Andiamo
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♂ ♥ MALAGA - LA MALAGUEÑA CAPITALE DELLA FREGÑA ♥ ♀

Il Conte ritorna dopo anni passati in esilio, non nell’isola di Montecristo, ma in altra località. Per celebrare il rientro in patria, e una probabile nuova fuga o un meritato carcere a vita, festeggiamo. Organizziamo un weekend per celebrare i fasti dei tempi passati, quando Conti e Marchesi regnavano sulla plebe. Decidiamo per Malaga. Da persona raffinata ed amante dell’arte e della gnocca, il conte mi fa notare che Malaga ha dato i natali a quel tizio che dipingeva quei quadri sconclusionati, con persone con un braccio di qua, la gamba di là, un occhio al posto della bocca e un orecchio dove normalmente ci dovrebbe essere il buco del culo, insomma Picasso.
Prendiamo in affitto un appartamento in calle Montaño, zona centro. Veniamo accolti da Ana. Ana è la custode dell'appartamento e abita al piano di sotto. Si presenta, “benvenuti a casa di Jesus”. Stiamo per farci il segno della croce, ma ci spiega che Jesus è il nome del proprietario. Jesus Garcia Alejandro qualcosa, lavora per un’importante casa farmaceutica, è spesso fuori per lavoro, questo appartamento è il suo pied-à-terre Malagueno, e … gli piace prenderlo nel culo, no, questo non ce lo dice Ana ma si vede dall’arredo. Nella sala dove svetta una tv da 150 pollici, è tutto pieno di oggetti collezionati da Jesus nei numerosi viaggi. C’è una biblioteca fornita di libri che vanno dai filosofi greci, ai manuali di cucina tipica del Suriname. Appeso al muro sopra lo stereo, con una collezione di Lp dai gusti improbabili, c’è un violino. Le due camere da letto, una in stile giapponese con futon, mobili in bambù e katana d’ordinanza.
L’altra, tutta bianca, in stile ospedaliero, alla testiera del letto ci sono degli anelli sospetti, già mi ci vedo Jesus incatenato. “Mi raccomando” dice Ana “non toccate la collezione di oggetti d’arte di Jesus, non usate lo stereo, non tenete alta la tv. La vecchia rompicoglioni sta per andarsene, poi fa un passo indietro sulla soglia e: "ah…, niente ospiti, niente feste, e non siete fumatori, vero?”.
Con la miglior faccia da bravi ragazzi che ci viene: non si preoccupi e dica a Jesus che la sua casa è in buone mani.
Il tempo di chiudere la porta, il conte prende possesso della camera giapponese. Ha sempre avuto una passione per il sol levante. Inizia a sciabolare la katana e gridare per la stanza che sembra Toshirō Mifune nel film i sette samurai, sì ma mentre fa un harakiri anale. Io sono sempre stato un violinista nei miei sogni. Per coprire i i lamenti del violino suonato a cazzo, accendo lo stereo e metto il primo lp che mi capita a tiro Me olvidé de vivir di Julio Iglesias, questo per capire i gusti di Jesus . Sulla smart tv, il canale fisso è youporn. Cerco di aprire gli armadi del salotto, dove sicuramente Jesus tiene i suoi cazzi di gomma, manette, e tutto l’arsenale di quando si fa frustare dai centurioni. È tutto chiuso a chiave. C’è uno strano contenitore nel corridoio, una bottiglia di ottone a forma dalla forma stranamente fallico aliena, magari la chiave è lì, la prendo e mi cade tutto il contenuto. A quel punto, Ana grida dalla tromba delle scale come se non aspettasse altro “tutto beneee?” Mi affaccio alla porta e “sisi” rispondo, poi un vaffanculo sottovoce.

