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asceta_pentito
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10/05/2020 | 20:54

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@Mafalda said:
C'è qualche virologo (pochi, ma ce n'è) che afferma che col mese di giugno il virus sparirà. Sembra un'affermazione molto azzardata, però si basa su alcuni dati di fatto. Anzitutto il coronavirus che causò la SARS pare si sia comportato così. Da quel che ho capito, i virus avrebbero una specie di "orologio interno", scritto, suppongo, nella memoria genetica del virus stesso.

hai capito male
tutti i virus respiratori (come i 4 coronavirus che causano raffreddori, quelli dell'influenza,ecc) diventano meno contagiosi d'estate perchè le scuole sono chiuse, si sta di più all'aria aperta e meno in luoghi chiusi,ecc ma non scompaiono: si spostano nell'emisfero australe per poi tornare in autunno-inverno, lo farà anche questo? Lo vedremo quando saliranno davvero le temperature, ci sono studiosi che pensano di sì e altri no perchè si è già diffuso in zone del mondo con temperature alte (in questo momento l'indice di contagio più alto è in brasile)

asceta_pentito
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10/05/2020 | 20:41

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ma i tedeschi non sembrano entusiasti:
https://www.ilnapolista.it/2020/05/la-faz-un-tedesco-su-due-contrario-al-ritorno-della-bundesliga/

e:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/05/10/coronavirus-in-germania-risale-lindice-di-contagio-focolai-tra-i-lavoratori-dei-mattatoi/5797339/

È l’indice che viene utilizzato per misurare la pandemia. E affinché la situazione resti sotto controllo, aveva dichiarato la Cancelliera Angela Merkel, è necessario che rimanga sotto il valore uno. Ma in Germania, nel giorno in cui la polizia tedesca apre eccezionalmente i confini per le visite alle madri in occasione della festa della mamma, l’indice R0 aumenta e sale a 1,1, il che significa che ogni persona può contagiarne in media più di un’altra.

L’aumento dell’indice – comunicato dal Robert Koch Institute (Rki), l’agenzia governativa tedesca per il controllo e la prevenzione delle malattie – arriva al termine di una settimana in cui il lockdown è stato ulteriormente alleggerito. Nonostante questo, sabato 9 maggio migliaia di persone sono scese in strada in molte città del Paese per protestare contro le misure di prevenzione ancora in vigore. L’Istituto, tuttavia, non ha specificato se questo significa che stiano aumentando i casi. “L’aumento nell’indice di contagio stimato rende necessario esaminare gli sviluppi molto attentamente nei prossimi giorni”, ha scritto Rki in una nota.

Preoccupazione per i lavoratori dei mattatoi – In Renania North Westphalia si sono avuti focolai in due impianti dove lavorano soprattutto persone provenienti dall’Europa dell’Est che vivono stipate in strutture realizzate accanto all’impianto. Come risultato di questi focolai a Coesfeld, distretto del lander, il numero delle infezioni ogni 100mila abitanti ha superato il limite di 50, fissato come non preoccupante.

In una delle due fabbriche ieri sono stati testati 950 dei 1200 dipendenti, in maggioranza dalla Romania e dalla Bulgaria, con 205 risultati positivi. Un tribunale di Munster ha respinto un appello per la riapertura dell’impianto, affermando che le mascherine non venivano indossate in modo corretto e le misure di distanziamento non venivano sempre mantenute. L’intero distretto ha rimandato di una settimana la revoca delle restrizioni che da domani scatta in tutto il lander.

Problemi si sono registrati in un altro impianto per il confezionamento della carne, di proprietà della stessa società nella cittadina di Oer-Erkenschwick, dove 33 dei 1250 lavoratori sono risultati positivi. Nel lander di Schleswig-Holstein, le autorità sanitarie locali hanno ordinato il test per tutti i lavoratori dei mattatoi dopo che in quello di Bad Bramstedt 109 persone sono risultate positive. “Vivono in situazioni sovraffollate”, è stata la critica di Thomas Bernard, del sindacato dei lavoratori del settore alimentare e dell’ospitalità, affermando che i dormitori allestiti sono troppo piccoli, con troppe persone e pochi bagni. “È un problema enorme”, ha concluso.

asceta_pentito
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29/04/2020 | 20:27

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https://tg24.sky.it/mondo/2020/04/29/coronavirus-germania.html

"La pandemia è ben lontana dall'essere finita". L’annuncio è stato fatto dal ministro tedesco della Salute Jens Spahn, che si è presentato alla stampa per spiegare il secondo pacchetto di leggi per la protezione della salute dei cittadini dopo la seduta di gabinetto di oggi. Nei giorni in Germania l'indice di contagio da coronavirus R0 era risalito per la prima volta da marzo, appena dopo che erano entrate in vigore le misure di allentamento. Oggi il ministro Spahn ha affermato che il pacchetto di misure rispecchia bene la "complessità della pandemia", difficile da affrontare e la cui gestione non si può ridurre a dei numeri. Il ministro ha poi sottolineato che la situazione in Germania è molto differenziata nei diversi Laender. Spahn ha anche ricordato che "la Germania è solidale con i suoi vicini europei. Abbiamo trattato molti pazienti europei nei nostri ospedali, ed è chiaro che vogliamo assumerci i costi delle cure somministrate". La Germania ha accolto oltre 200 pazienti affetti da Coronavirus, da altri Paesi europei, in condizioni critiche, fra cui anche 44 italiani

Berlino: in bozza legge potenziamento dei test
Nella bozza presentata oggi, c’è un potenziamento dei test per il coronavirus, i cui costi saranno sostenuti dalle casse sanitarie, e investimenti fino a 50 milioni di euro per i 375 enti sanitari, che dovranno occuparsi di seguire le catene di contagio in Germania. Previsti anche i cosiddetti "corona bonus" per il personale sanitario: gli infermieri delle case di cura riceveranno un "premio" una tantum da 1000 euro (MASCHERINE GRATIS A BERLINO).

