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GNOCCAFARI del Marchese in Kenya

Jiji era stato avvisato: Va bene scorrazzarmi per la savana a fotografare Ippopotami, Oritterotopi, Kudu, Impala, Gazzelle, Dik Dik, Leoni, e lucertole dalla gola gialla, ma io non sono Piero Angela, per cui tra tutta questa selvaggina se non mi da trovi ficcare, avevo detto a Gigi, non se ne fa di nulla.
Jiji, guida safari, con i capelli rasta che gli arrivano fino alle ginocchia, ti procura tutto quello di cui hai bisogno per divertirti qui a Mombasa. La sera lo trovi abbracciato a ballare un lento, aggrappato a qualche balenottera inglese, svedese, italiana, francese.
A Jiji, i capelli non sono la sola cosa che gli arriva fino alle ginocchia.
"Zi, zi" mi fa lui, "tranquillo, fica, quanta ne vuoi,"mi dice.
Zaino in spalla, mi unisco alla spedizione. Il pulmino parte per l'avventura, ci sono sopra quattro o cinque coppie di turisti tedeschi, io, Jiji che guida il mezzo e un tale Mustafa suo amico, che gli da il cambio nella guida.
Il programma è che a fine giornata, i tedeschi alloggiavo in un Lodge, io Jiji e Mustafa ce ne saremmo andati a figa.
Visto che questo non è super quark non mi dilungo in descrizione del safar, posso solo dire che laggiù, nel cuore di mamma Africa -il cuore, non è prorpio il termine giusto- gli animali della savana ci danno dentro dibbrutto.
Zebre che fanno il trenino e pare un carosello di Juventini, Gazzelle che montano altre gazzelle che montano giraffe, ma non ci arrivano. Un vecchio elefante impazzito che ha scambiato il nostro pulmino per un'elefantessa. Non so se avete mai visto un elefante che scopa, ma Jiji ha guida quel cazzo di pulmino per un chilometro a 100 all'ora, investendo tutto il regno animale e vegetale che gli capita sotto.
I babbuini si ammazzano di seghe guardando un'Ippopota che esce nuda dall'acqua.
L'unico che si vede c'ha poca voglia è il leone. Sbadiglia di continuo, sembra un impiegato comunale. La leonessa che gliela struscia davanti, che fosse per lei si farebbe montare anche da un facocero, il leone invece giusto il minimo sindacale e via.

Le leonesse sono le femmine più frustrate della savana.
Avresti voglia di spogliarti nudo e metterti a correre tra tutta questa natura selvaggia in fregola, se non fosse che poi magari a Jiji e Mustafa con più mezzo metro in due, gli viene lo stesso pensiero e ti corrono dietro.
Tutto questo porno zoofilo, queste savanate selvagge, immortalate sulle nostre macchine fotografiche, sui cellulari.
Che poi quando le fai vedere a casa ti prendono per un pervertito.
Jiji mi fa uno squillo al cellulare per avvisarmi di scendere, io son lì sulla terrazza della mia camera con vista sulla sterminato parco naturale di Tzavo, sto osservando il volo di non so quale uccello rapace africano.
A proposito di uccelli, il mio devo dire che è duro come un ciocco d'ebano.
Jiji, la mia guida safari, si trovana per la prima volta nella sua carriera, credo, a dover portare un turista a figa nella savana. Tutti in genere gli chiedono di portarli a vedere i Leoni, qual'è l'ora migliore per osservare i Giaguari.
Non dove stanno le zoccole.

Quindi ovviamente, trovandoci in mezzo al niente, mi scarrozzano nell'unico villaggio abitato nelle vicinanze.
Voi, si chiama. A Voi l'unica discoteca, ma discoteca non è prorpio il termine giusto, è tutta nello stile Africano: una grossa capanna in legno e paglia, con la pista da ballo al centro e intorno sedie e tavoli, tipo circo, ecco.
A Voi, non vedono un bianco dai tempi di Livingstone, e anche lì credo lo abbiano visto disegnato sulla pelle di uno gnù.
Il posto è tutto buio, anche le facce delle persone. Si vedono strisce bianche dei denti, palle d'occhi, camice, pantaloni chiari che sembrano indossate dall'uomo invisibile.
In tutto questa oscurità africana, una musica che sa di richiamo della giungla tipo ritmo di tamburi, ma fatti al computer, uno scassamento di coglioni totale.
Una maglia e pantaloni che si muovono al centro della pista, si avvicinano a me.
"Musungu!" e un'unghia che sbuca dal quel cazzo di film in bianco e nero, più nero che bianco. Musungu più o meno lì vale come da noi tipo dire "Negro!" a un Nero.
L'ancestrale paura di finire in pentola si fa sentire.
A quel punto Jiji tira fuori il suo coltellaccio da guerra per scuoiare coccodrilli. Quando ho detto che Jiji, non sono solo le trecce che gli arrivano alle ginocchia intendevo proprio quel coltello. Cosa avevate capito?
E il tipo ritorna a trottolare sulla pista, da solo. Devo una bevuta a Jiji.
Alla fine Jiji e Mustafa si danno un gran dafare per trovarmi una fidanzata. Ne scarto almeno cinqueo sei, che secondo i loro canoni sono delle gran fiche. Una addirittura, mi dice Jiji, è la vicedirettrice del parco naturale. Un pezzo grosso, e anche un pezzo di troione niente male dice Jiji, potrei anche sistemarmi qui a Tzavo east. Il problema è che, giuro su dio, sembra Zira del film il "pianeta delle scimmie" quello del '70, nella versione con Charlton Heston, non quello della versione con regia di Tim Barton e nemmeno quello della versione del 2011.
Alla fine mi accontento di una tipa, che timida timida si mette seduta vicino. Le offro da bere. Parliamo e lei di lavoro l'impiegata in banca. Minchia, viene fuori che qui a Voi c'è davvero da trovarsi moglie.
Non è nenache malaccio così nell'ombra. E nemmeno io cono così bianco così al buio. Alla fine chiedo se vuole venire in camera mia a vedere la mia collezione di barchette in bottiglia, viaggio sempre con una collezione barchette in bottiglia da mostrare alle signore.