Siamo a dicembre, da noi siamo partiti che era sottozero ma Malaga è come settembre. Passiamo le giornate a passeggiare sul lungomare, tra tapas bar, osterie, musei di Picasso, case di Picasso, dove Picasso infilava il casso. Immersi in questa atmosfera Bohémien malagueña, alla sera pure a noi vien voglia di dare qualche spennellata.
La galleria d’arte che scegliamo è il New Scandalo. Di new, allo Scandalo c’è ben poco, e anche in fatto di scandalo siamo messi male. Classico puticlub iberico, uno dei tanti dove io e il Conte abbiamo speso negli anni cifre che risolverebbero l’economia dello Zimbabwe. Al New Scandalo c’è una pista centrale dove nessuno balla, e poi tutt’intorno la gnocca che pascola. Nel pascolo ci trovi Rumene, russe e sudamericane, e noi due. Il Conte mi sparisce subito in groppa a una cavallona mora che da quando siamo entrati tampina peggio della finanza. Io finisco non so come in una stanza buia con una tizia di cui ricordo solo un vestito in maglia, che sembra uno scorfano finito nella rete di un peschereccio, e poi tanti schiaffi dati sul culo, non sul mio il suo intendo. Ritorno in sala e del conte non c’è traccia.
Ci perdiamo in questa vortice di Gnocca, e finiamo risucchiati come due stronzi nel sifone del water.
Il tempo di ricaricarsi le palle, parto all’assalto di Belen che dice di essere brasilospagnola, pelle chiara, bionda ossigenata, con due bombe e un culo che rimandano a schiave africane montate da bianchi negrieri, Trattiamo sul prezzo, e mentre si sale in camera incrocio il conte che nel frattempo era passato al secondo giro di giostra. Belen si mette al lavoro sull’impianto stereo, piazza due casse blootooth collegate al telefono. Ci mettiamo a ballare al ritmo della ballatona Wicked Game di Chris Isaak. Abbracciati ci facciamo trasportare dalla musica. Dopo dieci minuti passati a strusciarsi e slinguare con Chris Isaak in loop che mi ha già rotto le palle, mi sdraio sul letto esausto. Belen sinuosa come un cobraporco mi sale addosso e parte con pompino lento e sugoso. Poi si spreme un tubetto di olio tra le tette, ci piazza in mezzo il pisello e lo mena che mi diventa come unto un cetriolo Saclà. La giro, e ci facciamo un 69 italo-brasilo-malagueno. Dopo un’abbondante impacco di fregna, tenendole le zampe ben allargate come in sala parto, cerco di infilarmi dentro di lei con tutto quello che posso. Tutto quello che si sente sono i suoi oh, sii, yeah.. e il cigolio del letto del cazzo, cambio una decina di posizioni sfoggiando le mie abilità di contura nera di Kamasutra, l’unica cosa che non cambia Chris Isaak non la smette con la sua Wicked Game che è diventata il tormentone dell’estate, anche se siamo in inverno .

