Infatti i media ci stanno marciando sopra e mi sembra piuttosto evidente. E' per dare maggiori privilegi femministi? Per distrarre dai problemi come hanno fatto finora speculando sugli omicidi di Sarah Scazzi (martellandoci per oltre un anno ogni santo giorno), sullo spread, ecc.?
Di certo mi pare chiaro che ne stiamo facendo una questione politica.
I casi annuali sono 140 se non erro, di cui quasi la metà commessi da famiglie "multietniche" (cosa che non viene detta, anche questo probabilmente per fini strumentali). Appena 140 e mettono ogni singolo caso al telegiornale.
Ci si potrebbe chiedere se queste morti valgono di più di quei 10 suicidati per ogni donna uccisa, se queste morti valgano di più dei 200 casi l'anno di infanticidio commesse dalle "donne-mostro" ai danni dei propri nascituri o più di quelle 100 vittime morte sulla strada per ogni donna di cui si parla al tg. Si potrebbero dare altre priorità, parlare dei fatti in maniera proporzionale, invece le donne sono vittime di serie A.
La legge che prevede l'aumento della pena per uomini che uccidono le donne (e non viceversa, seppur anche le donne siano "assassine") è già entrata in vigore, se io ammazzo Tizia becco più anni di galera rispetto a se Tizia uccide me. Altro che parità dei sessi...
Si aggiunge alle solite manovre immondizia che privilegiano le donne (le vittime "discriminate" dalla società), come le quote rosa (perché si dovrebbe fare a meno di uomini competenti per assumere per forza delle donne per legge!?), la detassazione per le imprese rosa (se sei donna hai meno tasse rispetto ad un uomo), le pòrcate sul divorzio (casa, figli e vitalizio/mantenimento a vita, anche se sono passati 30 anni e lei ha magari un compagno con cui convive) e cose di questo genere.
Se si usasse per scopi strumentali la vicenda dell'infanticidio ad esempio si potrebbe delineare la donna come "mostro" e psicopatica (che poi in parte è vero, durante la gravidanza gli studi dimostrano che il 13-20% delle donne hanno disturbi mentali in tale fase), ma non viene fatto.
A me pare ovvio che il femminicidio non sia giustificabile, come tutti i tipi di omicidio (non ce n'è uno che vale più degli altri...), ma è anche vero che si potrebbe analizzare seriamente il problema e prevenire anziché inasprire le pene, perché mettere più anni in galera l'assassino non risolve niente.
Per evitare il femminicidio si potrebbe anzitutto fare prevenzione psicologica, ma soprattutto cambiare la legge sul divorzio.
Quanti dopo il divorzio da già poveri finiscono sotto i ponti per pagare il mantenimento a una sgualdrina con cui hai divorziato magari solo perché ti aveva fatto le corna e hai reagito? Quante strappano le mutande agli ex mariti che sono costretti a vite degradanti, vedersi messi i figli contro e perdere perfino la dignità? Quanti hanno perso il lavoro e si ritrovano senza nemmeno la casa dopo il divorzio, nonostante il mutuo da pagare ancora a proprio carico?
Chi uccide o ha problemi o è disperato, cambiamo sta legge sul divorzio e vedrete che rimangono solo gli psicopatici ad uccidere. Perché tanti uccidono per disperazione e poi si suicidano dopo.
Femminicidio: è ovviamente un termine che fa gongolare le femministe.
Approvazione della legge contro il femminicidio: detta così brutale è un'informazione che i media hanno fatto bere alle femministe, le hanno...ubriacate.
La costituzione prevede che tutti i cittadini sono uguali<<senza distinzioni di....sesso...>>. Quindi può una legge penale punire meno gravemente l'uccisione di un'uomo rispetto all'uccisione di una donna? Certo che no! Sarebbe incostituzionale, è evidente a tutti.
In effetti nessuna norma della legge sul femminicidio prevede una sanzione maggiore per l'uccisione della donna. La legge in questione, premettiamo, contiene una serie di disposizioni che riguardano non solo il campo penale.
Per l'ambito del diritto penale incriminatrice la legge contiene essenzialmente delle circostanze aggravanti del reato che si applicano non quando la vittima è donna ma quando la vittima
è legata da rapporti di convivenza o matrimonio con l'autore del reato.
In teoria la vittima può essere un'uomo: la norma è formulata in maniera generica e svincolata dal sesso della vittima. Certo di fatto nella maggior parte dei casi la vittima è una donna, come da voi correttamente evidenziato.
Poi c'è anche un'aggravante per il caso in cui il reato sia commesso in presenza di minori.
Inoltre è previsto un potere preventivo in capo al questore destinato, spero, ad usarsi con celerità, che consente prima di un processo vero e proprio di inibire allo stalker alcune condotte (mi sembra la frequenza di certi luoghi).
Queste ed altre norme mi trovano d'accordo: la violenza va sempre combattuta.
Aggiungo: anche lo zerbinaggio...
Non sto a dilungarmi su tutte le disposizioni del decreto, alcune delle quali non le condivido affatto.
Cmq si può affermare che tecnicamente NON ESISTE IL REATO DI FEMMINICIDIO!!!!