App tracciamento: Germania sceglie sistema Google-Apple
La Germania ha deciso di appoggiare la tecnologia proposta da Apple e Google per l'app di tracciamento del contagio da coronavirus, preferendo quindi un approccio decentralizzato. Helge Braun, medico e ministro della Cancelleria federale, tedesca, insieme a Jens Spahn, ministro della Salute, hanno riferito in una dichiarazione congiunta che Berlino adotterà un approccio decentralizzato abbandonando l'alternativa prevista inizialmente che avrebbe consentito alle autorità sanitarie il tracciamento centralizzato. Una decisione che va nella direzione opposta a quella assunta dal servizio sanitario britannico (Nhs) che userà un proprio sistema centralizzato di tracciamento dei contratti. L'approccio di Apple e Google sembra offrire più garanzie dal punto di vista della privacy e anche semplificare il lavoro degli sviluppatori grazie a specifiche interfacce di programmazione (Api) che aiutano l'attivazione del tracciamento dei contatti sia per iPhone sia per i dispositivi Android

Ministro tedesco: avvisi viaggi fino al 14 giugno
Sempre oggi, il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas ha confermato che in Germania gli avvisi sui viaggi su scala globale, a causa del coronavirus, saranno prorogati fino al 14 giugno. La notizia era già trapelata dalla Dpa. "Non siamo ancora arrivati al punto di poter raccomandare di viaggiare senza preoccupazione", ha spiegato il ministro

Almeno 3 milioni in cassa integrazione
Sul lato economico, almeno tre milioni di persone, a marzo e ad aprile, sono andate in cassa integrazione in Germania, a causa dell'impatto del coronavirus, ha spiegato il ministro dell'Economia Peter Altmaier in conferenza stampa a Berlino. L'aumento del tasso di disoccupazione, che su base annua potrebbe arrivare al 5,8%, stando alle stime di primavera del governo, è molto contenuto proprio dal grande sostegno messo in campo dallo Stato.

Una impresa su 3 teme insolvenza in Germania
Stando a un sondaggio dell'Ifo, le misure contro la pandemia in Germania allarmano molti: una impresa su tre teme il fallimento, ha reso noto l'istituto economico oggi a Monaco. Secondo il rilevamento, il 29,2% del campione teme l'insolvenza, e il 52,7% afferma di avere margine di sopravvivenza fino a sei mesi. La situazione è particolarmente critica nel commercio al dettaglio, dove il 44,9% ha risposto di poter reggere per tre mesi. "Si tratta di numeri inquietanti, che preannunciano un'ondata di insolvenze", ha commentato Klaus Wohlrabe, dell'istituto.

asceta_pentito
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28/04/2020 | 13:10

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pessima notizia anche per gli altri stati che stanno per riaprire:
https://www.fanpage.it/esteri/incubo-in-germania-i-casi-di-contagio-tornano-a-salire-dopo-lallentamento-del-lockdown/

In Germania ha ripreso l'epidemia da Coronavirus dopo un primo allentamento delle misure restrittive per il contenimento dell'infezione. Dal 20 aprile, infatti, era cominciata una cauta quanto graduale ripartenza di alcune attività, come negozi con una superficie inferire agli 800 metri quadrati, concessionarie di auto, punti vendita di biciclette e librerie. Addirittura, in Sassonia sono state riaperte anche le scuole. Ma, purtroppo, nelle ultime ore il tasso di contagio è salito di nuovo: da marzo, per la prima volta, ha toccato di nuovo il valore 1, cioè una persona è in grado di contagiarne un'altra. La scorsa settimana era fermo a 0,7, mentre è aumentato contemporaneamente il tasso di mortalità, in parte dovuto a piccoli focolai che sono scoppiati nelle case di riposo per anziani, raggiungendo il 3,8 per cento. Lo ha reso noto il Robert Koch Institut per le malattie infettive, che ha confermato come finora si siano registrati in tutto il Paese 156.337 casi e 5.913 vittime dall'inizio dell'emergenza.

Il presidente dell'Istituto, Lothar Wieler, in una conferenza stampa tenutasi a Berlino questa mattina ha sottolineato ancora una volta l'importanza di rimanere a casa il più possibile e di osservare il distanziamento sociale di almeno un metro e mezzo per evitare che il contagio cominci a crescere di nuovo. "Vogliamo difendere il successo ottenuto nelle scorse settimane", ha aggiunto, riferendosi alla capacità della Germania, che era stata ammirata in tutto il mondo, di aver messo sotto controllo in poco tempo il dilagare dell'epidemia. A rassicurare cittadini e decisori politici è intervenuto il virologo Jonas Schmidt-Chanasit, che al quotidiano Bild ha spiegato che "il leggero aumento dell'indice R con 0 che stiamo vivendo ora è normale, come abbiamo visto nelle ultime settimane. Non è collegato al weekend di Pasqua e agli spostamenti delle persone, che comunque stanno rispettando tutte le misure varate".

