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Silver 51-100
06/01/2024 | 06:48

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Da Midès, ultima oasi del Basso Atlante tunisino quasi sul confine con l’Algeria, a Sfax corrono 300 km di strada diritta ma non noiosa. Dopo una decina di tornanti disegnati lungo canyon color ocra tra cui fanno capolino ciuffi di palme da dattero, il viaggiatore viene preso in carico da una desolata pianura sabbiosa percorsa da un nastro d’asfalto che sfuma all’orizzonte in un tremolante riflesso rossastro avvampato dal calore. Qualche arbusto spontaneo punteggia brulli rlievi fino a Redeyef, principale centro di estrazione di fosfati; poi il paesaggio cambia. Non che all’improvviso appaiano foreste intrise di fiumi spumeggianti nelle cui acque guizzano salmoni, ma, poco a poco, la presenza umana si fa più frequente; sparuti insediamenti di casupole appena abbozzate si materializzano dal nulla a una certa distanza dalla strada, quindi si attraversano i primi spogli agglomerati urbani che tra mezzogiorno e l’una vengono destati dal loro torpore dall’allegro sciamare della giovane popolazione scolastica al termine delle lezioni. AI lati della strada si formano capannelli di tre/quattro adolescenti rigorosamente separati tra maschi e femmine che cercano un passaggio per raggiungere le rispettive abitazioni sparse per il circondario. I ragazzi sono più intraprendenti nel cercare di fermare i veicoli di passaggio; addirittura, alcuni, vedendomi sopraggiungere in moto, si piazzavano sulla mia traiettoria salvo poi arretrare con un balzo quando ormai ero arrivato a pochi metri. Io procedevo lentamente, divertito da questa pantomima, ed ero certo che se mi fossi fermato, avrebbero fatto a botte per assicurarsi il posto dietro di me. Con le ragazze, tutt’altra storia: come vedevano la moto, le loro braccia protese nel gesto dell’autostop si ritiravano immediatamente. Ma non sempre. Alla periferia di un villaggio di cui non dirò il nome, tre esili figure più grandicelle delle altre, mantennero, pur con qualche esitazione, le braccia tese in avanti oscillanti in su e in giù nella richiesta di uno strappo.
Decisi di vedere il bluff e mi fermai. Indossavo una giacca da moto e il casco integrale; questo per dire che la mia figura si presenta priva di connotazioni di genere evidenti. Ciò nonostante le ragazze arretrarono come spaventate dal loro stesso ardire. E ora? Avevano ottenuto che il biker si fermasse e non potevano più tirarsi indietro. Sollevai la visiera e sorrisi: “j'aimerais vous faire monter toutes les trois» dissi con voce tranquillizzante, «mais il n'y a de la place que pour une personne », e, continuando sempre in francese « scegliete voi a chi tocca… ». Tentarono di sottrarsi alla difficile decisione, ma avrebbero perso la faccia; sicchè, dopo un breve coniciliabolo, la più ardita del terzetto si fece coraggio e mi chiese se potevo accompagnarla a un villaggio una ventina di km più avanti.
Mentre mi parlava la osservai meglio, infagottata, come le sue amiche, nella lunga veste delle donne di campagna tunisine : lineamenti regolari, occhi da gazzella, colorito ambrato interrotto da fugaci visioni di denti bianchissimi ; età poco più di 20 anni, un po’ tanti per una scolaretta. «Êtes-vous étudiants»? chiesi. Si schermì con un’espressione tra il divertito e l’offeso : « mais non, nous on est des professeurs ». Meglio così, l’eventualità di un equivoco se la polizia mi avesse fermato a scarozzare un minorenne e senza casco era scongiurata. Si accomodò dietro di me, rigorosamente « all’amazzone », cioè non a cavalcioni, posizione peraltro impedita dal suo abbigliaento, bensì seduta di traverso con le gambe unite rivolte a sinistra. Mi assicurai che fosse ben ancorata con le mani alle maniglie ai lati della sella e partii graduando la progressione in modo da evitare strappi e scossoni. Appena fuori dell’abitato, sentii la sua mano destra posarsi sul mio fianco come alla ricerca di una posizione più comoda, trovò la cintura del mio giaccone e vi si aggrappò. Procedemmo così per un po’ nella calura estiva del sud tunisino, accompagnati dal brontolio regolare del motore, dal fruscio del vento e dalle vibrazioni del bicilindrico. Avremmo percorso sì e no una decina di km, quando cominciai ad avvertire alle mie spalle tutta una serie di piccoli movimenti sussultori, si spasmi trattenuti, di lievi contrazioni del suo corpo contro il mio, mentre la sua mano destra artigliava convulsamente e sempre più a fondo il mio giaccone. Al momento non compresi, pensai si sentisse male e rallentai, ma, attraverso il casco, mi giunse la sua voce rotta e ansimante : «allez, allez, plus vite…». Diedi gas, e mentre mi arrovellavo su che cosa stesse accadendo, mi sentii improvvisamente pervadere da una irresistibile foia animalesca ; la mia «pelle», ancora prima che il mio cervello elaborasse un quadro delle stuazione, si era sintonizzata sulla «pelle » di lei e le due comunicavano tra loro, totalmente a nostra insauta, secondo un loro misteroso codice alchemico.

