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IlMarchese
Silver
25/03/2017 | 19:58

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Su Phnom Penh non c’avrei scommesso nemmeno un pelo di cazzo, invece si rivela una delle mete più tromberecce di sempre. C’ho passato solo 2 notti e 3 giorni. Volevo fare il turista ma li ho impiegati per la maggior parte a chiavare. Di sicuro se siete a Phnom vale una visita il Pontoon, soprannominato anche Montoonn. Il Pontoon non è un club, è un deja-vu. Appena entrato mi sembra di averlo frequentato da sempre. Nei 200 mq del Pontoon, come in una norcineria di gran pregio sono concentrati i meglio pezzi di suina di tutta la Cambogia e zone limitrofe. Al Pontoon incontro la vera perla d’oriente. La vedo a parlare con altre ragazze. Indossa un top che le risalta i seni perfetti. Ombelico scoperto dove brilla un piercing di diamantino. Pantaloni bianchi aderenti. Una cascata nera di capelli che le arrivano al culo. Il viso sembra quello che vedresti in qualche dipinto giapponese di gheishe.
Si chiama Suon. Suon è una ninfetta. Iniziamo a ballare. Suon c’ha uno shaker al poso del culo. Lo scuote con un movimento che ho visto fare solo alla nere. Non vedo l’ora di infilarci la mia banana e farci un frullato vitaminico. Il mio cazzo ormai congestionato nelle mutande ha raggiunto il limite della sopportazione. Mi struscio contro di lei come un micio in calore. Poi Suon va al cesso, rimango solo in balia di queste ninfomani e divento io la puttana in quel locale. Vorrei avere il dono dell’ubiquità del cazzo. Non posso tradire la mia ninfo. Lei è un gradino sopra ogni gnocca che vedo in giro. Suon mi ritorna triste dal cesso. Mi chiedo che le passa in quella testolina vuota. Mi dice che ha incontrato un suo ex. Nel senso quello che se l’è scopata la sera prima e che lui vorrebbe andasse via con lui. Però le piaccio io, ma le piace anche lui. È indecisa. Mi guardo intorno e vedo un tipo che ci fissa e le sorride. Dico a Suon che l’asilo l’ho finito da un pezzo. Che se vuole mettere all’asta la figa vado a ripescare un’altra (troia) principessa in pista. Glielo dico mentre le appoggio contro il fianco il pitone arrotolato nelle mutande.
Portami via subito, fa Suon, prima che cambi idea.
Sì, però non abbiamo parlato di soldi.
Mi dice se per una notte vanno bene 50 dollari. E penso che porcaputtana le offro anche la colazione. Ovvero un paio di biscotti oreo e un cappuccino solubile comprato al 7Eleven. Però non riesco a perdere il gusto del baratto rilanco a 40 dollari. Se mi avesse chiesto un Long Time per 2 euro avrei ribattuto 50 centesimi. Il suo sguardo in automatico scivola sopra la mia spalla, al tipo che non la smette di fissarci da mezz’ora. Comunque ok 50 le dico. La prendo per mano e mentre usciamo, incrocio lo sguardo suino/felino di una gnocca seduta al bar. La fotografo mentalmente, la metto in agenda per il giorno dopo. Con quella frangetta, pelle ambrata, così maledettamente cambogiana.
Arriviamo nella mia guesthouse il tipo che dovrebbe fare la guardia alla reception è sdraiato su un materasso tra la porta e il bancone. Lo scavalchiamo e saliamo in camera. Spedisco Suon subito sotto la doccia. Mi rientra in camera avvolta dal solo asciugamano, si sdraia sul letto. Le tolgo l’asciugamano. Me la vedo lì in piedi, completamente nuda. La perfezione!
Ringraziando il signore per il pane che sto per ricevere l’unica parola che mi esce è un porcoddio!! Che comunque a suo modo è una preghiera di ringraziamento. Suon è da venerare come una dea. 21 anni, senza un filo di trucco, seni sodi, i capezzoli li dovrebbero vendere all’Ikea come appendi abiti, ovviamente da montare casa. Il culo sembra i culo di una brasiliana attaccato a un’asiatica. Non saprei da dove partire a leccarla. La pelle di Suon è color latte scremato. Origini mezze vietnamite, mezze cambogiane, mezze non so cosa. La mangio iniziando dal mezzo. Le succhio quel piercing sull’ombelico, le succhio la lingua, ma con la faccia affondata tra le sue cosce le succhio le labbra della fica. È proprio lì che vorrei morire. Le passo la lingua tra la passera e buchetto segreto. Ride, quando le fotticchio il buchetto del culo con la punta della lingua. La rivolto come una frittella. Mordicchio chiappe, cosce, caviglie. Le faccio anche un massaggio e le parcheggio l’uccello tra le cosce. Suon si rigira e me lo prende in bocca. Lecca in punta, e poi passa le labbra intorno alla cappella. Fa un pompino sbrodolone. Solleva le palle e cazzo e mi solletica sotto. Ci facciamo una bel 69 sdraiati di fianco, inghiotto il sugo della sua fica che sa di ricotta acida. Il tempo di mettere il cappotto al cazzo e Suon se lo prendo dentro fino a dove arriva. Cavalca, la fica è bagnata come uno straccio. Le infilo un indice in culo, poi visto che c’è spazio, ci accompagno anche il medio, poi il pollice, poi mi fermo qui mi ci stava anche l’anulare. Poi le faccio succhiare le dita che le avevo infilato nel culo, che poi succhio