Andiamo

ciaoatutti

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ArcatonBlumedico

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Canserbero
Gold
09/05/2018 | 22:22

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@PolishFucker Va che le tipe su tinder a Bali non sono free,pensavo lo sapessi

Jettato78
Newbie
06/05/2018 | 22:49

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A Milano?? Cristo Santo, mate, a Milano pure il tarallo del cesso della stazione non ti caga di un peto se non sei Tomaso (rigorosamente con una 'm', altrimenti non fa aristocazzo...) Trussardi. A Londra e New York, al cui cospetto Milano e le sue velleità fanno la figura di un pollaio, una chiavatella senza dover esibire il 740 ci esce, tra tutti quei disgraziati che le affastellano, ma a Milano pure la 'giargiana' di Quarto Oggiaro s'atteggia a Lady D.

habanero1996
Newbie
05/11/2017 | 21:26

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FlautoMatico - ti comporti come l*unico espero di cuba. Tutti sanno, che non sei mai stato a cuba e ogni giorno ci dai dei strani consigli. Tu sei veramente un esperto "che conosce 1.000 posizioni erotiche e nessuna chica!!"

Chamaco
Newbie 36-50
16/03/2017 | 20:06

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@forzanat Ho solo espresso un mio pensiero y ya......Ripeto se si va per mesi a Cuba possono essere convenienti sti voli, se si va per 15 giorni di cui 2 e passa devo passarli tra aereoporti e volo non penso convengano, poi ognuno fa come vuole e con i suoi soldi......

dragon
Newbie
15/12/2016 | 15:36

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ragazzi , anche io sono tornato il 02 dicembre ed avevo affittato una bella casa particular indipendente di fronte la scalinata della Alma Mater della Univirsità di Havana. orbene , non è una questione di essere taccagno o spendaccione, di aver un badget ristretto o un portafoglio ad organetto ... è una questione di "buon senso" e del posto dove ti trovi . se uno vuole spendere 300 euro al giorno a l'Havana ....è libero di farlo , sono soldi suoi, pero se si permette pure di dire che ..... quelli che dicono che con molto meno (100 euro) raccontano palle .... bhè , allora se la va a cercare !! bene diciamocela tutta ; nel mondo esistono i "fagiani" (cioè i polli selvatici) che si fanno spennare e sentenziano sugli altri , magari gente che frequenta e con gusto, Cuba da 25 anni . uno che riesce a spendere 300 euro al giorno a Havana è un pollo ... da allevamento !!! senza se o senza ma !!! mi domando , ma se questo tizio spende 300 euro al giorno a Havana se va a divertirsi a Londra o a New York .... si deve portare dietro qualche lingotto di oro zecchino !!! ... il bello è che , non solo si fa spennare come un pollo ma, non rendendosene conto e credendosi furbo .... offende pure i mangiatori di noccioline (come li definisce lui) che hanno l'ardire che si divertono .... spendendo meno !!!! mi limito a queste sole considerazioni per non essere volgare e per non incorrere nelle sanzioni del ns Amministratore . pero .... quando ce vò , cè vo' ....

iltuco
Silver
19/02/2018 | 15:32

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Salve,sono tornato da poco dalla Thailandia...volevo dare un consiglio a chi vuol fare un viaggio da queste parti per la prima volta...posto bellissimo e pieno di attrattive, sia per cose da vedere di giorno,tipo monumenti che la sera per la vita notturna....posto ideale anche per chi viene da solo....un consiglio che posso dare e che non mi sembra di averlo letto nelle precedenti discussioni , è quello di portarsi i soldi in contanti per TUTTA la vacanza....se prelevate dal bancomat le banche prendono una commissione fissa di 220 bath e con cambio non ottimale....lo stesso se pagate con carte di credito,cambio non buono...la soluzione migliore è quella di portarsi denaro in contante e cambiarlo negli excange sparsi ovunque con cambio ottimale e senza spese....tanto vista la tranquillità del paese è molto improbabile che vi rubino i soldi o vi facciano una rapina..
Buona vacanza a tutti...

tega86
Silver 26-35
10/02/2015 | 20:43

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@chorizo vero!!concordo su tutto!o quasi. . Infatti io non paragonerei minimamente i "portenos"ai napoletani. . Non ho mai visto gente schiamazzare o ad andare senza casco in motorino,in piu si pongono sempre in maniera calorosa,ma comunque educata e rispettosa. . E non invasiva.

