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Coronavirus Ticino e Svizzera

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15/04/2020 | 13:14
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La Svizzera ed il Ticino ancor di piu è orami divenuto un paese mutietnico e globalizzato purtroppo 50 anni fa non siamo stati lungimiranti ed ora ne paghiamo le conseguenze

Il 7 giugno del 1970 gli svizzeri furono chiamati alle urne per esprimersi sull’iniziativa di James Schwarzenbach che proponeva di porre al 10% il limite di popolazione straniera in Svizzera

https://www.tio.ch/ticino/563332/stranieri-schwarzenbach-l-uomo-che-divise-la-svizzera-rusconi-avremmo-dovuto-dargli-retta

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15/04/2020 | 13:18
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Covid-19: in Ticino 15 nuovi casi e 5 decessi

Alle 8 di questa mattina i contagiati hanno raggiunto quota 2'927. Le vittime sono 263

Le persone ospedalizzate sono 265, mentre quelle dimesse sono salite a 548.

BELLINZONA - In Ticino le persone positive al nuovo coronavirus (a partire dal 25 febbraio 2020) sono 2'927, come si evince dagli odierni dati forniti dalle autorità cantonali (aggiornati alle 8). Ieri erano 2'912: l'aumento è di 15 casi. Nelle ultime 24 ore sono decedute altre 5 persone (ieri erano 7). Le vittime hanno raggiunto quota 263.

Nelle strutture ospedaliere dedicate alla cura dei pazienti affetti dal virus, sono attualmente ricoverate 265 persone (-9 rispetto a ieri): 205 in reparto (-6) e 60 in terapia intensiva (-3), di cui 50 intubate (-4). Ma bisogna guardare anche i numeri positivi. Nelle ultime 24 ore sono 24 le persone uscite dall'ospedale (ieri erano 7), per un totale di 548 dimessi da inizio epidemia.

La «fase di transizione» - Come ammesso ieri dal consigliere federale Alain Berset, la Svizzera non ha «affrontato male» la prima fase della pandemia. Finora è «andata bene», ha spiegato Berset affermando che, prima di Pasqua, «ci chiedevamo se la gente avrebbe resistito». «Finora è stato così - ha aggiunto -, ma la faccenda è tutt'altro che finita». «Ora entreremo in una fase di transizione», ha aggiunto infine ricordando che la protezione della salute rimane la priorità assoluta quando si tratta di trovare una via percorribile per la Svizzera e la società.

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ammiro la lungimiranza Svizzera e la bellezza del paese; complimenti

son stato in Svizzera in auto , di passaggio, per andare negli fkk in germania; mai nessuna multa anche se ho rispettato i codici della strada in maniera maniacale!PERFETTI ED ONESTISSIMI!

posso dare solo un giudizio superlativo,
mi basta sapere che risulta essere il paese modello per tutti gli altri stati! modello in ogni senso! ..

Dai ! tenete duro ,cari svizzeri ; NON fatevi intortare! e' andra' tutto Bene

Male non fare , paura non avere!

                                                                                                  “passo” e “chiudo”  
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15/04/2020 | 13:29
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Terzo giorno con meno di 300 contagi

L'epidemia sembra rallentare in Svizzera: i nuovi casi sono 260

Le persone contagiate dal Covid-19 sono in totale 26'336, mentre quelle attualmente ricoverate sono 3'045. I morti sono almeno 973. Più di duecentomila i test effettuati.

BERNA - 280 nuovi casi due giorni fa. 254 ieri. 260 oggi. L'epidemia dopo Pasqua ha subito un rallentamento. Sintomo che le misure messe in atto dal Consiglio federale sono state recepite e assimilate dalla maggior parte della popolazione. Proprio ieri Patrick Mathys, capo della sezione Gestione delle crisi e cooperazione internazionale dell’UFSP si complimentava con gli svizzeri per la «responsabilità» dimostrata anche nel lungo ponte pasquale. «I casi registrati - precisava Mathys - sembrano essere al ribasso. Ma per ora possiamo parlare solo di una tendenza». Detto in altre parole, e parafrasando il Ministro della Sanità Alain Berset, «questo è un ottimo segnale, ma non siamo ancora giunti alla fine». La strada da percorrere è ancora lunga e tortuosa. Soprattutto se si vuole evitare il pericolo di una seconda ondata. «Faremo tutto il possibile per allentare le misure al momento giusto. Questo per non doverle stringere nuovamente in seguito». Cautela e rispetto delle regole rimangono quindi le parole chiave anche in questo momento. Anche (e soprattutto) ora che si incomincia a intravvedere una debole luce in fondo al tunnel.

Una piccola speranza che viene rafforzata dai numeri odierni - riportati dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) e basati sui dati di laboratori e medici - tra i più bassi dall'inizio dell'epidemia. Nelle ultime ventiquattro ore sono infatti stati registrati 260 nuovi casi di Covid-19 in Svizzera, portando così il totale dall'inizio dell'epidemia a quota 26'336 contagi. Nel totale odierno - precisa l'UFSP - sono stati inglobati 323 test di laboratorio positivi, relativi alle scorse settimane, che non erano finora rientrati nel conteggio.

Discrepanze - Dai numeri si può notare che le persone ospedalizzate sono 3'045, mentre quelle decedute sono almeno 973 (ieri erano 900). I dati ufficiali forniti dall'UFSP, soprattutto quelli relativi ai decessi, presentano però delle discrepanze con quelli che provengono direttamente dai cantoni. Questi sono stati raggruppati in una mappa dal dottorando dell'Università di Berna Daniel Probst. E le cifre - aggiornate in tempo reale - alle 13.00 ravvisavano meno contagi (26'097), ma un numero di decessi nettamente più alto (1'213).

263 morti in Ticino - Anche in Ticino le nuove infezioni sembrano aver subito un netto rallentamento rispetto alle scorse settimane. Il nostro cantone - a ogni modo - resta tra le regioni più colpite della Confederazione con 2'927 casi positivi e 263 decessi provocati da Covid-19. Nelle ultime ventiquattro ore si sono però registrati "solamente" quindici nuovi contagi (ieri erano dodici) e cinque decessi. L'incidenza della malattia nel nostro cantone resta tra le più alte della Confederazione (823.6): solo Ginevra ha infatti un numero di contagi più alto con 906.5 casi ogni centomila abitanti. Seguono poi Vaud (616.9), Basilea Città (534) e Vallese (476). Il dato della Confederazione (308 casi per centomila abitanti) è uno dei più alti dell'intero Vecchio Continente.

Ospedalizzazioni - Negli ospedali svizzeri sono ricoverate 3'045 persone tra 0 e i 101 anni con un'età mediana che si assesta sui 71. I ricoveri concernono uomini per il 61% dei casi. «Su 2'649 persone ricoverate con dati completi - precisa l'UFSP - il 13% non aveva malattie preesistenti». L'87% dei pazienti soffriva quindi già di una o più patologie. Ma quali sono le più citate? «La prima è l'ipertensione arteriosa (53%), seguono le malattie cardiovascolari (31%) e il diabete (23%). Tra le persone ricoverate in ospedale, i tre sintomi più presenti sono febbre (66%), tosse (63%) e problemi respiratori (40%). «Il 44% dei casi aveva la polmonite».

Decessi - Finora in Svizzera sono morte 973 persone. L'incidenza in Svizzera è di 113 morti per milione di abitanti. Anche la maggior parte dei decessi riguarda persone di sesso maschile. Gli uomini morti sono infatti 585 (60%), mentre le donne decedute sono 387 (40%). L'età delle vittime varia dai 27 ai 101 anni. L'età mediana dei decessi è di 84. «Su 938 persone decedute con dati completi, il 97% soffriva di una o più malattie preesistenti». Anche qui le patologie più menzionate sono ipertensione arteriosa (65%), le malattie cardiovascolari (56%) e il diabete (27%).

Più di duecentomila test - La Svizzera resta tra i Paesi che fa più tamponi al mondo. «Abbiamo eseguito 202'633 test», precisano le autorità. «Circa il 15% di essi sono risultati positivi».

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@fantasy lo ricordo bene quel periodo del referendum.
Un brutto ricordo hanno invece i famigliari di Alfredo Zardini.

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15/04/2020 | 19:34
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«Impareremo a convivere con il coronavirus»

Il dottor Christian Garzoni spiega che solo il 10% dei ticinesi lo ha contratto per ora. E continuerà a circolare

LUGANO - «Sarà una lunga convivenza quella con il coronavirus». Lo ha dichiarato questa sera Christian Garzoni, direttore sanitario della Clinica Luganese Moncucco, ai microfoni di Radio Ticino. Il medico ha spiegato che il virus «circolerà di più non appena ci sarà un allentamento delle misure. Quindi dobbiamo aspettarci che aumenteranno i casi, sicuramente. E il sistema sanitario farà da “fisarmonica”», con i contagi che aumenteranno e diminuiranno periodicamente.

Oggi, infatti, in Ticino «difficilmente più di una persona su dieci ha contratto il virus». E per arrivare alla cosiddetta "immunità di gregge" «almeno il 60-70% della popolazione nel cantone deve averlo contratto». Insieme ad altri cantoni, quindi, si sta avviando un programma di «mappatura, per capire quante persone sono state contagiate». In ogni caso, il Covid-19 «dovremo lasciarlo circolare - spiega il dottor Garzoni -, in maniera controllata. Impareremo a conviverci».

Se le misure venissero allentate tutte insieme, si rischierebbe che la curva torni ad alzarsi troppo velocemente. «Anche l'allentamento deve pertanto essere misurato e se dovesse tornare “la tempesta”, dovremo essere pronti a stringere nuovamente con le misure».

E sull'immunità? Il direttore sanitario della Clinica Luganese Moncucco fa un po' di chiarezza in merito ai test sierologici: «Se io oggi avessi un risultato positivo al test, vorrebbe dire che il mio sistema immunitario ha contratto il virus. Ma non è ancora dimostrato che quegli anticorpi che ora ho mi proteggono dal ricontrarre la malattia. Inoltre, non si sa quanto dureranno questi anticorpi, per quanto tempo sarò protetto». Per il dottor Garzoni «la corsa al test sierologico è una falsa corsa». E invita: «Aspettiamo dei dati più sicuri e definitivi».

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Ticinesi che non possono stare in astinenza dal far la spesa in Italia!

https://www.cdt.ch/ticino/c-e-chi-ha-gia-provato-a-fare-la-spesa-in-italia-multato-DF2546036

50 fkk: 23 Germania 15 Svizzera 8 Austria 2 Olanda 2 Slovenia
95 Brothels & Night club: Europe (54) Nord America (4) Centro America (2) Sud America (25) Asia (9) Africa (1)

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i ticinesi, pur di andare a comprare in Italia, sono disposti adirittura a perdere quella tipica precisione svizzera, che ormai e' un ricordo lontano

in questi tempi di crisi
meglio essere piu' precisi

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cibo per gatti; mi spiace che in molti siano stati multati

MI SA CHE se la son giocata male,,la svizzera (in futuro prossimo) potrebbe diventare tale e quale alla romania...

Male non fare , paura non avere!

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16/04/2020 | 06:40
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D`altronde io dico , perche mai spendere di piu quando puoi spendere di meno , a parità di offerta

Questa mia personale e sogettiva idea vale sia per le prostitute che per il Cibo , Ristorati e quant altro , dunque personalmente capisco coloro che desiderano andare oltre frontiera con un risparmio che va dal 25% fino anche e oltre il 50%

Personalmente mi trovo bene anche da Lidl , Aldi , Denner ma posso capire che una famiglia magari con 3 figli preferisca andare ove la carne la paghi 25€ al Kg e non 90.-

Suggerirei di leggere un po di Storia del Ticino a chi magari si sente o si pensa cosi tanto diverso o Superiore ai Ticinesi che di fatto per quanto se ne voglia dire non sono poi cosi diversi dagli Italiani

https://www.swissinfo.ch/ita/svizzeri-italiani----o-italiani-svizzeri-/7165712

Ma se possibile rimaniemo gentilmente On Topic

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16/04/2020 | 07:10
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Troppa ansia da Covid-19, l'esperto: «Non state compulsivamente incollati ai social»

Momenti delicati per chi soffre di ansie. Matteo Magni, psicologo e psicoterapeuta: «Ascoltate solo le fonti ufficiali».

«Fate qualcosa di bello – consiglia l'esperto –, guardate un film, leggete un libro». L'invito alle autorità: «Ora la gente ha bisogno di essere confortata».

