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FKK Wellcum – 13/01/2019 - Problemi di Culo (recensione)

Dai, dai! Tarvisio è passata. Devo stringere i denti ed allentare un po' la cintura. Respiri ampi e lenti.
Passo il confine di Coccau sfrecciando incurante davanti le camionette della polizei. Vrooooam.
Ormai mancano solo pochi minuti. Non ce l'ha faccio più ad aspettare. Il Wellcum è meta ambita più che mai oggi, e non vedo l'ora di arrivarci finalmente.
All'incrocio della kärntner strasse svolta decisa a sinistra con audacia, chicane perfetta e in quarta marcia immetto la mia utilitaria nella contorta stradina che conduce al club. Il navigatore segnala bandiera a scacchi.
Arrivo, scaravento il malloppo alla cassa, e di corsa spalanco la porta del cesso, e sbam! il patatrac marrone mi esce dal culo.
Esausto, srotolo la carta igienica e mi pulisco con dovizia l'interno chiappe. Che cagata ragazzi!
Ragazzi, signori e galantuomini di ogni età, è con sommo e virulento piacere che vi do il benvenuto nel nuovo episodio odierno: Problemi di Culo, una recensione di merda, per fatti e di fatto!

E’ tutto apposto ora. Entro in arena con il sorriso di sollievo tipico di chi appena si è appena liberato, e cammina ad un metro sopra il pavimento in totale leggerezza.
L’orologio segna le 12.30, e le ragazze ancora latitano per quanto a presenze, pertanto con calma mi concedo un pasto leggero a base di insalata verde e carotine alla julienne al ristorante, in attesa di portarmi alla bocca delle buone patatine.
Finendo di pranzare, faccio per rientrare. Ma la pancia, fanculo, riprende a brontolare.
Ritorno in bagno e, mentre scanso il tipo di turno che, con in mano il colluttorio e faccia sognante, si ripercorre a mente la sua camera appena conclusa, io mi barrico nella prima latrina libera a scoreggiare di gusto e con prepotenza.
Sì, è ufficiale: oggi ho la cagarella!

Per tre o quattro ore lo straziante percorso dalla sala principale ai servizi igienici sarà una costante, interrotto solo dai momenti in cui andrò ad automedicarmi al selfservice delle bevande, concedendomi l’unica pozione che sembra avere un effetto lenitivo sull’apparato digestivo: acqua liscia mescolata ad abbondanti fette di limone.
Fortunatamente, alla lunga, questo rimedio della nonna porterà il beneficio auspicato sul mio fisico disastrato. No no, non ci sono più i punter di una volta…
Ormai anche le ragazze, che nel frattempo cercavano lussuriose un mio abbordaggio, vedendomi schivo, mi chiedevano per quale motivo fossi tanto triste e scuro in volto. Eh, se sapeste…per me è sempre stato difficile accampare scuse, e con alcune ho ammesso e condiviso il mio disagio interno, giusto per trovare un po’ di conforto materno in loro, o almeno per sdrammatizzare la situazione facendomi un paio di risate sotto i baffi alla loro reazione.

Dopo la lunga agonia, a metà pomeriggio, recuperato un benessere psicofisico soddisfacente, trovo il coraggio di rimettermi in gioco e ritorno a tutti gli effetti in piazza.
Alla vista di FABIA e SABRINA che si aggiravano mano nella mano, guardinghe tra i tavolini, il mio apparato riproduttivo si riprende finalmente la priorità tra le funzioni vitali del mio sistema corporale.
Le seguo da dietro, ed avvicinatomi ad un pelo di ciccina da loro, fingo un improbabile inciampo su di esse. Ne seguono degli allegri sogghigni, nonché un rapido scambio di battute con le due graziose gemelle.
In testa mia, mentre discuto amabilmente con loro, ormai è cosa fatta: le sto già trombando col pensiero. Aspetto solo che mi dicano la parola chiave “camera” e sono già su ai piani alti con loro.
Queste invece manco po’ o culo, e se ne vanno via sorridenti senza chiedermi nulla, lasciandomi con un pugno di mosche in mano…what the fuck?! Perché? Quando mai è successo sta cosa? Oh cristo, sono ormai le quattro del pomeriggio e qua oggi rischio seriamente di non riuscire nemmeno a fare fichi fichi…

