Alla cortese attenzione di Babbo Natale
Arnoldstein 9601
Circolo Polare Austriaco
Caro Babbo Natale,
si sta avvicinando il momento più atteso e magico dell'anno, e come da tradizione ho pensato di indirizzarti una letterina con qualche desiderio.
Certo, va detto che mi sono comportato bene quest'anno, ma ciò non può certo esimermi dall'esserti d'aiuto anche ora: dato che in questo periodo sarai oberato di consegne da recapitare in tutto il mondo, ho pensato bene di farti un favore. Delle bambine di Arnoldstein me ne occupo io stavolta. Perciò, non farti problemi, ci penso io a loro. Take it easy Babbo!
Oggi difatti sono andato, per tuo conto, al Wellcum, in occasione dell'annunciata recita natalizia delle suddette, ed ho portato il mio pacco alle presenti. Il pacco, come ovvio che sia, è incartato nelle mutande rosse che debitamente ho scelto per tale avvenimento, ed è destinato esclusivamente alle bimbe che hanno fatto le brave. Ti dirò, con tutta onestà, che anch'io non sto nella pelle a vedere lo stupore nei loro occhi non appena vedranno la sorpresa contenuta. Ma andiamo con calma, lascia che ti racconti la storia nei dettagli...
Sono entrato in sala ad ora di pranzo. Un dono speciale spetterebbe in primis alle ragazzine del divanetto lato ristorante, le ho seguite personalmente quest'anno e ti posso assicurare che il loro comportamento è sempre stato ineccepibile. Ma a quest'ora non c'è ancora anima viva lì. E poi sarebbe troppo scontato incominciare la consegna con loro. È giusto dare le opportuni attenzioni anche alle altre fanciulle.
Quindi trascino il pesante sacco col pacco sul lato opposto, e mi apposto al bancone bar, a lato degli ingressi dei camerini.
Ovviamente chi vedo proprio nell'angolo opposto appena lasciato?? La discola CATARINA, che appena si accorge della mia presenza, si fa in gran fretta il giro dell'intero bancone e con aria allegra e baldanzosa tira dritto verso me per salutarmi. Mancava poco arrivasse saltellando. La tipa deve aver avuto qualche spifferata da qualcuno circa la mia missione umanitaria natalizia e, indagando con fare curioso, mi domanda cosa sto facendo, cercando nel frattempo di rovistare ovunque, arrivando persino a mettere le manine sul mio prezioso pacco.
Lo so, mi ero promesso di non iniziare proprio con una di loro, era scelta scontata e chiedo venia, ma vestita nel suo body rosso fuffoso e semitrasparente era impossibile non accontentare la sua morbosa curiosità, nonché quella mia. Dopotutto, che vuoi, son bambine, e vogliono sempre scartare il regalo prima del 25. Decidiamo quindi di andare ai piani alti, ma prima di procedere CATARINA farfuglia qualcosa del tipo "prendi la mia borsa ok?" e se ne va un attimo via, non so dove. Non avendo capito del tutto, io, mi guardo intorno, vedo una pochette sulla seggiola lì accanto, la metto sotto braccio e vado ad attenderla nei pressi della scalinata.
"Pss, pss, hey tu...". In quel momento FABIA, bambina ancora poco conosciuta da me, mi chiede di avvicinarmi un attimino alla punta del bancone dove staziona: lascia intendere che avesse qualcosa di assolutamente impellente ed importante da dirmi. Orcocane, proprio mo'? Mi avvicino ma, ahimè, le faccio notare che sono già impegnato, e che a momenti sarebbe ritornata CATARINA. Lei mi fissa il pacco, e mi fa notare che quello è il suo, perché quel regalo gliel'avevo promesso già il mese scorso. Cazzo, lo so, lo so...ragazze non incominciamo a farmi venire i sensi di colpa ora. Io sto solo cercando di dare una mano a Babbo Natale oggi.
Ricompare CATARINA, sguardo minaccioso alla contendente, e mi trascina via prendendomi con fermezza per il braccio. Fiuh, per un attimo ho avuto timore ne scaturisse un catfight di quelli mortali. Caro Babbo, ammetto che consegnare pacchi pensavo fosse cosa più semplice ed innocua...qua a momenti invece ci scappava il morto!
Vabbé, qualcosa ancora non quadra però, infatti in quell'istante mi accorgo che quasi tutte quante le bambine in sala mi stanno fissando. Vuoi vedere che anche queste vogliono ricevere il pacco da me? In che razza di situazione mi sto cacciando? Basta che vedono un dannato regalo e tutte che ne reclamano uno per loro? E che diamine, aspettate ancora dieci giorni e sarà Natale anche per voi!
Dunque, prima ancora di salire i primi gradini porgo a CATARINA la borsetta che ho preso in precedenza, quella che custodivo con cura sotto l'ascella. Lei sbigottita mi dice che non è la sua.
Viene fuori che lei aveva detto che stava andando a prendere la sua borsa, non che dovessi prenderla io! Oh gesù bambino, stavo per rubare una borsetta di qualcun'altra...Ecco spiegato perché tutte mi fissano con tanta circospezione. Mi volto lentamente in slow motion, guardo diritto nelle palle degli occhi le testimoni, ed alzo le mani in segno di resa: la rapina finisce qui e si restituisce il maltolto. Sorry!
Finalmente arriviamo in camera. CATARINA, spogliandosi dai mille suppellettili natalizi che ornano a festa il suo corpo, mi racconta che questo è il suo primo impegno di lavoro dopo lunghe giornate libere, all'insegna dell'ozio e del sonno, che deliberatamente si è presa nei giorni passati. Lei ha un carattere molto particolare, che sto imparando lentamente a conoscere: è una persona pigra ed iperattiva allo stesso momento. Il mio consiglio con lei è di non farsi troppe domande sul suo conto. Piuttosto assecondate la sua follia e non ve ne pentirete ovunque essa vi porterà.
Quindi, come dev'essere, ci diamo giù a letto come due adolescenti in preda agli ormoni. Senonché poi finiremo il nostro tempo a farci i massaggi alla schiena a vicenda, a turno, come una coppia di pensionati qualsiasi. Apparte gli scherzi, è stato piacevolissimo come sempre passare del tempo con lei. Una conferma. Con lei si va sul sicuro. Eppoi meriterebbe il regalo solo per quanto è b(u)ona. Anzi, Babbo, è il caso di essere più esplicito ancora: è proprio bona!
Ritornato al piano basso, preso dai sensi di colpa e dai rimorsi vado a sincerarmi che la bambina rimasta a terra, priva di doni, non sia scoppiata in lacrime dal momento della mia assenza.
In verità, appena mi ripresento in sala, è proprio lei a circuirmi senza sosta. Ci sarebbero quasi i presupposti per una denuncia di stalking, se non fosse che io sono affetto dalla sindrome di Stoccolma, e c'è quel qualcosa in lei che mi attira dannatamente. FABIA mi piace. Eccome. Il suo sguardo sbarazzino è irresistibile. Eppure qualcuno pare non sia stato del tutto soddisfatto del suo comportamento quest'anno, e io, nel mio ruolo di assistente di Babbo Natale, ho il dovere morale di fare il regalo solo a chi si comporta bene. Mi avvicino nuovamente a lei per confutare del tutto quei sospetti. Le domando solo come siam messi quanto a french kiss. Risposta affermativa accordata. Per me basta questo. Le do la mia parola che al prossimo turno spetta a lei scartare il pacco. Tanto, che vuoi, è ormai da un mese che ci mangiamo con gli occhi, devo togliermi il dubbio...
Sosta rigeneratrice in zona wellness. Faccio il pascià ed usufruisco di tutto: docce, jacuzzi, sauna e per finire piccolo letargo sui lettini.
Dormire però risulta sempre un po' difficoltoso lì. Vuoi per il profumo di feromoni che aleggia nell'aria, ma vuoi anche i decibel delle casse audio che non aiutano di certo a rilassarsi del tutto. Sommaci a ciò il costante ritmo reggaeton ed è assicurato che il mio cervello va in pappa.
Staccato la spina per un po', ed allentato quanto basta le tensioni muscolari, ritorno attivo. Non posso certo lamentarmi, i miei colleghi tra gli scaffali di Amazon certamente non possono vantare trattamenti e comodità simili. Torno pertanto a riconsegnare il mio pacco alla destinataria.
Ritrovo FABIA sempre lì al suo posto, ed è giunto il momento di verificare di persona la sua condotta. Il suo sguardo traboccante di gioia è tutto un programma quando mi rivede. Mi devo fidare delle sue parole, a parole siam tutti bravi a dire a Babbo Natale di esser buoni. Mi domanda se avessi particolari richieste. Le dico che ha piena libertà d'azione. Non contratto nulla, né tempi né pratiche. Rischio tutto: qua, o parte il missile o i fuochi d'artificio.
Saliamo la rampa di scale e rimaniamo in attesa, lì sul divanetto del disimpegno, affinché una camera dotata di stereo si liberasse (...la signorina desiderava la musica). Io intanto incomincio a frugarle dentro la borsetta, divertendomi a tirarle fuori ogni genere di amenità. Dopo essere stato rimproverato per la mia compulsiva curiosità, è tempo di accomodarsi in stanza. Entriamo.
Caro Babbo Natale, ti è mai capitato di accordare uno strumento musicale? Chesso, forse ti sarà capitato quando cerchi di mettere in risonanza i campanacci delle renne? Ad ogni modo, la stessa cosa a volte può capitare con gli esseri umani. Quando due persone, un uomo e una donna, sono allineate sulla stessa lunghezza d'onda possono generare energie che riverberano con lo stesso identico suono e si tende pertanto alla ricerca della perfezione.
La camera sarebbe da incorniciare. Forse è il caso persino di pensare di installare una targhetta commemorativa sulla parete accanto l'ingresso "Qui Cane Randagio e Fabia giacquero e fecero l'Amore, addì 15 dicembre 2018. Ai posteri l'impegno di tramandarne l'eterna memoria".
Non scherzo mica: pomiciate profonde e continue, lingue che arrivavano ovunque, profanazione degli apparati uditivi, sguardi d'intesa, fellatio divisa in tre lunghi atti, grovigli di arti, petting a manetta e sorrisi compiaciuti. Il tutto compiuto con estrema eleganza. Il reverse cowgirl è stato fenomenale poi, ha dato il meglio di sé. Non so, forse sarà stato un caso del giorno, ma trovare tale intesa la prima volta con una ragazza mai mi era capitato in precedenza. Nulla di vagamente macchinoso come usualmente capita di sperimentare con altre ragazze. Come le ho ammesso al termine è stato veramente bello. Ed ha avuto ragione lei, è brava davvero. Mi rivela che non le piacciono i tizi che le danno ordini e che, con me, aveva capito subito da come ci siamo relazionati che poteva trovarsi bene. Ah, quando dici la fortuna del bravo ragazzo! (cit.episodio n.3). Non l'avrei mai pensato solo un'ora prima, ma forse è la migliore esperienza al Wellcum fatta finora. Forse superiore rispetto anche a quelle più blasonate. Incredibile davvero.
Eh sì caro Babbo Natale, devi sapere che FABIA è rimasta onestissima anche in zona cassettine, dove ci siamo scambiati gli auguri di buon Natale e ci siamo accordati per una prossima volta. Per conto mio, promossa a pieni voti, si è comportata bene la bimba.
Prendo fiato. Vado a cenare. Da lì in poi incomincia per me la parte meno interessante della giornata.
Ad una certa ora infatti le ragazze scompaiono letteralmente dalla vista, prendendo furtivamente la via dei camerini. Poco dopo il deejay richiama l'attenzione della folla: deve essere il momento clou della serata. La musica parte a tutto volume con All I Want for Christmas is You ed ecco quindi che dalla scalinata scendono sfilando in coppia le babbo nataline. Un tripudio di tacchi, minigonne rosse e pon pon bianchi. I festeggiamenti si tramutano in torcida inesausta non appena la musica aumenta di intensità e ritmo. Alcune in preda al delirio del momento si svestono lasciando ballonzolare sul dancefloor una notevole mole di culi e tette. Danze a perdifiato.
Fin qui tutto bene, ci sta.
Nel mentre, dal cerchio creatosi attorno a loro, i maschietti assistevano allo spettacolo.
Accanto a me, alla mia sinistra, un palestrato con la pelata in testa, se ne sta a torso nudo con l'accappatoio legato alla vita. La cintura forse gli è leggermente stretta, in quanto le vene sul suo collo sono ad un passo da collassare in trombosi. Ma sprezzante del pericolo sanitario in corso, tronfio della sua bellezza, lui cercava disperatamente di accaparrarsi un posto in prima fila tra il pubblico, aprendosi un varco con la forza sontuosa dei bicipiti, in maniera tale da permettergli di sentirsi parte integrante delle danze intraprese dalle ragazze.
Caro Babbo Natale, a questo energumeno, per quest'anno penso sia il caso di smettere di continuare a regalargli cialis e steroidi come fossero caramelle. Poi fai come vuoi tu. Io ti ho avvertito.
Alla mia destra invece prende posto un uomo di mezza età. Probabilmente un fiero e buon padre di famiglia, che, mentre a braccie conserte si gode lo show, non disdegna di fare bella mostra sul dito della sua fede nuziale. Io mah, ma anche sto tipo boh.
Amabilmente se ne sta a fissare sorridente la patonza rumena al vento. La bava che deliziosamente pendeva dalle sue labbra, poco dopo si sarebbe trasformata in altro, non appena una babbo natalina accennando una mossa di twerking gli ha completamente ostruito, oltre il canale esofageo, tutte le vie respiratorie facendolo capitolare a terra, stramazzante, con la bocca rigurgitante di schiuma, ed in preda alle convulsioni. Caro Babbo Natale, chette devo di'? Regala pure una semplice confezione di kleenex alla felice consorte, ma almeno non scordarti un pacchetto di 10 incontri gratuiti per la terapia dei figliuoli di suddetto signore. Ne avranno bisogno, il terapeuta avrà molto da operarsi per giustificare le assenze del padre.
Ed io? Bah. In questo momento mi sento come Gesù Cristo tra i due ladroni. Indietreggio un attimo allontanandomi dal baccano assordante. A differenza degli altri la mia attenzione non è volta ai festeggiamenti, cerco di guardare fuori, oltre le finestre. Non si intravede nulla nella notte fonda. Nessuna luce, nessuna ombra. Eppure alcuni pensieri nella mia mente si fanno vividi. Vengono da molto lontano. Un passato ormai andato. Meglio non pensarci troppo comunque.
Cambio registro. Mi balena un'idea pazza: CATARINA e DARIA insieme. No dai, sto delirando. Sto vaneggiando proprio, sarebbe un'esagerazione adesso.
È ora di andare, lo sento. Mi rivesto e son già fuori nel buio e alla guida tra le gelide strade. Già, l'inverno è un po' assassino quando scende il sole. E la nebbia non ti risparmia nemmeno quando ti inghiotte nell'automobile.
Caro Babbo Natale, a me non serve niente quest'anno. Ma quanto freddo qui fuori. E quanto freddo al cuore. Forse basterebbe giusto una coperta dai. Sì, giusto per passare indenne questo inverno...
Ovviamente non so dirti con certezza se Roxana sia una vera chica, riporto solo quanto riferitomi. Certo è che hablas español per quanto ho potuto constatare...com'è anche vero che continuerei a dormire sonni tranquilli anche nel caso si rivelasse di un'altra nazionalità 😁
Per quanto riguarda "Colei che non ha bisogno di essere nominata invano", perdonami, ma preferisco lasciare il dubbio ai lettori... 😂😉
@toky77@TITANO avete ragione il nome della ragazza cubana è Ginevra. Chiedo venia.
Titano, per quanto riguarda la "palude" di coca-cola, avevo fatto poi segno al bar prima di salire in camera. Al mio ritorno, quando son sceso, avevano già provveduto a pulire la zona. Anche da questi particolari si capisce che non possiamo proprio lamentarci come fruitori, poiché al Wellcum la pulizia di tutti gli ambienti è la regola! {attenzione: messaggio utente contenente informazioni a carattere pubblicitario a scopo di lucro o di sconto entrata}
È super carina...la moretta bulgara, ma tanto carina quanto stronzetta, questa estate ho avuto la sfortuna di prenderla due volte...non è una che ama farsela leccare particolarmente e tende a farti finire abbastanza velocemente....
Ma non voglio influenzarti ..io sono dell idea che se una ti attizza tanto la provo...ma consapevole del rischio di missilaggio...
@TITANO grazie. Non saprei dirti. Onestamente è possibile che abbia sbagliato il nome, data la mole di ragazze con cui mi sono intrattenuto. Ma di "minuto" c'era ben poco, se non me stesso...credimi che con il ghetto booty che si ritrovava mi avrebbe ucciso. Si professava cubana, boh...
[Oh, baby baby...] cantava una adolescente Britney vent'anni fa. Non che fossi un suo incallito fan ma, dovete sapere, il mio fratellone maggiore in cameretta teneva dentro l'armadio, affissati con lo scotch sulle ante interne, i poster con le donnine ignude. Tra una procace Pamela Anderson e una Valeria Marini d'annata, aveva appiccicato anche un ritratto della popstar americana, e io, tredici anni e quattro peli sopra il labbro, la contemplavo sognante immortalata in quel bikini di lana: aveva tutto l'aspetto della ragazzina della porta accanto, e io bramavo ardentemente al desiderio di averne una così anche nel mio condominio di casa, affinché potesse diventare la mia possibile fidanzatina.
Rimase nient'altro che una sciocca velleità prepuberale, e difatti poi, per anni, dovetti accontentarmi della vecchia gattara scassacassi vicina di casa. Ma veniamo a noi, torniamo al presente, oggi toccata e fuga al Wellcum...
Eh già. Lo so, lo so. Sono ripetitivo e mi faccio sempre abbindolare dalla monotonia della routine. Non avrei dovuto e invece oops... I did it again! Eppure giuro che non l'ho mica fatto di proposito, passavo di lì per caso, figuriamoci se proprio io avessi la benché minima intenzione di trovarmi al posto giusto nel momento giusto. Naaah!
È che, piuttosto, ho trovato casualmente posto libero su quel maledetto divanetto accanto alla sala ristorante. Dopotutto è sempre vuoto (e, aggiungo, ci sarà pur un motivo, ndr) quindi furtivamente mi ci son spaparanzato sopra. Non l'avessi mai fatto!
Faccio per sedermici e diamine, nel mentre, mi rovescio addosso e a terra un buon mezzo litro di coca-cola. No, no, non è nervosismo, è solo sbadataggine eh, eh, eh!
Rapido sguardo intorno per verificare che nessuno abbia notato lo scempio: facendo lo gnorri, evito la pozza appiccicosa allargatasi a macchia d'olio ovunque, e mi siedo poco più in là, sulla seduta miracolata dall'esondazione, in attesa della Sua apparizione. Mi metto canticchiare.
[Oh baby, baby how was I supposed to know
Oh pretty baby, I shouldn't have let you go]
Passa una manciata di minuti, e con la coda dell'occhio eccola che La vedo arrivare. Uo oh ohh! Hype a manetta e cuore in gola! Abbasso immediatamente lo sguardo e, finto spaesato, incomincio ad osservare con interesse le fughe delle piastrelle del pavimento in sala. Notevoli, fateci caso.
La combinazione, se di coincidenza si possa parlare, vuole che Lei prenda posto proprio difronte a me e, dopo aver osservato sconcertata il disastro alluvionale che ha trasformato la zona circostante in una palude di coca-cola, gira immediatamente lo sguardo verso di me che, allegramente, tenevo ancora in mano il bicchiere ormai vuoto. Insomma, sgamato all'istante!
"Noi due ci conosciamo" proclama Colei che non ha bisogno di essere nominata invano. "Dici a me? Ah sì, sì, certo..." rispondo con improbabile distacco. Beh, ormai non posso che costituirmi, ammettere il mio patetico piano e comunicarLe le mie generalità. Dopo un rapido scambio di convenevoli e saluti, mi invita a sedermi accanto a Lei per una chiacchierata. Ubbidisco al comando e mi fiondo incollandomi al suo esile corpicino.
Tuttavia, proprio in quel momento sento librarsi nell'aria un fetore tipo di crauti, e quatto quatto entra in scena un terzo incomodo: un fustacchione austriaco, alto 3 metri, con i capelli biondo piscio, accenna anche lui per avvicinarsi alla (mia) ragazza proveniente da Marte. Anvedi sto crucco gran fio de 'na mignotta...ahò, vedi de smammà eh, che te faccio assaggià 'na pizza di quelle che ti ritrovi i denti a Caporetto, brutto zozzone che non sei altro! Il ragazzotto, dopotutto anima pia, capisce al volo che non ci sono krapfen che tengano e si dà alla ritirata. Ebbene sì, a distanza di un secolo esatto dal novembre 1918 possiamo fregiarsi di aver conquistato, oltre Trento e Trieste, pure Bucarest e Marte...e gli austro-ungarici? Muti!!
Dove ero rimasto? Ah sì, stavamo parlando di Colei che non ha bisogno di essere nominata invano: si accende una di quelle lunghe sigarette slim da donna e, con postura signorile, incomincia a far riaffiorare ricordi che prendon forma dalle nuvole di fumo che escono dai suoi polmoni. Mi meraviglio come, nonostante siano passati già alcuni mesi dal giorno del nostro unico incontro, mi ricorda con dovizia di dettagli la successione delle nostre due camere estive, come se già non fossero scolpite indelebili nella mia memoria.
E nel mentre mi accarezza delicatamente la mano: su quelle sue dita gracili ed affusolate, fa sfoggio della sua impeccabile french manicure color rosa sbrilluccicante...più che nails art, qua ci vuole il porto d'armi tanto quelle unghie sono affilate: lame talmente taglienti che la tensione è palpabile quando esse mi sfiorano la pelle.
Lei continua a raccontarmi delle sue ultime vicissitudini, e io nel frattempo contemplo in assoluto atto di adorazione la visione dinanzi a me: i suoi profondi occhi cerulei, le labbra carnose, i lunghi capelli color scarlatto, la pochette rosa antico che fa pendant con il completino di lingerie in pizzo roseo confetto. E poi quell'amabile reggipetto a balconcino, che fa da sostegno strutturale a quelle zinne che già da sole sfidano la forza di gravità, perfette cupole a tutto sesto, che in mente mi fanno esclamare "...alla faccia del bicarbonato di sodio!"
E Lei continua a sfiorarmi la mano e, abbozzando un sorriso, mi fa notare che ho la faccia di un bambino. Boh, vabbè, datemi un bicchiere di acqua fresca...ve ne prego, che tra poco il bimbo sviene. Ormai del tutto consumata, la Sua sigaretta si esaurisce e con essa il chiacchiericcio: come già avvenuto nelle volte scorse, con Colei che non ha bisogno di essere nominata invano non c'è alcuna necessità di contrattazione precamerale. Carta bianca. Ella conclude il discorso con il semplice "Sei pronto?". Oh beh, per me il ritornello può attaccare [...hit me baby one more time!]
Inutile raccontare il finale, farò la stessa sorte di quella sigaretta.
Mi darà fuoco e mi consumerà lentamente, fino a farmi diventare nient'altro che fumo e cenere.
Raccattando da terra la polvere di ciò che rimaneva delle mie povere spoglie, mi ricompongo di sostanza in un pranzo a pomeriggio inoltrato al ristorante.
Messo nel piatto due chili abbondanti di spinaci, ne mangio in gran quantità e, conscio che l'assimilazione delle proteine sta facendo subito effetto, aspetto di vedere crescere a dismisura i miei bicipiti. Rimango per un po' lì, in attesa di trasformarmi in Braccio di ferro.