Maisha si chiama la signorina.
Il problema è come arrivarci al mio Lodge. Jiji e Mustafa, alla fine mi dicono che è meglio se ritorno in taxi, perché loro hanno bevuto e si fermano a dormire lì a Voi, in effetti li vedo abbastanza cotti.
Voi cosa avreste fatto?
Mi trovano un Taxi, dice che meglio che non giro da solo di notte con una figa cioccolata, gli uomini lì sono parecchio gelosi, e poi un culetto bianco come il mio fa gola.
Prendiamo il taxi - ora taxi non è prorpio la parola giusta - l'auto è una fiat panda degli rubata in europa neglia anni '80 piena di ammaccature, quello che la guida crede di essere Schumacher abbronzato, e siccome il residence si trova su una collina, lui prende le curve in quelle strade sterrate che dio solo sa come non siamo volati giù.
"Non preoccuparti, tesoro." dico a Maisha, intanto le spingo giù quella testa cresputa. "Ciuccia questo che ti senti meglio, poi." Fa un po' di resistenza. Ma quando lo tiro fuori, lei vince la paura prendendomelo tutto in bocca. Maisha se ne sta attaccata alla canna fino a che non arriviamo al mio Lodge.
Arrivati in camera, io e Maisha, andiamo sotto la doccia, anche perché fa un caldo che siamo tutti sudati come negri.
Ma quell'odore così 'afro', non c'è niente al mondo che mi manda sù di giri, a parte i versi del.
Quindi è bene che lei non ci stia troppo sotto l'acqua che poi perde il sapore, come se lavassi un Mars prima di mangiarlo.

Quando esce dal bagno Maisha c'ha l'accappatoio arrotolato sulla testa, il resto è nuda. Io, idem. Con un cazzo i reesta che Maisha riprende a succhiare.
Sembra che Maisha non possa vivere senza succhiar qualcosa.
Le agguanto il sedere e me lo porto al viso. Iniziamo a fare sessantanove sdraiati di fianco. Quella bella fica color melanzana, calda, dolce, sudata, saporita. Maisha me la lecco tutta come un pezzo di cioccolato fondente. Le faccio succhiare anche il mio pollice che poi a Maisha glielo piazzo tutto dentro al buco del culo, tanto per saggiarne la viabilità. Poi mi assaporo il pollice, niente di strano: sa di culo.
Le iene nella notte della savana gridano. Maisha grida. Io grido. Le stelle luccicano, i grilli cantano e così via.
Allargandole le zampe la infilzo col mio uccellone pallido che scompare dentro, come infilarlo in una Torta Sacher.
"Ohhh... Ohhhh... You are gooooood in thiiiis joooob, ohhhhh..." mi fa.
"Yessss, baaaabyyyy."

Non posso fare a meno di incularmela. Prendendola per i capelli, tiro indietro la testa e inarca quel culo caramellato, le sue chiappe morbide sono un piacere sentirle contro di me ogni volta che glielo affondo dentro.
La rivolto e sborro sul pancino che freme per la fatica, e tutta la sburra si concentra sull'ombelico e luccica, così nella penombra, vorrei farle una foto, altro che gnù e rinoceronti del cazzo.
Io e Maisha riprendiamo fiato, poi scopiamo ancora, così, tutta la notte. Fino a che il disco del sole sorge su di noi.
Io, la savana e 'sta puttana.
Hakuna matata!

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@ilmarchese grande!! ben tornato...ahahhah come al solito belle rence...vediamo quante fiche trovi nella savana....ahaahhah

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...Io, la savana e 'sta puttana.
Hakuna matata!

un mito !! grande Marchese !!

dale papi pasame el bronceador que tengo mucho calor..

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ahahaha! a marché, sei proprio 'n grande, cacci li mejo racconti...

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Salve a tutti!!! Ragazzi sapreste darmi consigli su hotel,camere etc di Mombasa ...economici e dove si possa portare ragazze senza priblemi!!!! grazie!

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fantastica recensione,complimenti,letta tutta d'un fiato!!!

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qualcuno di voi x caso si trova ad agosto li?
marchese tu di preciso dove sei stato in che zona?

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Presto su gnoccatravel i miei report da Mombasa, dove peraltro mi risulta di avere anche 4 o 5 figli, così dicono.

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marchese del mio pippo meglio che scrivi romanzi porno da vendere nei suk marocchini,Mi sai di superciuc (alan ford) per quante cazzate racconti

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andiamo
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