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Non è affatto male, però, se proprio uno volesse evitare la polpetta, potrebbe offrire in cambio un vegan sushi rispettoso della fauna marina e preparare un riso ai fiori di zucca

Oppure proporre un riso e maiale per fare padan fusion

Desigual Pablo, marketing mix Johnny, arrangiati Pasquá 😜

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ir_pelato
24/07/2018 | 10:44
provincia di pisa  |  36-50
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io preferisco un bel kebab dopo che mi sono sbataccjato un bel troione sul cofano del pandino,o se no il menu 7 del burger king con la fanta nella mi pattaya come spuntino della notte in alcuni dopo doppietta o tripletta

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Vabbè vogliamo mettere una serata anni 90 al sottomarino di Livorno con trombata post cacciucco?

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ir_pelato
24/07/2018 | 11:10
provincia di pisa  |  36-50
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ci credi che sto sottomarino non so manco cosa sia?domani pure io sono a milano all ippodromo di san siro al concerto di alan morrisette,so convinto che milfette e milfette mancate ce le trovo

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Una Berlinese di 24 anni non mi conosceva il clärchens, non mi stupisco più di nulla

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@ir_pelato mi sa che vado anche io all'ippodromo, parati il culo!

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ir_pelato
24/07/2018 | 14:23
provincia di pisa  |  36-50
Gold

@FlautoMagico dehh saro un po brillo ,li ci vicino c è pure un barettino abbastanza chic, c ero li il 19 giugno per i marilyn manson ,ho i capelli lunghi ed un bel pinzettone avro jeans corti sneakers una maglietta senza maniche con disegnata una jolly roger davanti e dietro ed uno zaino azzuuro con un disegno che è da bambini(eh me l h anno reagalato o meglio un amico diceva di buttarlo via

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@ir_pelato grazie della descrizione, ma parati il culo lo stesso!

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@FlautoMagico said:
Fatevelo piacere il sushi, si tratta di riso e pesce in fondo.

Solo se fatto da giapponesi con materie prime giappponesi importate dal Japan, altrimenti non è vero sushi.

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@Babbo said:

@FlautoMagico said:
Fatevelo piacere il sushi, si tratta di riso e pesce in fondo.

Solo se fatto da giapponesi con materie prime giappponesi importate dal Japan, altrimenti non è vero sushi.

È arrivato l'esperto, anche le zappe sanno che le materie prime tranne il riso sono locali

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@FlautoMagico said:

@Babbo said:

@FlautoMagico said:
Fatevelo piacere il sushi, si tratta di riso e pesce in fondo.

Solo se fatto da giapponesi con materie prime giappponesi importate dal Japan, altrimenti non è vero sushi.

È arrivato l'esperto, anche le zappe sanno che le materie prime tranne il riso sono locali

Certo di sushi, sashimi ecc..ecc.. sono espertissimo perché finora mangiati solo in Japan, ti consiglio anche la carne di Kobe
Comunque in Giappone utilizzano il tonno pescato nel Mediterraneo che arriva congelato (dal fresco) al mercato del pesce dI Tokyo ogni mattina. Il resto del pesce è giapponese

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@Beyazid_II

certamente le teorie economiche - e tutte le teorie sociali - sono interpretazioni come dice popper

ma il capitalismo non è economia bensì uno 'spirito' - come dice max weber - che costituisce una modalità di rapporto sociale

e come 'spirito' è l'ultima versione dello spirito dell'occidente che è l'espansione fin dai tempi dell'odissea

anche quando avevano una potenza economica e militare e navale X volte tanto quella di tutti gli stati europei messi insieme i cinesi non si erano mai mossi da casa propria

si muovono ora che hanno adottato il capitalismo e si sono a modo loro occidentalizzati

quindi lo spirito espansivo dell'occidente capitalista non poteva che esprimersi in base alla propria natura in seguito al crollo del blocco sovietico

la globalizzazione è l'occidente capitalista che si fa mondo in tutti i campi gnocca compresa

chi meno ha saputo adattarsi - l'italia per lo sclerotico apparato pubblico finanziato a debito - ha pagato pegno

e il pegno da pagare è stato scaricato in gran parte sui non garantiti del settore privato e sulle nuove generazioni

allo stesso modo ha pagato pegno nel campo della gnocca

chi ha puntato sull'innamoramento e sul matrimonio invece di restare flessibile come i tempi richiedono

e chi ha puntato su fattori di successo - come fisico pompato da anni 80 o intellettualismo da anni 70 - diventati obsoleti

nella guerra sessuale in corso - oggi di più ma in altre forme dai tempi di adamo ed eva - nel tempo attuale per me la via è restare flessibili e fare surf sulla gnocca

che sia free o indipay o pay a seconda di possibilità e attitudini

fidelio

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Lavieenrose_mobile

La globalizzazione va cavalcata, è quella cosa che vi porta belle Gnocche ukraine che parlano un ottimo italiano fin dentro milano. Ma che volete di più?

Ah ecco, volete che aprano le gambe a comando… ma non funziona così, ci vuole abilità.

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Alfamedic_rece
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concordo su tutto al 1000%1000...e se nasci e cresci in alcune zone "bene" di Roma come me, il discorso purtroppo si moltiplica per 10000! io infatti bestemmio santi madonne e gesu cristi di ogni religione del mondo dalla mattina alla sera proprio per questo motivo!

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Divina_mobile

era da un po' che non entravo in questa discussione. E sinceramente mi fa ridere chi crede che la globalizzazione sia un'invenzione occidentale. Se per occidentale intendete europea le fondamenta culturali dell'europa sono greco-romane e cristiane, la globalizzazione e il capitalismo sono invenzioni di tutt'altra gente e questa gente ve l'ha pure detto più volte.

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@pussylicker said:
era da un po' che non entravo in questa discussione. E sinceramente mi fa ridere chi crede che la globalizzazione sia un'invenzione occidentale. Se per occidentale intendete europea le fondamenta culturali dell'europa sono greco-romane e cristiane, la globalizzazione e il capitalismo sono invenzioni di tutt'altra gente e questa gente ve l'ha pure detto più volte.

il concetto di occidente è culturale e non c'entra con l'europa che è un concetto geografico

l'0ccidente comprende l'europa occidentale - ora estesa con la ue anche alla new europe ex parte dell'est europa - più le ex colonie usa e canada nel nord america

le fondamenta dell'occidente sono nell'europa occidentale e sono greco-romane e cristiane e proprio da queste radici deriva la spinta espansiva che è diventata in questa epoca globalizzazione

i romani non sono stati a casa loro ma hanno fondato un impero espandendosi in tutte le aree di europa e africa e asia in cui potevano farlo in base alle possibilità tecniche dell'epoca classica

i cristiani cattolici e protestanti dell'europa occidentale hanno colonizzato buona parte del mondo

la globalizzazione è la continuazione di questo processo partito dallo spirito espansivo romano e cristiano degli europei occidentali volto all'occidentalizzazione del mondo

fidelio

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ir_pelato
11/10/2018 | 15:12
provincia di pisa  |  36-50
Gold

mahhh che oggi il mondo occidentale sia cristiano è una gran baggianata,poi se dovessimo vivere secondo i dettami di bibbia e vangelo arriveremo vergini al matrimonio

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ir_pelato
11/10/2018 | 15:14
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poi anche persiani mongoli cinesi ed arabi nel passato si sono espansi .,mica erano occidentali

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la globalizzazione significa nero è bello, multiculturale è bello e bianco è colpevole, non mi sembra invenzione degli europei. la globalizzazione significa che nei paesi europei il nome di gran lunga più diffuso per i neonati è mohammed, non mi sembra un nome europeo. la globalizzazione vuole che il cristianesimo scompaia non solo come religione, ma anche come filosofia morale, il "non fare agli altri quello che non vuoi che venga fatto a te stesso" cristiano è stato sostituito dal "la tua libertà finisce quando danneggia la libertà altrui" di stampo massonico/satanico, la globalizzazione demonizza la religone europea per eccellenza, non mi sembra tanto europeo. la globalizzazione è mcdonald, starbucks e kebab, non fanno parte della tradizione culinaria europea. il capitalismo liberale (o liberista come diavolo si chiama) e sovranazionale e l'usura bancaria sono idee che provengono da un'altra cultura non proprio europea.