io. Le piace la cavallina, dice. La sento spingere sempre forte. Sfrega il clitoride contro di me, orgasma. Il tutto in religioso silenzio, si fa per dire. La rigiro tenendole il cazzo ancora arpionate dentro, le gambe spalancate come uno sbadiglio me le metto sopra le spalle. La sbatto a sfondarla, mentre slinguazzo e le succhio il collo, che il giorno dopo sembra c’ha il livor mortis. La notte è maledettamente breve per tutto quello che vorrei farci. Per esempio incularla, cosa che lei rifiuta, nonostante si sia presa 4 dita in culo. Il tempo di sfilare il preservativo, innaffiarla su pancia e seno con una bella sborrata di buonanotte. Prima di addormentarmi resto una mezz’ora a guardarla mentre dorme supina accanto a me. I seni che si sollevano al respiro, il viso candido. Per addormentarmi conto le dita che le avevo infilate in culo una, due , tre… bum! Al mattino restiamo a parlare un po’, facciamo colazione. Racconta Suon che ha lasciato da poco la scuola. Non le piaceva studiare. Adesso studia bum bum. Le dico se vuole farsi un ripasso di geometria. Dice che non le piace il Bum Bum al mattino. Rispondo, sì è vero, che c’è chi studia meglio la mattina e chi la sera.
La temperatura media di Phnom Penh in quei giorni è 40 gradi all’ombra. Il pomeriggio passeggio sul lungo fiume, sto per raggiungere il palazzo reale ma vedo questa ragazza seduta all’ombra. Indossa grandi occhiali da sole, formosa, asiatica. Mi siedo accanto a lei e attacco discorso. Iniziamo a parlare del palazzo reale di fronte, del caldo, del che cazzo ne so io. Anche lei in vacanza, con un’amica. È thailandese, lavora a Patong e non fa la cassiera in banca.
Poi ci troviamo a discutere di massaggi, visto che fa la massaggiatrice.
Non voglio trattarla da troia, almeno non subito. Facciamo amicizia, ci scambiamo i numeri di telefono. Ann si chiama. Le chiedo se ha impegni per la sera fortunatamente dice di sì, che festeggia il compleanno con una sua amica. Meglio, perché io c’ho il Pontoon che mi aspetta. Allora le dico che ci possiamo vedere a colazione il giorno dopo. Che festeggiamo insieme. Vediamo, mi dice. La butto sul ridere che sono curioso di provare un suo massaggio, sul ridere un cazzo. Ritornato alla guesthouse prima del riposo pre serata chattiamo e finisce che rimaniamo d’accordo per la mattina dopo. Vieni presto, scrivo su whatsapp, che poi ho il volo nel primo pomeriggio.
Mi prende in parola. Alle 9 ti aspetto sotto il tuo Hotel, risponde su whatsapp. Poi le scrivo: non è che mi chiedi i soldi? Risposta: non se volessi dei soldi te lo avrei già detto. Non che la cosa per me avrebbe fatto differenza, ma è bene mettere subito le cose in chiaro. Mi dico che se viene preso almeno avrò il tempo per fare qualche foto in giro, di visitare il palazzo reale, tanto per ricordarmi di essere stato a Phnom Phem. La sera di nuovo al Pontoon cerco disperatamente la gnocca che mi aveva fulminato con lo sguardo la sera prima. Niente. Ogni lasciata è persa diceva sempre mio nonno prima che li venisse l’Alzhaimer.
Saluto Suon e il suo gruppo di amiche. Poi Suon mi viene a parlare. Chiede se vogliamo passare la serata insieme. Le dico che no. Che poi rischio di innamorarmi. In genere funziona.
Sì hai ragione, anch’io, dice lei e se ne va. Ancheggiando con quel culo fenomenale. Però non mi scatta in modalità troia, almeno non subito. Tutta la sera rimane con le sue amiche. Baccaglio due/tre gnocche che poi mi sparano cifre assurde e le mando affanculo. L’ora è tarda e mi devo trovare la montata della sera. Che poi domani mi devo alzare presto per il massaggio. Pesco questa ragazza dall’occhio selvaggio, capelli tagliati corti. Nome d’arte Vichy. Vichy inizia a strusciarsi contro il pisello, passarsi la lingua sulle labbra e a guardarmi arrapata capisco che ho trovato la mia anima gemella. La porto via, incrocio Suon che fa finta di non vedermi. Il tipo che dorme all’ingresso della guesthouse questa volta è rotolato contro la porta, per entrare devo spingere il suo cadavere. Mentre li passiamo sopra borbotta qualcosa e poi si è volta dall’altra parte. Finora non ho capito se era messo lì a fare la guardia o era semplicemente un barbone che aveva trovato la porta aperta. Comunque arrivati in camera accendo la luce e mi accorgo che la fica che avevo sempre visto nella penombra e credevo avesse i capelli neri, invece li aveva blu elettrico. Rispengo la luce. Tiro direttamente fuori l’uccello, lei si inginocchia e comincia il suo lavoro di ricamo. Intanto la spoglio, indossa una salopette in jeans da operaia del sesso, sotto un body. Ha due grosse tette in cui, verso qualche litro di durex al guaranà e ci metto il cazzo in salamoia. Vichy al mio cazzo italiano alterna sega spagnola a pompino cambogiano, mi fa un massaggio prostatico cinese. Sembra di stare al consiglio di sicurezza dell’ONU. Le afferro una ciocca di quei cazzo di capelli cyberpunk e tirandole la testa indietro le do scudisciate di cazzo in faccia. A questo giro voglio dedicarmi quasi