Al momento, vige il divieto di contatto e da ieri è obbligatorio indossare mascherine nei negozi e sui mezzi di trasporto pubblico. Altre riaperture sono in programma a partire dal prossimo 3 maggio, proprio come in Italia. Anche le scuole dovrebbero riaprire per questa data, in tutti i Land. Ma bisognerà ora aspettare la prossima mossa di Angela Merkel, che proprio in concomitanza con il primo allentamento del lockdown aveva detto di essere pronta a "chiudere tutto se il numero di nuovi infetti fosse cresciuto esponenzialmente". Giovedì prossimo è in programma un confronto tra la Cancelliera e i leader regionali proprio in vista dei prossimi allentamenti. L'esecutivo ha già chiarito di non voler procedere a un’accelerazione dell'allentamento delle misure restrittive, ma la pressione politica ed economica a riguardo sale e il dibattito è acceso.

asceta_pentito
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27/04/2020 | 20:18

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https://www.cdt.ch/mondo/abbiamo-contenuto-i-decessi-ma-la-gente-ora-mi-vede-come-il-cattivo-che-ferma-l-economia-FF2623241

«Il piano federale prevede ora di allentare leggermente il blocco, ma poiché i Länder tedeschi stabiliscono autonomamente le proprie regole, temo che vedremo molta creatività nell’interpretazione di quel piano. Temo che il numero di riproduzione ricominci a salire e avremo una seconda ondata»

asceta_pentito
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25/04/2020 | 21:58

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trasmissione non esattamente oleografica su P.

asceta_pentito
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22/04/2020 | 15:07

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la verità è che è stato uno spillover esattamente come tutti gli altri che l'hanno preceduto (sars,mers,ebola,hiv,peste,spagnola,ecc) e altri che ci saranno in futuro, a meno che qualcuno non riesca a dimostrare il contrario ma nella scienza ci vogliono prove inoppugnabili non balle da panzironi,novax ,complottisti,ecc provate a leggere il libro di quammen:
https://www.wired.it/play/cultura/2020/03/09/coronavirus-david-quammen-spillover-intervista/

nelle scuole vengono mantenute le distanze, non si entra insieme in aula,ecc non c'entrano nulla con gli fkk, in danimarca come stanno:
https://nst.sky.it/content/dam/static/contentimages/original/sezioni/tg24/mondo/2020/04/21/apertura_scuole/02_danimarca_scuola_getty.jpg/jcr:content/renditions/cq5dam.web.738.462.jpeg

asceta_pentito
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21/04/2020 | 21:08

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non è la prima puttanata che ha detto:

PARIGI - "I vaccini provocano sclerosi a placche, la morte improvvisa dei neonati, l'autismo...". A parlare così non è uno dei tanti militanti No Vax, ma l'insigne professor Luc Montagnier, virologo che nel 1983 ha scoperto il virus dell'Aids ed è stato ricompensato nel 2008 con il premio Nobel. Le nuove dichiarazioni del premio Nobel sull'ipotesi che il virus del Covid 19 sia stato creato in laboratorio con pezzi di Hiv non sono una sorpresa nel mondo scientifico francese nel quale il professore di 87 anni è stato emarginato da anni.

Già nel 2017, dopo la sua sparata No Vax, era stata lanciata una petizione contro di lui firmata da centinaia di esperti. La lista dei precedenti è lunga. Nel 2009 un anno dopo aver ricevuto il massimo riconoscimento dall'accademia svedese, Montagnier aveva detto che un buon sistema immunitario poteva bastare a proteggersi dall'Aids, poi aveva proposto di curare l'autismo con gli antibiotici, di combattere il Parkinson di papa Wojtyla con il succo di papaya.

Prima della sua uscita polemica di qualche giorno fa, invitato dalla tv CNews, la polemica più importante era stata a proposito della sua crociata contro la legge francese per aumentare il numero di vaccini obbligatori da 3 a 11.

Il grande scienziato che girava il mondo per conferenze, con una lunga lista di premi e onorificienze, invitato all'Eliseo da Nicolas Sarkozy, oggi è diventato un infrequentabile per molti. Sono in molti a osservare con sgomento quella che Marc Gentilini, membro dell'Accademia di Medicina, ha definito una "patetica deriva".

Montagnier è ancora ufficialmente membro dell'Accademia ma non ci mette più piede da anni. Nato nella Loira, figlio di un commercialista, con una militanza comunista in gioventù, ha scelto di accompagnarsi negli ultimi anni di personaggi controversi, come il paladino anti-vaccini, il medico ultraconservatore Henri Joyeux. Montagnier è stato amico di Jacques Benveniste, l'autore di una presunta "memoria dell'acqua" per dimostrare l'efficacia dell'omeopatia.

"Noi, accademici della scienza e della medicina - dicevano i firmatari della petizione lanciata due anni fa - non possiamo accettare che un nostro collega utilizzi il suo premio Nobel per diffondere, al di fuori del suo campo di competenza, messaggi pericolosi per la salute, in spregio all'etica che deve governare la scienza e la medicina".

