Andiamo

Beyazid_II

Lavieenrose_M1Maisonclose_M1divina_M1
ArcatonBlumedico

Commenti

Beyazid_II
Newbie
21/06/2018 | 17:54

  • Like
    1

@Serendipity said:
Quoto in toto, non si possono fare valutazioni sul numero di donne per uomo. Senza dubbio il rapporto è sbilanciato per una miriade di motivi. A partire dalle prostitute ed escort che sono una fetta importante della popolazione femminile decente per arrivare al fatto che dopo i 40 anni è pieno di donne single mentre i single uomini sono molti meno visto che sono di più gli ultra quarantenni che stanno con donne più giovani rispetto al contrario. Poi aggiungiamoci che le donne sono mediamente più in sovrappeso, togliamo quelle brutte che non si caga nessuno mentre le donne belle sono seguite anche dagli uomini meno belli ma ricchi e la frittata è fatta

Ma spiegarlo a gente per cui tutto ciò che è numerabile è numero che non ha bisogno di essere analizzato al suo interno (come invece si deve fare per gli esseri viventi, anzi, anche solo per gli oggetti funzionanti) è cosa dura....

Beyazid_II
Newbie
21/06/2018 | 17:52

  • Like
    1

@Paolo38 said:
Ecco i numeri divisi anche per fascia d'età, questa è statistica e questi sono i numeri, capisco che tu sei a digiuno anche con le quattro operazioni ma questa è la realtà, il resto sono storie.
Nelle storie sei bravo, lo ammetto, strappi anche un sorriso ogni tanto, ma il rapporto maschi femmine non è 10:1 e nelle fasce che tu dici il rapporto è circa 1 : 1, poi se credi che per 40enne o un 50 enne uomo possa essere realisticamente una 20enne mi sa che vivrai nell'amarezza, se però ci speri chi sono io per toglierti questa speranza.
dasvidania

Ma allora è vero quello che si dice in Facoltà: voi "statistici" non capite proprio niente! Sapete davvero solo "contare".

Se le persone fossero asessuate, tu avresti ragione. Poichè invece maschi e femmine sono mossi dal "genio della specie", devi considerare anche le loro diversità di desiderio. Se un uomo avrebbe bisogno di trombare una volta al giorno ed a certe donne pare vada bene anche solo una volta all'anno (strano, ma lo deduco da come si comportano), il rapporto uomo/donna si moltiplica di 365 al numeratore. Inoltre non sono io a scegliere cosa gli uomini debbano desiderare. Tutti desideriamo la bellezza (perchè in natura sarebbe sinonimo di fertilità e salute) e per questo tutte le fasce di uomini si rapportano con quella di donne fra 20-30 (o 40 se vogliamo stare larghi).
Ecco che allora arrivo a 1:10, 1:100. 1:1000 e così via se consideri tutti gli ostacoli (probabilità di incontro, tirarsela infinito eccetera: le probabilità di eventi indipendenti si moltiplicano, come tu insegni)

Se poi tu, a 40 o 50 o 60 anni, pensi che si possa provare soddisfazione scopando delle vecchie, se tu a vivere nell'amarezza.

P.S.
Ti faccio notare che qua non ci si lamentava dic ome un 40 o 50 enne non possa accompagnarsi ad una 20 (anzi, abbiamo il grande @Flautomagico che continua a raccontare come per lui sia facile). Qua ci si lamentava, al contrario, di come un 20-30 enne normale non trovi alcuna coetanea dello stesso valore estetico-intellettuale, se non pagando o zerbinandosi.

Beyazid_II
Newbie
21/06/2018 | 17:29

  • Like
    1

@Paolo38 said:
eh vabbe allora ciao, non dire 10:1 , devi dire che le vuoi 20enni e che rispettino i tuoi canoni di bellezza, che immagino siano anche molto restrittivi, visto che se tanto mi da tanto sarai anche un bel pò schizzinosetto, il principino de sta'.. .
Lascia perdere i numeri però , quelli sono per quelli che sanno cosa sono, non fa per te , credimi.

Sono gli stessi canoni della maggioranza degli altri utenti (dato che frequentiamo gli stessi posti).
Penso che un uomo abbia tutto il diritto ad essere schizzinoso con l'aspetto fisico della gnocca dato che, appunto, in nome di quello sopporta tante cose. E poi non è questione di essere schizzinosi. è questione di essere attratti o meno. Fisico deforme, viso sgraziato e capelli color topo non permettono l'esplicarsi delle attività amatoria da parte maschile. La biologia non è un'opinione.

Siamo tutti attratti dalle poche attraenti (se così non fosse non ci sarebbe la selezione sessuale in natura).
Ecco perchè i tuoi numeri c'entrano come cavoli a merenda.

Se tu "sai cosa sono i numeri", allora capisco perchè in Italia le statistiche non rispecchino mai la realtà:

  • stai postando numeri che vanno bene per contare le future tombe nei cimiteri, non per capire i rapporti fra i sessi nell'amore sessuale
  • stai postando ogni volta doppio!

Beyazid_II
Newbie
21/06/2018 | 17:21

  • Like
    3

@FlautoMagico said:
@Beyazid_II è realtà purtroppo, le donne ridono molto più forte alle battute se le fa un bonazzo. Credo valga anche per l'orgasmo.

Mi piacerebbe replicare con le stesse parole che usasti tu per contraddire chi diceva "trombano solo i fighi".
Ma voglio prenderti sul serio e dire che allora è meglio smettere di discutere.
Anche noi ridiamo di più (anzi, direi soltanto) alle battute delle bonazze.
Però almeno noi ci contentiamo della bellezza.
Poichè invece le donne pretendono anche mille altre virtù, alcune solidamente economiche, altre spesso impalpabilmente ancora più che intellettualmente eteree e, soprattutto, vogliono vedere l'uomo far la fatica della conquista (diretta o indiretta), io dico: non possono avere diritto a tutto.

Ecco perchè bisogna darci un taglio con le loro pretese. FKK a go go e distruzione del femminismo. Questa sarebbe la ricetta per far calare le pretese. Altro che ricercare perle rare fra le pretenziose!

Beyazid_II
Newbie
21/06/2018 | 16:44

  • Like
    0

@Paolo38 said:
Sul tema denatalità si può discutere ma di bestialità che ci sia un rapporto di 10:1 tra uomo e donna , non si può sentire, una cazzata cosmica! e non mi si venga a dire che è per attirare l'attenzione sul problema.

Italia Popolazione maschile:29.427.607 , Popolazione femminile:31.056.366; Popolazione totale al 31/12/2017: 60.483.973

https://www.istat.it/it/archivio/216999

Non si può neanche far passare la bestialità di postare un rapporto comprendente vecchi e vecchie, in un 3D che parla della concorrenza che tutti gli uomini sessualmente validi (dai 14 agli 80 anni ed oltre) devono battere per entrare in contatto con una fanciulla in grado di interpretare il sogno estetico dell'anima contemporanea (quindi età fra i 20 e i 30, fisico atletico, viso gentile, insomma, una in ogni classe, ai tempi del liceo, quando andava bene).

Beyazid_II
Newbie
21/06/2018 | 16:42

  • Like
    1

@FlautoMagico said:
"esistono queste donne belle e colte che sanno apprezzare anche uno scribacchino piccolo e goffo se le sa affascinare con l'arte della parola"

Ahimè oltre alla cultura aiuta anche essere bonazzi, neanche leopardi è andato lontano. L'avatar non l'ho messo a caso.

D'Annunzio era più brutto di lui ed ha ottenuto dalle donne quasi tutto. Dai, non lasciarti andare verso posizioni adolescenziali che in altre discussioni avevi validamente combattuto.

Beyazid_II
Newbie
21/06/2018 | 14:56

  • Like
    2

@FlautoMagico said:
A parte che non sono un "maestro del free" ma solo uno che pedalava in bici senza problemi prima di leggere in questo forum che non si può andare in bici senza pagare.

Bisognerebbe intendersi, le belle e colte che conosco io (parlo di persone a capo di restauri, parlo di esperte di arte russa contemporanea, parlo di docenti universitarie di letteratura inglese, parlo di avvocatesse in carriera in cerca di una via d'uscita, parlo di editrici di collane di poesia) sono meravigliosamente aperte e sensibili alle esigenze del maschio che sanno apprezzare.

Quindi forse basterebbe saper trovare tipe così per risolvere magicamente tutti i problemi di relazione con l'altro sesso.

Poi c'è il discorso della cultura, che non va riversata a secchiate ma distillata goccia a goccia come un'essenza nella meravigliosa cittadina di grasse…

Lo dico senza prenderti in giro: quando ti leggo mi pare di entrare in un capolavoro di Woody Allen, dove, appunto, esistono queste donne belle e colte che sanno apprezzare anche uno scribacchino piccolo e goffo se le sa affascinare con l'arte della parola.

Il problema di chi vive nel mondo reale italiano di oggi è trovarsi invece circondato di melanzane che ti fanno sentire uno dei tanti "clientes" in attesa della "sportula", di stronze che usano motti di spirito per farti sentire ridicolo e inadeguato (anzi, inutile e dannoso) solo "in quanto maschio", per non dire di femministe che ti danno la colpa di ogni tragedia del mondo. Anche quando, per mostro e miracolo si incontra una delle donne che dici, poichè è comunque inframmischiata a quelle, nello stesso tavolo al ristorante, nello stesso luogo di lavoro, nella stessa via della città, risulta veramente difficile avere ancora occhi per vederla, orecchie per ascoltarla e soprattutto pazienza (e coraggio) per provare a corteggiarla (mettendo da parte le ferite, le umiliazioni e le irrisioni che in simili situazioni si sono sistematicamente vissute in passato).

Quanto alla cultura da distillare come un'essenza della città in cui naque la pilotessa Michelle Mouton, quando si verifica il fortunato evento di incontrare una donna meritevole di attenzioni, è davvero arduo resistere alla tentazione di "dare il massimo di sè nel minimo tempo", perchè il timore di non veder ripetersi in futuro un tale fugace e inaspettato incontro prevale su ogni considerazione strategica di "conquista". Una donna intelligente dovrebbe capirlo ed essere indulgente.

Ti posso comunque assicurare che anche riversando l'intera boccetta di profumo non si viene sbranati d'amore come il protagonista di "storia di un assassino". E questo ti fa capire che non siamo né a Grasse nè in "Manhattan"

Beyazid_II
Newbie
21/06/2018 | 14:00

  • Like
    1

@Poker said:
@Beyazid_II in effetti gnocca e filosofia tendono ad escludersi, dalle espressioni sbadiglianti che ho visto in faccia alle ragazze quando argomenti filosofici si sono anche solo affacciati nella conversazione. Motivo? Secondo me perchè la filosofia è astratta, mentre esoterismo/occultismo hanno risvolti pratici e promettono un aumento del proprio potenziale nei rapporti con le altre persone

Questa è un'osservazione interessante, che potrebbe rispondere a @Flautomagico su fatto delle donne maggiormente interessate degli uomini alla "cultura".

Se hai ragione, allora è spiegabile la fascinazione delle mie conoscenti per l'Arturo e il Federigo, che trattano i concreti argomenti della natura e della vita piuttosto che le astrazioni care ai contemporanei.

Beyazid_II
Newbie
21/06/2018 | 13:55

  • Like
    2

@Serendipity said:
Bella questa risposta. Fino a qualche anno fa probabilmente mi sarei comportato in questo modo. Ora invece no, sono cambiato e come ho detto non mollo facilmante la presa. In questo momento non so ancora se capitolerà o no, diciamo che potremo dare una capitolazione al 50% di probabilità. L'unica cosa certa è che si farà male, lei crede di aver in mano la situazione ma non si rende conto che io non mi sto muovendo con il cuore bensì con la ragione fredda, lucida e onnipotente. Se questa ragione sarà in grado di farla capitolare sarà anche in grado di umiliarla, se viceversa la capitolazione non arriverà per lei sarà ancora peggio perchè resterà a lungo con il dubbio di aver perso stupidamente sul più bello un'ottima occasione. Le persone vanno capite e i loro comportamenti vanno anticipati: chi si sente rifiutare da una ragazza sta sbagliando a prescindere, non si deve mai arrivare al rifiuto perchè vuol dire che non si aveva in mano la situazione e non si aveva capito che le speranze erano vane. Bisogna accorgersene in anticipo quando non ci sono speranze e trarne la conclusione, a scacchi vince chi anticipa

E' molto interessante quello che scrivi, anche se mi è molto oscuro come possa essere attuato nell'attuale occidente liberale e femminista.