Sono seduto sui tavolini alti, quelli accostati al muro. Lì è presente una lunga finestra a nastro che affaccia sulla sala centrale, e tale accorgimento risulta essere una riuscita soluzione architettonica: da questo avamposto si ha ampia visuale della fauna, e praticare il birdwatching da lì è una meraviglia. Tra un boccone e l'altro, si possono ammirare le passerotte svolazzare di qua e di là.
Una di queste, tale FABIA, dalla sala si accorge della mia attività vojeuristica, e darà alle scene ad una delle più simpatiche circostanze che mi riserverà la giornata: non so se avete mai avuto modo di vedere una sfilata di Victoria's Secret, quelle nelle quali le modelle non si limitano a sfilare normalmente, ma ammiccano sorridenti, fanno l'occhialino al pubblico e si cimentano persino in pirouette nella loro aitante camminata.
Beh, ecco, FABIA è riuscita a fare tutto ciò nel percorso dalla sala al ristorante, ed una volta entrata, non mollandomi mai con lo sguardo, mi ha augurato "buon appetito" seguito da una strana smorfia di euforia sul suo volto. Insomma, per un momento, è asciuta pazz' 'a uagliona! Se avessi potuto applaudire alla scena l'avrei fatto. Lei è giovane e davvero graziosa, una mora con l'occhietto vispo. Poco dopo ci siamo scambiati due parole con la promessa di rivederci da lì a poco, ma ahimè, purtroppo non ce ne sarà occasione di rincontrare questa bulgaretta. Peccato davvero.
Ritornato dentro in sala, incomincio a gironzolare senza sosta con in mano il mio fedele bicchiere di coca-cola. Ma non ce la faccio, è più forte di me, oggi ce l'ho in testa....
[...Show me how you want it to be,
Tell me baby 'cause I need to know now, oh because...]
L'ho già detto, sono ripetitivo e noioso. Amo la routine. E questo si rivelerà essere una criticità che inasprirà la serata: pare che proprio il bicchiere di coca-cola, mio inossidabile compagno di sventura, ormai stia profondamente sulle palle a tutti, addetti alle pulizie e soprattutto alle ragazze.
Oggi, che mi son persino munito di cannuccia, le ho mandate tutte in bestia e, nello scazzo del tardo pomeriggio, questa cagata pazzesca di ciucciare semplicemente la mia bibita, mi farà attirare l'attenzione e le ire di quasi la totalità delle presenti.
Dapprima una mi ferma e mi dice di smetterla di mangiucchiare la punta della cannuccia sostenendo che potrei farmi del male. "E chi sei? La mia mammina?" rispondo mimando una faccia da marmocchio. Un'altra insiste per poter provare a succhiare lei. Faccio finta di non intendere. Una terza, con in mano una salutare cicca, mi dice di smettere di bere coca-cola perché corrode lo stomaco. Seee, vabbè, grazie a' o cazz! Una quarta ancora, mi fa di smettere con i sorsetti ed intima di finire al più presto il mio soft drink. Ma io ci prendo gusto ad innervosirle, e quando passo davanti a loro incomincio a soffiare dentro la cannuccia facendo ribollire le bollicine nel bicchiere, e mi diverto a fissarle dritte negli occhi.
Serve poco per farle svagare: mentre tutti gli orsi si impegnano a darsi un tono da macho man agli occhi delle donzelle, basta un idiota in sala, con la cannuccia in bocca, per destare l'ilarità generale.
L'espediente funziona alla grande, ormai gli sghignazzi e le urla divertite si elevano a gran voce dai banchi dove sostano, e le minacce di morte mi giungono chiare da ogni dove. Ciò mi permette di fare conoscenza con molte di loro, prima che l'agguato di una guastafeste possa sfilarmi la cannuccia stretta tra i denti, per poi gettarla a terra:
ADANÈ, sostanziosa cubana con i capelli a mo' di Jimi Hendrix, mi invita ad assaggiare il cioccolato fondente. Leggermente intimorito dalla stazza, declino con garbo, poiché non è il caso di diventare il suo voodo child, infatti son sicuro che questa a letto mi spupazzerebbe talmente forte, che poi dovrebbero recuperarmi con il cucchiaino finita la camera.
GIULIANA, simpatica e sempre cortese ragazza, punta tutto sul suo punto forte, e con ammirevole dedizione continua ripetutamente a farmi gli occhi languidi sbattendo a più non posso quelle sue lunghe ciglia. Sento persino il refolo di vento arrivarmi dritto in faccia. Anche qui però niet.
ROXANA, chica spagnola, è conciata come una scolaretta delle elementari con le due lunghe code di cavallo a lato del viso, quasi a sottolineare la sua giovane età. Bella davvero, anche fisicamente. Solo che ha un approccio molto (fin troppo) caliente e anche qui preferisco passare.
MAYA, la cugggina di Myriam, è una biondina che mi incuriosisce non poco, carina, inaspettatamente cordiale con una buona conversazione, ma data la nomea di quel divanetto...temporeggio ancora.
C'è anche la girl from Leeds, West Yorkshire, ADA (faccio ammenda se il nome non è corretto in quanto I don't remember so well). She is a real blonde, a little bit shy, and pallidina come la cioccolata Galak. Con eleganza e regalità del tutto british, marca netta la sua differenza con le rumenine. Anche il suo social time risulta elegant and refined. Approved.
Tuttavia alla fine cedo su quella che più mi ha ispirato fiducia, ovvero BELLA. Ventisettenne anni, rumena, gentili lineamenti del viso e generoso seno naturale. Pare italiana talmente bene parla in lingua. Sarà l'unica persona durante le interviste a non alludere a riferimenti sessuali e, nel marasma generale, questa è cosa rara che devo assolutamente premiare. Ci appartiamo quindi per conoscerci meglio.
È una tipa molto intelligente, una donna matura di testa, parla con attenzione ed è molto interessata a capire chi ha davanti. In camera non mette alcuna fretta, anzi parte con un breve monologo che me la fa apprezzare ancora di più. Poi con perfetto tempismo e sincronia. parte con i baci, prima sulla bocca, poi sul collo, sui pettorali, per finire lì sotto, scegliendo la più corta tra le mie gambe. Anche i giochi seguenti cresceranno con costante intensità, fintanto che io, con desiderio tipico del lattante, potrò soffocare con totale appagamento nella beata abbondanza di quelle tette. Con piacere posso confermare che la camera è stata all'altezza delle aspettative e, seppur ne son uscito stanchissimo come rare volte capita, ringrazio BELLA per il sudore profuso. Un vero bagno. Io, che mi ritrovo grondante d'acqua dalla fronte agli alluci, mi tuffo nella doccia e, per stasera, dichiaro il mio ritiro dalle scene appendendo il pisellino al chiodo. Anche perché proprio non ce la fo' più.
Visibilmente sciupato, deperito e disidratato a gattoni vado recuperare liquidi e solidi al ristorante per una cena prima del mio rientro.
[...My loneliness is killing me ,and I,
I must confess I still believe (still believe)...]
In quel momento noto che prende posto in un tavolino Colei che non ha bisogno di essere nominata invano. Se ne sta appartata sola soletta, e allora approfitto chiedendoLe se posso fare merenda accanto a Lei. Gentilissima come sempre, mi fa cenno di accomodarmi. Una geisha questa ragazza. Lei, che pesa quanto una piuma, si schiaffa davanti a me una doppia porzione di tiramisù. che ad occhio e croce peserà uguale alla sua massa corporea, e mi racconta dei suoi progetti futuri e del probabile giorno di pensionamento. Fallo subito, ascolta a me!
Poco dopo si uniscono al banchetto una certa TARA, e alla fine pure CATARINA, che avrà modo di raccontarmi la circostanza di come si è procurata un livido sotto l'occhio, opportunamente mascherato dalla cipria. Nulla di serio o preoccupante, anzi tutt'altro, ma sta ragazza è troppo assurda per non generare simpatia. Catarina potrebbe fare il baffo persino a Courtney Love...troppo fuori! Le manca solo di tatuarsi in fronte il simbolo dell'anarchia. Dice di essersi innamorata di me dopo l'ultima camera del mese scorso – seeee ci credo proprio - e cerca di trattenermi per la serata. Memore delle peripezie coniugali subite da Kurt Cobain, e della disgraziata fine che gli ha riservato la sorte, preferisco però continuare a vivere ancora un paio d'annetti. Possibilmente in santa pace. Possibilmente celibe.
Ci alziamo dal tavolo: è tempo per me di farmi serio, ed anche di smettere di canticchiarmi in testa Britney Spears. Colei che non ha bisogno di essere nominata invano sa già che devo andare via, e mi segue sempre con lo sguardo, come se fosse in apprensione di perdere il momento del nostro saluto. Perciò mi dirigo dritto verso di Lei per congedarmi. Sta diventando sempre più difficile salutare questa persona. Una paio di baci sulle guance, e prima che arrivi il suo definitivo addio, stringiamo il patto che questo sia solo un arrivederci per un'altra volta...un'altra volta ancora, baby...
Dato che sono stato citato da @TITANO, dico la mia, e posso solo confermare quanto già detto da lui e dagli altri utenti che hanno speso parole positive sullo stato attuale del Wellcum.
La mia impressione ovviamente si limita a questi ultimi mesi, non avendo esperienza diretta per fare un paragone con gli anni passati, ma mi sembra ingeneroso nei confronti dell'attuale gestione affermare addirittura che sia un posto dove non si può proprio entrare.
Non conosco personalmente il signor Cristiano ma ho avuto modo di incrociarlo un paio di occasioni in reception, persona cordiale e alla mano, nonchè l'ho visto piu volte nel ristorante ad intrattenersi con i clienti per tastare gli umori e consigli. Insomma...la Direzione c'è e il locale secondo me viaggia a gonfie vele attualmente,
Per quanto riguarda il discorso ragazze, che è sempre soggettivo, vi invito a leggere con attenzione la considerazione fatta qui sopra da @ermes3: non sono automi, fanno, comunque la si veda, un lavoro psicologicamente difficile da gestire...
Ebbene, ricordiamocelo, facciamo le critiche quando servono, ma portiamo anche rispetto per la generalità delle persone che lavora lì dentro. Facciamo uno sforzo e mettiamoci anche nei panni degli altri, perchè ci scommetterei tutto quello che volete che questi leoni da tastiera, se fossero donne, con un mestiere del genere andrebbero completamente fuori di testa e probabilmente non durerebbero più di un giorno a lavorare lì dentro...
@ermes3 grazie, sempre molto gentile! Se c'eri anche tu, direi che quasi sicuramente ci saremo incrociati...peccato non conoscerci, avremmo potuto scambiarci qualche impressione sulle ragazze.
Com'è andata a te la giornata invece?
La mia navicella spaziale era di un colore blu cobalto metallizzato. La carrozzeria esterna era tempestata da una miriade di lucine colorate che si accendevano ad intermittenza. Un orgasmo cromatico che si univa a festa con la musica assordante del luna park. Ricordo ancora vividamente il suono stridulo del clacson quando premevo con veemenza quel bottoncino rosso che stava sul cruscotto, appena accanto al volante. Un volante che peraltro, nonostante il mio fantasticare, girava sempre a vuoto, non facendomi mai distaccare dall'ossequioso moto di rotazione circolare che la navicella intraprendeva sulla giostra. Eppure, la sensazione di euforia che derivava dall'esser sopra a quel sedile era pari, per intensità, solo a quella di disperazione quando una volta suonata la campanella veniva segnalata la fine del tuo giro. Oh, i pianti e i singhiozzi...avevo pressappoco 5 o 6 anni, e mio padre che, portandomi con i piedi a terra, mi ricordava inflessibile che si trattava solo di un giro di giostra per l'appunto. Nulla di più...
Ragazzi, io vi avverto sin da ora: non leggete questa recensione se vi aspettate la classica recensione. Pertanto portate pazienza e scordatevi valutazioni alle ragazze col numeretto da 1 a 10, niente fantacalcio, e niente lunedì della gazzetta. Si parlerà persino in maniera marginale di sesso, figuriamoci se stilerò liste di sigle o classifiche. E mi rivolgo in particolare a coloro che vivono nelle bolle di sapone...guardatevi bene dall'andare oltre nella lettura, credetemi, affinché i vostri "giri di giostra" possano continuare sereni e spensierati come lo son sempre stati. Io vi ho avvisato eh! Orsacchiotti mezzi salvati...
Oggi il discorso per una volta cercherà pian pianino di farsi serio, in quanto per me, giunto alla terza puntata, è ora di tirare una mia prima somma complessiva da questa esperienza.
Per gli impavidi che hanno deciso di continuare con la lettura: comprate pure il sacchetto di popcorn, munitevi di gettone alla cassa, e scegliete la vostra navicella. Si parte. DRIIIIIIIIIIN!
Dio che fastidio! Non ci sarà nulla da fare, quel maledetto filo di mal di testa con cui mi sveglierò al mattino mi perseguiterà per tutta la giornata. Mancanza di adeguato riposo ahimè. La notte non è stata affatto rigeneratrice.
Comunque, l'insperato tepore di questo sole d'ottobre mi convince ad approfittare della bella giornata e, messo in conto che questo è l'unico weekend libero del mese nel calendario, lo riservo a quello che sta diventando il mio estemporaneo parco dei divertimenti...che Wellcum sia!
L'arrivo ai cancelli è tatticamente organizzato molto presto. Giunto poco dopo mezzogiorno, l'intenzione è quella di evitare il bagno di folla e le file per le attrazioni, cosicché possa scegliere con estrema calma le mie giostre preferite.
Appena messo piede in sala, il primo senso che si attiva è l'olfatto. Data l'ora, ancora poche sono le ragazze presenti, eppure i primi profumi che veleggiano nell'aria, note di vaniglia miste a bergamotto, mi rimembrano come se non lo sapessi dove sono. E giusto per non farci mancare nulla, tempo cinque secondi ed anche all'udito giunge un benvenuto con l'inconsueto e del tutto inaspettato "ammmore dove vai?". Mi giro, e dinanzi a me vedo una spilungona mora, su trampoli da circo e babydoll nero, che mi fissa dall'alto al basso. Carina, per carità. Eppure fa un po' di soggezione vista da qui sotto, livello pavimento, e dato che appena entrato preferirei prendermi un po' di tempo, le rispondo rammaricato "eh...si è fatto tardi, sto tornando a casa". La tipa non coglie il sarcasmo della mia risposta, la prende sul personale e mi congeda con un soave "ma vai a farti una sega!". Okkkk grazie mille! Annoto il consiglio: mi sa che La Sega è il nome di qualche nuova attrazione appena inaugurata che ancora non ho avuto modo di provare. Magari più tardi provo a cercarla...insomma si parte alla grande!
Nel frattempo però mi dirigo al ristorante per pranzare: compongo il mio piatto e prendo posto ai tavoli fuori in giardino. Mi metto al sole nella speranza invana che il mio mal di testa passi presto insieme alla fiaccaggine che mi porto appresso.
Finita la mia seconda portata, una notevole frittura di patate su letto di crema al ketchup, sbadigliando rientro dentro e con compostezza mi stravacco sul primo divanetto vuoto.
Con gli occhi appannati dal sonno postpranzo cerco di darmi uno sguardo intorno. Direi che il livello delle ragazze sia piuttosto alto, ma nonostante questo, declino garbatamente le prime proposte. Attendo pigramente qualcuna che sappia farmi uscire dal mio stato di intorpidimento psicofisico. Sbadiglio.
L'attesa non è vana, ed ecco che dal fondo del locale, direttamente dalla Casa degli Orrori, sbuca una gatta dalla penombra: appare CATARINA nella sua aitante ed agile camminata. Top e mutandine viola mi fanno provare un tale brivido di paura che fulminante sarà il coccolone. Io, probabilmente dotato di poteri da rabdomante, sento già che sta venendo da me. E cosi è. Più si avvicina e più sento il flusso sanguigno rigonfiare le mie vene e rimpolpare i muscoli.
Arrivata a mezzo metro dalle mie gambe, mi si siede sopra voluttuosamente senza particolari cerimoniali o gesti di invito. Ma a lei tutto è concesso, e di ciò ne è perfettamente consapevole. La saluto "Buongiorno Catarina, ti ricordi di me?". Dopo un primo sguardo perso nel vuoto dell'Alzheimer, le riaffiora la memoria "sei il ragazzo dei baci?!....oh, sei stato tanto un bravo ragazzo quella volta...". Non so se in questi luoghi l'appellativo bravo ragazzo sia da considerare una medaglia al merito, ma io appendo i gradi al petto, e lo prendo come un complimento. Ricordava bene il mio estenuante discorso del mese scorso per ottenere il french kiss, e questa volta, senza che proferissi parola a riguardo, mi propone "se saliamo in camera possiamo anche baciarci...". Beh, il mio primo gettone spetta a lei in quanto il divertimento è assicurato alla Casa degli Orrori, ma le faccio notare che dovrà darsi parecchio da fare in quanto oggi sono stanco come un cadavere. Mi risponde che anche lei è una mummia poiché ha dormito poco e soffre ancora della sbornia della sera prima. Ci facciamo forza a vicenda allora: ci arrampichiamo sulle ripide scale della Casa, entriamo nella nostra alcova e serriamo la finestra per nasconderci dai raggi del sole. Ci distendiamo accovacciati ed abbracciati: per quella mezz'oretta ci schiacciamo un bel pisolino.
Parto subito col sonnecchiare. La fase di addormentamento è caratterizzata dal rilassamento dei muscoli e dal rallentamento del battito cardiaco. Nelle prime immagini oniriche che mi appaiono, vedo lentamente scomparire parti anatomiche del mio corpo dentro le morbide fauci della gatta. Strani davvero gli incubi certe volte.
Ben presto si presenta la fase rem: il flusso sanguigno, l'attività cerebrale e la respirazione aumentano gradualmente. I sogni diventano sempre più nitidi e i cambi di posizione in letto si susseguono sempre più freneticamente. Non so come, ma più il piacere sale e sempre più mi rendo conto di essere dentro alla mia stessa allucinazione. Stringo gli occhi con tutta la mia forza, l'illusione deve continuare e non posso svegliarmi proprio ora. Sento la gatta sopra il pube. Mi afferra con gli artigli sulle spalle e cerca di mordermi al braccio, ma proprio sul più bello, non resisto più e trac! spalanco gli occhi. Il sogno svanisce e ci risvegliamo entrambi più stanchi di prima.
La gatta, CATARINA, oltre ad essere figa all'ennesima potenza, ha un carattere estremamente brioso, tipico di una persona che non si fa certo molte preoccupazioni. Anzi vive la sua professione con estrema disinvoltura come poche altre lì dentro. Nulla è peccato per lei. Mi azzarderei quasi a dire che abbia trovato il suo habitat naturale e riesca ad unire l'utile (guadagnare il companatico) al dilettevole (fare la pazza). Scendiamo giù e ci salutiamo quindi nella zona delle cassettine.
Ed è proprio lì che scorgo in lontananza DARIA. É nella Casa degli Specchi dietro una vetrata, e non avrà modo di vedermi da lì, ma oddio, per me è un tuffo al cuore. Apro per lei una parentesi di "riflessione". È decisamente la persona migliore che abbia conosciuto in questo posto e di gran lunga la donna più matura con cui abbia avuto modo di conversare. Nonostante i suoi 23 anni, io che ne ho quasi 10 più di lei, mi son sentito un 13enne al suo cospetto. Cristo, vivo già di ricordi. Ricordo la prima volta che venni al Wellcum, questa estate, e la sera quando ne uscii, dopo il suo lungo saluto di addio, mi dicevo tra me stesso "cazzo, se questa ragazza riesce ad esser talmente buona e gentile qui dentro allora ha vinto tutto...deve essere sicuramente una brava persona". Le ho augurato il meglio. Ricordo anche che dapprima, dopo la prima stanza con lei, mi prese da parte, mi guardò dritto negli occhi ed incominciammo a parlare delle nostre vite, su come eravamo capitolati lì e delle nostre speranze per il futuro. Nulla di artificiale: svestiti mettevano a nudo per un po' anche le nostre anime. Una manciata di minuti con una perfetta sconosciuta, quattro chiacchiere e due sguardi per capire chi avevamo l'un l'altro di fronte. Cose belle che capitano di rado. Ma delle cose belle è meglio non abusare, e certamente oggi non è giornata, sarebbe inutile tentare di raggiungerla per salutarla. Il labirinto e gli specchi deformanti della Casa mi farebbero sbattere contro i miei stessi ricordi. Mi volto in fretta e vado a riposarmi poiché il mal di testa continua imperterrito ad attanagliarmi. Anzi incomincia persino ad aumentare.
Provo a rilassarmi sul lettino nell'area relax, ma i pensieri viaggiano veloci nella mente girando in tondo a rincorrersi come sui Seggiolini Volanti, e io mi sento sempre più uno straccio a stare su questa giostra, mi fa girare la testa.
Non serve a nulla il riposo, dopo un'ora rientro in sala, mi prendo il solito bicchiere di gin-cola senza gin ed osservo gli altri visitatori accorsi al luna park. Prendo posto su una cabina della Ruota Panoramica per una migliore visuale dall'alto.
Laggiù ci sono parecchi bambini di 60-70 anni. E non esagero, l'età media nel locale è molto alta stasera. Anzi, ora che ci penso, probabilmente io sono uno tra i visitatori più giovani.
Peccato però che sono io quello malconcio manco fossi sul letto di morte, ma questo le ragazze non lo sanno e vengono da me in costante processione ad illustrarmi le loro attrattive e a propormi i loro dolciumi, per lo più dei lecca-lecca fatti in casa da quanto lasciassero intuire. Ad un tratto nel giro di tre minuti di orologio mi si propongono addirittura tre di loro in perfetta successione, come i re magi. Alla quarta che si presenta, allargo le braccia, e con sorriso serafico invoco la pace. Mo basta eh! Manca poco alla minaccia di iscrivermi ad arcigay. Al che, anche questa fanciulla mi invita caldamente a farmi questa celeberrima Sega. Hey! Heey! Questa cazzo di giostra, La Sega, l'ho già cercata dappertutto, ma non esiste nessuna cazzo di Sega al Wellcum!! Basta prese per il culo ok?!?
Insomma, mi nego, come si negava la più figa della classe ai tempi delle superiori.
Ma un motivo di tale riluttanza c'è. Preservo le mie energie per un giro sulle Montagne Russe...o rumene, che fa lo stesso. Di biglietti ne ho già comprati due, e mi sono piazzato a pochi metri dietro da colei che mi sembrava la più fifona di tutte, AYSHA. Memore del rapido scambio di battute al vetriolo avute con lei lo scorso settembre, già immagino gli alti e i bassi che si possano generare. Infatti, ammetto con tutta onestà che la curiosità di conoscere meglio questa giovane ragazza mi è rimasta intatta sin dalla mia puntata della volta scorsa.
Lei, AYSHA, si volta un paio di volte, e mi fissa. Io ricambio con la stessa espressione di Al Pacino nel film Il Padrino quando gli appare Apollonia, la ragazza sicula in quel di Corleone: le faccio occhi di pietra e sguardo d'assassino.