E dopo la nuova sparata sul coronavirus, l'Ordine dei medici ha pubblicato una nota di richiamo. "Ancora una volta, ricordiamo che ogni medico che parla ai media deve rispettare le regole etiche della sua professione. Tra queste: fare riferimento solo a dati confermati".

Ogni volta che viene attaccato, Montagnier si difende presentandosi come una vittima del "sistema".

Quando l'avevamo contattato l'ultima volta, nel mezzo delle polemiche sui vaccini, aveva rifiutato di parlare con Repubblica perché, diceva, "le mie dichiarazioni sono state deformate". Aveva promesso di mandare una rettifica mai arrivata. Dopo aver denunciato un "clima di terrore intellettuale", nel 2010 aveva scelto di "esiliarsi" in Cina, creando una fondazione di ricerca nell'università Jiao Tong di Shanghai. Il suo obiettivo, spiegava allora, era costruire un "approccio pluridisciplinare". Nella terra del Dragone, diceva, c'era più "apertura e dinamismo" che in Francia.

Alla fine anche il sogno cinese è finito. Nel frattempo le varie società che gestivano i suoi brevetti in Francia sono quasi tutte chiuse o fallite.

L'Unesco ha tolto gli stanziamenti alla fondazione mondiale per la ricerca e la prevenzione dell'Aids creata nel 1993 e di cui era presidente. Montagnier ormai vive in una dimora ottocentesca a Plessis-Robinson, placida campagna a Sud di Parigi.

All'Institut Pasteur, dove Montagnier ha lavorato alla scoperta dell'Hiv ed è tuttora professore emerito, non è più il benvenuto. I ricercatori dell'istituto sono oggi costretti a smentire le sue affermazioni sull'origine del Covid 19 assemblato con "pezzi" del genoma dell'Hiv. "Se si prende una parola da un libro e sembra una parola di un altro libro, si può dire che uno ha copiato dall'altro?" domanda retoricamente il virologo Étienne Simon-Lorière dell'Insitut Pasteur. Che aggiunge: "E' aberrante".

L'imbarazzo è ancora più forte per Françoise Barré-Sinoussi con cui Montagnier ha scoperto l'Hiv al Pasteur e poi ha condiviso il riconoscimento del Nobel dodici anni fa. La virologa non ha più rapporti con Montagnier da tempo. E Barré-Sinoussi è stata chiamata da Emmanuel Macron a presiedere uno dei comitati scientifici che consulta regolarmente sull'emergenza sanitaria.

asceta_pentito
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16/04/2020 | 21:14

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@io.tu.e.le.rose said:
Non vedo l'ora di ritornare a preoccuparmi di un altro virus, contro il quale tutti i puttanieri si sono confrontati nel corso della loro carriera.

e per cui in quasi 40 anni non è stato ancora trovato il vaccino

asceta_pentito
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13/04/2020 | 20:29

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https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/04/13/news/thailandia_il_coronavirus_ferma_per_la_prima_volta_l_industria_del_sesso-253906265/?ref=RHPPTP-BH-I253921487-C12-P3-S3.4-T1

In Thailandia si ferma per la prima volta l'industria del sesso

BANGKOK – I quartieri a luci rosse di Bangkok, oggi deserti e spettrali, non avevano mai chiuso così a lungo nemmeno durante la crisi della Sars nel 2002. Nemmeno tre anni dopo, quando l’influenza aviaria costrinse a seppellire vivi milioni di polli asiatici e molti in Thailandia indossavano mascherine, ci furono conseguenze significative per il mercato del sesso che nel Paese fattura – secondo la ong Empower – 211 miliardi di dollari l’anno.

Covid 19, che qui non chiamano coronavirus per evitare ogni allusione alla casa regnante, è riuscito laddove nessun politico e capo delle forze dell’ordine del Paese si è mai veramente voluto spingere: chiudere i luoghi di ritrovo, spegnere le luci sfavillanti di go-go bar e sale massaggi dove si guadagnano da vivere circa 300 mila lavoratori e soprattutto “lavoratrici del sesso”. Le poche “cattive ragazze” che rimangono – come le due trasgender Pim e Alice intervistate giorni fa dalla Afp – sono costrette a battere la strada piene di paura, passando rasente i muri dei Soi (i vicoli) deserti in cerca di qualche avventuriero che osi rischiare, come loro, oltre al contagio, anche l’arresto per violazione del coprifuoco fissato dalle 10 di sera all’alba del giorno dopo.

In Thailandia molti lamentano il ritardo nell’imporre le restrizioni dell’emergenza in vigore rigido solo dal 26 marzo, considerato che il Regno è stato il primo Paese fuori dalla Cina dove il virus ha fatto la sua comparsa quando una signora 73enne che vive a 50 km da Bangkok tornò da un viaggio a Wuhan. Poi il 6 marzo esplose il primo grave focolaio collettivo con 108 contagi tra atleti e pubblico di una affollatissima competizione di pugilato thai avvenuta in uno stadio di Bangkok nonostante il monito delle autorità sanitarie.

Dal decreto di emergenza in poi l’intera metropoli, le altre città e i luoghi “storici” della prostituzione nel cuore della capitale si sono spopolati di giorno e soprattutto di sera con il rigido coprifuoco che ha riportato Bangkok agli anni bui delle rivolte di “rossi” e “gialli” nelle strade del centro, quando per l’unica volta nella storia i quartieri del sesso rimasero serrati, sebbene per pochi giorni di fila.