Personalmente, a forza di aspettare la situazione favorevole, sono arrivato alla soglia degli anta senza aver provato davvero nemmeno una volta (forse una sì, ma parliamo dell'altro secolo).

Permettimi solo di osservare, da patito di filosofia, che "credere nella ragione onnipotente" è credere in un'utopia (il positivismo). Solo la volontà può essere ottimista.

Inoltre, non credi che sia venuto il tempo di attuare una reazione collettiva contro queste "tiranne da villaggio" pronte a sfruttare senza limiti o remore le disparità di numeri, desideri, leggi e costumi a loro favore tanto da arrivare a dire una cosa del genere ("c'è la fila, stai al tuo posto") con la massima nonchalance? Un'azione "politica" (nel senso alto di "ciò che riguarda la polis") che vada al di là delle piccole rivalse personali ed impedisca che nostri simili, in futuro debbano avere la psiche o la vita segnate da continue frasi del genere? Che impedisca alla prossima generazione di donne anche solo di pensare di fare una battuta del genere con un loro coetaneo gentile ed educato?
Se rimaniamo "divisi" saremo sempre "calpesti e derisi".

Beyazid_II
Newbie
21/06/2018 | 12:25

  • Like
    0

@Serendipity said:
Una frase del genere è un chiaro e utile segnale che fa andare a zero il mio interesse "serio" e di lungo periodo nei suoi confronti. Non solo, è una vera e propria dichiarazione di guerra. La ragazza sta buttando la sua vita su una scacchiera pericolosa dove ci sono giocatori esperti e motivati

Io non mi sarei trattenuto dal rispondere con una battuta a metà fra le commedie rosa inglesi e "l'Attimo Fuggente": "se le fanciulle tanto belle come te da poter essere muse sono rare come perle e trovano quindi un nuovo ammiratore al minuto, bada che i poeti, gli unici che avrebbero potuto mantenerle belle nei secoli, con versi che non fossero semplici grugniti suini o lunghe fischiate pecorine, sono del tutto estinti: buona fortuna con i congiuntivi e gli anacoluti dei tuoi spasimanti. Hai appena perso la tua sola possibilità di conoscere l'ultimo sopravvissuto della setta dei poeti estinti.".

Beyazid_II
Newbie
21/06/2018 | 11:57

  • Like
    1

@FlautoMagico said:
Ragazza molto bella, che se ne esce con frasi del tipo "mettiti in attesa che la coda è lunga"

Questa frase mi fa pensare a un approccio sbagliato, sia perché troppo diretto sia perché è da una posizione subalterna che sta chiedendo una uscita. Come muovere il pezzo della regina dopo le prime mosse di una partita di scacchi. Invece prima si costruisce una posizione forte, intimorendo l'avversario, e poi si scambiano pezzi guadagnando possibilmente in qualità.

Insomma, lei è bella e maleducata e se non apprezza intelligenza e cultura, game over.

Come non quotarti!
Vedo che, al di là delle polemiche, la pensiamo allo stesso modo sulla questione di fondo.

E' quello che cerco di fare da due decenni (aspettare per poi trattare da una posizione di forza), ma cultura occidentale e crisi economica cospirano per portarmi nella direzione opposta (disparità naturali di desideri sempre meno compensabili da posizione sociale e ricchezza). Leggi che rendono potenzialmente "molesto" il primo sguardo (quando "mostrarsi" è diritto), costumi che considerano potenzialmente "violenza" il primo approccio e pure continuano a pretendere sia l'uomo a fare la prima mossa come ai tempi di Romolo e di Ovidio e, soprattutto (massimamente in Italia), rapporti numerici che vedono colei che sarebbe "nel numero delle trenta" avere 1440 ammiratori al giorno (ovvero uno al minuto) pronti a farla sentire "cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare" rendono praticamente impossibile non essere subalterni (anche quando si finge il contrario, come fanno molti rischiando il paradosso).

L'unica possibilità concreta mi pare quella decritta da @Itaconeti a proposito della sugar baby.

Parlando però di free, di cui tu sei maestro, come possiamo fare, noi tuoi umili aspiranti allievi, che non hanno, per dirla con la gialappas, il tuo "stipendio di giada"?

Non so la situzione degli altri, ma, pensando a me, come può fare un semistrutturato (il che vuol dire anche semiprecario) della ricerca, pagato 1/3 di quanto sarebbe pagato all'estero (e, quindi, "con lo stipendio d'argilla"), figlio unico di famiglia ex-benestante (causa congiunta governo Monti + "mani bucate" del sottoscritto), a trattare da una posizione di forza con colei che, giustamente, "ha la fila"?
Quali motivi dovrebbe avere una ragazza bella e motivatamente materialista (non vedo perchè chi ha il privilegio della bellezza non dovrebbe sfruttarlo per vivere bene) per considerarmi "credibile"? Sì, all'inizio posso anche luccicare, quando arrivo al lavoro con l'auto premium, mi fermo negli alberghi di Courmayeur, di Zermatt o di Grindelwald, con piscina vista Bianco, Cervino o Eiger, al ritorno dalle mie solitarie gite alpinistiche (sputtano così i miei averi perchè queste "imprese ad alta quota" si possono fare solo finchè il fisico è giovane: ora o mai più), o quando giro per gli Appennini con la mia Lotus pronto-pista, ma è tutto fuoco di paglia. Se non avessi papà ad appianare gli "sforamenti" del plafond mastercard dovrei stare più attento alle spese e già oggi non posso più,ad esempio, più "giocare" al pilota nei trackday (maledizione, proprio nel 2011 doveva arrivare Monti!). Non potrei, insomma, mantenere moglie e figli con questo livello di vita. E la donna, almeno inconsciamente, sempre a quello guarda per giudicare un uomo "interessante" (mia madre compresa: se così non fosse i figli vivrebbero sempre infelici, nel mondo attuale).

C'è stato un periodo della mia vita, iniziato proprio 20 anni, fa, in cui mi sono detto: "lascio stare le donne, prendo una buona laurea, trovo un buon lavoro e faccio tanti soldi e solo allora tornerò dalle donne". Peccato che sia riuscito a fare solo le prime due cose, e non riesco neppure ad essere invidioso degli altri: non conosco nessuno, fra chi non sia più vecchio, cui sia andata meglio. Non c'è più tempo per rimandare ancora la "vera vita" e la "vera gnocca". E, purtroppo, vedo qui che non sono l'unico in questa situazione.

Sono così disilluso che non mi vergogno di essere sincero anche dove non si dovrebbe con sconosciuti
Ti prego quindi di non rispondere con "illusioni" come "apprezzano intelligenza e cultura". Forse è vero, ma è anche vero che possono sempre dire: "se sei tanto colto e intelligente, perchè hai una posizione sociale da sfigato?"

Beyazid_II
Newbie
20/06/2018 | 19:10

  • Like
    0

**SECONDO GRADO: da Italo Svevo ad Agnolo Poliziano

Ovvero: "AMATA IMMORTALE"

Come quasi tutti gli studenti della Maturità sono stati costretti ad imparare, la “Coscienza di Zeno” è il principale romanzo scritto in Italiano (insomma, “Italiano” …con quell’incedere barbarico della parola e quegli arcaismi come “rimase dessa”… parliamone) sulla psicoanalisi. Come noto, la tesi dell’Autore (il cui “nick” denuncia il bilinguismo di un esponente della ricca borghesia ebraica in grado di scegliere perfettamente fra la lingua dell’amministrazione austroungarica e quella dei caffè letterari italiani) non sposa in pieno le teorie di Freud. Alla fiducia (in fondo, ancora pienamente positivista) del professore di Vienna sulla possibilità di curare l’anima (“l’io”) attraverso la razionalizzazione dei ricordi, della paure, delle pulsioni (identificate nel substrato inconscio “dell’es”) e la critica (storica, culturale e sociale) alle idealizzazioni del “dover essere” (il cosiddetto “super-io”), sorta di dio tirannico che ognuno di noi porterebbe sulle spalle come prodotto delle proprie fisime e delle imposizioni morale o religiose altrui, Svevo contrappone la (oserei dire, con termine nietzscheano) “scienza della vita”, ovvero di quel caos in cui la sopra citata rivisitazione pseudoscientifica della tripartizione platonica (corpo-anima-spirito) viene continuamente rivoltata e travolta dagli eventi (esistenziali, psichici ed alla fine anche storici).

E’ vero che, come un paziente freudiano, il Zeno Cosini del romanzo triestino trova (momentaneo) sollievo a raccontarsi, ma è altrettanto vero che, come mostra l’esito della trama, alla fine del racconto non vi è la parola “guarigione”. Se per Freud il racconto è uno strumento di cura, per Svevo è, semmai, il sintomo di quella inguaribile patologia che è la vita moderna, intesa come mondo in cui l’uomo ha perduto il legame con i ritmi della natura e i desideri spontanei (direi: primigeni) per via dell’aver delegato alla tecnica e all’economia (il “possesso di ordigni”, dice l’Autore nelle indimenticate pagine finali del romanzo) ogni fonte di valore, di diritto, di senso della vita.

Con un’intuizione che par anticipare fortemente la filosofia di Emanuele Severino sulla “volontà di potenza” della tecnica che, proprio in quanto tale, “esautora” l’uomo dalla sua stessa vita con un processo progressivo ma inarrestabile di cui non si può dar colpa a nessun tipo umano, a nessuna dottrina morale e a nessuna organizzazione sociale in particolare (essendo questi, in tale prospettiva, i prodotti della tecnica e non i produttori di essa), Svevo sposta il dibattito dalla dialettica “salute-malattia” su base individuale a quella su base storica e filosofica (quella che il professore di Basilea chiamerebbe “Grande Salute”), fino al punto da profetizzare il “disastro atomico” come unico modo per far ritornare la terra allo stato di “nebulosa vergine” di nuovo “vivibile”.

La psicoanalisi in Svevo è quello che dio e la religione sono per molti atei: il sintomo di un bisogno umano piuttosto che una realtà oggettiva. Zeno vorrebbe con tutte le sue forze che Freud avesse ragione (perché potrebbe così guarire tutte le sue nevrosi), così come l’aspirante credente moderno (ovvero il borghese) ben accetterebbe un dio buono, giusto e ordinatore del mondo in senso morale (perché così potrebbe, se non liberarsi dal dolore del mondo, almeno capirlo), ma la scienza dei fatti contrappone all’uno e all’altro la vita (in cui, come mostra uno dei più tragicomici capitoli del romanzo, “razionalizzare” la complessità con cui il nostro sistema nervoso comanda un’attività apparentemente banale come camminare porta a diventare irrimediabilmente almeno un po’ zoppi), l’amore (in quanto Natura, “grande e immorale per tutta l’eternità”) e la storia (eternamente di là dal bene e dal male proprio perché, “per innalzare un templio, un templio deve essere distrutto”, continuamente “imprevedibile” e “ingiusta” proprio perché, tanto individualmente quanto collettivamente, frutto del caso, dei variabili rapporti fra numeri e forze, delle correlazioni statistiche, piuttosto che, come credono razionalisti e predicatori, delle cause e degli effetti, o dei meriti e delle colpe). Parlando più terra-terra, andare dallo psicanalista per un uomo moderno è come per un cercatore di gnocca rivolgersi ad uno “psicologo” o “guru” della seduzione: comprensibile ma infondata speranza di risolvere su base individuale e con metodo “scientifico” (o apparentemente tale) un problema da un lato sociale (nel caso, la disparità di numeri e desideri nell’amore sessuale, favorevole grandemente alle donne e da queste sfruttata senza limiti, remore né regole in ogni modo tempo e luogo se, all’interno delle strutture sociale, non è dato all’individuo utilizzare, a mo’ di freni e compensazioni, opportuni meccanismi culturali ed economici per riequilibrare ogni eventuale rapporto in realismo, desiderabilità e potere) e dall’altro legato alla natura caotica e impredicibile di cui è appunto costituita la vita stessa (e non solo nel mondo degli istinti naturali). Per dirla con una boccaccesca endiadi che Woody Allen mette in bocca ad un suo personaggio, non si può andare avanti a “scienza e fica” (così anche chi si lamentava di non trovare tal termine in questo thread è servito).