esclusivamente all’antica arte dell’anal. Le do un paio di mandate di riscaldamento in fica, mentre le condisco il culetto con gel e sputi. A sto giro non lo chiedo nemmeno. Una volta che le punto il bucio di culo Vichy non solo non dice no, ma mi aiuta a centrare meglio il bersaglio. Il culo sembra non voler cedere, poi con uno schiop! La cappella sparisce nelle profondità rettali. Il suo buco del culo è così profondo e caldo che potrebbe venirci fuori una canzone d’amore. La scopo in culo mettendoci tutta la lunghezza del mio cazzo, avanti e dietro, lentamente. Mentre le sono dentro l’intestino retto, Vichy m’agguanta i fianchi. M’ affonda le unghie nelle maniglie dell’amore, mi fa un male tale che le sto per dare una testata. Le masturbo la fica ormai in fiamme. Dopo averla inculata fino alla paranoia. Non voglio sborrarle nel culo, deve ingozzarla di sperma, ‘sta troia. Mi sfilo dal suo culo, il goldone le rimane infilato nell’ano, ce lo lascio. Probabile le sia rimasto penzoloni fino al mattino e magari è andata a casa così. Le giro la faccia e le faccio una schizzata mezza fuori dalla bocca, lei si raccoglie un po’ di sperma che sta colando dal mento, e poi si fa la scarpetta e prende tutto il resto in bocca. Al mattino mi sveglio con Vichy che mi fa le fusa. Le faccio fare una puppata di cazzo. Il tempo di infilarmi il preservativo, giusto per farle un favore, la giro e la pompo da dietro un po’ svogliato. Tra il caldo e che ho dormito una sega tutto quello che voglio è una doccia fredda. Mi suona la sveglia. Le 8.30 di mattina. Penso che tra mezz’ora mi arriva la thailanese. Salto dal letto con l’uccello imbizzarrito. Le vacanze dovrebbero servire a rilassarsi, sì. Mi invento la scusa che devo fare i bagagli e Vichy un po’ delusa mi saluta il cazzo ancora ritto con un bacino, poi mi da un bacino sulla guancia, come se fossimo persone separate.
Alle 9 puntuale come la morte Suon mi aspetta all’ingresso della guesthouse, la vado a prendere, lei un po’ timida mi saluta, il proprietario della reception che vede tutto sto movimento di fica mi guarda storto.
Arrivati in camera Ann è molto imbarazzata. Le offro un caffè, parliamo. Ci sciogliamo un po’, mi spoglio. Inizia con il suo massaggio. Mi snoda gli arti che sembro Big Jim col cazzo. Pressioni qui, colpetti là. Insomma un massaggio thai dalla testa ai piedi. Ogni volta che la guardo, lei ride e dice: chiudi gli occhi. Non vuole essere osservata, è timida. Sì un cazzo! Mi osserva il pacco nelle mutande, allarga gli occhi come se non si aspettasse una reazione del genere. Non hai ancora visto nulla tesoro, penso. Cerco di accarezzarle le cosce, mi respinge la mano. Insisto. Ann respinge ogni volta sempre meno convinta. Appena sono a tiro provo a baciarla. La camera che odora di fregna cambogiana, ci manda in fregola. Finito il massaggio, non restava altro che o scopare o che mi tirasse fuori qualche gioco di carte. Si vede che non le piacciono le carte. All’improvviso come per togliersi un pensiero m’infila una lingua lunga un chilometro fino in gola, quasi mi strozzo ‘che non me lo aspettavo. Penso: che cazzo, sto slinguando con un alieno. Io in mutande, lei ancora vestita. Le accarezzo la fica che sento bagnarsi sotto le mutandine. Tempo zero, tiro fuori il pisello. Ann l’agguanta e lo prende in bocca come se fosse una sistola per dissetarsi dopo un lungo cammino in montagna sotto il sole d’estate. La sditalino a due dita. La sua figa è una pozzanghera. Mi chiedo quant’è che questa non scopa. Io da un circa un’ora. C’ha un boschetto sul pube, scosto i peli e la lecco alternando dita e lingua. Ann e i suoi grossi seni con capezzoli larghi che mi ci attacco come un neonato. Mi prende il cazzo e se lo struscia sulla fica, prima che se lo ficchi dentro senza preserva, rovisto nel comodino accanto al letto. E prego iddio di trovarne uno non sborrato. Me lo calza lei. Mi sale sopra il cazzo. In quella guesthouse grande come una barattolo, diamo la sveglia a tutti. Y mi salta sul cazzo, il letto cigola che sembra la colona sonora di un horror. Ann geme, tipo dolore da peritonite acuta. Le metto mano sulla bocca. Non vorrei trovarmi il proprietario alla porta accompagnato dal qualche Pol Pot di turno. La rigiro a pecora. E non è che le cose migliorino, il letto a suon di sbalzi finisce a sbattere contro il muro. Se continuiamo così ci ritroviamo nella stanza accanto. Credevo di sbrigare la faccenda in un’ora, così da poter visitare al volo il palazzo reale. Invece sono già due ore tra massaggio e montata. Guardo l’orologio e devo assolutamente sborrare. Posso perdermi il palazzo reale ma non il volo per l’Italia. tra un’ora devo presentarmi al check in. Ma prima devo fare il check out dal culo di Ann. Sono sudato come un beduino, non riesco a venire. Accaldato, pompo come un pozzo petrolifero nel deserto. Poi finalmente sborro una spruzzata d’aria e sparo qualche spermatozoo sopravvissuto. Quel cazzo di palazzo reale, non sono proprio riuscito a vederlo.