Quando l’allarme non era ancora alto e il Paese si limitava a controllare le temperature negli aeroporti e a cancellare molte partenze e arrivi, nei quartieri a luci rosse più celebri come Pat Pong, Nana, Soi Cow Boy a Bangkok, la “passeggiata” di Pattaya o Patong a Phuket, continuava la solita routine anche se i casi di contagio iniziavano a salire, con una densità di presenze notturne paragonabile a uno slum indiano, salvo l’altissima rappresentanza di clientela internazionale.

Il mercimonio del sesso è formalmente illegale in Thailandia, ma tollerato per l’enorme impatto sull’economia e sulla vita di milioni di famiglie che contano sui proventi di questi luoghi d’intrattenimento, formalmente bar, caffè, sale da ballo, Spa dove spesso al tradizionale massaggio terapeutico thai si aggiungono a richiesta prestazioni d’altro genere.

La inevitabile vicinanza tra cliente e prostitute rende però oggi il lavoro particolarmente rischioso e molte hanno preferito tornare nei villaggi di provenienza, soprattutto nelle regioni povere del Nord-Est come l’Isaan oggi alle prese con nuovi casi di contagio. Chi come Pim e Alice è rimasto non ha però molte altre alternative che avventurarsi a rischio di un arresto nelle strade dove un tempo ogni lucciola giungeva a guadagnare tra i 250 e i 300 euro a settimana. Per loro – senza permessi di lavoro né garanzie di ogni genere - sarà difficile oggi ottenere il sostegno finanziario mensile di 5000 baht (140 euro) promesso per tre mesi ai thai resi disoccupati dal coronavirus.

"Molte sono madri – ha dichiarato “Empower” - e sono una delle principali fonti finanziarie per le loro famiglie", generando secondo la ong dal 4 al 10% del pil del Paese. Grazie a loro, intere comunità possono sopravvivere nelle province e costruire case o acquistare un pezzo di terra per il futuro. Ma quando l’epidemia sarà passata, il settore del sesso potrebbe risultare tra i più colpiti, con ripercussioni di lungo termine per un’intera economia basata paradossalmente sul nemico numero uno di oggi, il contatto fisico.

asceta_pentito
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12/04/2020 | 20:59

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asceta_pentito
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02/04/2020 | 11:31

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https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/04/01/news/e_le_prostitute_senza_piu_clienti_si_mettono_in_coda_alla_caritas-252915982/

E le prostitute senza più clienti si mettono in coda alla Caritas
DI GIAMPAOLO VISETTI

«Abbiamo fame e nessuno ci aiuta. Prima per strada lavoravamo, adesso ci finiamo a dormire negli scatoloni. Senza clienti non possiamo più pagare l’affitto di una stanza. Di coronavirus si può morire anche senza prendere la polmonite». Poco dopo mezzogiorno quattro ragazze sono in coda davanti alle cucine economiche popolari di Padova. Tre straniere e un’italiana: poco più che ventenni, non sembrano studentesse. «Fino a un mese fa — dice Gloria, partita tre anni fa dalla Nigeria — a quest’ora ero appena andata a letto. Ora, già all’alba, mi svegliano i crampi della fame. La vergogna questa volta può fare una strage».
La catastrofe del coronavirus in Italia travolge anche 120 mila prostitute. Il divieto di uscire di casa, le norme sul distanziamento sociale e la chiusura dei locali, azzerano un business da 4 miliardi all’anno. Le vittime sono donne e transessuali: il 55% è extracomunitario, spesso clandestino, quasi sempre schiavo di tratte e sfruttatori. Per queste invisibili, più esposte al contagio e prive di assistenza medica, non ci sono aiuti.

Le ragazze in fila
L’epidemia fa esplodere nuove povertà ed emarginazioni diverse. «A pranzare qui — dice suor Albina — vengono in 170 al giorno. Quasi tutti anziani, disoccupati, migranti e senza fissa dimora. Per la prima volta vedo impennare il numero delle ragazze che cercano cibo. Non chiediamo chi sono, ma la professione perduta è chiara». Sei prostitute su dieci, fino ai primi di marzo, vendevano sesso per strada. La maggioranza pagava una quota a chi le sfruttava e spediva il resto alla famiglia in patria. Poche quelle che hanno dei risparmi. «Difficile stimare quante sono ridotte alla fame — dice don Luca Facco, direttore della Caritas padovana — ma chi adesso ci chiede aiuto, ne ha davvero bisogno. Questo virus sconvolge anche il profilo delle emergenze: i prossimi mesi, per chi precipita nella povertà, si annunciano durissimi».

La fame e la paura
Ancora di più per chi è piegato dal peso dello stigma sociale. «Queste donne — dice Pia Covre, che con Carla Corso ha fondato il Comitato per i diritti civili delle prostitute — ora hanno fame. Più ancora, hanno paura. La maggioranza non osa nemmeno chiedere aiuto. Se non esercitano ogni giorno il mestiere, non sanno di cosa vivere e sono ancora più esposte alle violenze. Da giorni ricevo centinaia di messaggi: ragazze che domandano dove possono trovare cibo. Qualcuna, che ha da parte dei soldi, aiuta le amiche che hanno bambini». L’idea è istituire un fondo di sostentamento per chi non può più vendere sesso. «Ex clienti generosi — dice Carla Corso — potrebbero ricordarsi di noi e fare delle donazioni».