Nessuna pianificazione potrà funzionare nell’ars amandi: se funzionasse, negherebbe l’imprevedibilità che dà senso e bellezza ad una avventura erotica (rendendola scontata né più né meno che una visita dal dottore, ciò di cui si ha in effetti la percezione in certi rapporti con gentili ed impeccabili professioniste del sesso). Come magistralmente messo in scena in quel capolavoro di Allen che è “Match Point”, è la fortuna a decidere nella vita, molto più di quanto ai giocatori (bravi o tristi) faccia piacere ammettere (per opposti motivi di vanto nelle vittorie o per necessità di spiegazione nelle sconfitte). Significativamente, anche nella “Coscienza di Zeno”, non un’avveduta scelta del protagonista, ma una serie di “provvidenziali” sconfitte, fallimenti, irrisioni e delusioni lo portano, fra le quattro sorelle che iniziano per “A”, a scegliere la moglie migliore (bella nel tempo e fedele).

Il collegamento fra l’autore triestino e l’unico regista di hollywood (volutamente minuscolo) degno di questo nome non è casuale: la goffaggine, “l’inciampare nelle cose”, l’essere presi da tutti (ed il non prendersi in prima persona) mai sul serio, l’essere “anti-eroe” (ovvero privo di quella caratura etica fatta di senso del dovere, spirito di sacrificio, coraggio e fiducia in sé o nel destino da cui è guidato l’eroe del romanzo epico da Enea in poi), anzi, all’apparenza un “uomo senza qualità” (tanto per citare il Musil che fu caro a @Flautomagico qualche discussione fa), il riuscire anzi ad ottenere risultati migliori rispetto a chi è nato “lottatore” (si veda il rivale che soffia Ada a Zeno, mostrando tante doti artistiche, culturali e “spirituali” – per non dire “spiritiche” se pensiamo all’episodio del “tavolino tremante” - per poi rivelarsi pessimo marito e sfortunato uomo d’affari capace solo di fuga e suicidio) costituiscono quel substrato psicologico che, secondo studiose come Tullia Zevi, tanto Italo Svevo quanto Woody Allen hanno assorbito da un certo spirito da “cabaret yiddish”.

Si tratta della medesima caratterizzazione psichica che l’abbandono del classicismo (e, con esso, per contrasto, dello stesso “malgusto” romantico), voglio dire del “nobile”, del “grande”, “dell’eroico”, per riprendere il Leopardi, in favore della letteratura decadente novecentesca (frammentata e caotica nell’idea stessa di uomo prima ancora che nello stile e nelle trame) induce in ogni studente (intendo: avente anche orecchie addestrate ad apprendere e non solo un culo per star seduto su una sedia pensando ad altro) e che l’intera cultura occidentale, anche e soprattutto nelle sue forme più “stimate” e “serie”, contribuisce a consolidare (a parte qualche discutibile tentativo di eccezione in chiave “colossal”, ogni tentativo di eroismo classico viene deformato e irriso dalla cinema e dalla letteratura, ed anche gli esempi presentati come “positivi”, sono posti sotto la luce dell’autoironia: insomma, il “superuomo” viene visto come un antipatico e un prepotente da mettere in ridicolo, mentre il successo arride a vari “Forrest Gump”). Questo ha indubbiamente segnato il mio (tentativo di) rapporto con le donne che, all’epoca (ma potrei dire anche oggi), prescindeva dal “dover essere” seduttore (bravo a mostrare le proprie doti come fossero muscoli, sicuro delle proprie capacità e possibilità, indifferente alle critiche ed alle crisi) e si faceva anzi quasi vanto dell’essere “imbranato”.

La mia naturale timidezza, la non celata inesperienza con l’altro sesso, unite ad uno studio “matto e disperatissimo” delle umane lettere (forse leopardianamente ancora più intenso di quello impersonificato dai vari personaggi “alleniani” che aspirano ad essere scrittori, registi e critici) e ad una costante “attività sessuale con una persona che stimo moltissimo” mi avrebbero fatto “inciampare” in tante e affascinanti donne come capita in “Manhattan” o in “Io ed Annie”, molto più di quanto sarebbe capitato ai miei compagni di scuola o di paese, tutti intenti, con mezzi variabili dalla palestra alla musica leggera (per le mie orecchie abituate a rime e allitterazioni, per il mio gusto avvezzo al dialogo sentimentale ed alla accurata scelta dei vocaboli, dei momenti e degli argomenti, semplice e raccapricciante “rumore moderno”), dalla “esposizione mediatica” dell’attivismo studentesco all’attività sportiva, a “dare la caccia” alle straniere sulla riviera, alle “primine” dell’altra sezione, alle coetanee incontrate in giro fra concerti, discoteche e occasioni extra-scolastiche (intenti, soprattutto a parlare di “caccia”)?

A proposito di simpatici “inciampi” nelle cose e nelle persone: durante l’inverno avevo casualmente visto di sfuggita la madre di Federica (io abitavo in una zona lontana della provincia, lei era del capoluogo) mentre accompagnava la propria classe a vedere “l’Importanza di chiamarsi Ernesto” di Oscar Wilde (io ero con i miei compagni di classe ad assistere alla stessa rappresentazione). Da quale noia culturale (nulla contro l’immortale autore del “Ritratto di Dorian Gray”, ma molto contro la moda di portare la gente a teatro per forza) mi ero probabilmente salvato evitando il rischio di avere quella professoressa di Italiano come “quasi suocera”. Più culo di Zeno Cosini!

E ancora non potevo sapere che, d’estate, il romanzo triestino sarebbe stato a suo modo, galeotto, anche se in maniera del tutto fortuita ed incorrelata al contenuto. Non potevo nemmeno sapere che, impegnato a leggere manciate di “romanzi di formazione” e di “nuovi modi di scrivere novecenteschi”, il romanzo della vita mi avrebbe, negli stessi momenti, messo all’improvviso di fronte alle pagine centrali, rispetto alle quali il vissuto precedente sarebbe stato solo un prologo e quello successivo un ricordo, un rimpianto, il “rimpianto di ciò che non è stato”.
Eppure, in quello che poi non fu, avrei ben dovuto intra-vedere tutti gli elementi del grande romanzo: una anteprima interiore “rubata”, come quella che il principe Andrej ha di Natasha ascoltando per caso il di lei dialogo con la luna nelle più belle pagine di “Guerra e Pace”, un primo vero incontro al ballo come in “Anna Karenina” quando il Conte Vronskij può finalmente conoscere la donna da cui era stato attratto al primo sguardo in stazione, una paura condivisa incombente come la peste nei “Promessi Sposi” (nel nostro caso era ovviamente l’esame maturità), un muoversi su barca a remi come in “Piccolo Mondo Antico” del Fogazzaro o in “Addio alle Armi” di Hemingway.

Ho un ricordo chiaro di quei giorni a Giulianova fra giugno e luglio, con il Gran Sasso e la Maiella (montagne su cui avevo fantasticato tanto viaggiando mentalmente durante lo studio della geografia quanto leggendo quelle “Novelle della Pescara” che, per aurea di avventura e intensità di trama, quasi fiabesca, parevano evocare i racconti degli esploratori dell’Africa o di altre terre lontane) a fare da sfondo a tramonti interminabili e le spiagge, spesso semideserte per il tempo instabile ed il mare mosso, a svolgere da scenario per mattinate così insolite, così solitarie, così, oserei dire, “randagie”, che, a parte l’odore di salsedine, pareva di essere rimasti ancora immersi nel sonno, isolati dal mondo, in un “non luogo” inconscio (quasi come nella Commedia dantesca quelle sorgenti purgatoriali che donano l’oblio dalla vita precedente preparando le anime alla beatitudine celeste).

Anzi, ho due ricordi, uno diurno ed uno notturno, uno chiaro e uno scuro.

Quello diurno mi vede sotto l’ombrellone, a leggere instancabilmente le pagine della “Coscienza di Zeno”, spinto non dalla curiosità della trama, non dalla passione per la psicoanalisi, ma dalla voglia di conoscere e decifrare le prossime parole dal libro della mia stessa vita, dal desiderio, anzi, di raggiungere “l’origine della vita” fino ad unirmi in corpo ed anima alla bellezza. Sembrano in effetti desideri fuori tema associati ad un romanzo così celebrale, così poco avventuroso e ancor meno erotico. Pure, diventano comprensibilissimi in quel contesto, e vivissimi ancora nel ricordo, se si aggiunge che a pochi metri da me, sdraiata su uno sdraio identico al mio, all’ombra di un ombrellone attiguo, carezzata dalla stessa brezza che di quando in quando rendeva fisicamente piacevole la permanenza in spiaggia, una lettrice leggeva il medesimo libro.
Chiudendo gli occhi, a più di vent’anni di distanza, posso ancora sentire il calore del mezzogiorno permeare la pelle nonostante l’ombra, il fruscio degli arbusti marittimi mossi dal vento, le voci dei gabbiani e quelle, più rade, dei relativamente pochi turisti presenti, la risacca marina sullo sfondo, mentre tutto il mio essere era sprofondato in un totale stato di “rovesciamento dell’ordine delle cose”. Gli occhi del corpo leggevano le parole scritte dal romanziere, le parole astratte, ma gli occhi dell’immaginazione, i soli che davvero percepiscano la bellezza del mondo concreto, guardavano lei. Fisicamente non la guardavo, perché mi schermava il libro stesso, ma percepivo la sua presenza, vedevo costantemente il suo lungo corpo modellato dalla pallavolo e indorato nella pelle liscia e luminosa come sabbia carezzata dall’onda e baciata dal sole, la piattezza del ventre levigato dall’attività atletica, nonché le forme rotonde e angelicate dei seni.

Senza bisogno di scambiare una sola parola, mi pareva che un fiume di vocaboli scorresse fra noi. Mi pareva di sentirla leggere le pagine che avevo letto un’ora o un giorno prima, anzi, di essere lì ad ascoltare quello che pensava ad alta voce di certe vicende esistenziali richiamate dal romanzo, di certi aspetti della vita sentimentale anche solo sfiorati dall’autore, di poter aprire insomma uno squarcio sul mondo interiore di lei prima ancora di incontrarla nella “vita esteriore”, proprio come capitò al principe Bolkonskji sotto il balcone di quella Natasha Rostova che prima di andare a dormire parlava liberamente con la luna non credendosi sentita.

Era una comunione spirituale che non avevo mai neppure sognato possibile nemmeno nel più alato dei miei sognati amori. Come infatti seppi da lei stessa, la precedevo di qualche capitolo, ed era così come passeggiare per lo stesso sentiero, erto e stretto, uno un po’ davanti all’altra. In ogni grande romanzo europeo c’è una passeggiata nel bosco in cui i due protagonisti si svelano l’un l’altro. Nel mio caso il disvelarsi era silenzioso, ma il fatto medesimo che finissimo per pensare le stesse cose dello stesso libro sanciva la nostra “affinità elettiva”. In tale situazione, le difficoltà stesse della lettura, i suoi passaggi stilisticamente scabrosi e narrativamente ostici, erano piacevoli diversivi come i tratti un po’ più faticosi o scivolosi di una traccia che si segua assieme per inerpicarsi fra i monti scordando nel fresco gli affanni della calda pianura.

Ecco perchè avevo curiosità di proseguire nella lettura di Svevo: cercavo pagina dopo pagina ispirazione e segno per quello che avrebbe potuto essere un incontro, un dialogo, una fascinazione. Sezionavo parola per parola il romanzo in tutta la sua profondità come un aruspice avrebbe fatto delle viscere di un animale sacrificale prima di una importante avvenimento, per capire come comportarsi in base al volere degli Dèi. Le disavventure di Zeno erano il sacrificio necessario. Non leggevo l'autore, leggevo (o cercavo di anticipare leggendo) la mia vita.