Alla terza volta che gira il capo in cerca di un mio segnale di intesa, la invito ad avvicinarsi a me con gesto da boss mafioso. Ecco dunque che mi domanda subito se voglio andare su. Io temporeggio e me la tiro "a fare cosa?". La contrattazione volutamente da parte mia si fa lunga, e cerco di scavare il più possibile a fondo nel suo carattere fin troppo serio, se non a tratti ostile. La scorsa volta il suo approccio difatti non era stato proprio cortese, e lasciai perdere. Oggi invece mi si presenta tutta dolce e fuffosa con in mano il bastoncino dello zucchero filato. Le domando con buona dose di paraculaggine "sei sicura che ti piaccio? La volta scorsa mi hai detto che ero brutto e che non mi baciavi...". Ovviamente esageravo nei toni e nei termini (sono un figo della madonna, ndr), e tanto non si ricordava nulla dell'episodio, ma mi assicura che non era vero che ero brutto. He he, che conquiste! "quindi mi baceresti?" insisto. Lei dice tutta boriosa e seccata che qui non bacia nessuno, e che solo se due persone stanno insieme dovrebbero baciarsi. Non che la giovinetta abbia tutti i torti, ma continuo a giocare e le faccio "beh...qual è il problema? Se ti piaccio, vestiti, usciamo di qui e stasera ti offro una pizza...poi ci fidanziamo. O preferisci rimanere qui in compagnia di qualche vecchietto??".
Finalmente un mezzo sorriso le illumina il volto, ed era ciò che aspettavo prima di concedermi la corsa con lei. Rilancia per un extra 50 baci, ma le faccio di no. L'interminabile negoziazione finirà con una via di mezzo. Finalmente prendiamo posto sui sedili della carrozza ed incominciamo la salita sull'ottovolante.
AYSHA difatti è alti e bassi, brevi discese e lunghe salite. Parte veloce per poi pian piano rallentare bruscamente. Il suo umore purtroppo però non decolla mai, anzi si spegne proprio in cima alla vetta ed onestamente ciò ha influito notevolmente nella riuscita della camera. Sia chiaro, lei è stata di parola ed ha mantenuto fede a tutto quanto prima pattuito. Il suo splendore da immacolata concezione lascia d'incanto, ma a volte la bella presenza non basta. Piuttosto serve esserci. Alla fine, vedendomi un po' scuro in volto, sembra quasi dispiacersene. Da una parte mi sento sfinito, il mal di testa a tratti diventa lancinante, ma dall'altra parte mi rendo conto che tutta la mesta seriosità della ragazza semplicemente sia dovuta al fatto che questo non è proprio il suo posto. Questo mi rattrista non poco.
Potrei sbagliare, ma ormai sono abbastanza sicuro che dietro il suo carattere scontroso nasconde molto più di quello che dà a vedere. Glielo vedi scritto in faccia che un pesce fuor d'acqua, troppo piccola per girare da sola tra le insidie di questo parco giochi, e nulla ha da spartire con le altre ben più navigate. Spero per lei che riesca a prendere ben presto altre strade, i soldi non sono tutto nella vita, considerando poi che i suoi 20 anni nessuno glieli tornerà indietro...e quelli certo non si potranno più ricomprare con le banconote profuse dai bambini ottuagenari.
Provo a farle qualche domanda più seria, vorrei metterla in guardia, ma mi mordo la lingua: meglio non esagerare con le lezioni di vita, non saprei proprio come lei potrebbe reagire a qualche parola fuori posto, e questa non è certo la situazione ideale per farle da psicanalista, o tantomeno per leggerle il futuro sulla mano.
Faccio per lavarmi in doccia e lei a sua volta mi domanda se avessi la ragazza. La guardo negli occhi e, in modo sconsolato, le rispondo "assolutamente no". Breve pausa di silenzio. "È più di un anno e mezzo che non ho più la ragazza, e figuriamoci se venissi a fare lo scemo qui con te". Infatti ci avevo scherzato per più di mezz'ora con lei se volesse essere la mia fidanzatina, e poi mi chiede se stessi tradendo qualcuno? D'accordo, siamo tutti consapevoli delle consuetudini extraconiugali all'ordine al giorno qui dentro, ma credo che nelle sue domande ci sia la perfetta conferma di quanto sia già disillusa dal genere maschile. Ora so cosa pensava pochi minuti prima, chi immaginasse di avere difronte durante la nostra camera, dove volava con la sua mente assente com'era.
Bella mia, vengo qui con animo leggero e con la coscienza a posto, ma sapessi quanto io sono altrettanto disilluso dal genere femminile, che potrei perfino raccontarti delle prostitute, quelle vere, che trovi fuori dai bordelli. Quelle che se potessero, oltre al corpo, si venderebbero pure l'anima al diavolo. Lascia perdere, alla tua tenera età dovresti pensare a ben altro, a sognare ad occhi aperti ed innamorarti, che poi, se non si sta ben attenti, col tempo finiresti ad incattivirti nell'animo e perderesti con troppa fretta tutta l'ingenuità della tua giovinezza.
Il treno rallenta terminando il suo percorso, alziamo le protezioni dei sedili e scendiamo giù con i piedi ben saldati a terra. Fin troppo direi.
Ormai è ora di cena e non so proprio se proseguire la mia visita. A parte il velo di tristezza che mi ha segnato la serata, non sto per niente bene fisicamente. Il sonno reclama riposo e il volume della musica sta diventando insopportabile all'udito. Provo a mangiucchiare qualcosa in attesa di capire se il mio corpo possa sostenere in sicurezza il viaggio di ritorno in notturna. Ma persino lo stomaco incomincia a brontolare.
Nel mentre vedo SABRINA che, dal tavolo accanto al mio, mi lancia delle occhiate che non lasciano spazio a fraintendimenti. Sta giocando al Tiro a Segno e, tentando di centrare il mio cuoricino, aspetta di ricevere il suo premio, uno di quegli enormi peluche a forma di orsacchiotto.
Oh, mia cara, sapessi quanto sarebbe fantastico fare un giro con te sull'Autoscontro. Metterei persino da parte tutto il mio romanticismo per un attimo, giusto il tempo di darti una bella botta sul tuo paraurti. Ma la sensazione di euforia stasera è completamente esaurita, e preferisco ammettere tutto questo a me stesso. Le luci del luna park non sortiscono alcun effetto al momento, inutile fingere, per stasera basta così con l'illusione. Dopotutto anche con te, cara, si tratterebbe solo di un giro di giostra per l'appunto. Nulla di più...
@TITANO severo ma giusto! La tua reazione al comportamento di Medea è apprezzabile. Comunque, guardando il bicchiere mezzo pieno, direi che alla fine non ti sia andata malaccio: una spagnola 'aggratis, seppur mignon, non credo sia proprio da buttare con questi chiari di luna...
Grazie per la condivisione
@TITANO Fintanto che mi caccerò nei guai in queste strane e losche esperienze, e soprattutto se ne trarrò lo stesso attuale divertimento a scriverne, cercherò di non mancare nell'invito a raccontarle qui. 👍
@Thomas791 Grazie. Fai conto che hai una piscina esterna non coperta utilizzabile se non sei freddoloso. L'acqua comunque è riscaldata. Il problema semmai è nel momento in cui esci...l'escursione termica potrebbe far rimpicciolire il pistolino ed esporre a brutte figure con gli altri orsi. Per le ragazze invece non mi preoccuperei, tanto per loro più la taglia è mignon e più ti preferiscono. In alternativa c'è anche una jacuzzi interna ma non l'ho provata. Vai e goditela. @Derby@nonsonobradpitt@Capitano1@original-sin grazie ragazzi, appena organizzo l'addio al celibato giuro vi faccio sapere, in quanto offrirò da bere a tutto il locale, e poi, a chi vorrà, farò fare un sgommata sulla Fiat 500 dentro il parcheggio del Wellcum! @ermes3 grazie per i complimenti. Ogni tanto bisogna saper sdrammatizzare certe situazioni e riderci su. Alla fine bisogna divertirsi con animo positivo in questi posti. Mi raccomando, affrettati anche te a tornare ad Arnoldstein... @TITANO grazie mille, però, ti prego, non mi lasciare con i puntini di sospensione...quale sarebbe il motto??
Cara Mamma, non so se avrai modo di leggere questo messaggio, ma quello che mi preme dirti è di non temere. Non temere perché sto facendo il possibile per realizzare il tuo sogno. Sì, prima o poi vedrai tuo figlio sistemato, felicemente sposato con prole a seguito, cosicché potrai finalmente annunciarlo a tutte le tue amiche. Sono solo alla ricerca della ragazza giusta. Abbi fede, porta solo un briciolo di pazienza...
Le promesse son promesse, e l'unica persona a cui non è possibile venir meno alla parola data è proprio alla mamma! Pertanto, avendo appreso con piacere dell'ultimo servizio clienti offerto dal Wellcum, il cosiddetto "Wedding Planning", prendo la palla al balzo e questa volta, se va bene, penso proprio di poterle fare la tanto sospirata sorpresa. Infatti, per chi non ne fosse ancora venuto a conoscenza, il nuovo pacchetto offerto a noi clienti è molto semplice e per certi versi molto conveniente, soprattutto per chi lungimirante volesse investire sul futuro, piuttosto che accontentarsi della solita misera mezz'oretta in camera: in sintesi, compri un automobile > porti in dono le chiavi del bolide alla ragazza prescelta > proposta di matrimonio > mamma felice! Che dire, affrettatevi! Io ho optato per una Fiat 500 Lusso color rosso fiammeggiante del 1965, ho preparato le partecipazioni e, rose rosse alla mano, mi sono diretto tutto impettito per la mia seconda visita al Wellcum.
Purtroppo, l'emozione e tutto l'entusiasmo per l'imminente dichiarazione saranno destinati a scemare bruscamente da lì a poco. Eh già...la volta scorsa il mio cuore palpitante era stato rubato da quella ragazza dai capelli rossi, ma ora immaginate il mio sconforto quando entrando nel locale non la vedo! L'ho cercata dappertutto! Ahimè, ho fatto i conti senza l'oste: la mia futura dolce metà risulta essere ufficialmente in ferie. Disperazione. Che sia già in viaggio di nozze?...che qualche bellimbusto abbia giocato d'anticipo? La vita è solo dolore. Avvilito gettò via le rose tra i cespugli. Appassiranno lentamente nel passato, assieme ai miei sentimenti e tutti i ricordi. Ragazzi non fate come me, ve lo ripeto, AFFRETTATEVI!
Chi glielo va a spiegare tutto ciò alla mamma? Come potrei tornare a casa senza una consorte da presentare? Non posso cedere all'abbattimento morale e subito mi metto alla ricerca di un'altra donna per me, fatta apposta per me.
Questa volta essendo arrivato tardi in serata, pressapoco all'ora di cena, devo dosare con maggiore scrupolo il fattore tempo rispetto alla mia prima visita del mese scorso, che difatti era stata beatamente segnata all'insegna del cazzeggio e dell'ozio più totale tra una camera e l'altra. Pertanto stasera le numerose interviste alle ragazze si susseguono in maniera spedita. Da ciò che si è potuto evincere, dopo un oretta buona di casting, è che per quasi la totalità delle aspiranti al velo bianco il bacio alla francese non sia pratica concessa prima del matrimonio. Si sa, le tradizioni bisogna rispettarle per quanto bizzarre o assurde esse siano, ma d'altro canto bisogna pur apprezzare il valore della castità di questi tempi. Insomma ormai è cosa rara, ed è bello trovare delle brave e pudiche ragazze anche nel 2018. Mi avvicino con fare amichevole alla ragazza che più mi aveva colpito.
AYSHA (spero di non sbagliare il nome) è seriamente molto bella. Lineamenti del viso morbidi e gentili, così come lo è il suo splendido corpo. Direi con tutta probabilità una tra le più giovani nonché graziose del locale.
Tuttavia tutta la dolcezza che emana il suo aspetto acqua, sapone e borotalco viene affievolita non appena le si proferisce parola. Probabilmente infastidita da qualcosa che immagino le sia capitato prima di me, risulta in quel frangente poco cortese e poco incline a chiacchierare. Cerco di rompere il ghiaccio con qualche battuta, ma niente, il broncio le rimane. Seppure alla fine mi è stato proposto l'invito a salire in camera, e nonostante la ragazza mi piacesse un sacco, al momento non me la sentita di portarla su con quel bad mood. Cerco quindi approdo su altri lidi, un porto più sicuro.
Peccato che l'alternativa, che nella mia testa doveva essere la meno rischiosa, si rivelerà un vero e proprio naufragio. Infatti lasciata la sobrietà angelica di Aysha, mi lascerò tentare dalla procace presenza di REBECCA, ragazza ventisettenne libanese conosciuta poco prima. Io, che credo fermamente nelle teorie antropologiche lombrosiane, avevo già capito che questa ragazza era tutto fuorché una scelta che ispirasse totale fiducia, ma ho voluto tentare la sorte, conscio e rassicurato che comunque per la prima camera valesse la pena di arrischiarsi su qualcosa di più azzardato. Quindi prima della salita, mi sincero di arte e parte della sua offerta. Chiedo a REBECCA cosa sa fare, e lei risponde con l'intramontabile "tutto quello che vuoi amore". Non resisto alla tentazione e controbatto sognante "perché, saresti disposta anche a sposarmi allora?". Presa alla sprovvista si difende con un laconico "dipende...". Bando alle ciance, il FK lo fa solo dietro compensa, e facendole notare che tale pratica non dovrebbe essere considerata extra (da quanto mi risulta, o lo fai o non lo fai) borbotta qualcosa in inglese facendo finta di non aver capito e, alla fine della fiera, ci accordiamo per lo standard di mezz'ora senza bacini.
Si sale su per la scalinata, ma la camera che ci attende sarà vuota, senz'anima e senza cuore. Anonima. Il suo atteggiamento alquanto bipolare. Appena entrati non si doccia in quanto, da quanto asserisce, dice di averlo già fatto prima. Tira fuori il cellulare e, volume a bomba, mette su un'improbabile canzone tecno-mediorientale. Più che atmosfera da Le Mille e Una Notte, sembra di essere dal kebabbaro sotto casa in attesa di essere servito dei falafel ordinati. Vabbè. Ritarda qualsiasi approccio e contatto fisico a favore di prolungati sguardi lascivi che perlopiù facevano urlare alla disperazione per il basso livello di recitazione. Il BJ è durato una manciata di secondi, tempo di lamentarsi per un fantomatico infortunio al pollice, portandosi la mano al petto in segno di dolore. Diceva che non poteva proseguire con tale pratica. Te pareva...! Con estrema calma assecondo l'invito a proseguire con l'atto vero e proprio, e con animo mesto e silenzioso prendo le redini della situazione. Da allora il leitmotiv della camera sarà il reiterato ed asfissiante "su dai vieni amore": qui in occidente non abbiamo la scimitarra, ma non concedendo ulteriore pietà, la spada nella roccia la farò rimanere conficcata dentro per tutta la mezz'ora ad onorare quanto pattuito, fintanto che al momento della mia esplosione grido con tutta forza Allah akbar!!
Diamo a Cesare quel che è di Cesare: REBECCA è una ragazza molto bella, incline a proporre e sperimentare anche le più stravaganti posizioni del kamasutra, ma al di là di ciò le sue qualità terminano qui. Oltre c'è il vuoto cosmico, purtroppo anche come persona non mi è piaciuta. Arrivati ai piani bassi, col naso dentro il portafoglio, ha il coraggio di domandare persino il regalino...[…] se ne andata senza salutarmi, ma sono sicuro che tanto anche a mia mamma non piacerebbe. E badate bene che solitamente a mia mamma stanno simpatiche tutte le persone...
Tornato quindi scapolo, posso finalmente dedicarmi allo scopo principale per cui tutti noi veniamo al Wellcum: dormire nella saletta relax. Nell'oscurità della sera entro in punta di piedi e prendo posto in un lettino. Accanto a me un signore sulla settantina, forse anche più, in posizione supina, occhi chiusi e mani sul petto in preghiera rimarrà immobile per tutto il tempo che son rimasto lì dentro.
Deve essere qui che portano i corpi esanimi quando i giochini con le giovani fanciulle finiscono in tragedia e diventano fatali ai deboli di cuore.
Passata una ventina di minuti, lo lascio riposare in pace, faccio il segno della croce ed esco in riverenza.
Allorché, provo l'ebbrezza di una bella nuotata rigenerante in piscina col ciccino di fuori...fantastico! Non contento poi vado ad aprire tutte le porte della sauna, manco fossi un bambino di tre anni che ha imparato ad aprire gli sportelli di casa...era giusto per testare sulla propria pelle la vampata di calore che ne usciva. C'è chi si diverte con poco e io decisamente sono uno di quelli! Infine vado a spizzicare qualcosa in ristorante prima di fare il ritorno in scena alla ricerca di Cenerentola. Ormai manca quasi un'ora a mezzanotte.
Solito schema: calice di coca-cola alla mano, ricomincio il mio pellegrinaggio in sala in previsione dell'ultima camera. In cima alle mie preferenze tuttavia rimane la precedentemente citata AYSHA. Oh, beh, io una così me la sposerei. Ha quell'aria che vagamente ricorda Joey Potter, e mi domando chissà se mai potessi essere io il suo Dawson. Proprio come nella telenovela, ad ogni modo non deve essere la serata giusta per me con lei, poiché la vedo già occupata ad intrattenere un signore molto più anziano di lei. Forse è lo stesso che prima dormiva accanto a me e di cui incautamente mi schernivo. Mai sottovalutare l'esperienza di un vecchio orso...deve essere resuscitato all'odore della carne fresca.
Quando ormai stava per sopraggiungere l'ansia causata dall'inesorabile passare dei minuti, vedo sfrecciarmi davanti un gran pezzo di figa.
Passatemi il francesismo ma è dannatamente figa. Dapprima la studio da lontano. Se ne passa una buona mezz'ora a sgattaiolare per la sala ignuda come mamma l'ha fatta, mettendo in bella mostra le sue grazie che con estrema facilità vincono a mani basse ad un banale confronto con quelle delle altre pretendenti in loco.
Ma la sua particolarità non sta solo nel fisico snello e ben proporzionato, bensì è quell'aria da bohémien che sfoggia con naturale attitudine: incomincia ad urlare di gioia ad ogni attacco di nuova canzone del dj, ogni due per tre fa uscire la sua lingua e la fa vibrare a mo' di serpente senza un apparente ragione, e come se non bastasse si mette a ballare da sola, o con ogni persona o cosa inanimata che le capitasse a tiro.
Per me gli elementi in esame sono abbastanza da destare preoccupazione e, per sincerarmi da vicino di quali problemi psicologici soffrisse la ragazza, alzo il sedere incominciando a ronzarle attorno. Provo ad attaccare bottone vicino al distributore delle bibite, ma subito sfugge via nell'impeto della musica. Per Dio, capisco al volo che il savoir-faire poco funziona con questa tipetta tutto pepe, quindi poco dopo tento l'approccio in stile Tinto Brass col pizzicotto a tradimento sulla natica mentre stava vagando senza una meta precisa nei pressi del cinema. Al che tira un urletto e si volta di scatto accennandomi un sorriso furente. Mantengo un certo aplomb, come a dirle "non sono mica stato io", e mi dileguo a gambe levate lontano dal luogo dell'oltraggio. Tuttavia non la mollo mica, e appena la vedo sedersi appartata vicino ai divanetti zona ristorante accendendosi una sigaretta con aria da donna vissuta, mi siedo accanto a lei e comincio a fare il moralizzatore per vedere come reagisce.
"Fumare fa male" le dico. "Anche scopare fa male" controbatte senza troppi fronzoli. Così, da lì a poco, la discussione degenera in un accattivante e spiritoso diverbio verbale.
Si chiama CATARINA, ventidue primavere da Bucarest, capelli mori e due occhi azzurri come il ghiaccio che possono uccidere se malauguratamente qualcuno si azzardasse a fissarli per più di un paio di secondi consecutivi. E io sono già perso per quel suo sguardo da rebel girl.
Più parliamo e più la disputa si fa a giochi di parole che diventano fendenti atti a dimostrare chi dei due è quello più fuori di testa. Io ho già scelto lei, e come mia consuetudine, tiro dritto, domando cosa ne pensa dei baci. Per me il diniego del FK non è causa di veto assoluto sulla ragazza, ma in camera lo ritengo un piacevolissimo intercalare tra "pause" e "musica", riescono a creare "dinamica" e "ritmo".
Mi risponde che non lo fa, ma non demordo e tempo cinque minuti di simpatica ed estenuante chiacchierata riesco a convincerla per l'all inclusive...e non mi ha nemmeno chiesto extra. Oh yeah! Cinque alto per la Katerina! Tra l'altro, proprio in quel frangente si intrufola nella discussione CAMELIA, da me conosciuta con piacere lo scorso mese, e dopo avermi salutato con l'affetto e il buon animo che la contraddistingue, mette un'ulteriore buona parola sul mio conto.
Ormai siamo a cavallo. Nella frizzante atmosfera che ormai si è creata, la proposta del ménage à trois con entrambe, più che una opportunità, è un dovere a cui assolutamente non potevo certo tirarmi indietro. Letteralmente non stavo più nella pelle, tanto più poi al pensiero di comunicare a mia mamma che non ne ho trovata una sola, bensì due mogli con una fava. Quanto sarebbe fiera di me.
Ecco, la camera è stata stupenda.
L'accoppiata CATARINA/CAMELIA, ragazze diametricalmente opposte sia fisicamente che caratterialmente, funziona che è una meraviglia. Più che al Wellcum, mi è parso di ritornare ai tempi delle scuole superiori, quando i cosiddetti viaggi d'istruzione diventavano il preludio per il finimondo dentro le stanze d'albergo. Pareva di giocare a Twister, tale è stato il divertimento e le risate a seguito degli assurdi intrecci dei nostri corpi.
Come avevo già avuto modo di riferire nel mio scorso resoconto, da CAMELIA ho avuto la conferma che si tratti una persona con i fiocchi, la classica ragazza della porta accanto, bacia con trasporto, scherza educatamente e ti mette a tuo agio con estrema gentilezza. Si muove leggera con la grazia di una piuma. Molto dolce la biondina.
Le fa da perfetto contraltare quindi CATARINA, ed anche per quest'ultima le lodi si sprecano. La sana follia di questa ragazza è qualcosa di più unico che raro, ed è contagiante. Addirittura mi chiede di sua spontanea volontà di baciarla, e non facendomelo ripetere due volte, le effusioni sono poi numerose e profonde...questa è l'ennesima prova che vale sempre il detto che le donne sono volubili come il vento. Poi, non contenta, a momenti mi soffoca schiacciandomi la faccia contro le sue parti intime, così, giusto per farmi capire qual è il sesso forte. E quanto se la ride a mordere le dita. Folle.
Arrivati alla fatidica mezz'ora, madidi di sudore, io ancora non son venuto, eppure è CAMELIA la prima a cedere, venendo proprio davanti ai miei occhi. Chiede il cambio, e CATARINA allarga le braccia ed esclama a gran voce "ci penso io, lo faccio venire io con la bocca!". Minchia, a quella scena rimango ammutolito e seguo ciecamente alla lettera tutte le istruzioni che impartivano le sue labbra. Ci da dentro che è una meraviglia a guardarla, ma tra le risate e lo stupore generale tengo botta che è un piacere stasera. Quindi, per non approfittare troppo della dedizione offerta dalle ragazze, dopo un po' chiedo di incappucciarmi nuovamente per l'ultima volta e, di missionario, do onore al genere maschile sempre con CATARINA. Questa volta per la prima volta la vedo in seria difficoltà, e me ne accorgo perché buffamente smette all'improvviso di parlare e scherzare, abbandonando momentaneamente quell'aurea da femme fatale che la accompagnava da tutta la sera.
Tempo due minuti e raggiungo il traguardo, faccia a faccia, guardandola strizzare quegli occhi azzurri fantastici.
Mi ripeto: camera stupenda e sempre divertente, tre quarti d'ora davvero intensi e ragazze super! Non si può chieder di meglio da questa notte...anche perché mi ha fatto scoprire chi voglio per la vita.