«Ero già maniaca dell'igiene. Ora mi lavo in continuazione». Parole di Chiara, 36enne del Locarnese. «Io da quando c'è il coronavirus lavoro da casa. E non apro più neanche le finestre», racconta invece Gianluca, 43enne del Mendrisiotto. Sono tempi grami per chi, già di base, soffre d'ansia. La pandemia del Covid-19 sta avendo un effetto devastante su una fetta di popolazione. Non dal punto di vista fisico, bensì psichico. «In alcune situazioni – conferma Matteo Magni, psicologo e psicoterapeuta – questa ansia si trasforma in vera e propria paranoia. In panico».

L'umanità si è ritrovata di fronte a un nemico invisibile e sconosciuto.
«E già questo di per sé giustifica un certo timore da parte della gente. Le misure che sono state prese dalle autorità hanno avuto un impatto estremamente forte sulla vita sociale delle persone. Abbiamo perso i nostri punti di riferimento. È comprensibile essere agitati in una condizione simile. Una "sana" paura può anche salvare delle vite. Ma essere prudenti non deve significare perdere la testa».

Cosa consiglia alle persone particolarmente sensibili?
«Di non stare costantemente e compulsivamente in cerca di informazioni sul tema. Di fare qualcosa di bello. Di guardare un film, di leggere un libro, di stare con i propri figli. E di attenersi alle comunicazioni ufficiali. A quelle delle autorità. Non alle mille ipotesi e speculazioni che circolano sui social network».

A proposito di social, il numero di bufale è praticamente esploso in queste settimane...
«L’ansia rende la mente meno lucida e meno saggia. La conoscenza ci può aiutare ad affrontare la realtà. L'invito è quello di evitare di condividere e diffondere falsi contenuti. Creano solo confusione nella parte di popolazione più fragile. Alcune persone, già nella loro "normalità" sono confrontate con stati di ansia che costano loro parecchia energia».

Queste persone cosa devono fare?
«Gli psicologi sono a loro disposizione. Ma ci sono anche altri servizi gratuiti, che possono dare rassicurazioni importanti, come le apposite hotline istituite per il Covid-19. Consiglierei anche di avere ancora più fiducia nelle istituzioni. E di evitare contatti anche virtuali con persone che portano avanti teorie complottistiche. Attenzione anche a mantenere un buon ritmo con il sonno. È un periodo "senza tempo", in cui è facile tirare tardi e in cui le ore sembrano scorrere in maniera differente. Quando non si dorme abbastanza, subentrano problemi di nervosismo».

Di recente, il medico cantonale Giorgio Merlani, dopo avere comunicato che in Ticino è stato raggiunto il "picco" di contagi, ha fatto i complimenti alla popolazione per come si è comportata finora...
«La gente adesso ha bisogno di qualche certezza, di sentirsi confortata. Ecco perché questo genere di comunicazioni fa bene al morale. Anche per le autorità il compito non è stato facile. Si è scoperto questo virus, solo strada facendo».

Dal punto di vista psicologico, come vede il nostro lento ritorno alla normalità?
«Sarà graduale. La malattia forse non sparirà totalmente. E dovremo continuare a osservare alcune precauzioni, nella nostra quotidianità. Ad avere, ad esempio, più cura della nostra igiene. A non dare la mano a chiunque, dopo avere toccato qualsiasi cosa. Abitudini che, comunque, dovrebbero già essere seguite quando siamo colpiti dalla "normale" influenza stagionale».

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16/04/2020 | 07:15
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Mascherine, disinfettanti e meno contatti. Ecco come si prospetta il futuro

La vita non tornerà come prima almeno per un po', né dal punto di vista sociale né da quello psicologico

LUGANO - Come sarà la vita una volta che verranno allentate le misure per contenere l'epidemia? Di certo la vita non sarà più come quella di prima, questo ce lo dicono gli esperti già da qualche settimana, almeno fino a quando non verrà trovata una cura o un vaccino. Ma cosa cambierà?

Mascherine e disinfettanti - Quello che sembra certo è l'utilizzo delle mascherine, per ora una delle poche armi a disposizione per proteggersi. La conferma arriva direttamente dall'OMS: «Qualche tipo di protezione facciale diventerà la norma» aveva dichiarato domenica il portavoce David Nabarro. E anche Alain Berset si era pronunciato: «Non escludo che in caso di allentamento delle misure si possa consigliare in determinate situazioni l'uso delle mascherine». E in alcuni paesi, come in alcune zone della Cina e dell'Italia, l'uso delle mascherine è ormai diventato d'obbligo. Il problema al momento sembra essere la disponibilità, non proprio capillare.

Così i disinfettanti, insieme alle mascherine, diventeranno i nostri migliori amici. È piuttosto logico pensare che, dove possibile, verranno installati apparecchi elettronici che ci "faciliteranno" la vita, come i dispenser di sapone o disinfettante automatici (così non verrà toccato da tutti, come accade oggi in qualche negozio di alimentari), o ancora le porte che si aprono da sole al passaggio delle persone, per evitare il contatto con la maniglia.

Meno contatti - Una conseguenza piuttosto ovvia sarà la diminuzione di contatti evitabili, in tutti gli ambiti. Durante gli incontri ci si dovrà probabilmente salutare senza abbracci o strette di mano, e le riunioni di lavoro potranno essere effettuate anche a distanza, grazie alla tecnologia, così come il telelavoro. Sono tante le aziende che in questo periodo si sono adattate, scoprendo anche che non sempre sono necessarie le riunioni fisicamente faccia a faccia, o il lavoro in ufficio.

Al momento sembra inevitabile che i luoghi più affollati, come gli stadi o i concerti, saranno gli ultimi a subire un allentamento delle misure. E i contatti, ancora una volta, potranno risultare limitati per le categorie di persone più a rischio, come gli anziani. In Ticino i supermercati si sono già attrezzati per rispettare le norme anti contagio emanate da Berna, dosando il numero di clienti all'entrata, e permettendo agli anziani di fare la spesa entro una fascia di tempo precisa. Verosimilmente queste misure non saranno allentate tanto presto, e anzi, potrebbero essere applicate anche ad altri ambiti e negozi.

Lavarsi le mani - Se bisogna trovare un lato positivo in questa situazione, può essere il fatto che abbiamo imparato a lavarci le mani. Può sembrare assurdo, ma se tutti ci fossimo sempre lavati le mani nel modo corretto, non ci sarebbe stato bisogno di una campagna martellante sull'importanza di lavarsi le mani col sapone. Questa è sicuramente un'abitudine che ci porteremo nel futuro. Anche una pulizia più attenta e meticolosa può aiutare ad evitare il contagio, persino in bagno. È infatti stato dimostrato che il coronavirus può diffondersi anche attraverso le feci. Recenti studi scientifici raccomandano di chiudere sempre la tavoletta del gabinetto quando si tira lo sciacquone, in modo da evitare che le piccole goccioline possano rimanere sulle superfici del bagno. Una copertura che non è sempre disponibile nei bagni pubblici, che però potrebbero presto fare la comparsa.

Responsabilità individuale e malattia - Un altro fatto, che soprattutto i politici continuano a ripetere, riguarda la responsabilità individuale, che resta basilare per la lotta al coronavirus. Chi è affetto da Covid-19 deve assolutamente rispettare la quarantena, mentre a chi è malato viene consigliato di non andare al lavoro. Ai datori di lavoro in Svizzera è stato proprio chiesto di «essere tolleranti nella richiesta del certificato medico, e di chiederlo non prima del quinto giorno».

Compassione e rispetto - Anche se un giorno si potrà tornare ad una vita quasi normale, non bisogna dimenticare la ferita che questa epidemia ha lasciato nelle persone, chi più e chi meno. Alcune zone particolarmente colpite del pianeta hanno subito una perdita considerevole di abitanti, come ad esempio nel Nord Italia, in Spagna o a New York. Le città non saranno più le stesse, ma soprattutto le persone, coloro che hanno perso amici e parenti in questa dura lotta contro l'epidemia. Pian piano si tornerà al lavoro, la vita tornerà forse come prima, ma le persone saranno cambiate.
Il coronavirus ha messo a dura prova tutti, chi per la perdita di amici e famigliari, chi dal punto di vista psicologico e sociale. È per questo che alcune aziende e comuni in tutto il mondo hanno deciso di offrire un aiuto concreto con servizi appositi.

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16/04/2020 | 16:27
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«Non dimentichiamoci di mantenere le distanze»

È in corso a Berna la conferenza stampa del Consiglio federale sulla strategia d'uscita dal lockdown.

Il periodo di transizione prevede attualmente tre tappe. La prima è prevista per il prossimo 27 aprile.

BERNA - Il lockdown resta in vigore fino al prossimo 26 aprile. E poi cosa succederà? Si tornerà gradualmente alla normalità, come stabilito oggi dal Consiglio federale: una riapertura in tre tappe, che - lo auspica il Governo federale - deve avvenire in maniera coordinata su tutto il territorio elvetico. Ne parlano in conferenza stampa la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga, e i consiglieri federali Alain Berset e Guy Parmelin.

«Le misure adottate stanno funzionando, la diffusione del virus è rallentata: è una buona notizia» esordisce Sommaruga, che annuncia un'altra buona notizia: il graduale allentamento delle misure, a partire dal prossimo 27 aprile. Ma si vuole evitare che la curva dei contagi ricominci a salire, per questo l'invito è di continuare a seguire le raccomandazioni sulla distanza sociale e sulle norme igieniche. La strategia d'uscita prevede già le prime tre fasi. Questo dà a tutti di avere una prospettiva. «La transizione ha inizio» afferma Berset, che sottolinea: «Se ora possiamo compiere questo passo è perché le misure adottate sono state rispettate. Ma non dimentichiamo di continuare a mantenere le distanze e di rispettare le norme igieniche».

Ospedali, fai da te e parrucchieri - La prima tappa riguarda in particolare parrucchieri, saloni per massaggi e di bellezza, che potranno riprendere la loro attività a partire dal prossimo 27 aprile. La riapertura vale anche per i centri del fai da te e di giardinaggio, e per i negozi di fiori. Ma dovranno presentare un convincente concetto per la protezione di personale e dipendenti, spiega Sommaruga. Anche gli ospedali potranno ritornare a effettuare interventi non urgenti. E potranno ricominciare i trattamenti ambulatoriali. Si parla anche di funerali, che saranno aperti alla cerchia familiare (non più alla sola stretta cerchia familiare).

A scuola dall'11 maggio - Se l'andamento della pandemia lo permetterà, a partire dall'11 maggio potranno poi riaprire le scuole obbligatorie e tutti gli altri negozi.

Terza fase dall'8 giugno - All'8 giugno toccherà invece alle alle scuole post-obbligatorie e alle università, come pure ai musei, agli zoo e alle biblioteche. E a questo punto si parla anche di un graduale allentamento del divieto di assembramenti. «Le prime due tappe saranno messe in atto senza la possibilità di effettuare un vero e proprio monitoraggio, ma poi sarà assolutamente necessario analizzare la situazione e le conseguenze delle riaperture» spiega Berset. Verso la fine di maggio si potrà poi decidere se la terza fase potrà partire davvero il prossimo 8 giugno.

I grandi eventi - Il Consiglio federale intende analizzare a fondo la situazione, in particolare sull'organizzazione dei grandi eventi ancora in programma. E sarà quindi presa una decisione anche su questo tema. «Oggi non è ancora possibile parlare dei mesi estivi». È comunque chiaro che, afferma Berset, i grandi eventi rientreranno in una delle ultime fasi per il ritorno alla normalità. In altri paesi i grandi eventi sono già stati vietati fino alla fine di agosto.

Le mascherine? «Non è proibito indossarle» - Berset parla anche delle mascherine: indossarle o meno? La questione è dibattuta da settimane. Ma il ministro ricorda che le decisioni del Consiglio federale si basano sempre su esperti e studi scientifici. E mantiene la linea secondo cui la mascherina serve agli operatori sanitari e ai malati. Comunque afferma che non è proibito indossarle. E che un obbligo sarà verosimilmente introdotto per le attività che prevedono contatti personali, per esempio i parrucchieri.