Che poi la globalizzazione piaccia o meno è un altro discorso, ma l'europa è caduta il secolo scorso, il primo passo verso la globalizzazione è stato proprio distruggere l'europa e rincretinire e demascolinizzare gli europei.

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@ir_pelato said:
mahhh che oggi il mondo occidentale sia cristiano è una gran baggianata,poi se dovessimo vivere secondo i dettami di bibbia e vangelo arriveremo vergini al matrimonio

certo il concetto di occidente è superiore al cistianesimo

l'occidente è stato pagano coi greci e i romani fino a costantino

da costantino fino alla riforma luterana è stato cattolico

dalla riforma luterana alla rivoluzione francese è stato misto cattolico-protestante

dalla rivoluzione francese è iniziato un processo che ha reso l'occidente in prevalenza laico-liberale com'è oggi

fidelio

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@ir_pelato said:
poi anche persiani mongoli cinesi ed arabi nel passato si sono espansi .,mica erano occidentali

no i cinesi - e nemmeno gli indiani - sì arabi e mongoli

l'espansione non è un'esclusiva occidentale

ma le altre espansioni sono state parziali

solo l'occidente a partire dal colonialismo e poi con la globalizzzione ha realizzato un'espansione totale a livello planetario

fidelio

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@pussylicker said:
la globalizzazione significa nero è bello, multiculturale è bello e bianco è colpevole, non mi sembra invenzione degli europei. la globalizzazione significa che nei paesi europei il nome di gran lunga più diffuso per i neonati è mohammed, non mi sembra un nome europeo. la globalizzazione vuole che il cristianesimo scompaia non solo come religione, ma anche come filosofia morale, il "non fare agli altri quello che non vuoi che venga fatto a te stesso" cristiano è stato sostituito dal "la tua libertà finisce quando danneggia la libertà altrui" di stampo massonico/satanico, la globalizzazione demonizza la religone europea per eccellenza, non mi sembra tanto europeo. la globalizzazione è mcdonald, starbucks e kebab, non fanno parte della tradizione culinaria europea. il capitalismo liberale (o liberista come diavolo si chiama) e sovranazionale e l'usura bancaria sono idee che provengono da un'altra cultura non proprio europea.

Che poi la globalizzazione piaccia o meno è un altro discorso, ma l'europa è caduta il secolo scorso, il primo passo verso la globalizzazione è stato proprio distruggere l'europa e rincretinire e demascolinizzare gli europei.

le tue sono idee sconfitte nel 1945 dall'occidente liberale

che nel 1989 ha fatto crollare anche l'impero sovietico

la stessa fine stanno facendo i fondamentalisti islamici

niente male per un occidente liberale descritto come debole

fidelio

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il problema dell'italia non è che è troppo occidentalizzata

il problema dell'italia è che è poco occidentalizzata

con un peso burocratico e assistenziale di uno stato superindebitato

un peso insostenibile per tenere il passo non solo con i paesi sviluppati ma anche con molti paesi emergenti

fidelio

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ir_pelato
11/10/2018 | 17:47
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@pussylicker guarda che siamo su gnoccatravels dove si viaggia e si scopa,non siamo su un sito di complottisti,e poi se non vi piace com è il mondo occidentale 1 che ci stare a fare qui su gnoccatravels 2 emigrate in paesi come iran uganda etc li si vive come tanti anni fa

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@Itaconeti said:
@Beyazid_II

certamente le teorie economiche - e tutte le teorie sociali - sono interpretazioni come dice popper

ma il capitalismo non è economia bensì uno 'spirito' - come dice max weber - che costituisce una modalità di rapporto sociale

Tu l’hai detto. E’ spirito, non scienza. Quindi il suo studio non è episteme, ma narrazione.
E’, cioè, qualcosa che non potrà mai essere dimostrato, ma che trae il sentimento della propria esistenza del semplice fatto che la gente se ne lasci convincere e la “dimostrazione” della propria reale importanza dagli effetti che tale adesione fideistica ha sul mondo.

Se con una macchina del tempo potessimo tornare al medioevo, giudicando dal numero di fedeli presenti ad ogni funzione, dalla sincerità con cui gli oranti rivolgevano preghiere, si imponevano sacrifici e devolvevano ricchezze, dalla serietà con cui nelle università venivano trattati concetti ad esso correlati, saremmo certamente persuasi dell’esistenza dello “spirito santo”. E da un Bernardo di Chiaravalle che sveniva per tensione psichica mentre predicava la crociata, dagli eserciti che si scontravano in battaglia per diverse interpretazioni delle scritture, da imperi e regni che determinavano politiche fondandosi sui dogmi religiosi, dedurremmo l’inconfutabile esistenza e l’assoluta serietà di tutte quelle cose che la successiva ed opposta narrazione illuminista ha poi bollato come “superstizioni” (e di cui ora possiamo ridere).
Il “Peccato originale” (con cui si giustificava l’inflizione di pena o di sensi di colpa a qualunque suddito senza giustificato motivo) si chiama oggi “debito pubblico”. Il “Dio” (a cui tutto deve essere sacrificato e da cui tutto deve essere in qualche modo motivato) è diventato “mercato”. Il “premio celeste” con cui si convincevano i fedeli ad agire e pensare contro il loro stesso interesse e la loro stessa natura (dalla cintura di cilicio e le prescrizioni antiigieniche alla repressione degli istinti e all’organizzazione oppressiva della società) è traslato oggi nel “futuro senza confini e senza guerre” (con cui si giustificano peraltro le guerre e le miserie presenti), nel “saremo tutti liberi ed uguali” (con cui si giustificano censure e discriminazioni femministe e si attuano sostituzioni etniche), nella “fine della storia” in un “verde pascolo in cui tutti saremo pacificamente felici e sazi perché non succederà più nulla” (versione edulcorata del consumismo in voga fino a qualche annetto fa).
Gli unici a cui non mi sento di cambiare nome sono “fedeli”, ora come allora sempre “pecore” (absit iniuria verbis).

Non diversamente è oggi lo “spirito del capitalismo” dallo spirito santo (come ha ben colto Diego Fusaro, il quale giustamente chiama “clero” l’insieme degli accademici che professano come verità epistemologica il “verbo” della mondializzazione e del turbocapitalismo).
Ed hai fatto bene a citare Max Weber, che ha mostrato come tale spirito sia figlio principalmente del luteranesimo (da cui ben si spiegano le derive moraliste odierne stile metoo, altrimenti razionalmente ed eticamente inspiegabili in un contesto realmente “laico ed emancipato”).
Ma cos’è lo spirito? In questa accezione “storica” non stiamo certo parlando di quell’entità superindividuale eppure oggettiva che, al contrario del corpo, si pone sopra (e non sotto) le singole individualità, ricomprendendole ad una luce superiore e unificante, di cui ci ha parlato il nostro comune amico Evola.

