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Il lato oscuro delle metropoli Russe

13 gennaio 2014 Ajay Kamalakaran, Russia Oggi

La sicurezza nelle città russe aumenta di anno in anno. Tuttavia, come in tutte le città del mondo, incontri sgradevoli sono possibili. E a volte basta solo parlare...

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Folla nella metropolitana di Mosca (Foto: PhotoXPress)

Uno dei timori più diffusi e malriposti che i turisti nutrono nei confronti della Russia riguarda la violenza per le strade. Fortunatamente, si è smesso di associare al Paese il concetto di mafia, e non si teme più di rimanere vittima di uno scambio a fuoco nei luoghi pubblici. Tuttavia gli stereotipi sulla violenza xenofoba e i malviventi che si aggirerebbero per le strade sono duri a morire. Chiunque abbia visitato Mosca negli ultimi anni può facilmente garantire che la capitale russa è di norma un luogo sicuro − a meno, naturalmente, di non aggirarsi ubriachi alle tre del mattino in qualche remoto sobborgo della città.

Quanto al resto del Paese, è difficile definire una particolare città sicura o pericolosa, dal momento che le condizioni locali variano molto. Un mio amico paragona Khabarovsk e Vladivostok a, rispettivamente, Mosca e San Pietroburgo, poiché le due città costiere, afferma, tendono ad essere meno sicure rispetto alla capitale russa e alla città sulle sponde dell’Amur. Personalmente, non ho mai avuto problemi in nessuno di quei posti, ma tendo a concordare con il mio amico. Anche nella Russia centrale alcune città sono semplicemente amministrate meglio di altre e quindi risultano, per definizione, più sicure. Avendo viaggiato molto in tutto il Paese ho imparato ad attenermi ad alcune norme di comportamento che consentono di sentirsi più sicuri anche nei luoghi più malfamati.

La prima regola è quella di mantenere una postura adatta. Mentre in un Paese come il Giappone un atteggiamento non aggressivo e quanto più docile e sottomesso può essere visto di buon occhio, in molte città russe note per essere violente potrebbe facilmente portarci a situazioni sgradevoli. Una camminata dal piglio sicuro, con la schiena ben dritta, può scoraggiare i potenziali malintenzionati: quelli che i russi chiamano gopniks (malviventi) infatti non apprezzano molto la docilità. Nel caso ci si imbatta in ceffi poco raccomandabili, nulla può essere d’aiuto quanto il dilungarsi in una conversazione.

L’ho potuto constatare personalmente nella città di Irkutsk, in Siberia, dove una sera di autunno mi aggiravo per strada in compagnia di un tedesco e due giovani del posto. Durante la nostra passeggiata ci siamo imbattuti in due giovani che fumavano fuori da un edificio. Chiaramente desiderosi di menare le mani, questi hanno iniziato a provocarci, chiamandoci “gay”. Io li avrei ignorati, tirando dritto, ma uno dei miei amici russi, che non ha un’ottima opinione degli omosessuali, ha rivolto loro, fulmineo, un insulto impubblicabile. Nel giro di un minuto i due sono riusciti a chiamare rinforzi, e ci siamo ritrovati circondati da più di dieci sconosciuti. Il tedesco, non capendo una parola di russo, era pietrificato. La situazione tuttavia non è degenerata. Ci siamo lanciati in una lunga discussione, scambiandoci accuse per circa un’ora. Alla fine, i nostri “nemici” ci hanno stretto la mano e ci siamo lasciati come vecchie conoscenze. Il tedesco, sicuro com’era di essere sul punto di finire coinvolto in una rissa, è rimasto a bocca aperta.