Per il resto confermo che hanno una passione nel godersi la vita che non ha eguali.

la frase che piu ho sentito dire è "no pasa nada" che vuol dire tipo" fa niente" :-D .

basta vedere cosa combinano col peso argentino,dove ogni 10 anni dichiarano bancarotta e chissenefrega!!!! E noi che stiamo dietro a quella culona crucca. . Ahahahah

io.tu.e.le.rose
Gold
MILANO |  36-50
18/11/2017 | 09:22

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se vai in giornata (senza pernottamento)... appena scendi dal motoscafo, un mezzo militare ti dà da pagare una tassa di 200 bath... penso perché sia terreno demaniale o cmq tutelato

proprio come fa la guardia costiera con i barconi dei clandestini!

viva l'ordine ed il rispetto delle leggi thai... dovremmo un pò imparare da loro..

immaginate un barcone di negri che sbarca in beach road... dopo 10 minuti sono tutti al gabbio in soi9

Braveheart68
Silver
03/10/2016 | 14:03

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@flauto. Scusa la durezza ma certi commenti non devi farli neanche PER SCHERZO. Non sai chi c'è

dall'altra parte e come possa reagire soprattutto se si tratta di una persona in difficoltà.

Non penso tu voglia avere una tragedia sulla coscenza quindi certi commenti risparmiamoceli. @Pastix. Fin che c'è vita c'è speranza. Lascia la disperazione per le situazioni davvero gravi. Queste sono solo cavolate da bar. Diamo alle cose il GIUSTO PESO.

Braveheart68
Silver
27/08/2017 | 21:14

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Eh , no mon cher ami'...su ste cose non si scherza. Qui non c'entrano gli incapienti qui c'entra UNO STATO DI MERDA CHE NON SA FARE RISPETTARE LE LEGGI..Uno stato che protegge delinquenti di ogni risma nostrani e di importazione, che difende chi occupa le case e colpevolizza la polizia che cerca di applicare le stesse leggi votate da sti bastardi. Io vorrei che questi venissero presi e poi estradati in Polonia e li giudicati. Non qui dove sarebbero fuori in tre giorni, ma li dove a furia di MAZZATE ti fanno passare la voglia solo di pensare a delinquere. Paese da operetta, questo siamo.

IlMarchese
Silver
18/11/2016 | 16:46

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Decido di partire per il Vietnam e la Cambogia. M’informo sui vari forum a livello gnocche come siamo messi. Non mi faccio troppe illusioni riguardo alla gnocca in Vietnam. Leggo che le donne vietnamite tra le gambe non hanno la figa, ma la falce e il martello. Che se ti beccano con una troia mandorlata, finisci al gabbio fino al giorno in cui canterai ‘o bella ciao’ con un perfetto accento Quốc ngữ, e nel buco del culo ti entra senza sforzo un lanciarazzi M72 LAW calibro 66mm. Mi rifarò in Cambogia, mi dico. Arriverò talmente arrapato da chiavarmi tante donne Khmer che mi chiameranno il Pol Pot della figa.
Il viaggio è deciso all’ultimo momento mi aggrego a un mio amico.

Ci facciamo ‘sto Vietnam partendo da Hanoi. Ci stiamo una notte sola. Fortunatamente perché a Hanoi o vai di seghe o sono cazzi tuoi. Parto per Halong Bay, notte in barca con giro a zonzo per Halong. Sulla barca conosco una turista Hong Kong in astinenza di cazzi. Ci scambiamo i contatti. Lei vuole visitare l’Italia, io la sua figa. Il destino girerà in modo diverso.
Arrivo a Hué. L’hanno chiamata così perché a livello di trombata è un pianto.
uèèèèè

Hué, anche lì per schizzare devi fare tutto da te.
È già 3 giorni che non chiavo. La stuzzicazzi di Hong Kong continuia a messaggiarmi e peggiora le cose.

