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Intimo reportage dal NRW - quarto giorno

Il secondo e il terzo arriveranno

Martedi 20. Giorno piacevolemente inaspettato al Samya. Ero già pronto a trascorrere tra wellness, cibo turco e le mie due o tre favorite una tranquilla giornata infrasettimanale.

Con J… avevo anche preso un appuntamento via sms per le quattro del pomeriggio. Pensavo di cazzeggiare leggendo e sorbendo the fino al quell’ora, magari intervallandomi una breve sessione con R…, tanto per non arrivare oltremodo arrapato e distruggere la topolina stretta della mia J… in una sessione troppo lunga e vigorosa.

Il locale, per la cronaca, verso mezzogiorno era già discretamente popolato delle solite gnoccherelle di medio interesse che popolano il Samya a quell’ora: anzi direi una media leggermente più alta del solito, dato il recente ricambio avvenuto. E solo due uomini. I due soliti simpatici sovrappesi di mezza età che incontro spesso lì, e che vedo sovente abbuffarsi di cibo e ingollarsi di birra, ma mai indirizzarsi alle camere. Ma è legittimo che ognuno cerchi, almeno dentro lì, di soddisfare i propri specifici gusti.

Determinato a portare a conclusione i miei pigri propositi, dopo il solito giro di saune e colazioni mi dispongo comodamente sul divanetto d’ingresso, l’unico posto degnamente illuminato del locale, a leggere uno degli ultimi racconti di Grisham. Ed è proprio da quella postazione che non riuscirò a muovermi dalle prime dannate pagine del libro.

Campamello. Arriva la barman-guardarobiera, metressa-tuttofare del mattino, apre, e con una serie di convenevoli riceve una femmina di classe, slanciata e accuratamente acconciata che sembra provenire da una ‘cena elegante’ con dopocena intrigante. Rimango basito. E sono proprio quei pochi secondi di sconcerto che mi saranno fatali per perderne le tracce.

Faccio il giro dei piani. Niente. Ma sono convinto di averla vista. E’ vero che sono in astinenza da un paio di giorni, ma non mi capita di avere allucinazioni di quel tipo anche con periodi di astinenza più lunghi.

No, dalla mia postazione di lettura che ho nuovamente raggiunto sconsolato, non avevo visto male! Eccola entrare alta, dal portamento elegante e perfettamente in mise per una sfilata di victoria’s secret. Una nuance di grigi che vanno dal perla delle decolté tacco 10 che slanciano mirabilmente il suo metro e settantacinque e oltre nature, fino alle culotte minimal di seta antracite (quelle che sono di moda ora, indossate 3 taglie più piccole, per lasciare intravedere a ogni falcata tutto l’intravedibile) e un reggiseno confezionato con filo interdentale e jersey silk bianco, che anziché sorreggere il seno lo avvolge come un leggero velo di vapore.

Capisco che è nuova, da come si guarda in giro ancora un po’ circospetta, e da buon maggiordomo faccio gli onori di casa. Andiamo ad accomodarci su un divano e le servo un the. Il viso è perfettamente in linea con l’eleganza di tutto il resto. Non è più una ragazzina, ma una signora vera, suppongo di 27-28 anni che ne dimostra però 25. Lo so, non si dovrebbero fare considerazioni sull’età, ma per capire bene chi si ha davanti e chi si avrà in camera, ogni minimo dettaglio va ponderato con attenzione.

Parliamo in inglese, ma poi mi sfugge un italico intercalare e lei con un sorriso daygum sapientemente esibito mi chiede se sono italiano. ‘Che bello, mi fai sentire a casa…’ e così, Clo, in perfetto italiano, con quell’inflessione così sexy che riescono ad avere le moldave, mi spiega la sua storia di oltre due anni di escort a Roma. Di quando ancora, nel pieno della decadenza dei costumi capitolini e nella totale inconsapevolezza che i soldi stavano per finire, sciupavamo decine di biglietti da cento in cene nei ristoranti lussuosi per mostrare ad amici e conoscenti la nostra ultima ‘conquista’, per poi finire nei nostri attici lussuosi affittati a caro prezzo, dopo aver sfoggiato alla gnocca a noleggio la nostra auto sportiva con il leasing ancora tutto da pagare.

Bei tempi, ricorda lei. Ma ora, in Italia, tutto ciò sembra non avere più ampia audience. E allora eccola qui, una escort da 300 euro e passa all’ora più spese, a fare il giro negli fkk della più socialista nazione del capitalismo avanzato per studiare il modo di dare una svolta alla propria professione. La laurea in marketing a Clo serve perlomeno a capire che non ci si può crogiolare nei passati fasti, e se c’è da cambiare strategia rispetto a una rivoluzione in atto, ebbene, pragmaticamente si cambi strategia.

