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Valentina Labbrarosse all’ Erlebniswohnung di Berlino

Valentina Labbrarosse all’ Erlebniswohnung di Berlino

Ennesima recensione dell’ennesima visita Erlebniswohnung.

Ma stavolta non voglio impegnarvi con il racconto di un’intera giornata. Dato il crescente livello emozionale suscitato in me dalle esperienze estreme in cui le ragazze mi hanno coinvolto venerdì scorso, ne uscirebbe una sorta di recherche proustiana, non per qualità, beninteso, ma di certo per lunghezza. E non aggiungerebbe molto alle informazioni e alle dritte già fornite nell’ormai successo editoriale del mio ‘Gang Bang. Le ragazze dell’ Erlebniswohnung'. Oltretutto solleciterei le male lingue a pensare che queste mie ‘storie vere’ altro non sarebbero che delle spavalde vanterie. Se non peggio: racconti di fantasia più adatti a segaioli incalliti che non a scafati donnaioli come i frequentatori di questo forum – come se qui dentro, invece, la maggioranza non fosse proprio fatta da segaioli incalliti.

Comunque, come ho già ribadito, primariamente scrivo per me stesso, poi per un pubblico che non trova più che tanto noioso leggere quello che scrivo, in ultimo per dare informazioni.

Con queste righe voglio anche cogliere l’occasione per salutare l’amico romano incontrato lì proprio venerdì scorso. Ci siamo da gentiluomini scambiati le ragazze sul letto dialogando nel nostro migliore inglese possibile, prima di scoprire di essere italiani e rispettivamente di quelle due parti dell’Italia che ora non è, per fortuna, neanche più di moda pensare di dividere: e che hanno al centro Milano e Roma. Avendomi confidato di avere intrapreso il viaggio proprio sollecitato dalle mie recenti recensioni sull’ Erleb apparse qui, invito l’amico a superare la pigrizia e iscriversi al forum. E’ necessario infatti che contribuisca, data la languida situazione attuale, a elevarne il livello culturale, apportando sia riflessioni in generale che nel campo della gnocca in particolare, vista la sua vasta conoscenza dell’argomento dimostrata nelle brevi ma significative conversazioni tra una scorribanda e l’altra.

Prendete questo racconto per quello che è. Il frutto dell’esigenza mia di serbarmi il ricordo, in un futuro lontano, quando mi si saranno affievolite le necessarie energie per intraprendere tali impegnative avventure, di un meraviglioso incontro con una delle più belle e avvenenti ragazze mai incontrate in un club di sesso estremo.

Valentina Labbrarosse. Mi è venuto spontaneo chiamarla così. Proprio dai primi istanti che ne ho colto l’elegante figura al suo ingresso al club un’ora prima della chiusura. Entra accompagnata dalla sua amica F, una giovane squillo che mi ha fatto divertire, ampiamente ricambiata, in ripetute occasioni durante il giorno. E devo dire che la buona considerazione che F ha di me, come controversa figura di ircocervo tra garbato gentiluomo e irruente animale sessuale, è servita anche a mettermi in buona luce con l’amica.

Valentina Labbrarosse. Proprio per la somiglianza sfacciata con quella meravigliosa sexy-ragazza virtuale. Con l’aggiunta di un pesante rossetto, come va di moda adesso tra le giovani berlinesi more di carnagione chiara, che conferisce un tono volutamente grottesco al personaggio interpretato. Mostrando ironicamente la consapevolezza di evocare quel famoso fumetto, la ragazza, al contempo, da segni di volersene distanziare, aggiungendoci quella nota surreale ispirata forse alle donne di Almodovar.

Capelli a caschetto neri, fisico da stunner, sorriso dolce e sguardo fiero che esprime sicurezza di sé. Insomma, quegli sguardi che talvolta cogliamo in una femmina giovane. In quella particolare femmina giovane che ha maturato la necessaria esperienza negli uomini per sapere esattamente cosa desidera un maschio da lei, non appena le mette gli occhi addosso. E cosa si aspetta lei, da quel maschio.

Quel breve incrocio di sguardi ha chiarito molto sulle nostre reciproche attese. In sostanza, una di quelle scintille che scoccate nell’atrio ti faranno già partire in vantaggio quando sarai in camera con dieci o più uomini pronti a correre sul letto la darwin-race con lei come trofeo.