Arrivo nella magnifica Hoi Han. A Hoi Han finalmente si comincia a sentire odore di Puttan.
Hoi Han è la Venezia dell’Indocina. Venezia è la figa dell’Europa. Hoi Han è la figa dell’Indocina.
Non è vero, ma questo sillogismo del cazzo ci stava bene.
Saluto il mio amico che prosegue il viaggio per conto suo e mi ritrovo da solo l’ultima sera a Hoi Han. Sono lì in preda allo sconforto che mia arriva un messaggio da Suen la ragazza di Hong Kong che in viaggio in solitaria si trova appunto a Hoi Han l’ultima sera prima di ripartire. Ci diamo appuntamento per cenare insieme. Ho 2 ore di tempo. Nell’attesa decido di provare un massaggio vietnamita tanto per rilassarmi. Il pessimismo cosmico mi attanaglia. So che il massaggio sarà solo un massaggio e che con la cantonese prenderò una cantonata. Nella zona del mercato ci sono diverse messaggerie.
Ne trovo uno in una via laterale, cioè la mamasan trova me che cammino tra le bancarelle e addocchia la preda. È tutta una caccia al porco. Mamasan mi trascina a vedere la bottega, mentre sono ancora lì che sto sgranocchiando una cavalletta fritta. In questa massaggeria il lavoro è tutto svolto da Hu, una ragazza minuta e abilissima nell'antica arte del massaggio vietnamita, chiamato anche massaggio celeste. A quell’ora sono l'unico cliente e Hu fa tutto con calma. Mi fa annusare oli cinesi, contorce il mio corpo in tutte le angolazioni della geometria trigonometrica. Prova anche qualche mossa di massaggio thai perché le dico che sono stato in Tailandia. Mentre mi accartoccia come una stagnola dice che non è tanto esperta, infatti la sciatica mi tormenta anche adesso che sto a sbattere sulla tastiera. Mi trovo Hu che mi zampetta sulla schiena come un macaco a mandorla. È single dice. Si è appena lasciata, e sorride. La ragazzina (sempre maggiorenne, previa verifica della Id e telefonata di verifica in questura e a casa dei parenti) è dolce , di una grazia mista a timidezza che solo le asiatiche possiedono, e anche qualche trans brasiliano. Hu dice che per un extra mi fa una bella sega celeste, ma lo dice da timida. Al momento di rivoltarmi supino, il drago si dispiega in volute pazzesche. Hu butta sul drago l’asciugamano come volesse spegnere un incendio. Ma non parte subito di falegnameria. Ci arriva a poco a poco. Lentamente con gesti studiati come un’arte del tè del cazzo continua a massaggiarmi le cosce, poi la sua manina di fata seghina sparisce sotto l'asciugamano. Una sensazione di fresco sulla cappella per via del mentolo o che cazzo ne so dell’olio cinese. Inizia a percorrere con la mano tutta l’asta del cazzo, su e giù, giù e sù e io mi perdo in quegli occhi sottili come un taglio di fica.
A rompere l’incantesimo arriva la mamasan. E porcaputtana se avevo una scarpa a portata di mano gliela tiravo su quella faccia rincagnita da bulldog cinese. Però parte un bel bestemmione. Dice che altri clienti stanno aspettando fuori. Hu inizia con una sega vietkong come se maneggiasse un mitragliatore Thompson. Al cambio di mano, le chiedo, visto che mi sembra stanca, di succhiare ma lei non vuole. Finalmente sborro un getto rovente, liquido e abbondante che quei musi gialli non vedevano da quando venivano innaffiati di napalm dallo zio Sam . Alla ragazzina lascio la macia. Peccato che ho poco tempo per lavoramela, il giorno dopo si parte per Na-trang. In ogni città dovresti starci almeno una settimana, il mio è un mordi e scopa. Mancano 20 minuti alle 20. Corro verso il ponte giapponese dove ho appuntamento con ‘Hong lo succhierei pure a king Kong’. Il cazzo ancora barzotto e viscido per via dell’unguento e sborra residua che sembra di averci un capitone marinato che mi scivola fuori dalle mutande.