L'attestato nonostante il virus - Si parla anche di formazione professionale, che quest'estate in Svizzera si concluderà per circa 75'000 giovani. Giovani che - se disporranno delle competenze richieste - potranno ottenere un attestato federale di capacità o un certificato federale di formazione pratica riconosciuto dal mercato del lavoro, nonostante il coronavirus. Questo grazie all'accordo raggiunto lo scorso 9 aprile dai partner della formazione professionale e oggi adottato dal Consiglio federale. Per il lavoro pratico ogni formazione professionale di base selezionerà un'unica variante realizzabile in tutta la Svizzera, mentre gli esami saranno sostituiti dai voti scolastici.

Venti milioni per la ricerca - Per combattere la crisi del coronavirus in Svizzera, il Consiglio federale ha deciso di puntare anche sulla ricerca e ha lanciato il programma “Covid-19”, che durerà 24 mesi e sarà finanziato con venti milioni di franchi prelevati da fondi esistenti. «In ambito biomedico e clinico - spiega il Governo federale - servono urgentemente studi che permettano d'identificare modalità di trasmissione ed effetti del virus, nonché di mettere a punto trattamenti (misure diagnostiche e terapeutiche) per combatterlo».

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"Ospedali, fai da te e parrucchieri - La prima tappa riguarda in particolare parrucchieri, saloni per massaggi e di bellezza, che potranno riprendere la loro attività a partire dal prossimo 27 aprile."
Saloni per massaggi riaperti il 27 aprile. 😁

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17/04/2020 | 07:16
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Gli annunci sono attivi, ma le prostitute no

Sui portali a luci rosse sono ancora diverse le inserzioni. Ma a quei numeri non risponde nessuno

LUGANO - A qualcuno la solitudine da Covid potrebbe stare stretta. E potrebbe così "scivolare" sui noti portali che offrono "compagnia" a pagamento. Su questi d'altra parte, mentre i locali blasonati sottolineano la chiusura per coronavirus, alcune indipendenti che svolgono l'esercizio della loro professione in appartamento sembrano ancora attive.

Tuttavia, contattando i singoli numeri, si ottiene come risposta solo ed esclusivamente la voce della segreteria telefonica. Insomma, sembra che nessuna ragazza stia trasgredendo alle regole, come ci confermano d'altra parte dalla Polizia Cantonale. «Sono stati effettuati dei controlli e finora non sono state riscontrate violazioni», assicurano. Gli annunci ancora presenti? «Hanno scadenza di pubblicazione mensile. Quindi la presenza dell’annuncio non deve far automaticamente pensare che la persona sia “attiva”», sottolineano ancora.

A dire il vero in tutto questo silenzio una voce, tra tutti quei numeri, risponde ancora. Ma l'incontro non è comunque possibile: «Un massaggio? No tesoro. Come leggi nell'annuncio - spiega la procace lucciola - sono disponibile solo per video chiamate erotiche. Sai, anche noi dobbiamo proteggerci».

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17/04/2020 | 07:22
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Coronavirus, l'allentamento in tre fasi. "Ecco chi può riaprire il 27 aprile. L'11 maggio riaprono le scuole dell'obbligo"
Ecco la strategia del Consiglio Federale. Il 27 aprile aprono parrucchieri, centri commerciali, estetici e riprendono le attività negli ospedali. Seconda e terza fase l'11 maggio e 8 giugno

BERNA – Il 27 aprile 2020 gli ospedali potranno di nuovo effettuare tutti gli interventi, anche quelli non urgenti, e gli studi medici ambulatoriali, i parrucchieri, i saloni di massaggio e i centri estetici potranno riprendere la loro attività. Potranno inoltre riaprire i centri commerciali del fai da te e di giardinaggio, i negozi di giardinaggio e i fiorai. Per farlo dovranno tuttavia garantire la sicurezza dei clienti e dei lavoratori. Questo è quanto ha deciso il Consiglio federale nella sua seduta del 16 aprile. Se la situazione epidemiologica lo consentirà, l’11 maggio è prevista la riapertura delle scuole dell’obbligo e dei negozi. L’8 giugno saranno riaperti le scuole medie superiori, professionali e universitarie, i musei, i giardini zoologici e le biblioteche. Il Consiglio federale ha inoltre precisato la protezione dei lavoratori particolarmente a rischio.

Tenuto conto dell'evoluzione epidemiologica e delle raccomandazioni degli esperti, il Consiglio federale allenta dal 27 aprile i provvedimenti per proteggere la popolazione dal nuovo coronavirus. Per garantire la certezza nella pianificazione, rende inoltre note le fasi del processo di allentamento previste fino all'inizio di giugno.

Per stabilire il Consiglio federale ha tenuto conto di diversi fattori di rischio. Tra questi figurano l'aumento dei contatti ravvicinati e del flusso di persone, il numero delle persone a rischio interessate e la possibilità di adottare provvedimenti di protezione. Il Consiglio federale ha inoltre valutato l'utilità per l'economia delle singole fasi di allentamento.

Proteggere la popolazione e contenere il danno economico

Con la sua strategia di allentamento, il Consiglio federale persegue diversi obiettivi. Intende innanzitutto continuare a proteggere in via prioritaria la salute della popolazione e in particolare quella delle persone più a rischio. L'allentamento dei provvedimenti sarà accompagnato dall'elaborazione e attuazione di piani di protezione che possono prevedere, a seconda del settore, la raccomandazione o l'obbligo di usare mascherine igieniche. Un altro obiettivo è contenere il più possibile il danno economico e ridurre dove possibile le limitazioni dei diritti fondamentali. La strategia deve essere attuata in modo unitario su tutto il territorio nazionale tenendo conto dei provvedimenti attuati nei Paesi limitrofi.

Prima fase: 27 aprile 2020

Nella prima fase, che inizierà il 27 aprile, il Consiglio federale allenterà i provvedimenti per le strutture che prevedono soltanto un numero limitato di contatti diretti, in cui è possibile attuare in modo semplice i piani di protezione e che non generano un forte flusso di persone. Saranno allentati i provvedimenti nel settore medico stazionario. Gli ospedali potranno nuovamente effettuare tutti gli interventi, anche quelli non urgenti. Lo stesso vale per gli studi medici ambulatoriali che potranno riprendere la loro normale attività. Rientrano in questa categoria anche gli studi di medicina dentaria, di fisioterapia e di massaggi medici. In questo modo si vogliono evitare anche le conseguenze negative della rinuncia a trattamenti ed esami medici.

Potranno riaprire, oltre agli esercizi che forniscono prestazioni alla persona con contatto corporeo, quali i parrucchieri, i saloni di massaggio, gli studi di tatuaggio e i centri estetici, anche i centri commerciali del fai da te e di giardinaggio, i negozi di giardinaggio e i fiorai. Non saranno inoltre più soggetti al divieto di esercizio le strutture aperte al pubblico senza un servizio al cliente, quali gli impianti di autolavaggio self-service. Infine è revocata la limitazione alla stretta cerchia famigliare per le cerimonie funebri.

Il 27 aprile saranno inoltre levate le restrizioni dell'offerta nei negozi di generi alimentari, che potranno nuovamente vendere anche gli articoli esposti che non rientrano tra i beni di prima necessità.

Seconda e terza fase: 11 maggio e 8 giugno 2020

In una seconda fase, che scatterà l'11 maggio, è prevista la riapertura delle scuole dell'obbligo, dei negozi e dei mercati. Il Consiglio federale deciderà in merito nella seduta del 29 aprile. L'8 giugno è prevista la ripresa delle attività presenziali nelle scuole medie superiori, professionali e universitarie. A partire da quella data potranno riaprire anche le strutture ricreative e per il tempo libero, quali i musei, le biblioteche, i giardini botanici e zoologici; potrà inoltre essere allentato il divieto di assembramento. I dettagli di questa terza fase saranno stabiliti nella seduta del 27 maggio. Il Consiglio federale non ha ancora preso decisioni in merito a ulteriori fasi. A partire da quando potranno nuovamente svolgersi manifestazioni con un grande afflusso di pubblico sarà oggetto di una prossima seduta.

Fasi decise in base all'evoluzione epidemiologica

Il passaggio da una fase a quella successiva dipenderà dall'evoluzione dell'epidemia e sarà avviato soltanto se non si registrerà un forte aumento dei casi di COVID-19. Tra le singole fasi dovrà trascorrere un tempo sufficiente per monitorare gli effetti dell'allentamento dei provvedimenti. I criteri di valutazione sono i nuovi casi d'infezione, il numero di ricoveri in ospedale, il numero di decessi e il tasso di occupazione dei posti letto ospedalieri.

Non appena si registrerà un calo sufficiente dei casi di contagio, i Cantoni riprenderanno a tracciarli in modo sistematico: le persone infette dovranno essere individuate, curate e isolate tempestivamente. Per prevenire ulteriori infezioni, dovranno essere ricostruite le catene di trasmissione. A tal fine saranno sviluppati un'ampia strategia di test, un piano di tracciamento dei contatti e un'app che informerà se si è entrati in contatto con una persona infetta. Le regole d'igiene e di distanziamento resteranno d'importanza fondamentale e dovranno essere rispettate anche in futuro. Le persone particolarmente a rischio dovranno per quanto possibile continuare a restare a casa.

Protezione dei lavoratori particolarmente a rischio

La graduale ripresa delle attività di determinati fornitori di servizi e imprese deve andare di pari passo con la protezione integrale dei lavoratori particolarmente a rischio. Il Consiglio federale ha perciò precisato la definizione sia di questa categoria di persone sia delle misure di protezione necessarie.

Il datore di lavoro è tenuto a permettere ai lavoratori particolarmente a rischio di adempiere da casa gli obblighi lavorativi, se necessario assegnando loro un lavoro alternativo. Qualora fosse indispensabile la loro presenza in sede, il datore di lavoro deve proteggerli adeguando le procedure interne o la loro postazione di lavoro.

I lavoratori particolarmente a rischio possono rifiutare un lavoro assegnato loro se considerano troppo elevati i rischi per la propria salute. Se non è possibile farli lavorare da casa o in sede, il datore di lavoro li pone in congedo con continuazione del pagamento dello stipendio. In questi casi può esigere un certificato medico che attesti l'appartenenza del lavoratore alla categoria delle persone particolarmente a rischio.

In considerazione della situazione epidemiologica che si registra sul territorio ticinese, il Consiglio federale ha inoltre autorizzato il Cantone Ticino a prolungare fino al 26 aprile le limitazioni ordinate in determinati settori dell'economia.

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17/04/2020 | 10:24
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Coronavirus in Ticino: altri 24 casi e un morto

Anche i dati odierni confermano il rallentamento della pandemia nel nostro cantone

BELLINZONA - Continuano a restare bassi i numeri dei contagi in Ticino: nelle ultime ventiquattro ore - come si evince dai dagli odierni dati forniti dallo Stato maggiore cantonale di condotta - nel nostro cantone sono infatti stati riscontrati 24 nuovi casi positivi, portando il numero complessivo dei malati a 2'977. È da diversi giorni che l'aumento dei contagi si mantiene sotto i 30 casi al giorno.

I decessi legati al Covid-19 sono invece arrivati a 270, con una sola vittima in più rispetto a ieri. Nel frattempo dalle strutture ospedaliere ticinesi dedicate al Covid-19 sono stati dimessi altri 12 pazienti, per un totale di 580 persone.

Verso la normalità - Il lento miglioramento della situazione a livello nazionale ha spinto il Consiglio federale a elaborare una strategia d'uscita dal lockdown, presentata ieri a Berna. Si tratta di una strategia che per ora prevede tre tappe. La prima è prevista per il prossimo 27 aprile, quando potranno riaprire attività come parrucchieri e centri del fai-da-te. E anche gli ospedali potranno riprendere gli interventi non urgenti. Resta comunque valida la raccomandazione di rimanere in casa.

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17/04/2020 | 12:58
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Coronavirus: in Svizzera aumenta il numero di nuovi casi

Nelle ultime 24 ore sono stati 346. Dall'inizio della pandemia si conta un totale di 27'078 contagi confermati.

BERNA - Aumentano i nuovi contagi in Svizzera: nelle ultime 24 ore sono 346 le persone che sono risultate positive al nuovo coronavirus. Lo si evince dai dati odierni dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). Ieri il numero di nuovi casi si fermava a 315, tra martedì e mercoledì a 260. La situazione è comunque giudicata stabile. Il numero dei nuovi decessi si attesta a 42, raggiungendo un totale di 1'059.

