Andiamo

SPERMINATOR

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ArcatonBlumedico

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POPA.Adrian
Newbie
01/06/2018 | 07:30

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@SPERMINATOR said:
Un attimo, fatemi capire... a parte la gitarella
Questa Nadine è bulgara o rumena?
Perchè io ho chiavato al wlc sia Danaia che Dajana, la prima è bulgara ed è storica anche dell'Andiamo, alias Sidney... l'altra è rumena più alta, bella figa...
In ogni modo entrambe per me validissime, quindi o una o l'altra andrebbe bene ugualmente

... E' rumena ed il nome esatto e' quello indicato da Scavenger ...

TITANO
Gold
30/05/2018 | 21:16

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@SPERMINATOR
Se me lo consenti, il riscontro te lo fornisco io.
Ho infatti avuto modo di incrociare Lina molto, molto recentemente.
E' un periodo di intensa attività.
Sarò sintetico perché sto approntando la/e recensione/i che, dato l'ingolfamento, sarà/nno pronta/e tra un mese, a Dio piacendo.
Aneddoti e parole tante, tempo poco.

Lina, minuta rumenina, ha un bel seno rifatto (azzarderei di fresco), e girovaga nella zona dell'arena che sottostà all'area massaggi.
Il fisico tonico traspariva perfettamente dal body nero semitrasparente.
Stile fighino Natalie, particolare che me l'ha fatta approcciare di buon grado.
Le foto sono eloquenti.
Quello che le immagini non dicono è che è dotata di grandi fauci.
Hai presente il fiabesco "Che bocca grande che hai? - E' per mangiarti meglio (la pula, ndR)".
Ecco.
Il mio sguardo durante la nostra simpatica conversazione ricadeva sempre su quella bella bocca grande e i molteplici utilizzi cui poteva prestarsi.
In arena simpatica e sorridente, e seppur disponibilissima, correttamente determinata nel non voler perdere tempo, altro particolare che me l'ha resa subito simpatica.
In stanza mantiene le promesse pattuite, è molto piacevole e sicuramente vale il prezzo del biglietto.
La riproverò?
Senza una vera ragione, posso dire che non saprei.
Lei ha fatto tutte le cose giuste, eppure mi è mancato qualcosa...
Purtroppo il conto con l'andare del tempo mi torna sempre di meno.
Forse come due rette parallele non siamo destinati a (re)incontrarci se non all'infinito.

Engineer2013
Silver 36-50
29/05/2018 | 00:27

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Un sabato italiano in terra elvetica: il Globe

FKK Globe – sabato 19 maggio 2018 - Recensione di Engineer2013
COSTO INGRESSO: 105 CHF (comprensivi di 10 CHF di cauzione restituiti alla fine).
COSTO CAMERA ed EXTRA: 140 CHF la prima mezz’ora e multipli a seguire di 15 minuti cadauno, 200 CHF anal, 100 CHF CIM.
COSTO e LUOGO PERNOTTAMENTO: nessuno. Siamo andati e venuti (in tutti i senti) in giornata.
RAGAZZE PRESENTI: 57 da “tagesplan” (e ci può stare come numero effettivo), livello medio-alto, un paio di top e nessuna intrombabile. Varietà etnica discreta, netta prevalenza di provenienti dalla terra di Dracula
SITO INTERNET DEL LOCALE: http://club-globe.ch/it/index.php

19/5/2018: GLOBE ATTO I°
Salve a tutti! Sono tornato a dedicarmi a uno dei miei passatempi preferiti solo di recente dopo tanto (troppo) tempo di astinenza. Diciamo che prima l’umore non sarebbe stato quello giusto e quindi ho preferito “restare ai box” in attesa di provare finalmente questo posto così decantato su questo e altri forum.
Con il mio amico nonché collega punter “Antonio” abbiamo deciso di aggiungere questo -importante- tassello al nostro palmares: dopo una serie di rinvii siamo riusciti ad incastrare il tutto per maggio e…voilà!
Cercherò di essere più sintetico per non tediarvi troppo. Se vi rompete le palle di leggere…beh non mi offendo mica se non arrivate alla fine
Di seguito le mie PERSONALISSIME impressioni/considerazioni.

