Quando parla di Napoli, e soprattutto napoletane, si rischia di:
1) farsi trascinare dagli stereotipi;
2) fare di tutta l'erba un fascio.
La società napoletana è divisa i tre parti, anzi quattro se inseriamo l'alta borghesia ma quella è un altro pianeta che non tratto.
C'è il ceto basso, il ceto medio e un ceto di transizione.
Qui non voglio fare i soliti discorsoni sociologici che reputo spesso delle inutili seghe mentali. A Napoli la differenza sociale si vede, si tocca, è viva e antica.
E' il ceto basso che ha elementi caratterizzanti e mostra autonomamente elemnti di separazioni rispetto a tutti gli altri gruppi. Questi amo denominarli con un termine arcaico e letterario ma molto efficace: lazzari.
C'è poi un ceto medio, quello che sorregge Napoli e molto probabilmente, tranne che per l'accento, è simile per abitudine agli altri italiani se non per una costante e esibita tendenza a essere un'altra cosa rispetto ai lazzari.
Poi c'è il ceto intermedio (tra i lazzari e il ceto medio) di cui parlerò compiutamente in quanto presenta dinamiche molto rivelatrici d tutte le dinamiche sociali napoletane.
Ecco il punto importante è sapere che le ragazze e donne lazzare sono - anche VISIBILMENTE -
diversissime rispetto alla ragazza medie.
Le ragazze lazzare si possono riconoscere dal loro modo di esprimersi in dialetto e per i loro modi di muoversi, vestirsi ecc.
Ripeto questa diversità è visibile.
C'è infatti una grande elemento di separazione che evita il mescolamento tra lazzari e persone del ceto medio.
A un napoletano medio
medio non piace la ragazza lazzara. Tutta la poesia della bella popolana della musica classica napoletana non è reale.
Per dirla alla napoletana, quando un uomo del ceto medio vede una ragazza lazzara, anche se belle, quando la sente parlare e la vede muoversi perde tutto "l'amore e la fantasia".
DI contro sorprendentemente alla lazzare non piace l'uomo del ceto medio.
Alle giovani ragazze lazzare il bravo giovane studente , impiegato o professionista proprio non piace. Lo guardano come un bravo ragazzo non sveglio, avranno elementi di sospetto e in ogni caso non riescono a ricevere risposte seduttivi dalla ragazzi medi. Una volta mature, queste donne cominceranno invece a guardare con più interesse agli uomini più distinti.
Rimangono quindi come interessanti le gnocche del ceto medio che mostrano tutti i comportamento tipici delle donne italiane. Come tutte le italiane non cercano l'avventura sessuale che tanto piace a noi maschietti ma cercano il rapporto stabile. Ci sono le ingenue ma anche tantissime scalatrici sociali. Le più belle tendono a vendere cara quello che hanno in mezzo alle gambe - e fanno bene - e spesso sono capricciose schiavizzando il fidanzato di turno. Un fidanzamento che spessissimo dura parecchi anni. I lunghi fidanzamenti sono un elemento caratteristico dei fidanzati del ceto medio napoletano.
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tagete
Newbie
12/11/2015 | 11:20
2
Quando parla di Napoli, e soprattutto napoletane, si rischia di:
1) farsi trascinare dagli stereotipi;
2) fare di tutta l'erba un fascio.
La società napoletana è divisa i tre parti, anzi quattro se inseriamo l'alta borghesia ma quella è un altro pianeta che non tratto.
C'è il ceto basso, il ceto medio e un ceto di transizione.
Qui non voglio fare i soliti discorsoni sociologici che reputo spesso delle inutili seghe mentali. A Napoli la differenza sociale si vede, si tocca, è viva e antica.
E' il ceto basso che ha elementi caratterizzanti e mostra autonomamente elemnti di separazioni rispetto a tutti gli altri gruppi. Questi amo denominarli con un termine arcaico e letterario ma molto efficace: lazzari.
C'è poi un ceto medio, quello che sorregge Napoli e molto probabilmente, tranne che per l'accento, è simile per abitudine agli altri italiani se non per una costante e esibita tendenza a essere un'altra cosa rispetto ai lazzari.
Poi c'è il ceto intermedio (tra i lazzari e il ceto medio) di cui parlerò compiutamente in quanto presenta dinamiche molto rivelatrici d tutte le dinamiche sociali napoletane.
Ecco il punto importante è sapere che le ragazze e donne lazzare sono - anche VISIBILMENTE -
diversissime rispetto alla ragazza medie.
Le ragazze lazzare si possono riconoscere dal loro modo di esprimersi in dialetto e per i loro modi di muoversi, vestirsi ecc.
Ripeto questa diversità è visibile.
C'è infatti una grande elemento di separazione che evita il mescolamento tra lazzari e persone del ceto medio.
A un napoletano medio
medio non piace la ragazza lazzara. Tutta la poesia della bella popolana della musica classica napoletana non è reale.
Per dirla alla napoletana, quando un uomo del ceto medio vede una ragazza lazzara, anche se belle, quando la sente parlare e la vede muoversi perde tutto "l'amore e la fantasia".
DI contro sorprendentemente alla lazzare non piace l'uomo del ceto medio.
Alle giovani ragazze lazzare il bravo giovane studente , impiegato o professionista proprio non piace. Lo guardano come un bravo ragazzo non sveglio, avranno elementi di sospetto e in ogni caso non riescono a ricevere risposte seduttivi dalla ragazzi medi. Una volta mature, queste donne cominceranno invece a guardare con più interesse agli uomini più distinti.
Rimangono quindi come interessanti le gnocche del ceto medio che mostrano tutti i comportamento tipici delle donne italiane. Come tutte le italiane non cercano l'avventura sessuale che tanto piace a noi maschietti ma cercano il rapporto stabile. Ci sono le ingenue ma anche tantissime scalatrici sociali. Le più belle tendono a vendere cara quello che hanno in mezzo alle gambe - e fanno bene - e spesso sono capricciose schiavizzando il fidanzato di turno. Un fidanzamento che spessissimo dura parecchi anni. I lunghi fidanzamenti sono un elemento caratteristico dei fidanzati del ceto medio napoletano.
Poi c'è il ceto intermendio...