Dall'inizio della pandemia, in Svizzera e nel Liechtenstein si contano complessivamente 27'078 contagi confermati da un test. Le analisi effettuate sono state finora 211'400, pari a un 15% di positivi. Stando ai dati ufficiali sui contagi, l'incidenza della malattia è di 315 persone colpite ogni 100mila abitanti.

In Ticino, come reso noto stamani dallo Stato maggiore cantonale di condotta, il numero complessivo dei contagi è salito a 2'977: si tratta di 24 nuovi casi. Nelle ultime ventiquattro ore nel nostro cantone è inoltre stato registrato un solo decesso. E i pazienti dimessi sono arrivati a quota 580.

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17/04/2020 | 15:42
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«Saranno sottoposte al tampone tutte le persone con sintomi influenzali»

Ha avuto luogo a Berna un infopoint sulla situazione coronavirus in Svizzera.

In Ticino il lavoro ridotto è stato richiesto per la metà degli occupati. Dalla metà di marzo a livello nazionale si contano 33'000 disoccupati in più.

BERNA - In Svizzera già da diversi giorni la diffusione del coronavirus ha subito un rallentamento (oggi si registrano 346 nuovi casi accertati e altri 42 decessi). E ieri il Consiglio federale ha annunciato le prime tre tappe della strategia d'uscita dal lockdown. Insomma, si guarda con ottimismo a un lento ritorno alla normalità. Oggi a Berna autorità di diversi settori hanno fatto il punto della situazione.

«Pericolo non ancora scampato» - «Siamo arrivati oggi a quasi 27'000 casi in Svizzera. La curva si è appiattita molto velocemente, ma non siamo ancora usciti dal pericolo: c'è ancora il rischio che i contagi aumentino e che si registrino altri casi gravi» afferma Daniel Koch, delegato dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) per il Covid-19. E ricorda: «È una malattia che colpisce anche persone giovani». Koch precisa inoltre che non c'è ancora la certezza che i bambini siano meno soggetti al virus, pertanto è tuttora sconsigliato affidarli ai nonni.

E per quanto riguarda gli over 65, l'invito resta quello di evitare contatti. Ma questo non significa che non si debbano rinchiudere in casa: non è proibito fare una passeggiata nelle vicinanze di casa, dice Koch. Si sta inoltre valutando se in alcuni cantoni sia possibile allentare il divieto di visite nelle case anziani.

Nel momento in cui a livello nazionale si registreranno meno di cento nuovi casi accertati al giorno - spiega l'esperto - si potrà tornare a ricostruire la filiera del contagio, in modo da mettere in quarantena le persone a rischio. Una procedura, questa, che non può essere seguita con un numero più elevato di contagi: per ogni persona malata, vanno messe in quarantena dalle cinquanta alle cento persone. Inoltre nei prossimi giorni saranno adattati i criteri per l'esecuzione dei test: saranno sottoposte al tampone tutte le persone con sintomi influenzali. Questo sarà possibile, in quanto sono disponibili test a sufficienza.

La ristorazione? - Dopo le decisioni del Consiglio federale sull'uscita dal lockdown, sono molti gli interrogativi ancora aperti, dice Koch. E sottolinea che nel settore gastronomico, non ancora interessato da una riapertura, c'è attualmente malcontento. «Bisogna essere consapevoli del fatto che nel momento in cui nel settore si introdurranno degli allentamenti, bisognerà comunque fare i conti con delle restrizioni». Le decisioni della Confederazione si basano comunque sulla possibilità di mantenere le distanze sociali. «Ma ci chineremo ancora sulla questione».

Mascherine per tutti? - Koch parla anche delle mascherine di protezione, che sarebbero sufficienti: la Confederazione ne possiede attualmente circa 20 milioni di esemplari, e altri 100 milioni saranno presto forniti. «Ma la Confederazione non ha previsto d'immagazzinare mascherine per tutta la popolazione».

Il mercato del lavoro - Boris Zürcher, capo della Direzione del lavoro (SECO), dice che si sta facendo un notevole ricorso al lavoro ridotto. Una misura che attualmente permette di evitare un forte aumento della disoccupazione. Anche se comunque il fenomeno è in aumento: dalla metà di marzo in Svizzera si contano 33'000 disoccupati in più e siamo a quota 151'000. Per quanto riguarda il lavoro ridotto, 167'000 richieste sono state presentate per oltre un milione d'impiegati. «Si tratta delle richieste, che vengono autorizzate se sono rispettate le condizioni». Non è comunque al momento noto quante siano quelle approvate. In Ticino la richiesta è stata fatta per il 52% degli occupati.

La protezione del personale - Per quanto riguarda la strategia d'uscita stabilita dalla Confederazione, Zürcher spiega che le attività che intenderanno riaprire dovranno presentare un concetto per la protezione del personale. Il rispetto di tale condizione dovrà essere verificato dalle autorità cantonali. L'obiettivo, in ogni caso, è di evitare un nuovo aumento dei contagi in Svizzera. In determinati settori potrebbe essere introdotto un obbligo di mascherina. Ma bisogna saperle utilizzare: per questo motivo la prossima settimana la Confederazione presenterà un tutorial video per l'utilizzo delle mascherine, aggiunge Koch.

Sulla formazione professionale - Rémy Hübschi, vicedirettore della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI), prende la parola per parlare della formazione professionale. Ieri il Consiglio federale ha infatti approvato un'ordinanza relativo a tale ambito, per quanto riguarda la conclusione delle formazioni in corso per 75'000 giovani. Per il lavoro pratico ogni formazione professionale di base selezionerà un'unica variante realizzabile in tutta la Svizzera, mentre gli esami saranno sostituiti dai voti scolastici. Per chi intende iniziare una formazione, in genere quello attuale è il periodo in cui avvengono i reclutamenti: «I numeri sono in calo, non sorprende visto che le attività sono ferme».

Quasi 6'000 militi della protezione civile sul campo - Il vicedirettore dell’Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP), Christoph Flury, fornisce i numeri sull'impiego della protezione civile sul territorio elvetico a sostegno del settore sanitario. Si tratta attualmente di 5'800 militi, la maggior parte nella Romandia. L'impiego è previsto in particolare nelle residenze per anziani. «L'obiettivo è che sia sempre disponibile il numero necessario di membri della protezione civile». Sono molti i militi che si mettono a disposizione spontaneamente.

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Sta diventando un telegiornale sto topic..

Il Signore del NRW e del Brasile.
Voi parlate, io scopo. Acapulco Uber Alles

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12^ - Una figa è come un auto: non conta quanti cavalli ha, ma chi c’è dietro al volante
13^ - La migliore scopata è sempre la prossima
14^ - Tanti nemici tanto onore
15^ - Non è tanto chi sono, ma quello che faccio che mi qualifica
16^ - L'Acapulco una scuola di pensiero
17^ - Io sono già stato quello che voi siete, ma non so se voi sarete mai quello che io sono ora
18^ - L'FKK come stile di vita
19^ - Chi dice che una cosa è impossibile non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo
20^ - La figa ha le sue ragioni misteriose che la ragione non conosce

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bé se sto Topic stà diventando un telegiornale !!! non direi...ci sono delle info e direttive che sono interessanti per le varie fasi di eventuali riaperture, poi di questi tempi visto che tutti i locali sono chiusi al posto di sentire le solite ...tiratere....della TV o di giornali , Fantasy con i suio scritti...mi sofferemerei su ...Annunci attivi , ma le prostitute no.... ci sono gli annunci presenti , con numeri delle ragazze in appartamenti, ma risponde la segreteria telefonica, difatti le ragazze sono anche loro fuori uso ...peropero la mia curiosità di un chiamata, sempre non corrisposta, dopo qualche minuto il mio telefono squilla, avevo chiamato con il numero aperto... risposta la signorina é in diretta e mi spiega la situazione.... risponde che potrebbero essere attive dal 27 di aprile, perché anche nell'ultima conferenza da Bellinzona nei vari divieti del pacchetto che comprendevano delle direttive su vari campi compresi i locali erotici, questo é in vigore fino al prossimo 27.......quindi lasciamoci sorprendere settimana prossima cosa ne sarà, perché anche quelle degli appartamenti lavorano solo a contatto con il cliente, a differenza dei locali dove all'interno oltre ai baristi ragazze e clienti si troverebbero a contatto troppe persone.... affaire à suivre .. ....

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18/04/2020 | 10:41
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«Stiamo facendo tutto il possibile per evitare una battuta d'arresto»

La presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga difende l'approccio scelto dal Consiglio federale.

L'allentamento sarà infatti progressivo e la situazione sarà costantemente monitorata: «Vogliamo ridurre il più possibile le limitazioni per la popolazione e i danni all'economia».

BERNA - La presidente Simonetta Sommaruga ha difeso l'approccio del Consiglio federale per un progressivo allentamento delle misure adottate per far fronte alla crisi del coronavirus. «Stiamo facendo tutto il possibile per evitare una battuta d'arresto», ha detto in un'intervista pubblicata oggi dalla "Neue Zürcher Zeitung".

«Allentiamo dove la protezione è possibile», ha aggiunto. Se la popolazione rispetta le misure di distanza e di igiene, non ci saranno ricadute. «Vogliamo evitare a tutti i costi ulteriori aggravamenti. Questo sarebbe lo scenario peggiore», ha aggiunto precisando che comunque nessuno può dare garanzie.

«Dopo l'11 maggio, ci sarà un periodo più lungo senza alcun allentamento. In questo lasso di tempo analizzeremo gli effetti che le prime due fasi di apertura avranno sull'andamento dell'epidemia», ha proseguito Sommaruga. Il Consiglio federale è aperto a proposte per un ulteriore attenuazione delle restrizioni, ma l'attuazione delle misure di sicurezza deve essere convincente.

Il Consiglio federale cerca di «ridurre il più possibile le limitazioni per la popolazione e i danni all'economia». La difficoltà è la stessa che nel resto del mondo: «Consiste nel fatto che ci sono molte incognite. Non c'è nessun vaccino. Non ci sono farmaci per il momento per combattere il virus», ha detto. Le misure di protezione rimangono quindi centrali. «Dobbiamo monitorare costantemente la situazione. Ecco perché l'approccio graduale», ha detto Sommaruga.

In un'intervista al quotidiano romando "Le Temps", ha sottolineato come la pandemia abbia messo in evidenza ancora una volta la dipendenza della Svizzera dall'estero. "Dobbiamo ridurre la nostra dipendenza per le attrezzature mediche e l'energia", ha detto Sommaruga.

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18/04/2020 | 11:12
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Covid-19 in Ticino: altri 17 casi e sette decessi

Anche i dati odierni confermano il rallentamento della pandemia nel nostro cantone

Si tratta del quinto giorno consecutivo sotto i 30 contagiati. I morti salgono a 277. Le persone dimesse dagli ospedali sono invece 606.

BELLINZONA - Il numero dei nuovi contagiati in Ticino continua a rimanere basso. Il trend, iniziato il giorno di Pasquetta (+31 casi), è proseguito per tutta la settimana. Martedì si è registrato il numero minore d'infezioni da diverso tempo a questa parte: dodici. Nei giorni successivi l'aumento dei contagi è rimasto sotto i 30 al giorno (15/26/24).

Un dato questo confermato anche oggi. Nelle ultime ventiquattro ore infatti - come si evince dai consueti dati forniti dallo Stato maggiore cantonale di condotta - nel nostro cantone sono stati riscontrati diciassette nuovi casi positivi, portando il numero complessivo dei malati a 2'994. I decessi legati al Covid-19 sono invece arrivati a 277, con sette persone in più che purtroppo non ce l'hanno fatta. Nel frattempo dalle strutture ospedaliere ticinesi dedicate al Covid-19 sono stati dimessi altri 26 pazienti, per un totale di 606 persone.

Verso la normalità - Il lento miglioramento della situazione a livello nazionale ha spinto il Consiglio federale a elaborare una strategia d'uscita dal lockdown, presentata giovedì a Berna e che oggi è stata difesa dalla presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga. L'approccio per ora prevede tre tappe. La prima, prevista per il prossimo 27 aprile, coincide con il via libera alla riapertura per attività come parrucchieri e centri del fai-da-te. «Allentiamo dove è possibile proteggersi», spiega la Ministra socialista precisando che il Governo «sta facendo di tutto per evitare una battuta d'arresto». In Svizzera, ricordiamo, i casi confermati di Covid-19 (dati dell'UFSP) sono 27'078, mentre i decessi sono almeno 1'059. Anche nella Confederazione, come in Ticino, la pandemia sembra dunque rallentare. Restano comunque valide tutte le raccomandazioni precedenti: ovvero stare a casa il più possibile, rispettare le distanze sociali e le regole d'igiene.