Me ne vo’ quindi dietro delle vetrate, nella zona appartata che sta nei pressi della saletta massaggi per intenderci, e, seriamente preoccupato, studio il da farsi.
Nervosamente sorseggio di tanto in tanto la mia selfmade lemonate.
Da lì noto un paio di ragazze che annoiate se ne stanno nella penombra, accovacciate, a poltrire sui divanetti a lato dell’ingresso al cinema.
Non credo di essere l’unico ad aver notato la cosa, ma quel tratto di locale, vuoi per la luce completamente assente, deve avere qualche strano effetto soporifero sulle belle addormentate che ivi vi stazionano.
Il mio animo pestifero però non ha alcuna pietà, e ad intento di svegliarle di soprassalto, con le nocche delle mani busso a tutta forza sulle vetrate che mi separano da esse, per poi nascondermi subito sotto il separè.
Niente. Nessun segno di vita è riscontrato. Oggi non mi caga nessuno.
Dopo una manciata di secondi ci riprovo, ma con maggior veemenza. E alla fine qualcuna per fortuna se ne esce frastornata dallo stato di dormiveglia.
Una certa LALA mi trascina per la manica dell’accappatoio e mi ordina di sdraiarmi accanto a lei.
La ragazza, 29 anni, rumena di Costanza, è particolarmente carina fisicamente: mora, lunghi capelli lisci e un bel fisichetto dalle morbide fattezze. Segni particolari, l’evidente diastema tra i due denti incisivi che la rende unica nel suo genere.
La castorina con caparbietà riesce a conquistarsi la salita in camera. Camera che è stata molto tranquilla e piacevole, all’insegna del puro rilassamento. I baci vengono concessi con profusione. I piercing sbrilluccicosi, uno pendente sull’ombelico e l’altro sulla fichetta, saranno motivo di particolare interesse per le mie mucose linguali nelle ripetute incursioni compiute sul suo ventre.
Mi offre quindi di buon grado anche il buco posteriore (il culo per chi non avesse capito) ma io declino garbatamente…per oggi direi che ho già visto abbastanza uscirne dal mio ano, ma grazie comunque, come accettato!
Unica critica che mi sento di denunciare, però, è il goldone color rosso: vedere per la prima volta il mio pistolino conciato come quello di un babbuino non è cosa molto gradevole alla vista, ed infatti non ho avuto più il coraggio di guardarmi il membro durante tutto il rapporto.
Dalla stanza ne esco comunque adeguatamente appagato. Scesi sotto ringrazio LALA e la saluto.