Scendiamo giù e questa volta mi sdebito con piacere per la disponibilità dimostrata da entrambe. Ci scambiamo i saluti della buonanotte, bacini e bacioni, e salto in macchina.
A tutto gas riparto nella buia stradina che costeggia il Wellcum. La luna si riflette limpida e luminosa nel torrente che passa lì accanto. L'amore è nell'aria e la felicità è tanta:...mamma, prepara la doppia dote per le tue due nuove nuore che tuo figlio finalmente si sposa!!!
@Engineer2013 eh...se è per quello, diciamo che l'acquolina in bocca c'è eccome già ora! Le interviste effettivamente sono una parte cruciale da non sottovalutare, ma purtroppo, come scrivevo, la musica ad alto volume già dal pomeriggio non ha agevolato molto in tal senso. Son felice che lo scritto abbia portato a galla le emozioni della "prima volta", l'intento era quello. Grazie per la lettura!
@ermes3 grazie per i complimenti! Sabrina purtroppo è stata molto categorica sul bacio negato. Un peccato perché a me aveva incuriosito parecchio questa ragazza.
@licantropo_teutonico credo che tu abbia ben colto il senso del mio racconto...la giornata è andata in crescendo, ed ho potuto notare la differenza tra la prima e le ultime camere, soprattutto come comportamento delle ragazze. Hai ragione anche sul termine valorizzazione esperienziale! Per il resto prendo appunti, e se torno su, farò tesoro del tuo consiglio.
@Bellavitaitaly grazie a te per aver letto! Se tornerò su, con Sabrina cercherò di essere più furbo e sicuramente tornerò all'attacco.. 😉
@antanimascetti grazie tante! L'inciso sui punter della old school non prendetelo assolutamente come un attacco personale a qualcuno, anzi era piuttosto uno sfogo emozionale dato dall'esser lì per la prima volta. Ho letto molto dei vostri racconti, consigli, disavventure, e vi assicuro che sono stati molto utili a me sabato scorso...non a caso a Myriam ho negato categoricamente la mancetta richiesta.
@zambro con tutta probabilità hai ragione tu sulla valutazione di Myriam! Ma era talmente assurda nei suoi divieti che a me ha fatto sganasciare dalle risate. E comunque quando una ragazza si comporta così in camera, credo che non c'è peggior soluzione che innervosirsi. Ho cercato di strapparle un sorriso, ci son riuscito e poi anche lei mi ha concesso qualcosa in più...e ti dirò, alla fine pure lei "nel mentre" scherzava con me! Bisogna saperle prendere, che vuoi, son ragazze alla fine.
Su Daria hai già detto tutto...fantastica persona! Come peraltro Camelia...
È mattina. Agosto è ormai prossimo ad esaurirsi, e con esso l'estate da i primi segnali di cedimento in un vero e proprio collasso metereologico: dal caldo torrido della sera precedente, oggi mi risveglio intorpidito da un freddo cane che gela le ossa. Rapida doccia sotto l'acqua tiepida. Mi metto su la giacca di pelle sintetica con sotto una t-shirt a maniche corte, mi do l'ultima sistemata ai capelli, e chiudo la porta di casa dirigendomi verso la mia Toyota color rosso. Appoggio nel bagagliaio il borsone rosso preparato con dovizia la sera prima, mi metto al volante, giro la chiave ed accendo il motore. Il navigatore segna direzione Arnoldstein! Il viaggio dura poco più di due ore, tra rallentamenti in autostrada e le file da giornata da bollino rosso per i rientri vacanzieri, fintanto che una volta arrivato al confine di Coccau Valico mi tocca esclamare "Merda!". Ho sbagliato l'uscita autostradale, ed è ormai troppo tardi per imboccare la strada statale austriaca. Costretto a fermarmi al casello compro la vignetta alla modica cifra di 9 euro...ma che volete che siano?! Oggi non baderò certo a spese! Quindi, in gran fretta, appiccico l'adesivo color rosso sul parabrezza della mia auto rossa e riparto sgommando sull'umido asfalto austriaco per intraprendere gli ultimissimi chilometri che mi separano dalla mia meta.
Sono arrivato. Scendo dall'auto. Cerco di darmi un tono posato di finta calma, allento la cinta, do un occhiata alla struttura attorniata da un paesaggio alla twin peaks ed entro senza ulteriore indugio. Sono al Wellcum. La mia prima volta. La prima volta in un fkk. Prendo la ricevuta fiscale e l'accappatoio, e sono già in spogliatoio. Chiudo l'armadietto, accosto il braccialetto al sensore e la spia rossa della serratura si accende. È fatta, manca poco. Mi ritornano in testa tutti gli appunti critici dei punter della old school: "questi nuovi ragazzetti sono delle mezze seghe, non ci sanno fare in questi posti", "i newcomer stanno rovinando il mercato", "non ci son più le mezze stagioni", e tutte le cazzate da repertorio del puttaniere consumato. Ma affanculo tutti, c'è stata pur una prima volta anche per loro. Entro in arena, faccio la mia apparizione di 10 secondi contati e mi fiondo subito nel ristorante. Non le degno di uno sguardo. Più che imbarazzo è una strategia. Una strategia per far capire quanto so' figo. O forse è la strategia di uno che non ha affatto una strategia. Vabbè, pranzo leggero con pomodorini rossi, e mi ripropongo con la mia seconda apparizione in sala. Questa volta con estrema calma, e con la stessa disinvoltura del Papa quando saluta i fedeli dalla papamobile: mi soffermo a lanciare sguardi, strizzare degli occhiolini e porgere gesti di saluto alle ragazze presenti. Per onor della cronaca una ragazza si era già fatta notare: al ristorante una bella mora mi aveva sussurrato all'orecchio "buon appetito" mentre ero intento ad ingurgitare i pomodorini rossi. Per contraccambiare e risponderle mancava poco mi andassero per traverso. Scoprirò solo più tardi che tale ragazza portava il nome di SABRINA.
La voglia ormai è tanta, ma nella penombra della sala non riesco nemmeno a tratteggiare i volti delle fanciulle, tant'è che ormai percepisco solamente le loro silhouette. Ma ecco! Ecco una sagoma che mi fa finalmente fermare: alta slanciata, magra e dalle curve generose e ben assestate. Mi scaravento sul divanetto a mezzo metro di distanza e quella subito parte "Amore che fai? È la prima volta qui?". Noooo, e da cosa mai l'avrà capito?? Rapidi convenevoli e mi trasporta subito ai piani alti rivelandomi che è ancora "vergine...in questa giornata!" Si chiama MYRIAM ed è di Bucarest (ma dai!). Fisicamente impeccabile, il punto forte è quel culetto rotondo, piccolo, e duro come il marmo. E ciò piace. Ha un caratterino non da poco, ma risulta tutto sommato simpatica. La stanza però è valutabile con una sufficienza senza particolari di rilievo. Da furbetta che è, tenta subito di mettere il cappuccio prima della prova orale. Le faccio un sorrisone e le dico "non vorrai mica farmi incominciare così...dai?!". Sono un tipo gentile (e soprattutto più furbo di lei!) e quindi la convinco in poco tempo al gioco di lingua scoperto. Nega il 69, nega i baci anche a stampo. Soprassiedo quindi procedendo con l'atto vero e proprio con un paio di posizioni classiche con su la "protezione". Completamente paranoiata a che il preservativo possa sfilarsi, avrà la testa e gli occhi sempre rivolti là. In fissa proprio, tanto che le sarà venuto il torcicollo dopo mezz'ora così! Il che, più che innervosirmi, mi farà ridere non poco in stanza. Non so dire se all'inizio volesse "silurarmi" data la mia inesperienza, ma fatto sta che nulla poteva infastidirmi quest'oggi e, giostrandola con simpatia ed educazione, alla fine ho ottenuto ciò che volevo...tra cui tenere tra le mani quel culetto spettacolare! Torno giù, saldo, e la ragazza mi chiede un regalino: nego con gentilezza e le spiego che non se l'è meritato perché non ha voluto baciare un bel ragazzo come me. Tiè!...e la saluto. La camera di warm up si può dire sia stata comunque soddisfacente, ma ora voglio decisamente di più.
Ritorno a rimangiare i pomodorini rossi e poi vado a dormire nella sala relax per ricaricare energia in attesa del secondo atto. Più che dormire, la sala relax da il tempo di pensare, di fantasticare, di dotarmi finalmente di un piano di battaglia per alzare il tiro ed ottenere quel qualcosa in più che mi aspetto per la prossima camera. Quindi rientro nella sitting room, mi riempio il bicchiere di thè alla pesca rossa, e vado a sedermi sul divanetto. Sorseggio lentamente il mio drink analcolico manco fosse scotch whisky, e studio la situazione. Siamo a metà pomeriggio e la sala si sta riempiendo. Le ragazze aumentano costantemente di numero e gli avventori in accappatoio incominciano a fare sempre più chiasso. All'improvviso...bang! Un flash rosso mi passa davanti agli occhi: un fulmine in lontananza ha come trapassato l'intero locale. È successo tutto in un istante ed è stato troppo rapido per capire cosa diamine sia successo. Lascio perdere. Tant'è che la mia attenzione viene attirata subito dopo da SABRINA. Le avevo già dato la mia parola, dapprima, dopo il pranzo, di rivederci e lei pare che se lo ricordi benissimo. Sa pure molto bene che lei mi piace non poco. Anzi diciamocelo chiaramente che è da inizio giornata che ogni volta che guardavo nella sua direzione, lei era sempre pronta a ricambiare con il suo sguardo malizioso cucinandomi lentamente e a dovere. Parliamo di fretta, e io tiro al sodo per l'unica cosa che nella prima camera mi era mancata e le chiedo "sai baciare tu?". Risponde con un categorico "no!". Insisto "sei sicura?" con gli occhioni da cerbiatto. Secondo diniego, cosicché alzo le spallucce e la congedo con mia somma delusione. La speranza comunque è quella di un suo veloce ravvedimento visto che mi ero mostrato interessato, ma la signorina si gira, alza i tacchi e se va. Amen. Continuo a sorseggiare in compagnia del mio fedele bicchiere.
CRASHH! Cristo! Dinuovo preso di soprassalto! Una seconda saetta color rosso illumina la sala a giorno. Questa volta riesco a seguire rapidamente con gli occhi quella scia luminosa color vermiglio che va a terminare il suo percorso proprio dietro a dei divanetti poco distante all'entrata del ristorante. Sono troppo curioso, scendo dal divanetto, infilo le ciabatte nervosamente e vado a sincerarmi da vicino di che razza di fenomeno sono stato appena spettatore. Corro. Giro attorno la colonna e per pochi istanti vedo questa chioma rosso fuoco. Non faccio in tempo neanche ad arrivare sul luogo del rinvenimento che scompare via, probabilmente anticipato da qualcun altro, e quella meteora si perde tra la folla. Non mi perdo d'animo, mi apposto in quella posizione ed aspetto in piedi fiducioso perché oggi deve essere il mio giorno fortunato. E lo sarà!
Tempo neanche cinque minuti di orologio ed eccola che riappare questa luce rossa accecante: più si avvicina e più abbaglia. Si siede poco vicino da dove stavo attendendo. La devo ancora vedere bene in volto però, quindi con la maestria di un elefante in una cristalleria, faccio uno stretto slalom tra tavolini e i bicchieri mezzi vuoti, e mi piazzo nel divanetto proprio dietro di lei. Al che ella, richiamata dal mio goffo e maldestro modo di entrare in scena (spigoli dei tavolini centrati e spostati con la forza involontaria delle mie rotule doloranti, con tanto di bicchieri rovesciati), finalmente si gira ed incrocia il mio sguardo. Mi fissa e abbozza qualche parola che si perde nel rimbombo assordante della musica. Seppur assai imbarazzato e rosso paonazzo in faccia, le faccio cenno di avvicinarsi un po' a me. Lei invece mi invita a sua volta ad avvicinarsi a lei, ed obbedisco immediatamente da bravo soldatino garibaldino.
Si chiama DARIA. Mi domanda cosa voglio e io resto per qualche secondo muto. Silenzio. Imbarazzo. Per qualche istante la mia mente non ragionava più, la guardavo negli occhi ed ho perso completamente il collegamento neurologico cervello-bocca. Elamadonnadimeggiugorie...questa ragazza è bella forte! Esco disperatamente dal black-out, ed abbozzo un "sai io sono un ragazzo tranquillo". Gesù! L'imbarazzo sale, e tra me e me mi domando ma che cavolo di figura pietosa sto facendo, e nonostante ciò, pian piano, mi si allarga un sorriso da ebete sulle guance. Mi domanda quindi se sono pronto, e nicchio col capo un semplice un sì. Mi prende per mano e mi porta via da tutta quella baraonda infernale. Saliamo su. Adesso non entrerò nei dettagli della camera, semplicemente perché le parole non basterebbero per descrivere la grazia di questa ragazza. Lei viene da Marte, il pianeta rosso. Mi porta a vedere tutte le stelle del firmamento e dopo mezz'ora dall'abduction, mi riaccompagna ai piani bassi, mi bacia, e mi saluta con un sorriso spontaneo che sa di vero.
Resto quindi solo, immobile e letteralmente frastornato. Non riesco nemmeno a credere a ciò che è successo. Vago per il locale come un'anima in pena cercando di fare mente locale su quanto sia avvenuto nei minuti precedenti. Eppure devo smettere di pensare a quel colore! Ritorno a sdraiarmi nella zona relax con attorno al collo l'asciugamano color bianco candido. Niente da fare, non riesco a dormire e continuo a pensarci. Vado al ristorante per la cena: mais giallo, spinaci verdi, carotine arancioni e sacher marrone. Ancora nulla di fatto. Vado a ciondolarmi sulle sedie a dondolo nel giardino e fissò l'acqua turchese della piscina. Che diamine mi è preso? Nella mia mente continuo a veder solo Rosso!!
L'imbrunire della sera avanza inesorabilmente e le prime gocce di pioggia fanno capolino sulla mia testa in giardino. Quindi mi sforzo, e convinco me stesso che devo cambiare tonalità cromatica per la mia terza ed ultima camera. Rientro in sala sicuro di me, e mi metto in testa che sarà il giallo il colore da ricercare, e per nessun motivo il colore rosso mi distrarrà: una bella bionda passa davanti a me ma sfugge via. Doh! Passo quindi vicino alla postazione del dj e ne inquadro un'altra con gli occhialini da segretaria. È lei, fa proprio al caso mio! Faccio per avvicinarmi, e trac!...me la soffiano proprio sotto il naso. La fortuna mi sta abbandonando proprio all'ultimo, diamine. Mi vado a distendere sui divanetti, rannicchiato nel mio sconforto, a sorseggiare un ultimo the come un povero analcolizzato di periferia. Tanto, che vuoi...nessuno si accorgerà che la gradazione di alcol nella mia bevanda è pari a zero, perciò mi do l'aria da depresso e dannato. È proprio da lì assisto alla medesima identica scena di prima. La scia luminosa rossa solca da destra a sinistra tutta la sala. Questa volta però è in dolce compagnia: un'altrettanta dolce amica, bella scia color giallo, la segue a braccietto. Io non posso fare a meno di volgere gli occhi a favor di tale immagine, e, rapito, le seguo da lontano con lo sguardo. Ballano. Scherzano. Ridono. Girano come trottole inesauribili. Quindi si fermano e si intrattengono con un ragazzo. Questo scemo si sfila velocemente dalle loro danze sinuose, e nonostante ciò, quelle due luci, rossa e gialla, ritornano alla loro postazione di partenza come se niente fosse sempre sorridenti e gioiose. Non resisto oltre, ho deciso come deve finire per me questa serata!
Con il cuore in gola, infilo le infradito con il mignolo al posto dell'alluce e corro verso le due luci zoppicante. Corri Forrest! DARIA si accorge di me, mi vede arrivare di fretta, allarga le sue leggere braccia e mi riempie di baci. Ha già capito tutto. Faccio la conoscenza anche della sua amica: CAMELIA, una bella ragazza bionda, aspetto acqua e sapone, dagli occhi azzurri. Chiedo la mano ad entrambe e loro accettano di buon grado dopo un rapido sguardo d'intesa (...mo queste me se magnano!). Abbandono quindi animo e corpo a queste due fanciulle, mi sequestrano e da brave carabiniere mi scortano per l'ultima volta su quello che sarà il mio patibolo in attesa di una dolce morte. Quel talamo per me è stata espiazione. Non voglio sembrare esagerato, ma tutte le pene, i dolori e le amarezze che mi portavo dentro me dagli ultimi due anni di "vita reale", lì sono state cancellate in un istante. Per la prima volta dopo tanto tempo ho sentito di esser felice: chi se lo ricordava uno stato d'animo così alto? Quelle due ragazze assieme sono state una manna dal cielo. Gino Paoli mi aveva anticipato ben descrivendo la scena ne "il cielo in una stanza". Solo che all'epoca Gino se ne stava in camera con una sola ragazza, mentre io ero in compagnia di ben due "armoniche" allo stesso tempo... quindi, prego signori, fate le debite proporzioni! Anche qui non voglio assolutamente entrare nei dettagli perché sarebbe riduttivo confondere tale esperienza con del mero sesso. Parlerei piuttosto di tutta quell'Energia scaturita da DARIA quando, dopo essersi data il cambio con CAMELIA, mi ha afferrato per entrambe le mani: me le ha strette talmente forte contro i cuscini e non me le ha mai mollate fin tanto che io non arrivavo lì dove lei mi voleva portare. E nel mentre mi fissava dritto negli occhi e mi sorrideva, quando io con estrema difficoltà a malapena riuscivo a tener aperti gli occhi. E più mi contorcevo dal dolore (?) e più loro mi tenevano fermo nella loro morsa. Boh, non so nemmeno dire se ci fosse un vero confine tra dolore e piacere in quel momento, se fossi vittima o trionfatore. Una volta che sono definitivamente morto, ho chiuso gli occhi e sono rimasto assolutamente fermo.
Sfinito, il rigor mortis prendeva rapidamente possesso delle mie funzioni corporali. Allorché, le ragazze preoccupate, mi rigirano di forza come un salame, e, sghignazzandosela, mi regalano un massaggio alla schiena mentre amabilmente parlavano tra di loro in lingua rumena. Dicevano che non dovevo farmi problemi di tempo (poiché per oggi io ero la loro ultima vittima) e pertanto si proseguiva con tutta calma nonostante la camera avesse già da un pezzo superato la canonica mezzora. Chissà forse ci stavano prendendo gusto a trarne scherno di me. Anzi quasi sicuramente era così. Ma in quel momento a loro era concesso tutto e ad ogni modo mi piaceva il ruolo da povero bambino sprovveduto che mi avevano affibbiato. Ammetto di esser venuto in questo posto con spirito goliardico, solo per placare una sano senso di curiosità, un diversivo per allontanarmi dalla noia della vita quotidiana; come del resto confesso che in tutto ciò ero accompagnato dai soliti facili pregiudizi che vengono riservati a questo tipo di diletti. Ma io mai e poi mai avrei pensato di trovare qui dentro persone così belle. Oltre che fuori, belle dentro per Dio! Daria, e peraltro la stessa Camelia, sono state delle ragazze a modo, sorridenti, serene, educate ed oltremodo generose. Ho avuto anche maniera di parlare con tranquillità assieme a loro, ed è stato un vero piacere scoprire quei piccoli frammenti di storie quotidiane che stanno dietro le vite di ognuno di noi. Dai buffi aneddoti del vissuto lavorativo ai flebili ricordi che affiorano da un passato indefinito, o ancora ai piccoli sogni nel cassetto che tutti ci conserviamo dentro. Insomma cazzate che dipingono la tela della nostra esistenza, ma nulla che si lasciasse andare a certi esempi di lasciva sguaiatezza. Tant'è che ho dovuto ripetere grazie alle ragazze una dozzina di volta per il loro savoir faire, e anche se non hanno chiesto nulla di più, ho voluto sdebitarmi della loro infinita gentilezza con un piccolo dono. Auguro tutto il bene possibile a queste ragazze perché mi hanno fatto uscire col sorriso in faccia e nel cuore.
Tempo di augurare buona notte a loro e buon viaggio di ritorno a me, e Daria mi fissa, sempre con quel sorriso stampato sulle sue labbra rosse, e mi dà l'ultimo bacio prima di separarci. È notte fonda ormai e, come un cane randagio, per me è il tempo del ritorno nelle buie strade. Ma che serata. E quanta inaspettata felicità ne esce da questa strana e losca esperienza. Rimetto la sacca rossa nel bagagliaio. Riprendo la lunga via di casa protetto all'interno della mia automobile rossa: fuori la pioggia è battente e a stento si vedono i limiti delle carreggiate. I tergicristalli aiutano a ben poco. Ma dopotutto i miei occhi non vedono nient'altro che rosso ormai. Quelle labbra rosse. Quei capelli lunghi rossi. Tutto rosso per stanotte.
Stai per entrare in una sezione vietata ai minori di anni 18 che può contenere immagini di carattere erotico, che tratta argomenti e usa un linguaggio adatto a un pubblico adulto. Se non sei maggiorenne esci immediatamente cliccando ESCI. Se non ritieni il nudo di adulti offensivo alla tua persona e se dichiari di essere maggiorenne secondo la legge dello stato in cui vivi e se, entrando nel sito, accetti le condizioni di utilizzo ed esoneri i responsabili del sito da ogni forma di responsabilità, allora puoi entrare in Gnoccatravels!
Gnoccatravels.com tutela e protegge i minori e invita i propri utenti a segnalare eventuali abusi, nonchè ad utilizzare i seguenti servizi di controllo: ICRA – Netnanny – Cybersitter – Surfcontrol – Cyberpatrol
Contenuti ed immagini qui presenti, sono stati ottenuti attraverso internet, quindi sono ritenuti di dominio pubblico, od autorizzati dagli interessati medesimi. Gli inserzionisti di Gnoccatravels.com dichiarano che gli scopi della pubblicazione richiesta sono leciti (secondo le vigenti normative in materia penale) e strettamente personali, quindi esentano i gestori del sito da ogni responsabilità amministrativa e penale eventualmente derivante da finalità, contenuti e azioni illecite, nonché da usi illegittimi e/o impropri della pubblicazione medesima.
Scegliendo ACCETTA ED ENTRA, l'utente dichiara di essere maggiorenne e di esonerare totalmente i fornitori del servizio, proprietari e creatori del sito Gnoccatravels.com dalla responsabilità sul contenuto degli annunci/inserzioni pubblicitarie e del loro utilizzo.
Viaggiatore858
Silver
16/12/2018 | 17:45
4
Alla cortese attenzione di Babbo Natale
Arnoldstein 9601
Circolo Polare Austriaco
Caro Babbo Natale,
si sta avvicinando il momento più atteso e magico dell'anno, e come da tradizione ho pensato di indirizzarti una letterina con qualche desiderio.
Certo, va detto che mi sono comportato bene quest'anno, ma ciò non può certo esimermi dall'esserti d'aiuto anche ora: dato che in questo periodo sarai oberato di consegne da recapitare in tutto il mondo, ho pensato bene di farti un favore. Delle bambine di Arnoldstein me ne occupo io stavolta. Perciò, non farti problemi, ci penso io a loro. Take it easy Babbo!
Oggi difatti sono andato, per tuo conto, al Wellcum, in occasione dell'annunciata recita natalizia delle suddette, ed ho portato il mio pacco alle presenti. Il pacco, come ovvio che sia, è incartato nelle mutande rosse che debitamente ho scelto per tale avvenimento, ed è destinato esclusivamente alle bimbe che hanno fatto le brave. Ti dirò, con tutta onestà, che anch'io non sto nella pelle a vedere lo stupore nei loro occhi non appena vedranno la sorpresa contenuta. Ma andiamo con calma, lascia che ti racconti la storia nei dettagli...