Riconoscere una cantonese che hai visto una sola volta giorni fa, all’ingresso di un ponte giapponese a quell’ora dove ci saranno centinaia di coreani, vietnamiti e cinesi è facile come giocare a Shanghai col Parkinson.
Mi guardo intorno: panico. Tutte le ragazze mi sembrano uguali e probabilmente devo essere passato davanti a lei una decina di volte, quando alla fine mi sento toccare alla schiena. Mi giro e anche così non mi sembra la stessa ragazza che ho conosciuto a Halong, però mi fido. Non la deve aver presa bene.
Ceniamo in un ristorantino sul lungofiume, parliamo un 2 ore su argomenti che spaziano dal panteon delle divinità cinesi a come si fa una pizza alla margherita senza margherita e cristo sa di cos’altro, passeggiamo per Hoi Han che una delle città più romantiche dell’Asia, ma non siamo in un romanzo Harmony. La scopata è l’unico obiettivo, e l’obiettivo sembra allontanarsi sempre di più. Allora uso la tecnica alcool. Andiamo a bere qualcosa prima di salutarci, le chiedo.
È cantonese ma beve come una bavarese. Suen dorme in un ostello , io ho una camera doppia e mi si è liberato un letto perché il io amico è partito. Lei è mezza ubriaca. Prendiamo un taxi, Suen passa dall’ostello prendere un ricambio di mutande e spazzolino e partiamo per la mia guesthouse. Mi doccio subito perché c’ho l’uccello marinato dal massaggio e non vorrei fare brutta impressione. Suen si sta spogliando e rimane con la biancheria. Vedendola seduta sul letto dove fino a poche ore prima c’era seduto il mio amico, faccio questo confronto e penso che fisicamente era più arrapante lui. Ma di viso è meglio lei. Chiudo gli occhi le metto la lingua tra i denti. Poi scendo a leccargliela ma non si era fatta la doccia, sorvolo perché sembra di leccare un riso alla cantonese lasciato fuori dal frigo per un mese. Mi rimangono pure dei chicchi di riso tra i denti. Sorvolo sulle cosce e le mordicchio quei teneri capezzoli mentre sditalino frenetico la fighetta calda e umida come rivotare un dito dentro un involtino primavera. Non me lo succhia, nonostante spinga delicatamente quella testolina cantonese a sud dell’ombelico. Questo per me è un affronto. Non le piace a pecorina e capisco che non ci sposeremo mai. Mi sale sopra e si prende il mio cazzo in corpo con calma. La devo stantuffare veloce perché tra il goldone, il mentolo dell’unguento cinese che mi è rimasto sull’uccello e l’alcool bevuto, ho perso ogni sensibilità. Provo a sondarle il buco del culo ma da un o schiaffetto sulla mano e bestemmio, tanto lei non se la prende a male. La rivolto sul letto, le salgo sopra e la pompo come piace a me con il cazzo che lavora come pistone idraulico, le ficco la lingua in gola al ritmo del cazzo. Mentre sto per venire c’ho questo pensiero: sborrarle dentro o sulle tette. sborrarle in pancia o sulla faccia. Sborr…

