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DottorGnocca
Silver
15/02/2023 | 13:07

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@redlabel

sono stato a Lisbona un paio di volte e l'ultima (da single) per due settimane nel 2020. Ti chiedevo dell'età perché ho trovato la situazione piuttosto ostica lato donne. E lo dico avendo avuto una relazione con una portoghese di circa due anni. In genere è un paese piuttosto consevatore e ho trovato molte somiglianze con l'Italia.

Poi c'è l'handicap linguistico, visto che all'epoca non parlavo una parola di portoghese. Anche se, trovo che l'inglese sia abbastanza diffuso rispetto a tanti altri paesi.

Ho conosciuto una brasiliana con cui sono uscito. Altre straniere sull'App non le ho incontrate. Da dire che era anche il 2020, tempi ancora abbastanza pandemici e forse non il momento migliore. Più di una persona era riluttante a uscire, nonostante a fine settembre in PT non ci fossero restrizioni.

Magari riproverò. Libsona è davvero una bella città dove stare.

Gnoccatravels
Admin
15/02/2023 | 11:10

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@Trombeur tutti i tuoi commenti da quando sei iscritto sono negativi...
Se ogni volta che qualcuno scrive una recensione e tu la commenti in modo negativo , non incentivi di certo le persone a scrivere.
ma una tua recensione?

Gnoccatravels
Admin
15/02/2023 | 11:06

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Scattopazzo
Newbie 26-35
06/02/2023 | 15:15

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Buon viaggio, io ci andrò ad Aprile, fammi sapere com'è andata, sono interessato

Scattopazzo
Newbie 26-35
06/02/2023 | 15:12

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@redlabel ciao, io andrò ad Aprile, quando torni se fai un report te ne sarei grato