Qui stiamo evidentemente usando la parola nel senso hegeliano, neanche tanto riammodernato, di “Zeitgeist” (spirito dei tempi), quello con cui si costruiscono (oggi come ai tempi del famoso docente prussiano) carriere accademiche sulla fuffa (per non usare la parola che inizia con “m” con cui a ragione Schopenhauer identificava il suo contemporaneo), si convincono interi popoli di essere inseriti in un “flusso storico” inarrestabile (“la Germania è una nazione di cultura, una nazione di progresso, una nazione di idee” – diceva il professore ai ragazzi di “all’Ovest nulla di nuovo” – “arruolatevi ed andate a farvi ammazzare nei campi delle Fiandre per assecondare il corso della storia!”), si persuadono le persone a violare ogni legge umana e divina perché “non si torna indietro” (e allora via a stronzate sociali come le “quote rosa” perché “il futuro è donna”, a stronzate economiche come le privatizzazioni selvagge perché “non si può tornare allo statalismo”, a stronzate giuridiche come l’inversione dell’onere della prova e la definizione onnicomprensiva di molestia della prova perché “in un paese moderno non si possono processare le vittime e non si possono tollerare le molestie”).

Le autostrade triplicano i pedaggi e dimezzano la sicurezza? Il paese è stato de-industrializzato? Gli stranieri hanno comprato tutte le attività strategiche? Si sono svenduti patrimoni immobiliari, know how ed eccellenze nazionali di ogni tipo (industriale, intellettuale ecc.) prima di proprietà dello stato (e quindi di tutti)? E’ lo spirito dei tempi dell’economia e della politica e se non lo accetti sei “out”. I diritti e le opportunità individuali basate sul merito vanno a remengo? Chiunque può finire in galera anche prima e anche senza riscontri oggettivi o testimonianze terze della presunta violenza? Anche un primo complimento, un invito, addirittura uno sguardo, può essere bollato come molestia, distruggere una carriera o comunque qualunque possibilità di approccio a scopo amoroso o amichevole? E’ lo spirito dei tempi del costume e della morale, e se lo critichi sei licenziato.
Ah, Zeitgeist!

Se il cristianesimo, secondo Nietzsche, era “idealismo per plebei”, lo spirito dell’economia, il libero mercato, la globalizzazione sono “idealismo” per gente nata evidentemente per obbedire e zappare che è invece finita per sbaglio (o forse per precisa volontà di qualcuno a cui le teste di legno fanno comodo) a dirigere industrie, a sedere in parlamento, a insegnare in cattedra! Quello che Fusaro chiama delicatamente “clero”, da un nietzscheano duro come me può essere a ragione bollato come “ciarpame umano intellettualizzato”.

Si fanno convincere a sospendere il ragionamento (gente di sinistra, che dovrebbe “difendere i più deboli” ed invece critica misure volte ad alleviare le difficoltà delle fasce più deboli con la motivazione “il bilancio soffre l’Europa ci sgrida”, gente di destra, che dovrebbe “difendere la patria” ed invece si schiera con gli organismi sovranazionali che vogliono farci diventare una brutta copia degli Usa sotto ogni punto di vista, uomini di tutti i colori politici che, per cupidigia di vanagloria o cechitade di discrezione, sostengono pubblicamente il femminismo di cui poi cadono vittime – vedi Weinstein - e ne votano all’unanimità quelle stesse leggi – vedi prostituzione, divorzio, violenza/molestia, aborto ecc. - che riducono sempre più le possibilità di bilanciare in desiderabilità e potere la bellezza e privano tutti gli uomini della possibilità di vivere liberi, sicuri e felici, come da promessa – sempre meno mantenuta - dello stato liberale di diritto), a deporre le armi (perché “la violenza politica è superata”, quando però i moderni stati neoliberisti e neofemministi non disdegnano di fare la guerra a nazioni sovrane per cambiarne regime e di distruggere materialmente la vita ai cittadini per via giudiziaria o finanziaria quando qualcuno si manifesta non organico al sistema o semplicemente non in grado di pagarne i balzelli), a illudersi (per non dire rincoglionirsi) nella propria stessa sfera privata (uomini che rifiutano di vedere la realtà e fingono che il femminismo non sia il vero nazismo del nostro secolo, e si arrampicano sugli specchi per dimostrare – vedi caso Strumia – come non ci sarebbe nulla di strano o di sbagliato nelle ultime derive censorie e discriminatorie del femminismo, puttanieri – me compreso, ovviamente - che si illudono di potersi realizzare sessualmente nell’indipay, tutti noi a parlare sempre più spesso qui non più solo di figa, ma pure di sentimenti, amore, amicizia, come se tutto si potesse davvero comprare)!

Tutto perché “c’è lo spirito”, lo spirito liberale, lo spirito del capitalismo, lo spirito invitto ed invincibile!
Visti da fuori, sembriamo, tutti noi occidentali, un “popolo in preda alla magia”. Altro che evoluti! Siamo noi i nuovi indigeni che per delle “paccottiglie” “svolgiamo “lavori che non ci piacciono per comprare cose che non ci servono”, tanto per citare Fight Club.

Aveva trovato un bel titolo Hjalmar Schacht con il suo “la magia del denaro”. Solo tanti zero messi in fila (come dice Riina nel Capo dei Capi). Eppure convincono, con speranze e illusioni, la gente a fare tutto per nulla e a credere al contrario di tutto. Eppure il caro Schacht, quando ha dovuto fare “cose serie”, è stato il primo a saper rompere l’incantesimo, sganciarsi dal sistema, e risollevare economicamente la Germania in soli 5 anni (a suon di Mefo e baratto e tante smentite a tutte le teorie monetarie ed economiche dell’epoca). Tanto che è stato necessario tutto il mondo per fermare chi aveva dimostrato che si poteva far funzionare un moderno sistema-nazione in modo non primitivo senza dipendere dall’usurocrazia bancaria e da tutto il suo corollario speculativo e ideologico.

Ora, io non dico che si debba ricostruire un Terzo Reich o usare una rinnovata potenza nazionale per invadere la Polonia!
Chiedo semplicemente a tutti di riflettere se abbia davvero senso, ad esempio che:

  • si buttino via prodotti nostrani (pomodori e limoni, perché anche solo raccoglierli sarebbe svantaggioso) per importarne dall’estero (con costi in termini ambientali per il trasporto, per non dire della minore qualità) solo perché “la globalizzazione lo impone”;
  • si dissolvano la nostra lingua (ovvero una delle più antiche per storia poetica, apprezzate per musicalità, variegate per registri, nobili per lignaggio, figlia com’è del Greco e del Latino, ed espressive per possibilità di scelte di accostamenti e vocaboli) , i nostro costumi (sedimentati in secoli di civiltà spesso all’avanguardia dei tempi, dall’artigianato dei liberi comuni al Settecento della lirica, per non dire del fiore paradisiaco del Rinascimento), la nostra stessa composizione etnica (“latin sangue gentile”, diceva l’antitedesco Petrarca quando ancora non si poteva essere accusato di razzismo – ed io difatti non parlo di razza ma di composizione di etnie che hanno storicamente contribuito alla costruzione della civiltà in questa penisola) solo perché “bisogna parlare, comportarsi, essere da “globalizzati”;
  • sia impossibile avere un qualsivoglia rapporto amoroso o anche solo “trombo-amichevole” con una qualsivoglia appartenente al genere femminile perché il solo provarci è “molestia”, il solo guardare “violenza”, o semplicemente perché il costo in termini di fatiche, tempo, sincerità, dignità, recite e rischi di umiliazione ferimenti e irrisione, è troppo elevato in conseguenza della sopravvalutazione estetico-filosofica della figura femminile operata dal fem-capitalismo consumista, o addirittura perché in caso di divorzio o litigio si rischia di fare la fine degli esuli ottocenteschi privati di famiglia, casa, roba o dei perseguitati politici dei totalitarismi imprigionati senza prove.