A questo punto mi fu tutto chiaro : complici le vibrazioni della moto, l’eccitazione di trovarsi, forse per la prima volta, a stretto contatto con un corpo maschile, l’intimità che si viene a creare con uno sconosciuto senza volto, che non si incontrerà mai più, in una landa desertica senza testimoni, il suo esile corpicino era stato squassato da un potente orgasmo e ora si stava acquietando negli ultimi sussulti di assestamento completamente abbandonata sulla mia schiena.
Ancora pochi km e una lieve pressione sulla spalla mi destò dall’estasi nella quale mi trovavo annichilito; la mia passeggera era arrivata a destinazione; accostai in prossimità di un viottolo sabbioso che conduceva a un gruppo di case. Lei si lasciò scivolare giù dalla sella e corse via senza voltarsi. Si era levato il vento e io rimasi a guardarla mentre la sua figurina sfumava in distanza avvolta dentro aerei mulinelli di sabbia. Proseguii il mio viaggio ancora inebriato da quella specie di trance. Mano a mano che mi avvicinavo alla costa le coltivazioni prendevano sempre più il posto delle riarse distese giallastre dell’interno; i centri agricoli di Ali Ben Khalifa e di Agareb erano trafficati da pick up che trasportavano al lavoro giovanissime braccianti del tutto irriconoscibili sotto gli stracci che le ricoprivano da capo a piedi. Probabilmente profughe sub-sahariane adibite ai lavori dei campi in attesa del sospirato imbarco.
Mi fermai alla pompa di benzina poco prima di Riyad a fare il pieno e a sgranchirmi le gambe, fu allora che mi accorsi di un’ampia chiazza trasparente come di smalto che ricopriva la parte posteriore della sella, era una patina lucida di un fluido viscoso asciugatosi al sole. Lo sfregai appena con un dito e dopo averlo annusato lo portai alla lingua. Rimasi immobile con un sorriso complice disegnato sul volto: la ragazza mi aveva lasciato in dono il pegno essicato del suo piacere.

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Silver 51-100
13/06/2023 | 08:47

