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La macchina del tempo: racconto del mio viaggio della gnocca del 1995

La macchina del tempo: racconto del mio viaggio della gnocca del 1995

Siamo circa a ridosso del natale. Mia madre mi chiede di salire in soffitta a prendere delle decorazioni che ritiene indispensabili per abbellire la tavola in occasione della rott...ehm del pranzo che vedrà insieme riunito ciò che resta della famiglia..mio fratello con moglie melanzana idiota e figlio altrettanto idiota e mia sorella con i suoi due figli....e io...che mi rode doppiamente in quanto le mie due ospiti russe sono gia partite. Mentre sposto tonnellate di cianfrusaglie per prendere quello che devo portar giu...noto una piccola borsetta blu con manici bianchi.....resto come incantato. La tocco, e.... chiudo gli occhi e.......vengo rapito .

E' il 1995 , ho 27 anni. Appena congedato dal servizio militare come ufficiale dell'Aeronautica (non sono riuscito a raffermarmi), non ho le idee chiare sul mio futuro. Anzi proprio non ci penso...è luglio e ho solo voglia di svagarmi, di partire e di lasciarmi per un po alle spalle Roma e tutti i problemi. I miei hanno deciso di tornare in Calabria. Di andare dalle parti di mia madre al mare non se ne parla....nell'ex Yugoslavia infuria un conflitto sanguinoso. Di andare a Rimini con i miei amici neanche mi va.....altra testa altro modo di concepire la vacanza. Cosi fatti due conti (devo ancora prendere l'ultima paga ), decido di partire per Corfu'..... Andare da solo in macchina fino a

Brindisi non mi va..ah dimenticavo; pochi giorni prima il mio amico ed ex commilitone Riccardo mi da una sola, dicendo che preferiva andare più vicino restare in Italia e mi propone Ischia. Gli dico che non se ne parla...ho voglia di Grecia, di mare pulito, di insalate con la feta e soprattutto di fica straniera. Ergo prenoto un passaggio da Roma a Brindisi con un autobus delle autolinee Marozzi. Di li proseguirò poi fino alla mia meta con il treghetto "Ouranos" della compagnia Fragline. A vederla sui depliant che ho preso all'ufficio Ellenico del turismo (internet dovevano ancora inventarlo), sembra una bagnarola, ma con quello che mi balla in tasca non posso andare tanto per il sottile. Cosi il 18 luglio armato di zaino militare tattico del mio sacco a pelo Invicta e di costumi e magliette, saluto mio padre alla stazione Tiburtina che mi guarda un po come si guarda un barbone. Lui non concepisce una vacanza del genere. Come alloggio ho prenotato un ostello in un paese che si chiama Kontokali 40 km a sud di Corfu Town. Ho chiamato per prenotare dall’ufficio di mio padre, Skype non esisteva. Mi son riservato un posto letto in un dorm da 4. Volevo andare in campeggio ma della mia tenda canadese non vi è piu traccia….l’avevo prestata ad un amico che non si chiamava di certo Pietro.

Parto..il viaggio dura una vita l’aria condizionata non va e si schiatta di caldo. I viaggiatori stanno li a scambiarsi qualche parola in un dialetto incomprensibile..son per lo più irpini o baresi che tornano a casa per le ferie. Noto seduta avanti una bionda con gli occhiali da sole…carina sembra straniera americana o tedesca. Non parla con nessuno e sembra non aver voglia di farlo. Io invece ne avrei voglia ma non so come avvicinarla e…..mi addormento. Arriviamo finalmente verso sera Brindisi. Traffico caotico un caldo umido bestiale che manco in Africa. Mi incammino verso la stazione marittima che, porco Giuda e pure lontana dal capolinea degli autobus. Arrivo faccio i biglietti e mi avvicino al traghetto che , visto da vivo, appare pure più scalcinato di come sembrava sul depliant. In fila per salire mi accorgo che dietro di me c’è la bionda del pullman…zoppica vistosamente e sembra far fatica a trascinare le valigie. Ne ha due a rotelle una molto grande. Sulla passerella è decisamente in difficoltà ….l’avvicino con fare noncurante e chiedo se ha bisogno di aiuto… “ Excuse me”? mi fa…. “May i help you?” rispondo io….. Rimane un po fredda poi togliendosi gli occhiali, che nascondono due bei occhi blu mi sorride “ oh thanks….i just sprinkled my ankle and it hurts like a son of a bitch”…hmmm una vera signora, ma quel linguaggio da duro mi attira. Fa molto viaggiatrice alla Easy rider. Adoro le donne cazzute che viaggiano da sole, cosi diverse dalle italiane "gne gne".