Rimanete sintonizzati per la Parte 2 Na-Trang - Saigon

strutter
Gold
10/02/2017 | 22:33

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@Forus scusa ma mi è sfuggito un passaggio............ ma non eri scappato a gambe levate dal Vietnam ed eri andato in Costarica dove dicevi di trovarti bene? Come mai sei tornato allora a vivere in codesta valle di lacrime?

IlMarchese
Silver
20/02/2017 | 16:28

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Ogni puttanaio asiatico che si rispetti ha una strada dedicata ha il tratturo delle vacche che transumano tra i vari locali. Pattaya ha la walking street, qui a Siam Reap reap la chiamano Pub street. Praticamente cinquecento metri affollati di troie, turisti, bacilli e venditori di insetti fritti. Prima di inoltrarmi nella giungla d’asfalto della puttanastreet. Voglio togliermi la soddisfazione di fare una visita al ‘Mickey bar’. Che sta a circa un chilometro dal caos della pub street. Su internet il Mickey Bar è considerato la mecca della fica a Siam Reap. Sarà, ma quella sera dentro il locale c’è solo un vecchietto che sembra Gandalf che stufo d’incularsi Hobbit nella Terra di Mezzo è venuto fino in questo buco in cerca di qualche emozione esotica. E invece sta lì seduto su un trespolo, a fissare il culo secco di un paio di mignotte che fingono di divertirsi a giocare a biliardo.
Altro luogo di culto, si fa per dire, è il Temple Bar sulla pub street. Dove se ti gira bene a fine serata puoi rimorchiare qualche Australiana ubriaca raschiandola dal pavimento, dovendo affrontare la concorrenza degli altri maschi alpha. È invece una topaia anonima come l’X-Bar dove almeno in quei giorni, si concentra tutto il pelo locale. L’X-Bar, tre metri per tre diventa la riserva di caccia grossa. Entro nel locale e le fiche sono tutte schierata al bancone. Una di loro è così maledettamente Khmer che sembra di vedere una Devata. Le Devata sono la statue raffiguranti le ancelle sacre nude che ho ammirato il giorno stesso visitando i templi di Angkor.
Capelli tenuti a coda di cavallo arrivano a farle il solletico al culo. Occhi enormi, esageratamente allungati dalla coda di cavallo. Andate davanti allo specchio, tiratevi la faccia all’indietro, ecco cosa intendo. Si chiama Nary. Le ciglia finte sbattono come le ali di farfalla, labbra turgide come la cappella di un mandrillo. Iniziamo a ballare, ci annusiamo come gatti randagi in calore.
Le tette di Nary esplodono strizzate da un vestito rosso acceso. La prendo per i fianchi, scendo con la mano sul culo. Penso di avere toccato il culo a tutte le 1796 Devata dei templi di Angkor, sotto gli occhi imbarazzati dei turisti. Il culo di Nary ha la stessa consistenza.
Ho invocato le divinità Indù di farmi trovare un fottuto buco su una di quelle Devata. Perché con una Devata avrei voluto farci una chiavata. Shiva o Visnù o Kalì o chiccazzo tra gli dei Indù ha ascoltato le mie preghiere. Ora mi ritrovo qui tra le mie braccia una Devata in carne e ossa, pure mignotta. Quindi l’idea di tornare a i templi con martello e scalpello scavare un buco in una di quelle statue viene accantonata. Poi l’incantesimo si rompe e dobbiamo parlare di affari. Stipuliamo un contrato da 50 dollari tutta la notte. Per essere una Devata è anche economica. Via subito sul suo motorino direzione Tin Tin Guesthose, dove soggiorno. Sembriamo Gregory Peck e Audrey Hepburn che scorrazzano per Roma nel film ‘Vacanze Romane’. Ma in questo film siamo io e Nary e soprattutto non in vacanze Romane ma in vacanze puttane. A fare il turno di notte alla reception hanno piazzato un vigilantes in uniforme, che poi senza uniforme diventa il facchino che mi era venuto a prendere all’aeroporto, se lo vesti tutto di bianco è il cuoco che prepara la colazione, e con in testa la parrucca e una gonna assomiglia maledettamente alla cameriera che viene a rifare le camere al mattino. Il tipo è più acido di una gastrite, e lo credo provate voi a lavorare 20 ore al giorno assumendo sempre ruoli diversi. Gastrite controlla la Id card di Nary, foto, date, la mette in controluce, nemmeno dovesse accedere al Pentagono. Poi inizino a litigare dibbrutto. Chiedo a Nary che cazzo succede. Non si capisce bene il motivo, forse non apprezza la foto. Piegandosi in due, toccandosi la pancia, Nary dice che deve scappare al cesso. La Gastrite vivente allora se la prende ancora più comoda. Che cazzo di situazione. Me la sto facendo sotto anch’io per la paura che mi salti la montata, o che Nary si caghi addosso. All’improvviso Gastrite sorride. Evidentemente Nary, gli ha promesso un soffocone quando finisce con me. Gastrite mi sta consegnando le chiavi che Nary intercetta con una presa veloce come la lingua di un camaleonte. Col fuoco al culo la vedo sparire di sopra. Mi bevo una coca per rilassarmi.