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ndoquazzo
30/11/2013 | 18:32
Newbie
Infatti i media ci stanno marciando sopra e mi sembra piuttosto evidente. E' per dare maggiori privilegi femministi? Per distrarre dai problemi come hanno fatto finora speculando sugli omicidi di Sarah Scazzi (martellandoci per oltre un anno ogni santo giorno), sullo spread, ecc.?
Di certo mi pare chiaro che ne stiamo facendo una questione politica.
I casi annuali sono 140 se non erro, di cui quasi la metà commessi da famiglie "multietniche" (cosa che non viene detta, anche questo probabilmente per fini strumentali). Appena 140 e mettono ogni singolo caso al telegiornale.
Ci si potrebbe chiedere se queste morti valgono di più di quei 10 suicidati per ogni donna uccisa, se queste morti valgano di più dei 200 casi l'anno di infanticidio commesse dalle "donne-mostro" ai danni dei propri nascituri o più di quelle 100 vittime morte sulla strada per ogni donna di cui si parla al tg. Si potrebbero dare altre priorità, parlare dei fatti in maniera proporzionale, invece le donne sono vittime di serie A.
La legge che prevede l'aumento della pena per uomini che uccidono le donne (e non viceversa, seppur anche le donne siano "assassine") è già entrata in vigore, se io ammazzo Tizia becco più anni di galera rispetto a se Tizia uccide me. Altro che parità dei sessi...
Si aggiunge alle solite manovre immondizia che privilegiano le donne (le vittime "discriminate" dalla società), come le quote rosa (perché si dovrebbe fare a meno di uomini competenti per assumere per forza delle donne per legge!?), la detassazione per le imprese rosa (se sei donna hai meno tasse rispetto ad un uomo), le pòrcate sul divorzio (casa, figli e vitalizio/mantenimento a vita, anche se sono passati 30 anni e lei ha magari un compagno con cui convive) e cose di questo genere.
Se si usasse per scopi strumentali la vicenda dell'infanticidio ad esempio si potrebbe delineare la donna come "mostro" e psicopatica (che poi in parte è vero, durante la gravidanza gli studi dimostrano che il 13-20% delle donne hanno disturbi mentali in tale fase), ma non viene fatto.
A me pare ovvio che il femminicidio non sia giustificabile, come tutti i tipi di omicidio (non ce n'è uno che vale più degli altri...), ma è anche vero che si potrebbe analizzare seriamente il problema e prevenire anziché inasprire le pene, perché mettere più anni in galera l'assassino non risolve niente.
Per evitare il femminicidio si potrebbe anzitutto fare prevenzione psicologica, ma soprattutto cambiare la legge sul divorzio.
Quanti dopo il divorzio da già poveri finiscono sotto i ponti per pagare il mantenimento a una sgualdrina con cui hai divorziato magari solo perché ti aveva fatto le corna e hai reagito? Quante strappano le mutande agli ex mariti che sono costretti a vite degradanti, vedersi messi i figli contro e perdere perfino la dignità? Quanti hanno perso il lavoro e si ritrovano senza nemmeno la casa dopo il divorzio, nonostante il mutuo da pagare ancora a proprio carico?
Chi uccide o ha problemi o è disperato, cambiamo sta legge sul divorzio e vedrete che rimangono solo gli psicopatici ad uccidere. Perché tanti uccidono per disperazione e poi si suicidano dopo.
INCONTRA DONNE VOGLIOSEViaggiatore4908
30/11/2013 | 20:57
Silver
Femminicidio: è ovviamente un termine che fa gongolare le femministe.
Approvazione della legge contro il femminicidio: detta così brutale è un'informazione che i media hanno fatto bere alle femministe, le hanno...ubriacate.
La costituzione prevede che tutti i cittadini sono uguali<<senza distinzioni di....sesso...>>. Quindi può una legge penale punire meno gravemente l'uccisione di un'uomo rispetto all'uccisione di una donna? Certo che no! Sarebbe incostituzionale, è evidente a tutti.
In effetti nessuna norma della legge sul femminicidio prevede una sanzione maggiore per l'uccisione della donna. La legge in questione, premettiamo, contiene una serie di disposizioni che riguardano non solo il campo penale.
Per l'ambito del diritto penale incriminatrice la legge contiene essenzialmente delle circostanze aggravanti del reato che si applicano non quando la vittima è donna ma quando la vittima
è legata da rapporti di convivenza o matrimonio con l'autore del reato.
In teoria la vittima può essere un'uomo: la norma è formulata in maniera generica e svincolata dal sesso della vittima. Certo di fatto nella maggior parte dei casi la vittima è una donna, come da voi correttamente evidenziato.
Poi c'è anche un'aggravante per il caso in cui il reato sia commesso in presenza di minori.
Inoltre è previsto un potere preventivo in capo al questore destinato, spero, ad usarsi con celerità, che consente prima di un processo vero e proprio di inibire allo stalker alcune condotte (mi sembra la frequenza di certi luoghi).
Queste ed altre norme mi trovano d'accordo: la violenza va sempre combattuta.
Aggiungo: anche lo zerbinaggio...
Non sto a dilungarmi su tutte le disposizioni del decreto, alcune delle quali non le condivido affatto.
Cmq si può affermare che tecnicamente NON ESISTE IL REATO DI FEMMINICIDIO!!!!
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