Tutto solo per non dover mettere in discussione il paradigma corrente, lo “spirito dei tempi”, il “liberalismo”. Ma cosa vi darà mai questo liberalismo, non dico nel dopoguerra quando ci ha dato pace e prosperità, ma ora (le idee DEVONO cambiare con le condizioni esterne!), per meritare questi sacrifici?

Non si può cambiare? Falso. Lo ha detto Itaconeti: non è legge fisica, naturale o chimica, è “spirito”. Quindi si può cambiare come si cambia una religione. Basta esserne convinti.

Non c’è tempo per smentire tutta la narrazione, mi limito a smentire l’esempio più eclatante, la madre di tutte le menzogne, il nostro debito pubblico. Non nel senso che non esista. Ma nel senso ci viene taciuta la verità su come si è generato.
Ho sempre ammesso di essere un ignorante in economia ed un incapace in finanza. Però quel minimo di capacità analitiche che posso trasferire dalle mie abitudini scientifiche è sufficiente, credo, per capire le cose più semplici. Mi sono preso la briga di verificare entità e composizione del debito dalla metà degli anni Ottanta ad oggi (prima di dire la mia sul tema). Ebbene, la tesi secondo cui sarebbe tutto nato dalle “spese folli dell’assistenzialismo” è smentita dai dati. Nel 1984 la spesa pubblica (al netto degli interessi sul debito) era 42,1% sul PIL, contro una media europea maggiore (45,5%). Dopo dieci anni, nel 1994, siamo passati a 42.9%, contro una media europea del 46,6%. Non mi pare ci sia tanta differenza. La componente che ha fatto esplodere in quei dieci anni il debito totale è stata l’interesse sui debiti. E perché? Perché siamo diventati improvvisamente inaffidabili, poco credibili? Tanto che nessuno voleva più comprare i nostro buoni del tesoro? Incapaci d’un tratto di generare ricchezza, innovazione, eccellenza? Da quinta potenza mondiale che eravamo?
Semplicemente, sono aumentati gli interessi perché qualcuno (Ciampi) ha deciso di separare la Banca d’Italia dal Tesoro, facendole praticamente smettere di acquistare titoli di stato. Ovvio che abbiamo iniziato a doverli mettere in vendita ad interessi crescenti sul mercato della speculazione.
E questo è successo molto prima dell’entrata in Europa. Abbiamo, insomma, anticipato di anni il danno (perdita della sovranità monetaria) dell’Euro, BCE e compagnia. Ecco perché siamo entrati in Europa più deboli accettando condizioni-capestro.
Non credo alle teorie complottiste né alla retorica antitedesca (per qualcuno tutto è stato orchestrato dalle Germania per eliminare il concorrente più pericoloso nel momento in cui doveva pagarsi la riunificazione). Credo semplicemente sia stato il classico autogol all’italiana.
Perché però, anziché porvi rimedio, continuiamo a perseverare nell’errore?

Questo non lo raccontano. Non ne parlano. Come i numeri degli uomini vittima di violenza femminile. Come la maggiore “varianza” maschile nella capacità intellettuali da contrapporre alla superiore “media” femminile (cioè: le donne sono mediamente più brave, ma è più probabile che il bravissimo sia un uomo). Se se ne parla, si è cacciati dal sistema! Perché parlare significa contraddire la narrazione. Ovvero il sistema di potere e di privilegi che su essa si basa. E su cui si basano stipendi e fama di chi oggi ci fa la predica.
Perché il sistema si basa sulla narrazione, ovvero sulla menzogna. Sulla menzogna ideologizzata. Sulla menzogna finalizzata. Insomma, in una parola sola, su una “religione”.

Ma prima o poi la realtà presenterà il conto e, come accaduto per la religione cristiana, anche quella del turbocapitalismo vedrà il suo clero screditato e ridotto a parlare fra sé di cose ritenute dal resto del mondo degne del riso, inesistenti o comunque ininfluenti. Vedrà i suoi “valori” presi per burla e le sue minacce prese a pernacchie da un mondo che va avanti in altre direzioni “nulla curandosi dell’infallibilità del papa” (come disse, passando all’ordine del giorno, il parlamento quando era ancora a Firenze).
Speriamo il prima possibile.

P.S.
Lo spirito romano è morto avvelenato dal cristianesimo più di duemila anni fa. Come fa notare @pussylicker, lo spirito dei tempi attuali è invenzione di tutt’altra gente. Figlia, aggiungo io (proseguendo la tua giusta citazione), degli stessi preti, dello stesso “attentato da sacerdote” di cui parla il Nietzsche dell’Anticristiano. In esso agisce (e non da oggi) lo spirito di altra gente…
Roma contro Giudea, Giudea contro Roma.
Del resto, dal pensare ad un dio che crea il mondo dal nulla, poco ci vuole a credere in un sistema basato sulla creazione ex-nihilo di valore tramite la finanza speculativa…
Rimpiango i tempi in cui il valore era la tangibile pecora (pecunia da pecus).

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@Itaconeti said:

@pussylicker said:
era da un po' che non entravo in questa discussione. E sinceramente mi fa ridere chi crede che la globalizzazione sia un'invenzione occidentale. Se per occidentale intendete europea le fondamenta culturali dell'europa sono greco-romane e cristiane, la globalizzazione e il capitalismo sono invenzioni di tutt'altra gente e questa gente ve l'ha pure detto più volte.

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le fondamenta dell'occidente sono nell'europa occidentale e sono greco-romane e cristiane e proprio da queste radici deriva la spinta espansiva che è diventata in questa epoca globalizzazione

i romani non sono stati a casa loro ma hanno fondato un impero espandendosi in tutte le aree di europa e africa e asia in cui potevano farlo in base alle possibilità tecniche dell'epoca classica

i cristiani cattolici e protestanti dell'europa occidentale hanno colonizzato buona parte del mondo

la globalizzazione è la continuazione di questo processo partito dallo spirito espansivo romano e cristiano degli europei occidentali volto all'occidentalizzazione del mondo

Non è del tutto vero.
I Romani fermarono volontariamente la propria stessa espansione, quando si resero conto che confini troppo vasti sarebbero stati difficilmente controllabili. Adriano rinunciò persino ad interi territori conquistati dal proprio predecessore Traiano, pur di garantire una migliore governabilità. Ma, si sa, allora si aveva il senso del confine perché si avevano quello di forma (di cui il primo è semplicemente il contorno) e di kosmos (mondo ordinato e dotato di senso da contrapporre al chaos primordiale). E, soprattutto, vigeva il primato della politica. “imperium significa dominio, innanzitutto, dominio del “politico” (in senso alto, platonico, di dare demiurgicamente forma, e quindi valore, significato e bellezza, al mondo, di rendere la vita dei cittadini diretta al "Bene").

La ricchezza non era disprezzata, ma la cupidigia non era una virtù come oggi.
Fra Crasso, Cesare e Pompeo non ha vinto il più ricco. Un epilogo impossibile secondo lo spirito capitalista che pretenderesti derivare da quello romano...