Ora però sono in ginocchio rimirando il culo di G, che impasto con le mani mentre la penetro in doggy style. G è una bionda tedesca di belle fattezze, ma troppo tatuata per i miei gusti fini. Quindi me la sto facendo, mentre sbocchina a turno quattro uomini, più per passatempo che per vera brama. Infatti quando nel corridoio intravedo Valentina e F dirigersi verso l’altra camera, mi è subito chiaro cosa devo fare. Oltretutto F mi sorride e mi fa segno di seguirla, con Valentina al fianco che gira la testa per guardarmi. Io ricambio i sorrisi d’intesa, ma essendo un gentiluomo non lascio G prima di averla soddisfatta. Da un po’, mi implora di scoparla con vigore. E data la passività della maggior parte degli uomini per l’ora tarda, non avrebbe quella sera avuto molte altre occasioni di godere fino in fondo.

Doccia veloce. E per non perder tempo con l’asciugamano entro diretto e bagnato in camera di Valentina e F. Gli ultimi dieci o dodici maschi tiratardi stanno voluttuosamente sdraiati sul letto in attesa di ricevere l’ultima soddisfazione dalle bocche delle due ragazze. Ormai, dopo oltre dieci ore di sesso, si è tutti allo strenuo delle forze, me compreso, e nessuno sembra in grado di fare qualcosa di più impegnativo che del sesso orale passivo. Ma la visione di questa figura provocante piegata in avanti a praticare fellatio, unita all’immagine mentale di lei sull’ingresso a incedere elegantemente sui tacchi, mi sollecita a non perdere un’occasione rara. Oltretutto, mettermi in fila solo per un bocchino mi sembra mortificante. Quindi, non senza fatica, indosso un preservativo sul cazzo mezzo moscio, conseguenza della convulsa attività sessuale di oggi. Ma io sono ottimista: se il cazzo è mezzo moscio significa pure che per l’altra metà è duro.

Nelle preliminari perlustrazioni manuali, la mia Valentina mi ha consentito di saggiare l’interno del suo buchetto facendomi percepire quanto fosse già bagnata nell’aspettativa riposta in questo luogo così mal frequentato. E devo dire che tutto l’insieme, lei così bella e sexy, la sua fichetta così disponibile esposta a pecorina, la mia determinazione alla copula, mi fa pompare quel poco sangue rimasto disponibile ad avventurarsi nuovamente nei corpi cavernosi. E per non perdere quel residuo di necessaria durezza glielo infilo senza tanti complimenti in un sol colpo. E senza gel.

Nel sentire tale irruenza, la mia bambolina, allarmata, gira la testa. Ma riconoscendomi sgancia un sorriso grato e si accoglie il cazzo tutto dentro, iniziando a contrastare con vigore le mie spinte. E proseguiamo con un ritmo sostenuto, a tal punto che devo agguantarla con una mano al collo e con l’altra alla vita per ancorarmi al suo corpo, tanto mi spinge indietro e si dimena. Impasto poi questo magnifico culo a due mani, mentre lei sempre schiaffeggia con i suoi glutei sodi il mio bassoventre. E poi ancora la palpeggio tutta passando le mie mani per sentire i seni piccoli ma sodi che non ho ancora visto, la sua pancia tirata come pelle di tamburo tra le anche, che adesso afferro, per sollevarla con forza e farla sobbalzare sul materasso. Si va avanti così per un po’, e lei si distrae irreparabilmente dai cazzi che sta succhiando. A tal punto che alza il busto verso di me e schiaccia la sua guancia contro la mia, mentre continua ad ansimare facendo smorfie di dolore e piacere assieme.

Avvertendo questa disponibilità, il mio cazzo, incurante della giornata impegnativa, reagisce meravigliosamente come fosse stato a riposo per giorni. Ora me lo percepisco bello eretto dentro di lei, e lei da segni di sentirsi propriamente impalata. Soprattutto in questa posizione accosciata a gambe aperte mostrando a tutti la sua fica spaccata in due dal mio cuneo di carne viva. Alla vista di lei così esposta e inerme, in questa posizione che le fa risaltare i seni dai capezzoli eretti e la pancia piatta trafitta dalla mia verga che lei si guida dentro a mani unite, il branco di uomini si accalca per palparla, strusciarla, tentare di baciarla. Io abbracciandola da dietro me la tengo ben stretta e le mie mani vagano già sulle parti più sensibili del suo corpo, i seni, i capezzoli, il clitoride, facendosi largo tra quelle degli altri uomini che la frugano bramosi nell’illusione di possederla. Ma la sto possedendo io. E’ mia, adesso. E a loro non rimane che tentare di toccarla con una mano e segarsi con quell’altra.