Mi trovo in effetti nella stessa identica situazione della mia nuova cara amica Clo. D’altronde anch’io sono qui, con un piede in Germania, in quanto stufo di vedermi non pagate le laute parcelle che emetto ai miei clienti italiani, che pur rimanendo ricchi come prima hanno stretto tutti i cordini di tutte le borse che detengono in Italia e offshore.

Apparentato in questa triste situazione, la invito in camera per una sessione consolatoria, senza neppure chiedermi come un tipo così mi missilerà alla grande, vedendosi ridurre, da un giorno all’altro, il suo rate orario di quasi l’80%.

Non bacia il clienti in gola Clo, solo lievemente sulla bocca. Ma durante l’amplesso si lascia andare di più, soprattutto quando capisce che stai per venire. E allora, per incoraggiarti, generosamente ti mette un pezzetto di dolce e umida lingua in bocca.

Capita la strategia di marketing, meschinamente simulo parecchi tentativi di orgasmi falliti per fruire al massimo dei sui incoraggianti e bagnati semi-baci. Per il resto non è una porno star, non è una fidanzata innamorata, ma una signora elegante e raffinata cha sa concedersi con un certo calore e con quella professionale intimità che lascia buoni ricordi nella carne.

Posso solo aggiungere che la sua eleganza ha vacillato un po’ durante una vigorosa pecorina davanti allo specchio, quando lei, incurante di tutto, si è messa a rovistarsi a dita dispiegate labbra e clitoride, per portarsi a un orgasmo in modo così provocatoriamente osceno da strappare con prepotenza anche il mio.

Ci ripromettiamo di non perderci di vista, che la giornata è lunga.

Purtroppo non faccio in tempo a raggiungere la mia postazione di lettura, che vedo entrare dalla porta a vetri una meravigliosa red-hair dalla pelle chiarissima e dal fisico sottile ma tonico. Una di quelle figurine alle quali non so resistere. Il sorriso è disarmante con le sue labbra sottili rosa carico perfettamente tono su tono coi capelli. Anch’ella, vaga sparuta. Senz’altro nuova di zecca qui dentro. E io, ciambellano di corte, non le posso certo lasciar percorrere più di due passi senza scortarla. Mi presento e la invito a sedersi sul divanetto accanto a me. Finge di essere interessata alla mia lettura, ma non essendo più tanto interessato neppure io, chiudo sbrigativamente l’argomento fiction per non annoiarci a vicenda e per parlare, invece, di Lei. Bianca, nonpiùdapocominorenne, alle sue primissime esperienze di lavoro e alla ricerca di un club a lei congegnale.

Passata al Villa Vertigo per due giorni, ma le altre l’hanno trattata un po’ male. Magnum, qualche giorno, troppo assediata dagli uomini - e considerata la fama di quel posto, popolato da femmine improponibili, non stento a crederci.

Ed eccola per la prima volta qui dentro. Facciamo il giro del bar e le spiego tutto per bene come funziona: cosa è compreso nel prezzo e cosa no, che le ragazze hanno liquori gratis e gli uomini no. Lei non beve. Bene, comportamento molto salutare. Gli orari dei pasti etc. Le spiego dove sono le chiavi delle camere e come si prendono. Le faccio fare il giro delle camere sopra e della zona welness sotto presentandole gli inservienti che incontriamo.

In tutto questo girovagare per stretti e soffusi corridoi, con molta discrezione ed eleganza, oso quei piccoli, necessari, sfregamenti corporei che contribuiscono a elevare opportunamente il tasso ormonale reciproco, e a saggiare le disponibilità della bambolina senza indulgere in poco poetiche, se non ordinarie, interviste.

Quando il tutto sembra porsi nella migliore delle condizioni, ci rechiamo mano nella mano a prendere le chiavi, e, su mio suggerimento, scegliamo quella tutta a specchi.

Bianca ha la particolarità, lo noto ora che lentamente le calo il reggiseno, di avere uno dei più bei seni che abbia mai visto in vita mia. O meglio, uno dei seni che mi piacciono di più, tra tutti quelli che ho visto. Gli altri erano della mia fidanzata norvegese, quando anche lei era nonpiùdapocominorenne, e gli altri di Pat, un angelo biondo, nonpiùdapocominorenne pure. (Tra le più belle angiolette bionde, Pat, mai incontrate nella vita. Con la quale ho avuto la celestiale fortuna di imbattermi nientemeno che all’Acapulco, pochi mesi prima che sparisse dalla scena degli fkk).

Deve essere proprio una specificità dei seni di alcune dicotto-diciannovenni particolarmente fortunate da poter essere annoverate tra le meraviglie della natura. Grandi, coppa D su un bustino da seconda. Ma così ghiandolati da essere loro stessi a sostenere, come fossero gonfiati a elio, il busto e le spalle della fanciulla che altrimenti tenderebbero a portarsi in avanti e verso giù, tanto è alto il peso specifico della massa.