Una sera, per caso, ci presentammo (nell’albergo vi erano l’animazione che aggregava i clienti per allietare un tempo altrimenti a rischio di noia data l’assenza in loco di divertimenti “comuni”). Sinceramente, fu ella a presentarsi a me con il pretesto che mi aveva visto leggere il suo stesso libro. L’atmosfera conviviale indotta dal bravo animatore rendeva possibili anche questi miracoli di “inversione” dei ruoli di genere nel corteggiamento (cosa che, effettivamente, non ho mai più visto verificarsi in vita mia). Mi disse che anch’ella frequentava il liceo scientifico e l’anno dopo avrebbe avuto la maturità (era dunque di un gradino più “grande”, anagraficamente di me, oltreché un poco più alta fisicamente). Aveva un bel viso greco, di quelli che ci si può immaginare dipinti sulle urne eternatrici di cui parla l’ode di John Keats, capelli castani ricci non troppo voluminosi (proprio come se dovessero essere scolpiti in un marmo eterno), “occhi soavi e più chiari che il sole da fa giorno seren la notte oscura”. Le sue membra abbronzate parevano scolpite da un divino artefice e le sue lunghissime gambe di modella stupende colonne in grado di dare eterna classificazione al templio della sua bellezza (dorico per slancio e purezza di linee, ionico per eleganza di portamento e corinzio per raffinatezza di capigliatura). Quella sera indossava un aderente vestito bianco che la faceva sembrare creatura lunare a cui gli sguardi suspicienti dei mortali si volgano nella speranza di scorgere, avvolti da un’aurea di idealità armoniosa e beata, tutte quelle gioie e quelle bellezze di cui sulla terra si ha solo l’immagine parziale ed imperfetta.

Se non l’avesse fatto ella, io non avrei mai avuto ardire di rivolgerle la parola (sarei rimasto silente come silenti sono le preghiere dei fanciulli quando, prima di addormentarsi, esprimono i propri desideri al cielo), figuriamoci di chiederle di ballare. Per quella volta, lo sconosciuto autore del romanzo che stavo vivendo provvide al posto mio. L’animazione prevedeva una sorta di “ballo in maschera” (con tanto di parrucche ed altre burle). Ella rifiutò (o, meglio, pudicamente si tirò indietro silenziosa ma palesemente inorridita) l’invito (non troppo convinto) di un concorrente locale (l’immedesimazione con il Leopardi mi faceva vedere brutto all’epoca, ma quel tipo, poverino, era brutto seriamente). Io, che già pensavo di dover ripiegare, more solito, su mia madre, ricevetti di fatto l’invito dell’animatore (avevo davvero bisogno dell’assistente sociale!): “dai, Flavio, fai ballare Elisa”. Aveva quindi il nome, abbreviato, di mia madre. Il nome semitico di Didone (avrei dovuto capire che, come Enea, sarei stato destinato ad abbandonarla). Poiché ella, non so se per effettiva simpatia nei miei confronti o per lo scampato pericolo di dover ballare anche solo per scherzo con la precedente “alternativa”, mi rivolse un immenso sorriso (come del resto i suoi genitori), riuscii a formulare l’invito, ricevendo istantaneamente le sue braccia protese ed accoglienti. Non poteva esservi regalo più divino per il mio diciassettesimo compleanno (sospeso fra la pungente delusione per il motore di Schumacher andato in fumo nel giro di ricognizione in quel Gran Premio di Francia in cui aveva la pole, ed il completo disinteresse per la finale europea in cui, mi pare, vinse la Germania che ci aveva eliminati nei gironi).

I giorni successivi la invitai sempre, sul finire di ogni mattina, sulla mia imbarcazione (un gommone gonfiabile che ai giorni nostri saprebbe di sbarco clandestino, ma che all’epoca poteva passare per vaga immagine di barca a remi mutuata da romanzi ambientati vicino ad un lago come “Piccolo Mondo Antico”) e, mentre la conducevo in “crociera” lungo la costa (con la costante vigilanza delle nostre madri e la protezione degli scogli paralleli al tragitto), discutevamo appunto di temi liceali (dalle lezioni di fisica alle paure per la maturità, dalle personalità dei diversi insegnanti a quelle della comune letteratura). Da lì appresi che non solo ci avevano consigliato gli stessi romanzi, ma, ancora prima di conoscerci, avevamo pure finito per valutarli allo stesso modo. Ecco il senso dell’affinità elettiva. Quello su cui discordavamo era la questione Dante/Petrarca. Io, pur riconoscendo all’Alighieri il ruolo di Pater della lingua, vedevo nel suo lessico fin troppo robusto e nel suo sincretismo culturale un certo che di (non vorrei bestemmiare) “polpettone enciclopedico” che invece la lingua “purificata” e “attentamente selezionata” del Petrarca, con il suo stile puro e rarefatto senza uguali nel mondo, i suoi termini codificati, le sue parole melodiose, il suo andamento bimembre, la sua vera e propria lingua poetica insomma, giunta pressoché cristallizzata fino al Leopardi (“solo et pensoso”, “tardi e lenti” hanno stilisticamente lo stesso ritmo di “ridenti e fuggitivi” e di “lieta e pensosa”), non conosce punto. Ovviamente, non avevo ancora letto il Purgatorio e mi basavo unicamente sull’Inferno, per di più nella parafrasi e nell’interpretazione del mio pedante professore di Italiano. Se la mia ammirazione per l’autore di “Chiare, fresche, dolci acque” è rimasta sempre immutata, la mia rivalutazione di Dante, in chiave squisitamente poetica, è ancor oggi merito involontario di Elisa (involontario perché non le sue parole mi convinsero, ma le mie in conseguenza di quello che poi vissi per causa sua).

Il ricordo oscuro, notturno è quello della sera prima della partenza (un film già visto l’anno prima). Mi vedo ancora insonne ad attendere l’alba, immaginando di passeggiare “solo et pensoso” sulla spiaggia alla luce del plenilunio (ma in realtà in camera con mia madre, come del resto la mia controparte con i suoi genitori). In tutte le serate precedente avevo preso sonno pensando a quali argomenti avrei dovuto sfoderare nei miei colloqui sul mare con Elisa per mostrarmi più autentico possibile. Ora dovevo decidere cosa fare, prima ancora che cosa dire, all’indomani. Quel giorno, infatti, al contrario degli altri, la mia corteggiata aveva rifiutato di farsi accompagnare “in barca”, adducendo motivi di stanchezza cui nemmeno io potei credere. La coincidenza temporale era troppo evidente ed era ovvio che si aspettasse qualcosa. Forse si era annoiata, o forse…

Alla sera, durante i saluti (all’epoca partenze e arrivi erano quasi sempre concomitanti al fine di creare convivialità tra gli ospiti settimana per settimana), dopo essersi scambiata un qualche indirizzo con lo staff dell’animazione, la vidi piangere. Non stava fingendo. Piangeva davvero. Può darsi che si fosse innamorata della simpatia dell’animatore (come gran parte delle donne presenti, del resto) e fosse triste semplicemente per dover tornare alla noiosa vita di città, così insoddisfacente per la sua femminilità così vitale, sportiva e prorompente (oltreché a suo modo sofisticata e dotta). L’infallibile istinto del principiante, però, mi parlava in un altro modo. Parlava di qualcuno che l’aveva delusa. Del resto, ella aveva ben fatto la sua parte sia nell’aggirare la mia timidezza approcciandomi per prima, sia dandomi tempo, modo e luogo per esplicare in prosa le mie eventuali doti di sentimento e intelletto. Di contro, io non avevo fatto nulla per uscire di un millimetro dalla parte del gentiluomo inglese dell’Ottocento che usa sì lo humour e la cultura per affascinare le dame, che usa sì la barca a remi per traghettarle fra le onde tenendo loro amabilmente compagnia letteraria, ma che nulla mette in gioco di sé (men che meno con in ballo il rischio di essere rifiutato) e soprattutto nulla lascia trapelare di un eventuale interesse per la donna di là dal semplice passatempo. Ero stato probabilmente tanto amabile da non apparire per nulla amante.

Forse il mio “corteggiamento mascherato” aveva finito per essere una maschera davvero troppo fredda ed inespressiva, incapace di comunicare un sentimento più vivo di quello raccontato dalle lettere, e la mia ironia “ariostesca” mi aveva fatto percepire distante da lei come l’Ariosto lo è dalle pene amorose dei personaggi dell’Orlando Furioso (ero pure stato capace, come l’autore estense verso le sofferenze del paladino, di essere ironico sul suo dolore per la partenza). Se così fosse stato, mi sarebbe bastato, la dimane, anche solo un minuto prima della sua partenza, dire la verità fin troppo taciuta: “sei semplicemente troppo bella perché io possa dire sinceramente quello che provo. Dammi il tuo indirizzo e permettimi di scriverti…”. Sarebbe basato anche solo rifugiarsi in un rapporto epistolare per superare paure e insicurezze. Mi fossi sbagliato sul motivo del suo contegno nei miei confronti, avrei rischiato al massimo la (del tutto scusabile a quell’età) figura barbina di chi si crede affascinante ed invece è soltanto tollerato da una bella ragazza troppo gentile per mandarlo subito a quel paese. Avessi invece avuto ragione, avrei colto la rosa del paradiso.

La questione che mi teneva sveglio, però, non era tanto e solo cosa avrei rischiato nel caso ella non fosse stata innamorata di me, bensì, quello che avrei perduto proprio se lo fosse stata. Se anche avessimo avuto una relazione più o meno profonda e più o meno lunga (cosa comunque difficile a distanza), cosa mi sarebbe rimasto di lei, alla fine? Come il cavaliere nel castello di Atlante, l’uomo è su questa vita terrena continuamente attratto da parvenze e mete che, una volta raggiunte, si dissolvono come incantesimi al contatto con il reale o si rivelano prive di quell’alone di luce diffusa che da lontano le rendeva radiose qual nulla di reale può essere. Avevo desiderato (e avrei desiderato ancora) molte mete e molti frutti nella mia vita. Ne avevo (e ne avrei in futuro) raggiunte e ottenuti in quantità, senza mai averne definitivo appagamento. Sempre erano state soppiantate da ulteriori desideri (“e sempre corsi e mai non giunsi il fine”, mi aveva detto il Carducci già dalle medie). Qualcosa doveva e deve rimanere irraggiungibile per restare desiderabile e quindi amato. Qualcuno, come le fanciulle ritratte sulle urne greche di Keats un attimo prima di venire baciate dai loro amanti, deve rimanere eternamente uguale a sé, a similitudine delle creature siderali e degli stessi Dei, nella chiusa perfezione dell’opera d’arte, per restare al di fuori dalla corruzione del tempo e della morte. Perché, nel mio caso, questa persona non avrebbe potuto e dovuto essere Elisa? Avrei potuto immaginare forma umana più perfetta ai miei occhi e ascoltatrice di teneri sensi più viva al mio intelletto?

Certo, non avevo ancora provato nulla assieme a lei che ci facesse risuonare d’amorosi sensi, ma, come dice appunto il giovane poeta inglese nella stessa ode, “Heard melodies are sweet, but those unheard/ Are sweeter; therefore, ye soft pipes, play on;/ Not to the sensual ear, but, more endear'd,/ Pipe to the spirit ditties of no tone”. Proprio quelle scene di musiche raffigurate ma mai udite, quei baci immaginati ma mai dati, fanno dire al poeta: “tu l’amerai per sempre, per sempre così bella”.

“Fair youth, beneath the trees, thou canst not leave
Thy song, nor ever can those trees be bare;
Bold Lover, never, never canst thou kiss,
Though winning near the goal yet, do not grieve;
She cannot fade, though thou hast not thy bliss,
For ever wilt thou love, and she be fair!”.

Se mi fossi dichiarato ed avessi ricevuto un rifiuto, ella avrebbe fatto il paio con Federica e tutte le altre fanciulle che, per vanità, calcolo “economico-amoroso” (aumento del proprio valore per diniego o accrescimento della propria importanza agli occhi del loro vero obiettivo) o diletto sadico, lasciano scambiare la propria gentilezza per interesse sentimentale e non avrebbe potuto essere nulla più di un ghigno della vita ed un doloroso ricordo (e in questo caso la delusione sarebbe stata tale e definitiva da impedirmi in futuro qualunque altra idealizzazione di una figura femminile).
Se fossi stato accettato, sarebbe certo rimasta una bella ragazza, ma “normale”, con gli inevitabili difetti che le relazioni reali fanno emergere, e soprattutto soggetta come tutte le creature mortali, ad annoiare e ad appassire. Così invece, proprio come gioia danzante fra quegli “alberi che mai saranno spogli”, eternamente adornata dal “dolce per sé” della giovinezza, continuamente davanti a me mentre mi sorride e mi parla, in quell’estate sorprendente ed irripetibile che per me non avrebbe mai conosciuto l'autunno, per sempre bella “fra il giorno senza fiamme e la notte senza ombre” del novilunio di un settembre che non cancellerà mai quell'ultima sera di giugno, cristallizzata nel ricordo, resa perfetta dal mio stesso pianto come il cerchio che si forma nell’acqua attorno ad una goccia caduta nell'acqua prima immobile di un laghetto alpestre, sarebbe rimasta per sempre la mia “amata immortale”.