La sera dopo, domenica, andiamo al Sala Divas. Appena entrati, tutte le gnocche che intanto si stavano facendo i cazzi loro, chi appoggiata come una scopa al muro, chi stravaccata sui divanetti, chi a spulciarsi, si girano a guardarci sorprese di vedere un cliente varcare l’ingresso. Che dico uno, due clienti. La qualità della gnocca è da svendita totale per cessazione attività. Solo per cavalleria io e il Conte non giriamo i tacchi. Ci avviciniamo timidi al bancone del bar. Veniamo avvicinati dalla prima squadra di esploratrici, iniziano a mitragliarci di domande. La conversazione è talmente eccitante che iniziamo tutti a sbadigliare. Dopo aver resistito a questo primo assalto, arriva un’altra ondata di fanteria, poi un altro ancora, tutti respinti, alla fine prima di essere abbattuti dall’artiglieria pesante, che nella fattispecie sono due tore che si stanno avvicinando, decidiamo che forse è ora di ripiegare, mentre siamo battendo in ritirata veniamo salutati dalla truppa con ‘ciao, finocci’. che deve essere un gergo Malagueno per rendere onore delle armi, ma non ne siamo sicuri.
Ritorniamo a casa. Siamo sul divano di Jesus che ci godiamo il riposo del guerriero, ma con una gran voglia di scopare. è quasi l’ora delle streghe e decidiamo di farci consegnare gnocca a domicilio. Non chiamiamo JustEat ma la Velasquez24. Nell'appartamento di Jesus non sono ammessi ospiti, né feste. Nessuno divieto a portarci delle troie, non esiste una clausola sul contratto che faccia riferimento a questo, mi fa notare il conte che si è laureato in giurisprudenza nel carcere di … Dall’ampio menù online scegliamo due ragazze da farci consegnare a domicilio come pizze. Sono Isa e Martina, una mora pelle bianca, l’altra pure mora ma pelle caramellata. All’ 1 arriva lo speedypizza. C’è il problema di come farle salire senza che quel mastino Malagueno di Ana al piano terra inizi ad abbaiare. Per evitare che le pizze entrino con tacchi 12 nell’androne, martellando come due fabbri mignotteschi svegliando tutto il vicinato, appena scese dal taxi di fronte al portone le prendiamo in consegna. Però le 2 gnocche sono vestite come se le avessero caricate direttamente dal divano di casa loro: tuta, scarpe da ginnastica, felpe. Il portone è uno di quelli enormi tardo rinascimentali da cui si entrava con le carrozze. Per il solo passaggio pedonale si apre una porticina di servizio all’interno della cornice del portone. Cercando di fare il massimo silenzio, nell’emozione dell’incontro do una pedata contro la cornice. Mi metto una mano sulla bocca, smorzo bestemmie contro Jesus, la madonna e tutti i santi. Già ci vediamo Ana uscire dalla porta e cominciare a gridare. Il conte afferra un vaso di fiori da una mensola, è pronto a discutere di cavilli legali di cui al comma sopra del contratto. Rimaniamo tutti in silenzio, niente abbaiare di Ana. Le 2 pizze margherita si guardano non capendo cosa cazzo stia succedendo. Siamo tutti un fare shhhh con il dito sulle labbra. Saliamo le scale in punta di piedi, sembriamo un gruppo di ninja puttaneschi. Nemmeno la luce accendiamo, ci facciamo strada con la torcia del cellulare. Finalmente riusciamo ad entrare in casa. Ci presentiamo, non abbiamo la minima idea di chi sia Isa o Martina, probabilmente non lo sanno nemmeno loro. L'agenzia ha semplicemente inviato fighe ‘del tipo’ quelle delle foto sul sito. Momento social. Isa e Martina sedute sul divano a sorseggiare un drink, in tv c’è youporn a palla con un orgione interracial, non sembrano farci caso. La conversazione in Italo, spanico, inglese, gesti e boccacce, arriva non so come sull’argomento film preferito. Isa è un'appassionata di Pulp fiction, sembra abbia tipo il record di visioni Pulp Fiction in tutta l’Andalusia o della Spagna o dell’universo. A vederla sembra anche in gara anche per il record di schizzi in faccia. Tutto molto interessante, ma non ti abbiamo chiamata per una conversazione cinefila. Abbiamo un’ora di tempo e i 150 gettoni che abbiamo infilato nella macchinetta vanno giù. Arriva la scopata time. Il conte sembra stia già puntando Martina sudamericana. La mia la chiamo Isa, per comodità.