IlMarchese
Silver
20/02/2017 | 16:28

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Ogni puttanaio asiatico che si rispetti ha una strada dedicata ha il tratturo delle vacche che transumano tra i vari locali. Pattaya ha la walking street, qui a Siam Reap reap la chiamano Pub street. Praticamente cinquecento metri affollati di troie, turisti, bacilli e venditori di insetti fritti. Prima di inoltrarmi nella giungla d’asfalto della puttanastreet. Voglio togliermi la soddisfazione di fare una visita al ‘Mickey bar’. Che sta a circa un chilometro dal caos della pub street. Su internet il Mickey Bar è considerato la mecca della fica a Siam Reap. Sarà, ma quella sera dentro il locale c’è solo un vecchietto che sembra Gandalf che stufo d’incularsi Hobbit nella Terra di Mezzo è venuto fino in questo buco in cerca di qualche emozione esotica. E invece sta lì seduto su un trespolo, a fissare il culo secco di un paio di mignotte che fingono di divertirsi a giocare a biliardo.
Altro luogo di culto, si fa per dire, è il Temple Bar sulla pub street. Dove se ti gira bene a fine serata puoi rimorchiare qualche Australiana ubriaca raschiandola dal pavimento, dovendo affrontare la concorrenza degli altri maschi alpha. È invece una topaia anonima come l’X-Bar dove almeno in quei giorni, si concentra tutto il pelo locale. L’X-Bar, tre metri per tre diventa la riserva di caccia grossa. Entro nel locale e le fiche sono tutte schierata al bancone. Una di loro è così maledettamente Khmer che sembra di vedere una Devata. Le Devata sono la statue raffiguranti le ancelle sacre nude che ho ammirato il giorno stesso visitando i templi di Angkor.
Capelli tenuti a coda di cavallo arrivano a farle il solletico al culo. Occhi enormi, esageratamente allungati dalla coda di cavallo. Andate davanti allo specchio, tiratevi la faccia all’indietro, ecco cosa intendo. Si chiama Nary. Le ciglia finte sbattono come le ali di farfalla, labbra turgide come la cappella di un mandrillo. Iniziamo a ballare, ci annusiamo come gatti randagi in calore.
Le tette di Nary esplodono strizzate da un vestito rosso acceso. La prendo per i fianchi, scendo con la mano sul culo. Penso di avere toccato il culo a tutte le 1796 Devata dei templi di Angkor, sotto gli occhi imbarazzati dei turisti. Il culo di Nary ha la stessa consistenza.
Ho invocato le divinità Indù di farmi trovare un fottuto buco su una di quelle Devata. Perché con una Devata avrei voluto farci una chiavata. Shiva o Visnù o Kalì o chiccazzo tra gli dei Indù ha ascoltato le mie preghiere. Ora mi ritrovo qui tra le mie braccia una Devata in carne e ossa, pure mignotta. Quindi l’idea di tornare a i templi con martello e scalpello scavare un buco in una di quelle statue viene accantonata. Poi l’incantesimo si rompe e dobbiamo parlare di affari. Stipuliamo un contrato da 50 dollari tutta la notte. Per essere una Devata è anche economica. Via subito sul suo motorino direzione Tin Tin Guesthose, dove soggiorno. Sembriamo Gregory Peck e Audrey Hepburn che scorrazzano per Roma nel film ‘Vacanze Romane’. Ma in questo film siamo io e Nary e soprattutto non in vacanze Romane ma in vacanze puttane. A fare il turno di notte alla reception hanno piazzato un vigilantes in uniforme, che poi senza uniforme diventa il facchino che mi era venuto a prendere all’aeroporto, se lo vesti tutto di bianco è il cuoco che prepara la colazione, e con in testa la parrucca e una gonna assomiglia maledettamente alla cameriera che viene a rifare le camere al mattino. Il tipo è più acido di una gastrite, e lo credo provate voi a lavorare 20 ore al giorno assumendo sempre ruoli diversi. Gastrite controlla la Id card di Nary, foto, date, la mette in controluce, nemmeno dovesse accedere al Pentagono. Poi inizino a litigare dibbrutto. Chiedo a Nary che cazzo succede. Non si capisce bene il motivo, forse non apprezza la foto. Piegandosi in due, toccandosi la pancia, Nary dice che deve scappare al cesso. La Gastrite vivente allora se la prende ancora più comoda. Che cazzo di situazione. Me la sto facendo sotto anch’io per la paura che mi salti la montata, o che Nary si caghi addosso. All’improvviso Gastrite sorride. Evidentemente Nary, gli ha promesso un soffocone quando finisce con me. Gastrite mi sta consegnando le chiavi che Nary intercetta con una presa veloce come la lingua di un camaleonte. Col fuoco al culo la vedo sparire di sopra. Mi bevo una coca per rilassarmi.
Quando entro in camera, Nary è ancora al cesso. Aspetto. Dopo circa una quarantina minuti, esce. Peccato ci abbia messo così poco, perché mi perdo il finale della puntata 2345 della famosa soap opera Cambogiana Nisai Sneah Pi Jeat. Quando Nary esce dal cesso si ferma tra me e il televisore per farsi ammirare. Tutta nuda, la pelle color canna da zucchero ancora bagnata. I capelli avvolti da un asciugamano tipo turbante. Ora però mi auguro chiuda la porta del bagno perché la puzza che ne esce non è proprio di alohe vero. Ma invece no. Evidentemente è parte dell’atmosfera che vuole creare. Infatti Nary avrà altre sorprese in riserbo per me. Mi si avvicina, le prendo in mano il seno a soppesarlo, è morbido e caldo a forma di pera Khmer. La passera è depilata, ci passo la lingua sopra, una sosta sull’ombelico, le titillo il piercing, le faccio una striscia di saliva su fino ai capezzoli che mordicchio come un castoro affamato di tette. Nary fa Ahi, ma più un ahi tipo infilami anche un dito in culo.
Tra quei seni grossi ci affondo la faccia. Ci morirei, se non fosse che ho pagato in anticipo la guesthouse. Slinguiamo come trichechi, mentre Nary gioca con l’uccello e io le solletico da dentro la fica. Mi sdraio. Una cascata di capelli mi ricoprono la metà del corpo, gli scosto i capelli perché la voglio vedere quando lo prende in bocca, fa un bocchino bavoso che mi chiedo per tirare furi tutta questa saliva da quale pozzo attinga.
Si parte con una pecora come vuole la tradizione pastorizia. La scopo a sponda del letto. Sto e in piedi le infilo una grossa salsiccia italiana dentro quella passera Cambogiana stretta stretta, che poi devo controllare se invece non glielo messo dentro il buco del culo. E invece no.
Nary Geme, le avvolgo i capelli intorno alla mano. Forti colpi di reni, il ciaf ciaf del suo culo contro le mie cosce lo sentono per le stanze, per i corridoi e arriverà alle orecchie di Gastrite. Nary la metto svaccata sul letto. Glielo pianto nell’utero come se volessi inchiodarci quei quadretti di paesaggi alpestri con vacche alla monta. Mi dico, cazzo quanto sei bagna. C’hai una Bagna Càuda dentro la fica. Sfilo il pisello e penso a quando tiri fuori un hot dog da un panino ed è tutto rosso di ketchup. Accendo la luce, e cristoiddio il lenzuolo è la locandina di ‘profondo rosso’.
Ora capisco quando sentivo parlare a scuola di ‘Khmer rossi’ cosa intendevano, altro che Pol Pot. Mi guardo le mani imbrattate. Ho lasciato persino una manata di sangue sul muro. Controllo se Nary è ancora viva, il che mi pare impossibile. Cazzo, dico, hai avuto un aborto spontaneo? Mi sono scopato un feto? Ti ho spaccato il culo?
Nary è stupita più di me. Mi spiega che non si aspettava le sue cose arrivassero stasera, mi fa vedere anche le sue mutandine che sono pulite. Dice che scopare le ha anticipato il mestruo. Dice, che non mi devo preoccupare perché lei non ha nessuna malattia. Sì certo che la cosa mi rassicura detta da lei. Avevo letto su internet che da queste parti una delle scuse più comuni delle troie dopo averti scroccato bevute, è che dicono di averci le loro cose e che non possono chiavare. Ammesso che tu non sia un amante dello splatter.
Vado al cesso, oltretutto il goldone mi era mezzo sceso, l’uccello sembra la bandiera di qualche tricolore del cazzo: amaranto della cappella, rosa e rosso sull’asta del cazzo. La pancia è tutta rossa. La mattina dopo, la cameriera quando entra in camera e le chiedo se mi cambia il lenzuolo, il suo solito sorriso svanisce, passa dal preoccupato allo schifato quando realizza cos’è quella macchia rossa sul lenzuolo. Nary va in bagno a darsi una sciacquata. Chiede se voglio continuare. Le sparo la lingua in bocca in risposta. Questo odore forte da centro trasfusionale mi arrapa. Però le dico che forse è meglio se mi dà il culo. Sì però mi ricorda che ha avuto la diarrea poco prima.
La vita spesso ti mette di fronte ad un bivio.