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@Itaconeti said:

@pussylicker said:
era da un po' che non entravo in questa discussione. E sinceramente mi fa ridere chi crede che la globalizzazione sia un'invenzione occidentale. Se per occidentale intendete europea le fondamenta culturali dell'europa sono greco-romane e cristiane, la globalizzazione e il capitalismo sono invenzioni di tutt'altra gente e questa gente ve l'ha pure detto più volte.

il concetto di occidente è culturale e non c'entra con l'europa che è un concetto geografico

l'0ccidente comprende l'europa occidentale - ora estesa con la ue anche alla new europe ex parte dell'est europa - più le ex colonie usa e canada nel nord america

le fondamenta dell'occidente sono nell'europa occidentale e sono greco-romane e cristiane e proprio da queste radici deriva la spinta espansiva che è diventata in questa epoca globalizzazione

i romani non sono stati a casa loro ma hanno fondato un impero espandendosi in tutte le aree di europa e africa e asia in cui potevano farlo in base alle possibilità tecniche dell'epoca classica

i cristiani cattolici e protestanti dell'europa occidentale hanno colonizzato buona parte del mondo

la globalizzazione è la continuazione di questo processo partito dallo spirito espansivo romano e cristiano degli europei occidentali volto all'occidentalizzazione del mondo

Non è del tutto vero.
I Romani fermarono volontariamente la propria stessa espansione, quando si resero conto che confini troppo vasti sarebbero stati difficilmente controllabili. Adriano rinunciò persino ad interi territori conquistati dal proprio predecessore Traiano, pur di garantire una migliore governabilità. Ma, si sa, allora si aveva il senso del confine perché si avevano quello di forma (di cui il primo è semplicemente il contorno) e di kosmos (mondo ordinato e dotato di senso da contrapporre al chaos primordiale). E, soprattutto, vigeva il primato della politica. “imperium significa dominio, innanzitutto, dominio del “politico” (in senso alto, platonico, di dare demiurgicamente forma, e quindi valore, significato e bellezza, al mondo, di rendere la vita dei cittadini diretta al "Bene").

La ricchezza non era disprezzata, ma la cupidigia non era una virtù come oggi.
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@Beyazid_II

Chapeau , e' un piacere leggerti.
Per curiosita', ma in quale fascia di eta' sei ?
Detto cio' , condivido appieno il tuo punto di vista. Sul futuro dell'umanita' sto leggendo un libro molto interessante, Homo Deus (comprato all estero a temine di un gnoccatravel ) che tocca alcuni dei tuoi temi tra l'altro .
Il tema Debito Pubblico, e' un po' come il buco dell'ozono, ne parliamo da 25 anni ma sostanzialmente nulla o poco e migliorato anzi.. , e il potere di acquisto si e ridotto in maniera imbarazzante (dal 2008 ad oggi) con aumento spaventoso della pressione fiscale dei dipendenti.
Non sono neanche io un economista , ma ricordo molto bene un modello macroeconomico spiegato da un prof di macroeconomia del MIT, tal Blanchard: il modeloo IS LM dice che vi sono due leve che un paese "sovrano" puo utilizzare per stimolare il PIL: 1- politica monetaria ( sulla quale non abbiamo piu voce in capitolo)
2 - Consumi (migliorare la propensione marginale al consumo) + investimenti + spesa pubblica - Tasse

Ecco, noi facciamo esattamebnte il contrario del punto 2 e speriamo di avere risultati diversi rispetto a quelli degli ultimi anni . Non sono schierato politicamente, ma qualcosa rispetto al passato proverei a modificarla e spero riescano a farlo in qualche modo .

sul capitolo gnocca... nulla da aggiungere.. assolutamente in linea

sugargirls_discussioni
Blumedico

@Itaconeti
no i cinesi -

condivido in toto !
pensiamo ad esempio al celebre ammiraglio Zheng He che nella prima metà del XV secolo (all'inizio dei Ming che regnarono dal 1368 al 1644), dunque negli stessi anni di Dom Henrique il Navigatore (ob. 1460) fece degli importanti viaggi, con navi grossissime, giungendo fino al Madagascar e forse oltre...che ne restò ? NULLA..fu una bella impresa che diede piacere a qualche mandarino annoiato che la sponsorizzò e basta
pensiamo invece poco dopo ai viaggi di Colombo (1492, proprio domani, 12 ottobre) e Vasco da Gama (1498)..cambiarono il mondo !
ecco lì sta tutta la differenza, in breve, fra civiltà sinica e civiltà occidentale

P.S
Zheng He era un eunuco dunque purtroppo per lui non poteva fare il GT

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alfamedic_mobile

@Beyazid_II
sia figlio principalmente del luteranesimo

mi permetto di farti una piccola "correzione"...Max Weber, per quanto ne so, parlava genericamente di "protestantesimo" e vi sono forti indizi che intendesse soprattutto il calvinismo..del resto é Calvino che sotto varie ipostasi (puritanesimo ecc) ha lasciato la sua impronta indelebile nel mondo anglosassone, "patria" del capitalismo finanziario come lo si intende oggi [anche se non del capitalismo tout court che forse nacque, in forma ancora grezza, nell'Italia cattolica del Tardo Medioevo e si sviluppò nelle Fiandre che dopo una breve parentesi protestante nei 1570' e primi 1580' tornarono cattoliche]
é sempre un piacere leggere le tue considerazioni !

Abbandonati al relax e al piacere, scopri i centri massaggi della tua citta'!
wellcum_mobile

@Itaconeti said:

@pussylicker said:
la globalizzazione significa nero è bello, multiculturale è bello e bianco è colpevole, non mi sembra invenzione degli europei. la globalizzazione significa che nei paesi europei il nome di gran lunga più diffuso per i neonati è mohammed, non mi sembra un nome europeo. la globalizzazione vuole che il cristianesimo scompaia non solo come religione, ma anche come filosofia morale, il "non fare agli altri quello che non vuoi che venga fatto a te stesso" cristiano è stato sostituito dal "la tua libertà finisce quando danneggia la libertà altrui" di stampo massonico/satanico, la globalizzazione demonizza la religone europea per eccellenza, non mi sembra tanto europeo. la globalizzazione è mcdonald, starbucks e kebab, non fanno parte della tradizione culinaria europea. il capitalismo liberale (o liberista come diavolo si chiama) e sovranazionale e l'usura bancaria sono idee che provengono da un'altra cultura non proprio europea.

Che poi la globalizzazione piaccia o meno è un altro discorso, ma l'europa è caduta il secolo scorso, il primo passo verso la globalizzazione è stato proprio distruggere l'europa e rincretinire e demascolinizzare gli europei.

le tue sono idee sconfitte nel 1945 dall'occidente liberale

Tu quoque scadi nella "reductio ad hitlerum"?
Forse perché nemmeno tu credi negli argomenti politicamente corretti che di solito si snocciolano in questi casi, i quali qui, fuori dall’ambito pubblico menzognero del politicamente corretto, non riuscirebbero a smentire nemmeno una delle semplici (anzi, quasi banali) verità ricordate da @pussylicker (stronzate “massonico-sataniche” a parte, ovviamente)?
State attenti: se per pura comodità dialettica (screditare l'avversario senza dover controargomentare nel merito) continuate ad accusare di "nazismo" chiunque osi opporsi alla visione del mondo che supporta e giustifica le porcherie femministe e terzomondiste (quelle che, trasformando in colpe i meriti, vorrebbero tramite le prime tiranneggiarci moralmente e penalizzarci materialmente in quanto “maschi-bianchi-etero”) e la menzogna egalitaria (davvero si può pensare che il popolo capace di generare il Rinascimento sia uguale a qualunque insieme di essere umani preso a caso dal caos della globalizzazione e delle migrazioni?) finirete per avere tutti gli uomini non ancora abbacinati dalla menzogna in camicia nera o bruna. E’ questo che volete?