Cinque del pomeriggio.
Avendo purtroppo pranzato molto leggero, i primi morsi della fame si fanno sentire in stomaco con dei gorgogli addominali che chiedono vendetta all’intestino, ma ahimè, manca appena un’ora alla riapertura dell’area ristoro.
Nell’attesa mi metto a passeggiare. Riprendo possesso del mio bicchiere e metto in bocca una fetta di limone, unico alimento disponibile, in una sala sempre più brulicante di gente in ricerca disperata d’amore.
Nel bagno di folla che ormai si è assiepata nel club, CATARINA si accorge della mia presenza e, come si farebbe con un caro amico che non si vede da tempo, mi bacia, mi abbraccia calorosamente, e braccia sulle spalle mi conduce a consumare i nostri drink sul tavolino poco distante dalla sua solita postazione.
Credo che lei mi abbia preso in particolare simpatia, non so per quale strano motivo, ma è una cosa reciproca, poiché contraccambio con assoluto affetto.
Sia chiaro, lei è una figa da paura, ne ho scritto in lungo e in largo, ma quello che mi piace particolarmente di lei è la sua personalità, ha carattere da vendere, ed un carisma per nulla accostabile a quelle sciacquette di poco conto che ti si propongono dinanzi.
Staccando per una decina di minuti dalla sua attività lavorativa, con CATARINA parliamo a lungo, una chiacchierata amichevole nella quale ci raccontiamo a vicenda gli scazzi quotidiani che ci affliggono.
Ad un certo punto lei mi fa: “Eh, oggi non ti fa strano vedermi così giù?”. Ed io “Cosa hai?”. Lei: “Ho mal di pancia…”. Io le spalanco gli occhi e le rispondo a suon battuto: “Anche iooo cazzo!!”.
Insomma, se tutto va bene, siamo tutti nella merda...
Ci scambiamo quindi consigli, rimedi e cure a soccorso della nostra comune patologia, manco fossimo nella sala d’attesa del medico della mutua. Nel frattempo ci mettiamo in fila per il ristorante.
Addirittura, giunti dentro, si prodiga persino di prendermi personalmente le posate affinché sia assicurato che io possa prendere posto al suo tavolo per continuare la discussione. Che ragazza di cuore.
A totale sfregio di ogni risoluta prevenzione, date le nostre precarie condizioni, abbiamo mangiato come dei porci insaziabili.
Finita la cena poi, ho auguro buon proseguimento di serata alla mia amica del cuore, ed ho fatto ritorno in sala con la pancia vistosamente gonfia. Addio definizione per i miei addominali, sono in fase di massa da oggi!

Entro breve il mio interesse viene catturato da una biondina mai notata prima: KARINA, occhi azzurri, moldava di Orhei, e 33 anni portati divinamente. Anagraficamente più grande di me, ma ciò nonostante la sua bellezza è disarmante ed impeccabile.
Un fiore, per dirla in breve.
Una dea, per dirla ancor più stringatamente.
Con il suo volto angelico, e il suo sorriso a 33 denti di candida fattura, mi propone di provare per la prima volta una ragazza dalla lontana e gelida Moldavia. Io, come un morto di figa qualsiasi non ragiono più, non resisto al canto della sirena.
Ormai avrò sicuramente l’ano completamente sturato dalle cagate precedenti, ma nemmeno le orecchie son del tutto turate: dopo aver ascoltato il suono di miele proveniente dalle sue labbra mi abbandono beatamente a lei, e le concedo la mia mano.
Portami pure via e fai di me ciò che vuoi, non tornerò ad Itaca stasera. Preferisco piuttosto andare a Troia, sebbene ciò mi può costare il procrastinamento del ritorno in patria ed in condizioni di miseria.
La camera con KARINA rivela tratti di una piccola Odissea: ha rischiato seriamente di farmi arrivare ad una gioia anticipata in un battibaleno, soprattutto quando le raffiche insistenti della sua lingua stavano per prendere il sopravvento sull’albero maestro della mia imbarcazione.
Io, con insospettabile tenacia, un attimo prima del naufragio, scampo alla spruzzata mortale riuscendo a divincolarmi, sganciandola lì dove si era ancorata con la bocca.
Prendo quindi possesso del timone e corro ai ripari riportando il natante in acque più tranquille.
Dunque mi fiondo senza scrupoli nell’insenatura riparata tra le sue cosce, e lì lascio a lungo la prua della nave, dove la mia capoccia, nell’incedere del moto ondoso, si infrangerà con ostinata dedizione sulle pareti vaginali della ninfa.
Ripreso il ritmo di sicurezza, decido di occuparmi della parte di poppa, ed a pecorina, incomincio ad affondare sempre più vigorosamente la mia traversa di legno nella sua rada, mentre lei, contorcendosi, gira il capo in cerca del mio sguardo.
Anche qui l’invito di usufruire pure del buco del culo non viene a mancare. Ed anche qui il mio “no grazie, ho già dato per oggi” non viene a mancare.
Giunto quasi a destinazione, invecchiato da 20 anni di missionario, concedo a KARINA di terminare l’epopea, sopra di me, con dei salti pubici a dir poco micidiali. E, data la sua esperienza, lo saranno eccome…