Andiamo in camera. Isa si dichiara spagnola, lunghi capelli scuri e lucidi come un sacco dell’immondizia. Inizia a svestirsi e noto un tatuaggio di un dragone che le avvolge la coscia sinistra, la testa del dragone sembra mordergli la chiappa. Varie altre patacche su braccia e schiena. Per esaltare la sua vocazione da vacca, un piercing ad anello le trapassa il setto nasale. Isa rimane nuda solo con il reggiseno. Mi avvicino e le agguanto le chiappe, le sparo la lingua direttamente in gola. Il sapore è quello di un portacenere. Isa è quel tipo di ragazza che tua madre sarebbe felice di non incontrare mai. Mentre le slaccio il reggiseno, Isa ha già preso possesso del mio uccello che lavora con due mani come se lavorasse una baguette. S’ inginocchia e tutto quello che vedo è la sua testa che fa avanti e indietro, tipo quei pupazzi con la testa a molla dondolante che si mettono sul cruscotto. La blocco a finecorsa, che la cappella se la trova a solleticare l’ugola. Prima che vomiti la rilascio. Un filamento di bava ci unisce. Riparte a lavori di mano. Poi come se non avesse sbavato abbastanza cerca di centrare il cazzo con uno scaracchio, ma sbaglia la mira, mi sputa sulla pancia. Ci riprova, mi saliva le palle. Dopo avermi struscia un tra le labbra delle fregna, cicciose e slabbrate che sembra ci abbia ficcato dentro una gallina con la testa crestata che le esce di fuori. Se lo aggiusta per bene, poi lo vedo sparire dentro e da lì capisco che per riaverlo indietro mi ci vuole un contenzioso penale. Le insinuo il buchetto cacatorio con l’indice. Tra le chiappe è scivolosa, il dito si affonda di un paio di falangi dentro, al momento non fa resistenza e mi fa ben sperare, ma poi mi leva la mano. Mi viene anche un’idea porca di andare in salotto e vedere quello che sta combinando il conte, perché la sua alcova giapponese è su un soppalco di fronte alla sala. Riunirci tutti in salotto e fare un’ammucchiata generale. Sento degli schiaffi, urla e strane frasi probabilmente il conte sta giocando a scambiato per una sputacchiera, grazie a dio ci rinuncia. Mi sdraio sul letto e faccio cenno alla vacca di girarsi, mi si aggiusta con la fica proprio sulla faccia, si piega e continua il suo lavoro di pompa, non direi senza sbavature. La figa di Isa è più saporita della bocca, per quanto possa essere saporito baciare un paguro. Quando io e Lisa siamo abbastanza sbrodolati, lei si gira, apre un preservativo se lo infila in bocca e tenta di infilarmelo con le labbra. Isa è esperta nell'incappucciamento orale, potrebbe fare un video tutorial su youtube. Solo che c’ho il pisello talmente salivoso, che lo devo asciugare con il lenzuolo, perché come diceva Jesus è più facile che un cammello entri nel culo di un nano, che per un uccello bavoso in un preservativo unto. Isa se lo Geisha e Samurai, in questi giochi di ruolo può capitare che lui faccia la geisha, il fatto che potrei vederlo in questo stato mi fa desistere. Mi sale l’ansia a pensare a tutta la cerimonia che abbiamo fatto per entrare, bisogna rifarla per uscire. Con il terrore che quel pitbull Malagueño di Ana esca all'improvviso dall’imbra, con l’effetto jumpscare da film ‘non aprite quella porca’. Per sviare il pensiero e non farlo ammosciare, mi concentro sulle chiappe di Isa che tremano come due budini di panna montata. Mentre l’agguanto per i fianchi li vedo decorati di tattoo floreali. Mi scappuccio, parte uno schizzo che le annaffia la fioriera. Sono più un bottanico più che un botanico, però ad occhio e croce direi che la mia sborra sta colando su un bouquet di rose Boursault, o Bauhinia forficata o Rhododendron schlippenbachii, ma potrei anche sbagliarmi.

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@IlMarchese grandissimo,a luglio mi sono divertito anche io li a Malaga

la bava di bagascia,utile per ogni fregna del mondo intero
certe coppie sono assieme per lo stesso motivo che io quando cago,porto un giornale da leggere:solo per ammazzare il tempo...
to pay 4 to fuck.....

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@Gnoccatravels
Grazie a voi staff di Gnoccatravels!

Maisonclose_mobile

ah ah ah , arte pura, sto piangendo dal ridere !
L'ho letta tutta d'un fiato, altro che libri di Fabio Volo ( quel mezzo ricchione ) ,dovresti scrivere libri, bellissima, crepo ( il tutto ascoltando sottofondo W̲i̲c̲k̲e̲d̲ ̲G̲a̲m̲e̲ )

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