IlMarchese
Silver
14/01/2023 | 17:06

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Attero a Jakarta che è notte. Venti ore di viaggio, jetlag, intestino irritato, l’autista dell’uber che mi ha sfiancato con la sua conversazione, si fanno sentire. Jakarta è un immenso agglomerato urbano con un piano edilizio che sembra un tetris. Club e locali dove rimediare una scopata sono sparsi per la città, inoltre, il covid ancora circola. Tutto gioca contro di me. Quindi di uscire stanotte non se ne parla. Non mi do per vinto. Mi metto subito all’opera sui social per programmare le chiavate del giorno dopo. Mitraglio alla cieca sulla folla delle fighe online messaggi tipo “Hi Miss Jakarta” o anche il sempreverde acchiappafiga ““How are you? beautiful!” e poi ❤, 🤩 e stronzate assortite. Dopo un minuto, telefono comincia a trillare come un fringuello. Mi arrivano decine di notifiche di risposta. Sembra che tutto il parco gnocche di Jakarta sia online all’una di notte aspettando appuntamenti. Faccio una scrematura dei profili: Via questa, è un bufalo degli acquitrini. Questo c’ha i baffi. Questa non la tromberei nemmeno col cazzo vostro. Questa sono 500 euro. Questa è mia cugina. Avevo spammato alla cieca tre-quattromila messaggi. Alla fine, Fisso una decina appuntamenti per il giorno dopo. Meglio avere un piano b,c,d etc. Nella pole position, entrano Tiny e Martina. Tiny, almeno dalle foto, sembra la più trombabile. Un viso da brava ragazza, di quelle che presenteresti alla mamma. Ma anche Martina non scherza, però è più di quel tipo che tua madre ti direbbe: ma che troia ti porti in casa. Inoltre, io e Tiny stabiliamo un feeling speciale. No, non le mando subito le foto del cazzo come fareste voi. Mi da ufficio informazioni con una serie di dritte dove fare cosa a Jakarta. Io e Tiny ci diamo appuntamento la domenica sera, a cena, al Mall Grand Indonesia, nel centro di Jaka, alle 16! Rispondo che alle 16 io faccio la merenda, va bene per le 20? ma il Mall chiude alle 21 dice lei. Troviamo un compromesso: le 18.30. Con Martina il randevouz e per mezzora più tardi, un aperitivo in un bar sempre in centro. Non avendo il dono dell’ubiquità, domani ci sarà una ragazza a Jakarta che mi odierà dibbrutto. Per tutta la domenica, fino a dieci minuti dall’appuntamento Tiny mi tempesta di messaggi. Perché non è che si fida tanto di me, teme le dia buca. Arrivato al Mall, il gorilla all’ingresso indica un cartello, per entrare è obbligatoria mascherina ffp2. Ovviamente ho portato di tutto: preservativi, lubrificanti, scottex, manette, ma la mascherina ffp2 no. Dall’altra parte del vetro vedo una tipa che assiste la scena, poi se ne va. Ecco, penso, mi sono giocato Tiny e i suoi pompini. Sto per passare al piano B. Con il telefono in mano per chiamare Martina che già mi aveva mandato una decina di messaggi, perché sono già in ritardo, quando appare il popup il nome Tiny sul display. Era corsa a comprarmi la mascherina. Brava Tiny, la davo già per volatilizzata. Mi raggiunge all’ingresso. Timide presentazioni, strette di mano, bacino sulla guancia. Nell’emozione del momento indosso la mascherina al contrario. Solo dopo mezz’ora Tiny me lo farà notare, me la sentivo strana, infatti. E io che davo colpa alle cazzo di mascherine indonesiane. Tiny ha quel viso tipico indonesiano: zigomi che sembra abbia preso dei pugni in faccia, labbra da succhiona, naso a patata, un sorriso luminoso e acceso come un’alba di Sumatra. Porta i capelli lunghissimi sciolti come piacciono a me, castani, con colpi di sole. Lascio andare avanti Tiny per un po', per studiarle il culo. Ora, Tiny è un nome che ti fa venire in mente qualcosa di sottile e piccolo. Il culo di Tiny è tutt’altro. Due belle chiappone paffute, tonde, da schiaffoni amano aperta. Sono lì che mi sfrego le mani quando Tiny si gira e sorride, are you ok? mi fa, sempre con quel sorriso incredibile. Poi mi lascia andare avanti, sento i suoi occhi puntati sul il mio di culo. Una volta finito di studiarci il culo, ci sediamo in questo ristorante di cucina tipica Indonesiana. Il telefono continua a vibrare. Martina è passata dalle intimidazioni agli insulti. Quando presentano il menù non ho la più pallida idea di cosa ordinare. Tiny lo fa per me. Si presenta il cameriere con una serie di portate che sfamerebbero tutta la squadra di calcio giavanese. Io e Tiny parliamo e parliamo. Lei fa la baby-sitter, è madre single di una figlia. Ovviamente è la prima volta che si presenta all’appuntamento con un tipo incontrato sui social. Poi viene il mio turno di parlare di me, e racconto tutta una serie di cazzate.