LOCALE
Una volta arrivati (sul tragitto Lombardia-Zurigo scriverò nelle conclusioni), dopo 4 ore di viaggio, alle ore 12,30 circa parcheggiamo davanti al locale e notiamo immediatamente che ci sono pochissime auto. Per essere un sabato la cosa appare singolare, ma tant’è. Visto da fuori, il Globe sembra una struttura a metà strada tra un tendone da circo e una sala slot ed è situato in una incolore quanto anonima zona di un paese dell’hinterland zurighese.
Suoniamo il campanello ed entriamo. Alla reception il “mitico” Angelo: anche se parla in tedesco si riconosce a distanza la sua origine. Sto al gioco rivolgendomi a lui in inglese: mi dice di parlare solo tedesco. Poi si ferma e mi dice “va bene, visto che siete italiani parliamo la nostra lingua”. Davvero simpatico e sveglio. Essendo la prima volta ci spiega con dovizia di particolari come funziona e ci fornisce due accappatoi bianchi (poi dopo mi ricorderò che in realtà dovevano essere azzurri vista la nostra prima volta) e asciugamani. Ci affida a un ragazzo tedesco che ci mostra, in inglese, dove sono gli armadietti accompagnandoci e ribadisce che è vietato l’uso del cellulare all’interno. Esauriti i convenevoli, si parte!
Diciamo subito che dalle recensioni mi aspettavo che l’interno fosse messo peggio: non sarà nuovissimo come il Wellcum ma non mi è sembrato nemmeno così da buttare. La pulizia è buona, anche se da questo punto di vista il livello del Golden Time resta inarrivabile. Ho apprezzato la presenza del collutorio in bagno (non fruito perché avevamo il nostro) e della sauna/bagno turco. Il mangiare, invece, risulta una nota dolente, atteso che in questi posti si va per trombare. Solo pasta disponibile gratis, oltre a formaggi/salumi, frutta e dolci. Se volevi qualcosa di più sostanzioso dovevi pagare (es. omelette 9 CHF). Soft drink inclusi, da pagare a parte tutto il resto. Dovendo trascorrere molte ore all’interno un po’ più di varietà non avrebbe guastato. Altra pecca le stanze, ognuna delle quali reca un nome sulla porta che la contraddistingue: piccole e non dotate di climatizzatore (almeno le tre che ho provato). Alla testa del letto una mensola lunga tutta la parete rivestita di una specie di moquette che faceva venire caldo solo a guardarla. Da questo punto di vista le stanze del Wellcum sono davvero di un altro pianeta non fosse altro perché hanno la doccia incorporata.
Il locale all’interno sembra un ibrido tra un night (per via dei divanetti tipo privé sparsi qua e là) e una discoteca anni ’90 con tanto di palo per la pole dance. Luce un po’ fioca. Scarse le docce nella zona spogliatoio (simpatica la cosa che per recarsi in questa zona si passi dallo spogliatoio delle fanciulle che è un autentico viavai di gnocca) ma si può rimediare con quelle situate nell’area wellness. Armadietti sufficientemente grandi. Al piano superiore, dalla scala principale che scende praticamente al centro del locale, si trova il ristorante: su quest’ultimo mi sono già espresso. Se invece si sale da una scala stretta che si trova praticamente all’ingresso del locale si accede a una zona che abbiamo definito “il trionfo del kitsch”: un’accozzaglia di finti animali imbalsamati che al confronto le statue romane viste all’Oase di Francoforte erano un tocco di classe. Contenti loro…