La sera dopo me ne sto al mio quartier generale, l’X-Bar, ad osservare la fauna. Un paio di gnocche mi invitano al tavolino. Mi metto al loro tavolo e iniziamo a parlare. Poi una di loro se ne va e rimango solo con l’altra che noto è un ladyboy. Arrivano altre troie e nel giro di cinque minuti sono in una tavolata in mezzo a quattro ladyboy. Con la coda dell’occhio fuori del locale rivedo Nary, già all’acchiappo con un altro cliente, se ieri sera aveva solo i sintomi delle mestruazioni mi chiedo che succederà stasera con lui. Si vede che è la serata ladyboy perché di gnocca zero. Una scimmietta cambogiana con una passata da coniglietta in testa cammina vicino al tavolo mi lancia un’occhiata prima di entrare in bagno. Saluto cortesemente le signore del tavolo lista cazzo in culo. Mi apposto al bancone, per intercettare la coniglietta all’uscita del bagno. Appena si avvicina, le prendo la mano. Fa la sorpresa, la troia.
La coniglietta ha appena finito il turno di lavoro in un centro massaggi. Come altezza mi arriva giusto a leccarmi i capezzoli, minuta e giovane che le devo chiedere se mi fa vedere l’id. Maggiorenne per un pelo. Mi sento talmente in imbarazzo che decido di portarla subito alla guesthouse. Avessi avuto un sacco ce l’avrei infilata dentro. E invece mi tocca fare tutta la strada con lei. Insiste a volermi tenere la mano, magari qualcuno penserà che sto accompagnando mia figlia al una qualche festa in maschera. Gastrite appena varcato l’ingresso della Guesthouse solleva gli occhi dalla pagina di youporn sul pc e guarda prima me e poi la coniglietta e poi mi fissa minaccioso. Controlla l’Id della leprotta e mi auguro di no aver sbagliato sul conto degli anni.
Si chiama Dara o Darla a seconda del momento e sembra più una cinese nana che cambogiana, però ha un bel viso e questa troietta sembra disegnata con un pennello. La faccio spogliare tutta, quando si sta per togliere la passata dico no! Tira fuori dalla borsetta un olio e mi unge per bene. Inizia un massaggio su tutte le parti molli del corpo. Per ultime le parti dure. Il suo forte è la sega a due mani. Come farsi fare la sega da una scimmietta con delle cazzo di orecchie da coniglio. Lavora la cappella delicatamente e poi tutta l’asta del cazzo completa, con una l’altra mano mi massaggia le palle, accarezza il perineo, solletica il buco del culo. Io in tanti anni di pratica non saprei farmi una sega così ricca di angolazioni, cambi di tempo, velocità e pressioni diverse. Le faccio un video da usare come training.
Le spingo la testa in giù e glielo faccio succhiare, mi aspetto di vederglielo uscire dalle orecchie tanto lo ingolla, fino alla fine. Dopo la diarrea di Nary e il suo bagno di sangue ci manca che questa mi vomiti addosso e poi la cameriera mi denuncia. Dopo che si è tenuta un bel po’ il cazzo nell’esofago Dara scaracchia e sputa dentro un fazzolettino. Poi mi sale sull’uccello e se lo piazza bene dentro, gioca alla cavallina e le piace da matti. Le agguanto le chiappe, la lancio in alto e la faccio ricadere sul cazzo. È talmente leggera che prenderla in braccio e chiavarmela contro il muro, in piedi, non è mai stato tanto facile. Le sue gambe mi stringono i fianchi. Dopo un dieci minuti così, il menisco sta per cedere. La butto sul letto, mi diverto a vedere il mio cazzo gonfio di sborra che le affonda tra le labbra della fica. Prima di sborrarle dentro ho voglia di leccarla. Le propongo un bel 69. Voglio schizzarle in bocca, dico. Non fa una piega, altre 30 dollari, e mi si posiziona sulla faccia come se fosse la sella di una mountain bike. La fica è acre e saporita. La vedo che mi lavora l’uccello, con mani e bocca alternati. Mentre orgasmo fiotti caldi, lei muove delicatamente il bacino, mi struscia tutta la figa bagnata e pelosetta sulla faccia. Si tiene in bocca la cappella in punta e risucchia ogni goccia residua. Corre in bagno a sputare. Poi la scimmietta segaiola mi propone di rimanere tutta la notte per altre 50 dollari. Io le propongo di levarsi dalle palle a costo zero. Mi vado a vedere i selfie che ci siamo fatti, il video di lei che lavora l’uccello come un vaso di argilla al tornio. Lei con quella passata da Hello Kitty mignotta e il viso da scolaretta. Sembra che l’ho pescata al ballo delle scuola media.
Seleziona tutte le foto, poi premo il tasto elimina.