Sono state le civiltà fondate sul principio patrilineare (il quale, non smettiamolo mai di ricordarlo, non significa “maschilismo”, ma semplicemente vedere la vera vita nascere non nella dimensione bassamente biologica del grembo materno, ma in quella “spirituale” di ciò che l’azione e il pensiero di una società di uomini virtuosi ha costruito e a cui si accede per prova o per rito, e quindi è in sé funzionale al “generare verso l’alto”) e non quelle matriarcali (tutte più o meno vincolate all’egalitarismo mesolitico proprio dalla credenza nella matrice cosmica da cui ogni individuo dirama e a cui ritorna dopo un’esistenza effimera) a portare questa parte di umanità dalla preistoria alla storia (con tutte le differenziazioni dell’umano primordiale in quelle identità di sangue e spirito propriamente storiche che il mondialismo capitalista mirante alla “fine della storia” vorrebbe oggi cancellare), o comunque a farle compiere un salto di livello qualitativo superiore a quanto fatto dalle altre civiltà (si vedano la Grecia di Omero, la Roma Repubblicana, l’India dei Veda, la Persia Iranica che si affermano su civiltà precedenti - pur tecnologicamente anche più progredite – proprio in virtù della superiore capacità di fare delle invenzione della tecnica strumenti per un cambio vincente di paradigma, quale fu ad esempio la tripartizione funzionale di cui parla Dumezil)?
Sono stati gli autori del “ratto delle Sabine” a generare il concetto stesso di “diritto” e a svilupparlo nei secoli sì che oggi tutti possiamo non essere soggetti all’arbitrio di un re o all’irrazionalità di una plebe forcaiola, ma giudicati secondo ragione e secondo giustizia?
Niente, per le femministe non sono meriti storici, ma colpe da espiare oggi (“ci avete escluse dalla civiltà per millenni, non ci avete dato i diritti per secoli, ora ci dovete dare le quote, ora dovete pagare…” il loro leitmotive, anziché “grazie per aver generato una società in cui possiamo vivere comode, truccate e ben pasciute”).

Sono stati gli antenati degli Europei a compiere quelle imprese degne degli dèi e, per grandezza, potenza e durata e tali da costituire il mito fondativo di intere epoche () ed a generare quelle mirabili strutture dell’arte come della religione, della politica come della storia, del pensiero come della società, destinate a non essere raggiunte dai contemporanei né superate dai posteri?
Sono stati gli europei (come tu giustamente ricordi) e non altri raggiungere per primi un livello di civiltà e di consapevolezza tale da poter ad esplorare, conoscere e conquistare (nel bene e nel male) l’intero globo?
Non è, come sarebbe logico in una morale non sovvertita, “merito”, bensì “colpa”: colpa di aver commesso il “peccato originale” di staccarsi dal “dio che ci aveva creati tutti uguali”, colpa di aver “escluso dalla civiltà le minoranza” (che poi in realtà sarebbero maggioranza, ma hanno contato poco proprio perché incapaci di generare veramente una civiltà propria), colpa di aver “rubato la storia agli altri popoli” (quando, semmai, da solo questi non ci sarebbero mai entrati).
Questo è il modo di ragionare di femministe (sempre più organiche al capitalismo) e terzomondisti (gesuita piemontese in testa). Non lasciare che opporsi a questo sia prerogativa di nostalgici del fascismo o del nazismo. Dovrebbe essere evidente ad ogni sguardo libero dall’ideologia progressista che la vittimizzazione delle donne e degli extra-europei nasconda il medesimo fine tirannico e menzognero del primo cristianesimo (quello nato dalla “rabbiosa e vendicativa avversione alla vita” da parte di chi è stato sconfitto dalla storia e per questo cerca di “rubare” all’altro quanto di superiore non ha saputo generare da sé sovvertendo i valori dei vincitori e avvelenandolo con maledizioni e sensi di colpa).

C’erano forse, qui nell’Europa mediterranea, “i pari diritti per tutti” prima del tanto vituperato “patriarcato” indoeuropeo? No, c’era l’arbitrio tirannico della matriarche, c’erano le proto-melanzane che sfruttavano le disparità naturali favorevoli al sesso femminile per rendere la vita degli uomini insopportabile come quella di un bambino nella scuola femminista di oggi (e come noi oggi possiamo come detto più volte sperimentare anche oltre l’età scolare, ovunque non ci sia concesso di bilanciare con lo studio, il lavoro, il successo, la posizione sociale, la cultura, il potere, tutto quanto è dato alle donne in desiderabilità e potere dalla natura), come quella di un elefante costretto a vivere da apolide nella sempiterna frustrazione di ogni disio, per non dire, nei casi estremi, come quella di un fuco (almeno da un punto di vista psicologico, sessuale o finanziario)!
C’erano forse, nel mondo, prima dell’arrivo degli Europei, pace, prosperità e “progresso”? No, c’era la foresta, la legge della giungla, c’erano i sacrifici umani, c’erano le risorse naturali, del cui furto siamo accusati ma di cui gli indigeni non sapevano che fare, c’erano le guerre tribali fra gruppi umani che nulla avevano in meno per ferocia e volontà di sterminio rispetto a quanto siamo abituati a condannare nella storia (come del resto dimostrato dalla storia recente dell’Africa non appena sono state date a quelle tribù armi più efficaci delle frecce). Non servono teorie razziste per constatare ciò. Basta la pratica. Basta vedere cos’è tornato ad essere il Sudafrica dopo essere stato, grazie a Portoghesi, Olandesi e Inglesi, un pezzo di Europa per secoli: l’ennesimo angolo di Africa da cui chi vuol vivere deve scappare.
Non voglio certo dire che si debba applicare una apartheid per africani, donne o per chiunque altro, ma, semplicemente, che chiunque, non riconoscersi per origine, valori o natura, nel mondo costruito dal vituperato “maschio-bianco-etero”, vuole comunque viverne i benefici materiali, deve mostrare almeno un atteggiamento improntato alla motivata gratitudine (“grazie per poter entrare”), non ad una aprioristica rivalsa (“era un mio diritto entrare e mi hai lasciato fuori fino ad ora”).

Quando il prof. Strumia ha detto che “la fisica è stata fatta dagli uomini ed è una conquista, non una concessione”, ha detto una verità immensa che va ben al di là delle donne, delle loro pretese e della fisica, e che coinvolge il senso stesso della civiltà europea. Tutto quanto è connesso in qualche modo con essa è, di norma, una conquista, non un “dono di dio” di cui qualcuno si è appropriato a scapito di altri o altre!
Eppure, da più di vent’anni a questa parte (più o meno a partire dalla seconda presidenza Clinton) si è insinuato in occidente il virus delle “quote”, della “tutela di tutte le minoranze” (anche quando, come appunto il caso delle donne o degli extraeuropei, sono una maggioranza mondiale!), della “colpevolizzazione del maschio-bianco-etero”. Ecco allora che chi non ha (statisticamente, intendo) mostrato né troppo interesse né troppa eccellenza nella fisica, reclama posti riservati (a scapito ovviamente “dei maschi”) ed attribuisce a presunte “discriminazioni” i propri (sempre statisticamente, le persone sono variabili aleatorie da valutare caso per caso) minori successi. E chi si oppone viene sospeso dal Cern. Ecco anche che chi arriva in Italia su un balcone si sente in diritto (o qualcuno lo fa sentire in diritto) di lamentarsi perché il menu non è di proprio gradimento. Se avessimo raccontato questo trent’anni fa, saremmo stati presi per comici. Invece oggi è la realtà che ci hanno regalato il neo-progressismo ed il neoliberismo. E chi fa notare l’assurdità è bollato come “razzista”, “fascista”, “misogino” (che per me, nella sua nobile e precisa accezione antica di “vivere liberi e felici nonostante la presenza delle donne nel mondo” è un complimento). Delle due l’una: o la caccia al “maschio bianco etero” è un parto interno della civilizzazione europea, ed allora si deve parlare di malattia degenerativa (o perlomeno di nevrosi, come tutto quanto nasce dai sensi di colpa), o è una manovra eterodiretta, e allora si deve parlare di elite che non fanno più l’interesse dei loro popoli (ed instillano loro i sensi di colpa per sospendere il loro giudizio razionale su quanto di irragionevolmente antieuropeo sta accadendo nella culla della civilizzazione europea).
Se è una malattia, bisogna trovare gli anticorpi, se è una macchinazione, bisogna smontarla. In nessun caso bisogna assecondarla prendendola per “inevitabile destino” indimostrabilmente insito nella nostra spinta civilizzatrice da secoli!