Dice il monaco narratore del “Nome della Rosa” che dell’unico amore terreno della sua vita non ha mai saputo nemmeno il nome. Dico invece io, che del mio unico amore terreno ho conosciuto solo e soltanto il nome, non avendo avuto quel genere di conoscenza biblica che il buon Adso ha avuto con la fanciulla incontrata quella volta nella cucina del convento. Anch’io continuo a ripetermi che “la mia scelta fu buona”. Grazie alla religione delle belle lettere, l’immagine di lei non morirà mai, ma andrà (almeno finché io avrò vita) ad occupare (almeno per me) il Pantheon su cui Bellona, Minerva e Venere siedono da quando, secondo il mito rivelato dall’autore dell’Ode “All’amica risanata”, i poeti che le hanno amate hanno deciso di trasformarle da donne mortali a dee, eternandole con quell’armonia che, insegna sempre il Foscolo, “vince di mille secoli il silenzio”.

Un’ottava delle “Stanze per la Giostra” del Poliziano pare scritta per lei:

“Con lei sen va Onestate umile e piana
che d’ogni chiuso cor volge la chiave;
con lei va Gentilezza in vista umana,
e da lei impara il dolce andar soave.
Non può mirarli il viso alma villana,
se pria di suo fallir doglia non have;
tanti cori Amor piglia fere o ancide,
quanto ella o dolce parla o dolce ride.”

Non avrei mai potuto descrivere meglio il suo contegno non altezzoso, la sua gentilezza spontanea, le sue movenze paradisiache, le sue risa, la sua voce e, soprattutto, quello che provocò in me. Prima ero come Julo, tutto dedito alle attività “belliche” (anche lo studio lo era nella mai percezione del mondo), ai divertimenti, alla “caccia” (nel mio caso, l’automobilismo). Dopo, non avrei più sopportato di avere anche un’ombra non gentile nel mio cuore per non essere indegno di quello per cui il mio cuore aveva avuto l’avventura di palpitare, anche se solo per qualche giorno e per qualche ora.
Non la rividi più. Morta per me, o almeno svanita con lei, è da quel giorno la mia possibilità di avere un rapporto amoroso “terreno”. “Passasti” - direi con voce leopardiana identificandola con la mia speranza arcana di felicità – “e come un sogno fu la tua vita”. Se, come diceva Cavalcanti, la vista è il più nobile dei sensi, solo il progressivo trascolorare del paesaggio dal meriggio alla notte può simboleggiare il mio stato d’animo dopo averla conosciuta. Lascio allora a questa perfetta ottava del Poliziano il compito di concludere questo secondo “grado di separazione”:

“Poi con occhi più lieti e più ridenti,
tal che ’l ciel tutto asserenò d’intorno,
mosse sovra l’erbetta e passi lenti
con atto d’amorosa grazia adorno.
Feciono e boschi allor dolci lamenti
e gli augelletti a pianger cominciorno;
ma l’erba verde sotto i dolci passi
bianca, gialla, vermiglia e azurra fassi.”

Beyazid_II
Newbie
20/06/2018 | 18:33

  • Like
    1

@Il_Gran_Visir_della_Figa
Nonostante il mio nick, amo il freddo in tutte le stagioni.
Non posso però non approfittare per salutare chi ha scelto per nick quello del mio "primo ministro" alla Sublime Porta!

Beyazid_II
Newbie
20/06/2018 | 18:31

  • Like
    0

@whip69
Grazie sia per l'augurio (anche se di fkk e di draculine mi sto stancando), sia per l'anacoluto.

Beyazid_II
Newbie
20/06/2018 | 18:29

  • Like
    0

@napoluegno
Figurati se mi offendo. C'è saggezza nelle tue parole. Con l'altro mi stavo semplicemente divertendo a comportarmi come quando i compagnucci mi facevano arrabbiare. Non serbo rancore.
Anche questo è dolce ricordare.

Sì, da giovani ci si complica la vita. E' proprio ciò che rende la vita più difficile forse, ma sicuramente più intensa, più densa di significati e per cui ricordiamo gli anni della giovinezza come fossero secoli, mentre quelli della maturità ci scorrono via come da un vaso senza fondo (per usare un'immagine care ad un altro saggio, Seneca).

Sì, seguire la perla di saggezza del secolo mi ha fatto vivere meglio. Nell'altro secolo, però, ho lasciato qualcosa che mi manca.

Ho riflettuto a lungo se pubblicare o meno i seguenti "capitoli", specie il prossimo che è quello "centrale". "Artista senza pubblico" mi hanno scritto i più gentili. "Mughini" mi scrivono i più ostili. Il mio primo impulso è stato quello di concludere qui, scusandomi con chi gentilmente mi aveva invitato (e aspettato), per non rischiare di gettare quelle che da un punto di vista molto intimo sono "perle" a gente che gioca a fare il "maialino epicureo".
E' però quello che già ho fatto per 22 anni, non raccontando questa storia neppure a mia madre. E a cosa è servito? Oggi sono alla soglia degli anta, la protagonista del capitolo dovrebbe compierli. Dichiarare certe cose fra altri 40 anni, da ottuagenari, farebbe sorridere. Forse non è così vecchio neanche il narratore del nome della Rosa. Quanto ho avuto di più caro in vita rischia di venire qui sbeffeggiato? Beh, sicuramente avrà avuto dalla vita altrettanta volgarità. E allora? Che abbia da me quello che mi è ancora possibile di gentilezza.

Torno al proposito originale: sfrutto l'anonimato per raccontare la mia storia fra belle fanciulle e belle (o meno belle, a seconda dei gusti) lettere.

Beyazid_II
Newbie
20/06/2018 | 17:22

  • Like
    1

@Serendipity said:
Con il concetto madonna messere hai toccato un tema fondamentale; è proprio su questo che ho deciso di lavorare sui grandi numeri. Faccio credere alle melanzaniche fanciulle di essere un messere interessato quando in realtà sono un messere totalmente distaccato e disinteressato fino a quando la madonna non da feedback positivi. È come fare una guerra aprendo linee di combattimento su più fronti senza però impegnarsi eccessivamente su ciascuno di essi se non all'apparenza. E quando poi un versante risulta essere vulnerabile si sferra un attacco serio ed importante. Chiaro che non è un bel mondo quello in cui stiamo vivendo ma un ragazzo come me non può far altro. È una forma di difesa, non amo e non ho certamente cercato una situazione del genere che oltretutto va contro ai miei principi

Anch'io mi ero trovato davanti a questo bivio. Ho scelto di non seguire quella strada, perchè non avrei mai potuto sopportare la stronzaggine senza diventare stronzo a mia volta. Se per rendere la pariglia alle stronze fossi diventato come loro, avrebbe significato, in effetti, darla vinta a questo tipo umano, arrendermi di fatto nel punto più intimo del mio essere. Ma io dovevo preservarmi "puro" perchè avevo (almeno allora) un'immagine "pura" di donna da custodire (come sto confessando nell'altro topic). Conosco vantaggi e svantaggi della mia scelta.

Della tua vedo alcuni svantaggi (molto tempo da dedicare, concentrazione multitasking, necessità di una "impermeabilità" emotiva), molte difficoltà (come fanno a non capire che fingi?) e pochi vantaggi (copulare gratis con un tipo di donna che, in fondo, non ci ama e non ci vuole - altrimenti non servirebbero recite da corteggiamento ed agguati militari - e che altrimenti dovremmo pagare). Ti ammiro comunque perchè hai fatto quello che io non ho avuto cuore di provare.

Dato però che altrove si parlava di esoterismo, tanto per richiamare il potente simbolismo della scena chiave del "Golem" di Gustav Meyrink, mi chiedo se fra "rifiutare i grani" (come ho fatto io) e "accettarli" pur riluttante (come hai fatto tu), ci sia una terza via.

La mia mi inizia a pesare.

Beyazid_II
Newbie
20/06/2018 | 16:04

  • Like
    1

@whip69 said:
Un mio piccolo sfogo off topic perché mi sarebbe piaciuto dire la mia in merito.

Un argomento interessante, quando non trova ulteriori spunti di conversazione, o stimoli diversi, noto che alla lunga si trasforma in un dibattito tra chi lo vuole avere "più lungo e grosso" degli altri, creando zizzania e demolendo lo spirito positivo e di condivisione che il forum, penso, si prefigga.

Come già in altre sezioni leggo pure qui che ci si avvita in battibecchi tra punter, e mi domando se questo non faccia parte di quel declino tanto decantato nel titolo, forse. È un peccato. Stop.

Fine off topic.

No. E' l'essenza del dialogo platonico, molto in voga nel periodo umanistico-rinascimentale (di cui noi gaudenti e puttanieri italiani dobbiamo essere degni eredi). Dal "De Libero Arbitrio" di Lorenzo Valla, opera-simbolo di tutto il quattrocento fino allo stesso "Saggio sopra i duemassimi sistemi del mondo" di Galileo, la verità emerge dal dibattito in cui ciascuno, senza odio ma con ferma determinazione, difende la tesi scelta, così come accadrebbe in un duello di allenamento fra spadaccini. Si manca gravemente di rispetto all'avversario se si manca intenzionalmente una parata o se si rinuncia deliberatamente ad un affondo (il papa si offese nell'opera di Galileo perchè chi avrebbe dovuto difendere la tesi geocentrica era raffigurato come un imbecille, cosa che mi pare qui non avvenga con alcuno dei contendenti).

Il deprecabile comportamento del fare "gara a chi è più figo" dovrebbe essere scongiurato dalla provvidenziale assenza di pubblico femminile. Se poi qualcuno è talmente governato dalle donne da agire come esse fossero sempre presenti non è colpa nostra.

Beyazid_II
Newbie
20/06/2018 | 15:36

  • Like
    1

@Serendipity said:
Concordo con quasi tutto quello che dice @Beyazid_II L'unica cosa su cui dissento è il discorso relativo al liberismo: in realtà il liberismo non è mai stato applicato in nessun stato occidentale e anzi anche oggi stiamo addirittura continuando ad allontanarci sempre più da questa forma di organizzazione sociale, politica ed economica. Un paese con tassazione a doppia cifra non può assolutamente essere considerato liberista. L'unione sovietica europea così come i corrotti e lobbizzati Stati Uniti sono quanto di più distante ci possa essere dal liberismo. Sono oligarchie illiberali in cui la concorrenza non esiste ma essitono poteri e rendite di posizione sempre più forti. Stati centrali corrotti che grazie all'estorsione delle tasse alimentano rivoli di mafia e corruzione. Il neoliberismo non è mai esistito. Oggi in occidente le tasse sono più alte di quelle che c'erano nell'URSS comunista, le leggi sono più restrittive e la burocrazia più ferraginosa di quella che c'era nella prima parte del Novecento.

Ahi, ahi, stai rispondendo come fanno i miei vecchi amici marxisti: "in realtà il socialismo non è mai stato applicato in nessuno stato dell'europa orientale. Anzi l'Unione Sovietica ne era la negazione. Era capitalismo di stato. E in America Latina ci sono solo state corruzione e oligarchie..."

Non ho alcun dubbio che, se fosse applicato idealmente, il liberismo (e la sua proiezione filosofica liberale) sarebbe una grande esempio di civiltà. Sarebbe forse la migliore realizzazione del modello rinascimentale di "homo faber ipsius fortunae". Poter competere civilmente per far affermare i migliori in ogni campo, consentire al singolo di costruirsi la ricchezza con la propria opera, permettere a ciascuno di essere signore in casa propria, lasciare che ognuno abbia una vita privata in cui far valere le regole morali più conformi alla propria irriproducibile sensibilità senza dover rendere conto a stato o religione, sono peculiarità difficilmente contestabili, in teoria.

Anche il socialismo, però, se fosse idealmente applicato ("ognuno secondo le proprie capacita, ad ognuno secondo le proprie necessità") sarebbe una teoria quasi perfetta. Peccato che, nella realtà, il motto si sia trasformato in un annullamento non solo economico dell'individuo e in uno stato di necessità permanente diffuso fra tutta la popolazione che non avesse agganci con "il partito".