L’ultima sera a Siam Reap sempre all’X-Bar vedo questa tipa insieme un gruppo di ragazzi e ragazze cambogiani. Mi sorride, le sorrido.
Mi piacciono le ragazze che magari escono per una serata con gli amici, però quando capita il business no se lo lasciano sfuggire. Questa gnocca è una vera gatta siamese. Minuta, ha gli zigomi così pronunciati che sembra uscita da un incontro di box. Gli occhi sottili e truccati pesantemente e le ciglia finte. Balla, salta, e ogni tanto getta allo sguardo nella mia direzione. Prima che getti lo sguardo verso un’altra direzione, mi avvicino. Senza fare la parte dell’allupato, solo che mi metto a tiro. Anzi me lo tiro proprio. Aspetto che lei prenda l’iniziativa. Mi prende per mano e mi porta a ballare in mezzo al gruppo dei suoi amici. Io sono anche timido per cui, mi ci vuole un po’ prima, di metterle la mano sul culo e vederne la reazione. Tipo, mi ci vogliono 5 minuti. Al sesto la premo contro una colonna e le sparo la lingua in gola. Praticamente balliamo attaccati per la lingua come due lumache che scopano. Prendiamo fiato e andiamo al tavolo. Beviamo qualcosa, c’è anche una sua amica cicciona che siede con noi e per tutto il tempo mi punta, ma non si capisce se le faccio schifo, se mi scoperebbe o semplicemente sta osservando lo struscio in strada attraverso il mio corpo invisibile.
Prendo Lisa e le chiedo il prezzo per la monta. Spara alto: 80 short time. In genere per evitare incazzamenti il prezzo lo scrivo anche in numeri sul smartphone. Lisa parla un buon inglese, non sa leggere un cazzo. Fa vedere lo smartphone all’amica con scritto 50 Long Time e la sua amica sembra cadere dalle nuvole, continua a fissarmi apatica. Mi tocco anche sulla testa per vedere se magari mi ci si è posato un piccione cambogiano.
Lisa la vedo partire con il mio smartphone verso un gruppo di amiche sedute a un altro tavolo. Discutono sul prezzo, le danno consigli. La sua amica continua puntarmi.
Tengo d’occhio Lisa e immagino di vederla correre via da un momento all’altro con il mio smartphone.
Finalmente ritorna e dice che si 50 dollari vano bene, ma solo short time. Stanco di queste trattaive estenuanti accetto.
Prima di salire sullo scooter e accompagnarmi alla guesthouse, vuole fare uno spuntino.
Da noi ci faremmo una piadina con salsiccia, dei churros con nutella, una porchetta e birra. Lisa ordina 3 scorpioni fritti da asporto, e nel mentre spiluzzica cavallette e scarafaggi. Prende un verme e mi imbocca come se fossi il suo pulcino dell’amore. Io già la amo.
Arrivati in camera, Lisa, salta sul letto e fa zappig col telecomando. Tira fuori gli scorpioni per lo spuntino. Immaginandomi di baciare Lisa dopo che ha mangiato degli scorpioni non so se potrebbe essere più o meno terribile del sapore di cipolla.
Decido di mangiarli anch’io tanto per evitare sorprese.
Lisa mi dice che anzi, devo mangiarli. Poi mi fa il gesto dell’ombrello. Mi indica il cazzo.
Spezza la coda dello scorpione e me la mette in bocca. Evidentemente lo scorpione è come il Viagra da queste parti.
Sarà stato lo Scorpione o Lisa che era un gran troione ma quella sera ci facciamo un bello scopone.
Lisa è così minuta e delicata che quando me la trovo sotto e la pompo ho paura che mi vada in frantumi come se scopassi una bambola gonfiabile di cristallo. Gode, mugola che sembra l’audio di un porno asiatico. Dove il piacere per le fighe è sofferenza. Tiene sempre quegli occhi chiusi e li strizza quando le assesto dei colpi di reni più forti. La prendo per la gola, la stringo. Lei orgasma ancora di più. La schiaffeggio e lei mi artiglia la schiena. Se mi scopassi una gatta randagia sarebbe lo stesso. Ci troviamo ingarbugliati in posizioni che non saprei nemmeno descrivere, attorcigliati come cavi elettrici. Il mio cazzo viene piegato in angolazioni impossibili, pompa dentro quella figa famelica senza sosta. Non riesco nemmeno più a sborrare. In camera senza aria condizionata, con il ventilatore a palla, saranno 30 gradi. Prima che mi venga un infarto, rallento il ritmo e rimaniamo abbracciati, ci addormentiamo con il mio cazzo che si scioglie dentro la figa. Ci risvegliamo a non so quale ora del mattino. Vado a farmi una doccia. Quando rientro in camera vedo palloncini che che rimbalzano ovunque. Lisa ha gonfiato i preservativi, compreso quello che avevo usato e sembra di stare a una festa di compleanno del cazzo.
Rido, ma se mi ha finito tutti i goldoni in quel modo, per punizione la scopo con il telecomando.
Decide che rimane a dormire.
Questo è il bello delle semi pro è che non hanno regole rigide, e se gli piace l’uccello ti fanno anche gli straordinari non retribuiti.
La mattina al risveglio ci facciamo le coccole. Lisa inizia a trastullarmi l’uccello. Col cazzo che ancora mezzo barzotto se lo prende in bocca. Nella stanza c’è un caldo infernale, un odore di passera che sembra di stare nell’infermmo della figa. Mi riviene duro. Lisa inizio a scoparmela in bocca, in genere alla mattina ci si lava i denti così in cambogia. Lisa se lo trastulla sulle tette e poi lo struscia su tutto il corpo. Inizia a giocherellarci sulla figa, per farsela bagnare, sono lì mezzo assonnato e cotto dal caldo, quando sento il cazzo avvolto da un calore insolito. ‘Sta suina se l’era ficcato dentro senza preservativo, che se non mi casca il cazzo in Cambogia non mi casca più. Lo tiro subito fuori e le vorrei dare una testata. Mi infilo l’ultimo preservativo rimasto, e la pompo pigramente di fianco, tenendola per i capelli. Con la sborra accumulata dalla sera ci potrei riempire una tazza con i cereali. Poi io e Lisa scendiamo a fare colazione, scopro che alla Guesthouse è anche amica della barista, che deve essere mezza nera e mezza cambogiana. Ci baciamo un’ultima volta. Ci scambiamo i contatti, poi Lisa risale sullo scooter. Resto lì ad aspettare il minivan per Phnom Penh, dove mi aspettano altre chiavate. Intanto chiedo alla barista se i bomboloni caldi con la crema sono disponibili.

Kiniao
Silver
Portofino |  51-100
29/07/2019 | 13:34

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Bancomat e carte di credito meglio evitare per una serie di commissioni e cambi poco convenienti...
Contante ok, Euro o Dollari in egual modo.
A Pattay cambi ovunque, bene o male il valore di cambio è esposto e non ci sono grandi differenze.
Se vuoi cambiare in areoporto, vai al piano terra, anzi sottoterra, dove partono i treni per il centro, li ci sono cambi validi tipo SUPER RICH
In tutti gli altri piani troverai cambiavalute a prezzi davvero poco vantaggiosi

antothai
Gold
Bangkok |  51-100
29/07/2019 | 13:48

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@basicin

1) ST hai 1 colpo solo da sparare.
2) Non usare ATM altrimenti pagherai una tassa fissa di 200 THB per qualsiasi importo ritirato e non ci sono modi di evitarla. Evita di cambiare anche nelle banche. Troverai cambiavalute ad ogni passo e per i pochi giorni del tuo soggiorno non ti fara una grossa differenza scegliere uno o l'altro. Portati sempre appresso una copia del passaporto.

gian1983
Newbie
Venezia |  26-35
29/07/2019 | 14:53

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    1

@basicin said:

2) La seconda, meglio portare qualche dollaro o gli eurozzi vanno bene uguale ?

