ragione, e ti ringrazio di avermi messo sull'avviso. ;-) Ma era un "rischio calcolato", nel senso che ho citato di proposito la quarta carica dello Stato, per esercitare il sacrosanto diritto di critica e per far notare a tutti il brodo di coltura di certe idee in questo paese. Non mi sono permesso di insultare, calunniare, e nemmeno di istigare ad alcunché. Ma ce lo dobbiamo dire fuori dai denti: nessuno tocchi il principio di uguaglianza (dei generi) davanti alla legge.

Per chi non si fosse appena sintonizzato, riepiloghiamo la vicenda in ordine cronologico (ognuno poi può confrontare altre fonti, e farsi la propria idea):

http://www.ilgiornale.it/news/interni/e-ora-boldrini-si-fa-scortare-pure-su-internet-911484.html

Poi l'intervista incriminata su una legge per tutelare le donne anche sul web

http://www.ilgiornale.it/news/interni/boldrini-basta-allanarchia-web-913722.html

E infine, le precisazioni:

http://www.ilgiornale.it/news/interni/boldrini-fa-marcia-indietro-mai-parlato-legge-web-914035.html

FINE OFF TOPIC

Il punto è il continuo tentativo di superare anche nella formalità della legge scritta il principio di uguaglianza (contro di noi maschi). Se nella realtà avviene, sappiamo anche che in qualche modo c'è una carta alla quale appellarsi. Ma nel momento in cui anche quella carta viene stracciata, allora davvero è la fine.

@sugarleonard Non ho i numeri precisi, e tra l'altro andrebbero analizzati e rielaborati. Quindi non tocchiamo questo punto, a meno che non abbiamo dati certi. Di sicuro, il clamore mediatico conta molto nella percezione del "femminicidio" (termine pessimo, come a dire che la vita degli uomini conta meno...); di sicuro ci sono stati una serie di casi quantomeno estremi (storie di gelosie, tradimenti, separazioni, figli contesi etc...) in cui sono maturati episodi criminosi che hanno portato alla morte delle donne. E qui, mi sembra, nessuno vuole negare questi casi.

Ma nessuno approfondisce troppo la sequela di infanticidi, di cui sono responsabili in misura maggiore le donne (lasciamo perdere gli aborti, lì è un campo più che minato); nessuno ricorda che oltre il 96,6 per cento dei suicidi legati alla crisi nel 2012 riguardano gli uomini (fonte: Ricerca di Link Lab, il Laboratorio della ricerca socio-economica dell’Università Link Campus http://lab.unilink.it/files/2013/03/Desk-SUICIDI-ANNO-2012.pdf uscita agli inizi di marzo ma ripresa da pochissimi media...). Con questo non intendo dire che sono colpevoli le donne, sia ben chiaro. Ma mi chiedo: possibile che ci sia tutto questo peso di responsabilità sull'uomo? Perché? Siamo forse sottoposti a pressioni di genere troppo pesanti? Sono domande a cui non riesco a dare una risposta completa.

Però mi limito a osservare. Vedo uomini sotto schiaffo delle donne (zerbini oltre ogni limite); uomini che fanno i "mammi" e fanno i "papà"; uomini che fanno quattro lavori (sì, esattamente, un paio di casi estremi) a causa di debiti contratti per comprare auto, casa e garage (con la donna che fa solo un lavoro e si gode maggiormente questi beni); non parliamo poi di quegli uomini che mangiano alla Caritas oppure vivono con gli studenti perché sono separati/divorziati dalle mogli e col loro lavoro campano non solo moglie e pargoli, ma anche il nuovo compagno nullafacente della ex.

Poi guardo ad altre nazioni dove le responsabilità maggiori nella gestione della famiglia e degli affari correnti pesano sulle spalle delle donne, e mi chiedo: ma cosa abbiamo fatto di male, come uomini italiani, per meritarci tutto questo?

Cosacco
Silver
05/05/2013 | 17:52

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@Xaus E' dalla fine degli anni '60 che questa figura, l'italiota, è incominciata ad emergere. Nel '93, erano di leva i ragazzi del '75, cioè quelli cresciuti in quella cultura. E quindi erano ormai la maggioranza.

Poi purtroppo in Italia per una donna non è mai tardi: gli zerbini li trova anche oltre i 50 anni, e questa è la dimostrazione di come gli uomini siano alla frutta in questa nazione.

@epicuro Le melanzane sono interessate troppo a se stesse per poter pensare davvero al bene che abbiamo anche noi. Per loro conta la quantità di allupati che le fanno sentire belle, non la qualità degli Uomini che si possono trovare nelle vicinanze. Anzi, loro a un certo tipo di Uomini non sono più nemmeno abituate, e finiscono per fuggire appena ce ne sta uno nei paraggi (anche perché un Uomo non può essere controllato come un pupazzo e significherebbe mettersi in discussione).

@Longjohnsilver Ci sono pubblicità peggiori, tipo quella in cui l'uomo cucina e la donna gli tira una pacca sul culo quando lui prova a chiedere di fare una cosa più seria della convivenza... come si sono invertiti i ruoli: è la donna che deve sforzarsi per tenere un Uomo invischiato in una relazione, non un Uomo che deve convincere la donna a fare una relazione...

Cosacco
Silver
05/05/2013 | 17:42

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@Driver Il rischio di andare off topic e di sconfinare nella politica mi è ben chiaro, ma è anche giusto sottolineare come il sistema nel quale viviamo finisce per condizionarci anche nei rapporti con la gnocca.

Al di là di slogan elettorali, nessuno affronta seriamente il problema dei divorzi perché esiste una legione di persone che ci campa, si è costruito un intero sistema che si difende con le unghie e con i denti. Da questo punto di vista, avremmo tutto da imparare, dai russi come dai romeni.

Insomma, mettiamocelo chiaramente in testa: il nazifemminismo all'italiana ha ucciso la naturalità dei rapporti uomo-donna, ha finito per avvelenare le nostre esistenze di uomini (perché la dinamica conflittuale uomo-donna è stata portata a un punto di non ritorno in Italia, e chi vive in questo paese è costretto a farci i conti in un modo o nell'altro), sta cercando di castrarci tutti e vuole un uomo bancomat-spermatozoo ambulante, che sia "colto e sensibile, gentile ma determinato, comprensivo e attento"... in pratica uno zerbino (l'uomo lo vogliono "determinato" solo quando deve portare a casa i soldi, oppure deve organizzare e pagare le vacanze).

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