Sono entrato in sala ad ora di pranzo. Un dono speciale spetterebbe in primis alle ragazzine del divanetto lato ristorante, le ho seguite personalmente quest'anno e ti posso assicurare che il loro comportamento è sempre stato ineccepibile. Ma a quest'ora non c'è ancora anima viva lì. E poi sarebbe troppo scontato incominciare la consegna con loro. È giusto dare le opportuni attenzioni anche alle altre fanciulle.
Quindi trascino il pesante sacco col pacco sul lato opposto, e mi apposto al bancone bar, a lato degli ingressi dei camerini.
Ovviamente chi vedo proprio nell'angolo opposto appena lasciato?? La discola CATARINA, che appena si accorge della mia presenza, si fa in gran fretta il giro dell'intero bancone e con aria allegra e baldanzosa tira dritto verso me per salutarmi. Mancava poco arrivasse saltellando. La tipa deve aver avuto qualche spifferata da qualcuno circa la mia missione umanitaria natalizia e, indagando con fare curioso, mi domanda cosa sto facendo, cercando nel frattempo di rovistare ovunque, arrivando persino a mettere le manine sul mio prezioso pacco.
Lo so, mi ero promesso di non iniziare proprio con una di loro, era scelta scontata e chiedo venia, ma vestita nel suo body rosso fuffoso e semitrasparente era impossibile non accontentare la sua morbosa curiosità, nonché quella mia. Dopotutto, che vuoi, son bambine, e vogliono sempre scartare il regalo prima del 25. Decidiamo quindi di andare ai piani alti, ma prima di procedere CATARINA farfuglia qualcosa del tipo "prendi la mia borsa ok?" e se ne va un attimo via, non so dove. Non avendo capito del tutto, io, mi guardo intorno, vedo una pochette sulla seggiola lì accanto, la metto sotto braccio e vado ad attenderla nei pressi della scalinata.
"Pss, pss, hey tu...". In quel momento FABIA, bambina ancora poco conosciuta da me, mi chiede di avvicinarmi un attimino alla punta del bancone dove staziona: lascia intendere che avesse qualcosa di assolutamente impellente ed importante da dirmi. Orcocane, proprio mo'? Mi avvicino ma, ahimè, le faccio notare che sono già impegnato, e che a momenti sarebbe ritornata CATARINA. Lei mi fissa il pacco, e mi fa notare che quello è il suo, perché quel regalo gliel'avevo promesso già il mese scorso. Cazzo, lo so, lo so...ragazze non incominciamo a farmi venire i sensi di colpa ora. Io sto solo cercando di dare una mano a Babbo Natale oggi.
Ricompare CATARINA, sguardo minaccioso alla contendente, e mi trascina via prendendomi con fermezza per il braccio. Fiuh, per un attimo ho avuto timore ne scaturisse un catfight di quelli mortali. Caro Babbo, ammetto che consegnare pacchi pensavo fosse cosa più semplice ed innocua...qua a momenti invece ci scappava il morto!
Vabbé, qualcosa ancora non quadra però, infatti in quell'istante mi accorgo che quasi tutte quante le bambine in sala mi stanno fissando. Vuoi vedere che anche queste vogliono ricevere il pacco da me? In che razza di situazione mi sto cacciando? Basta che vedono un dannato regalo e tutte che ne reclamano uno per loro? E che diamine, aspettate ancora dieci giorni e sarà Natale anche per voi!
Dunque, prima ancora di salire i primi gradini porgo a CATARINA la borsetta che ho preso in precedenza, quella che custodivo con cura sotto l'ascella. Lei sbigottita mi dice che non è la sua.
Viene fuori che lei aveva detto che stava andando a prendere la sua borsa, non che dovessi prenderla io! Oh gesù bambino, stavo per rubare una borsetta di qualcun'altra...Ecco spiegato perché tutte mi fissano con tanta circospezione. Mi volto lentamente in slow motion, guardo diritto nelle palle degli occhi le testimoni, ed alzo le mani in segno di resa: la rapina finisce qui e si restituisce il maltolto. Sorry!
Finalmente arriviamo in camera. CATARINA, spogliandosi dai mille suppellettili natalizi che ornano a festa il suo corpo, mi racconta che questo è il suo primo impegno di lavoro dopo lunghe giornate libere, all'insegna dell'ozio e del sonno, che deliberatamente si è presa nei giorni passati. Lei ha un carattere molto particolare, che sto imparando lentamente a conoscere: è una persona pigra ed iperattiva allo stesso momento. Il mio consiglio con lei è di non farsi troppe domande sul suo conto. Piuttosto assecondate la sua follia e non ve ne pentirete ovunque essa vi porterà.
Quindi, come dev'essere, ci diamo giù a letto come due adolescenti in preda agli ormoni. Senonché poi finiremo il nostro tempo a farci i massaggi alla schiena a vicenda, a turno, come una coppia di pensionati qualsiasi. Apparte gli scherzi, è stato piacevolissimo come sempre passare del tempo con lei. Una conferma. Con lei si va sul sicuro. Eppoi meriterebbe il regalo solo per quanto è b(u)ona. Anzi, Babbo, è il caso di essere più esplicito ancora: è proprio bona!
Ritornato al piano basso, preso dai sensi di colpa e dai rimorsi vado a sincerarmi che la bambina rimasta a terra, priva di doni, non sia scoppiata in lacrime dal momento della mia assenza.
In verità, appena mi ripresento in sala, è proprio lei a circuirmi senza sosta. Ci sarebbero quasi i presupposti per una denuncia di stalking, se non fosse che io sono affetto dalla sindrome di Stoccolma, e c'è quel qualcosa in lei che mi attira dannatamente.
FABIA mi piace. Eccome. Il suo sguardo sbarazzino è irresistibile. Eppure qualcuno pare non sia stato del tutto soddisfatto del suo comportamento quest'anno, e io, nel mio ruolo di assistente di Babbo Natale, ho il dovere morale di fare il regalo solo a chi si comporta bene. Mi avvicino nuovamente a lei per confutare del tutto quei sospetti. Le domando solo come siam messi quanto a french kiss. Risposta affermativa accordata. Per me basta questo. Le do la mia parola che al prossimo turno spetta a lei scartare il pacco. Tanto, che vuoi, è ormai da un mese che ci mangiamo con gli occhi, devo togliermi il dubbio...
Sosta rigeneratrice in zona wellness. Faccio il pascià ed usufruisco di tutto: docce, jacuzzi, sauna e per finire piccolo letargo sui lettini.
Dormire però risulta sempre un po' difficoltoso lì. Vuoi per il profumo di feromoni che aleggia nell'aria, ma vuoi anche i decibel delle casse audio che non aiutano di certo a rilassarsi del tutto. Sommaci a ciò il costante ritmo reggaeton ed è assicurato che il mio cervello va in pappa.
Staccato la spina per un po', ed allentato quanto basta le tensioni muscolari, ritorno attivo. Non posso certo lamentarmi, i miei colleghi tra gli scaffali di Amazon certamente non possono vantare trattamenti e comodità simili. Torno pertanto a riconsegnare il mio pacco alla destinataria.
Ritrovo FABIA sempre lì al suo posto, ed è giunto il momento di verificare di persona la sua condotta. Il suo sguardo traboccante di gioia è tutto un programma quando mi rivede. Mi devo fidare delle sue parole, a parole siam tutti bravi a dire a Babbo Natale di esser buoni. Mi domanda se avessi particolari richieste. Le dico che ha piena libertà d'azione. Non contratto nulla, né tempi né pratiche. Rischio tutto: qua, o parte il missile o i fuochi d'artificio.
Saliamo la rampa di scale e rimaniamo in attesa, lì sul divanetto del disimpegno, affinché una camera dotata di stereo si liberasse (...la signorina desiderava la musica). Io intanto incomincio a frugarle dentro la borsetta, divertendomi a tirarle fuori ogni genere di amenità. Dopo essere stato rimproverato per la mia compulsiva curiosità, è tempo di accomodarsi in stanza. Entriamo.
Caro Babbo Natale, ti è mai capitato di accordare uno strumento musicale? Chesso, forse ti sarà capitato quando cerchi di mettere in risonanza i campanacci delle renne? Ad ogni modo, la stessa cosa a volte può capitare con gli esseri umani. Quando due persone, un uomo e una donna, sono allineate sulla stessa lunghezza d'onda possono generare energie che riverberano con lo stesso identico suono e si tende pertanto alla ricerca della perfezione.
La camera sarebbe da incorniciare. Forse è il caso persino di pensare di installare una targhetta commemorativa sulla parete accanto l'ingresso "Qui Cane Randagio e Fabia giacquero e fecero l'Amore, addì 15 dicembre 2018. Ai posteri l'impegno di tramandarne l'eterna memoria".
Non scherzo mica: pomiciate profonde e continue, lingue che arrivavano ovunque, profanazione degli apparati uditivi, sguardi d'intesa, fellatio divisa in tre lunghi atti, grovigli di arti, petting a manetta e sorrisi compiaciuti. Il tutto compiuto con estrema eleganza. Il reverse cowgirl è stato fenomenale poi, ha dato il meglio di sé. Non so, forse sarà stato un caso del giorno, ma trovare tale intesa la prima volta con una ragazza mai mi era capitato in precedenza. Nulla di vagamente macchinoso come usualmente capita di sperimentare con altre ragazze. Come le ho ammesso al termine è stato veramente bello. Ed ha avuto ragione lei, è brava davvero. Mi rivela che non le piacciono i tizi che le danno ordini e che, con me, aveva capito subito da come ci siamo relazionati che poteva trovarsi bene. Ah, quando dici la fortuna del bravo ragazzo! (cit.episodio n.3). Non l'avrei mai pensato solo un'ora prima, ma forse è la migliore esperienza al Wellcum fatta finora. Forse superiore rispetto anche a quelle più blasonate. Incredibile davvero.
Eh sì caro Babbo Natale, devi sapere che FABIA è rimasta onestissima anche in zona cassettine, dove ci siamo scambiati gli auguri di buon Natale e ci siamo accordati per una prossima volta. Per conto mio, promossa a pieni voti, si è comportata bene la bimba.
Prendo fiato. Vado a cenare. Da lì in poi incomincia per me la parte meno interessante della giornata.
Ad una certa ora infatti le ragazze scompaiono letteralmente dalla vista, prendendo furtivamente la via dei camerini. Poco dopo il deejay richiama l'attenzione della folla: deve essere il momento clou della serata. La musica parte a tutto volume con All I Want for Christmas is You ed ecco quindi che dalla scalinata scendono sfilando in coppia le babbo nataline. Un tripudio di tacchi, minigonne rosse e pon pon bianchi. I festeggiamenti si tramutano in torcida inesausta non appena la musica aumenta di intensità e ritmo. Alcune in preda al delirio del momento si svestono lasciando ballonzolare sul dancefloor una notevole mole di culi e tette. Danze a perdifiato.
Fin qui tutto bene, ci sta.
Nel mentre, dal cerchio creatosi attorno a loro, i maschietti assistevano allo spettacolo.
Accanto a me, alla mia sinistra, un palestrato con la pelata in testa, se ne sta a torso nudo con l'accappatoio legato alla vita. La cintura forse gli è leggermente stretta, in quanto le vene sul suo collo sono ad un passo da collassare in trombosi. Ma sprezzante del pericolo sanitario in corso, tronfio della sua bellezza, lui cercava disperatamente di accaparrarsi un posto in prima fila tra il pubblico, aprendosi un varco con la forza sontuosa dei bicipiti, in maniera tale da permettergli di sentirsi parte integrante delle danze intraprese dalle ragazze.
Caro Babbo Natale, a questo energumeno, per quest'anno penso sia il caso di smettere di continuare a regalargli cialis e steroidi come fossero caramelle. Poi fai come vuoi tu. Io ti ho avvertito.
Alla mia destra invece prende posto un uomo di mezza età. Probabilmente un fiero e buon padre di famiglia, che, mentre a braccie conserte si gode lo show, non disdegna di fare bella mostra sul dito della sua fede nuziale. Io mah, ma anche sto tipo boh.
Amabilmente se ne sta a fissare sorridente la patonza rumena al vento. La bava che deliziosamente pendeva dalle sue labbra, poco dopo si sarebbe trasformata in altro, non appena una babbo natalina accennando una mossa di twerking gli ha completamente ostruito, oltre il canale esofageo, tutte le vie respiratorie facendolo capitolare a terra, stramazzante, con la bocca rigurgitante di schiuma, ed in preda alle convulsioni. Caro Babbo Natale, chette devo di'? Regala pure una semplice confezione di kleenex alla felice consorte, ma almeno non scordarti un pacchetto di 10 incontri gratuiti per la terapia dei figliuoli di suddetto signore. Ne avranno bisogno, il terapeuta avrà molto da operarsi per giustificare le assenze del padre.
Ed io? Bah. In questo momento mi sento come Gesù Cristo tra i due ladroni. Indietreggio un attimo allontanandomi dal baccano assordante. A differenza degli altri la mia attenzione non è volta ai festeggiamenti, cerco di guardare fuori, oltre le finestre. Non si intravede nulla nella notte fonda. Nessuna luce, nessuna ombra. Eppure alcuni pensieri nella mia mente si fanno vividi. Vengono da molto lontano. Un passato ormai andato. Meglio non pensarci troppo comunque.
Cambio registro. Mi balena un'idea pazza: CATARINA e DARIA insieme. No dai, sto delirando. Sto vaneggiando proprio, sarebbe un'esagerazione adesso.
È ora di andare, lo sento. Mi rivesto e son già fuori nel buio e alla guida tra le gelide strade. Già, l'inverno è un po' assassino quando scende il sole. E la nebbia non ti risparmia nemmeno quando ti inghiotte nell'automobile.
Caro Babbo Natale, a me non serve niente quest'anno. Ma quanto freddo qui fuori. E quanto freddo al cuore. Forse basterebbe giusto una coperta dai. Sì, giusto per passare indenne questo inverno...
Viaggiatore858
Silver
15/11/2018 | 21:25
0
@Legionario23 ti ringrazio, molto gentile!
Ovviamente non so dirti con certezza se Roxana sia una vera chica, riporto solo quanto riferitomi. Certo è che hablas español per quanto ho potuto constatare...com'è anche vero che continuerei a dormire sonni tranquilli anche nel caso si rivelasse di un'altra nazionalità 😁
Per quanto riguarda "Colei che non ha bisogno di essere nominata invano", perdonami, ma preferisco lasciare il dubbio ai lettori... 😂😉
Viaggiatore858
Silver
07/11/2018 | 19:25
0
@heppynirvana supergentile! Grazie a te x la lettura 🙏🙏🙏
Viaggiatore858
Silver
06/11/2018 | 21:05
0
Ciao @Capitano1 sei troppo gentile te 🙏 grazie 1000 per la lettura! 😊 👍
Viaggiatore858
Silver
06/11/2018 | 19:08
0
@Derby ahaha grazie mille son contento sia piaciuto. Spero di aver occasione di riscrivere presto, in quanto diverte anche me...
Viaggiatore858
Silver
06/11/2018 | 19:03
0
@oreste confermo, ragazza in gamba Bella.
@toky77 @TITANO avete ragione il nome della ragazza cubana è Ginevra. Chiedo venia.
Titano, per quanto riguarda la "palude" di coca-cola, avevo fatto poi segno al bar prima di salire in camera. Al mio ritorno, quando son sceso, avevano già provveduto a pulire la zona. Anche da questi particolari si capisce che non possiamo proprio lamentarci come fruitori, poiché al Wellcum la pulizia di tutti gli ambienti è la regola! {attenzione: messaggio utente contenente informazioni a carattere pubblicitario a scopo di lucro o di sconto entrata}
Viaggiatore858
Silver
05/11/2018 | 20:26
0
Ok, grazie per le info!
Viaggiatore858
Silver
05/11/2018 | 19:27
0
@TITANO grazie. Non saprei dirti. Onestamente è possibile che abbia sbagliato il nome, data la mole di ragazze con cui mi sono intrattenuto. Ma di "minuto" c'era ben poco, se non me stesso...credimi che con il ghetto booty che si ritrovava mi avrebbe ucciso. Si professava cubana, boh...
Viaggiatore858
Silver
05/11/2018 | 18:54
0
@Angus76 grazie! Sei sicuro su Fabia? Sembrava tanto carina...
Viaggiatore858
Silver
05/11/2018 | 18:32
0
'Uaglioni, porto notizie fresche dalla toccata e fuga effettuata sul fronte occidentale. L'Austria-Ungheria sta arretrando. Vi riporto le memorie del mio diario di guerra di sabato scorso. I miei ossequi https://www.gnoccatravels.com/viaggiodellagnocca/146756/fkk-wellcum-03112018-baby-one-more-time-recensione/#c1
Viaggiatore858
Silver
05/11/2018 | 18:29
2
[Oh, baby baby...] cantava una adolescente Britney vent'anni fa. Non che fossi un suo incallito fan ma, dovete sapere, il mio fratellone maggiore in cameretta teneva dentro l'armadio, affissati con lo scotch sulle ante interne, i poster con le donnine ignude. Tra una procace Pamela Anderson e una Valeria Marini d'annata, aveva appiccicato anche un ritratto della popstar americana, e io, tredici anni e quattro peli sopra il labbro, la contemplavo sognante immortalata in quel bikini di lana: aveva tutto l'aspetto della ragazzina della porta accanto, e io bramavo ardentemente al desiderio di averne una così anche nel mio condominio di casa, affinché potesse diventare la mia possibile fidanzatina.
Rimase nient'altro che una sciocca velleità prepuberale, e difatti poi, per anni, dovetti accontentarmi della vecchia gattara scassacassi vicina di casa. Ma veniamo a noi, torniamo al presente, oggi toccata e fuga al Wellcum...
Eh già. Lo so, lo so. Sono ripetitivo e mi faccio sempre abbindolare dalla monotonia della routine. Non avrei dovuto e invece oops... I did it again! Eppure giuro che non l'ho mica fatto di proposito, passavo di lì per caso, figuriamoci se proprio io avessi la benché minima intenzione di trovarmi al posto giusto nel momento giusto. Naaah!
È che, piuttosto, ho trovato casualmente posto libero su quel maledetto divanetto accanto alla sala ristorante. Dopotutto è sempre vuoto (e, aggiungo, ci sarà pur un motivo, ndr) quindi furtivamente mi ci son spaparanzato sopra. Non l'avessi mai fatto!
Faccio per sedermici e diamine, nel mentre, mi rovescio addosso e a terra un buon mezzo litro di coca-cola. No, no, non è nervosismo, è solo sbadataggine eh, eh, eh!
Rapido sguardo intorno per verificare che nessuno abbia notato lo scempio: facendo lo gnorri, evito la pozza appiccicosa allargatasi a macchia d'olio ovunque, e mi siedo poco più in là, sulla seduta miracolata dall'esondazione, in attesa della Sua apparizione. Mi metto canticchiare.
[Oh baby, baby how was I supposed to know
Oh pretty baby, I shouldn't have let you go]
Passa una manciata di minuti, e con la coda dell'occhio eccola che La vedo arrivare. Uo oh ohh! Hype a manetta e cuore in gola! Abbasso immediatamente lo sguardo e, finto spaesato, incomincio ad osservare con interesse le fughe delle piastrelle del pavimento in sala. Notevoli, fateci caso.
La combinazione, se di coincidenza si possa parlare, vuole che Lei prenda posto proprio difronte a me e, dopo aver osservato sconcertata il disastro alluvionale che ha trasformato la zona circostante in una palude di coca-cola, gira immediatamente lo sguardo verso di me che, allegramente, tenevo ancora in mano il bicchiere ormai vuoto. Insomma, sgamato all'istante!
"Noi due ci conosciamo" proclama Colei che non ha bisogno di essere nominata invano. "Dici a me? Ah sì, sì, certo..." rispondo con improbabile distacco. Beh, ormai non posso che costituirmi, ammettere il mio patetico piano e comunicarLe le mie generalità. Dopo un rapido scambio di convenevoli e saluti, mi invita a sedermi accanto a Lei per una chiacchierata. Ubbidisco al comando e mi fiondo incollandomi al suo esile corpicino.
Tuttavia, proprio in quel momento sento librarsi nell'aria un fetore tipo di crauti, e quatto quatto entra in scena un terzo incomodo: un fustacchione austriaco, alto 3 metri, con i capelli biondo piscio, accenna anche lui per avvicinarsi alla (mia) ragazza proveniente da Marte. Anvedi sto crucco gran fio de 'na mignotta...ahò, vedi de smammà eh, che te faccio assaggià 'na pizza di quelle che ti ritrovi i denti a Caporetto, brutto zozzone che non sei altro! Il ragazzotto, dopotutto anima pia, capisce al volo che non ci sono krapfen che tengano e si dà alla ritirata. Ebbene sì, a distanza di un secolo esatto dal novembre 1918 possiamo fregiarsi di aver conquistato, oltre Trento e Trieste, pure Bucarest e Marte...e gli austro-ungarici? Muti!!
Dove ero rimasto? Ah sì, stavamo parlando di Colei che non ha bisogno di essere nominata invano: si accende una di quelle lunghe sigarette slim da donna e, con postura signorile, incomincia a far riaffiorare ricordi che prendon forma dalle nuvole di fumo che escono dai suoi polmoni. Mi meraviglio come, nonostante siano passati già alcuni mesi dal giorno del nostro unico incontro, mi ricorda con dovizia di dettagli la successione delle nostre due camere estive, come se già non fossero scolpite indelebili nella mia memoria.
E nel mentre mi accarezza delicatamente la mano: su quelle sue dita gracili ed affusolate, fa sfoggio della sua impeccabile french manicure color rosa sbrilluccicante...più che nails art, qua ci vuole il porto d'armi tanto quelle unghie sono affilate: lame talmente taglienti che la tensione è palpabile quando esse mi sfiorano la pelle.
Lei continua a raccontarmi delle sue ultime vicissitudini, e io nel frattempo contemplo in assoluto atto di adorazione la visione dinanzi a me: i suoi profondi occhi cerulei, le labbra carnose, i lunghi capelli color scarlatto, la pochette rosa antico che fa pendant con il completino di lingerie in pizzo roseo confetto. E poi quell'amabile reggipetto a balconcino, che fa da sostegno strutturale a quelle zinne che già da sole sfidano la forza di gravità, perfette cupole a tutto sesto, che in mente mi fanno esclamare "...alla faccia del bicarbonato di sodio!"
E Lei continua a sfiorarmi la mano e, abbozzando un sorriso, mi fa notare che ho la faccia di un bambino. Boh, vabbè, datemi un bicchiere di acqua fresca...ve ne prego, che tra poco il bimbo sviene. Ormai del tutto consumata, la Sua sigaretta si esaurisce e con essa il chiacchiericcio: come già avvenuto nelle volte scorse, con Colei che non ha bisogno di essere nominata invano non c'è alcuna necessità di contrattazione precamerale. Carta bianca. Ella conclude il discorso con il semplice "Sei pronto?". Oh beh, per me il ritornello può attaccare [...hit me baby one more time!]
Inutile raccontare il finale, farò la stessa sorte di quella sigaretta.
Mi darà fuoco e mi consumerà lentamente, fino a farmi diventare nient'altro che fumo e cenere.
Raccattando da terra la polvere di ciò che rimaneva delle mie povere spoglie, mi ricompongo di sostanza in un pranzo a pomeriggio inoltrato al ristorante.