Quando entro in camera, Nary è ancora al cesso. Aspetto. Dopo circa una quarantina minuti, esce. Peccato ci abbia messo così poco, perché mi perdo il finale della puntata 2345 della famosa soap opera Cambogiana Nisai Sneah Pi Jeat. Quando Nary esce dal cesso si ferma tra me e il televisore per farsi ammirare. Tutta nuda, la pelle color canna da zucchero ancora bagnata. I capelli avvolti da un asciugamano tipo turbante. Ora però mi auguro chiuda la porta del bagno perché la puzza che ne esce non è proprio di alohe vero. Ma invece no. Evidentemente è parte dell’atmosfera che vuole creare. Infatti Nary avrà altre sorprese in riserbo per me. Mi si avvicina, le prendo in mano il seno a soppesarlo, è morbido e caldo a forma di pera Khmer. La passera è depilata, ci passo la lingua sopra, una sosta sull’ombelico, le titillo il piercing, le faccio una striscia di saliva su fino ai capezzoli che mordicchio come un castoro affamato di tette. Nary fa Ahi, ma più un ahi tipo infilami anche un dito in culo.
Tra quei seni grossi ci affondo la faccia. Ci morirei, se non fosse che ho pagato in anticipo la guesthouse. Slinguiamo come trichechi, mentre Nary gioca con l’uccello e io le solletico da dentro la fica. Mi sdraio. Una cascata di capelli mi ricoprono la metà del corpo, gli scosto i capelli perché la voglio vedere quando lo prende in bocca, fa un bocchino bavoso che mi chiedo per tirare furi tutta questa saliva da quale pozzo attinga.
Si parte con una pecora come vuole la tradizione pastorizia. La scopo a sponda del letto. Sto e in piedi le infilo una grossa salsiccia italiana dentro quella passera Cambogiana stretta stretta, che poi devo controllare se invece non glielo messo dentro il buco del culo. E invece no.
Nary Geme, le avvolgo i capelli intorno alla mano. Forti colpi di reni, il ciaf ciaf del suo culo contro le mie cosce lo sentono per le stanze, per i corridoi e arriverà alle orecchie di Gastrite. Nary la metto svaccata sul letto. Glielo pianto nell’utero come se volessi inchiodarci quei quadretti di paesaggi alpestri con vacche alla monta. Mi dico, cazzo quanto sei bagna. C’hai una Bagna Càuda dentro la fica. Sfilo il pisello e penso a quando tiri fuori un hot dog da un panino ed è tutto rosso di ketchup. Accendo la luce, e cristoiddio il lenzuolo è la locandina di ‘profondo rosso’.
Ora capisco quando sentivo parlare a scuola di ‘Khmer rossi’ cosa intendevano, altro che Pol Pot. Mi guardo le mani imbrattate. Ho lasciato persino una manata di sangue sul muro. Controllo se Nary è ancora viva, il che mi pare impossibile. Cazzo, dico, hai avuto un aborto spontaneo? Mi sono scopato un feto? Ti ho spaccato il culo?
Nary è stupita più di me. Mi spiega che non si aspettava le sue cose arrivassero stasera, mi fa vedere anche le sue mutandine che sono pulite. Dice che scopare le ha anticipato il mestruo. Dice, che non mi devo preoccupare perché lei non ha nessuna malattia. Sì certo che la cosa mi rassicura detta da lei. Avevo letto su internet che da queste parti una delle scuse più comuni delle troie dopo averti scroccato bevute, è che dicono di averci le loro cose e che non possono chiavare. Ammesso che tu non sia un amante dello splatter.
Vado al cesso, oltretutto il goldone mi era mezzo sceso, l’uccello sembra la bandiera di qualche tricolore del cazzo: amaranto della cappella, rosa e rosso sull’asta del cazzo. La pancia è tutta rossa. La mattina dopo, la cameriera quando entra in camera e le chiedo se mi cambia il lenzuolo, il suo solito sorriso svanisce, passa dal preoccupato allo schifato quando realizza cos’è quella macchia rossa sul lenzuolo. Nary va in bagno a darsi una sciacquata. Chiede se voglio continuare. Le sparo la lingua in bocca in risposta. Questo odore forte da centro trasfusionale mi arrapa. Però le dico che forse è meglio se mi dà il culo. Sì però mi ricorda che ha avuto la diarrea poco prima.
La vita spesso ti mette di fronte ad un bivio.