Dopo cena decidiamo di andare in un locale dove suonano musica dal vivo. Ci accoccoliamo su un divanetto. Suona una band che fa le solite cover rock. Inizio le operazioni di studio per valutare le percentuali di scopata. Le prendo la mano, l’accarezzo il dorso col pollice, poi le metto un braccio intorno ai fianchi, la stringo. Finora tutto bene. Le quotazioni di scopata stanno salendo. L’alcol va in circolo e Tiny inizia a sciogliersi. Nonostante Tiny sia musulmana, l’alcol non le fa schifo. Evidentemente nemmeno il maiale, visto che mi si fa sempre più vicina. Provo a baciarla, ma lei si ritira. Insisto, ma ottengo solo un bacino che daresti a tua sorella. Ahia. A questo punto le percentuali di scopata crollano drasticamente. Sto già pensando a Martina, che probabilmente è più da battaglia. Come se l’avessi evocata. Mi arriva una videochiamata, Martina Jakarta, l’ho memorizzata in rubrica per distinguerla dalle 7-8 Martine della mia vita. Lo so, sono un Martin pescatore. Martina sta lanciando maledizioni. Alla fine, mi sono rotto le palle di ascoltare l’ennesima cover di Brian Adams e il cazzo devo infilarlo da qualche parte. Faccio la mia all-in.
Sussurro nell’orecchio a sventola di Tiny la fatidica: “Do you want to come to my place?”
La risposta è “Where?”
Prima che ci ripensi, voliamo al taxi.
Al mio hotel, faccio appena in tempo a chiudermi dietro la porta di camera, che a Tiny switcha in modalità porca. Parte all’assalto. La mano sul cazzo. Un metro di lingua fiondata in bocca, nemmeno un camaleonte del Madagascar. Se l’avessi fatto io lo chiamerebbero stupro. La cosa quasi mi spaventa. Per prendere tempo dico, e che cazz.. Tiny un secondo che mi faccio una doccia. Devo almeno pisciare. Dopo la doccia, esco dal cesso e trovo Tiny reggiseno e mutande sdraiata sul letto. Tiny, se avesse avuto una bottiglia, una banana, un ombrello o qualsiasi cosa similcazzo, gliela avrei trovata piantata in figa tanto è arrapata e impaziente. Tiny mi srotola l’asciugamano legato alla vita, resta un secondo a studiarmi il cazzo, lo solleva, mi soppesa le palle, un tanto all’etto. Poi divora tutto con un solo boccone. Le spingo la faccia verso di me e sinistri gorgoglii mi fanno capire la sto per strozzare. Prima che l’istinto di conservazione le dica addenta! libero la presa. Lei ancora con la bava alla bocca spalancata, mi guarda. Schiaffeggio questa ingorda a colpi secchi di cazzo bavoso. È che Tiny non riesce a stare senza il cazzo in bocca. Lo vorrebbe ingoiare, digerire e cacare. Poi si sdraia. Spogliami tutta, mi dice. Le tolgo le mutande e la figa è una coltivazione intensiva di pelacci.
Prima di passarci la lingua annuso l’aria che tira. Non è aria di primavera. Atterro sulle tette. Tiny ha le tette grandi, morbide e color marroncino e capezzoli come uvette. Le tette di Tiny sembrano due panettoni. Ho più capezzoli io. Però non potendo succhiarmi i capezzoli, mi accontento di quello che passa il convento e li succhio a Tiny. Ho il cazzo duro e dritto. Pizzami in terra e se mi dai uno schiaffone, giro come una trottola. Tiny lo sente questo tronco dell’amore tra le cosce. Tutto quello che vuole è coltivarlo come un pino in quel fitto bosco pubico. Visto che ancora non glielo sto trapiantando, fa da sé. Lo prende in mano, sta per interrarlo in quella buca profonda. Mi ritiro, dico, e che fai… non ho messo il preservativo. Lei, “Don’t worry. I’m clean”
Se lo avessi ficcato senza cappotto ogni volta che mi sono sentito dire “Don’t worry. I’m clean” mi sarebbe già caduto il cazzo da quel dì. Forse avrei anche qualche centinaio di figli. Più probabile, avrei scritto recensioni dei miei viaggi tra Lourdes, Medjugorje e il santuario di padre Pio.
M’incappuccio. Tiny che nel cervello ha riso bollito sembra quasi offesa, come se la trattassi da troia. Per punizione le faccio assaggiare la cappella, giusto passandola sulle labbra della figa, poi mi ritiro. Vado avanti così fino a che quasi piange. Alla fine, non resisto nemmeno io alla voglia di piantarci il cazzo. Inizio a lavorare di su e giù. Tiny vorrebbe strillare come un macaco crestato del Sulawesi. Si tiene una mano sulla bocca. Prende a sbatacchiare le mani sul materasso. È in preda alle coliche.
La fica di Tiny è tenera e calda e sugosa che sembra bagna cauda. Troppo bagna, però. Mi guardo il cazzo. È diventato tipo quando lo infili nel sugo di pomodoro. Non che l’abbia mai infilato nel sugo di pomodoro, ma immagino che se un giorno mi venisse in mente di farlo, uscirebbe così.
Tutto rosso e gocciolante.
