Di recente, ho “approfittato” molto dei vostri suggerimenti per farmi un’idea su quale fosse la mia meta, avendo deciso di dilapidare parte dei miei averi presso un FKK.
Oggi, reduce da un viaggio all’Andiamo, vorrei restituire, se possibile, il favore.
Premetto che la mia presente “recensione” in realtà finirà per essere maggiormente un accrocchio di considerazioni di stampo antropologico più che di informazioni sulle prestazioni delle “artiste” del locale in questione. Chiarisco inoltre che l’intento di partenza era quello di trascorrere una giornata goliardico/trombante più che quella di svuotare compulsivamente il sacco scrotale. A tal fine, la spedizione è consistita in un piacevole viaggio con un mio caro amico con il quale non ho mai mancato di commentare, ironizzare e condividere le nostre esperienze.
La fredda cronaca: partenza da quel di Milano alle 8.30, viaggio automobilistico, vignetta austriaca al prezzo di 8,50 € e arrivo a destinazione per le ore 13.30. Entriamo (85 €), veniamo istruiti sul funzionamento, armadietti e doccia preparatoria. Dopodiché…
L’ingresso nella “zona girls” è impressionante. Lo è per un duplice motivo. Il primo, ovvio, specie per un verginello come me di questi ambienti, è per l’impatto-figa. Una sessantina di ragazze molto avvenenti, con tutta la mercanzia a vista e con atteggiamento di caccia. Il secondo motivo è per il fatto che, essendo le nostre giovani di molto superiori numericamente rispetto a noi maschietti (a quell’ora, nell’ordine di 60 a 5), incrociare lo sguardo con ciascuna di loro, ha significato dover opporre resistenza alle loro profferte di attenzioni e compagnia.
Ora, non so voi, ma a me, nella vita reale, non è capitato mai di dover scansare la figa e quindi doverlo fare, lo ammetto, mi da un po’ fastidio. Però di fatto è proprio quello che succede: chi spalmandosi su di te, chi invitandoti a distanza, chi facendo dei commentini nella tua direzione (in rigorosa lingua italiana), tutte cercano di avere il mio corpo ma, soprattutto, parte del contenuto del mio portafoglio. E tu, senza volerlo, ti trovi a dire ripetutamente di no, a posticipare incontri e a svicolare.
La qualità delle ragazze è di quelle da lasciarti stordito. O meglio, ci sono anche alcune ragazze un pochino meno meritevoli che magari abbassano un tantino la media (ovviamente stiamo sempre parlando di ragazze che, nel mondo reale, sarebbero ampiamente fonte di pensieri impuri) ma, comunque, il numero di supergnocche è tale da fare cortocircuitare il sistema tanto rendere i propri strumenti di valutazione inservibili.
Insomma, non passano neanche 10 minuti che finisco per ritirarmi con Penelope, la quale mi porta nel cinema e approfitta di me. Della ragazza posso dire che è di una bellezza abbacinante ma, sinceramente, l’ho trovata un po’ distante dai miei gusti operativi. Mi pareva più impegnata a cercare di scucirmi qualche extra in più che ad assecondare le mie volontà.
Segue il periodo di refrattarietà. In quei momenti, cerchi relax, fumi una sigaretta, bevi qualcosa e, soprattutto, ti guardi intorno. Il tempo tuttavia passa soprattutto nell’attività di rifiutare le offerte delle nostre artiste. Questa attività, lo ammetto, inizialmente risulta un tantino snervante. In effetti poi, con il passare del tempo, acquista un po’ di fascino. Il fatto che le ragazze vengano da te ti da l’occasione per scherzare un po’ con loro (che francamente sono un po’ annoiate), per giocare, per fare battute. Con alcune di loro risulta decisamente piacevole.
Altra considerazione è il fatto che, tra noi uomini, non ci sono troppi scambi e confronti. Ognuno rimane un po’ in disparte a covare le proprie sensazioni. In effetti, immagino, chi va in quei posti, va per scopare, non per scambiarsi vedute con altri.