La sera dopo me ne sto al mio quartier generale, l’X-Bar, ad osservare la fauna. Un paio di gnocche mi invitano al tavolino. Mi metto al loro tavolo e iniziamo a parlare. Poi una di loro se ne va e rimango solo con l’altra che noto è un ladyboy. Arrivano altre troie e nel giro di cinque minuti sono in una tavolata in mezzo a quattro ladyboy. Con la coda dell’occhio fuori del locale rivedo Nary, già all’acchiappo con un altro cliente, se ieri sera aveva solo i sintomi delle mestruazioni mi chiedo che succederà stasera con lui. Si vede che è la serata ladyboy perché di gnocca zero. Una scimmietta cambogiana con una passata da coniglietta in testa cammina vicino al tavolo mi lancia un’occhiata prima di entrare in bagno. Saluto cortesemente le signore del tavolo lista cazzo in culo. Mi apposto al bancone, per intercettare la coniglietta all’uscita del bagno. Appena si avvicina, le prendo la mano. Fa la sorpresa, la troia.
La coniglietta ha appena finito il turno di lavoro in un centro massaggi. Come altezza mi arriva giusto a leccarmi i capezzoli, minuta e giovane che le devo chiedere se mi fa vedere l’id. Maggiorenne per un pelo. Mi sento talmente in imbarazzo che decido di portarla subito alla guesthouse. Avessi avuto un sacco ce l’avrei infilata dentro. E invece mi tocca fare tutta la strada con lei. Insiste a volermi tenere la mano, magari qualcuno penserà che sto accompagnando mia figlia al una qualche festa in maschera. Gastrite appena varcato l’ingresso della Guesthouse solleva gli occhi dalla pagina di youporn sul pc e guarda prima me e poi la coniglietta e poi mi fissa minaccioso. Controlla l’Id della leprotta e mi auguro di no aver sbagliato sul conto degli anni.
Si chiama Dara o Darla a seconda del momento e sembra più una cinese nana che cambogiana, però ha un bel viso e questa troietta sembra disegnata con un pennello. La faccio spogliare tutta, quando si sta per togliere la passata dico no! Tira fuori dalla borsetta un olio e mi unge per bene. Inizia un massaggio su tutte le parti molli del corpo. Per ultime le parti dure. Il suo forte è la sega a due mani. Come farsi fare la sega da una scimmietta con delle cazzo di orecchie da coniglio. Lavora la cappella delicatamente e poi tutta l’asta del cazzo completa, con una l’altra mano mi massaggia le palle, accarezza il perineo, solletica il buco del culo. Io in tanti anni di pratica non saprei farmi una sega così ricca di angolazioni, cambi di tempo, velocità e pressioni diverse. Le faccio un video da usare come training.
Le spingo la testa in giù e glielo faccio succhiare, mi aspetto di vederglielo uscire dalle orecchie tanto lo ingolla, fino alla fine. Dopo la diarrea di Nary e il suo bagno di sangue ci manca che questa mi vomiti addosso e poi la cameriera mi denuncia. Dopo che si è tenuta un bel po’ il cazzo nell’esofago Dara scaracchia e sputa dentro un fazzolettino. Poi mi sale sull’uccello e se lo piazza bene dentro, gioca alla cavallina e le piace da matti. Le agguanto le chiappe, la lancio in alto e la faccio ricadere sul cazzo. È talmente leggera che prenderla in braccio e chiavarmela contro il muro, in piedi, non è mai stato tanto facile. Le sue gambe mi stringono i fianchi. Dopo un dieci minuti così, il menisco sta per cedere. La butto sul letto, mi diverto a vedere il mio cazzo gonfio di sborra che le affonda tra le labbra della fica. Prima di sborrarle dentro ho voglia di leccarla. Le propongo un bel 69. Voglio schizzarle in bocca, dico. Non fa una piega, altre 30 dollari, e mi si posiziona sulla faccia come se fosse la sella di una mountain bike. La fica è acre e saporita. La vedo che mi lavora l’uccello, con mani e bocca alternati. Mentre orgasmo fiotti caldi, lei muove delicatamente il bacino, mi struscia tutta la figa bagnata e pelosetta sulla faccia. Si tiene in bocca la cappella in punta e risucchia ogni goccia residua. Corre in bagno a sputare. Poi la scimmietta segaiola mi propone di rimanere tutta la notte per altre 50 dollari. Io le propongo di levarsi dalle palle a costo zero. Mi vado a vedere i selfie che ci siamo fatti, il video di lei che lavora l’uccello come un vaso di argilla al tornio. Lei con quella passata da Hello Kitty mignotta e il viso da scolaretta. Sembra che l’ho pescata al ballo delle scuola media.
Seleziona tutte le foto, poi premo il tasto elimina.