Pur riconoscendo gli elementi positivi di quel poco di liberismo che ha agito in occidente nel dopoguerra, non posso far finta di non vedere la realtà di oggi: la libertà (economica, sociale, sessuale) esiste solo se si supera una certa soglia di reddito o di ricchezza posseduta. In caso contrario non c'è possibilità di scegliere la casa, di scegliere il lavoro, di scegliere una donna. Figuriamosi scegliere come vivere. Tutto sarebbe comunque equo se il guadagno fosse proporzionale ai meriti (di studio, di lavoro, di impegno), ma a questo potevo credere solo fino a quando non ho almeno sfiorato il "mondo del lavoro" (permettimi qui di dire che sembra oggi aver piuttosto ragione Marx "chi guadagna davvero non lavora, chi lavora davvero, non guadagna"). Tutto potrebbe comunque funzionare se (come fino a vent'anni fa) il sistema permettesse (anche magari in maniera casuale e "amorale") ad una percentuale significativa della popolazione di "vivere liberamente". Oggi però questa percentuale è molto ristretta (piccola rilevazione statistica: su decine e decine di utenti che stanno partecipando a questa discussione, solo i senatori Flautomagico e Itaconeti sono, a quanto sembra, nell'elite).
Forse come ai tempi del Marchese del Grillo. Ecco perchè una rivoluzione deve essere alle porte.

P.S.
Sia chiaro: un appartenente al radicalismo aristocratico di stampo nietzscheano come me non può rammaricarsi del fatto che bellezza e ricchezza non siano "per tutti". Quello che contesto è che, attualmente, non sono ad appannaggio degli "aristoi", come invece era nelle civiltà aristocratiche che funzionavano davvero (quando i nobili non sono più stati anche i migliori, in senso etico-spirituale, in senso artistico-lettarario, in senso "nobilmente" umano, quel mondo è crollato in pochissimo tempo). Un esempio su tutti. Le elite newyorkesi che detengono il potere economico e culturale hanno trasformato l'arte in un mercato, il cinema in un business, la musica in rumore, la poesia in slang. E questo perchè non più gente del ceppo dei Medici gestisce le banche, ma gente evidentemente priva di quel "buon gusto" di cui parla Nietzsche e di cui chi nasce sprovvisto non può venire in possesso con la semplice "istruzione".

@Serendipity said:
La finanza non ha nessuna colpa, è lo specchietto per allodole messo davanti alla faccia dei contestatori che se lo fanno bastare perche sono totalmente ignoranti in materia e il piu delle volte non capiscono nulla di economia. Sembra che la finanza viva di vita propria ma sono tutte cazzate. La finanza sta all'economia come la matematica sta all'ingegneria: senza di essa l'economia non funziona. È così come la matematica può essere usata per studiare protesi mwdiche o bombe nucleari la colpa sta nell'ingegneria e non nella matematica. Dare colpe alla finanza è come prendersela con il termomentro che indica la febbre. Preciso anche per onestà intellettuale chebso di cosa parlo perchè lavoro nel settore finanziario

Io ammetto di essere ignorante di economia, ma mi confronto quotidianamente, per motivi professionali, con il rapporto fra matematica e realtà e, per hobby, con quello fra filosofia e storia. Mi permetto quindi di rispondere,

In primis, qui non si sta contestando il fatto che si debba usare la finanza per far funzionare l'economia, ma che l'economia e la finanza debbano costituire il fine ultimo (a volte verrebbe da dire il centro del mondo, la fonte di ogni diritto, di ogni valore, di ogni senso) anzichè, appunto, un mezzo (per permettere il benessere materiale della popolazione, il fiorire delle arti, il prosperare di quella cultura che al mondo dà senso, ai popoli identità, alla vita ricchezza di significato). In questo porre l'economia al centro della storia (materialismo storico) sta il punto di contatto fra liberismo e marxismo, che hanno fatto entrambi il loro tempo. secondo me (perchè non hanno fatto i conti con la "quarta dimensione" dell'uomo di cui parlava Dostoevskij). Lo capiamo anche qua. Tutti ci lamentiamo di come le donne (free, pay o indipay) guardino solo ai soldi. E' l'unica cosa di cui le accusiamo ingiustamente (nel senso che tutte le altre accuse sono invece giustissime). Se continuiamo a predicare che l'economia è il centro di tutto, non possiamo pretendere che l'eccellenza da esse ricercata per natura nella controparte maschile non si indentifichi poi con quella economica! Non sono loro ad essere puttane, siamo noi ad essere materialisti. Rousseau, che era un coglione per certi versi, ma che di psicologia femminile ne capiva parecchio, giustamente diceva: "insegnate alle donne la virtù, la generosità, la grandezza, ed avrete uomini virtuosi, generosi e grandi". Invece il sistema culturale dell'occidente predica il vizio, la codardia, il calcolo, il profitto, la piccolezza borghese. Ha le donne che si merita.

In secundis, se è vero che "la finanza sta all'economia come la matematica sta all'ingegneria", allora stai dando ragione ai contestatori. Ti posso assicurare che nell'attuale ingegneria (almeno a livello accademico) la rilevanza di un approccio esclusivamente teorico-matematico sta diventando patologica fino a compromettere il significato stesso della parola scienza (che non dovrebbe mai prescindere dalla verifica sperimentale). Con questo non intendo sia sbagliato costruire modelli matematici più o meno complessi (non faccio altro nella vita, a parte scrivere qua quando è troppo caldo per concepire nuove equazioni). E' però sbagliato, al solo fine di ottenere risultati analitici eleganti, ben confezionati, in "forma chiusa" (il tipo di risultato bello da pubblicare, far citare e quindi porre a base della propria carriera) adottare assunzioni troppo semplificative e assolutamente non verificate sul campo. Se questo, come mi pare abbia denunciato il prof. Sapelli, sta avvenendo anche nelle discipline economiche (che, seguendo la moda d'oltreoceano, stanno anch'esse diventando sempre più "bibliometriche") allora ben si spiegherebbe (anche senza sapere nulla di economia) perchè le "ricette economiche" più "autorevoli" e "credibili" (europeiste, liberiste ecc.) producano output di segno opposto a quello sperato, al punto da suscitare la motivata ira di popoli a cui sono stati chiesti solo sacrifici negli ultimi venti anni senza vedere risultati positivi in nessun ambito (debito pubblico, tenore di vita, pil ecc.).

Beyazid_II
Newbie
20/06/2018 | 14:41

  • Like
    1

@FlautoMagico said:
@Babbo non hai capito niente come al solito, altra figuraccia, continua così!

Forse invece ha capito ma si è espresso male. Proseguo ancora la tua metafora. Per restare in equilibrio serve mantenere la velocità. E viviamo in un mondo in cui ti insegnano che la velocità è sbagliata. Quindi il dilemma è fra cadere continuamente o rischiare sanzioni.

Beyazid_II
Newbie
20/06/2018 | 14:40

  • Like
    1

@FlautoMagico said:
@Beyazid_II non ci vuole un'enciclopedia per andare in bicicletta, si monta su e si pedala. È il bello della bicicletta. Ti piace la metafora?

Mi piace così tanto che la continuo. Ai timidi come me (come sono tutti i bambini prima di imparare) servirebbe prima utilizzare il triciclo o la bici con le rotelline supplementari. Se vengono spinti a terra da qualche compagnuccia dispettosa, poi è difficile che vogliano imparare.

Beyazid_II
Newbie
20/06/2018 | 14:35

  • Like
    1

@FlautoMagico said:
Quando sono uscite le biglietterie automatiche per i treni, continuavano a esserci code oceaniche agli sportelli mentre io praticamente solo facevo il biglietto alla macchina. Da allora ho capito che io sono io e voi vi fate il mazzo…

@Babbo è inutile, con me le donne non vogliono fare le amiche, forse anche perché non faccio favori ma me li faccio fare da loro!

Ma allora non sei così, ti ci disegnano!

Come il buon Onofrio, anche quando dici cose odiose, non puoi fare a meno di risultarmi simpatico.

Credo che la questione dibattuta qui verta sul fatto che ai "giovani" qui manchi piuttosto il credito sulla carta per usare la biglietteria automatica, che non il guizzo mentale per preferirla allo sportello con le code.

Beyazid_II
Newbie
20/06/2018 | 00:55

  • Like
    3

@Babbo said:
Amano essere stalkerate finche’ comoda a loro, ma appena l’uomo tira fuori i coglioni (tardi) ste cretine li denunciano per stalking...
Guarda io ho abbandonato il mondo della seduzione/corteggiamento ormai da vari anni, sono sposato ed ho una figlia con una donna moldava. Tutt’altra pasta rispetto alle italiane che frequentavo, stronze, emancipate, troie, insomma di tutto.
Poi dira’ qualcuno che esistono le brave italiane ok, ma sono poche rispetto alla quantita’ di uomini che cerca un’italiana decente e responsabile quindi beato chi se la cucca, ma gli altri cosa devono fare? Rimanere a bocca asciutta?
Quindi ben vengano le brave e belle straniere ed affanculo per sempre alle italiane, cosi’ ho fatto io....

Per questo la legge sullo stalking è stata una stronzata giuridica (perchè rende reato a posteriori, su un concetto indecidibile oggettivamente di sensibilità, atti altrimenti assolutamente normali) ed un'infamanta di genere (cioè colpisce la reazione scomposta e sofferente di chi è psicosessualmente più debole e permette di infierire, o addirittura di guadagnare economicamente con i risarcimenti, a chi ha spesso cagionato, per noncuranza vanitosa o sadico diletto, la sofferenza stessa).
Per questo la Bongiorno è l'unica persona che detesto nel nuovo governo.

Chi ha scritto quella legge non capisce (o non vuol capire) che, almeno in Italia, se non si è disposti a ritentare innumerevoli volte, insistere e resistere (ai dinieghi) si finisce a dialogare con le stelle dell'orsa come il Leopardi. Le melanzane vogliono il contrasto madonna-messere (in cui la prima nega, il secondo rilancia, ed alla fine ella cede se trova l'offerta conveniente), perchè proprio negandosi misurano l'effettivo interesse dell'uomo, la sua pazienza e la sua disposizione ad offrire e soffrire. Chi volesse aspettare un'autorizzazione per poter corteggiare rimarrebbe eternamente vergine. Come in guerra, in amore è duramente necessario attaccare per primi senza poter sapere a priori quale attacco sia "gradito" alla controparte, sorprendere e inseguire.

Beyazid_II
Newbie
20/06/2018 | 00:47

  • Like
    2

@Itaconeti said:
@bobreport

@pussylicker non ha criticato gli eccessi neoliberisti ma ha attaccato l'occidente liberale facendo anche l'apologia della dittatura castrista a cuba come il meglio in america latina

'liberale' e 'liberista' sono due concetti molto diversi

il concetto di 'liberale' connota un sistema sociale e politico basato sulle libertà individuali

in questo sistema possono essere applicate dai governi diverse politiche economiche di cui quella liberista è solo una delle possibilità e infatti per esempio trump è liberale ma protezionista

il concetto di 'liberista' implica una politica economica che può essere applicata anche in sistemi non liberali come per esempio con la dittatura di pinochet in cile o il regime autoritario di singapore o la cina in certe parti del paese ecc.

il liberismo è stato criticato da molti liberali sia conservatori - vedi burque o toqueville - che progressisti vedi lo stato sociale realizzato nel 900 in europa

dunque criticare gli eccessi neoliberisti è perfettemante normale dentro l'occidente liberale

invece è ipocrita attaccare l'occidente liberale - e in particolare il 'liberalismo dei costumi' come fa @pussylicker - senza trarne conseguenze concrete in termini di scelte di vita

ma continuando ad approfittare dei vantaggi dell'occidente liberale sia materiali - la parte più ricca del mondo - che immateriali come la possibilità di criticarlo senza finire in galera

Fa piacere notare che tu stia seguendo i consigli di @Flautomagico sul fare divulgazione. E' tutto vero quanto spieghi. Puntualizzo solo che le teorie, economiche o politiche che siano, sono come le idee iperuraniche di Platone: perfette ed immutabili. Purtroppo l'imperfetta realtà muta, per cui teorie che un tempo erano quasi perfette oggi producono danni (e, forse, viceversa).
Sono il primo a riconoscere che nel dopoguerra il liberalismo è stata la teoria migliore fra quelle applicabili, perchè ha permesso ad una larga parte della popolazione di passare dalla povertà al benessere, mentre l'opposta dottrina socialista ha portato miseria ovunque.