Una volta a bordo lei mi dice che ha prenotato una cabina mentre io , da vero duro, o vero stronzo, fate voi ho prenotato il passaggio ponte. Di getto le dico “would you mind to drink somethingtogether

later”? “ Sure “ mi risponde, “just let me store my luggage”. Le do appuntamento al bar sul ponte. Intanto siamo partiti…vedo la terra allontanarsi con il sole che tramonta dietro le colline. Uno spettacolo fantastico mentre la brezza marina mi accarezza il volto. Mi sento libero , respiro a pieni polmoni l’aria salmastra. Mi sento libero, sento svanire tutte le mie preoccupazioni. Tanto più che vedo arrivare la mia amica zoppicante. Ordino due birre Amstel e mi siedo su una panca sul ponte vicino a lei. Le dico facendo lo gnorri che mi sembra di averla vista sul pullman da Roma. Lei conferma, dice di essere stata a Firenze dal suo ragazzo. E’ canadese, si chiama Sylvia con la “Y” e sta appunto con un italiano. E’ piacevolmente sorpresa del fatto che io parli correntemente l’inglese . Mi dice che il suo ragazzo non lo parla e mi chiedo come facciano a parlare. Evidentemente parlano poco e fanno altro ma non sono cavoli miei. Finita la birra mi dice che si è storta la caviglia sui sampietrini di Roma ele fa molto male. I suoi piani prevedono una sosta a Corfu, poi via verso Atene e poi di ritorno a Roma dove starà un po con Marcello (il suo ragazzo) prima del rientro a Toronto. “Adesso ci sono io e non il tuo Marcello del cazzo” penso, e mi offro di farle un massaggio alla caviglia. Tanto se mi dice no , sti cavoli , almeno lo so subito. Inizio e lei sospira di piacere..”Thanks i really need it” mi dice….. “sapessi de che ho bisogno io”, mi vien voglia di risponderle. Continuo mentre un elicottero ci sorvola…..la Nato sorvola quel braccio di mare tra Adriatico e Ionio per sorvegliare i tentativi di sbarco dall’Albania. Le passo un braccio dietro le spalle, lei appoggia la spalla sulla mia….. Decido di mollare la briglia, ..mi avvicino per baciarla e…SBAM!!! . Mi blocca con l’altra mano..i suoi occhi diventano di ghiaccio.. “No….i am sorry but i have a boyfriend”. Si alza e mi pianta li come uno stronzo. Rimango senza parole, con un cazzo che mi tira come la quadriga sulla porta di Brandeburgo. Non so che dire. Che tranva ragazzi. Un greco che sta li e che si è goduto tutta la scena, mi sorride e alza il bicchiere in segno di saluto. Ok se inizia cosi…andra proprio bene. Intanto l’aria si è fatta freddina..mi infilo il giubbotto e la felpa entro nel sacco a pelo e chiudo gli occhi.La notte procede in dormiveglia. Dormire dentro non se ne parla. L’aria condizionata è ghiacciata. Vedo sorgere il sole che proietta le ombre lunghe della terra che si avvicina. Vedo i gabbiani che si mettono in scia e delle navi greche che ci salutano con la sirena. Guardando le case ancora illuminate mi dico.. “questa è la Grecia…nuove avventure nuova gente, chissà cosa mi capiterà. (Continua, se volete)

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I ricordi della Grecia Felix di 20 anni fa' sciolgono il cuore.

Per me e' un si, puoi continuare.

...So' belli i trenini delle feste, so' belli perchè non vanno da nessuna parte!