L’ultima sera a Siam Reap sempre all’X-Bar vedo questa tipa insieme un gruppo di ragazzi e ragazze cambogiani. Mi sorride, le sorrido.
Mi piacciono le ragazze che magari escono per una serata con gli amici, però quando capita il business no se lo lasciano sfuggire. Questa gnocca è una vera gatta siamese. Minuta, ha gli zigomi così pronunciati che sembra uscita da un incontro di box. Gli occhi sottili e truccati pesantemente e le ciglia finte. Balla, salta, e ogni tanto getta allo sguardo nella mia direzione. Prima che getti lo sguardo verso un’altra direzione, mi avvicino. Senza fare la parte dell’allupato, solo che mi metto a tiro. Anzi me lo tiro proprio. Aspetto che lei prenda l’iniziativa. Mi prende per mano e mi porta a ballare in mezzo al gruppo dei suoi amici. Io sono anche timido per cui, mi ci vuole un po’ prima, di metterle la mano sul culo e vederne la reazione. Tipo, mi ci vogliono 5 minuti. Al sesto la premo contro una colonna e le sparo la lingua in gola. Praticamente balliamo attaccati per la lingua come due lumache che scopano. Prendiamo fiato e andiamo al tavolo. Beviamo qualcosa, c’è anche una sua amica cicciona che siede con noi e per tutto il tempo mi punta, ma non si capisce se le faccio schifo, se mi scoperebbe o semplicemente sta osservando lo struscio in strada attraverso il mio corpo invisibile.
Prendo Lisa e le chiedo il prezzo per la monta. Spara alto: 80 short time. In genere per evitare incazzamenti il prezzo lo scrivo anche in numeri sul smartphone. Lisa parla un buon inglese, non sa leggere un cazzo. Fa vedere lo smartphone all’amica con scritto 50 Long Time e la sua amica sembra cadere dalle nuvole, continua a fissarmi apatica. Mi tocco anche sulla testa per vedere se magari mi ci si è posato un piccione cambogiano.
Lisa la vedo partire con il mio smartphone verso un gruppo di amiche sedute a un altro tavolo. Discutono sul prezzo, le danno consigli. La sua amica continua puntarmi.
Tengo d’occhio Lisa e immagino di vederla correre via da un momento all’altro con il mio smartphone.
Finalmente ritorna e dice che si 50 dollari vano bene, ma solo short time. Stanco di queste trattaive estenuanti accetto.
Prima di salire sullo scooter e accompagnarmi alla guesthouse, vuole fare uno spuntino.
Da noi ci faremmo una piadina con salsiccia, dei churros con nutella, una porchetta e birra. Lisa ordina 3 scorpioni fritti da asporto, e nel mentre spiluzzica cavallette e scarafaggi. Prende un verme e mi imbocca come se fossi il suo pulcino dell’amore. Io già la amo.
Arrivati in camera, Lisa, salta sul letto e fa zappig col telecomando. Tira fuori gli scorpioni per lo spuntino. Immaginandomi di baciare Lisa dopo che ha mangiato degli scorpioni non so se potrebbe essere più o meno terribile del sapore di cipolla.
Decido di mangiarli anch’io tanto per evitare sorprese.
Lisa mi dice che anzi, devo mangiarli. Poi mi fa il gesto dell’ombrello. Mi indica il cazzo.
Spezza la coda dello scorpione e me la mette in bocca. Evidentemente lo scorpione è come il Viagra da queste parti.
Sarà stato lo Scorpione o Lisa che era un gran troione ma quella sera ci facciamo un bello scopone.
Lisa è così minuta e delicata che quando me la trovo sotto e la pompo ho paura che mi vada in frantumi come se scopassi una bambola gonfiabile di cristallo. Gode, mugola che sembra l’audio di un porno asiatico. Dove il piacere per le fighe è sofferenza. Tiene sempre quegli occhi chiusi e li strizza quando le assesto dei colpi di reni più forti. La prendo per la gola, la stringo. Lei orgasma ancora di più. La schiaffeggio e lei mi artiglia la schiena. Se mi scopassi una gatta randagia sarebbe lo stesso. Ci troviamo ingarbugliati in posizioni che non saprei nemmeno descrivere, attorcigliati come cavi elettrici. Il mio cazzo viene piegato in angolazioni impossibili, pompa dentro quella figa famelica senza sosta. Non riesco nemmeno più a sborrare. In camera senza aria condizionata, con il ventilatore a palla, saranno 30 gradi. Prima che mi venga un infarto, rallento il ritmo e rimaniamo abbracciati, ci addormentiamo con il mio cazzo che si scioglie dentro la figa. Ci risvegliamo a non so quale ora del mattino. Vado a farmi una doccia. Quando rientro in camera vedo palloncini che che rimbalzano ovunque. Lisa ha gonfiato i preservativi, compreso quello che avevo usato e sembra di stare a una festa di compleanno del cazzo.
Rido, ma se mi ha finito tutti i goldoni in quel modo, per punizione la scopo con il telecomando.
Decide che rimane a dormire.
Questo è il bello delle semi pro è che non hanno regole rigide, e se gli piace l’uccello ti fanno anche gli straordinari non retribuiti.
La mattina al risveglio ci facciamo le coccole. Lisa inizia a trastullarmi l’uccello. Col cazzo che ancora mezzo barzotto se lo prende in bocca. Nella stanza c’è un caldo infernale, un odore di passera che sembra di stare nell’infermmo della figa. Mi riviene duro. Lisa inizio a scoparmela in bocca, in genere alla mattina ci si lava i denti così in cambogia. Lisa se lo trastulla sulle tette e poi lo struscia su tutto il corpo. Inizia a giocherellarci sulla figa, per farsela bagnare, sono lì mezzo assonnato e cotto dal caldo, quando sento il cazzo avvolto da un calore insolito. ‘Sta suina se l’era ficcato dentro senza preservativo, che se non mi casca il cazzo in Cambogia non mi casca più. Lo tiro subito fuori e le vorrei dare una testata. Mi infilo l’ultimo preservativo rimasto, e la pompo pigramente di fianco, tenendola per i capelli. Con la sborra accumulata dalla sera ci potrei riempire una tazza con i cereali. Poi io e Lisa scendiamo a fare colazione, scopro che alla Guesthouse è anche amica della barista, che deve essere mezza nera e mezza cambogiana. Ci baciamo un’ultima volta. Ci scambiamo i contatti, poi Lisa risale sullo scooter. Resto lì ad aspettare il minivan per Phnom Penh, dove mi aspettano altre chiavate. Intanto chiedo alla barista se i bomboloni caldi con la crema sono disponibili.

strutter
Gold
06/09/2016 | 13:50

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@EvvivaLaPassera questo è quello che si dice, ma bisogna sempre provare di persona e scendere sul campo a verificare. Comunque te sei stato in altri posti nelle filippine per avere un confronto o riscontro tra di essi e differenze tra le varie località? questo chiaramente a brevi linee non chiedo qui un poema ma solo descrizioni generali ;-)

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