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18/04/2020 | 13:17
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La pandemia rallenta: 326 nuovi casi in Svizzera

La situazione è considerata stabile ma Daniel Koch invita la popolazione a tenere un comportamento responsabile.

Dall'inizio della pandemia si conta un totale di 27'404 contagi e almeno 1'111 vittime confermate. I pazienti attualmente ricoverati in ospedale sono 3'257

BERNA - Aumentano i nuovi contagi in Svizzera: nelle ultime 24 ore sono 326 le persone che sono risultate positive al nuovo coronavirus. Lo si evince dai dati odierni dell'Ufficio federale della sanità pubblica. Ieri il numero di nuovi casi si fermava a 346, tra mercoledì e giovedì a 315. La situazione è comunque giudicata «stabile» dalle autorità sanitarie. Dall'inizio della pandemia, in Svizzera e nel Liechtenstein si contano complessivamente 27'404 contagi confermati da un test. Le analisi effettuate sono state finora 216'400, pari a un 15% di positivi. «Più tamponi positivi o negativi - precisano le autorità sanitarie elvetiche - possono essere fatti per la stessa persona».

Daniel Koch, delegato dell'UFSP per la pandemia Covid-19, invita comunque la popolazione a rispettare le regole e rimanere a casa anche con il bel tempo. «La curva è scesa e si è appiattita rapidamente. Non è neppure salita come si era temuto inizialmente», precisa l'ex responsabile della Divisione malattie trasmissibili. «Ma siamo ancora ben lontani dall'essere fuori pericolo», avverte Koch. Secondo il delegato infatti «dal punto di vista epidemiologico c'è ancora un grande pericolo che si contagino più persone e che si verifichino altri casi gravi». Casi gravi che possono provocare la morte del paziente. E solo oggi si attestano 52 nuovi decessi che portano il totale a 1'111.

Discrepanze - I dati ufficiali forniti dall'UFSP, soprattutto quelli relativi ai decessi, presentano però delle discrepanze con quelli che provengono direttamente dai cantoni. Questi sono stati raggruppati in una mappa dal dottorando dell'Università di Berna Daniel Probst. E le cifre - aggiornate in tempo reale - alle 12.00 ravvisavano un po' meno contagi (27'044), ma un numero di decessi nettamente più alto (1'344).

277 morti in Ticino - Anche in Ticino le nuove infezioni sembrano aver subito un netto rallentamento rispetto alle scorse settimane. Il nostro cantone - a ogni modo - resta tra le regioni più colpite della Confederazione con 2'994 casi positivi e 277 decessi provocati da Covid-19. L'incidenza della malattia in Ticino resta tra le più alte della Confederazione (841.7): solo Ginevra ha infatti un numero di contagi più alto con 944.2 casi ogni centomila abitanti. Seguono poi Vaud (636.6), Basilea Città (544.8) e Vallese (492.2). Il dato svizzero - 319 casi per centomila abitanti - è uno dei più alti dell'intero Vecchio Continente.

Ospedalizzazioni - Negli ospedali svizzeri sono ricoverate 3'257 persone tra 0 e i 101 anni con un'età mediana che si assesta sui 72. I ricoveri concernono uomini per il 61% dei casi. «Su 2'489 persone ricoverate con dati completi - precisa l'UFSP - il 13% non aveva malattie preesistenti». L'87% dei pazienti soffriva quindi già di una o più patologie. Ma quali sono le più citate? «La prima è l'ipertensione arteriosa (52%), seguono le malattie cardiovascolari (32%) e il diabete (23%). Tra le persone ricoverate in ospedale, i tre sintomi più presenti sono febbre (66%), tosse (63%) e problemi respiratori (40%). «Il 44% dei casi aveva la polmonite».

Decessi - Finora in Svizzera sono morte 1'111 persone. L'incidenza in Svizzera è di 129 morti per milione di abitanti. Anche la maggior parte dei decessi riguarda persone di sesso maschile. Dei deceduti, il 60% erano uomini e 40% donne. L'età delle vittime varia dai 27 ai 104 anni. L'età mediana dei decessi è di 84. «Su 1'071 persone decedute con dati completi, il 97% soffriva di una o più malattie preesistenti». Anche qui le patologie più menzionate sono ipertensione arteriosa (64%), le malattie cardiovascolari (56%) e il diabete (27%).

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19/04/2020 | 10:16
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«In Ticino si muore otto volte di più»

Il paragone con la Svizzera tedesca è impietoso: il tasso nel nostro cantone è di 53.5 decessi ogni 100'000 abitanti.

Il numero dei morti ticinesi corrisponde al 17% delle vittime a livello nazionale.

BERNA - Il Coronavirus ha colpito in modo molto diverso le varie regioni del paese: in Ticino il tasso di mortalità è di 53,5 decessi ogni 100'000 abitanti, il doppio della Romandia e otto volte tanto rispetto alla Svizzera tedesca. Questo spiega anche il diverso approccio alle misure decretate dal Consiglio federale, afferma il SonntagBlick.

In Ticino, dove risiedono 350'000 abitanti, pari a circa il 5% del totale della popolazione, i decessi rappresentano il 17% delle vittime registrate a livello nazionale. I cantoni francofoni totalizzano il 26% della popolazione svizzera, ma ben il 49% dei decessi, stando alle cifre dell'Ufficio federale della sanità pubblica. Le vittime registrate nelle regioni di lingua tedesca (60% della popolazione) invece sono il 34%.

Calcolata in base al numero di abitanti, la mortalità a sud delle Alpi è di 53,5 decessi ogni 100'000 abitanti, in Romandia di 24,7, mentre nella Svizzera tedesca è solo del 6,2, un tasso simile a quello registrato in Germania e Austria.

I confronti tra i diversi paesi e le regioni svizzere vanno presi con cautela, perché i dati non vengono raccolti allo stesso modo e non sempre vengono effettuati test Covid-19 dopo la morte, spiega il domenicale. Ad esempio, i cantoni di Ginevra e Berna eseguono un'autopsia in casi sospetti, Zurigo e Ticino no.

Il numero di test effettuati però da solo non spiega queste differenze. È chiaro che il virus ha colpito in maniera molto diversa, aggiunge il SonntagsBlick che ha interrogato alcuni specialisti sull'opportunità di adattare maggiormente le misure di protezione in base alla situazione delle singole regioni. Andreas Cerny, esperto in malattie infettive, direttore dell'Epatocentro alla Clinica Moncucco e professore all'Università di Berna, si dice favorevole e spera che il Ticino continui a seguire l'esempio della Lombardia, dove la serrata è ancora in vigore, e non il piano di uscita di Berna. Olivia Keiser dell'Università di Ginevra è più critica: "Sarebbe difficile comunicare e mettere in pratica le misure se ogni cantone andasse per la sua strada. Inoltre, vi è il pericolo che diverse misure diverse aumentino la mobilità tra le regioni."

Secondo Keiser, il fattore tempo ha giocato un ruolo decisivo nel diverso tasso di mortalità: "In Ticino e nella Svizzera romanda l'epidemia è iniziata prima. La Svizzera tedesca aveva quindi un vantaggio" e le misure di protezione hanno evitato danni maggiori. Il Ticino inoltre è fortemente influenzato dalla vicinanza con la Lombardia e ha una popolazione è più anziana che nel resto della Svizzera, quindi più a rischio.

A Vaud e Ginevra però il numero di anziani non è superiore alla media, quindi non si spiega come mai la mortalità sia più elevata. "Vorremmo avere una risposta, non lo sappiamo con certezza", ha ammesso Jacques-André Romand, medico cantonale di Ginevra che ha abbozzato un'ipotesi. "Molti ginevrini hanno radici italiane e mantengono stretti contatti con il nord Italia", quindi è possibile che il virus sia stato introdotto da oltre confine. Probabilmente anche il carattere internazionale della città di Calvino è stato un fattore determinante, così come il traffico di confine con la Francia.

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19/04/2020 | 12:43
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336 nuovi contagi in Svizzera: il totale sale a 27'740

La situazione delle nuove infezioni è considerata stabile, ma non bisogna abbassare la guardia.

Dall'inizio della pandemia ci sono stati almeno 1135 decessi provocati dal Covid-19. I pazienti attualmente ricoverati in ospedale sono 3'271.

BERNA - Aumentano i nuovi contagi in Svizzera: nelle ultime 24 ore sono 336 le persone che sono risultate positive al nuovo coronavirus. Lo si evince dai dati odierni dell'Ufficio federale della sanità pubblica. Ieri il numero di nuovi casi si fermava a 326, tra giovedì e venerdì a 346. La situazione è comunque giudicata «stabile» dalle autorità sanitarie. Dall'inizio della pandemia, in Svizzera e nel Liechtenstein si contano complessivamente 27'740 contagi confermati da un test. I nuovi decessi si attestano invece a 24 che portano il totale a 1'135. Le analisi effettuate sono state finora 221'263, pari a un 15% di positivi. «Più tamponi positivi o negativi - precisano le autorità sanitarie elvetiche - possono essere fatti per la stessa persona».

Discrepanze - I dati ufficiali forniti dall'UFSP, soprattutto quelli relativi ai decessi, presentano però delle discrepanze con quelli che provengono direttamente dai cantoni. Questi sono stati raggruppati in una mappa dal dottorando dell'Università di Berna Daniel Probst. E le cifre - aggiornate in tempo reale - alle 12.00 ravvisavano un po' meno contagi (27'251), ma un numero di decessi nettamente più alto (1'374).

281 morti in Ticino - Anche in Ticino le nuove infezioni sembrano aver subito un netto rallentamento rispetto alle scorse settimane. Il nostro cantone - a ogni modo - resta tra le regioni più colpite della Confederazione con 3'032 casi positivi e 281decessi provocati da Covid-19. L'incidenza della malattia in Ticino resta tra le più alte della Confederazione (852,4): solo Ginevra ha infatti un numero di contagi più alto con 957 casi ogni centomila abitanti. Il dato svizzero - 323 casi per centomila abitanti - è uno dei più alti dell'intero Vecchio Continente.

Ospedalizzazioni - Negli ospedali svizzeri sono ricoverate 3'271 persone tra 0 e i 101 anni con un'età mediana che si assesta sui 72. I ricoveri concernono uomini per il 61% dei casi. «Su 2'862 persone ricoverate con dati completi - precisa l'UFSP - il 13% non aveva malattie preesistenti». L'87% dei pazienti soffriva quindi già di una o più patologie. Ma quali sono le più citate? «La prima è l'ipertensione arteriosa (52%), seguono le malattie cardiovascolari (32%) e il diabete (23%). Tra le persone ricoverate in ospedale, i tre sintomi più presenti sono febbre (66%), tosse (63%) e problemi respiratori (40%). «Il 44% dei casi aveva la polmonite».

Decessi - Finora in Svizzera sono morte 1'135 persone. L'incidenza in Svizzera è di 132 morti per milione di abitanti. Anche la maggior parte dei decessi riguarda persone di sesso maschile. Dei deceduti, il 59% erano uomini e 41% donne. L'età delle vittime varia dai 27 ai 104 anni. L'età mediana dei decessi è di 84. «Su 1'094 persone decedute con dati completi, il 97% soffriva di una o più malattie preesistenti». Anche qui le patologie più menzionate sono ipertensione arteriosa (64%), le malattie cardiovascolari (56%) e il diabete (27%).

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19/04/2020 | 12:45
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Coronavirus, altri 38 casi e 4 decessi

I dati odierni, seppure in crescita rispetto alla media della settimana, mostrano un rallentamento della pandemia.

I casi totali superano la soglia dei 3'000, mentre i morti sono 281. Le persone dimesse dagli ospedali sono 616.

BELLINZONA - Il numero dei nuovi contagiati in Ticino continua a rimanere basso, anche se i 38 casi odierni rappresentano il "picco" dallo scorso lunedì. Il trend positivo era infatti iniziato il giorno di Pasquetta (+31 casi), è proseguito per tutta la settimana. Martedì si è registrato il numero minore d'infezioni da diverso tempo a questa parte: dodici. Nei giorni successivi l'aumento dei contagi è rimasto sempre sotto i 30 al giorno (15/26/24). Ieri i nuovi casi erano invece stati 17.