Anche F, rimasta sguarnita di uomini, tutti accorsi arrapati a gremire Valentina impalata, si avvicina a noi e comincia ad accarezzare l’amica. Inizia a giocare con la lingua sul suo corpo, sui capezzoli, sul collo, fino a salirle sulle labbra che adesso bacia come fosse la sua amante. E Valentina risponde dischiudendola quella bocca, dandole la lingua perché gliela mordicchiasse e succhiasse. E continua a ondeggiare mentre me la tengo impalata sul mio cazzo senza intenzione di mollarla. Del resto la sua figa stretta me lo agguanta in una morsa pulsante imprigionandomi dentro di lei.

F si dimostra molto disponibile anche con me, e visto che nel pomeriggio le ho provocato un lungo e appassionato orgasmo incollati in un bacio inaspettato, ora, che le chiedo di baciarmi, lo fa senza esitazione. E lentamente, la sua lingua umida e a penzoloni la spennella con voluttà dalla bocca dell’amica alla mia e viceversa, in continuazione. E io, anche se l’ho vista ciucciare cazzi tutto il giorno, non mi tiro certo indietro in questo gioco. Anzi, divento più attivo e sono io che ora bacio prima l’una poi l’altra poi ancora l’una e ancora l’altra. Poi ci baciamo in tre, contendendoci le lingue nelle nostre bocche.

Vedo con piacere che gli uomini, alla vista di tali scene scottanti, si eliminano a uno a uno, chi venendosi nelle mani, chi nel tovagliolo, chi per terra.

In cinque rimangono a imperversare su di noi, con la pretesa forse di occupare a turno il mio posto. In effetti, lei, così oscenamente inarcata con le mani dietro a separarsi i glutei per portare più in fondo che può la mia erezione, dimenando il bacino avanti e indietro con la verga a farle da perno in sconce rotazioni, provoca proprio l’impulso di possesso animalesco. Sento che devo essere egoista e difendere la mia preda dall’assalto del branco. Tra baci profondi e leccate umide su collo e viso le propongo di possederla nella posizione frontale per isolarla con il mio corpo dagli altri.

Esco dalla vagina, mi strappo il preservativo e le ficco subito il cazzo in bocca. Magnifico! Come prima, quando senza esitazioni le ho raggiunto il fondo del suo ventre, ora le raggiungo il fondo della gola facendole soffocare un singulto. Lei non demorde, ingoia la mia erezione con la stessa foga con cui prima me la cavalcava. Singhiozza, blocca i conati, fa colare la saliva dagli angoli della bocca, mentre i suoi occhi chiari, lucidi e lacrimanti, si inchiodano nei miei.

Lo sapevo. Un rompicoglioni, approfittandone del momento critico, si impossessa della sua fighetta inerme, rimasta temporaneamente sguarnita mentre lei in ginocchio contrasta le mie spinte in gola. Ma l’occupazione dura poco, il suo cazzo sgonfio dovrà soddisfarselo con lavori di mano. E a me, in compenso, scopare nell’esofago Valentina me lo ha riportato di ferro. Ancora prima che lei si disponga comodamente a pancia in su e a gambe aperte, le sono già dentro fino all’utero. Le sue gambe raggiungono rapidamente le mie spalle e così piegata in due mi implora di scoparla ‘hard and fast’. E mentre inizio la mia foga selvaggia lei mi blocca il respiro con un bacio profondo. Le nostre bocche spalancate si mangiano a vicenda. Le nostre salive abbondanti si rimescolano nelle cavità delle bocche diventate un tutt’uno. Reciprocamente ci deglutiamo con voracità.

Ci stacchiamo dai baci profondi solo quando mi va di biascicarle all’orecchio quanto mi piace e quanto la voglio mia. E lei per confortarmi sussurra che è lì tutta per me, e non devo smettere di possederla con veemenza. ‘Fuck me hard, deep and fast, please…’ mi incita in un ritornello tra gemiti e mugolii come se temesse di non poter continuare a godere così, ancora per molto.