A quel punto mi devo asciugare il pisello con dei fazzoletti. Diventa tutto un operare e tamponare sangue. Mi sento come E.R. - Medici in prima linea.
Dice Tiny che le sue cose dovevano arrivare la prossima settimana. Ti fa schifo, mi fa?
L’ho ficcato in posti peggiori, faccio io.
Alla fine dopo che ha perso qualche litro di sangue, l’emorragia sembra arrestarsi. Cambio posizione. Vista la stazza di Tiny evito di chiavarmela a smorza. Non vorrei piegarmi come uno sgabello. Giro Tiny come un pancake. La cuocio bene anche sull’altro lato. A pecora Tiny offre il suo profilo migliore. Come uno squalo tigre eccitato dal sapore del sangue, vorrei farle sanguinare anche il culo. Le allargo le chiappe, prendo il suo bucio del culo per una sputacchiera. Ci sto quasi piantando il cazzo come una bandiera di guerra. Tiny mi ferma. Non vuole. Il culo no. Non sta bene, ci siamo appena conosciuti. Però mi lascia intendere che potrebbe anche darmelo, però non ha mai provato, ovviamente.
È bello sapere che là fuori esistono ancora ragazze con una solida morale.
Back to fica, allora.
Così girata, tra le chiappe, la figa di Tiny mi si presenta come un musetto rosso con i baffi. Piazzo in quel musetto centimetri di cazzo. La galoppo, manca solo che faccia Hop Hop.
Agguanto Tiny per i capelli e prendo a schiaffeggiarla quel culo che è il mio obiettivo fin da quando l’ho adocchiato al Mall. Nell’albergo penseranno la sto menando. Tiny mi guarda da sopra le spalle con quel faccione sempre allegro. Vorrei sborrarle in faccia e vedere se la smette di sorridere. Però schizzo lava bollente nella di fica di Tiny che nemmeno un’eruzione del Krakatoa. Mi accascio sulla sua schiena
Vado al cesso e sciacquarmi il pisello, quando rientro in camera Tiny è già vestita. Le avevo detto che il giorno dopo avevo il treno presto per Yogyakarta, per fortuna non le viene in mente di dormire da me. Chiamo un taxi. L’accompagno in strada. In attesa del taxi parliamo di come sia stato incredibile il nostro incontro. Facciamo già progetti per il futuro. Le ho sparato tante di quelle balle così convinto quasi ci credo anch’io. Tipo, che sarei tornato dal mio viaggio di lavoro di pochi giorni a Jakarta da Yogya. Ci saremmo rivisti la settimana dopo. Tiny mi dice che avrebbe potuto venire a Yogya a trovarmi, visto che è la sua città di origine, e saremmo ritornati a Jakarta insieme. Sicuro faccio io, sarebbe bellissimo. Ovviamente tutto questo non succederà mai. Se vai pescare le uniche cosa vere, nel cesto delle cazzate assortite che ho regalato a Tiny, ci sono: una che sì partivo Yogyakarta ma come tappa del viaggio senza tornare a Jakarta. Due, ero sì in Indonesia per lavoro, ma non come programmatore software, ma programmatore di scopate. Sale sul Taxi, mi fa ciao ciao. Il suo faccione che mi guarda triste dal finestrino è l’ultimo screenshot di Tiny. Guardo il telefono, ci saranno tipo cento notifiche tra messaggi video chiamate di Martina. Alla fine Martina ha smesso di maledirmi in Inglese e ha preso a iniziato a mandare messaggi in indonesiano. La partenza è all’alba. È ancora mezzanotte, ho il tempo per farmi un’altra chiavata. Messaggio a Martina, la butto sul tragico voglio fare leva sulla sua comprensione. Le mando una cosa tipo cosa tipo “Scusa, Honey, sono stato rapito da una banda di terroristi della Jemaah islamiyah, non potevo risponderti. Ora mi hanno liberato, siamo ancora in tempo per vederci?”
Attendo ancora una risposta da Martina.

Fireblade
Silver
29/12/2022 | 18:41

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Tabajara se non hai problemi di denaro lo escluderei di bello non ha niente almeno anni fa e non ha subito ristrutturazione io starei a beira mar dal 7 sono a fortaleza

ILBARONENERO
Newbie
29/12/2022 | 16:38

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@redlabel said:
Il ristorante si chiama ancora La Bella Italia e adesso sta a Praia de Iracema........

ci sono stato 3 anni fa, mangiato benissimo tra l'altro

jasper
Gold
27/12/2022 | 23:20

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@redlabel Fortaleza l'ho cominciata a frequentare spesso e volentieri quando c'era ancora il Desigual e non dico gli anni perchè è meglio...conscevo tutti e tutte perchè andavo 2 o 3 volte al'anno e per parecchio tempo ...troppi ricordi...che ristorante avevi e dove se posso chiedere ?
L'ultima volta a Fortaleza mi sembra 8 anni fa dopo che mancavo da troppo tempo .
Senza fare nomi conoscevi una persona di Caltanisetta col basco che affittava motorini , appartamenti etc. e che fumava sigari toscani ?

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