Dati odierni - Nelle ultime ventiquattro ore - come si evince dai consueti dati forniti dallo Stato maggiore cantonale di condotta - nel nostro cantone sono stati riscontrati 38 nuovi casi positivi, portando il numero complessivo dei malati a superare la soglia dei 3'000 (sono in totale 3'032). I decessi legati al Covid-19 sono invece arrivati a 281, con quattro persone in più che purtroppo non ce l'hanno fatta.

Nelle strutture ospedaliere dedicate alla cura dei pazienti affetti dal virus, sono attualmente ricoverate 237 persone: 183 in reparto e 54 in terapia intensiva, di cui 42 intubate. Dall’inizio della pandemia, sono state dimesse dalle strutture sanitarie 616 persone, 10 delle quali nelle ultime ventiquattro ore.

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20/04/2020 | 11:06
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Covid-19, in Ticino 3'058 casi e 288 morti

Nelle ultime ventiquattro ore 26 persone sono risultate positive al coronavirus. Sette i nuovi decessi.

I pazienti dimessi sono invece aumentati di cinque: in totale ora sono 621.

BELLINZONA - La settimana di Pasqua è alle spalle. Negli scorsi sette giorni la pandemia ha mostrato un rallentamento nel nostro cantone anche se il dato delle infezioni di ieri (38) è stato il più alto registrato dal giorno di Pasqua (+52). In totale dal 13 al 19 aprile si è passati da 2'900 a 3'032 contagi. Il numero più basso d'infezioni si è verificato martedì con 12. La media di questa settimana è di 23. Per cinque giorni consecutivi (da martedì a sabato) non si sono superati i 30 contagi. Per quanto riguarda i decessi se ne sono verificati 37. Le dimissioni dagli ospedali sono invece passate dalle 517 di Pasquetta alle 616 di ieri (+99).

Dati odierni - Nelle ultime ventiquattro ore i nuovi casi positivi registrati nel nostro cantone sono 26. Il numero totale dei contagi - aggiornato dalle autorità cantonali alle 8.00 di questa mattina - è quindi salito a 3'058.

Cresce, purtroppo, anche il numero delle vittime del Covid-19: i morti sono infatti 288 con altri sette decessi contabilizzati nelle ultime ventiquattro ore (ieri erano 281).

Sale - ed è un dato confortante - anche il numero dei dimessi dalle strutture sanitarie: nelle ultime ventiquattro ore cinque ticinesi hanno abbandonato l'ospedale. In totale i dimessi sono 621.

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21/04/2020 | 13:12
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In Svizzera 119 casi in più, il totale sale a 28'063

Dall'inizio della pandemia ci sono stati almeno 1'187 decessi provocati dal Covid-19.

I pazienti attualmente ricoverati in ospedale sono 3'340.

BERNA - Aumentano - seppure di poco - i nuovi contagi in Svizzera: nelle ultime 24 ore sono infatti 119 le persone che sono risultate positive al nuovo coronavirus. Lo si evince dai dati odierni dell'Ufficio federale della sanità pubblica che precisa che le cifre «sono soggette a fluttuazioni settimanali con valori più bassi nei fine settimana». Ieri il numero di nuovi casi toccava quota 204, tra sabato e domenica 336. La situazione è comunque giudicata «stabile» dalle autorità sanitarie. Dall'inizio della pandemia, in Svizzera e nel Liechtenstein si contano complessivamente 28'063 contagi confermati da un test. Il numero dei decessi è invece salito ad almeno 1'187 (ieri erano 1'142). I test effettuati sono finora 227'554, pari a un 14% di positivi. «Più tamponi positivi o negativi - precisano le autorità sanitarie elvetiche - possono essere fatti per la stessa persona».

Discrepanze - I dati ufficiali forniti dall'UFSP, soprattutto quelli relativi ai decessi, presentano però delle discrepanze con quelli che provengono direttamente dai cantoni. Questi sono stati raggruppati in una mappa dal dottorando dell'Università di Berna Daniel Probst. E le cifre - aggiornate in tempo reale - alle 12.00 ravvisava meno contagi (27'735), ma un numero di decessi nettamente più alto (1'439).

291 morti in Ticino - Anche in Ticino le nuove infezioni hanno rallentato la scorsa settimana. Oggi se ne contavano solo sette. Il nostro cantone resta comunque tra le regioni più colpite della Confederazione con 3'065 casi positivi e 291 decessi provocati da Covid-19. L'incidenza della malattia in Ticino resta tra le più alte della Confederazione (861.2): solo Ginevra ha infatti un numero di contagi più alto con 971.4 casi ogni centomila abitanti. Seguono poi Vaud (644.9), Basilea Città (551.4) e Vallese (503). Il dato svizzero - 327 casi per centomila abitanti - è uno dei più alti dell'intero Vecchio Continente.

Negli ospedali svizzeri sono ricoverate 3'340 persone tra 0 e i 101 anni con un'età mediana che si assesta sui 72. I ricoveri concernono uomini per il 61% dei casi. «Su 2'896 persone ricoverate con dati completi - precisa l'UFSP - il 13% non aveva malattie preesistenti». L'87% dei pazienti soffriva quindi già di una o più patologie. Ma quali sono le più citate? «La prima è l'ipertensione arteriosa (52%), seguono le malattie cardiovascolari (32%) e il diabete (23%). Tra le persone ricoverate in ospedale, i tre sintomi più presenti sono febbre (66%), tosse (63%) e problemi respiratori (40%). «Il 44% dei casi aveva la polmonite».

Decessi - Finora in Svizzera sono morte 1'187 persone. L'incidenza in Svizzera è di 138 morti per milione di abitanti. Anche la maggior parte dei decessi riguarda persone di sesso maschile. Dei deceduti, il 59% erano uomini e 41% donne. L'età delle vittime varia dai 27 ai 104 anni. L'età mediana dei decessi è di 84. «Su 1'100 persone decedute con dati completi, il 97% soffriva di una o più malattie preesistenti». Anche qui le patologie più menzionate sono ipertensione arteriosa (64%), le malattie cardiovascolari (56%) e il diabete (27%).

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22/04/2020 | 10:08
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Covid-19: in Ticino 24 nuovi casi e 4 decessi

Da inizio epidemia sono morte 295 persone. Dimessi dagli ospedali altri 22 pazienti

BELLINZONA - 24 nuovi casi e quattro decessi. Sono questi i dati sul coronavirus in Ticino delle ultime 24 ore. Le persone risultate positive al Covid-19, a partire dal 25 febbraio 2020, sono 3'089, come si evince dagli odierni dati forniti dalle autorità cantonali (aggiornati alle 8). Ieri erano 3'065.

Le vittime hanno raggiunto quota 295. Purtroppo da ieri sono decedute altre quattro persone per il virus.

Gli ospedali hanno dimesso 22 pazienti. Se martedì mattina erano 639, da inizio epidemia hanno potuto lasciare le strutture ospedaliere 661 persone.

Un'altra settimana? - Il Consiglio di Stato ticinese, ieri pomeriggio, ha chiesto a Berna di prolungare la finestra di crisi fino al 4 maggio con alcuni allentamenti nei confronti dell'economia. Una richiesta che però ha raggiunto la capitale senza il consenso di tutte le parti sociali, in particolare il sindacato UNIA ha scelto di non firmare la lettera. Il Consiglio federale prenderà una decisione oggi.

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consentitemi di intrufolarmi ancora in questo topic proprietario con la speranza di una buona novella

https://scienze.fanpage.it/vaccino-svizzero-anti-coronavirus-forse-pronto-per-ottobre-dosi-per-milioni-di-persone/

un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza ma tre indizi fanno una prova

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22/04/2020 | 18:36
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Una prolungata "finestra di crisi" che tocca solo alcuni
Regole diverse solo per il settore alberghiero, i cantieri e l'industria. Il resto si allinea alla Svizzera

Il Consiglio federale ha autorizzato il Ticino a prolungare fino al 3 maggio la “finestra di crisi”, spostando oltre il 26 aprile (termine dell’attuale "regime" nel resto della Svizzera) le limitazioni ordinate in determinati settori dell’economia. Rispetto all'ordinanza svizzera, cambiano le regole per il settore alberghiero, i cantieri e l'industria.

La decisione di attendere un'altra settimana per ripartire in linea con la confederazione, tiene conto - oltre che della situazione epidemiologica ticinese - della proroga fino al 3 maggio da parte della vicina Italia delle limitazioni ai movimenti delle persone e delle attività economiche, come pure dell’impatto delle restrizioni del traffico dei lavoratori frontalieri in Ticino.

Se non vi saranno repentini cambiamenti sul fronte sanitario, a partire dal 4 maggio ci si allineerà al resto della Svizzera (dove ad esempio i commerci specializzati non apriranno comunque prima dell'11 maggio).

18:20
La conferenza stampa si è conclusa. Grazie per averla seguita su Tio.ch!

18:20
Il Ticino potrebbe muoversi diversamente tra il 27 aprile e l'11 maggio?

De Rosa: «Tra la fase 1 del 27 aprile e la fase 2 dell'11 maggio è un periodo corto, lo abbiamo scritto nella lettera al Consiglio federale. Sono solo due settimane. Speriamo si possa analizzare l'impatto delle misure nonostante il breve tempo. Abbiamo anche chiesto i controlli alle frontiere. E anche l'aumento dei test».

18:18
Parrucchiere ed estetiste riceveranno indicazioni precise? Quanti clienti entreranno? Si indosserà la mascherina?

De Rosa: «È fondamentale disporre di piani di protezione. Lo avevamo già detto. Sono le associazioni di categoria a dover sottoporre all'UFSP i piani di protezione. Auspico che possano essere precisi, chiari e semplici. Oltre a doverli implementare, mi auguro possano essere chiari per le attività necessarie di controllo. Sarà importante anche per i professionisti poter gestire le agente. Non ci dovranno essere più persone in attesa se non una massimo due e con distanze sociali, norme igieniche accresciute, materiale di disinfezione, disinfettante per gli spazi, eventualmente le mascherine».

18:16
Contact tracing, ci dà qualche dettaglio in più?

De Rosa: «Le informazioni tecniche sono state date dalla Confederazione agli uffici dei medici cantonali. La tecnologia non sarà obbligatoria ma facoltativa, le informazioni saranno decentralizzate grazie alla app scelta dalla Svizzera. Ma ora è prematuro. Bisogna prima riuscire a scendere sotto i 100 nuovi casi al giorno a livello svizzero. Da maggio sarà pronta la nuova app e rispettivamente noi saremo pronti con diversi militi a Rivera per avere ben 10 linee telefoniche nel caso entrassimo nella fase di contact tracing».

18:14
Non c'è il rischio di vedere aumentare i numeri dei casi infetti solo perché facciamo più tamponi? Non verranno falsati i dati?

De Rosa: «Il cambiamento nella case definition ha un'influenza diretta sul numero di persone testate e il numero dei positivi rintracciati. Ma è importante effettuare più test anche per rintracciare immediatamente tutta la catena di contatti che la persona contagiata ha avuto. Il sistema è già pronto per essere operativo e passare dalla fase di mitigazione per poi arrivare al contenimento». Vogliamo riuscire a evitare che la curva riparta e tornare in una fase di lockdown».

18:11
Il canton Vaud ha ridotto gli affitti per le attività economiche. E in Ticino?

Vitta: «Abbiamo visto un'evoluzione rapida a livello federale. Anche su questo tema Berna prenderà delle misure. A breve, quando le sapremo e avremo un quadro preciso sugli aiuti che arrivano dalla Confederazione, anche il Cantone deciderà come muoversi.

Per quanto riguarda i crediti Covid, elargiti a condizioni favorevoli, per chi ha attività economiche... ieri sera erano 8'450 i crediti concessi per un totale di 990 milioni. Abbiamo quasi raggiunto il miliardo di franchi. Cifre importanti. I crediti o sono soldi già dati o sono linee di credito aperte alle quali attingere al momento del bisogno».

18:08
Si riapriranno sentieri e percorsi comunali?

Gobbi: «I percorsi comunali sono di pertinenza comunale. Le autorità possono prendere misure, limitando ad esempio l'affluenza (Foce Cassarate, laghetto di Origlio) come nelle scorse settimane. Il rispetto delle regole permetterà di poter riaccedere a questi luoghi se tutti rispettano le regole. È difficile riaprire per poi richiudere. Ma decideranno i Comuni».

18:07
Test sierologici per tutti? E più tamponi anche in Ticino?