Messo nel piatto due chili abbondanti di spinaci, ne mangio in gran quantità e, conscio che l'assimilazione delle proteine sta facendo subito effetto, aspetto di vedere crescere a dismisura i miei bicipiti. Rimango per un po' lì, in attesa di trasformarmi in Braccio di ferro.
Sono seduto sui tavolini alti, quelli accostati al muro. Lì è presente una lunga finestra a nastro che affaccia sulla sala centrale, e tale accorgimento risulta essere una riuscita soluzione architettonica: da questo avamposto si ha ampia visuale della fauna, e praticare il birdwatching da lì è una meraviglia. Tra un boccone e l'altro, si possono ammirare le passerotte svolazzare di qua e di là.
Una di queste, tale FABIA, dalla sala si accorge della mia attività vojeuristica, e darà alle scene ad una delle più simpatiche circostanze che mi riserverà la giornata: non so se avete mai avuto modo di vedere una sfilata di Victoria's Secret, quelle nelle quali le modelle non si limitano a sfilare normalmente, ma ammiccano sorridenti, fanno l'occhialino al pubblico e si cimentano persino in pirouette nella loro aitante camminata.
Beh, ecco, FABIA è riuscita a fare tutto ciò nel percorso dalla sala al ristorante, ed una volta entrata, non mollandomi mai con lo sguardo, mi ha augurato "buon appetito" seguito da una strana smorfia di euforia sul suo volto. Insomma, per un momento, è asciuta pazz' 'a uagliona! Se avessi potuto applaudire alla scena l'avrei fatto. Lei è giovane e davvero graziosa, una mora con l'occhietto vispo. Poco dopo ci siamo scambiati due parole con la promessa di rivederci da lì a poco, ma ahimè, purtroppo non ce ne sarà occasione di rincontrare questa bulgaretta. Peccato davvero.
Ritornato dentro in sala, incomincio a gironzolare senza sosta con in mano il mio fedele bicchiere di coca-cola. Ma non ce la faccio, è più forte di me, oggi ce l'ho in testa....
[...Show me how you want it to be,
Tell me baby 'cause I need to know now, oh because...]
L'ho già detto, sono ripetitivo e noioso. Amo la routine. E questo si rivelerà essere una criticità che inasprirà la serata: pare che proprio il bicchiere di coca-cola, mio inossidabile compagno di sventura, ormai stia profondamente sulle palle a tutti, addetti alle pulizie e soprattutto alle ragazze.
Oggi, che mi son persino munito di cannuccia, le ho mandate tutte in bestia e, nello scazzo del tardo pomeriggio, questa cagata pazzesca di ciucciare semplicemente la mia bibita, mi farà attirare l'attenzione e le ire di quasi la totalità delle presenti.
Dapprima una mi ferma e mi dice di smetterla di mangiucchiare la punta della cannuccia sostenendo che potrei farmi del male. "E chi sei? La mia mammina?" rispondo mimando una faccia da marmocchio. Un'altra insiste per poter provare a succhiare lei. Faccio finta di non intendere. Una terza, con in mano una salutare cicca, mi dice di smettere di bere coca-cola perché corrode lo stomaco. Seee, vabbè, grazie a' o cazz! Una quarta ancora, mi fa di smettere con i sorsetti ed intima di finire al più presto il mio soft drink. Ma io ci prendo gusto ad innervosirle, e quando passo davanti a loro incomincio a soffiare dentro la cannuccia facendo ribollire le bollicine nel bicchiere, e mi diverto a fissarle dritte negli occhi.
Serve poco per farle svagare: mentre tutti gli orsi si impegnano a darsi un tono da macho man agli occhi delle donzelle, basta un idiota in sala, con la cannuccia in bocca, per destare l'ilarità generale.
L'espediente funziona alla grande, ormai gli sghignazzi e le urla divertite si elevano a gran voce dai banchi dove sostano, e le minacce di morte mi giungono chiare da ogni dove. Ciò mi permette di fare conoscenza con molte di loro, prima che l'agguato di una guastafeste possa sfilarmi la cannuccia stretta tra i denti, per poi gettarla a terra:
ADANÈ, sostanziosa cubana con i capelli a mo' di Jimi Hendrix, mi invita ad assaggiare il cioccolato fondente. Leggermente intimorito dalla stazza, declino con garbo, poiché non è il caso di diventare il suo voodo child, infatti son sicuro che questa a letto mi spupazzerebbe talmente forte, che poi dovrebbero recuperarmi con il cucchiaino finita la camera.
GIULIANA, simpatica e sempre cortese ragazza, punta tutto sul suo punto forte, e con ammirevole dedizione continua ripetutamente a farmi gli occhi languidi sbattendo a più non posso quelle sue lunghe ciglia. Sento persino il refolo di vento arrivarmi dritto in faccia. Anche qui però niet.
ROXANA, chica spagnola, è conciata come una scolaretta delle elementari con le due lunghe code di cavallo a lato del viso, quasi a sottolineare la sua giovane età. Bella davvero, anche fisicamente. Solo che ha un approccio molto (fin troppo) caliente e anche qui preferisco passare.
MAYA, la cugggina di Myriam, è una biondina che mi incuriosisce non poco, carina, inaspettatamente cordiale con una buona conversazione, ma data la nomea di quel divanetto...temporeggio ancora.
C'è anche la girl from Leeds, West Yorkshire, ADA (faccio ammenda se il nome non è corretto in quanto I don't remember so well). She is a real blonde, a little bit shy, and pallidina come la cioccolata Galak. Con eleganza e regalità del tutto british, marca netta la sua differenza con le rumenine. Anche il suo social time risulta elegant and refined. Approved.
Tuttavia alla fine cedo su quella che più mi ha ispirato fiducia, ovvero BELLA. Ventisettenne anni, rumena, gentili lineamenti del viso e generoso seno naturale. Pare italiana talmente bene parla in lingua. Sarà l'unica persona durante le interviste a non alludere a riferimenti sessuali e, nel marasma generale, questa è cosa rara che devo assolutamente premiare. Ci appartiamo quindi per conoscerci meglio.
È una tipa molto intelligente, una donna matura di testa, parla con attenzione ed è molto interessata a capire chi ha davanti. In camera non mette alcuna fretta, anzi parte con un breve monologo che me la fa apprezzare ancora di più. Poi con perfetto tempismo e sincronia. parte con i baci, prima sulla bocca, poi sul collo, sui pettorali, per finire lì sotto, scegliendo la più corta tra le mie gambe. Anche i giochi seguenti cresceranno con costante intensità, fintanto che io, con desiderio tipico del lattante, potrò soffocare con totale appagamento nella beata abbondanza di quelle tette. Con piacere posso confermare che la camera è stata all'altezza delle aspettative e, seppur ne son uscito stanchissimo come rare volte capita, ringrazio BELLA per il sudore profuso. Un vero bagno. Io, che mi ritrovo grondante d'acqua dalla fronte agli alluci, mi tuffo nella doccia e, per stasera, dichiaro il mio ritiro dalle scene appendendo il pisellino al chiodo. Anche perché proprio non ce la fo' più.
Visibilmente sciupato, deperito e disidratato a gattoni vado recuperare liquidi e solidi al ristorante per una cena prima del mio rientro.
[...My loneliness is killing me ,and I,
I must confess I still believe (still believe)...]
In quel momento noto che prende posto in un tavolino Colei che non ha bisogno di essere nominata invano. Se ne sta appartata sola soletta, e allora approfitto chiedendoLe se posso fare merenda accanto a Lei. Gentilissima come sempre, mi fa cenno di accomodarmi. Una geisha questa ragazza. Lei, che pesa quanto una piuma, si schiaffa davanti a me una doppia porzione di tiramisù. che ad occhio e croce peserà uguale alla sua massa corporea, e mi racconta dei suoi progetti futuri e del probabile giorno di pensionamento. Fallo subito, ascolta a me!
Poco dopo si uniscono al banchetto una certa TARA, e alla fine pure CATARINA, che avrà modo di raccontarmi la circostanza di come si è procurata un livido sotto l'occhio, opportunamente mascherato dalla cipria. Nulla di serio o preoccupante, anzi tutt'altro, ma sta ragazza è troppo assurda per non generare simpatia. Catarina potrebbe fare il baffo persino a Courtney Love...troppo fuori! Le manca solo di tatuarsi in fronte il simbolo dell'anarchia. Dice di essersi innamorata di me dopo l'ultima camera del mese scorso – seeee ci credo proprio - e cerca di trattenermi per la serata. Memore delle peripezie coniugali subite da Kurt Cobain, e della disgraziata fine che gli ha riservato la sorte, preferisco però continuare a vivere ancora un paio d'annetti. Possibilmente in santa pace. Possibilmente celibe.
Ci alziamo dal tavolo: è tempo per me di farmi serio, ed anche di smettere di canticchiarmi in testa Britney Spears.
Colei che non ha bisogno di essere nominata invano sa già che devo andare via, e mi segue sempre con lo sguardo, come se fosse in apprensione di perdere il momento del nostro saluto. Perciò mi dirigo dritto verso di Lei per congedarmi. Sta diventando sempre più difficile salutare questa persona. Una paio di baci sulle guance, e prima che arrivi il suo definitivo addio, stringiamo il patto che questo sia solo un arrivederci per un'altra volta...un'altra volta ancora, baby...
Viaggiatore858
Silver
02/11/2018 | 19:17
2
Dato che sono stato citato da @TITANO, dico la mia, e posso solo confermare quanto già detto da lui e dagli altri utenti che hanno speso parole positive sullo stato attuale del Wellcum.
La mia impressione ovviamente si limita a questi ultimi mesi, non avendo esperienza diretta per fare un paragone con gli anni passati, ma mi sembra ingeneroso nei confronti dell'attuale gestione affermare addirittura che sia un posto dove non si può proprio entrare.
Non conosco personalmente il signor Cristiano ma ho avuto modo di incrociarlo un paio di occasioni in reception, persona cordiale e alla mano, nonchè l'ho visto piu volte nel ristorante ad intrattenersi con i clienti per tastare gli umori e consigli. Insomma...la Direzione c'è e il locale secondo me viaggia a gonfie vele attualmente,
Per quanto riguarda il discorso ragazze, che è sempre soggettivo, vi invito a leggere con attenzione la considerazione fatta qui sopra da @ermes3: non sono automi, fanno, comunque la si veda, un lavoro psicologicamente difficile da gestire...
Ebbene, ricordiamocelo, facciamo le critiche quando servono, ma portiamo anche rispetto per la generalità delle persone che lavora lì dentro. Facciamo uno sforzo e mettiamoci anche nei panni degli altri, perchè ci scommetterei tutto quello che volete che questi leoni da tastiera, se fossero donne, con un mestiere del genere andrebbero completamente fuori di testa e probabilmente non durerebbero più di un giorno a lavorare lì dentro...
Viaggiatore858
Silver
24/10/2018 | 14:20
1
@ermes3 grazie, sempre molto gentile! Se c'eri anche tu, direi che quasi sicuramente ci saremo incrociati...peccato non conoscerci, avremmo potuto scambiarci qualche impressione sulle ragazze.
Com'è andata a te la giornata invece?
Viaggiatore858
Silver
24/10/2018 | 14:19
0
@Capitano1 @heppynirvana grazie ragazzi 🙏
Viaggiatore858
Silver
22/10/2018 | 18:43
2
A' belli! Vi lascio la mia ultima fatica letteraria a seguito della mia salita ad Arnoldstein. Colpi di scena assicurati. Se avete piacere di leggerla (e se riuscite a trattenere le lacrime) eccovi il link. Saluti
https://www.gnoccatravels.com/viaggiodellagnocca/146331/fkk-wellcum-20102018-lacrime-gioie-e-drammi-al-luna-park-recensione/
Viaggiatore858
Silver
22/10/2018 | 18:41
7
La mia navicella spaziale era di un colore blu cobalto metallizzato. La carrozzeria esterna era tempestata da una miriade di lucine colorate che si accendevano ad intermittenza. Un orgasmo cromatico che si univa a festa con la musica assordante del luna park. Ricordo ancora vividamente il suono stridulo del clacson quando premevo con veemenza quel bottoncino rosso che stava sul cruscotto, appena accanto al volante. Un volante che peraltro, nonostante il mio fantasticare, girava sempre a vuoto, non facendomi mai distaccare dall'ossequioso moto di rotazione circolare che la navicella intraprendeva sulla giostra. Eppure, la sensazione di euforia che derivava dall'esser sopra a quel sedile era pari, per intensità, solo a quella di disperazione quando una volta suonata la campanella veniva segnalata la fine del tuo giro. Oh, i pianti e i singhiozzi...avevo pressappoco 5 o 6 anni, e mio padre che, portandomi con i piedi a terra, mi ricordava inflessibile che si trattava solo di un giro di giostra per l'appunto. Nulla di più...
Ragazzi, io vi avverto sin da ora: non leggete questa recensione se vi aspettate la classica recensione. Pertanto portate pazienza e scordatevi valutazioni alle ragazze col numeretto da 1 a 10, niente fantacalcio, e niente lunedì della gazzetta. Si parlerà persino in maniera marginale di sesso, figuriamoci se stilerò liste di sigle o classifiche. E mi rivolgo in particolare a coloro che vivono nelle bolle di sapone...guardatevi bene dall'andare oltre nella lettura, credetemi, affinché i vostri "giri di giostra" possano continuare sereni e spensierati come lo son sempre stati. Io vi ho avvisato eh! Orsacchiotti mezzi salvati...
Oggi il discorso per una volta cercherà pian pianino di farsi serio, in quanto per me, giunto alla terza puntata, è ora di tirare una mia prima somma complessiva da questa esperienza.
Per gli impavidi che hanno deciso di continuare con la lettura: comprate pure il sacchetto di popcorn, munitevi di gettone alla cassa, e scegliete la vostra navicella. Si parte. DRIIIIIIIIIIN!
Dio che fastidio! Non ci sarà nulla da fare, quel maledetto filo di mal di testa con cui mi sveglierò al mattino mi perseguiterà per tutta la giornata. Mancanza di adeguato riposo ahimè. La notte non è stata affatto rigeneratrice.
Comunque, l'insperato tepore di questo sole d'ottobre mi convince ad approfittare della bella giornata e, messo in conto che questo è l'unico weekend libero del mese nel calendario, lo riservo a quello che sta diventando il mio estemporaneo parco dei divertimenti...che Wellcum sia!
L'arrivo ai cancelli è tatticamente organizzato molto presto. Giunto poco dopo mezzogiorno, l'intenzione è quella di evitare il bagno di folla e le file per le attrazioni, cosicché possa scegliere con estrema calma le mie giostre preferite.
Appena messo piede in sala, il primo senso che si attiva è l'olfatto. Data l'ora, ancora poche sono le ragazze presenti, eppure i primi profumi che veleggiano nell'aria, note di vaniglia miste a bergamotto, mi rimembrano come se non lo sapessi dove sono. E giusto per non farci mancare nulla, tempo cinque secondi ed anche all'udito giunge un benvenuto con l'inconsueto e del tutto inaspettato "ammmore dove vai?". Mi giro, e dinanzi a me vedo una spilungona mora, su trampoli da circo e babydoll nero, che mi fissa dall'alto al basso. Carina, per carità. Eppure fa un po' di soggezione vista da qui sotto, livello pavimento, e dato che appena entrato preferirei prendermi un po' di tempo, le rispondo rammaricato "eh...si è fatto tardi, sto tornando a casa". La tipa non coglie il sarcasmo della mia risposta, la prende sul personale e mi congeda con un soave "ma vai a farti una sega!". Okkkk grazie mille! Annoto il consiglio: mi sa che La Sega è il nome di qualche nuova attrazione appena inaugurata che ancora non ho avuto modo di provare. Magari più tardi provo a cercarla...insomma si parte alla grande!
Nel frattempo però mi dirigo al ristorante per pranzare: compongo il mio piatto e prendo posto ai tavoli fuori in giardino. Mi metto al sole nella speranza invana che il mio mal di testa passi presto insieme alla fiaccaggine che mi porto appresso.
Finita la mia seconda portata, una notevole frittura di patate su letto di crema al ketchup, sbadigliando rientro dentro e con compostezza mi stravacco sul primo divanetto vuoto.
Con gli occhi appannati dal sonno postpranzo cerco di darmi uno sguardo intorno. Direi che il livello delle ragazze sia piuttosto alto, ma nonostante questo, declino garbatamente le prime proposte. Attendo pigramente qualcuna che sappia farmi uscire dal mio stato di intorpidimento psicofisico. Sbadiglio.
L'attesa non è vana, ed ecco che dal fondo del locale, direttamente dalla Casa degli Orrori, sbuca una gatta dalla penombra: appare CATARINA nella sua aitante ed agile camminata. Top e mutandine viola mi fanno provare un tale brivido di paura che fulminante sarà il coccolone. Io, probabilmente dotato di poteri da rabdomante, sento già che sta venendo da me. E cosi è. Più si avvicina e più sento il flusso sanguigno rigonfiare le mie vene e rimpolpare i muscoli.
Arrivata a mezzo metro dalle mie gambe, mi si siede sopra voluttuosamente senza particolari cerimoniali o gesti di invito. Ma a lei tutto è concesso, e di ciò ne è perfettamente consapevole. La saluto "Buongiorno Catarina, ti ricordi di me?". Dopo un primo sguardo perso nel vuoto dell'Alzheimer, le riaffiora la memoria "sei il ragazzo dei baci?!....oh, sei stato tanto un bravo ragazzo quella volta...". Non so se in questi luoghi l'appellativo bravo ragazzo sia da considerare una medaglia al merito, ma io appendo i gradi al petto, e lo prendo come un complimento. Ricordava bene il mio estenuante discorso del mese scorso per ottenere il french kiss, e questa volta, senza che proferissi parola a riguardo, mi propone "se saliamo in camera possiamo anche baciarci...". Beh, il mio primo gettone spetta a lei in quanto il divertimento è assicurato alla Casa degli Orrori, ma le faccio notare che dovrà darsi parecchio da fare in quanto oggi sono stanco come un cadavere. Mi risponde che anche lei è una mummia poiché ha dormito poco e soffre ancora della sbornia della sera prima. Ci facciamo forza a vicenda allora: ci arrampichiamo sulle ripide scale della Casa, entriamo nella nostra alcova e serriamo la finestra per nasconderci dai raggi del sole. Ci distendiamo accovacciati ed abbracciati: per quella mezz'oretta ci schiacciamo un bel pisolino.
Parto subito col sonnecchiare. La fase di addormentamento è caratterizzata dal rilassamento dei muscoli e dal rallentamento del battito cardiaco. Nelle prime immagini oniriche che mi appaiono, vedo lentamente scomparire parti anatomiche del mio corpo dentro le morbide fauci della gatta. Strani davvero gli incubi certe volte.
Ben presto si presenta la fase rem: il flusso sanguigno, l'attività cerebrale e la respirazione aumentano gradualmente. I sogni diventano sempre più nitidi e i cambi di posizione in letto si susseguono sempre più freneticamente. Non so come, ma più il piacere sale e sempre più mi rendo conto di essere dentro alla mia stessa allucinazione. Stringo gli occhi con tutta la mia forza, l'illusione deve continuare e non posso svegliarmi proprio ora. Sento la gatta sopra il pube. Mi afferra con gli artigli sulle spalle e cerca di mordermi al braccio, ma proprio sul più bello, non resisto più e trac! spalanco gli occhi. Il sogno svanisce e ci risvegliamo entrambi più stanchi di prima.
La gatta, CATARINA, oltre ad essere figa all'ennesima potenza, ha un carattere estremamente brioso, tipico di una persona che non si fa certo molte preoccupazioni. Anzi vive la sua professione con estrema disinvoltura come poche altre lì dentro. Nulla è peccato per lei. Mi azzarderei quasi a dire che abbia trovato il suo habitat naturale e riesca ad unire l'utile (guadagnare il companatico) al dilettevole (fare la pazza). Scendiamo giù e ci salutiamo quindi nella zona delle cassettine.
Ed è proprio lì che scorgo in lontananza DARIA. É nella Casa degli Specchi dietro una vetrata, e non avrà modo di vedermi da lì, ma oddio, per me è un tuffo al cuore. Apro per lei una parentesi di "riflessione". È decisamente la persona migliore che abbia conosciuto in questo posto e di gran lunga la donna più matura con cui abbia avuto modo di conversare. Nonostante i suoi 23 anni, io che ne ho quasi 10 più di lei, mi son sentito un 13enne al suo cospetto. Cristo, vivo già di ricordi. Ricordo la prima volta che venni al Wellcum, questa estate, e la sera quando ne uscii, dopo il suo lungo saluto di addio, mi dicevo tra me stesso "cazzo, se questa ragazza riesce ad esser talmente buona e gentile qui dentro allora ha vinto tutto...deve essere sicuramente una brava persona". Le ho augurato il meglio. Ricordo anche che dapprima, dopo la prima stanza con lei, mi prese da parte, mi guardò dritto negli occhi ed incominciammo a parlare delle nostre vite, su come eravamo capitolati lì e delle nostre speranze per il futuro. Nulla di artificiale: svestiti mettevano a nudo per un po' anche le nostre anime. Una manciata di minuti con una perfetta sconosciuta, quattro chiacchiere e due sguardi per capire chi avevamo l'un l'altro di fronte. Cose belle che capitano di rado. Ma delle cose belle è meglio non abusare, e certamente oggi non è giornata, sarebbe inutile tentare di raggiungerla per salutarla. Il labirinto e gli specchi deformanti della Casa mi farebbero sbattere contro i miei stessi ricordi. Mi volto in fretta e vado a riposarmi poiché il mal di testa continua imperterrito ad attanagliarmi. Anzi incomincia persino ad aumentare.
Provo a rilassarmi sul lettino nell'area relax, ma i pensieri viaggiano veloci nella mente girando in tondo a rincorrersi come sui Seggiolini Volanti, e io mi sento sempre più uno straccio a stare su questa giostra, mi fa girare la testa.
Non serve a nulla il riposo, dopo un'ora rientro in sala, mi prendo il solito bicchiere di gin-cola senza gin ed osservo gli altri visitatori accorsi al luna park. Prendo posto su una cabina della Ruota Panoramica per una migliore visuale dall'alto.
Laggiù ci sono parecchi bambini di 60-70 anni. E non esagero, l'età media nel locale è molto alta stasera. Anzi, ora che ci penso, probabilmente io sono uno tra i visitatori più giovani.
Peccato però che sono io quello malconcio manco fossi sul letto di morte, ma questo le ragazze non lo sanno e vengono da me in costante processione ad illustrarmi le loro attrattive e a propormi i loro dolciumi, per lo più dei lecca-lecca fatti in casa da quanto lasciassero intuire. Ad un tratto nel giro di tre minuti di orologio mi si propongono addirittura tre di loro in perfetta successione, come i re magi. Alla quarta che si presenta, allargo le braccia, e con sorriso serafico invoco la pace. Mo basta eh! Manca poco alla minaccia di iscrivermi ad arcigay. Al che, anche questa fanciulla mi invita caldamente a farmi questa celeberrima Sega. Hey! Heey! Questa cazzo di giostra, La Sega, l'ho già cercata dappertutto, ma non esiste nessuna cazzo di Sega al Wellcum!! Basta prese per il culo ok?!?
Insomma, mi nego, come si negava la più figa della classe ai tempi delle superiori.
Ma un motivo di tale riluttanza c'è. Preservo le mie energie per un giro sulle Montagne Russe...o rumene, che fa lo stesso. Di biglietti ne ho già comprati due, e mi sono piazzato a pochi metri dietro da colei che mi sembrava la più fifona di tutte, AYSHA. Memore del rapido scambio di battute al vetriolo avute con lei lo scorso settembre, già immagino gli alti e i bassi che si possano generare. Infatti, ammetto con tutta onestà che la curiosità di conoscere meglio questa giovane ragazza mi è rimasta intatta sin dalla mia puntata della volta scorsa.