In Russia, se ci si trova nei guai, una parlantina sciolta può fare miracoli se ci si trova nei guai − e non solo con i malviventi. Una volta, quando ancora ero studente, tornai a casa per una breve vacanza a casa, dimenticando di portare con me un documento che dimostrasse che ero iscritto all’università. Al mio rientro in Russia, il funzionario della dogana vedendo il mio visto da studente mi chiese di esibire la tessera universitaria, che non avevo. Giustificai la mancanza del documento elencando tutte le circostanze che mi avevano portato a dimenticarlo a casa prima della partenza. Il funzionario si convinse che ero davvero uno studente, e la lunga fila di passeggeri in attesa dietro di me lo indussero a scrollare il capo e apporre il timbro sul mio passaporto. Io però continuai il mio monologo sino a quando non mi ebbe restituito il documento. Esasperato dalla mia parlantina, era sul punto di chiedermi di tacere. In alcune delle regioni più remote del Paese, è importante che tutti coloro che sono visibilmente stranieri rimangano sempre vigili.

Spesso chi abita in piccole cittadine può avere l’impressione che tutti coloro che vengono dall’estero sono necessariamente ricchi. Tuttavia, in caso di necessità sono proprio gli abitanti delle cittadine più piccole a dimostrarsi spesso più accoglienti e comprensivi. Lo stesso accade con i rappresentanti delle forze dell’ordine, che nel resto del Paese sono molto meno stressati rispetto ai loro colleghi della capitale. Nel corso dell’ultimo decennio, il diffondersi del benessere e le numerose iniziative contro l’alcolismo hanno reso il Paese molto più sicuro. Tuttavia, il buon senso e delle normali precauzioni possono contribuire a tenersi lontani da situazioni potenzialmente rischiose.

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Qualche tempo fa vidi un video mi sembra tratto dalla metropolitana di Mosca in cui all'improvviso un gruppo di ragazzi russi entrano ina carrozza della metro e senza motivo cominciano a picchiare

chi aveva la sfortuna di essere davanti a loro. Cazzotti e calci a volontà prima di uscire di nuovo dalla carrozza della metro subito prima che la metro stessa ripartisse. Ne rimasi davvero senza parola.

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@IlDrago bravissimo utile e ben scritto

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@luporosso

grazie, ma l'articolo non è mio. L'articolo è di un sito russo in lingua italiana

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Ottimo @ilDrago, è bene cercare anche di parlare di questi aspetti sulla Russia. In generale, conviene essere prudenti in Russia. Questa sera, a SPB, sulla Nevskij Prospect un tipo (probabilmente barbone) è stato pestato a sangue da due caucasici, nell'indifferenza dei passanti. E bisogna considerare che la NP è il fiore all'occhiello di SPB, la via più trafficata e comunque in cui ti senti più sicuro. A SPB gli occhi vanno sempre tenuti aperti...

Spesso, seriamente, gli si affacciava l'idea di dar addio a tutto, arruolarsi tra i cosacchi, comprarsi un'isba, il bestiame, ammogliarsi a una cosacca [...] andarsene a caccia e a pesca, e coi cosacchi alle spedizioni.
Lev Tolstoj "I Cosacchi" - 1863

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@Cosacco

grazie, se trovo un articolo che sembra utile lo pubblico. La sicurezza è una cosa fondamentale in ogni cosa, soprattutto nei viaggi in terra straniera

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Tranne il fatto che una volta stavo per essere manganellato da un omon, mai avuto problemi a Mosca e spb. Anzi sono sicuro che in Tante discoteche italiche mi avrebbero riservato un trattamento meno amichevole se avessi rimediato con qualche tipa indigena come ho fatto li. Solo una volta ho visto un gruppetto di russi che si menavano fra di loro..ma erano le 4 di mattina fuori a un locale, poteva succedere in qualunque parte del mondo e finché i panni sporchi si lavano in famiglia..

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la vere persone di cui avere paura in russia sono coloro che chiamano kafkian,sono tutti gli immigrati dalla cecenia,tajikistan,uzbekistan e altri parti limitrofe,mosca ormai ne è piena.Quelli bevono come i pazzi e rompono i coglioni,soprattutto alle ragazze......

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@tega86 verissimo, mi ricordano certe popolazioni giunte in italy qualche annetto fa' (che chiaramente non posso nominare altrimenti mi bannano) che ovunque andassero provocavano risse e infastidivano qualsiasi tipo di donna,single e accompagnate.