De Rosa: «Sono circa 1'500 persone in tre tappe quelle che verranno coinvolte, per vedere l'evoluzione degli anticorpi nel sistema sanitario. Anche l'IRB partecipa a questo progetto. Desideriamo fare più tamponi e oggi l'UFSP ha cambiato le misure. Oggi EOLAB effettua 400-500 test al giorno. Sono previsti nuovi macchinari, anche con l'EOC, per effettuarne di più. Ma il potenziamento richiede un po' di tempo, insieme al personale formato. La volontà c'è».

18:02
Sono previsti controlli particolari sui frontalieri? Tipo controllo della temperatura in dogana?

Gobbi: «Avevamo chiesto a inizio marzo alla Confederazione di avere più controlli. Già allora avevamo chiesto controlli di carattere sanitario alle frontiere».

18:01
Siamo già pronti per iniziare con i test sierologici? E con i tamponi per tutti quelli che hanno sintomi?

De Rosa: «È partito il test sul personale medico e sta riscuotendo successo. I tempi brevi si avranno risultati interessanti. Sotto un rigido protocollo pensato dall'ufficio del medico cantonale, l'EOC, Usi e Supsi, è previsto un progetto di mappatura anche sulla popolazione».

17:59
Perché tanti morti in casa anziani? Cosa è andato storto? Le visite saranno vietate ancora a lungo?

De Rosa: «L'anziano è una persona a rischio, fragile. La stessa situazione c'è in altri cantoni, come Vaud. Anche lì ci sono percentuali alti di decessi nelle case anziani. Venerdì abbiamo previsto un infopoint, insieme all'associazione dei direttori delle case anziani, e i medici geriatrici, di fare un momento informativo. Per il futuro è probabile che i divieti di accesso rimangano per un po' di tempo. Ma restano le iniziative delle case anziani, con finestre in cui incontrarsi con i parenti in tutta sicurezza. Sono progetti e iniziative che si stanno diffondendo».

17:56
Il Ticino allenterà le misure con l'Italia. Ci sarà una strategia comuni sui frontalieri?

Vitta: «I contatti con il nord Italia sono presenti e costanti. Ma ognuno si rifa alle sue regole».

17:55
È vero che il Governo voleva chiedere la finestra di crisi per tutti gli ambiti?

Vitta: «Noi abbiamo una discussione fra i partner sociali, che deve restare tra le mura. Dopo si consolida un testo che viene inviato. I cambiamenti introdotti sono limitati (da 10 a 15 il numero sui cantieri, dal 50 al 60% il limite sopra il quale bisogna chiedere le autorizzazioni per le industrie). Per noi è importante che la necessità è stata sottoscritta da tutti i partner sociali, anche se poi ognuno poteva avere desideri diversi. Era importante l'unità sul principio».

17:53
Mantenere le distanze sociali tra bambini non è facile. Cosa intendete fare?

Bertoli: «Un'entrata più ordinata, scaglionata. In aula ci si alza uno a uno per lavarsi le mani con il sapone, se c'è il lavandino in aula. Altrimenti ci saranno i disinfettanti. Sulle ricreazioni bisognerà capire la logistica, per farle a scaglioni. O decidere di eliminarli, essendoci mezza giornata di scuola. Sono nuove cose che gli allievi dovranno imparare, come pure i docenti. Cose che forse si dovranno replicare anche in settembre. Cambia la normalità in tempi di coronavirus».

17:53
Mantenere le distanze sociali tra bambini non è facile. Cosa intendete fare?

Bertoli: «Un'entrata più ordinata, scaglionata. In aula ci si alza uno a uno per lavarsi le mani con il sapone, se c'è il lavandino in aula. Altrimenti ci saranno i disinfettanti. Sulle ricreazioni bisognerà capire la logistica, per farle a scaglioni. O decidere di eliminarli, essendoci mezza giornata di scuola. Sono nuove cose che gli allievi dovranno imparare, come pure i docenti. Cose che forse si dovranno replicare anche in settembre. Cambia la normalità in tempi di coronavirus».

17:50
Ci sono direttive diverse per i docenti che sono a rischio?

Bertoli: «Per i docenti che sono persone a rischio il problema si pone. Dovranno andare in malattia e restarci finché il problema non verrà risolto. Lo stesso vale per gli allievi, ad esempio quelli con un diabete forte. Questi allievi vengono trattati come i pochi casi di allievi gravemente malati (ad esempio in cura oncologica), seguiti con programmi individualizzati e speciali.

Per chi invece ha a casa persone a rischio è diverso. È un tema che tocca tutti i settori, tutta la società. Bisognerà trovare una soluzione, anche se è uno dei problemi più difficili da risolvere».

17:47
È davvero l'ultima finestra di crisi? Le misure più restrittive riguardano il settore alberghiero, l'industria i cantieri. Per gli altri settori valgono le misure federali?

Vitta: «A partire dal 4 maggio saremo allineati all'Ordinanza 2 Covid a parte cambiamenti repentini nel settore sanitario. Sì, vi sono le regole previste dall'ordinanza, con tutti i settori che possono aprire. Ci sono restrizioni per il settore alberghiero, i cantieri e l'industria. Le attività che hanno già aperto e riapriranno devono rispettare le regole per poter operare».

17:43
Cosa comporta per gli insegnanti il modello pensato (metà classe in aula)?

Bertoli: «Per le scuole comunali quello che è possibile fare è avere la propria classe, metà alla mattina e metà al pomeriggio. Oppure avere metà classe il lunedì e l'altra metà il martedì. Interagire con metà della classe. Alle scuole dell'infanzia i piccoli non sono tenuti ad andare a scuola, immaginiamo classi da 8-10 allievi per volta, anche alle elementari. È un altro modo di fare scuola. Si sta pensando alla mascherina facoltativa per i docenti, fornita dai comuni. Non per gli allievi, sarebbe controproducente».

17:41
Il Ticino ha cercato di chiudere più tardi possibile le scuole per evitare di mandare i bambini dai nonni. Si è poi capito che i bambini sono poco contagiabili e contagiosi. Riaprire con metà classe potrebbe essere una soluzione fin troppo prudente?

Bertoli: «Aspettiamo le linee direttive, ma nel frattempo abbiamo lavorato con l'ufficio del medico cantonale. È possibile che noi siamo più prudenti di quanto dirà la Confederazione. Ma dobbiamo garantire sicurezza. Se si è ammalato Giorgio Merlani, è doveroso essere prudenti anche più di quanto ci dirà Berna. Se questo aiuterà a togliere o diminuire le preoccupazioni dei genitori, è doveroso e giusto».

17:39
Seguono ora le domande dei giornalisti.

17:37
Tocca ora al direttore del DI, Norman Gobbi: «Se c'è un allentamento delle misure attuate in Ticino lo possiamo fare perché da un lato ci sono i dati confortanti e dall'altra un comportamento disciplinato. Ma l'allentamento ulteriore non dev'essere frainteso, "da domani non è curt bandida", continuano a valere le regole di comportamento individuali e collettive di distanze sociali e di igiene.

Restano le misure di controllo alla frontiera, che rimangono anche nelle prossime settimane. Solo oggi ci sono stati 40 respingimenti alla frontiera. Anche la polizia continua a fare controlli sugli assembramenti (finora sono stati fatti 9'000 controlli). Questa settimana sono stati svolti 72 controlli sui cantieri ed è stata riscontrata la responsabilità. I veicoli in transito (trasportano operai) sono stati pure controllati (270). Attività di controllo che continueranno. Le forze di polizia sono state poco toccate: abbiamo solo un caso di malato a seguito del Covid-19 e un agente in quarantena, ad oggi».

Gobbi è grato anche del supporto dall'Esercito e dei civilisti/protezione civile.

17:32
«Il Governo federale deciderà il 29 aprile definitivamente sull'apertura delle scuole. Il Governo ticinese deciderà poi rapidamente. Sappiamo che non è facile, ma viviamo in tempi difficili. e sappiamo che per i bambini e i ragazzi, soprattutto della scuola dell'obbligo, poter ricominciare per un certo periodo ad andare a scuola in presenza, seppure limitato, è determinante e importante. La scuola è fatta prima che di contenuti, di relazione a quell'età. E serve ricominciare, elaborare quello che si è vissuto, e capire che anche da settembre qualche differenza ci sarà rispetto alla scuola che conosciamo. È questo il senso dell'operazione, che speriamo venga compresa da tutti».

17:30
Prende la parola Manuele Bertoli (Decs): «Riferisco dei primi contatti avuti sulla riapertura delle scuole. L'orizzonte temporale dato dal Consiglio federale per l'11 maggio è la riapertura delle scuole dell'obbligo. Questa discussione sta avvenendo in tutti i cantoni. Tutti vogliono andare in questa direzione, ma tutti vogliono che si garantiscano condizioni di sicurezza. Il Decs ha messo a punto dei modelli che prevedono una presenza a scuola (nelle 6 settimane fino al 19 giugno, fine anno scolastico) di metà classe per volta. Con la facoltatività dei bambini di 3 anni. L'idea è di avere piccoli gruppi e gestire la distanza in questo modo, gestire anche l'entrata e l'uscita da scuola, evitare la mensa (salvo casi eccezionali), ridurre anche le presenze sui trasporti (scuola media). Oggi abbiamo cominciato le prime consultazioni con i Comuni e il colloquio è stato aperto, franco. Le opinioni non sono unitarie, ma la maggioranza è pronta a entrare in questa logica, pur con tutte le problematiche che devono essere definite».

17:27
I Cantoni possono decidere in un secondo momento di ri-sospendere gli interventi non urgenti. «Continueremo a monitorare la situazione, per adattare l'offerta sanitaria. La capacità di adattamento delle strutture ospedaliere è fondamentale nelle prossime fasi. Il Consiglio federale, giustificando l'ultima finestra di crisi, ha parlato anche di necessità di garantire la coesione nazionale. Anche noi facciamo appello alla coesione, alla necessità di unire le forze per tutelare la salute della popolazione».

17:27
I Cantoni possono decidere in un secondo momento di ri-sospendere gli interventi non urgenti. «Continueremo a monitorare la situazione, per adattare l'offerta sanitaria. La capacità di adattamento delle strutture ospedaliere è fondamentale nelle prossime fasi. Il Consiglio federale, giustificando l'ultima finestra di crisi, ha parlato anche di necessità di garantire la coesione nazionale. Anche noi facciamo appello alla coesione, alla necessità di unire le forze per tutelare la salute della popolazione».

17:26
«Fino al 31 maggio resta garantito il servizio dei check point in Ticino. Lo SMCC potrà adottare questo dispositivo e decretare l'obbligatorietà dei medici a spostare i pazienti con i sintomi nei check point, per salvaguardare gli studi medici e gli altri pazienti. Da settimana prossima in particolare, quando ripartiranno gli interventi non urgenti. La ripresa della presa a carico dei pazienti non urgenti (ospedali, medici e dentisti) è benvenuta. È fondamentale che chi necessita di cure possa accedervi».

17:24
«Il virus è ancora qui. E sappiamo che con il graduale allentamento dei provvedimenti, aumenteranno i casi. Ecco perché è indispensabile la responsabilità individuale. Siamo certi che tutti i cittadini, insieme, possiamo fare molto per proteggere noi e gli altri. Continuiamo a rispettare le regole. Le misure sono state efficaci. Ecco perché il Governo ha chiesto un'altra settimana di crisi. Nella graduale ripresa dell'attività è necessario procedere a piccoli passi. Oggi è stata mandata una lettera a Berset: nella strategia a fasi occorre dare tempo alle varie fasi di concretizzarsi. Le riaperture sono attese, ma si può fare solo adottando piani di protezioni, rigorosi, chiari a precisi. Dal 27 aprile all'11 maggio è troppo poco tempo per capire le conseguenze delle prime aperture e pronunciarsi sulle seconde».

17:21
«La situazione resta difficile. Nelle case anziani sono morte 133 persone per Covid-19 (sui 295 cantonali). Circa 130 anziani sono riusciti a superare il virus, compresa una signora di 101 anni. È ancora un bilancio parziale».