Lei, AYSHA, si volta un paio di volte, e mi fissa. Io ricambio con la stessa espressione di Al Pacino nel film Il Padrino quando gli appare Apollonia, la ragazza sicula in quel di Corleone: le faccio occhi di pietra e sguardo d'assassino.
Alla terza volta che gira il capo in cerca di un mio segnale di intesa, la invito ad avvicinarsi a me con gesto da boss mafioso. Ecco dunque che mi domanda subito se voglio andare su. Io temporeggio e me la tiro "a fare cosa?". La contrattazione volutamente da parte mia si fa lunga, e cerco di scavare il più possibile a fondo nel suo carattere fin troppo serio, se non a tratti ostile. La scorsa volta il suo approccio difatti non era stato proprio cortese, e lasciai perdere. Oggi invece mi si presenta tutta dolce e fuffosa con in mano il bastoncino dello zucchero filato. Le domando con buona dose di paraculaggine "sei sicura che ti piaccio? La volta scorsa mi hai detto che ero brutto e che non mi baciavi...". Ovviamente esageravo nei toni e nei termini (sono un figo della madonna, ndr), e tanto non si ricordava nulla dell'episodio, ma mi assicura che non era vero che ero brutto. He he, che conquiste! "quindi mi baceresti?" insisto. Lei dice tutta boriosa e seccata che qui non bacia nessuno, e che solo se due persone stanno insieme dovrebbero baciarsi. Non che la giovinetta abbia tutti i torti, ma continuo a giocare e le faccio "beh...qual è il problema? Se ti piaccio, vestiti, usciamo di qui e stasera ti offro una pizza...poi ci fidanziamo. O preferisci rimanere qui in compagnia di qualche vecchietto??".
Finalmente un mezzo sorriso le illumina il volto, ed era ciò che aspettavo prima di concedermi la corsa con lei. Rilancia per un extra 50 baci, ma le faccio di no. L'interminabile negoziazione finirà con una via di mezzo. Finalmente prendiamo posto sui sedili della carrozza ed incominciamo la salita sull'ottovolante.
AYSHA difatti è alti e bassi, brevi discese e lunghe salite. Parte veloce per poi pian piano rallentare bruscamente. Il suo umore purtroppo però non decolla mai, anzi si spegne proprio in cima alla vetta ed onestamente ciò ha influito notevolmente nella riuscita della camera. Sia chiaro, lei è stata di parola ed ha mantenuto fede a tutto quanto prima pattuito. Il suo splendore da immacolata concezione lascia d'incanto, ma a volte la bella presenza non basta. Piuttosto serve esserci. Alla fine, vedendomi un po' scuro in volto, sembra quasi dispiacersene. Da una parte mi sento sfinito, il mal di testa a tratti diventa lancinante, ma dall'altra parte mi rendo conto che tutta la mesta seriosità della ragazza semplicemente sia dovuta al fatto che questo non è proprio il suo posto. Questo mi rattrista non poco.
Potrei sbagliare, ma ormai sono abbastanza sicuro che dietro il suo carattere scontroso nasconde molto più di quello che dà a vedere. Glielo vedi scritto in faccia che un pesce fuor d'acqua, troppo piccola per girare da sola tra le insidie di questo parco giochi, e nulla ha da spartire con le altre ben più navigate. Spero per lei che riesca a prendere ben presto altre strade, i soldi non sono tutto nella vita, considerando poi che i suoi 20 anni nessuno glieli tornerà indietro...e quelli certo non si potranno più ricomprare con le banconote profuse dai bambini ottuagenari.
Provo a farle qualche domanda più seria, vorrei metterla in guardia, ma mi mordo la lingua: meglio non esagerare con le lezioni di vita, non saprei proprio come lei potrebbe reagire a qualche parola fuori posto, e questa non è certo la situazione ideale per farle da psicanalista, o tantomeno per leggerle il futuro sulla mano.
Faccio per lavarmi in doccia e lei a sua volta mi domanda se avessi la ragazza. La guardo negli occhi e, in modo sconsolato, le rispondo "assolutamente no". Breve pausa di silenzio. "È più di un anno e mezzo che non ho più la ragazza, e figuriamoci se venissi a fare lo scemo qui con te". Infatti ci avevo scherzato per più di mezz'ora con lei se volesse essere la mia fidanzatina, e poi mi chiede se stessi tradendo qualcuno? D'accordo, siamo tutti consapevoli delle consuetudini extraconiugali all'ordine al giorno qui dentro, ma credo che nelle sue domande ci sia la perfetta conferma di quanto sia già disillusa dal genere maschile. Ora so cosa pensava pochi minuti prima, chi immaginasse di avere difronte durante la nostra camera, dove volava con la sua mente assente com'era.
Bella mia, vengo qui con animo leggero e con la coscienza a posto, ma sapessi quanto io sono altrettanto disilluso dal genere femminile, che potrei perfino raccontarti delle prostitute, quelle vere, che trovi fuori dai bordelli. Quelle che se potessero, oltre al corpo, si venderebbero pure l'anima al diavolo. Lascia perdere, alla tua tenera età dovresti pensare a ben altro, a sognare ad occhi aperti ed innamorarti, che poi, se non si sta ben attenti, col tempo finiresti ad incattivirti nell'animo e perderesti con troppa fretta tutta l'ingenuità della tua giovinezza.
Il treno rallenta terminando il suo percorso, alziamo le protezioni dei sedili e scendiamo giù con i piedi ben saldati a terra. Fin troppo direi.
Ormai è ora di cena e non so proprio se proseguire la mia visita. A parte il velo di tristezza che mi ha segnato la serata, non sto per niente bene fisicamente. Il sonno reclama riposo e il volume della musica sta diventando insopportabile all'udito. Provo a mangiucchiare qualcosa in attesa di capire se il mio corpo possa sostenere in sicurezza il viaggio di ritorno in notturna. Ma persino lo stomaco incomincia a brontolare.
Nel mentre vedo SABRINA che, dal tavolo accanto al mio, mi lancia delle occhiate che non lasciano spazio a fraintendimenti. Sta giocando al Tiro a Segno e, tentando di centrare il mio cuoricino, aspetta di ricevere il suo premio, uno di quegli enormi peluche a forma di orsacchiotto.
Oh, mia cara, sapessi quanto sarebbe fantastico fare un giro con te sull'Autoscontro. Metterei persino da parte tutto il mio romanticismo per un attimo, giusto il tempo di darti una bella botta sul tuo paraurti. Ma la sensazione di euforia stasera è completamente esaurita, e preferisco ammettere tutto questo a me stesso. Le luci del luna park non sortiscono alcun effetto al momento, inutile fingere, per stasera basta così con l'illusione. Dopotutto anche con te, cara, si tratterebbe solo di un giro di giostra per l'appunto. Nulla di più...
Viaggiatore858
Silver
15/10/2018 | 17:44
0
@TITANO severo ma giusto! La tua reazione al comportamento di Medea è apprezzabile. Comunque, guardando il bicchiere mezzo pieno, direi che alla fine non ti sia andata malaccio: una spagnola 'aggratis, seppur mignon, non credo sia proprio da buttare con questi chiari di luna...
Grazie per la condivisione
Viaggiatore858
Silver
02/10/2018 | 20:38
0
@TITANO Fintanto che mi caccerò nei guai in queste strane e losche esperienze, e soprattutto se ne trarrò lo stesso attuale divertimento a scriverne, cercherò di non mancare nell'invito a raccontarle qui. 👍
Viaggiatore858
Silver
02/10/2018 | 14:26
0
@Angus76 team saletta relax 4ever! 👍😂
Viaggiatore858
Silver
02/10/2018 | 14:23
1
@Thomas791 Grazie. Fai conto che hai una piscina esterna non coperta utilizzabile se non sei freddoloso. L'acqua comunque è riscaldata. Il problema semmai è nel momento in cui esci...l'escursione termica potrebbe far rimpicciolire il pistolino ed esporre a brutte figure con gli altri orsi. Per le ragazze invece non mi preoccuperei, tanto per loro più la taglia è mignon e più ti preferiscono. In alternativa c'è anche una jacuzzi interna ma non l'ho provata. Vai e goditela.
@Derby @nonsonobradpitt @Capitano1 @original-sin grazie ragazzi, appena organizzo l'addio al celibato giuro vi faccio sapere, in quanto offrirò da bere a tutto il locale, e poi, a chi vorrà, farò fare un sgommata sulla Fiat 500 dentro il parcheggio del Wellcum!
@ermes3 grazie per i complimenti. Ogni tanto bisogna saper sdrammatizzare certe situazioni e riderci su. Alla fine bisogna divertirsi con animo positivo in questi posti. Mi raccomando, affrettati anche te a tornare ad Arnoldstein...
@TITANO grazie mille, però, ti prego, non mi lasciare con i puntini di sospensione...quale sarebbe il motto??
Viaggiatore858
Silver
01/10/2018 | 19:13
3
Egregi, se avete piacere e tempo di leggervi un paio di righe, vi lasciò il resoconto della mia seconda visita al Wellcum. C'è pure il finale a sorpresa con lieta notizia. Salutoni a tutti!
https://www.gnoccatravels.com/viaggiodellagnocca/145774/fkk-wellcum-sabato-29-settembre-2018-visita-al-wellcum-per-la-mia-mamma-recensione/
Viaggiatore858
Silver
01/10/2018 | 19:08
6
Cara Mamma, non so se avrai modo di leggere questo messaggio, ma quello che mi preme dirti è di non temere. Non temere perché sto facendo il possibile per realizzare il tuo sogno. Sì, prima o poi vedrai tuo figlio sistemato, felicemente sposato con prole a seguito, cosicché potrai finalmente annunciarlo a tutte le tue amiche. Sono solo alla ricerca della ragazza giusta. Abbi fede, porta solo un briciolo di pazienza...
Le promesse son promesse, e l'unica persona a cui non è possibile venir meno alla parola data è proprio alla mamma! Pertanto, avendo appreso con piacere dell'ultimo servizio clienti offerto dal Wellcum, il cosiddetto "Wedding Planning", prendo la palla al balzo e questa volta, se va bene, penso proprio di poterle fare la tanto sospirata sorpresa. Infatti, per chi non ne fosse ancora venuto a conoscenza, il nuovo pacchetto offerto a noi clienti è molto semplice e per certi versi molto conveniente, soprattutto per chi lungimirante volesse investire sul futuro, piuttosto che accontentarsi della solita misera mezz'oretta in camera: in sintesi, compri un automobile > porti in dono le chiavi del bolide alla ragazza prescelta > proposta di matrimonio > mamma felice! Che dire, affrettatevi! Io ho optato per una Fiat 500 Lusso color rosso fiammeggiante del 1965, ho preparato le partecipazioni e, rose rosse alla mano, mi sono diretto tutto impettito per la mia seconda visita al Wellcum.
Purtroppo, l'emozione e tutto l'entusiasmo per l'imminente dichiarazione saranno destinati a scemare bruscamente da lì a poco. Eh già...la volta scorsa il mio cuore palpitante era stato rubato da quella ragazza dai capelli rossi, ma ora immaginate il mio sconforto quando entrando nel locale non la vedo! L'ho cercata dappertutto! Ahimè, ho fatto i conti senza l'oste: la mia futura dolce metà risulta essere ufficialmente in ferie. Disperazione. Che sia già in viaggio di nozze?...che qualche bellimbusto abbia giocato d'anticipo? La vita è solo dolore. Avvilito gettò via le rose tra i cespugli. Appassiranno lentamente nel passato, assieme ai miei sentimenti e tutti i ricordi. Ragazzi non fate come me, ve lo ripeto, AFFRETTATEVI!
Chi glielo va a spiegare tutto ciò alla mamma? Come potrei tornare a casa senza una consorte da presentare? Non posso cedere all'abbattimento morale e subito mi metto alla ricerca di un'altra donna per me, fatta apposta per me.
Questa volta essendo arrivato tardi in serata, pressapoco all'ora di cena, devo dosare con maggiore scrupolo il fattore tempo rispetto alla mia prima visita del mese scorso, che difatti era stata beatamente segnata all'insegna del cazzeggio e dell'ozio più totale tra una camera e l'altra. Pertanto stasera le numerose interviste alle ragazze si susseguono in maniera spedita. Da ciò che si è potuto evincere, dopo un oretta buona di casting, è che per quasi la totalità delle aspiranti al velo bianco il bacio alla francese non sia pratica concessa prima del matrimonio. Si sa, le tradizioni bisogna rispettarle per quanto bizzarre o assurde esse siano, ma d'altro canto bisogna pur apprezzare il valore della castità di questi tempi. Insomma ormai è cosa rara, ed è bello trovare delle brave e pudiche ragazze anche nel 2018. Mi avvicino con fare amichevole alla ragazza che più mi aveva colpito.
AYSHA (spero di non sbagliare il nome) è seriamente molto bella. Lineamenti del viso morbidi e gentili, così come lo è il suo splendido corpo. Direi con tutta probabilità una tra le più giovani nonché graziose del locale.
Tuttavia tutta la dolcezza che emana il suo aspetto acqua, sapone e borotalco viene affievolita non appena le si proferisce parola. Probabilmente infastidita da qualcosa che immagino le sia capitato prima di me, risulta in quel frangente poco cortese e poco incline a chiacchierare. Cerco di rompere il ghiaccio con qualche battuta, ma niente, il broncio le rimane. Seppure alla fine mi è stato proposto l'invito a salire in camera, e nonostante la ragazza mi piacesse un sacco, al momento non me la sentita di portarla su con quel bad mood. Cerco quindi approdo su altri lidi, un porto più sicuro.
Peccato che l'alternativa, che nella mia testa doveva essere la meno rischiosa, si rivelerà un vero e proprio naufragio. Infatti lasciata la sobrietà angelica di Aysha, mi lascerò tentare dalla procace presenza di REBECCA, ragazza ventisettenne libanese conosciuta poco prima. Io, che credo fermamente nelle teorie antropologiche lombrosiane, avevo già capito che questa ragazza era tutto fuorché una scelta che ispirasse totale fiducia, ma ho voluto tentare la sorte, conscio e rassicurato che comunque per la prima camera valesse la pena di arrischiarsi su qualcosa di più azzardato. Quindi prima della salita, mi sincero di arte e parte della sua offerta. Chiedo a REBECCA cosa sa fare, e lei risponde con l'intramontabile "tutto quello che vuoi amore". Non resisto alla tentazione e controbatto sognante "perché, saresti disposta anche a sposarmi allora?". Presa alla sprovvista si difende con un laconico "dipende...". Bando alle ciance, il FK lo fa solo dietro compensa, e facendole notare che tale pratica non dovrebbe essere considerata extra (da quanto mi risulta, o lo fai o non lo fai) borbotta qualcosa in inglese facendo finta di non aver capito e, alla fine della fiera, ci accordiamo per lo standard di mezz'ora senza bacini.
Si sale su per la scalinata, ma la camera che ci attende sarà vuota, senz'anima e senza cuore. Anonima. Il suo atteggiamento alquanto bipolare. Appena entrati non si doccia in quanto, da quanto asserisce, dice di averlo già fatto prima. Tira fuori il cellulare e, volume a bomba, mette su un'improbabile canzone tecno-mediorientale. Più che atmosfera da Le Mille e Una Notte, sembra di essere dal kebabbaro sotto casa in attesa di essere servito dei falafel ordinati. Vabbè. Ritarda qualsiasi approccio e contatto fisico a favore di prolungati sguardi lascivi che perlopiù facevano urlare alla disperazione per il basso livello di recitazione. Il BJ è durato una manciata di secondi, tempo di lamentarsi per un fantomatico infortunio al pollice, portandosi la mano al petto in segno di dolore. Diceva che non poteva proseguire con tale pratica. Te pareva...! Con estrema calma assecondo l'invito a proseguire con l'atto vero e proprio, e con animo mesto e silenzioso prendo le redini della situazione. Da allora il leitmotiv della camera sarà il reiterato ed asfissiante "su dai vieni amore": qui in occidente non abbiamo la scimitarra, ma non concedendo ulteriore pietà, la spada nella roccia la farò rimanere conficcata dentro per tutta la mezz'ora ad onorare quanto pattuito, fintanto che al momento della mia esplosione grido con tutta forza Allah akbar!!
Diamo a Cesare quel che è di Cesare: REBECCA è una ragazza molto bella, incline a proporre e sperimentare anche le più stravaganti posizioni del kamasutra, ma al di là di ciò le sue qualità terminano qui. Oltre c'è il vuoto cosmico, purtroppo anche come persona non mi è piaciuta. Arrivati ai piani bassi, col naso dentro il portafoglio, ha il coraggio di domandare persino il regalino...[…] se ne andata senza salutarmi, ma sono sicuro che tanto anche a mia mamma non piacerebbe. E badate bene che solitamente a mia mamma stanno simpatiche tutte le persone...
Tornato quindi scapolo, posso finalmente dedicarmi allo scopo principale per cui tutti noi veniamo al Wellcum: dormire nella saletta relax. Nell'oscurità della sera entro in punta di piedi e prendo posto in un lettino. Accanto a me un signore sulla settantina, forse anche più, in posizione supina, occhi chiusi e mani sul petto in preghiera rimarrà immobile per tutto il tempo che son rimasto lì dentro.
Deve essere qui che portano i corpi esanimi quando i giochini con le giovani fanciulle finiscono in tragedia e diventano fatali ai deboli di cuore.
Passata una ventina di minuti, lo lascio riposare in pace, faccio il segno della croce ed esco in riverenza.
Allorché, provo l'ebbrezza di una bella nuotata rigenerante in piscina col ciccino di fuori...fantastico! Non contento poi vado ad aprire tutte le porte della sauna, manco fossi un bambino di tre anni che ha imparato ad aprire gli sportelli di casa...era giusto per testare sulla propria pelle la vampata di calore che ne usciva. C'è chi si diverte con poco e io decisamente sono uno di quelli! Infine vado a spizzicare qualcosa in ristorante prima di fare il ritorno in scena alla ricerca di Cenerentola. Ormai manca quasi un'ora a mezzanotte.
Solito schema: calice di coca-cola alla mano, ricomincio il mio pellegrinaggio in sala in previsione dell'ultima camera. In cima alle mie preferenze tuttavia rimane la precedentemente citata AYSHA. Oh, beh, io una così me la sposerei. Ha quell'aria che vagamente ricorda Joey Potter, e mi domando chissà se mai potessi essere io il suo Dawson. Proprio come nella telenovela, ad ogni modo non deve essere la serata giusta per me con lei, poiché la vedo già occupata ad intrattenere un signore molto più anziano di lei. Forse è lo stesso che prima dormiva accanto a me e di cui incautamente mi schernivo. Mai sottovalutare l'esperienza di un vecchio orso...deve essere resuscitato all'odore della carne fresca.
Quando ormai stava per sopraggiungere l'ansia causata dall'inesorabile passare dei minuti, vedo sfrecciarmi davanti un gran pezzo di figa.
Passatemi il francesismo ma è dannatamente figa. Dapprima la studio da lontano. Se ne passa una buona mezz'ora a sgattaiolare per la sala ignuda come mamma l'ha fatta, mettendo in bella mostra le sue grazie che con estrema facilità vincono a mani basse ad un banale confronto con quelle delle altre pretendenti in loco.
Ma la sua particolarità non sta solo nel fisico snello e ben proporzionato, bensì è quell'aria da bohémien che sfoggia con naturale attitudine: incomincia ad urlare di gioia ad ogni attacco di nuova canzone del dj, ogni due per tre fa uscire la sua lingua e la fa vibrare a mo' di serpente senza un apparente ragione, e come se non bastasse si mette a ballare da sola, o con ogni persona o cosa inanimata che le capitasse a tiro.
Per me gli elementi in esame sono abbastanza da destare preoccupazione e, per sincerarmi da vicino di quali problemi psicologici soffrisse la ragazza, alzo il sedere incominciando a ronzarle attorno. Provo ad attaccare bottone vicino al distributore delle bibite, ma subito sfugge via nell'impeto della musica. Per Dio, capisco al volo che il savoir-faire poco funziona con questa tipetta tutto pepe, quindi poco dopo tento l'approccio in stile Tinto Brass col pizzicotto a tradimento sulla natica mentre stava vagando senza una meta precisa nei pressi del cinema. Al che tira un urletto e si volta di scatto accennandomi un sorriso furente. Mantengo un certo aplomb, come a dirle "non sono mica stato io", e mi dileguo a gambe levate lontano dal luogo dell'oltraggio. Tuttavia non la mollo mica, e appena la vedo sedersi appartata vicino ai divanetti zona ristorante accendendosi una sigaretta con aria da donna vissuta, mi siedo accanto a lei e comincio a fare il moralizzatore per vedere come reagisce.
"Fumare fa male" le dico. "Anche scopare fa male" controbatte senza troppi fronzoli. Così, da lì a poco, la discussione degenera in un accattivante e spiritoso diverbio verbale.
Si chiama CATARINA, ventidue primavere da Bucarest, capelli mori e due occhi azzurri come il ghiaccio che possono uccidere se malauguratamente qualcuno si azzardasse a fissarli per più di un paio di secondi consecutivi. E io sono già perso per quel suo sguardo da rebel girl.
Più parliamo e più la disputa si fa a giochi di parole che diventano fendenti atti a dimostrare chi dei due è quello più fuori di testa. Io ho già scelto lei, e come mia consuetudine, tiro dritto, domando cosa ne pensa dei baci. Per me il diniego del FK non è causa di veto assoluto sulla ragazza, ma in camera lo ritengo un piacevolissimo intercalare tra "pause" e "musica", riescono a creare "dinamica" e "ritmo".
Mi risponde che non lo fa, ma non demordo e tempo cinque minuti di simpatica ed estenuante chiacchierata riesco a convincerla per l'all inclusive...e non mi ha nemmeno chiesto extra. Oh yeah! Cinque alto per la Katerina! Tra l'altro, proprio in quel frangente si intrufola nella discussione CAMELIA, da me conosciuta con piacere lo scorso mese, e dopo avermi salutato con l'affetto e il buon animo che la contraddistingue, mette un'ulteriore buona parola sul mio conto.
Ormai siamo a cavallo. Nella frizzante atmosfera che ormai si è creata, la proposta del ménage à trois con entrambe, più che una opportunità, è un dovere a cui assolutamente non potevo certo tirarmi indietro. Letteralmente non stavo più nella pelle, tanto più poi al pensiero di comunicare a mia mamma che non ne ho trovata una sola, bensì due mogli con una fava. Quanto sarebbe fiera di me.
Ecco, la camera è stata stupenda.
L'accoppiata CATARINA/CAMELIA, ragazze diametricalmente opposte sia fisicamente che caratterialmente, funziona che è una meraviglia. Più che al Wellcum, mi è parso di ritornare ai tempi delle scuole superiori, quando i cosiddetti viaggi d'istruzione diventavano il preludio per il finimondo dentro le stanze d'albergo. Pareva di giocare a Twister, tale è stato il divertimento e le risate a seguito degli assurdi intrecci dei nostri corpi.
Come avevo già avuto modo di riferire nel mio scorso resoconto, da CAMELIA ho avuto la conferma che si tratti una persona con i fiocchi, la classica ragazza della porta accanto, bacia con trasporto, scherza educatamente e ti mette a tuo agio con estrema gentilezza. Si muove leggera con la grazia di una piuma. Molto dolce la biondina.