Non siamo ancora alle persecuzioni, ma alle prime discriminazioni certamente (vedi ancora Strumia). Altrettanto certamente siamo alla censura (non esplicita, ma non meno efficace: se non ti adegui al politicamente corretto, perdi il lavoro e con la minima scusa la macchina del fango agisce su di te). In maniera parimenti innegabile siamo all’incapacità di difenderci come popolo (in tempi “normali” i giovani correvano ad arruolarsi per conquistare nuove terre, ora fanno volontariato per ONG pagate da chi vorrebbe far venire qua il mondo intero e ridurci a terra di conquista per il turbocapitalismo popolata di un brulicare indistinto di bisogni in cui le etnie originali, e con loro ogni possibile resistenza al totalitarismo consumista e allo smantellamento dei diritti del lavoro, siano annegate).

Ormai uomini di tutte le opinioni politiche e di tutte le estrazioni culturali non possono non vedere come, dietro la bandiera del neoliberismo, almeno da venticinque anni, sia in atto la spoliazione di ogni ricchezza finanziaria, culturale, storica ed “etnica” dei popoli europei. E come dietro la “lotta alle discriminazioni” vi sia la volontà di cancellare (culturalmente, economicamente e pure sessualmente) la natura maschile (che è anche guerra e quindi pericolosa per il perpetrarsi di questo sistema perverso di potere). Ne abbiamo parlato tante volte (dalla criminalizzazione di qualunque espressione del desiderio – a partire dallo sguardo – alla privazione di qualunque possibilità sociale per raggiungerlo – a partire dalla lotta alla prostituzione e alla possibilità stessa di risultare desiderabili tramite il successo economico, sempre più raro per tutti e oggi sempre più osteggiato quando è acquisito dagli uomini - vedi quote rosa e favoritismi per molti posti di prestigio giustificati facendo passare i nostri meritevoli sforzi individuali di bilanciamento dei privilegi e dei poteri naturali femminei come prova di inesistenti discriminazioni!).

Ora dico basta. Non è possibile che questi temi siano ghettizzati nella cosiddetta “ultradestra”. Devono essere patrimonio di tutti gli uomini consapevoli, dal marxista al liberale autentico. Tutti, favorevoli o meno al capitalismo, dobbiamo riconoscere come patologica la sua attuale fase. E non accettare che la critica radicale a ciò, che culturalmente parlando, ha generato il nazifemminismo, sia tacciata di “fascismo”.
Se continuate quella pessima abitudine iniziata da quella sciagurata lezione di Eco a chiamare “ur-fascista” qualunque richiamo (in contrapposizione alla mitologia egalitaria, nihilista nell’animo e decadente nell’effetto, oggi imperante) alla visione del mondo virile e aristocratica propria dei grandi popoli indoeuropei fondatori di città e civiltà (quale possiamo ancora cogliere per exempla nell’Iliade, nell’Eneide, nella Baghavad Gita, nei Poemi Persiani, nell’Edda, nel Beowulf) o addirittura qualunque visione politica o culturale non totalmente asservita al mondialismo e ancora capace di considerare normali concetti quali sovranità e identità, senza bisogno di trasformarli in “ismi” (come, ad esempio, la Russia di Putin, che ogni anno a maggio festeggia la vittoria sul nazismo rispolverando la stella rossa) non solum date al fascismo un rango culturale (quello di primo e unico movimento in grado di invertire la decadenza denunciata dall’autore dell’Anticristiano) che non avrebbe mai avuto né meriterebbe, sed etiam rischiate, in prospettiva, di accrescere il consenso politico e sociale di chi davvero considera il maestro di Predappio “un grande statista”!
Ma perché ri-volere quei principi etico-spirituali che hanno caratterizzato l’alba della nostra civiltà (al posto di quelli che stanno segnando la nostra fine) dovrebbe obbligarmi a farmi sentire un soldato di Hitler? Perché il rigetto del politicamente corretto dovrebbe essere inconciliabile con il considerare Mussolini soltanto un “patacca”?

Gli egalitari continuano a sostenere i loro “Immortali principi” pur senza dover portare il peso del Terrore giacobino e del massacro di Vandea? I socialisti continuano a ritenere positiva la loro ideologia senza sentirsi complici di Lenin o di Stalin?
E allora io perché devo sentirmi il busto del duce sulla testa se dico “prima gli Italiani” (anzi, meglio: “prima l’Italia”)? Perché devo sentirmi dire che “sono stato sconfitto nel 1945” se mi propongo di combattere contro il neoliberismo che sostiene il nazifemminismo ed il terzomondismo?
“Io leggo Nietzsche, disprezzo l’egalitarismo ed apprezzo le origini indoeuropee. Anche Hitler leggeva Nietzsche, disprezzava l’egalitarismo e apprezzava le origini indoeuropee. Quindi io sono come Hitler”. Ma questa è una fallacia logica. Più precisamente, un sofisma: “Socrate è mortale. I cani sono mortali. Quindi Socrate è un cane.” Questo è il sofisma sotteso all’antifascismo militante e alla cultura accademica figlia di Eco e compagnia.

Questo antifascismo sta veramente lavorando a favore del vero nazifascismo!
Chi per età non ha visto con i propri occhi quanto i Tedeschi hanno fatto in Polonia, o sentito raccontare da parenti scene simili a quelle che Polanski ha immortalato nel “Pianista”, potrebbe oggi (e sempre più in futuro) pensare (sulla base delle continue menzogne politiche, culturali e persino “scientifiche” che il “politicamente corretto” riversa su Putin, sull’Iran, sulla politica estera in generale, sul “gender”, sull’immigrazione, sulla presunta oppressione di genere, o anche solo sulla vita quotidiana del genere maschile) che anche la storia sia stata una “montatura di Hollywood” arrivando persino a percepire eventuali “SS” come “esercito di liberazione” dalla doppia tirannide finanziaria e femminista che si sta in effetti sempre più rivelando (quella sì) qualcosa di davvero simile ad una forma “sofisticata” di nazismo.

Se il nazismo era hating contro gli ebrei, i polacchi, gli zingari e razzismo contro tutti i non-tedeschi,
il femminismo di oggi è hating contro tutti gli uomini. Ed il mondialismo è razzismo contro tutti i popoli.