Beh, tra una chiacchiera e l’altra, intercetto una ragazza di cui, mi scuso, non ricordo il nome. Lei si dice di provenienza turca, ha un seno procace e labbra carnose. Non è né troppo alta né la più magra (intendiamoci, non è che sia grassa…). Insomma, mi porta in stanza e mi fa vedere le stelle. Ancora la ringrazio.
Torno in sala con il sorriso e le gambe flesse e mi rendo conto di alcune cose: la prima è che questo è un posto in cui tutti si presentano tra loro. Peccato che sia le ragazze che gli uomini diano un nome falso di cui, peraltro, non ci si ricorda più dopo due secondi dalla presentazione. La seconda è che il locale è a tutti gli effetti terra romena. La cosa che più mi stupisce tuttavia è il fatto che le nostre belle draculine, anziché andare orgogliose della propria provenienza, si spacciano per spagnole, russe, colombiane… approfittando della atavica ignoranza linguistica italiana che le rende virtualmente non smascherabili. Addirittura, un paio di loro ha ammesso di essere rumena aggiungendo poi un “però” e qualificandosi dicendo che sono numerosi anni che vivono altrove (Austria, Germania, Italia). Evidentemente i nostri preconcetti sono così radicati da rendere per loro necessaria una riqualifica delle loro provenienze. Peccato.
Ritornando a noi, il tempo stringe, io e il mio amico ci siamo autoimposti una ripartenza entro le 19.30. Dobbiamo andare nuovamente a segno. Il mio gettone va a Pandora. Bella, abile, convincente. Mi fa divertire non poco.
E’ il tempo di accomiatarsi dal locale. Giusto il tempo, finalmente, per due chiacchiere rilassate con @IltoscanoMarco, che ringrazio per la fedele recensione e con il quale condivido la soddisfazione di abitare a giusta distanza dal localino in modo da non avere la tentazione di dilapidare tutti i miei averi in un mese. Noto che, nel frattempo, il numero di avventori è in sensibile aumento e il locale è più movimentato.
Ritorno a casa (altre 5 ore di macchina) tuttavia con un imperativo condiviso con il mio amico: bisognerà riprovare l’esperienza.
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minchino
Newbie
29/03/2014 | 18:38
0
Ciao a tutti,
sono un nuovo iscritto in questo forum.
Di recente, ho “approfittato” molto dei vostri suggerimenti per farmi un’idea su quale fosse la mia meta, avendo deciso di dilapidare parte dei miei averi presso un FKK.
Oggi, reduce da un viaggio all’Andiamo, vorrei restituire, se possibile, il favore.
Premetto che la mia presente “recensione” in realtà finirà per essere maggiormente un accrocchio di considerazioni di stampo antropologico più che di informazioni sulle prestazioni delle “artiste” del locale in questione. Chiarisco inoltre che l’intento di partenza era quello di trascorrere una giornata goliardico/trombante più che quella di svuotare compulsivamente il sacco scrotale. A tal fine, la spedizione è consistita in un piacevole viaggio con un mio caro amico con il quale non ho mai mancato di commentare, ironizzare e condividere le nostre esperienze.
La fredda cronaca: partenza da quel di Milano alle 8.30, viaggio automobilistico, vignetta austriaca al prezzo di 8,50 € e arrivo a destinazione per le ore 13.30. Entriamo (85 €), veniamo istruiti sul funzionamento, armadietti e doccia preparatoria. Dopodiché…
L’ingresso nella “zona girls” è impressionante. Lo è per un duplice motivo. Il primo, ovvio, specie per un verginello come me di questi ambienti, è per l’impatto-figa. Una sessantina di ragazze molto avvenenti, con tutta la mercanzia a vista e con atteggiamento di caccia. Il secondo motivo è per il fatto che, essendo le nostre giovani di molto superiori numericamente rispetto a noi maschietti (a quell’ora, nell’ordine di 60 a 5), incrociare lo sguardo con ciascuna di loro, ha significato dover opporre resistenza alle loro profferte di attenzioni e compagnia.
Ora, non so voi, ma a me, nella vita reale, non è capitato mai di dover scansare la figa e quindi doverlo fare, lo ammetto, mi da un po’ fastidio. Però di fatto è proprio quello che succede: chi spalmandosi su di te, chi invitandoti a distanza, chi facendo dei commentini nella tua direzione (in rigorosa lingua italiana), tutte cercano di avere il mio corpo ma, soprattutto, parte del contenuto del mio portafoglio. E tu, senza volerlo, ti trovi a dire ripetutamente di no, a posticipare incontri e a svicolare.