17:20
Prende la parola il direttore del DSS, Raffaele De Rosa: «Dal picco, il numero di persone in ospedale si è dimezzato. negli ultimi sette giorni abbiamo registrato anche un sensibile calo del numero di pazienti in cure intense. Aumentano anche i dimessi. Sono dati incoraggianti, che devono stimolarci a proseguire sulla strada tracciata. Il Ticino ha saputo reagire in modo compatto ed esemplare all'emergenza. Ma non dobbiamo abbassare la guardia ora. La malattia può colpire chiunque. Tra gli intubati vi sono anche persone sotto ai 40 anni. E dietro ogni numero c'è la storia di una persona, di una famiglia, dei cari. Oggi purtroppo ci sono stati 4 nuovi decessi, di cui uno in casa anziani. A chi soffre il lutto va il nostro cordoglio e vicinanza».

17:18
«Questa situazione può rappresentare lo stimolo per seminare e far crescere insieme qualcosa di nuovo, portando avanti progetti a favore della collettività. Insieme dobbiamo portare avanti i valori che abbiamo saputo consolidare, unione, vicinanza e solidarietà. Uniti possiamo guardare al futuro con coraggio», ha concluso Vitta.

17:17
«Cari cittadini e cittadine, la parola "cambiamento" ben riassume la difficile situazione che stiamo attraversando. Un cambiamento improvviso che ha causato sofferenza. Che ha toccato nel profondo tutti noi, costringendoci a prendere una pausa dalla nostra vita fatta di programmi e certezze. Ci ha posto dinanzi una situazione nuova, fatta di incertezza. Che ci ha spaventati. Sicurezze e certezze sono crollate, mostrandoci anche la nostra fragilità e debolezza. Abbiamo vissuto da un lato un senso di solitudine, dall'altro ci siamo sentiti uniti, parte di una sfida più grande e collettiva. Ognuno sta facendo la sua parte per contenere il virus e i risultati si stanno vedendo. Siamo fieri e orgogliosi del vostro agire - ha aggiunto Vitta -. Grazie a voi siamo riusciti a contenere la diffusione di questo virus. Un impegno che dobbiamo portare avanti, con regole igieniche e distanze sociali, che fanno parte della nostra nuova normalità. Ogni comportamento o gesto richiede più attenzione e consapevolezza. È un grande cambiamento e la sfida è passare dal cambiamento alla trasformazione. Cogliere le opportunità a favore di una crescita per noi stessi, la nostra comunità e il nostro paese».

17:12
«Ci attendono mesi impegnativi - ha detto Vitta -. L'Amministrazione cantonale opererà a regime ridotto la prossima settimana, per poi riprendere a regime il 4 maggio».

17:11
Per informazioni resta a disposizione l’hotline informativa SMCC Attività commerciali allo 0840 117 112. Ma si invita a rivolgersi prima alle associazioni di categoria.

17:10
Il Ticino ha disposizione più restrittive rispetto al resto della Svizzera, la prossima settimana, in questo senso:

«Gli alberghi e i campeggi possono continuare a esercitare solo per accogliere personale legato alle attività permesse e alla gestione dell'emergenza a patto di non accogliere contemporaneamente più di 50 persone (personale incluso), garantire le norme igieniche accresciute e di distanza sociale, non aprire il bare altri servizi quali aree fitness, spa, ecc.

Le attività nei cantieri restano sospese. Sono permesse, nel rispetto delle norme igieniche e di distanza sociale, se svolte da 15 o meno persone (fino al 26 aprile sono 10). Lo SMCC può concedere deroghe nel caso in cui esista un'evidente urgenza o preminente interesse pubblico.

Le industrie che intendono, per attività non procrastinabili o di interesse pubblico, impiegare contemporaneamente oltre il 60% del personale attivo a regime ordinario (fino al 26 aprile è 50%) devono chiedere un’autorizzazione se superano i dieci dipendenti impiegati contemporaneamente».

17:07
Dal 27 aprile al 3 maggio

«Resta in vigore l'ordinanza federale per alcuni settori: niente manifestazioni pubbliche e private, comprese quelle sportive. Sono chiusi negozi e mercati, ristoranti, bar, discoteche, locali erotici, strutture per il tempo libero, musei, cinema, sale per concerti, teatri, casinò, palestre, piscine, centri benesseri.

Le seguenti strutture e manifestazioni possono operare, se rispettano il piano di protezione delle direttive emanate: negozi di generi alimentari, chiosi, stazioni di servizio (se vendono derrate alimentari), negozi di cibo d'asporto, take-away, farmacie e drogherie, uffici e agenzie postali, punti vendita serivzi telecomunicazioni, banche, stazioni di servizio, stazioni ferroviarie, pubblica amministrazione, strutture sociali, funerali nella cerchia familiare, strutture sanitarie, studi e strutture di professionisti della salute, centri commerciali del fai da te e del giardinaggio, compresi fiori, strutture che offrono servizi alla persona quali parrucchieri, saloni di massaggio, centri estetici, solarium».

17:03
«Berna ha concesso un'ultima finestra di crisi. Dal 4 maggio il Ticino sarà integralmente integrato alle regole dell'ordinanza federale».

17:02
Apre la conferenza stampa il presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta: «Con passi controllati e attenti stiamo gradualmente allentando le misure. Continuando a monitare la diffusione del virus. A voi tutti chiediamo di sostenerci con responsabilità e un comportamento scrupoloso».

16:27

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fantasy
22/04/2020 | 18:45
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@enterprise said:
consentitemi di intrufolarmi ancora in questo topic proprietario con la speranza di una buona novella

https://scienze.fanpage.it/vaccino-svizzero-anti-coronavirus-forse-pronto-per-ottobre-dosi-per-milioni-di-persone/

Non mi fido molto di quello che si legge in determinate testate pseudo - giornlistiche personalmente , ma cosiderato che il tutto viene pure diffuso da un autorevole sito Svizzero direi che la cosa potrebbe essere vera e reale !!
Torneremo a sollazzare il pistolino nel mese di Ottobrebre - Novebre noi Elvetici ??
Staremo a vedere !!
Per ora speriamo di non rimanerci secchi e di non passare a miglor vita

Un team di ricercatori dell'università di Berna spera di essere il primo a produrre un vaccino contro il coronavirus.
La popolazione elvetica potrebbe essere vaccinata da ottobre, ritengono gli scienziati

"La possibilità di successo è realistica", ha affermato Martin Bachmann, professore di immunologia dell'università di Berna nel corso di una conferenza online con l'associazione della stampa delle Nazioni Unite. "La Svizzera ha una tradizione di pragmatismo ed è pronta a trovare un compromesso se serve a ottenere più in fretta un vaccino."

Dall'inizio dell'epidemia di coronavirus e della proclamazione da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) dell'emergenza sanitaria di portata internazionale alla fine di gennaio, molti esperti di salute pubblica e rappresentanti delle autorità di vari paesi hanno ripetuto che la produzione di un vaccino avrebbe richiesto almeno 12-18 mesi.

Approccio unico

Bachmann, che è anche professore di vaccinologia all'istituto Jenner dell'università di Oxford, ha affermato che l'accelerazione dei tempi può essere almeno in parte spiegata dal procedimento, che potenzialmente facilita la produzione. L'equivalente di 200 litri di fermento batterico, che serve per le iniezioni, potrebbe servire per 10-20 milioni di dosi.

"Il vaccino è unico, a causa della sua elevata scalabilità. Ha la capacità di produrre miliardi di dosi in poco tempo", dice Bachmann.

Nello sviluppare il vaccino, il team svizzero segue un approccio diverso rispetto ad altri laboratori, utilizzando particelle simili al virus, che non sono contagiose, a differenza del virus stesso, e permettono una buona risposta immunitaria.

Un prototipo è stato sviluppato già in febbraio, poche settimane dopo che il virus era stato identificato in Cina, ed è stato testato con successo su topi da laboratorio, mostrando che il siero è in grado di neutralizzare il virus.

Gary Jennings, amministratore delegato di Saiba BiotechLink esterno, azienda che collabora con l'università di Berna, dice che la autorità svizzere sono consapevoli dell'importanza di approvare lo sviluppo del vaccino. "Se il governo e le autorità di controllo svizzere vogliono che il vaccino sia disponibile al pubblico entro questi termini, allora si farà."

Ottenere l'autorizzazione

SwissmedicLink esterno, l'autorità responsabile per l'approvazione e la supervisione delle terapie mediche in Svizzera conferma di aver già offerto consulenza scientifica al progetto ed è a conoscenza del suo stato di avanzamento.

Il portavoce Lukas Jaggi dice che "in questa situazione eccezionale, dobbiamo realisticamente calcolare tra gli 8 e i 14 mesi per ottenere un vaccino contro il nuovo coronavirus SARS-CoV-2."

In una presa di posizione scritta, Jaggi afferma che "Swissmedic dà molta importanza al fattore tempo. Ma la sicurezza e la tollerabilità del vaccino vengono prima di tutto. È perciò importante che aziende e gruppi di ricerca prendano precocemente contatto con Swissmedic, in modo che li possiamo accompagnare e sostenere nella fase di sviluppo, prima che inoltrino la domanda di autorizzazione."

Lo sviluppo del vaccino fino alla produzione su larga scala richiederà, secondo Saiba Biotech (di cui Bachmann è uno dei fondatori), fondi pari a circa 100 milioni di franchi. USZ FoundationLink esterno, organizzazione dell'ospedale universitario di Zurigo che promuove l'innovazione, ha espresso il suo interesse a sostenere la ricerca. Gary Jennings dice che Saiba ha già avuto contatti anche con i gruppi farmaceutici Novartis e Lonza.

Programma terapeutico anti-Covid

Il laboratorio Molecular Partners di Zurigo ha lanciato un programma terapeutico contro Covid-19 in collaborazione con l'Ufficio federale della protezione civile (UFPP)Link esterno. L'azienda afferma di aver individuato varie proteine specifiche in grado di neutralizzare il coronavirus SARS-CoV-2.

Queste proteine sono state combinate in modo da agire su tre fronti contro il virus, in particolare prevenendo la penetrazione delle cellule umane, ha scritto l'azienda il 20 aprile in un comunicato stampa.

Alcune ricerche condotte in collaborazione con virologi del laboratorio SpiezLink esterno, una sezione dell'UFPP, hanno indentificato "centinaia di proteine" con qualità di neutralizzazione.
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fantasy
23/04/2020 | 09:50
Lugano - Ticino - Svizzera |  51-100
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Con la pandemia, prostitute a rischio maggiore di sfruttamento

L'allarme lanciato da SOS Ticino, Antenna MayDay, attiva contro la tratta di esseri umani

LUGANO - Il divieto temporaneo di prostituzione espone le prostitute a un maggiore controllo, rendendole particolarmente vulnerabili allo sfruttamento. È l'allarme lanciato da SOS Ticino, Antenna MayDay, che insieme alle consorelle romande e svizzero tedesche - attive contro la tratta di esseri umani - si sono rivolti ai politici invitandoli a non dimenticare in questo periodo di crisi tutte le donne e gli uomini vittime della tratta e ad adottare misure di tutela per queste fasce fragili della popolazione.
In particolare chiedono alle autorità di intensificare - nonostante le circostanze attuali - i loro sforzi in favore delle persone vittime di tratta, interagire con loro prestando "particolare attenzione alle condizioni di vita e di lavoro delle persone vulnerabili" al fine di identificare gli sfruttatori anziché "sanzionare penalmente le vittime per lavoro o soggiorno illegale".

Le attenzioni delle associazioni sono rivolte anche al fatto che gli aiuti economici messi in campo dalla Confederazione sono inaccessibili alle persone in situazione di soggiorno illegale. "Queste persone - nella nota stampa diramata in mattinata - lavorano spesso in condizioni molto precarie e, in caso di perdita di reddito, si ritrovano senza risorse ciò che le rende ancora più vulnerabili e soggette a divenire vittime di sfruttamento". Da qui la richiesta di aiutare economicamente queste persone, anziché farle rientrare nel loro paese d’origine.

Infine la richiesta di sospendere immediatamente le procedure d’asilo. Spiega SOS Ticino, Antenna MayDay: "Nelle attuali circostanze è quasi impossibile identificare delle vittime di tratta di esseri umani nell’ambito della procedura d’asilo. I rappresentanti legali sono spesso impossibilitati a sostenere i richiedenti asilo per le audizioni e i centri di consulenza specializzata non hanno la possibilità di attuare dei colloqui individuali in condizioni adeguate. Pertanto l’assistenza giuridica non è più garantita. A tutt’oggi vengono ancora notificate delle decisioni di espulsione dalla Svizzera, quando invece le altre procedure sono sospese. Le procedure d’asilo devono essere immediatamente sospese".

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