Ai margini della strada
Ad affondare, anche altri precari che dipendono dalla strada e dal benessere degli altri: giostrai, circensi, ambulanti, artisti itineranti e stagionali al lavoro nei campi. Tra Lombardia e Veneto, epicentro del contagio, migliaia di famiglie in queste ore vivono la tragedia di non avere niente da mettere sulla tavola. «È un’onda che cresce — dice Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana di Milano — con centinaia di nuclei sul lastrico. Molti hanno anche gli animali da nutrire e si affidano alla generosità dei contadini. Non possono mettere in scena i loro spettacoli, le giostre sono ferme. Centinaia di mamme non sanno come sfamare i figli. Il primo mese hanno tenuto duro, adesso non ce la fanno più. Telefonano per le borse della spesa solidale o per ritirare un pasto nelle mense: tra le necessità, anche i prodotti per l’igiene. Nessuno chiede soldi: sono ridotti a farsi bastare un pezzo di pane». I numeri sono questi: più 50% di accessi agli 8 market solidali di Milano. Quasi spariti poveri ed emarginati storici, bloccati in alloggi e comunità. Esplode il sommerso della fame improvvisamente generata da Covid-18, ancora senza data di scadenza. Anche su Caritas, parrocchie e volontariato della solidarietà incombe lo spettro delle difficoltà economiche. «Il 95% di chi sta chiedendo aiuto — dice don Davide Schiavon, direttore della Caritas di Treviso — è in emergenza alimentare. Per anni abbiamo pagato affitti e bollette, adesso compriamo farina. Qui ci sono 70 famiglie di giostrai, oltre 400 persone, che mangiano a turno ogni due giorni. Da ieri mi hanno chiamato 8 prostitute rimaste senza cibo: mai successo, nemmeno durante le guerre e dopo la crisi finanziaria del 2008: dobbiamo pensare subito al microcredito, nessuno deve essere lasciato morire di fame».

L’ostacolo della vergogna
A preoccupare, tra Bergamo, Brescia e Vicenza, le periferie urbane e i territori abbandonati anche dalla solidarietà organizzata. «Qui — dice Filippo Monari, direttore della Caritas bresciana — ammettere il bisogno fa vergognare. La sfida sarà intercettare la fame prima che uccida, come un osceno virus tollerato dall’umanità». A Brescia, la sera, le prostitute si mettono in fila a un metro e mezzo di distanza. Prima erano al lavoro lungo le strade dirette al lago di Garda. Oggi anche loro sono sole, in coda per una tazza di minestra.

asceta_pentito
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31/03/2020 | 21:01

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Frau Anghela nel primo discorso in tv in 14 anni (a parte gli auguri per il nuovo anno) aveva citato pure gli fkk:
https://www.agi.it/estero/news/2020-03-17/coronavirus-germania-merkel-misure-7586109/

asceta_pentito
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31/03/2020 | 20:56

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c'è anche chi se la svigna dalla Thailandia tra le proteste dei compatrioti (effettivamente solo 20.... potrebbe essere parecchio lungo il soggiorno):
https://www.repubblica.it/esteri/2020/03/30/news/germania_autoisolamento_per_il_re_thailandese_in_baviera_con_20_concubine-252695829/

asceta_pentito
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24/03/2020 | 21:06

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asceta_pentito
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26/01/2020 | 19:45

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16/09/2019 | 20:14

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http://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2019/09/10/news/svizzera-prostituzione-1.338513?ref=HEF_RULLO

I tour lombardi verso i bordelli svizzeri: oltre la frontiera delle donne a pagamento

DI GIUSEPPE GENNA

Voglio escludere cose mediocri per fare posto a cose grandi, sussurra Corinna. È un corpo, femminile, completamente ricoperto da una seconda pelle in pvc, materiale termoplastico, con cui si gioca a un feticismo della seconda pelle. Le aderisce alla perfezione? No, alcune pieghe si notano. La tuta è dorata abbagliante, anche nella penombra del locale in cui il sussurro è captabile, tra pompaggi di basi elettrostatiche e profumazione artificiale. Corinna è Goldfinger nell’era Amazon, Catwoman senza l’idea di gatto. «La tuta è uno scherzo. Nessuno qui ama lo zentai». Si tratta di una subcultura fetish, una delle infinite ramificazioni della sessualità aumentata.

La maschera è tolta. Lo sguardo si direbbe mesto. Più probabilmente è orgoglioso. Reclama una dignità. Ogni malizia è bandita, questo è un momento di verità. «Non sono una puttana. Sono una sognatrice», aggiunge, modulando l’inflessione. Viene da Ploiesti, a nord di Bucarest. Ha poco meno di venticinque anni. Dice che ai clienti fa credere di avere una figlia piccola. Lo fa non per cinismo, ma per irridere chi crede alla finzione del godimento, con cui compiace i frontalieri del sesso. Poiché siamo nella Confederazione Elvetica e Corinna, che esclude cose mediocri per fare posto a cose grandi, è l’approdo di un viaggio da Milano verso una sessualità svizzera e mercificata. Non è turismo sessuale, è piuttosto una transumanza longobarda, che trascina consumatori maschi verso i privé e i contact bar che, con inflessione altomilanese, traducono così: bordelli. Secondo Pornhub, il web pornografico più popolare al mondo, gli esemplari virili lombardi manifestano una predilezione più spiccata che nelle altre regioni italiane: amano i video cosiddetti “ebony”, con donne di colore. È un dato che sembra la costituzione morale dei volonterosi artefici del puttan-tour, come viene amabilmente soprannominato da decenni il giro a mignotte.