No. Mi sto sbagliando. Non sono tra i più bei seni che ho visto. Sono anche tra i più bei seni che ho tenuto tra le mani. Lisci, gonfi in questa pelle tesa, bianca e trasparente. Con capezzoli di un rosa chiaro ben sporgenti come bottoncini di confetto. E come confetti li prendo subito tra le labbra con piena soddisfazione mia, e sua, che mi vede così, in presa estatica.

La cosa migliore, con seni così, è quella di farseli dondolare sopra la bocca mentre venite presi lentamente a smorzacandela, così da essere liberi di baciarli o palpeggiarli senza tregua, per un tempo che più sarà lungo, più vi sembrerà momentaneo. E così è successo: mezzora passata in un secondo. ‘Cosa ne dici se rimaniamo un’altra mezz’ora?’ ‘Way not’. E così, considerando che la bambolina ha dato cenni di baciare anche benino, nonostante la giovane età, decido di cambiare posizione, quella sul fianco, più congegnale a non perdere il piacere di farmi riempire le mani dalle sue coppe e al contempo consentirle di esercitarsi nel bacio profondo.

Anche così il tempo vola. Osservando come tenda a raggiungere il clitoride con quelle ditina lunghe e svelte, mi metto a forbice, per consentirle piena libertà di azione. Candidamente, mi chiede il permesso di masturbarsi mentre le sto dentro, e mi dà il ritmo, lento, ma dalla lunga escursione, come piace a lei. Permesso concesso! Voi che avreste fatto? Si scusa, se sarà un po’ lunga, ma in un ‘posto così’… non lo ha mai fatto, ma le piacerebbe tanto venire. ‘Bambina, tutto il tempo che vuoi’.

Per fortuna sembra finita con le new entry. E mi metto tranquillo a leggere. Magnifico. Da quando sono entrato qui dentro sono già arrivato alla seconda pagina.

Ma ecco che arriva il corpulento gestore di cui non ricordo mai il nome. Mi saluta calorosamente e io lo lascio fare, come al solito. Mi chiede se può permettersi di offrirmi un cocktail nel suo ufficio. No grazie non bevo, ma una cola diet volentieri. Prendendola un po’ alla lunga mi chiede se può osare chiedermi un parere sulle nuove girls arrivate, e immediatamente da me testate. Certo che qui i divani non hanno segreti… E’ un periodaccio con le ragazze, mi confida. Non se ne trovano più come qualche anno fa, e quelle che si trovano non sempre sarebbero all’altezza della fama del club. In cuor mio, credo proprio che angeli così al Samya rimarranno poco. Troppo belle per accontentarsi di 75 euro l’ora. Già mi vedo Clo al Palace a fare lo stesso per 100, o 150 con semi french kiss, alla mezz’ora. E Bianca in qualche club della svizzera tedesca a fare la ninfetta per cifre esorbitanti. Ma non glielo posso dire. Gli dico solo che sono super, di tenersele strette. Per me, più che per lui. E mi regala due ingressi omaggio per i consigli. Bene. Oggi mi va a meraviglia.

Sono quasi le quattro è ho appuntamento con J… Non è passato molto dalla lunga sessione con Bianca e temo di non essere già in completa forma. Sapete cosa intendo, vero?

Mi dileguo verso la sauna per perdere un po’ di tempo e sulle scale incontro una barbie formato mignon. Non più alta di un metro e sessanta credo, ma con un corpo e un viso strepitosi. Antonia, rumena, lì da qualche settimana. Non ho molto tempo, e perdo la mia consueta galanteria. Cosa fai in camera? Tutto! Baci con la lingua? E come vuoi che baci? Magnifico! Senti cara, ci possiamo vedere più tardi? Certo, sono qui, cercami. E mi dà una slinguazzata gratuita di almeno trenta secondi. Quanti regali oggi. E’ proprio il mio giorno fortunato.

Quattro e un quarto. Sono in ritardo con l’appuntamento con J… ma ho recuperato un altro poco di energie.

Eccola, magnifica come sempre. Un paio di leggings neri traforati le lasciano intravedere la pelle liscia e abbronzata delle gambe perfettamente levigate. Scarpe nere di vernice tacco 12 e reggiseno nero. Una tenuta dark vagamente da dominatrice. Ma anche con abiti così, J…, non riesce mai a celare la sua eleganza innata, che il sorriso vagamente malinconico esalta sorprendentemente.

Eccola al suo sgabello preferito, che parla fittamente con le due, così sembra, nuove amiche: Clo e Bianca. E’ proprio vero che le gnocche si attraggono tra loro come magneti…

Mi avvicino, saluto lei con un bacio sulla guancia e con un sorriso alle amiche, senza manifestare apertamente che solo poco tempo fa… Insomma rimango un incurabile romantico, o bastardo.