Questa immigrazione di massa in Russia da paesi ex urss piu' poveri (tipo Uzbekistan,Tajikistan,kazakistan,Georgia,Armenia,Azerbaijan) sta' provocando una certa ostilita verso gli stranieri,che in

alcuni casi puo' sfociare in razzismo o peggio in gruppi di naziskin picchia stranieri.

Certo non sono gli italiani le vittime designate,ma se ti imbatti in un gruppo di ragazzotti che ha voglia di menar le mani picchiando stranieri, fatti il segno della croce, e spera che arrivino le forze dell'ordine.

http://limes.espresso.repubblica.it/2008/05/06/naziskin-in-salsa-russa/index44fb.html?p=613

Sono oltre 70mila e in crescita i naziskin russi. Solo nei primi quattro mesi del 2008 hanno ucciso 57 persone. Azeri, kirghisi, uzbeki e "culi neri" del Caucaso le vittime preferite. Eppure gli immigrati sono indispensabili per una popolazione russa che sta diminuendo vorticosamente. Demografia e razzismo sono due sfide per il neo presidente Medvedev.

Il fenomeno della violenza nazista e xenofoba, tragicamente riemerso in Italia dopo i fatti di Verona, non interessa esclusivamente il nostro paese. In molte altre parti d’Europa i seguaci di Hitler e del fascismo crescono costantemente, trovando nelle minoranze d’immigrati, e non solo, le loro vittime sacrificali.

Così anche nella Russia ex-comunista. Nel paese erede di quell’Unione Sovietica che più di altri contribuì a fermare il nazi-fascismo a metà dello scorso secolo, e dove, almeno apparentemente, decine e decine di popolazioni diverse convivevano senza tensioni.

Oggi invece, azeri, kirghisi, uzbeki e rappresentanti di altre etnie ex-sovietiche, sono i bersagli preferiti degli oltre 70mila naziskin russi censiti dall’ufficio moscovita per i Diritti Umani, che non disdegnano però di accanirsi anche contro pacifici compatrioti e contro i “culi neri” (come i russi amano chiamare gli abitanti del Caucaso che ancora appartiene alla Federazione).

Nei soli primi quattro mesi del 2008, ben 57 persone sono state uccise e 116 ferite, durante i circa 100 assalti xenofobi registrati e denunciati in Russia. Degli assassinati 9 provenivano dal Kirghizistan e dall’Uzbekistan, 6 dal Tagikistan e dall’Azerbaigian mentre 5 erano russi.

L’ultimo ucciso il 20 aprile scorso, quando un gruppo di giovanissimi nazisti russi, riuniti in un parco di San Pietroburgo per festeggiare il compleanno di Hitler, ha pensato bene di accoltellare uno studente (slavo) scambiato per un militante antifascista.

“Nazionalismo belligerante, xenofobia, appelli alla violenza e all’odio etnico sono state e saranno una bomba ad orologeria per la nostra sovranità”, affermava preoccupato l’uscente presidente russo Putin ad inizio febbraio. Forse conscio del fatto che, fermare la discriminazione, evitare la fuga e invece integrare i milioni di cittadini stranieri (tutti ex-sovietici) presenti nella Federazione, potrebbe essere un valido strumento per risolvere il grave problema demografico che attanaglia la Russia.

Il paese che conta oggi circa 142milioni di abitanti, rischia di scendere a 125 entro il 2025, e sotto i 100milioni alla metà del secolo. Tutto questo se il coefficiente di natalità e mortalità della popolazione russa resterà quello attuale, così come il numero di immigrati integrati.

Al neopresidente Medvedev dunque, l’arduo compito di studiare e applicare un’adeguata strategia e leggi per frenare il problema del razzismo nel paese, evitando violenze e soprusi contro quegli immigrati e cittadini ex-sovietici che potrebbero riportare almeno parzialmente in equilibrio la bilancia dello sviluppo demografico nel paese.

Ti spiezzo in due.
Anzi no ti lecco la passerina.

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@Cosacco
Beh la Russia non è per i deboli di cuore ne tantomeno per chi ha paura della propria ombra…. Manco dal 2015 e se ti capitano situazioni del genere o sai menare o spera che arrivi presto la polizia…. Di sicuro una postura cazzuta e un fare deciso fa da deterrente.

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