Tornato giù con l’albero maestro spezzato in due, vado a ragionare se è possibile riparare il danno prima del mio rientro a casa.
Precisiamo che i problemi al culo del primo pomeriggio sembrano definitivamente passati; a quanto pare acqua e limone hanno sortito l’effetto desiderato, e perciò questo mi fa ben sperare per un’ulteriore camera.
Vago nuovamente nel locale, cazzeggiando qua e là.
Ad un certo punto, incrocio nuovamente CATARINA, che mi prende per le orecchie, mi bacia sulle labbra e se ne va via. Wow! Ok, grazie…!

Dopo un’ora di assoluto niente, se non una brevissima incursione a curiosare dentro la vip room, in zona accesso camerini, sponda bancone del bar, vedo ciò che potrebbe fare al caso mio.
Intingo le mie dita all’interno del bicchiere e schizzo, furtivamente, sulla schiena di una bellissima biondina alcune gocce di acqua santa al limone.
Come mi è consueto, mi giro immediatamente dall’altra parte con nonchalance.
Peccato che dall’altra parte vedo dinanzi a me un tipo sulla sessantina che, confuso e sbigottito dal mio gesto, mi guarda con faccia stranita, come a dirmi “Cosa cazzo hai appena fatto?? Ragazzino, ora vado a chiamare la polizei…”.
Mi rigiro nuovamente di 180 gradi, e vedo in volto lei, ANASTASIA, anch’essa bionda ed occhi azzurri, che mi fissa con circospezione.
Mi chiede di avvicinarmi, e a mia volta le chiedo se vuole per caso delle altre gocce del mio infuso sul suo corpo. La battuta a sfondo sessuale gliel’ho servita praticamente su di un piatto d’argento.
Lei è proprio una fichetta da urlo: 27 anni, moldava della Germania, corpicino esile, e perfetto culetto a mandolino.
Le sue autoreggenti nere, ed il collarino dello stesso colore al collo, sono orpelli che lasciano totale libertà alle fantasie nei meandri della mia perversione.
Seduti sui sgabelli, lei mi parla, ed involontariamente sbatte col suo ginocchio contro qualcosa di duro sotto il mio accappatoio. Senza proferire altra parola, mi prende per mano, e mi porta su.

ANASTASIA in camera, prima di incominciare, si dedica a farmi un rapido lavaggio del cervello.
Insiste insistendo con insistenza affinché le richiedessi un extra, poiché a suo dire certe cose bisogna provarle nella vita.
Soprassiedo (per la terza volta) al rapporto anale.
Così come mi nego al cosiddetto massaggio prostatico: tecnica da me totalmente ignota, ma a maggior considerazione della mia condizione gastrointestinale odierna, vorrei evitare di cagarle in mano.
Sinceratomi pertanto dell’entità del listino prezzi, scelgo quindi dal suo catalogo il servizio con venuta in bocca. Siamo contenti entrambi.
Prende immediatamente possesso del mio pene e, ravanandomi con veemenza le palle, incomincia il lavoro orale.
Io vedo le stelle, sennonché la stacco per un attimo per poter incominciare con l’accoppiamento.
La rigiro pertanto in tutte le posizioni possibili facendola ruotare come una ballerina su di un carillon.
Afferrare, ed appoggiare con decisione sulle mie spalle, quelle sue gambette filiformi, con tanto di autoreggenti, per me sarà motivo di notevole compiacimento.
Le sue mani, tuttavia, rimangono incollate sui miei testicoli perennemente, e non c’è verso di staccarla da lì, con strizzate che provocano piacere misto a dolore infame.
Quando si mette sopra me, nella classica posizione di cavalcata, di sua spontanea volontà cambia buco e mi avverte che il prezzo della camera sta pure aumentando.
Io la avverto, pacatamente, che non ho richiesto il servizio e che può tornare nel buco di partenza, poiché non sarei stato disposto a nessun’altro extra.
Mi sfila quindi il preservativo e, con decisione, si inabissa in apnea con testa e bocca sul membro.
E nel frattempo le sue mani sono sempre là, sulle mie preziose palline strizzate senza ritegno…ad un certo momento, in preda al contorcimento e agli spasmi, non so più se abbandonarmi ad un pianto isterico, oppure se ridere al contempo.
Insomma, finisco non capendo più un cazzo, augurandomi che quel momento possa finire subito e durare per sempre…(tengo a precisare che nel momento in cui sto scrivendo queste righe, a ventiquattrore di distanza dal fatto, le mie parti intime sono ancora infiammate e doloranti, messe a dura prova come mai prima in vita mia, ndr).
Scendo la scalinata zoppicante con le gambe ben divaricate, e con ANASTASIA che mi sostiene premurosamente a braccetto, a mo’ di stampella. Saldo il conto. Che culo averti incontrata, a mai più cara mia…