Le fa da perfetto contraltare quindi CATARINA, ed anche per quest'ultima le lodi si sprecano. La sana follia di questa ragazza è qualcosa di più unico che raro, ed è contagiante. Addirittura mi chiede di sua spontanea volontà di baciarla, e non facendomelo ripetere due volte, le effusioni sono poi numerose e profonde...questa è l'ennesima prova che vale sempre il detto che le donne sono volubili come il vento. Poi, non contenta, a momenti mi soffoca schiacciandomi la faccia contro le sue parti intime, così, giusto per farmi capire qual è il sesso forte. E quanto se la ride a mordere le dita. Folle.
Arrivati alla fatidica mezz'ora, madidi di sudore, io ancora non son venuto, eppure è CAMELIA la prima a cedere, venendo proprio davanti ai miei occhi. Chiede il cambio, e CATARINA allarga le braccia ed esclama a gran voce "ci penso io, lo faccio venire io con la bocca!". Minchia, a quella scena rimango ammutolito e seguo ciecamente alla lettera tutte le istruzioni che impartivano le sue labbra. Ci da dentro che è una meraviglia a guardarla, ma tra le risate e lo stupore generale tengo botta che è un piacere stasera. Quindi, per non approfittare troppo della dedizione offerta dalle ragazze, dopo un po' chiedo di incappucciarmi nuovamente per l'ultima volta e, di missionario, do onore al genere maschile sempre con CATARINA. Questa volta per la prima volta la vedo in seria difficoltà, e me ne accorgo perché buffamente smette all'improvviso di parlare e scherzare, abbandonando momentaneamente quell'aurea da femme fatale che la accompagnava da tutta la sera.
Tempo due minuti e raggiungo il traguardo, faccia a faccia, guardandola strizzare quegli occhi azzurri fantastici.
Mi ripeto: camera stupenda e sempre divertente, tre quarti d'ora davvero intensi e ragazze super! Non si può chieder di meglio da questa notte...anche perché mi ha fatto scoprire chi voglio per la vita.
Scendiamo giù e questa volta mi sdebito con piacere per la disponibilità dimostrata da entrambe. Ci scambiamo i saluti della buonanotte, bacini e bacioni, e salto in macchina.
A tutto gas riparto nella buia stradina che costeggia il Wellcum. La luna si riflette limpida e luminosa nel torrente che passa lì accanto. L'amore è nell'aria e la felicità è tanta:...mamma, prepara la doppia dote per le tue due nuove nuore che tuo figlio finalmente si sposa!!!
Viaggiatore858
Silver
03/09/2018 | 18:30
1
@Engineer2013 eh...se è per quello, diciamo che l'acquolina in bocca c'è eccome già ora! Le interviste effettivamente sono una parte cruciale da non sottovalutare, ma purtroppo, come scrivevo, la musica ad alto volume già dal pomeriggio non ha agevolato molto in tal senso. Son felice che lo scritto abbia portato a galla le emozioni della "prima volta", l'intento era quello. Grazie per la lettura!
Viaggiatore858
Silver
31/08/2018 | 15:13
0
@ermes3 grazie per i complimenti! Sabrina purtroppo è stata molto categorica sul bacio negato. Un peccato perché a me aveva incuriosito parecchio questa ragazza.
@GVM67 grazie tante a te!
@licantropo_teutonico credo che tu abbia ben colto il senso del mio racconto...la giornata è andata in crescendo, ed ho potuto notare la differenza tra la prima e le ultime camere, soprattutto come comportamento delle ragazze. Hai ragione anche sul termine valorizzazione esperienziale! Per il resto prendo appunti, e se torno su, farò tesoro del tuo consiglio.
@Bellavitaitaly grazie a te per aver letto! Se tornerò su, con Sabrina cercherò di essere più furbo e sicuramente tornerò all'attacco.. 😉
@antanimascetti grazie tante! L'inciso sui punter della old school non prendetelo assolutamente come un attacco personale a qualcuno, anzi era piuttosto uno sfogo emozionale dato dall'esser lì per la prima volta. Ho letto molto dei vostri racconti, consigli, disavventure, e vi assicuro che sono stati molto utili a me sabato scorso...non a caso a Myriam ho negato categoricamente la mancetta richiesta.
Viaggiatore858
Silver
30/08/2018 | 20:49
0
@Capitano1 grazie a te per averla letta! Saluti
Viaggiatore858
Silver
30/08/2018 | 20:45
0
@zambro con tutta probabilità hai ragione tu sulla valutazione di Myriam! Ma era talmente assurda nei suoi divieti che a me ha fatto sganasciare dalle risate. E comunque quando una ragazza si comporta così in camera, credo che non c'è peggior soluzione che innervosirsi. Ho cercato di strapparle un sorriso, ci son riuscito e poi anche lei mi ha concesso qualcosa in più...e ti dirò, alla fine pure lei "nel mentre" scherzava con me! Bisogna saperle prendere, che vuoi, son ragazze alla fine.
Su Daria hai già detto tutto...fantastica persona! Come peraltro Camelia...
Viaggiatore858
Silver
30/08/2018 | 20:25
0
@GioPollastre grazie a te per aver letto!
Viaggiatore858
Silver
30/08/2018 | 17:59
1
Ciao a tutti, sono nuovo qui...ho letto molto di voi e quindi ho pensato di contraccambiare il favore. Se avete piacere qui vi lascio la mia storiellina al Wellcum. Cari saluti https://www.gnoccatravels.com/viaggiodellagnocca/144872/fkk-wellcum-sabato-25-agosto-2018-storia-di-un-cane-randagio-al-wellcum-recensione/
Viaggiatore858
Silver
30/08/2018 | 17:55
6
È mattina. Agosto è ormai prossimo ad esaurirsi, e con esso l'estate da i primi segnali di cedimento in un vero e proprio collasso metereologico: dal caldo torrido della sera precedente, oggi mi risveglio intorpidito da un freddo cane che gela le ossa. Rapida doccia sotto l'acqua tiepida. Mi metto su la giacca di pelle sintetica con sotto una t-shirt a maniche corte, mi do l'ultima sistemata ai capelli, e chiudo la porta di casa dirigendomi verso la mia Toyota color rosso. Appoggio nel bagagliaio il borsone rosso preparato con dovizia la sera prima, mi metto al volante, giro la chiave ed accendo il motore. Il navigatore segna direzione Arnoldstein! Il viaggio dura poco più di due ore, tra rallentamenti in autostrada e le file da giornata da bollino rosso per i rientri vacanzieri, fintanto che una volta arrivato al confine di Coccau Valico mi tocca esclamare "Merda!". Ho sbagliato l'uscita autostradale, ed è ormai troppo tardi per imboccare la strada statale austriaca. Costretto a fermarmi al casello compro la vignetta alla modica cifra di 9 euro...ma che volete che siano?! Oggi non baderò certo a spese! Quindi, in gran fretta, appiccico l'adesivo color rosso sul parabrezza della mia auto rossa e riparto sgommando sull'umido asfalto austriaco per intraprendere gli ultimissimi chilometri che mi separano dalla mia meta.
Sono arrivato. Scendo dall'auto. Cerco di darmi un tono posato di finta calma, allento la cinta, do un occhiata alla struttura attorniata da un paesaggio alla twin peaks ed entro senza ulteriore indugio. Sono al Wellcum. La mia prima volta. La prima volta in un fkk. Prendo la ricevuta fiscale e l'accappatoio, e sono già in spogliatoio. Chiudo l'armadietto, accosto il braccialetto al sensore e la spia rossa della serratura si accende. È fatta, manca poco. Mi ritornano in testa tutti gli appunti critici dei punter della old school: "questi nuovi ragazzetti sono delle mezze seghe, non ci sanno fare in questi posti", "i newcomer stanno rovinando il mercato", "non ci son più le mezze stagioni", e tutte le cazzate da repertorio del puttaniere consumato. Ma affanculo tutti, c'è stata pur una prima volta anche per loro. Entro in arena, faccio la mia apparizione di 10 secondi contati e mi fiondo subito nel ristorante. Non le degno di uno sguardo. Più che imbarazzo è una strategia. Una strategia per far capire quanto so' figo. O forse è la strategia di uno che non ha affatto una strategia. Vabbè, pranzo leggero con pomodorini rossi, e mi ripropongo con la mia seconda apparizione in sala. Questa volta con estrema calma, e con la stessa disinvoltura del Papa quando saluta i fedeli dalla papamobile: mi soffermo a lanciare sguardi, strizzare degli occhiolini e porgere gesti di saluto alle ragazze presenti. Per onor della cronaca una ragazza si era già fatta notare: al ristorante una bella mora mi aveva sussurrato all'orecchio "buon appetito" mentre ero intento ad ingurgitare i pomodorini rossi. Per contraccambiare e risponderle mancava poco mi andassero per traverso. Scoprirò solo più tardi che tale ragazza portava il nome di SABRINA.
La voglia ormai è tanta, ma nella penombra della sala non riesco nemmeno a tratteggiare i volti delle fanciulle, tant'è che ormai percepisco solamente le loro silhouette. Ma ecco! Ecco una sagoma che mi fa finalmente fermare: alta slanciata, magra e dalle curve generose e ben assestate. Mi scaravento sul divanetto a mezzo metro di distanza e quella subito parte "Amore che fai? È la prima volta qui?". Noooo, e da cosa mai l'avrà capito?? Rapidi convenevoli e mi trasporta subito ai piani alti rivelandomi che è ancora "vergine...in questa giornata!" Si chiama MYRIAM ed è di Bucarest (ma dai!). Fisicamente impeccabile, il punto forte è quel culetto rotondo, piccolo, e duro come il marmo. E ciò piace. Ha un caratterino non da poco, ma risulta tutto sommato simpatica. La stanza però è valutabile con una sufficienza senza particolari di rilievo. Da furbetta che è, tenta subito di mettere il cappuccio prima della prova orale. Le faccio un sorrisone e le dico "non vorrai mica farmi incominciare così...dai?!". Sono un tipo gentile (e soprattutto più furbo di lei!) e quindi la convinco in poco tempo al gioco di lingua scoperto. Nega il 69, nega i baci anche a stampo. Soprassiedo quindi procedendo con l'atto vero e proprio con un paio di posizioni classiche con su la "protezione". Completamente paranoiata a che il preservativo possa sfilarsi, avrà la testa e gli occhi sempre rivolti là. In fissa proprio, tanto che le sarà venuto il torcicollo dopo mezz'ora così! Il che, più che innervosirmi, mi farà ridere non poco in stanza. Non so dire se all'inizio volesse "silurarmi" data la mia inesperienza, ma fatto sta che nulla poteva infastidirmi quest'oggi e, giostrandola con simpatia ed educazione, alla fine ho ottenuto ciò che volevo...tra cui tenere tra le mani quel culetto spettacolare! Torno giù, saldo, e la ragazza mi chiede un regalino: nego con gentilezza e le spiego che non se l'è meritato perché non ha voluto baciare un bel ragazzo come me. Tiè!...e la saluto. La camera di warm up si può dire sia stata comunque soddisfacente, ma ora voglio decisamente di più.
Ritorno a rimangiare i pomodorini rossi e poi vado a dormire nella sala relax per ricaricare energia in attesa del secondo atto. Più che dormire, la sala relax da il tempo di pensare, di fantasticare, di dotarmi finalmente di un piano di battaglia per alzare il tiro ed ottenere quel qualcosa in più che mi aspetto per la prossima camera. Quindi rientro nella sitting room, mi riempio il bicchiere di thè alla pesca rossa, e vado a sedermi sul divanetto. Sorseggio lentamente il mio drink analcolico manco fosse scotch whisky, e studio la situazione. Siamo a metà pomeriggio e la sala si sta riempiendo. Le ragazze aumentano costantemente di numero e gli avventori in accappatoio incominciano a fare sempre più chiasso. All'improvviso...bang! Un flash rosso mi passa davanti agli occhi: un fulmine in lontananza ha come trapassato l'intero locale. È successo tutto in un istante ed è stato troppo rapido per capire cosa diamine sia successo. Lascio perdere. Tant'è che la mia attenzione viene attirata subito dopo da SABRINA. Le avevo già dato la mia parola, dapprima, dopo il pranzo, di rivederci e lei pare che se lo ricordi benissimo. Sa pure molto bene che lei mi piace non poco. Anzi diciamocelo chiaramente che è da inizio giornata che ogni volta che guardavo nella sua direzione, lei era sempre pronta a ricambiare con il suo sguardo malizioso cucinandomi lentamente e a dovere. Parliamo di fretta, e io tiro al sodo per l'unica cosa che nella prima camera mi era mancata e le chiedo "sai baciare tu?". Risponde con un categorico "no!". Insisto "sei sicura?" con gli occhioni da cerbiatto. Secondo diniego, cosicché alzo le spallucce e la congedo con mia somma delusione. La speranza comunque è quella di un suo veloce ravvedimento visto che mi ero mostrato interessato, ma la signorina si gira, alza i tacchi e se va. Amen. Continuo a sorseggiare in compagnia del mio fedele bicchiere.
CRASHH! Cristo! Dinuovo preso di soprassalto! Una seconda saetta color rosso illumina la sala a giorno. Questa volta riesco a seguire rapidamente con gli occhi quella scia luminosa color vermiglio che va a terminare il suo percorso proprio dietro a dei divanetti poco distante all'entrata del ristorante. Sono troppo curioso, scendo dal divanetto, infilo le ciabatte nervosamente e vado a sincerarmi da vicino di che razza di fenomeno sono stato appena spettatore. Corro. Giro attorno la colonna e per pochi istanti vedo questa chioma rosso fuoco. Non faccio in tempo neanche ad arrivare sul luogo del rinvenimento che scompare via, probabilmente anticipato da qualcun altro, e quella meteora si perde tra la folla. Non mi perdo d'animo, mi apposto in quella posizione ed aspetto in piedi fiducioso perché oggi deve essere il mio giorno fortunato. E lo sarà!
Tempo neanche cinque minuti di orologio ed eccola che riappare questa luce rossa accecante: più si avvicina e più abbaglia. Si siede poco vicino da dove stavo attendendo. La devo ancora vedere bene in volto però, quindi con la maestria di un elefante in una cristalleria, faccio uno stretto slalom tra tavolini e i bicchieri mezzi vuoti, e mi piazzo nel divanetto proprio dietro di lei. Al che ella, richiamata dal mio goffo e maldestro modo di entrare in scena (spigoli dei tavolini centrati e spostati con la forza involontaria delle mie rotule doloranti, con tanto di bicchieri rovesciati), finalmente si gira ed incrocia il mio sguardo. Mi fissa e abbozza qualche parola che si perde nel rimbombo assordante della musica. Seppur assai imbarazzato e rosso paonazzo in faccia, le faccio cenno di avvicinarsi un po' a me. Lei invece mi invita a sua volta ad avvicinarsi a lei, ed obbedisco immediatamente da bravo soldatino garibaldino.
Si chiama DARIA. Mi domanda cosa voglio e io resto per qualche secondo muto. Silenzio. Imbarazzo. Per qualche istante la mia mente non ragionava più, la guardavo negli occhi ed ho perso completamente il collegamento neurologico cervello-bocca. Elamadonnadimeggiugorie...questa ragazza è bella forte! Esco disperatamente dal black-out, ed abbozzo un "sai io sono un ragazzo tranquillo". Gesù! L'imbarazzo sale, e tra me e me mi domando ma che cavolo di figura pietosa sto facendo, e nonostante ciò, pian piano, mi si allarga un sorriso da ebete sulle guance. Mi domanda quindi se sono pronto, e nicchio col capo un semplice un sì. Mi prende per mano e mi porta via da tutta quella baraonda infernale. Saliamo su. Adesso non entrerò nei dettagli della camera, semplicemente perché le parole non basterebbero per descrivere la grazia di questa ragazza. Lei viene da Marte, il pianeta rosso. Mi porta a vedere tutte le stelle del firmamento e dopo mezz'ora dall'abduction, mi riaccompagna ai piani bassi, mi bacia, e mi saluta con un sorriso spontaneo che sa di vero.
Resto quindi solo, immobile e letteralmente frastornato. Non riesco nemmeno a credere a ciò che è successo. Vago per il locale come un'anima in pena cercando di fare mente locale su quanto sia avvenuto nei minuti precedenti. Eppure devo smettere di pensare a quel colore! Ritorno a sdraiarmi nella zona relax con attorno al collo l'asciugamano color bianco candido. Niente da fare, non riesco a dormire e continuo a pensarci. Vado al ristorante per la cena: mais giallo, spinaci verdi, carotine arancioni e sacher marrone. Ancora nulla di fatto. Vado a ciondolarmi sulle sedie a dondolo nel giardino e fissò l'acqua turchese della piscina. Che diamine mi è preso? Nella mia mente continuo a veder solo Rosso!!
L'imbrunire della sera avanza inesorabilmente e le prime gocce di pioggia fanno capolino sulla mia testa in giardino. Quindi mi sforzo, e convinco me stesso che devo cambiare tonalità cromatica per la mia terza ed ultima camera. Rientro in sala sicuro di me, e mi metto in testa che sarà il giallo il colore da ricercare, e per nessun motivo il colore rosso mi distrarrà: una bella bionda passa davanti a me ma sfugge via. Doh! Passo quindi vicino alla postazione del dj e ne inquadro un'altra con gli occhialini da segretaria. È lei, fa proprio al caso mio! Faccio per avvicinarmi, e trac!...me la soffiano proprio sotto il naso. La fortuna mi sta abbandonando proprio all'ultimo, diamine. Mi vado a distendere sui divanetti, rannicchiato nel mio sconforto, a sorseggiare un ultimo the come un povero analcolizzato di periferia. Tanto, che vuoi...nessuno si accorgerà che la gradazione di alcol nella mia bevanda è pari a zero, perciò mi do l'aria da depresso e dannato. È proprio da lì assisto alla medesima identica scena di prima. La scia luminosa rossa solca da destra a sinistra tutta la sala. Questa volta però è in dolce compagnia: un'altrettanta dolce amica, bella scia color giallo, la segue a braccietto. Io non posso fare a meno di volgere gli occhi a favor di tale immagine, e, rapito, le seguo da lontano con lo sguardo. Ballano. Scherzano. Ridono. Girano come trottole inesauribili. Quindi si fermano e si intrattengono con un ragazzo. Questo scemo si sfila velocemente dalle loro danze sinuose, e nonostante ciò, quelle due luci, rossa e gialla, ritornano alla loro postazione di partenza come se niente fosse sempre sorridenti e gioiose. Non resisto oltre, ho deciso come deve finire per me questa serata!
Con il cuore in gola, infilo le infradito con il mignolo al posto dell'alluce e corro verso le due luci zoppicante. Corri Forrest! DARIA si accorge di me, mi vede arrivare di fretta, allarga le sue leggere braccia e mi riempie di baci. Ha già capito tutto. Faccio la conoscenza anche della sua amica: CAMELIA, una bella ragazza bionda, aspetto acqua e sapone, dagli occhi azzurri. Chiedo la mano ad entrambe e loro accettano di buon grado dopo un rapido sguardo d'intesa (...mo queste me se magnano!). Abbandono quindi animo e corpo a queste due fanciulle, mi sequestrano e da brave carabiniere mi scortano per l'ultima volta su quello che sarà il mio patibolo in attesa di una dolce morte. Quel talamo per me è stata espiazione. Non voglio sembrare esagerato, ma tutte le pene, i dolori e le amarezze che mi portavo dentro me dagli ultimi due anni di "vita reale", lì sono state cancellate in un istante. Per la prima volta dopo tanto tempo ho sentito di esser felice: chi se lo ricordava uno stato d'animo così alto? Quelle due ragazze assieme sono state una manna dal cielo. Gino Paoli mi aveva anticipato ben descrivendo la scena ne "il cielo in una stanza". Solo che all'epoca Gino se ne stava in camera con una sola ragazza, mentre io ero in compagnia di ben due "armoniche" allo stesso tempo... quindi, prego signori, fate le debite proporzioni! Anche qui non voglio assolutamente entrare nei dettagli perché sarebbe riduttivo confondere tale esperienza con del mero sesso. Parlerei piuttosto di tutta quell'Energia scaturita da DARIA quando, dopo essersi data il cambio con CAMELIA, mi ha afferrato per entrambe le mani: me le ha strette talmente forte contro i cuscini e non me le ha mai mollate fin tanto che io non arrivavo lì dove lei mi voleva portare. E nel mentre mi fissava dritto negli occhi e mi sorrideva, quando io con estrema difficoltà a malapena riuscivo a tener aperti gli occhi. E più mi contorcevo dal dolore (?) e più loro mi tenevano fermo nella loro morsa. Boh, non so nemmeno dire se ci fosse un vero confine tra dolore e piacere in quel momento, se fossi vittima o trionfatore. Una volta che sono definitivamente morto, ho chiuso gli occhi e sono rimasto assolutamente fermo.
Sfinito, il rigor mortis prendeva rapidamente possesso delle mie funzioni corporali. Allorché, le ragazze preoccupate, mi rigirano di forza come un salame, e, sghignazzandosela, mi regalano un massaggio alla schiena mentre amabilmente parlavano tra di loro in lingua rumena. Dicevano che non dovevo farmi problemi di tempo (poiché per oggi io ero la loro ultima vittima) e pertanto si proseguiva con tutta calma nonostante la camera avesse già da un pezzo superato la canonica mezzora. Chissà forse ci stavano prendendo gusto a trarne scherno di me. Anzi quasi sicuramente era così. Ma in quel momento a loro era concesso tutto e ad ogni modo mi piaceva il ruolo da povero bambino sprovveduto che mi avevano affibbiato. Ammetto di esser venuto in questo posto con spirito goliardico, solo per placare una sano senso di curiosità, un diversivo per allontanarmi dalla noia della vita quotidiana; come del resto confesso che in tutto ciò ero accompagnato dai soliti facili pregiudizi che vengono riservati a questo tipo di diletti. Ma io mai e poi mai avrei pensato di trovare qui dentro persone così belle. Oltre che fuori, belle dentro per Dio! Daria, e peraltro la stessa Camelia, sono state delle ragazze a modo, sorridenti, serene, educate ed oltremodo generose. Ho avuto anche maniera di parlare con tranquillità assieme a loro, ed è stato un vero piacere scoprire quei piccoli frammenti di storie quotidiane che stanno dietro le vite di ognuno di noi. Dai buffi aneddoti del vissuto lavorativo ai flebili ricordi che affiorano da un passato indefinito, o ancora ai piccoli sogni nel cassetto che tutti ci conserviamo dentro. Insomma cazzate che dipingono la tela della nostra esistenza, ma nulla che si lasciasse andare a certi esempi di lasciva sguaiatezza. Tant'è che ho dovuto ripetere grazie alle ragazze una dozzina di volta per il loro savoir faire, e anche se non hanno chiesto nulla di più, ho voluto sdebitarmi della loro infinita gentilezza con un piccolo dono. Auguro tutto il bene possibile a queste ragazze perché mi hanno fatto uscire col sorriso in faccia e nel cuore.
Tempo di augurare buona notte a loro e buon viaggio di ritorno a me, e Daria mi fissa, sempre con quel sorriso stampato sulle sue labbra rosse, e mi dà l'ultimo bacio prima di separarci. È notte fonda ormai e, come un cane randagio, per me è il tempo del ritorno nelle buie strade. Ma che serata. E quanta inaspettata felicità ne esce da questa strana e losca esperienza. Rimetto la sacca rossa nel bagagliaio. Riprendo la lunga via di casa protetto all'interno della mia automobile rossa: fuori la pioggia è battente e a stento si vedono i limiti delle carreggiate. I tergicristalli aiutano a ben poco. Ma dopotutto i miei occhi non vedono nient'altro che rosso ormai. Quelle labbra rosse. Quei capelli lunghi rossi. Tutto rosso per stanotte.