GIRLS
Premessa: l’inglese è fondamentale se si vuol comunicare con ragazze di etnia diversa rispetto a quella rumena. Tutte le mie conversazioni all’interno, infatti, si sono svolte in lingua britannica.
Circa la line-up qui le aspettative della vigilia erano davvero elevate: diciamo che non sono andate del tutto deluse, stante l’assenza di inchiavabili. Ma le zone d’ombra ci sono, eccome (vi ricordo che si tratta sempre di PERSONALISSIME impressioni e che come tali vanno prese). Nello specifico: uno sbilanciamento eccessivo verso la terra di Dracula e una certa insistenza di alcune delle presenti. Quest’ultimo aspetto, in particolare, mi ha colpito molto negativamente visto che mi attendevo un ambiente (così come letto su varie recensioni) più rilassato ed “easy”. Un paio di top, tra cui la famosa Ava. A mio avviso, rispetto ad altri posti, qui il management punta più sulla qualità media/medio-alta di tutto il parco gnocca sacrificando le punte di eccellenza osservate in altri fkk (su tutti il GT) dove però facevano da contraltare dei cessi inchiavabili. Altro minus, diverse ragazze da me intervistate che dopo nemmeno un minuto di conversazione spingevano per chiudere il “deal”. Infine, non ho visto petting/chiavate in sala: altra cosa che differiva dall’idea che mi ero fatto leggendo le esperienze dei miei predecessori.
Tutto ciò premesso, inizio il mio giro perlustrativo cercando di individuare chi possa essere la fanciulla con cui aprire le danze: il locale è davvero povero di orsi (meglio per me) e molte delle ragazze non sembrano porsi nel migliore dei modi (ahi, cominciamo male penso). Conosco due tipe germaniche: una austriaca (non ricordo il nome, ma era piena di tatuaggi, con labbroni a canotto, capelli neri, tette rifatte e non proprio verde come età) e una bionda tedesca che girava completamente nuda (una delle poche). La prima mi sa troppo di zoccola mentre la seconda la metto per un momento in stand by. Un po’ assetato, mi avvicino al bar (dove c’è una barista fissa oltre alle pay girl che servono da bere ai potenziali clienti) e qui faccio quello che sarà l’incontro chiave della giornata. Seduta a uno sgabello, con un culo F-A-V-O-L-O-S-O esaltato da una culottes di raso nero, si trova quella che per me è la seconda top del locale. Mi avvicino, le chiedo se posso sedermi accanto a lei. Mi sorride e mi dice “yes, of course!”. Si chiama Aylin, tedesca di Colonia (ma i tratti somatici dicono altro, come infatti mi rivelerà successivamente). Alta 1,72 mt. senza tacchi, occhi di un marrone intenso come l’arabica del miglior caffè e un sorriso in grado di far capitolare anche un asceta votato alla castità. Un solo tatuaggio all’altezza del seno sinistro (anche se poi mi renderò conto che ne ha un altro molto sottile che le attraversa tutta la schiena all’altezza della colonna vertebrale). Consueto baciamano da parte mia e altrettanto stupore misto ad ammirazione da parte sua. Iniziamo a parlare di me e di lei quando noto un altro particolare che normalmente mi manda su di giri: un piercing sulla lingua che già mi fa pregustare sensazioni libidinose. Dopo qualche minuto sono già cotto di lei a puntino: la fanciulla se ne accorge e, da professionista, sposta l’accento del discorso su quelle che possono essere le cose che mi piacciono di più. Le snocciolo le mie tre consuete richieste alle quali acconsente senza colpo ferire. Anzi, mi dice che anche per lei sono la base per una sessione soddisfacente. Realizzo che non è più tempo di convenevoli e allora le chiedo di andare. Mi prende per mano e mi cinge il fianco come fossimo due fidanzatini: dentro di me penso che questa ha capito davvero tutto su come gira il mondo lì dentro.
Una volta dentro la camera scende dai tacchi e, ciononostante, siamo praticamente alti uguali (io sono 1,73 mt.): ma soprattutto con la luce normale della camera osservo questo gran pezzo di gnocca in tutto il suo splendore che mi ricorda per certi versi Diletta Leotta. Aylin ha i capelli castani, è vero, ma chi se ne frega. Un’altra cosa degna di menzione è la totale assenza del bisturi sul suo corpo che si rivela essere più sinuoso di un’opera di Michelangelo.
Iniziamo con un po’ di petting e le prime impressioni trovano ampia conferma. La sessione procede con una naturalezza quasi commovente, al punto da farmi dimenticare il fatto che lei sia una professionista del meretricio piuttosto che la mia compagna. Nel frattempo si celebra su quel talamo votato alla lussuria la quintessenza del GFE, anche se non disdegna delle fughe sul tema del PSE (ricordatevi questo particolare, tornerà utile nel prosieguo del racconto). Volendo mutuare un termine musicale, è un “crescendo” di sensazioni/emozioni/stravolgimenti. Dopo un po’ di esercizio fisico-trombereccio, a circa cinque minuti dalla campanella del gong, decido che quella camera merita un epilogo degno di essere ricordato negli anni a seguire. Le chiedo di fare CIM, lei mi ricorda che si paga un extra (altro segno di correttezza estrema): in questo momento la pecunia occupa l’ultimo dei miei pensieri. Mi sfilo il condom e lei inizia un’autentica lectio magistralis sul bbj. Vengo emettendo un urlo esagerato, lei imperturbabilmente continua la sua opera. Dopo che non è rimasta più nemmeno una goccia, si stacca. Mi scuso per l’urlo tarzanico ma lei è contenta perché questo significa a suo dire che mi è piaciuto. Dopo il collutorio di ordinanza restiamo a parlare sul letto sforando di almeno dieci minuti la mezz’ora standard. Mi rivela le sue origini turche (di madre): questo spiega il taglio dei suoi occhi tutt’altro che teutonici. Arriviamo ad argomentare pure sulla situazione politica attuale della Turchia e dimostra anche un’insolita cultura. Al che un quesito mi affiora spontaneo: MA CHE CAZZO CI FA UN ANGELO DEL GENERE IN QUESTO POSTO DI DANNATI? Mah…
Purtroppo arriva il momento di congedarci e lei si allontana per prendere il lenzuolo di ricambio: mi spiega che qui sono tenute a lasciare la camera pulita prima di uscire e se non lo fanno la direzione le riprende aspramente. Abbracciati come quando siamo entrati in camera, ci dirigiamo verso gli spogliatoi: mi prende un nuovo asciugamani e mi accompagna a fare la doccia. Anche lei si lava accanto a me oltre a passarmi la mano sulla schiena tipo spugna (wow!). Dopo avermi fatto indossare l’accappatoio mi accompagna all’armadietto per riscuotere il meritatissimo obolo. Customer satisfaction allo stato puro!