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@Itaconeti said:
le tue sono idee sconfitte nel 1945 dall'occidente liberale

P.S.
Ad essere precisi, da un punto di vista militare, non è stato l’occidente liberale a sconfiggere Hitler, ma l’oriente sovietico di Stalin. Ed usando non una “superiore civiltà”, ma semplicemente la disposizione del popolo russo di allora, abituato a soffrire e morire in massa solo perché così veniva ordinato. L’Armata Rossa ha sopportato perdite pari a 6 volte il suo numero all’inizio della guerra e solo così ha potuto battere la Wermacht, che ha fatto la fine di Annibale (il quale, lo ricordiamo per chi non ha i nostri studi, pur militarmente sempre superiore, fu alla fine sconfitto dalla capacità romana di opporgli contro nuovi eserciti dopo ogni sua vittoria).
I soldati dell’occidente liberale, quando si è trattato di passare dai comodi bombardamenti ai più pericolosi scontri di terra, hanno fatto forse più ridere anche degli italiani nel film di Sordi. Gli Inglesi, che erano i meno peggio, si sono arresi in 138.000 a Singapore ai pochi contingenti nipponici del generale Yamashita nel febbraio del 1942 (“scandalo militare”, disse Churchill) e in 35.000 a Tobruk davanti a Rommel.
Nessun film ha raccontato l’ammutinamento di 3000 soldati britannici a Salerno, quando, seduti sulla sabbia, presero a sassate gli ufficiali che volevano convincerli a rientrare nei ranghi. Gli Americani poi, al netto dei films in cui uccidono venti tedeschi ognuno, hanno fatto figuracce su ogni fronte. In Italia, ad esempio, hanno impiegato due anni a risalire la penisola (nonostante un rapporto numerico di tre a uno) e hanno sfondato la linea Gotica quando ormai i Tedeschi si stavano arrendendo in Patria. Nelle Ardenne sono stati messi in difficoltà da ragazzini più piccoli dei loro mitra. Persino in Garfagnana, nell’inverno del 1944, hanno indietreggiato di fronte ad un contrattacco veramente misero di tedeschi di leva e volontari della RSI (ed hanno dato la colpa ai soldati di colore!). Se non ci fosse stata l’Armata Rossa la guerra in Europa non si sarebbe mai conclusa.
Se dovessimo valutare in base ai risultati nelle guerre mondiali, dovremmo concludere che il miglior sistema di governo è lo stalinismo!

che nel 1989 ha fatto crollare anche l'impero sovietico

Sei sicuro che il comunismo sia caduto con il Muro e non si sia semplicemente trasferito da est ad ovest sotto forma culturale?
Lavoro femminile imposto (che ha dimezzato la remunerazione di quello maschile) de facto. Mezzi di informazione (almeno quelli mainstream) a senso unico (con Trump si resero ridicoli, trattandolo a priori come un buffone, pronosticando non arrivasse nemmeno alle primarie e raccontando una vittoria di Hilary fino ad un minuto prima del responso inverso! Con la politica estera è una continua propaganda occidentalista simmetrica a quella che prima del 1989 si aveva in europa orientale pro blocco sovietico!). Condanna alla morte civile di qualunque oppositore (se entri in contrasto con una “categoria protetta”, dalle donne e gli immigrati, puoi essere la persona più corretta e competente del mondo ma perdi il lavoro o ti devi scusare come ai tempi della rivolta di Praga). Imposizione di quote ovunque come nei paesi comunisti. Impoverimento generale. Sfera economica posta sopra quella spirituale, anzi, posta sopra tutto (persino sopra il sapere, con buona pace dei vecchi sostenitori della cultura di sinistra e dell’immaginazione al potere). Polizia di pensiero (forse un giorno arriveranno su internet). Accuse di “fascismo” potenzialmente rivolgibili a chiunque per screditarlo. Quantità che domina sulla qualità in ogni ambito della vita civile, dai social (numero di followers per stabilire il “valore sociale” di una persona, vedi i discorsi di @Arietback) all’accademia (numero di pubblicazioni e citazioni per valutare il “merito” individuale, senza nemmeno entrare nel “merito” scientifico di quanto davvero svolto dal ricercatore), passando per la cinematografia (tanti film scarsi solo per vendere) e la produzione di beni come di cibi (quanti sono davvero “di qualità”?).
Non ti ricorda tutto questo le ultime pagine di “Rivolta contro il mondo moderno” in cui si descrive l’americanismo come altra faccia del comunismo?
Strumia ha parlato di marxismo culturale per criticare la “cultura” femminista che usa la retorica della donna oppressa (speculare a quella del proletario oppresso) e il dogma dell’uguaglianza per discriminare gli uomini nella scienza e nella vita. Forse ha più ragione di quanto non pensi.

la stessa fine stanno facendo i fondamentalisti islamici

Sicuro?
Io vedo che non solo i sostenitori del sistema attuale se la fanno sotto appena un alito di vento risuoni anche solo da lontano di “nazionalismo”, di “socialismo”, di “fascismo” (devono aver preso davvero tanta paura Churchill e nipotini in quell’estate del ’40 quando furono salvati dai piloti polacchi…), ma prendono pure sul serio poche migliaia di nihilisti moderni che hanno trovato la loro ragione di vita nella loro origine araba, nel corano e nel Kalashnikov e si sono autoprocamati “stato islamico” (in maniera appena un po’ più credibile di quella con cui quei veneti si proclamarono “serenissimi”). Davvero puoi essere così sicuro che un fondamentalismo serio (intendo con uno stato serio alle spalle, come l’Iran, e con appoggi internazionali seri, come Russia e Cina) sarebbe spazzato via in breve?
E da che cosa? Dagli stuntmen che ad Hollywood prestano le proprie azioni ai divi progressisti che salvano il mondo? Vorrei vedere la scena di questi begli eserciti occidentali progressisti, con le loro brave quote rosa, quote LGBT, quote minoranze etniche, fronteggiare in massa un esercito di uomini non minati da un’educazione femminil-femminista o un popolo in armi davvero convinto di combattere per la propria libertà.
Dai che ho voglia di ridere. Questi bei maschioni femministi o gayfriendly, educati alla pace e a scodinzolare per il regime politicamente corretto, mandati a morire per le “donne al potere” e i “valori arcobaleno”.
Ma hai visto la faccia del ministro della difesa russo? Comparala con quella delle ministre occidentali. Dai, non puoi dire sul serio. O pensi davvero che tutto si possa sempre risolvere telecomandando un drone o spingendo un pulsante in una valigetta?

niente male per un occidente liberale descritto come debole

Intende dire che il sistema neoliberista indebolisce i popoli (anzi, li distrugge proprio, minandone la coesione sociale, azzerandone la natalità, e annacquandone l’identità in ogni senso spirituale ed etnico), non che è debole il sistema.
Il sistema è la malattia. I popoli sono l’organismo. Più il primo è forte, più il secondo è malato.
Anche volendo sorvolare sul confronto fra la Svezia liberale e libertina ma ordinata di trent’anni fa e la fogna sociale e femminista di oggi, fra l’Italia degli anni ’80 in cui il massimo dello scontro sociale erano gli insulti fra la gang di Jerri Calà e i “terruncielli” di Abbatantuono e il Bronx italiano di oggi in ogni periferia, ti sembrano le nazioni europee di oggi nazioni solide dal punto di vista non solo economico, ma sociale, etnico, linguistico ecc.? Anche se forse a te non interessa di avere fra altri trent’anni un popolo che non parlerà più la “tosca favella”, c’è sempre l’argomento Europeo.
Prima che l’Europa sposasse la causa del liberalismo senza freni (quando cioè il modello liberale era solo uno dei due poli fra cui scegliere, permanendo all’opposto quello “conservatore”) era al centro del mondo, con la sua cultura e le sue colonie. Oggi siamo noi i colonizzati, culturalmente, economicamente e militarmente. Non basta?

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@Beyazid_II ottimo post, è un piacere leggere cose così argomentate.

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