Portati euro, cosi eviti il doppio cambio (EUR/USD- USD/THB) che non ha molto senso.

Se cambi a Pty vai nei cambiavalute Di colore giallo.. i "T.T. currency" (occhio non i T.G. currency)

Chupacabra
Newbie
Asia |  26-35
27/07/2019 | 21:32

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    5

Walking Street è una trappola per babbioni. I prezzi sono altissimi e le ragazze tendono ad essere mercenarie. Molte sono anche brutte!

L'unico gogo bar decente in quella zona è il Sapphire Club sul Soi 15 (una traversa di Walking Street). Le ragazze del Sapphire sono sempre state più attraenti della media. Il Sapphire ha un canale YouTube e vari profili sui social media (incluso Instagram), dove puoi verificare tu stesso che la qualità della figa è decisamente alta.

Se vuoi pagare poco, però, devi dirigerti altrove.

Su Beach Road trovi una miriade di freelancers che si accontentano di 1000 baht (30 euro) o meno.

Nella stessa fascia di prezzo ci sono il Soi 6 (i miei bar preferiti sono Ruby Club e Nightwish) e tutta una serie di massage parlors sparsi per la città, con particolare concentrazione su Soi Chayapoon, Soi Honey e Soi Love Inn. Nei massage parlors in genere si paga 1200-1300 tutto incluso, mentre sul Soi 6 è in media 1300 + drinks. Se hai tempo e pazienza capita di trovare delle ragazze molto belle.

Sempre intorno a quei prezzi c'è il Coyote Bar a due passi da LK Metro, una gemma di bar con delle topine deliziose. Una delle ragazze più belle che mi sono mai scopato a Pattaya lavorava lì, e ho pagato solo 1000 baht più un piccolo barfine.

LK Metro stessa non è niente male. Sicuramente meglio di Walking Street. Nel 2017 beccai una ragazza STUPENDA al Crystal Club, con un fisico incredibile. Aveva la fica talmente stretta che si mise letteralente a piangere, una lacrima le scivolò sul viso mentre me la scopavo a pecora, il che mi fece arrapare tantissimo. Non discutemmo neanche il prezzo, le allungai 2000 baht dopo la scopata e lei non si lamentò, anzi mi diede un bacetto e sorrise.

Ma andiamo avanti. Ci sono svariati Gentlemen's Clubs a Pattaya (Pirate, Carre Blanc... e tanti altri) dove si scopa con 1500 baht o meno. Le donne non sono sempre giovanissime, ma tendono ad essere simpatiche. Alcune fanno pompini direttamente nel bar.

Parlando di pompini: ci sono svariati BJ bar (Lolita, Pump Station, Bar de la Poste, Telephone Bar...) dove puoi fartelo succhiare per 800 baht, con tanto di sborrata in bocca nella maggior parte dei casi.

Qualcuno diceva che non ci sono molti luoghi "segreti" a Pattaya. Probabilmente quell'utente non conosce il Darkside (una zona con una trentina di bar, dalla parte opposta di Pattaya rispetto a Walking Street) e non ha mai sentito parlare di Ban Chang, una cittadina ad un'ora di autobus da Pattaya, dove si può scopare in pubblico direttamente nei bar (della serie: stendila sul tavolo da biliardo) per cifre irrisorie come 500-1000 baht.

Infine, non so come si possa spendere migliaia di baht su Walking Street quando a Pattaya ci sono almeno 5-6 soapy massage parlors (Rasputin, Sabai Dee, Sabai Room, ecc.) dove spendendo solo 2000-3000 baht ti fanno un massaggio con la schiuma su un materassino gonfiabile (pelle contro pelle) e poi te le puoi scopare a tuo piacimento.

oreste
Gold
S. Bernarda
26/07/2019 | 19:41

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    1

6 giorni a pattaya per la prima volta???
Io proprio non lo farei.

siamhousepattaya
Gold
27/07/2019 | 03:21

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Exxxpert
Silver 51-100
27/07/2019 | 11:23

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@basicin

chi ti ha detto che soi boukhao è fuori la movida non ha capito un cazzo lui e mi dispiace per te che lo stai a sentire.
6 giorni si sono pochi se viaggi solo e la prima volta ti spenneranno (le tipe) come una gallina. Unici consigli, sii rispettoso non alzare la voce stabilisci il prezzo prima della prestazione, queste sono le primissime cose basilari almeno per non avere problemi con le/i thai, consigli sui prezzi sono inutili perché ti farai spennare comunque secondo il mio modestissimo parere.

oreste
Gold
S. Bernarda
27/07/2019 | 12:17

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    1

@basicin said:
Il tuo consiglio è inquietante: spiegati meglio per cortesia.

C'è un'offerta talmente vasta che in pochi giorni non riesci nemmeno a capire dove sei.
Io ho fatto 12 giorni ed ho capito che erano veramente pochi.

gian1983
Newbie
Venezia |  26-35
27/07/2019 | 13:24

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6 giorni a Pattaya, per valutare un ipotesi di un "buen retiro", mi sembrano pochini...

laiser
Silver
27/07/2019 | 21:52

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Regola regina
n° 1: Fatti sempre i cazzi tuoi. Il resto viene da se.

Regola n° 2 tanto qualche soldo te lo "fregheranno" nel senso che te lo faranno spendere, mettiti il cuore in pace. Per tutto il resto c'è mastercad.

Qualcuno ha detto evita gli Italici:. Concordo, stai per i cazzi tuoi se puoi. la fauna ital-tamarrica è variegata all'inverosimile.
Parafrasando Blade Runner, ho visto tamarri che voi umani non prostete nemmeno immaginare.
P.s. Quel periodo sarò a pattaya di ritorno da Chiang Mai . manda un messaggio se mi libero una birra te la concedo.

jasper
Gold
27/07/2019 | 22:21

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@laiser said:
Qualcuno ha detto evita gli Italici:. Concordo, stai per i cazzi tuoi se puoi. la fauna ital-tamarrica è variegata all'inverosimile.