AYLIN: bellezza 9,5 (bonus di 0,5 per i suoi occhi arabeggianti) / partecipazione 9 / fucking expertise 9

Torno nella sala principale e ritrovo il mio socio che ha consumato con una di quelle che avevo inserito nella tromb-list: Tiara, direttamente dalla Romania. Dice di essere rimasto soddisfatto, anche perché gli ha praticato un bel massaggio rilassante propedeutico alla copulazione. Me la presenta ma poi la fanciulla sparisce, inghiottita dalle fauci di qualche cliente quasi certamente fisso (IMHO).
Di comune accordo decidiamo di mangiare qualcosina e saliamo al piano superiore: ci sono diverse ragazze che fanno comunella e che mangiano ai tavoli e qualche orso. Sulle pareti foto di Venezia in stile anni ’80: mah… Purtroppo il mangiare è scarso e, non mangiando pasta, sfamarmi diventa impresa davvero ardua. Mi riprometto di farmi una omelette a fine serata da pagare con la cauzione anche se poi non se ne farà nulla. Tra un po’ di formaggio e un affettato, argomentando al tavolo sull’andazzo della giornata, facciamo un’osservazione che ci vede perfettamente d’accordo: il clima è un po’ moscio e ricordiamo con nostalgia sia il ristorante del Wellcum ma anche quello del GT dove si rideva e scherzava con le tipe. Qui sono tutte molto sulle loro e c’è un silenzio quasi assordante.
Dopo questo abbondante (sic!) pasto, torniamo nell’arena. Cerco, invano, la Tiara di cui sopra. Rivedo Aylin che mi sorride e sono costretto a rimbalzare diversi approcci insistenti di alcune orsette sia singole che in coppia. La cosa alla lunga mi infastidisce anche perché mi sembra davvero di recitare mio malgrado il ruolo del pollo da spennare. Mantengo la calma e declino con eleganza. Antonio nel frattempo si è addormentato sulla chaise-longue situata su una specie di piccolo palco sopraelevato. A questo punto decido di concedermi un po’ di relax tra sauna e bagno turco, entrambi deserti. Questa mezz’ora di break mi aiuta a ricaricare non poco le batterie (la sveglia alle 6,30 di mattina non aiuta). Finalmente becco Tiara: le chiedo se è libera e lei mi risponde se voglio andare subito in camera. E che cazz….dico che prima preferisco parlare un po’. Mi va a prendere qualcosa da bere e si siede accanto a me. Mi racconta della sua città natale (Cluj-Napoca) e parliamo anche di musica. Le dico che il mio amico mi ha detto che è molto brava a fare i massaggi e lei annuisce sorridendo. Dopo qualche palpata in sala decido che è arrivato il momento di un test-drive. Chiave e si va. In camera mi fa stendere prono e inizia le manipolazioni: sinceramente ci mette un po’ troppa energia e con discrezione glielo faccio notare. Dopo qualche minuto mi giro e iniziamo il petting: non si tira indietro ma rispetto alla camera precedente si nota meno trasporto. Per carità, ottimo bbj nulla da dire. Vestizione e posizioni classiche: nel mentre, tuttavia, noto come la situazione non decolli come vorrei. Lei appare troppo “compassata” per i miei gusti. Devo essere io a prendere l’iniziativa per tutto e la cosa con le pay-girl non sempre mi esalta. Così, seppure alla vigilia avessi fatto un pensierino di prolungare la sessione, decido di restare nella classica mezz’ora. Solito rituale finale: abbracci, coccole sul letto, discorsi “da ascensore”. Non mette fretta alcuna. Dopo aver riassettato la camera, mi accompagna per la doccia insieme (evidentemente è un plus della casa). Pago, bacetto e via di nuovo nella sala principale.

