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004 - FKK NO LIMITS TOUR - DAY 1 - PARKSAUNA WILDENRATH

Dopo un’oretta di riposo in albergo, che ho sfruttato per scrivere il resoconto della mia prima avventura, mi dirigo nuovamente verso il Parksauna di Wildenrath. Ormai la strada ed il luogo mi sono familiari, arrivo in circa quindici minuti e posteggio sul davanti del locale. Mi insospettisco vedendo solo tre macchine. Stai a vedere che è ancora chiuso ? Sono quasi le sei del pomeriggio, non è possibile, visto che mi avevano detto che il locale apriva all’una. Non mi perdo d’animo, supero il gabbioto (che, come altri hanno fatto notare, è quasi sempre presente in questa zona delle germania – io perlomeno l’ho notato sia al Yin Yang che al Parksuna) e suono. Nessuna risposta. Porca miseria ….. ma che succede ? Aspetto un minuto e finalmente mi apre una ragazza mora, vestita da amazzone: stivali, cinturone nero di pelle che stringe una sorta di tunica bianca. La ragazza fortunatamente parla inglese, ma è di poche parole. “Did you stau here”, dice, in un inglese sgrammaticato ? No, è la prima volta. Bene, sono cinquanta euro. Pago e scompare sborbottando qualcosa che ha a che fare con le chiavi. Attendo un minuto circa e la vedo arrivare con le chiavi dell’armadietto. Nessuna spiegazione. “Thank you”, mi arrangio da solo. Immediatamente dopo la reception, al piano terra, sulla sinistra, ci sono gli spogliatoi. Mi cambio e proseguo. Dopo gli spogliatoi le doccie e i bagni. Qui arriva il primo problema. A differenza del Palace, ma devo dire anche del YinYang, dove gli asciugamani erano in abbondanza e a completa disposizione degli ospiti, qui non se ne vede traccia. Vorrei farmi una doccia, ma se mi asciugo con l’accappatoio poi sono costretto a tenermi l’umido addosso. Opto per una via di mezzo: una boccettina veloce alle parti intime e un’asciugatina con il lembo dell’accappatio. Supero le docce e i bagni. Sulla sinistra una scala, sulla destra una sauna, il bar con due stanze adiacenti con dei divanetti ed un plasma che trasmette filmini porno. Il locale è praticamente vuoto. Al bancone c’è la ragazza che mi ha aperto, un cliente ed una ragazza inguardabile, nient’altro. Capisco che la ragazza che mi ha aperto fa la padrona di casa, gestisce il bar e apre la porta quando qualche cliente bussa. Mi offre da bere e mi dice che ci sono altri locali al piano di sopra con altre ragazze. Meno male, penso, altrimenti qui è un mortorio. In realtà presto mi accorgo che di vero mortorio si tratta. Le finiture del locale, anche in questo caso, sono medie. Salgo le scale sulla sinistra. Al primo piano una zona massaggio, la sala buffet, un piccolo cinema, altre docce e un altro bagno.

Rispetto al Yin Yang i locali sono molto ristretti, tutto è più ridotto, non vorrei dire claustrofobico, ma comunque immaginatevi stanze del 20-30 mq e non stanzone da 80-100 mq. Al piano terra c’è un’uscita su un piccolo giardinetto sul retro, con una piccola piscina, un banconer bar ed uno chalet. Il tutto tuttora non agibile. Faccio un giro per il buffet, e noto sicuramente un miglioramento rispetto al Yin Yang. Non si tratta certo del buffet del Palace, ma comunque qui non ci sono solo pane e affettati. Anzi questi non ci sono proprio. Trovo stuzzichini, pomodoro e mozzarella, patate condide, spaghetti con una salsa al ragu, pollo in umido, frutta, fettine di pizza. Niente di esaltante, comunque niente male. Rifletto tuttavia che l’ora è diversa rispetto al Yin Yang. Probabilmente in questi club il pranzo viene offerto dalle 11 alle 15 circa, mentre la cena dalle 18 in poi. Non è detto che i buffet dei singoli club offrano le stesse pietanze per pranzo o cena, non è quindi del tutto corretto paragonare il buffet del pranzo di un club con quello della cena di un altro club. Si affaccia una ragazza vestita, magra, bionda e carina. Si chiama Sara, è lei che prepara il buffet. Non lavora, penso, con i clienti. Peccato. Conosce l’italiano ed è simpatica. Ridiscendo per analizzare la situazione ragazze. Il cliente di prima è scomparso, ora sono da solo. Ci sono solo due ragazze sedute sul divanetto. Sono in bikini, come da copione, trattandosi di un sauna club e non di un fkk. Non sono un gran che, diciamo un sei scarso. Qui le ragazze non possono abbordare i clienti, ma utilizzano comunque altri stratagemmi. Ti sorridono a distanza, insomma ti fanno capire di avvicinarti. Se poi gli passi vicino è fatta, ti guardano e se le incroci con gli occhi ti salutano e ti invitano a sederti. Mi è capitato con una delle due ragazze, LINA. “Do you speak english” ? Manco per il cavolo ! Ma sei italiano ? Allora parliamo italiano. Lei dice di essere bulgara, è stata in italia e capisce l’italiano, anche se lo parla a singhiozzi. Questo è quello che passa il convento, penso. Veramente una miseria. D’altra parte ormai sono entrato e non posso di certo buttare via 50 euro senza provare le specialità della casa. Così mi faccio abbindolare dalla pseudo bulgara e ci muoviamo al primo piano in una delle stanze. Una cosa strana che non sono riuscito a capire: prima di salire si annotano il numero del tuo armadietto. “Si paga tutto dopo ?” chiedo. Manco per il cavolo, si paga direttamente alla ragazza. E allora perché si annotano il mio numero di armadietto ?