Parimenti, non posso però ignorare che l'attuale innestarsi dell'effetto turbo nel capitalismo sta rimangiandosi molta parte di quella ricchezza, di quel benessere, di quella armonia sociale che la fase precedente aveva creato. Se oggi, per permettere ad un'altra generazione di vivere ad un livello degno dai nostri padri, è necessario riprendere un po' di socialismo o addirittura un po' di elementi "eternamente condannati" dalla "storia" ufficiale, io non mi faccio problemi teorici. Cambiare interpretazione della realtà quando i dati sperimentali mutano è proprio dello scienziato. La parte filosofica, politica ed economica che si riempe così spesso la bocca di "scienza" e "progresso" e "democrazia" fa invece la figura dei vecchi aristotelici alla Don Ferrante.

Sono figlio di liberali. Sono accademicamente discepolo di un liberale. Rispetto i liberali. Ma, signori, avete fatto anche voi il vostro tempo (e aggiungo anche purtroppo, se vuoi).

Dove vedi i "vantaggi materiali" dell'occidente liberale quando la "finanza creativa" d'oltreoceano ha volatilizzato con l'ultima crisi gran parte delle ricchezze che i nostri padri avevano messo da parte in una vita di lavoro e per trovare un lavoro decente ad un giovane non bastano anni ed anni di studi eccellenti e disponibilità al viaggio ed al sacrificio?

Dove vedi i "vantaggi immateriali", ovvero lo stato di diritto e la libertà d'espressione, quando sta scritto nero su bianco nelle sentenze della SC di Cassazione (con tanto di vanto) che qualunque donna può mandare in galera qualunque uomo sulla sola parola, anche prima ed anche senza riscontri oggettivi e testimonianze terze della presunta "violenza" e quando, se scrivi che "ci sono statisticamente meno donne in una data disciplina scientifica semplicemente perchè hanno in genere meno bisogno di raggiungere una data posizione e guadagnare tot euro (potendo essere amorosamente disiate, socialmente accettate, universalmente ammirate per privilegi naturali che prescindono dalla professione) e quindi scelgono meno spesso di sacrificare in essa la gran parte della propria vita" puoi venire licenziato (come è capitato all'ingegnere di google) per "maschilismo" (quando, laddove, statisticamente, le donne riescono meglio degli uomini, continuare a scrivere su ogni testata che "le donne sono superiori in questo o quello" non è "scandalosamente femminista": pregiudizi di genere consentiti a senso unico)?

Su, signori miei, aprite gli occhi, e accomodatevi. I signori socialisti lo hanno già fatto.

Beyazid_II
Newbie
20/06/2018 | 00:21

  • Like
    0

@Serendipity said:

@Beyazid_II said:

@Serendipity said:
A me in questi ultimi 3 o 4 anni è successo di trovare ragazze che mi hanno detto esplicitamente che gli piace che continui a scrivergli, chiedergli di uscire, cenare insieme ecc anche se non vogliono fare il passo successivo "perchè non sono convinte". La verità è che sono maledettamente egoiste e vogliono tenersi sempre la porta aperta a nuovi ragazzi che gli potrebbero eventualmente piacere di più senza neanche avere il problema di doversi lasciare o di cornificare. Non si rendono conto che comportandosi in questo modo contribuiscono pesantemente a far degenerare l'intero equilibrio relazionale con conseguenze che colpiscono tutti

Ma conosci la mia storia? Mi pare di leggere dalla mia stessa memoria.
"E il modo ancor m'offende".

Mi fa piacere aver trovato qualcuno che capisce quello che dico. Non ti chiedo l'età esatta ma mi potresti dire se sei giovane, di mezza età o abbastanza anziano?

La prima e ultima volta che mi sono palesemente abbassato a corteggiare avevo vent'anni. Ti ho scritto che anno era poco sopra. Fai il conto.

Beyazid_II
Newbie
20/06/2018 | 00:14

  • Like
    2

@Serendipity said:

@Beyazid_II said:

@Serendipity said:
Una mia amica mi ha detto letteralmente "io non ti scrivo ma voglio che mi scrivi tu". Un'altra ragazza dopo settimane di aperitivi e altri incontri "voglio che continuiamo a vederci perchè mi piace stare con te ma non voglio andare oltre. Per ora sto bene da sola"

Queste risposte dovrebbero essere vietate dalle legge come le "molestie verbali".

Mio caro @Beyazid_II non so chi sei ma vedo che abbiamo le stesse idee su molte cose e forse proprio per questo siamo stati colpiti nello stesso modo. Queste per me più che molestie verbali sono vere e proprie violenze direi quasi fisiche. Mi sono già successe situazioni con ragazze che mi hanno fatto talmente male da farmi star male fisicamente, non mi vergogno di dirlo. Ora l'età che avanza mi ci ha fatto anche fare l'abitudine ma all'inizio era dura

Intendevo "vietate dalla legge" come viene vietato dalla legge "molestare". Sul fatto che la "stronzaggine" (quando intenzionale) dovrebbre essere considerata, per gli effetti che produce su di noi, come una fattispecie di violenza sessuale, sono perfettamente d'accordo (se certi atti apparentemente "naturali" diventano gravissimo reato allorquando feriscono la, spesso peraltro arbitraria ed impredicibile, sensibilità femminile, allora certi comportamenti ritenuti troppo spesso "normali" nelle donne dovrebbero essere sanzionati, quando violano la diversa ma non per questo inesistente soggettività maschile) . Mi sorprendo di trovare solo ora un altro uomo disposto a riconoscere la stessa verità.
E non riesco a concepire come si possa lasciare che una mano sul culo possa costare un anno di carcere tollerando che quanto "tocca" in maniera molto più profonda, irriedente e dolorosa la nostra psiche (come appunto il suscitare disio solo per compiacersi della sua negazione e di come essa, resa massimamente umiliante e beffarda da una studiata e raffinata perfidia, possa far vivere l'inferno della negazione dopo la promessa del paradiso della concessione) venga al contrario ritenuto trascurabile o addirittura esaltato come "diritto di libertà" o "bello di essere donna".

Nel mio caso, anche se non eravamo al punto di aver in ballo alcunchè di sessuale, stetti tanto male (un misto fra la spasmodica angustia pre-esame, prolungata però per settimane, e la debolezza allucinata di un febbrone infantile, unito alla convinzione esistenziale di essere, solo in quanto maschio, uno fra tanti, un banale scocciatore, quasi una zavorra sociale qualunque cosa potessi fare e qualunque qualità mostrassi e qualunque successo potessi raggiungere) che promisi a me stesso di non rivivere una situazione del genere più mai. Un po' come Rossella O'Hara quando giura che non avrebbe mai più sofferto la fame.

Eravamo ancora nell'altro secolo. Era l'inizio dell'Anno del Signore 1999.

Beyazid_II
Newbie
19/06/2018 | 20:01

  • Like
    0

@pobomo said:
l'Italia purtroppo è piena di donne che cercano attenzioni, cene e quant'altro senza dare nulla in cambio a parte compagnia.... l'uomo se non è gay, invita fuori una donna non solo per la compagnia, per cui se la cosa si ripete più volte senza sviluppi, l'uomo deve capire che forse è meglio che paghi la cena piuttosto ad un amico per fare 4 chiacchiere piuttosto che ad una di queste..... la colpa è soprattutto di noi uomini che permettiamo queste cose...loro si sa che sono solo delle approfittatrici.....

Finchè non verrà istituito il "reato di stronzaggine" andranno avanti all'infinito, nell'intensità e nel tempo.

Beyazid_II
Newbie
19/06/2018 | 20:00

  • Like
    1

@Serendipity said:
A me in questi ultimi 3 o 4 anni è successo di trovare ragazze che mi hanno detto esplicitamente che gli piace che continui a scrivergli, chiedergli di uscire, cenare insieme ecc anche se non vogliono fare il passo successivo "perchè non sono convinte". La verità è che sono maledettamente egoiste e vogliono tenersi sempre la porta aperta a nuovi ragazzi che gli potrebbero eventualmente piacere di più senza neanche avere il problema di doversi lasciare o di cornificare. Non si rendono conto che comportandosi in questo modo contribuiscono pesantemente a far degenerare l'intero equilibrio relazionale con conseguenze che colpiscono tutti

Ma conosci la mia storia? Mi pare di leggere dalla mia stessa memoria.
"E il modo ancor m'offende".

Beyazid_II
Newbie
19/06/2018 | 19:57

  • Like
    1

@Serendipity said:
Una mia amica mi ha detto letteralmente "io non ti scrivo ma voglio che mi scrivi tu". Un'altra ragazza dopo settimane di aperitivi e altri incontri "voglio che continuiamo a vederci perchè mi piace stare con te ma non voglio andare oltre. Per ora sto bene da sola"

Queste risposte dovrebbero essere vietate dalle legge come le "molestie verbali".

Beyazid_II
Newbie
19/06/2018 | 19:57

  • Like
    1

@Serendipity said:
@Babbo hai ragione. Come si comportano i maschi non lo so ma da quello che vedo fra tutti i miei amici (e sono molti e diversificati) sono pochi quelli che non hanno l'obiettivo di concludere (dove per concludere intendo scopata, fidanzamento, matrimonio). Invece fra le ragazze è molto più diffuso il comportamento che porta a non concludere nulla. Visto e considerato che mi sono stufato di stare a perdere tempo provandoci con una sola ragazza per volta (con il rischio che dopo mesi e mesi questa ti saluta e redti a bocca asciutta) ora sto lavorando su più fronti contemporaneamente e posso anche fare un minimo di statistica. Ebbene, è imbarazzante vedere quante ragazze amano essere stalkerate anche per mesi senza però voler in definitiva concludere nulla. Siamo all'assurdo. Pretendono che gli sbaviamo dietro e stop. Questo denota tante cose tra cui grandissima insicurezza e necessità di essere elogiate per far crescere l'autostima.

Pare che tu abbia descritto esattamente la mia esperienza. Io non sono riuscito ad elaborare la tua strategia e ho preferito lasciar perdere. Soprattutto, non sono riuscito a sopportarlo psicologicamente.

Beyazid_II
Newbie
19/06/2018 | 19:55

  • Like
    2

@beautifulgirlsliker said:
@Serendipity
è la quantità di ragazze che amano farsi corteggiare per poi non arrivare a concludere.

fenomeno in cui la nostra Italia ha probabilmente il primato uno di quelli che vorremmo tanto non avere

Verissimo.

Beyazid_II
Newbie
19/06/2018 | 19:54

  • Like
    1

@Babbo said:

@Serendipity said:
Altro problema serissimo è la quantità di ragazze che amano farsi corteggiare per poi non arrivare a concludere. Solo per il gusto di avere qualcuno che gli scrive, gli chiede di uscire ecc ecc. Il problmema è che molte fanno davvero perdere un sacco di tempo. Spesso è davvero difficile capire subito che il loro obiettivo è soltanto essere appagaate dal corteggiamento

Proprio per questo non bisogna zerbinare come insegnano i maestri di seduzione con le loro stupide frasi magiche, una volta che fai un complimento ad una donna hai appagato il suo narcisismo e ti prende per il culo, meglio che si facciano avanti loro se gli piaci senza star a fare complimenti ne frasi del cazzo magiche, nel frattempo si va a puttane senza fare inutili complimenti alle donne, siano ringraziate le troie a pagamento, al contrario di quello che insegnano i maestri di seduzione che invece di dare i soldi alle donne vogliono che li diate a loro per farvi prendere per il culo dalle donne, affanculo i maestri di seduzione!

Difatti dico sempre che il primo motivo per rivolgersi alle escort è potersi permettere di essere gentili d'animo e d'intelletto, di rivolgere complimenti sinceri, di donare parole amorose, senza subirne le conseguenze.

Beyazid_II
Newbie
19/06/2018 | 19:52

  • Like
    1

@Serendipity said:
Altro problema serissimo è la quantità di ragazze che amano farsi corteggiare per poi non arrivare a concludere. Solo per il gusto di avere qualcuno che gli scrive, gli chiede di uscire ecc ecc. Il problmema è che molte fanno davvero perdere un sacco di tempo. Spesso è davvero difficile capire subito che il loro obiettivo è soltanto essere appagaate dal corteggiamento

Fu il problema che, quasi vent'anni fa, mi fece abbandonare definitivamente il free dopo il primo tentativo.