TIARA: bellezza 8 (bonus di 0,5 per il seno naturale) / partecipazione 7 / fucking expertise 7

Ritrovo Antonio e scambiamo due parole sul locale: abbiamo condiviso tante avventure in svariati fkk in giro per l’Europa e ci ritroviamo anche sui giudizi di valore espressi sul Globe.
A questo punto, vista anche l’ora (le 17,30 passate), arrivo alla conclusione che l’ultima camera sarà di un’ora. Vogliamo partire per le 19 in quanto ci attendono circa 4 ore di viaggio e non vogliamo rientrare tardi. Il mio scanner visivo incrocia una delle top presenti nel locale: Ava. Non molto alta, ma con un fisico davvero scolpito che rasenta la perfezione e due occhi per i quali fare follie. Con il mio consueto garbo e stile mi avvicino: presentazioni di rito, ma lei quasi subito mi stoppa dicendomi che si deve allontanare. La cosa sul momento mi smonta un po’, ancora di più quando torna dopo diversi minuti con un calice di vino in mano e inizia a parlare con una sua amica/collega. Io resto seduto al divanetto auspicando che torni e continui il nostro dialogo. Ma invece lei preferisce restare seduta sullo sgabello quasi catatonica. Dentro di me la sfanculo e le lancio un’occhiataccia: davvero un comportamento poco professionale, degno di “una che ce l’ha orizzontale” (Marcello dixit). Poco male, l’offerta è ampia e proseguo.
Mentre sto per scegliere la prossima orsetta, mi torna in mente un particolare della prima camera: le fughe sul tema del PSE di Aylin e il grande feeling che c’era stato tra noi. Ho come un’epifania: non può che essere lei la prossima. Del resto, tanta sintonia non potrà che riverberarsi positivamente sul nostro incontro. La cerco e la individuo vicino alla porta d’ingresso del cinema porno. Le chiedo se è impegnata e mi risponde con un sorriso di no. Allora le prendo la mano come un liceale e, fissando quelle perle che sono i suoi occhi, le dico che voglio andare in camera con lei. A questo punto succede una cosa che mi spiazza: con garbo mi dice “Another time with me? Really?”. È lusingata del fatto che con tante ragazze presenti voglia di nuovo lei. Le dico una frase che resterà tra me e lei e che ha come effetto quello di abbracciarmi e baciarmi davanti a tutti. Con passo felpato, ci dirigiamo nella nostra alcova. Una volta chiusa quella porta, accade quello che ogni punter in cuor suo desidera: la confusione dei ruoli tra pay-girl e girlfriend. Ne viene fuori un cocktail davvero esplosivo, i cui risvolti se non vi dispiace preferisco tenere per me. Il 31 luglio di due anni fa, scrivendo della mia esperienza al GT, avevo incoronato Sasha come mia best experience in un fkk. Dopo oggi, posso dire che si tratta di un ex aequo poiché non ritengo elegante fare una classifica per assegnare la medaglia d’oro a una delle due. Negli oltre 60 minuti trascorsi in compagnia di questa Divina Creatura, si possono condensare tante di quelle emozioni, stati d’animo, sensazioni degni di un autentico Sturm und Drang sessuale. Senza tema di smentita, un’esperienza scritta con inchiostro indelebile nel mio repertorio di puttaniere oltre che da ricordare con gioia a futura memoria. Una richiesta: trattatela bene, mi raccomando. Perle simili vanno preservate perché fanno bene sia chi fa del sesso il proprio mestiere sia a chi di quel mestiere paga e apprezza i servigi.