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Caro Braveheart... certo che devi continuare!!! ;-) Ottima scrittura, fra l'altro.

Spesso, seriamente, gli si affacciava l'idea di dar addio a tutto, arruolarsi tra i cosacchi, comprarsi un'isba, il bestiame, ammogliarsi a una cosacca [...] andarsene a caccia e a pesca, e coi cosacchi alle spedizioni.
Lev Tolstoj "I Cosacchi" - 1863

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Bello l'inizio, ricordi greci in molti di noi))

Raggiungere l'Oriente navigando verso Occidente.

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Corfu Island ,June 1995

Appena sbarcato mi dirigo verso la stazione degli autobus, passeggiando per le viette della città vecchia di stile veneziano, delle botteghine vendono il torrone locale chiamato in greco “Pasteli”. Al capoline dei bus “KTEL” è un casino…una babele di libgue autisti che gridano in greco le varie destinazioni. Cerco di raccapezzarmi fra le varie tabelle e di cercare in caratteri greci la mia destinazione, ma nulla. Chiedo ad un giovanotto che è li vicino di aiutarmi , lui mi dice che sta andando a Gouvia molto vicino a Kontokali e si offre di accompagnarmi in motorino. Si chiama Yorgos e parla italiano che ha studiato a Padova. Adora Roma e i romani. Guida come un matto e faccio fatica a reggermi gravato come sono dal peso dello zaino. Affronta le curve in maniera spericolata. Italiani Greci “mia faza mia raza” penso. Una faccia una razza. Arriviamo alla struttura ci salutiamo. Non vuole un soldo e mi augura buona permanenza. Accanto all’Ostello una sorta di casermone

a tre piani di colore grigio sporco, sorge un camping con annesso bar e piscina. Molto bello in un boschetto di ulivi e oleandri. Entro e mi trovo davanti un vecchio che sembra uscito dal film “Zorba il greco”, pantaloni alla zuava baston e in mano e…aria antipatica. Anzi ora che lo guardo bene ha proprio una faccia da cazzo. Comunque..presento il documento..e lui mi fa “Italiano”? “Me”, “Si” rispondo in greco cercando di fare il simpatico. Ma lui subito mi risponde con un torrente in greco di cui non capisco nulla. Sbuffando mi dice “pagare prima notte, deposito” e mi scrive la cifra su un foglietto di carta. “Welcome to Greece, eh? ” rispondo infastidito. Chiama un tipo con la faccia da galera che mi accompagna su. Mi indica una stanza e……. RACCAPRICCIO PURO!

La stanza puzza come una stalla, sudore, urina, odore di conceria, nulla lo eguaglia. Sul letto a castello inferiore dorme un tizio dalle fattezze anglosassoni…la pelle bianchiccia arrossata dal sole mediterraneo la puzza di piedi assume forma umana e mi colpisce come un pugno. Il pavimento scricchiola di sabbia e cosa peggiore, sotto il letto del tipo si allarga una chiazza livida di vomito. Esco fuori schifato e incazzato. Sono sudato e sporcoma che Dio mi ammazzi se resto un minuto di pù in questa topaia. Scendo di nuovo giu incazzato come una biscia. Vedo il vecchio e gli dico “Listen the room si dirty

i am not gonna stay here”. Quello non capisce e richiama faccia da galera. Ripeto a lui che ho prenotato un ostello e non un letamaio e che non ho voglia di restare che mi ridessero i soldi. Il tipo traduce