Per me è finita qui stasera. Mi fa male tutto: la pancia, il culo. Ora ci mancava solo che le mie ghiandole riproduttive venissero trattate, e soprattutto schiacciate, come le bolle degli imballaggi di plastica. Diamine.
Prima di rivestirmi però, non manco di dare il mio commiato alla dolce CATARINA: due bacini sulle guance e le stringo forte la mano accennandole un sorriso.

Esco.
Faccio un lento sospiro: appoggio con estrema cautela il mio sedere e le parti intime sul sedile dell’auto, accendo il motore e finalmente faccio ritorno a casuccia.

Ad ogni modo, se siete arrivati fino alla fine di questo racconto, e vi ha fatto pure cagare…sappiate che ve la siete cercata voi!
Io vi avevo opportunamente avvertito che era una recensione di merda! Per fatti e di fatto…

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@CANE.RANDAGIO bella rece leggo che hai provato Karina per me è una delle migliori che ho trombato,con il suo sorriso poi ti acchiappa non ci resisto, sei stato soddisfatto di lei?

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@heppynirvana Karina ha un viso da favola, non c'è che dire. In camera è stata brava, però con tutta onestà con altre mi son trovato meglio. Ad ogni modo, esperienza da ripetere.

@Orsobruno ti ho risposto lì, grazie 😉

@mayo64 Karina io l'ho vista gironzolare sotto la gabbia. Non so però se quella sia effettivamente la sua postazione usuale...

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Anastasia lo provata anche io molto molto bella ma ha un solo scopo spillare piu soldi nel ppiu breve tempo possibile un po troppo fuurbetta per i miei gusti Lala mai provata ma cerchero di beccarla sperando che non stia sempre a dormire perche si sa chi dorme non piglia pesci. Karinagia provata è una favola

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@ipsar vedo che grossomodo la pensiamo alla stessa maniera.
Anastasia forse la riproverò per una seconda volta, previa amputazione delle mani...

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@CANE.RANDAGIO
Complimenti per la rece: hai talento da vendere, ho pianto dalle risate xche mi ha ricordato una situazione analoga successami in Plaza de la Catedral a LA HABANA. Fossi in te cercherei un editore...

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@tommasomoro grazie a te! Per l'editore, dovrei prima far attenzione all'ortografia...purtroppo mi scappa sempre qualche leggerezza quando le rileggo! 😅
A che situazione ti riferisci?

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@CANE.RANDAGIO
Caro mio, l'ho riletta ed ho pianto di nuovo: pura poesua, tu devi conoscere Hemingway e Steinbeck. La situazione riguarda me 15 anni fa a Cuba: tale e quale il tuo inizio. Mi riprometto di rileggere i tuoi vekki post: troverò di sicuro altre perle.Rinnovandoti i complimenti, erano mesi che non ridevo così, alla prossima...

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