AYLIN: bellezza 9,5 (bonus di 0,5 per i suoi occhi arabeggianti) / partecipazione 10 e lode (per via del feeling creato con la prima sessione) / fucking expertise 10 e lode (idem)

Dopo essere uscito stravolto ma felice come un bambino da un negozio di giocattoli, ci dirigiamo negli spogliatoi per la doccia di rito e il pagamento. Un ultimo bacio appassionato sotto gli occhi increduli di Antonio e degli altri colleghi e ci salutiamo. Inutile dire che per tutto il viaggio di ritorno (e per tutto il giorno seguente) il mio pensiero sia volato costantemente a lei.
Sono oltre le 19, con il mio socio decidiamo di accomiatarci. Mentre ci vestiamo mi parla della sua seconda camera: Natasha, polacca autentica (non parla italiano), mora e soddisfacente nel complesso. Si sente di consigliarla.
Alla reception, nel frattempo, ad Angelo si è unita una valchiria mora con due meloni infiniti. Mi chiedono come sia andata: rispondo loro di essere soddisfatto (ed è vero) ma a differenza del GT non aggiungo “my best experience in a fkk”.

CONCLUSIONI
A scanso di equivoci, mi sento di dire che si tratta di un posto che almeno una volta nella vita va visto. Cosa mi è piaciuto: la line-up, gli spazi ampi nella sala principale, l’attenzione verso il cliente, la pulizia generale (anche se il GT resta inarrivabile da questo punto di vista).
Cosa non mi è piaciuto: il ristorante (davvero scarso il cibo presente), l’insistenza di alcune tipe, il clima generale un po’ moscio (ma non di scazzo) per essere un sabato, le camere troppo piccole oltre che non climatizzate.
Capitolo logistica: siamo partiti dalla Lombardia alle 7,45 di mattina e, tolta mezz’ora tra rifornimento e “cambio acqua alle olive”, abbiamo impiegato 4 ore nette per raggiungere il Globe. Ci possiamo ritenere fortunati poiché in direzione opposta le code che abbiamo visto erano davvero imbarazzanti (chilometri su chilometri per intenderci) al punto che, se avessimo dovuto fare il percorso contrario, avremmo sicuramente desistito. Le strade svizzere, inoltre, presentano due grandi limiti: il primo è la velocità massima consentita (120 km/h) su pochi tratti mentre per il resto è un autentico carnevale di cartelli 80/100/80/60/100 ecc. tutti a distanza di pochi metri l’uno dall’altro. Francamente mi aspettavo di meglio. Altro neo, il numero davvero notevole di cantieri (specie nel tratto dall’Italia verso Zurigo) che possono rendere questo un viaggio al limite del fantozziano.
C’è un però… una volta varcato l’uscio per intraprendere la strada del ritorno, non ho sentito quella voglia spasmodica di tornarci a breve evidenziata da altri colleghi in diverse recensioni lette anche su altri forum. Sarà che oramai posti come questo ne ho visti davvero un bel po’ nella mia carriera di punter, e quindi quella magia delle prime volte è scemata. Oppure sarà per via del fatto che il Globe non mi ha entusiasmato tanto quanto pensavo alla vigilia con il c.d. effetto “wow!”.
Anyway….tranquilli sarà sicuramente la prima che ho detto. Il Globe merita certamente una (e più di una) visita, magari non in giornata come abbiamo fatto noi al fine di non sperperare i benefici post-trombo.
Auf wiedersehen!

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