Boh …. Valli a capire questi tedeschi. Se qualcuno lo scopre me lo faccia sapere. Entro in camera con Lina e contratto mezz’ora per 50 euro. Scoprirò poi che il menu prevede anche 15/20 minuti per 25 euro con lavoro di bocca coperto, opzione questa che però le ragazze non citano praticamente quasi mai. Un ora per 75 euro. Lina è anzianotta, avrà più di 30 anni, non bacia, ma si rilassa e si concede ad un daty prolungato. Anche questa volta sfodero le mie armi, aiutandomi con indice e medio, ed in 15 minuti circa le offro un attimo di piacere. Tocca a lei. Il lavoro di bocca è scoperto, ma non da maestra. Si aiuta troppo con le mani, la presa con le labbra è appena accennata e non profonda. Mi stufo presto e gli chiedo di passare alle danze. E’ la mia quinta ragazza della giornata, e vi ho già fatto presente che senza aiutini l’unica posizione che mi garantisce una buona tenuta è quella con lei sopra. Evito quindi fantasiosi campi di posizione, per evitare clamorosi fallimenti, e mantengo la posizione fino all’esplosione. Una mezz’oretta tutto sommato gradevole, che tuttavia non può definirsi in nessun senso GFE. Durante le chiacchere finali scopro che Lina di bulgaro non ha proprio nulla. Sua madre e suo padre sono turchi, lei è però nata in bulgaria. Effettivamente aveno notato in lei qualche lineamento non proprio dell’est europeo. Ago il cinquantino, saluto, mi doccio e questa volta mi fiondo al buffet. Mangio con gusto, ma metto in guardia chi dovesse arrivare al locale troppo tardi: non sono previsti rabbocchi, finite le pietanze si rimane a digiuno ! Scendo e trovo lo stesso mortorio di prima, anche peggio. Nessun cliente, la ragazza inguardabile di prima. Riacchiappo Lina e gli chiedo cosa succede, se è sempre così. Lei lavora al ParkSauna da una settimana, e non sa rispondermi. Pare però che non ci sia un grosso via vai. Mi dice che qualche presenza in più si registra il venerdi e il sabato sera, oltre che la domenica mattina. Per il resto, durante i giorni feriali, c’è pochissima gente, e di conseguenza pochissime ragazze. Dai racconti si internet non mi era sembrata una situazione così desolata, forse le cose sono peggiorate negli ultimi mesi. E’ vero che sono andato in un giorno feriale, ma è pur vero che mi sono trattenuto dalle 6 del pomeriggio fino alle 11 di sera e ho visto un solo cliente e mai più di tre ragazze di cui nessuna sopra il sei. Per farla breve mi adagio sui divanetti in attesa di qualcuno … ma passano le mezz’ore e non si vede anima viva.

Lina mi chiede di fare il bis, ma non ci penso nemmeno, allora mi vuole indirizzare verso l’amica, che però proprio non si può guardare. Chiaccherando gli offro 5 euro per giocare alle macchinette, e allora lei mi confida un mezzo segreto. Mi dice che sia la barista che Sara, la ragazza che prepara il buffet, lavorano anche in camera con i clienti. Che notizia, penso. Ve la offro su un piatto d’argento, voi che state leggendo queste righe. Farsi la barista è sempre stato nel mio immaginario, e in quello – penso – di molti di voi. Se andate fateci una pensata, e sondate …. La cosa si può fare. Mi raccomando, poi raccontate la vostra esperienza. Io personalmente non ho approfondito il tema, visto che la barista, pur se carina, non era il mio tipo, e poi mi sembrava un po’ ghiacciatina. Per quanto riguarda Sara …. Un mezzo pensiero ce l’ho fatto, ma non è capitata l’occasione, visto che scompariva per lunghi periodi di tempo. Alla fine Lina mi fa conoscere una sua amica, MELISSA, anche lei turca emigrata in bulgaria. Parla italiano, almeno un po’. Un sei scarso, scura, bassina, 1,60 circa. Andiamo in camera e opto per la mezz’ora canonica. Anche lei non bacia, ma anche lei mi condede il daty. Non riesco a fare Bingo, provo ad aiutarmi con l’indice ma non mi autorizza l’ingresso. E allora desisto. Mi concedo alle sue attenzioni che consistono in un lavoretto di bozza ben fatto, umido e profondo al punto giusto. Incappucciameno e unica posizione come ormai da copione. Un’altra mezz’oretta piacevole, ma non un vero GFE, insomma assolutamente non memorabile. Che dire, in conclusione. Il locale non è grande ed è praticamente deserto. Forse per questo le ragazze non hanno fretta, anche se non ho trovato bellezza né esperienze GFE. Devo però fare una riflessione rispetto al Palace di Francoforte: qui una mezz’ora tranquilla, magari anche qualche minuto in più, viene a costare 50 euro. Al Palace le ragazze chiedono ormai quasi tutte 100 per stare in camera rilassati senza accelerare le cose per chiudere in 15 minuti. Peccato perché in locali come questi, più piccoli e riservati, se solo il numero e la qualità delle ragaze fosse superiore, ci sarebbe da divertirsi. Spero ovviamente in quello che potrà accadere nei prossimi giorni. Saluto, esco dal locale verso le 11 e in poco tempo sono di nuovo in camera.

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