e il vecchio esplode in inproperi nella sua lingua a cui aggiunge “Italiano, mafioso, ruffiano…go to another Corfu ..no money back” Esplodo “a gran fijo de na mignotta ” e lo afferro per il collo. Sono cintura marrone di wado ryu e mi preoccupa faccia da galera che però non nuove un passo. Lo mollo non voglio mettermi nei guai. I due parlottano quello mi risbatte i soldi in faccia e mi urla di andarmene. Esco fuori e faccia da galera mi raggiunge. Mi giro e son pronto a fare a pugni. Quello mi dice in italiano “scusa quel vecchio è un pazzo, sai si lamentano tutti. Mi dispiace. Resto cosi inebetito non so che dire. Non so dove andare, ho dormito poco sono sporco. Bella vacanza del cazzo, penso. Vado al bar e mi siedo cercando di elaborare un piano. Il bar sorge vicino ad una piscina. E vicino alla piscina, ti vedo due in topless, di cui una bionda da urlo. Indossa solo un perizoma e dalle pieghe il monte di venere sembra chiamarmi. Di improvviso , da vero stronzo arrapato, mi dimentico di tutto. Il mio cervello smette di funzionare e il suo backup fra le mie gambe prende il sopravvento. Vado al bagno afferro dallo zaino il mio asciugamano da bagno e un costume, cerco di darmi una sistemata e con fare indifferente ..beh non tanto vista la mia copiosa erezione mi sdraio a breve distanza da loro. Mi avvicino e chiedo loro se possono guardarmi le cose mentre mi faccio un tuffo. Dopo essermi rinfrescato torno indietro e le ringrazio. Parlano una lingua che non riesco a capire e quando glielo chiedo mi dicono di essere slovene.

Ah “Zdravo kako si vi” saluto in serbo croato. Mi guardano e la più carina mi fa “Pricas ti po srpski” parli serbo? “Pomalo” un po rispondo. Lei mi dice che capisce ma preferisce l’inglese. I serbi nel 1992 hanno bombardato Lubiana. Ghiaccio rotto..parliamo del piu e del meno ..la biondina è molto interessata a me e io alle sue tette. Racconto loro le mie disavventure e loro parlottano tra loro. La biondina dice….io ho una tenda molto piccola…..se vuoi te la lascio. Non so che dire non sono nella posizione di rifiutare. Facciamo di nuovo un tuffo in piscina

mentre ci asciughiamo l’amica se ne va. Mi parla di lei, si chiama Sabina e studia medicina a Lubiana. Lei alloggia nel camping hanno affittato un bungalow. Scopro che il proprietario è il medesimo dell’ostello e che lei parte il giorno dopo. Non so come ci troviamo l’uno nelle braccia dell’altra. La bacio lei risponde le tocco quelle tette da urlo…. “let’s go” mi dice… “where”? rispondo io.

Andiamo a montare la tenda…è davvero piccola, basta a malapena per una persona…non ho nulla penso,solo il sacco a pelo..ma meglio di niente , troverò poi qualcosa. Montiamo la tenda e lei si china per entrare

poi entro io. Ci guardiamo uno sguardo che dura una vita. Ci baciamo.. la faccio stendere sulla schiena……il resto avviene da se…entro dentro di lei senza preservativo, è bagnata che sembra una fontana…duro poco e vengo dentro di lei mentre lei mi graffia il collo e le spalle. Devo metterle una mano sulla bocca perché quando viene grida come un ossessa.Restiamo sdraiati l’uno vicino all’altra grondanti di sudore. Non diciamo nulla….. lei esce fuori e io la seguo. Le chiedo di trascorrere la notte insieme. “i can’t “risponde, “have to leave early tomorrow”. No non può essere , non te ne puoi andare io ho bisogno di te, resta vorrei dire. Ma mi esce solo “how can i return your tent”’ Lei mi guarda e mi dice “there’s no need, is my present for you. You will always remember me”. Torniamo al bar

e ci salutiamo. La vedo sparire nel tramonto. Torno indietro alla tenda . la vacanza poi proseguirà in modo indimenticabile. Tanti amici, tante ragazze, notti passate a cantare sulla spiaggia a dividerci i soldi per comprare una mussaka. Notti folli notti ubriache. Caldo, freddo cieli stellati. Ma questa è un'altra storia.

Apro la cerniera della borsa della tenda e vedo un bigliettino. Lo prendo e leggo.”Sabina Kratovac, Njegoseva Cesta, 64” Lublijana, Slovenija. Una grafia da bambina con i cuoricini sulle “I” Odore di innocenza. Una lacrima cade sul biglietto. L’inchiostro si stempera, dopo tanto tempo. Mi sento toccare e torno di colpo ad oggi. E’ Daniele mio fratello che mi chiede “Ma che stai a fa, è pronto, stamo tutti a aspettà a te” . “Salutavo una vecchia amica rispondo”. Mi guarda come per dire “te stai fori”. Guarda la tenda e dice “ma che d’è sta borsa”. Sorrido e gli dico…”La macchina del tempo”.