Può essere anche giusto ma di tamarri non italici ne ho visto parecchi a Pattaya e non solo lì e il bello ben peggiori di quelli nostrani.

Chupacabra
Newbie
Asia |  26-35
27/07/2019 | 23:24

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@jasper said:

@laiser said:
Qualcuno ha detto evita gli Italici:. Concordo, stai per i cazzi tuoi se puoi. la fauna ital-tamarrica è variegata all'inverosimile.

Può essere anche giusto ma di tamarri non italici ne ho visto parecchi a Pattaya e non solo lì e il bello ben peggiori di quelli nostrani.

Io ormai non faccio più distinzione fra gli occidentali: inglesi, francesi, italiani, stessa merda. Girano per il sudest asiatico in canottiera e sandali, facendo casino e spesso attaccando briga, e sempre cercando di spendere poco perchè le loro economie sono in crisi.

Per carità, ci sono sempre le eccezioni, ma il livello medio è quello. Ormai evito sempre le zone turistiche in Asia e cerco di mescolarmi alla gente del luogo: tutta un'altra esperienza.

laiser
Silver
28/07/2019 | 00:05

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@jasper said:

@laiser said:
Qualcuno ha detto evita gli Italici:. Concordo, stai per i cazzi tuoi se puoi. la fauna ital-tamarrica è variegata all'inverosimile.

Può essere anche giusto ma di tamarri non italici ne ho visto parecchi a Pattaya e non solo lì e il bello ben peggiori di quelli nostrani.

Si certo, concordo in pieno con te, ma non essendo italici, lo do per scontato il tamarraggio

sexybangkok
Moderatore
Bangkok
28/07/2019 | 05:43

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@laiser said:

Qualcuno ha detto evita gli Italici:. Concordo, stai per i cazzi tuoi se puoi. la fauna ital-tamarrica è variegata all'inverosimile.
Parafrasando Blade Runner, ho visto tamarri che voi umani non prostete nemmeno immaginare.
P.s. Quel periodo sarò a pattaya di ritorno da Chiang Mai . manda un messaggio se mi libero una birra te la concedo.

laiser
Silver
28/07/2019 | 11:21

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@sexybangkok said:

@laiser said:

Qualcuno ha detto evita gli Italici:. Concordo, stai per i cazzi tuoi se puoi. la fauna ital-tamarrica è variegata all'inverosimile.
Parafrasando Blade Runner, ho visto tamarri che voi umani non prostete nemmeno immaginare.
P.s. Quel periodo sarò a pattaya di ritorno da Chiang Mai . manda un messaggio se mi libero una birra te la concedo.

ahahahahahaha giusta osservazione,
Una birra non è la fine del mondo, il senso del discorso di evitare gli italici è quello di non aggregarsi più di tanto tipo hotel insieme, escursioni insieme, disco bar ecc.ecc se non si è amici collaudati.
Una volta sola ho conoscito un ragazzo del forum, siamo usciti insieme a bere una birra a pattaya, un ragazzo veramente in gamba, sveglio,, poi siamo andati in soi 6 in un bar dove aveva qualche "amico"/conoscente ma era affetto da Tamarragine acuta, irreversibile e che non sto a descrivere più di tanto e la cosa peggiore si credava un figo, non sapeva neanche mezza parola di inglese, vestito a cazzo ( non saprei usare un altro termine) , palesava storie sentimentali con le zoccole di defuolt del bar, probabilmente in Italia neanche una capra gli verebbe dato la figa. Ho bevuto mezza birra e me sono andata da solo come mi piace fare.

marko_kraljevic
Silver
Veneto |  51-100
26/07/2019 | 14:16

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@basicin said:
[...] è proprio quest'Italia, ed anche Europa con il suo buonismo di forma anzichè di sostanza che mi sta stretto. Ricordate la frase di Bisio in Puerto Escondido "E lo sai per far star bene quella poca gente lì cosa ci vuole? Centinaia di milioni che stanno male! Sai per avere il campionato più bello del mondo cosa ci vuole? Centinaia di campionati che fanno schifo!" purtroppo sono rimasti a capirlo solo fuori dall'Europa assistenzialista e pro-barconi! (Scusate l'Off-topic).

Mi ricordi un conoscente di Padova che riassumeva la sua filosofia di vita nel "vegnù mi, vegnù el mondo" [traduzione per i diversamente Veneti: "se ho sborrato io, ha sborrato il mondo"]. Con la differenza che lui non citava Salvatores e non se la prendeva con l'Europa, i buonisti, l'assistenzialismo e i barconi: "el vegneva col podeva" [trad. "sborrava quando poteva"] e basta.

Bombi
Newbie
Prov. Di Socmel |  36-50
26/07/2019 | 09:39

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    1

Cosa posso dire....beh finche si tratta di turismo divertimento se non cerchi le spiagge da cartolina pattaya offre tutto ed anche di piu poi volendo il mare decente e a mezz'ora di traghetto...e i prezzi di pattaya in rapporto alla qualita dei vari servizi non li troverai nelle altre località turistiche
Il discorso cambia,sempre mio parere personale se uno vorrebbe vedere luoghi da ritiro pensionistico dovresti visitare la Tailandia meno iperturistica per esempio visitare jomiten a pochi km ma con costruzioni piu recenti una vita speciale non priva di divertimenti ma piu moderata e forse anche piu adatta a tale scopo ed un altro luogo che ancora io personalmente non ho visto ma sembra adattarsi hai retired Hua Hin anche questa sembra che con un battello veloce in poco piu di tre ore da pattaya sia raggiungibile con larghe ed ampie spiagge ed una vita sociale molto piu tranquilla io visto il tuo post sono i posti che da pattaya non escluderei di visitare....poi solo tu sai cosa cerchi e cosa realmente può fareessere al caso tuo....poi va da se Pattaya è Pattaya unica al mondo

fabryMM
Newbie
25/07/2019 | 22:50

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evita gli italiani che sicuramenente ti proporranno investimenti o vorranno farti da cicerone,poi in 6 giorni credo capirai ben poco o nulla della thai.

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