Oltrepassata la frontiera a Chiasso, a nemmeno cento metri per questi consumatori del sesso a pagamento si spalanca il paradiso, un luogo tutto elvetico in cui scompare lo spettro della fu senatrice Lina Merlin, che firmò la legge con cui in Italia si chiudevano i postriboli e si aprivano le strade a chi le batteva e a chi le faceva battere. Al di là del confine svizzero è lecito e tassato il mestiere più avvilente e ricercato della storia. È opinabile che Chiasso possa essere paradisiaca in qualunque modo, ma lo è, anche grazie alla libera presenza di professioniste erotiche in “contact bar”, come li si chiama in un gergo vagamente tecnocratico e quindi al di là di ogni morale. Sterilizzare il linguaggio potrebbe essere naturale nella patria di un certo protestantesimo.

Non sappiamo cosa pensasse della prostituzione il riformatore Zwingli, ma certo conosciamo le leggi in materia che permettono a Chiasso di ospitare due celeberrimi locali dedicati (il Maxim e il Pompeii), mentre sembra svanito il progetto annunciato un anno fa di un nuovo megabordello a cinque stelle: doveva essere una spa del sesso a sei piani, per un investimento di quasi quattro milioni di euro, ma a fine agosto i promotori dell’iniziativa hanno fatto scadere l’opzione sul diritto di acquisto del terreno. Il locale luxury, per una inquietante coincidenza, sarebbe dovuto sorgere laddove un’associazione praticava il suicidio assistito. Esistono specialità svizzere.

Bisognerà spiegare a questo punto il sito Gnoccatravels.com. È ciò che dice di essere: un portale dedicato al turismo sessuale. Un milione di utenti mensili testano escort, recensiscono lucciole, citano amplessi, ammiccano con humour di qualità immaginabile, organizzano spedizioni, tripadvisorizzano night e sauna club ovunque sull’orbe terracqueo. Si entra in questo forum che ricorda l’html primitivo di fine Novanta e ci si perde, se va bene, in affabulazioni di questo tipo: «Il cambio sfavorevole ha determinato una flessione del 40/50 per cento di turisti, ma il vero problema è che, non essendoci turisti, non ci sono ragazze thai. Ne ho viste pochissime rispetto agli anni d’oro e ovviamente sparano delle cifre improponibili. Addirittura un ladyboy si è proposto per 5000 bath». L’indignazione per la Thailandia che esce dalle fantasie alla Houellebecq e approda a una austerity a più livelli. Con la Svizzera, Gnoccatravels dà, se non il meglio, il massimo. Al momento sono 2219 i thread dedicati a locali e professioniste operanti in Svizzera, di gran lunga la più recensita tra tutte le nazioni. Una guida e un manabile per sconfinatori attratti dai cantoni del piacere. Se ci si infila nei labirintici giudizi, che esorbitano la nicchia e giungono alla monomania, si trovano link ulteriori, riferimenti a messaggistiche private. Si può, pacificamente, imbarcarsi con una comitiva, appunto per scantonare. È così possibile ritrovarsi su un’auto di grande cilindrata, popolata da gnoccatraveller, lanciati tra Lurate Caccivio e Vertemate Con Minoprio, che non c’entra nulla con Minnie, starlette finita ai tempi su “Le Ore”, quando Gnoccatravels era inconcepibile. La toponomastica (sostantivo che i recensori on line passerebbero alle forche caudine del loro umorismo grossier) fa questo effetto, quando la Lombardia si sfinisce verso il confine svizzero. Ed è giusto così - per recarsi all’elvetico comune di Coldrerio è giusto che si possa passare per il comasco Uggiate Trevano. Nell’abitacolo della grossa cilindrata, in cui tutto è grosso, si può aspirare una sorta di arbre magique al muschio bianco, tra chiacchiere di quattro magistrali esperti in contact bar svizzeri, privé svizzeri e, come dicono loro, “gnocche” svizzere. Anche se non sono gnocche svizzere: «Sono rumene. Al 60 per cento. Al 23 per cento sono nostre», ammicca il guidatore, Penzola dal retrovisore l’immagine a santino di un Sebastian Vettel sorridente e spiritato. In che senso al 23 per cento sono nostre? «Sono nostre. Italiane. Gente disagiata. Vengono da lavori allucinanti, non le hanno pagate, per mesi. Magari hanno figli. Situazioni disperate. Arrivano in Svizzera, trovano il posto in cui esercitare, prendono la licenza, è tutto regolare. La sistemazione migliore è al contact bar. Altrimenti ti prendi in affitto un appartamento, ma lì si rischia l’illegale. E poi, diciamocelo, devono essere fighe. Non possono fare le disperate. Vogliamo vederle lustre, noi!». Dei cinque lombardi nell’abitacolo, secondo i risultati delle ultime consultazioni europee, il 43 per cento è leghista per Salvini e il 23 per cento ha votato Pd. Sono professionisti abbienti, artigiani, operai. Si sa, c’è interclassismo di fronte alla donna resa oggetto. «Le ragazze prendono tra i 10 e i 20 mila euro al mese. Prezzo medio, a Lucerna, 90 franchi l’ingresso, 110 euro mezz’ora di sesso». «Stanno chiudendo le stanze sadomaso. Prima della crisi, andava molto, poi c’è stata la recessione. Ora i clienti vogliono un sesso più amichevole». «Il mercato si sposta molto in Austria. I friulani vanno lì. Al confine del Tarvisio c’è il Wellcum, è uno dei più grandi d’Europa. Ha la piscina. Comunque anche lì è pieno di rumene». «In Romania il mestiere è depenalizzato. Non guadagnano niente, allora vengono qui. Ti fai un anno, Svizzera o Austria non importa, ti sei sistemata. Va detto che sono tantissime le rom. Si spacciano per spagnole, perché con le rom i clienti storcono il naso». «La cosa bella sono le brasiliane. Loro provano davvero piacere, lo senti a pelle. Una si è innamorata di me, mi mandava millemila messaggi ogni giorno. Con lei un ventimila euro ce li ho lasciati tutti».