Invito J… su un divano e lei mi segue un po’ di malavoglia. ‘Cosa c’è? sei stanca?’ ‘No scocciata, dal fatto che anziché aspettarmi ti sei già portato in camera ben due ragazze, rimanendoci anche a lungo. Non ho proprio voglia di venire in camera con te, adesso. Magari un altro giorno.’ Ecco il risultato. Adesso mi ci vorranno sessioni su sessioni per ristabilire quel fragile equilibrio tra sesso e sentimento che ero riuscito così mirabilmente a crearmi con J…

Un avvertimento per tutti. Le ragazze nei club tra loro parlano e si dicono tutto, o per confidarsi o per rinfacciarsi le cose o per vantarsi. Anche se sembra che non vi caghino minimamente, in effetti di voi sanno tutto dopo un’oretta di permanenza lì. Come vi piace farlo, se ce l’avete grosso o piccolo, se venite in 5 minuti o in un’ora, se siete tirchi o generosi, etc. Una sorta di istintiva ricerca di mercato praticano, come quella che nei supermercati viene più scientificamente attuata con l’analisi dello scontrino. Quindi non dovevo stupirmi più che tanto se J… sapeva perfettamente quello che avevo combinato sopra.

Mi dispiace sinceramente, però. E mentre mestamente me ne vado al buffet incontro Antonia di ritorno dalla pausa sigaretta che mi dice: nutriti bene che poi ti voglio in camera energico. Previdente, prima di una leggera grigliata, mi prendo una scheggia di viagra, che si rivelerà provvidenziale per la long time session che mi concederò con la barbie tematizzata kamasutra.

Sì ragazzi, data la taglia e la predisposizione genetica della fanciulla, la sessione si è rivelata un vero e proprio ripasso con lezioni molto private di kamasutra, intercalato, come ricreazione, da sesso orale praticato come grand finale nella profondità della sua gola. Ah… il very-deep throat con totale ingoio -considerato che gli schizzi copiosi non potevano altro fare che finire direttamente nel suo esafago, vista la pressione generatasi in seguito a tanto esercizio prostatico e testicolare. L’unica cosa che mi faccia convincere a intraprendere la fatica di interrompere un amplesso per una venuta in bocca.

Ricordatevi, Antonia (o Antonella?): assunzione una volta al mese per un anno intero e il Kamasutra vi si imprimerà nella memoria corporea come lo sci imparato da piccoli.

Devo dire che adesso ne ho proprio abbastanza del sesso. E lo sento dalla voglia di cibo che mi assale. Andando al buffet ripasso davanti al terzetto delle mie amiche gnocche che sembra non si siano ancora mosse da lì da prima. In effetti, anche alle otto di sera il club non abbonda certo di clienti. E poi si sa, le nuove, se esageratamente gnocche, suscitano spesso diffidenza. Ne approfitto per salutarle per l’ennesima volta dicendo che me ne sto andando. E al di là del broncio di rimprovero di J… intuisco dagli sguardi delle altre due che una sessione l’avrebbero fatta nuovamente e volentieri, non certa per la prestanza mia, ovviamente, quanto per quella del mio portafogli.

Rimpinzato di ogni ben di dio mi dirigo all’uscita per gli spogliatoi. E lì che incontro un’altra bionda nuova di pacca. Mignotta avvenente, entra atteggiandosi a gran dama arrampicata sui tacchi 12. Capisco che non è particolarmente bella in viso, ma il mio sesto senso mi fa intuire che è invece particolarmente mignotta in tutto. E per un’ultima sveltina digestiva è quel che mi ci vuole. Sessione in camera altrettanto strepitosa con lei predisposta a fare tutto, come riscaldamento per la lunga serata che l’aspetta. Bel corpo, bella pelle e bei capelli fini da polacchina sui 26-28 anni. Viso particolare, ma non certo brutto. Decisamente arrapante, con quel sorriso spavaldo e sicuro di sé. Mi dirà che è saltuaria, a volte qui e a volte al Mondial. Una mignotta così gnocca e prodiga al Mondial? Le do il mio cell perché mi chiami quando va lì. Mi viene duro al solo pensiero di potermela scopare per soli 30 euro!

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ah ah @j2020, in effetti, lo ammetto...

alcune volte, anche quando pensi di aver fatto indigestione di sesso, ne vedi entrare una nuova e dici: si ma questa non me la posso mica lasciare scappare, e se poi no la rivedo più ?

In effetti ho fatto bene, mi ha mandato un sms per andare a incontrarla al Mondial. E anche lì ne è valso lo sforzo. ;-)

a presto

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