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Non ce n'è mai troppo di nuove avventure e vecchi ricordi!

Un'oretta prima di leggere la storia ero col dito sul compra il volo proprio su quest'isola..non ho premuto, ancora.

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Comportamento prevedibile quello della canadese, come con le americane bisogna fare i sentimentali, essere casuali non piace. Meravigliosa invece la slovena... =D>

- Che cazzo è quello?
- Ti sei risposto da sola.

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Un racconto così ben scritto che ti sembra di essere presente e di vivere quelle atmosfere che si respiravano nei viaggi di un po' di tempo fa. Bravo @Braveheart68

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Bravo! bellissimo!

Anche se, purtroppo, sono già pieno, per motivi d'età, di ricordi miei, mi ha fatto veramente piacere leggere il tuo racconto, così vivo e ben scritto

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figgmi.ch

Complimenti per la forma del racconto,oltre che alla sostanza.

Chapeau .

Ti spiezzo in due.
Anzi no ti lecco la passerina.

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Escort4you

Caro Braveheart, sei incredibilmente evocativo... hai raccontato una storia vivida, quasi da video clip anni '90... quell'atmosfera da "congedato" che solo chi l'ha vissuta la può capire... quella carica di adrenalina che solo un viaggio alla ricerca di se stessi può dare... quell'atmosfera di caldo atroce e di vacanza all'avventura... ancora grazie, Braveheart!

Spesso, seriamente, gli si affacciava l'idea di dar addio a tutto, arruolarsi tra i cosacchi, comprarsi un'isba, il bestiame, ammogliarsi a una cosacca [...] andarsene a caccia e a pesca, e coi cosacchi alle spedizioni.
Lev Tolstoj "I Cosacchi" - 1863

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@Braveheart68 splendido racconto di vita.Io a quell'epoca ero alle soglie dell'adolescenza,e i GT erano un qualcosa che sarebbe arrivato solo molti anni dopo,ma è sembrato di vedere un film di quelli estivi di quegli anni.Quasi commovente.

Sempre magica la Grecia.Allora come ora

"..e mi sento libero, di tradire il mondo e salvarmi da me.."

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Alfamedic_rece
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=D> =D> =D> =D> =D> =D> =D>

Stupendo racconto! E quanti bei ricordi che risvegli! Le notti sui ponti dei traghetti, i campeggi senza uno straccio d'ombra, le topaie e soprattutto la Amstel! Ettolitri di Amstel bevuti in riva al mare cristallino in solitaria o in dolce compagnia!

"Italia e Grecia, una faccia una razza". Quanto mi girano le balle ogni volta che me lo dicono (e non so perchè) :0&

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@baluba ""Italia e Grecia, una faccia una razza". Quanto mi girano le balle ogni volta che me lo dicono (e non so perchè)". A me invece fa sorridere, forse perché la prima volta che ho sentito dire questa espressione, ho finito col pomiciare con la tipa greca che me l'aveva detto... ;-) E, sebbene sia finita lì, mi è rimasto il pallino di completare l'opera con una greca (le poche che ho conosciuto mi sono sempre state molto simpatiche).

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@cosacco anche secondo me le greche sono un po' sottovalutate. Ogni volta che vado in grecia vedo delle gran fighe.

E come dicevo non so perchè questa espressione mi crea del disagio, in Grecia ho (quasi) sempre incontato ottime persone. Il problema forse è che questa frase di solito la sento da gente che ci vuole mettere sullo stesso piano "truffaldino", per esempio quando chiedo la ricevuta e il tipo mi fa l'occhiolino dicendo: "dai non serve, è come in Italia, una faccia una razza". Non vi dico cosa rispondo di solito, per non innescare inutili polemiche che non c'entrano nulla con questo bellissimo thread.

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