Siamo in un bagno di sudore, ci sgoccioliamo addosso a vicenda. I nostri corpi scivolano tra loro su uno strato vischioso che ci ricopre tutti. Ci stringiamo vicendevolmente in una morsa da consentirci a malapena di respirare. Solo il mio bacino è libero di muoversi, facendo scorrere freneticamente tutta la lunghezza della mia verga dall’imbocco delle sue labbra aperte al fondo del suo ventre. Sono stoccate veloci e forti che la fanno rimbalzare sul letto con lo schiocco delle nostre carni che va all’unisono con i colpi sonori degli schiaffi che F mi da sul culo incitandoci ad alta voce a godere.

Non so da quanto tempo stiamo andando avanti così. Ma il mio cuore martella come se stessi correndo ripetutamente i centro metri. E ogni tentativo mio di diminuire il ritmo è frustrato dalle sue sollecitazioni a continuare con tale foga selvaggia.

Solo quando si stacca dalla mia bocca per ansimare più affannosamente capisco che il suo momento sta per arrivare. Allontano la mia guancia dalla sua per godere del suo viso deformato dalle smorfie di supplizio, e quando il suo lamento diventa sempre più urlo soffocato mi lascio andare unendomi alla sua sofferenza con il mio urlo altrettanto forte. I nostri corpi per un periodo interminabile sussultano come scossi da scariche. La frequenza cardiaca si abbassa e il sudore fluisce fuori da noi allargando la nostra impronta bagnata sulle lenzuola.

F mi passa premurosamente un asciugamano sulla schiena. E noi rimaniamo incollati uno sull’altra. Con la coda dell’occhio vedo l’ombra degli uomini attorno e percepisco dai loro respiri forti che si stanno masturbando. Vorrebbero forse raggiungere con i loro schizzi di sperma il corpo di Valentina, ma standole io sopra e facendole da scudo raggiungeranno invece la mia schiena, che sento invadere dai getti caldi che colano lungo i fianchi. Unicamente la mia gratitudine verso di loro, per avermi lasciato possedere da solo e così a lungo la ragazza più bella e più infoiata, mi permette di sopportare questo inaspettato bukake di cui mio malgrado sono oggetto.

Alla fine mi stacco da Valentina, ora non più labbra rosse. Rossetto, mascara e fondotinta si sono sciolti in una poltiglia che le chiazza il viso in modo irregolare. E da qui si intuisce che lei è proprio bella di suo, anche con il viso così conciato. Uno sguardo a tutto il corpo che ho percepito così a lungo sulla mia pelle mi fa constatare quanto sia ancora più bella di come avessi immaginato.

Tolgo il preservativo. Mi viene voglia di infilarle ancora il cazzo in bocca. ‘Didn’t you have enough?’ Mi chiede divertita. Ma anche a lei piace riprenderselo e leccarsi via ogni traccia di sperma. Mi eccito di nuovo. Lei se lo ciuccia prodigandosi con passione. Ma sento un po’ di fastidio dopo tutti i pompini e le carezze di figa ricevuti oggi. E così decido di venirle con l’ultimo seme rimastomi in corpo sui seni gonfi e sodi.

Adesso è veramente finita con il sesso. Ma non con i baci che ci concediamo, ora sì, lenti e appassionati come amanti da tempo. La voce di F, che nel frattempo si è già lavata e vestita, interrompe nella nostra estasi amorosa ricordandoci che il club dovrebbe essere già chiuso da un’ora.

Quando siamo in doccia assieme, mi commuovo per quanto sia bella veramente. E solo ora riesco a chiederle il nome, cosa fa, e se riuscirò ancora a vederla lì.

‘No.’ Mi dice ‘Non lavoro qui al club. E’ la prima volta che ci vengo. Avevo voglia di svagarmi e F mi ha invitata.’ Una normale studentessa in economia ha scelto tale via truculenta per staccare dallo studio. Rimango basito, come sempre quando scopro la cruda semplicità di certe cose.

Ancora frastornati ci salutiamo con l’ultimo, lungo e stretto abbraccio, per trattenere tutto di quell’immenso piacere che ci siamo donati.

Non mi esimo dal lasciarle la mia business card. Non è detto che io e la mia nuova dolce depravata conoscenza non dobbiamo avere bisogno anche delle nostre reciproche competenze professionali. Prima, o poi.

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