Si sfreccia, ci si illude. Non c’è traccia di stupefacenti e già questo sembra stupefacente. «No, non c’è droga, non l’ho mai vista. Se solo le ragazze si permettono, i gestori le cacciano all’istante. Non so com’è a Zurigo. Lì c’è una zona coi box, pensiline in cui stazionano ragazze, una cosa squallidissima. Segnano a vernice il prezzo sulle pareti in legno di queste pensiline. Tu giri, scegli, poi si fa su materassini gonfiabili. Altra cosa, i contact bar. Sono locali di classe, con programmi di eventi di prima categoria. Luci, scenografie all’uopo (dice davvero “all’uopo”, ndr)».

Lo fanno da dieci anni. Sono convinti che le ragazze provino emozioni, affetti, coinvolgimenti improbabili. Si ossessionano. Si divertono. Ripetono che non c’è nulla di male. Dipingono la mortificazione femminile come un’elevazione dell’animo e del corpo, una teologia della carne. Ore di auto e di stazionamenti in due, quattro, cinque contact bar, generalmente uno sovrapponibile all’altro, non nelle dimensioni ma nel concept. I quattro vitelloni 2.0 non si pongono un quesito, morale o psicologico, confidando nella consapevolezza di femmine (continuano a ripetere questo: “femmine”) che presumono distrutte esistenzialmente e sul cui passato indagano con un paternalismo peloso. È tutto inesprimibile con un’elencazione di percentuali: quante italiane, quante rumene, quante venezuelane, quanto calo del mercato della prostituzione in Svizzera e quanto rialzo in Austria.

Trapassiamo i locali, trapassano i corpi. Sanno tutto, sono degli Obelix caduti da bambini nella pozione magica e ormonale, confrontano i voti delle recensioni, amano intervenire on line e dire la loro, discettare come sommelier e definiscono “perle” le escort meno ambiziose, più innocenti all’apparenza. Del resto, per tornare alle statistiche di Pornhub, la predilezione maggioritaria degli utenti veneti è per la categoria “babe”, cioè le giovanissime. Finché si arriva all’ultimo locale della nottata. C’è un’ebbrezza, una mestizia italiana in questo locale dalle luci meno che soffuse, privo di dark room, pulito a specchio, ma di dimensioni contenute. Qui incontro Corinna. Tra le escort a cui ho posto domande discrete, è la giovane donna che più mi scortica, mi addolora. Non è vero che mente, dicendo che ha una figlia: ce l’ha davvero, una piccola di tre anni, l’ha lasciata in Romania. Mi racconta che le veniva da porgere il capezzolo alla bocca della piccola nelle immagini sullo smartphone. Sembrerebbe enfatico, invece è vero.

Sogno la conflagrazione finale del genere maschile, ma sono in Svizzera, mi ricompongo, osservo Corinna, conto fino a un milione: il numero degli utenti che vogliono recensirla.

asceta_pentito
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28/07/2019 | 23:03

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per chi capisce il francese come i papponi si sono comprati la polizia a ginevra:

asceta_pentito
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27/01/2019 | 20:45

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quando diventi come il protagonista di "Shame" di S.McQueen:
https://www.cb01.group/shame-hd-2012/

asceta_pentito
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20/11/2018 | 12:57

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occhio a non morire inondati:

asceta_pentito
Newbie
06/11/2018 | 20:39

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interviste a un po' di prostitute che lavorano in russia, se scoperte dalla polizia rimangono schedate a vita
https://www.iene.mediaset.it/video/putin-prostitute-russe-mosca_219946.shtml

asceta_pentito
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29/10/2018 | 12:54

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asceta_pentito
Newbie
16/10/2018 | 13:02

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asceta_pentito
Newbie
14/10/2018 | 13:52

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le 2 puntate di Un giorno in pretura (immagino la trasmissione preferita di molti smile:sul processo a valentino talluto, i volti delle vittime sono oscurati ma sembrano tutte chubby presumibilmente poco desiderate,corteggiate,ecc da cui l'estrema facilità con cui si concedevano (rai2 incluso) a un tipo del genere...

https://www.raiplay.it/video/2018/09/Un-giorno-in-pretura-L-untore-ee17d8f7-d12b-46a1-97c9-048c38dff016.html

https://www.raiplay.it/video/2018/10/Un-giorno-in-pretura-Le-ragazze-coraggiose-5d0e9bf9-342e-49f8-86b4-04c8995241f3.html

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