Beyazid_II
Newbie
19/06/2018 | 19:51

  • Like
    1

@Serendipity said:
Comunque non so se l'ho notato soltanto io o se invece è una situazione diffusa ma quando si ha a che fare con ragazze giovani (diciamo dai 20 ai 25, più o meno è questo il range di cui sto parlando ora) c'è da mettersi le mani nei capelli. Sono la stragrande maggioranza ragazze complessate, piene di problemi, insicure e piene di altre pessime caratteristiche. Lo dico in modo molto analitico e non per far la solita polemica. Ma vi assicuro che se mi mettessi a raccontare dei problemi di tutte le ragazze che ho conosciuto in questi ultimi anni staremmo qui fino a domani. Anche qualcuno di voi si è scontrato con questa probelamtica? Diciamo con la difficoltà di trovare una ragazza normale?

Anch'io a 20-25 anni ero complessato, pieno di problemi e di altre pessime caratteristiche. Se non si ha vissuto quella crisi non si è stati giovani. Serenità, sicurezza, semplicità sono le doti della vecchiaia. Il giovane "è" problematico, se non altro perchè ha ancora la fantasia per immaginare qualcosa di diverso da quello che è (e non ha ancora del tutto fatto pace con "il mal dell'esser nato").

Beyazid_II
Newbie
19/06/2018 | 19:47

  • Like
    1

@pussylicker said:
@itaconeti cuba la devi paragonare agli altri paesi latino americani, ad honduras, messico, giamaica, haiti, brasile, guatemala ecc. e dà la merda a tutti quanti, se non altro almeno a cuba non ti ammazzano per 20 euro come nel super liberale brasile.

I fatti parlano chiaro, l'italia poco liberale degli anni 70/80/90 era un paese con la p maiuscola, dove in un modo o nell'altro mangiavano tutti, io non ricordo di aver mai visto un italiano elemosinare fino a una decina di anni fa, se vai nei paesi anglosassoni vedi barboni ovunque, a londra ce ne sono in ogni strada, a las vegas addirittura migliaia di persone vivono nei canali sotto terra come i ratti, alcolizzati, drogati e droga dappertutto, l'ex proletariato che campa di elemosina dallo stato, donne che fanno figli con la prima testa di cazzo che capita (figli che cresceranno senza padre chiaramente) solo per farsi passare soldi dallo stato, gente senza denti, obesi ovunque, ragazzini neri che non fanno altro che fumarsi le canne dalla mattina alla sera, vendere droga e accoltellarsi o spararsi senza motivo, veli, burqa e moschee ovunque, nessun controllo sul cibo, , evasione fiscale e riciclaggio a livelli inimmaginabili, censura sovietica su quali parole utilizzi con la scusa dell'antirazzismo o dell'anti discrimazione, nessun diritto dal punto di vista lavorativo, case di qualità scadente, polizia ovunque che non serve a un cazzo se non a importunare i barboni, controllare che non dici che un nero è nero o un musulmano è musulmano, e ad assecondare i capricci delle ubriache il sabato sera, mentre i reati veri spesso rimangono insoluti, epidemia di stupri finti, là devi dimostrare tu di non essere colpevole non l'accusa che tu sei colpevole, zone in cui l'aspettativa media di vita è inferiore ai paesi del terzo mondo, donne che il venerdì e sabato sera vomitano, ruttano, pisciano, camminano scalze, mangiano con le mani ma che vogliono essere trattate da principesse, sono paesi dove più sei disonesto e senza scrupoli e più vieni protetto dalla legge, quelo che noi chiamiamo mafia loro lo chiamano libertà, in america addirittura niente copertura sanitaria, ghetti di neri che farebbero paura ai narcos, pistole ovunque, in uk lo stesso coi coltelli, ignoranza della popolazione spaventosa.

Vuoi sapere cosa ne pensano gli inglesi del loro paese e della loro televisione? Questo è un video del canale ufficiale della bbc, ha il 99,5% di non mi piace, credo sia il record di youtube, la barra dei mi piace è totalmente grigia.

Nella liberal inghilterra ieri hanno arrestato un uomo per le sue opinioni politiche, 13 mesi di galera a contatto coi musulmani che lo vogliono morto. Ed è la seconda volta che lo mandano in galera con capi d'accusa ridicoli. Ovviamente in italia non è arrivata mezza parola a riguardo. E il cattivone è il coreano?

Io sputo nel piatto in cui mangio? Ma sei serio? Io voglio che non mi tolgano il piatto in cui mangio, se davvero la lega ci liberasse dall'euro, dall'unione europea, dagli immigrati e dal femminismo (lo so non succederà mai, è solo un'ipotesi), e magari ci togliesse dai coglioni pure i vari traditori del paese tipo saviano, travaglio ecc. da meridionale vado a cantare "vesuvio lavali col fuoco" insieme a loro e a venerare il po'. E se anche sputassi nel piatto in cui mangio, se un tossico ti dice che la droga è una merda sta sputando nel piatto in cui mangia? Il liberalismo è come la droga, ti accorgi che è una merda solo quando è troppo tardi.

Questa volta sono io che quoto e sottoscrivo parola per parola il tuo intervento.

Beyazid_II
Newbie
19/06/2018 | 19:44

  • Like
    2

@Itaconeti said:
il declino dell'italia dipende dal fatto che è poco occidente liberale

ma molto burocrazia e assistenzialismo pubblico che ha causato il più alto debito sul pil dopo la grecia

e che c'è molto risentimento da parte di chi pensa che gli spetterebbe non si sa perchè molto di più di quello che è riuscito a conquistarsi e rovescia la colpa verso l'esterno

lo stesso meccanismo del risentimento opera verso le italiane incolpate di non starci con loro mentre dovrebbero chiedersi cosa non funziona in loro per cui ci stanno con altri

Ammetto che c'è (e c'è sempre stato) del vero in quello che dici. D'altronde, il socialismo stesso è nato, Nietzsche docet, dallo spirito del risentimento (come il femminismo, aggiungo io). Devi però riconoscere che le condizioni di oggi non sono quelle di 30 anni fa, per cui un giovane, specie se ha sempre adempiuto ai suoi "doveri" di studio, ha tutto il diritto di pensare che gli spetterebbe molto di più di quello che ha.
A maggior ragione se vede che chi non ha certo "brillato" più di lui vanta, solo per il fatto di essere nato al posto giusto nel momento giusto, una posizione sociale sensibilmente più elevata, sicura e rispettata (parlo ovviamente in generale, non conoscendo nessuno dei forumisti).

Non siamo nell'Italia di mio padre, dove con la liquidazione da impiegato e una tangentina al PSI era possibile costruire ed avviare una fabbrica ("tangenti oneste", le chiamo, perchè il debito veniva pagato fino all'ultimo centesimo e si creavano ricchezza e lavoro per molte famiglie, senza peraltro rubare nulla allo stato).

Ci sono sicuramente i problemi specificatamente italiani che hai elencato, ma, anche risolvendoli, ci sarebbero comunque i "macro-problemi" dello scenario turbocapitalista che ti contestano i tuoi interlocutori e che hanno portato ad una situazione di invivibilità anche paesi da sempre più "ordinati" e "seri" dell'Italia.

Quanto alle italiane, posso rispondere di persona perchè mi sono scottato la mano: fatte salve rarissime eccezioni (concentrate proprio nella fascia delle più belle, giacchè chi è davvero bella non ha bisogno di "tirarsela"), quello che leggo qui è anche quello che ho vissuto ai tempi del liceo, che ho smesso di vivere da quando sono gentiluomo e puttanier, ma che continuo a vedere indirettamente in giro: fanciulle dalla bellezza non certo alta ma dal comportamente quasi sempre altezzoso poter trattare con malcelata sufficienza se non con aperto disprezzo chiunque tenti un qualunque approccio con loro, o fingersi gentili solo per far ricadere da un'altezza più alta l'illuso di turno.

Questo non significa certo che non ci siano fra noi tanti ragazzi inguardabili o intrattabili, banali, cafoni, ignoranti o villani, sciocchi o vili per intelletto e stile di vita o addirittura buoni a nulla. E che questi diano alle donna la colpa dei propri difetti. Significa solo che anche se si è carini, acculturati, simpatici, spirituso o addirittura spiritualmente elevati, e magari pure con una buona posizione sociale, si prendono continuamente due di picche (sempre che non si sappia mettere mano al portafoglio con l'indipay di cui racconti).

E' un dato oggettivo, che, mediamente, in Italia siano molto più belli e affascinanti gli uomini rispetto alle donne (fu la prima cosa che mia madre notò arrivando qua: maledice sempre il femminismo che, nei luoghi pubblici, ha sostituito "tutti quei begli uomini in giacca e cravatta, sempre galanti" con "donne brutte e antipatiche") . Ed è un fatto d'esperienza comune vedere qualunque creatura nata "per caso" femmina, e anche solo lontanamente somigliante a qualcosa in grado di suscitare un sia pur minimo palpito di desiderio, potersi circondare di uno stuolo di amici-ammiratori pronti a tutto per un sorriso, di mendicanti alla corte dei miracoli d'amore che attendono (spesso in vano) una "sportula" di elemosine, di cavalieri serventi disposti a qualunque corvèe (attività non retribuita e svolta "per dovere verso la signoria", proprio quello che si pretenderebbe nel cosiddetto "corteggiamento", prostituzione psichica priva per definizione di una ricompensa certa e, ancor di più, di una "parità di diritti" fra i sessi), poter essere al centro, insomma, di una scena degna di quelle liriche di Dante o di Cavalcanti in cui "parlare null'omo pote ma ciascun sospira" (se riesco ti posto un articolo di Evola sull'argomento, così ti convinci).

Non è affatto una leggenda metropolitana (perchè l'ho sentita da mia madre, l'ho vista con le sue amiche e le figlie delle sue amiche, con i suoi conoscenti ecc.) che, ad esempio in Polonia sarebbe assolutamente NORMALE, per un ragazzo "normale" (ossia non sgradevole d'aspetto, con un buon percorso di studio, un lavoro serio e magari anche una buona posizione socioeconomica, e una certa gentilezza d'animo che comunque non si pretende arrivare allo stilnovismo) poter seriamente aspirare a fidanzarsi con una fanciulla dalla bellezza "sì alta e nova" del genere di quella di cui avete postato le foto nell'altro 3D. Qua invece, sembra una tale "bestemmia", che, si devono tirare in ballo esoterismo, sedute spiritiche e patti con il demonio!

Escortadvisor bakekaincontri_right Skokka_right Blumedico bakeca_massaggi_desktop Alfamedi_right Arcaton Sugar_right_home Andiamo_right Escort Direcotory Escort forum figgmi.ch wellcum_right Divina:home Lavieenrose_right Maisonclose_right Sakura_right Artemis_right Escort Advisor Vieni nel Posto Giusto
Logo Gnoccatravels

Stai per entrare in una sezione vietata ai minori di anni 18 che può contenere immagini di carattere erotico, che tratta argomenti e usa un linguaggio adatto a un pubblico adulto. Se non sei maggiorenne esci immediatamente cliccando ESCI. Se non ritieni il nudo di adulti offensivo alla tua persona e se dichiari di essere maggiorenne secondo la legge dello stato in cui vivi e se, entrando nel sito, accetti le condizioni di utilizzo ed esoneri i responsabili del sito da ogni forma di responsabilità, allora puoi entrare in Gnoccatravels!

Gnoccatravels.com tutela e protegge i minori e invita i propri utenti a segnalare eventuali abusi, nonchè ad utilizzare i seguenti servizi di controllo: ICRA – Netnanny – Cybersitter – Surfcontrol – Cyberpatrol

Contenuti ed immagini qui presenti, sono stati ottenuti attraverso internet, quindi sono ritenuti di dominio pubblico, od autorizzati dagli interessati medesimi. Gli inserzionisti di Gnoccatravels.com dichiarano che gli scopi della pubblicazione richiesta sono leciti (secondo le vigenti normative in materia penale) e strettamente personali, quindi esentano i gestori del sito da ogni responsabilità amministrativa e penale eventualmente derivante da finalità, contenuti e azioni illecite, nonché da usi illegittimi e/o impropri della pubblicazione medesima.

Scegliendo ACCETTA ED ENTRA, l'utente dichiara di essere maggiorenne e di esonerare totalmente i fornitori del servizio, proprietari e creatori del sito Gnoccatravels.com dalla responsabilità sul contenuto degli annunci/inserzioni pubblicitarie e del loro utilizzo.

SONO MAGGIORENNE ESCI