La qualità delle ragazze è di quelle da lasciarti stordito. O meglio, ci sono anche alcune ragazze un pochino meno meritevoli che magari abbassano un tantino la media (ovviamente stiamo sempre parlando di ragazze che, nel mondo reale, sarebbero ampiamente fonte di pensieri impuri) ma, comunque, il numero di supergnocche è tale da fare cortocircuitare il sistema tanto rendere i propri strumenti di valutazione inservibili.
Insomma, non passano neanche 10 minuti che finisco per ritirarmi con Penelope, la quale mi porta nel cinema e approfitta di me. Della ragazza posso dire che è di una bellezza abbacinante ma, sinceramente, l’ho trovata un po’ distante dai miei gusti operativi. Mi pareva più impegnata a cercare di scucirmi qualche extra in più che ad assecondare le mie volontà.
Segue il periodo di refrattarietà. In quei momenti, cerchi relax, fumi una sigaretta, bevi qualcosa e, soprattutto, ti guardi intorno. Il tempo tuttavia passa soprattutto nell’attività di rifiutare le offerte delle nostre artiste. Questa attività, lo ammetto, inizialmente risulta un tantino snervante. In effetti poi, con il passare del tempo, acquista un po’ di fascino. Il fatto che le ragazze vengano da te ti da l’occasione per scherzare un po’ con loro (che francamente sono un po’ annoiate), per giocare, per fare battute. Con alcune di loro risulta decisamente piacevole.
Altra considerazione è il fatto che, tra noi uomini, non ci sono troppi scambi e confronti. Ognuno rimane un po’ in disparte a covare le proprie sensazioni. In effetti, immagino, chi va in quei posti, va per scopare, non per scambiarsi vedute con altri.
Beh, tra una chiacchiera e l’altra, intercetto una ragazza di cui, mi scuso, non ricordo il nome. Lei si dice di provenienza turca, ha un seno procace e labbra carnose. Non è né troppo alta né la più magra (intendiamoci, non è che sia grassa…). Insomma, mi porta in stanza e mi fa vedere le stelle. Ancora la ringrazio.
Torno in sala con il sorriso e le gambe flesse e mi rendo conto di alcune cose: la prima è che questo è un posto in cui tutti si presentano tra loro. Peccato che sia le ragazze che gli uomini diano un nome falso di cui, peraltro, non ci si ricorda più dopo due secondi dalla presentazione. La seconda è che il locale è a tutti gli effetti terra romena. La cosa che più mi stupisce tuttavia è il fatto che le nostre belle draculine, anziché andare orgogliose della propria provenienza, si spacciano per spagnole, russe, colombiane… approfittando della atavica ignoranza linguistica italiana che le rende virtualmente non smascherabili. Addirittura, un paio di loro ha ammesso di essere rumena aggiungendo poi un “però” e qualificandosi dicendo che sono numerosi anni che vivono altrove (Austria, Germania, Italia). Evidentemente i nostri preconcetti sono così radicati da rendere per loro necessaria una riqualifica delle loro provenienze. Peccato.
Ritornando a noi, il tempo stringe, io e il mio amico ci siamo autoimposti una ripartenza entro le 19.30. Dobbiamo andare nuovamente a segno. Il mio gettone va a Pandora. Bella, abile, convincente. Mi fa divertire non poco.
E’ il tempo di accomiatarsi dal locale. Giusto il tempo, finalmente, per due chiacchiere rilassate con @IltoscanoMarco, che ringrazio per la fedele recensione e con il quale condivido la soddisfazione di abitare a giusta distanza dal localino in modo da non avere la tentazione di dilapidare tutti i miei averi in un mese. Noto che, nel frattempo, il numero di avventori è in sensibile aumento e il locale è più movimentato.
Ritorno a casa (altre 5 ore di macchina) tuttavia con un imperativo condiviso con il mio amico: bisognerà riprovare l’esperienza.
Ciao a tutti, che la gnocca sia con voi!