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Frequento da qualche annetto l'appartamento dove abitano due pay cinesi; una, sui 35, graziosa, gentile, disponibile, accondiscendente nei modi ma ferma nella sostanza, è chiaramente la mamasan: l'altra, più o meno stesse caratteristiche ma chiaramente subalterna alla prima, ogni 20--25 giorni cambia. Mi trovo bene con loro, vengo sempre accolto con un sorriso e trattato quasi come uno di famiglia. Di tanto in tanto porto un regalino: un dolce o delle prelibatezze acquistate al mercato rionale della cittadina di provincia dove abitano, visto che loro vivono segregate in casa e con pochissima libertà di movimento; loro ricambiano regalandomi più tempo, "coccole" e attenzioni del dovuto, o facendomi dono di qualche specialità cinese che, di solito la mamasan, è intenta a cucinare all'ora delle mie visite (mezzogiorno e dintorni), o invitandomi a pranzare con loro. Ciò che non cessa di stupirmi è il clima di rilassata armonia che regna in quella casa, tanto che non è solo il piacere delle scopata (con ogni possibile variante annessa e connessa) a condurmi da loro, ma anche l'atmosfera friendly e sinceramente protesa a farmi stare bene (spesso mi si dedicano enrambe), che vi trovo. Eppure queste ragazze conducono una vita di costrizione, sempre chiuse in casa, di violenza (non ditemi che prendere e spompinare cazzi estranei più volte al giorno da gente di passaggio, non è una forma di violenza) e, soprattutto, senza una visione di un futuro migliore.
Qualcuno è in grado di spiegarmi come sia possibile che, pur praticando un lavoro degradante (almeno secondo i nostri standard) queste ragazze sappiano esprimere (o fingere - ma non credo) un così genuino coinvolgimento amicale?
Grazie per ogni risposta intelligente.

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Silver 51-100
04/10/2021 | 12:52

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Silver 51-100
01/01/2021 | 12:56

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Lo so ma non è questo il caso, molte chiedono di essere contattate via mail o Telegram.

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Silver 51-100
27/12/2020 | 09:41

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"El 27 de ogni mese tutte le donne le gà el marchese, e allora 'ste brute bagase se riempien la mia de strase".
Questa filastrocca veneta solo per entrare in tema, che è il seguente: sulla Bakeca dell'omonimo sito appaiono da un po' di tempo un sacco di annunci di tipe che pubblicizzano di darla gratis. Cosa c'è sotto?

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Silver 51-100
19/05/2020 | 15:26

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@silver81 - Ha fatto tutto lei. A quei tempi ero un bel ragazzino biondo con gli occhi azzurri e un'espressione ingenua. Credo che l'abbia fatto per simpatia e per una specie di transfert psicologico: avrei potuto essere suo figlio, magari anche gli somigliavo, e, sai com'è, l'Edipo si aggira tra noi, e se una madre va con il proprio figlio, è incesto, ma se si porta a letto uno che glielo ricorda, ma è un estraneo, diciamo che va bene.

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Silver 51-100
19/05/2020 | 15:15

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@Anthony80 - 2° liceo classico = 17 anni. Davvero non ti è mai capitata una milf cui piacciano i ragazzini? Un po' come i 50enni che si fanno le teen agers. Adesso è reato ma quando avevo 15-17 anni non ci si badava troppo. Io andavo forte anche con le mamme dei miei amici, mia cugina 30enne e con le cameriere che si alternavano a casa mia. Dopo un po' i miei se ne accorgevano e le cambiavano e per me era una pacchia, ogni 2 mesi un figone nuovo.

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Silver 51-100
17/05/2020 | 12:26

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Gita scolastica di 2° liceo in quella che allora si chiamava Cecoslovacchia: Praga e prega, alla fine mi sono trombato la prof che ci accompagnava.

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Silver 51-100
17/05/2020 | 11:15

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@Beyazid_II, ciao, come sta il fratellino Cem?, sempre prigioniero di Papa Innocenzo VIII?
Complimenti per lo sfoggio di erudizione che, col rasoio di Occam e la fallacia logica, raggiunge vertici sublimi.

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Silver 51-100
17/05/2020 | 11:14

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@Beyazid_II, ciao, come sta il fratellino Cem?, sempre prigioniero di Papa Innocenzo VIII?
Complimenti per lo sfoggio di erudizione che, col rasoio di Occam e la fallacia logica, raggiunge vertici sublimi.

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Silver 51-100
03/03/2020 | 10:47

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@buongustaio, In un avamposto del lontano Ovest americano si fronteggiavano in pacifica convivenza un distaccamento di giubbe blu e un insediamento di indiani Comanche. Sopraggiunti i primi freddi, i militari iniziano ad accatastare legna da ardere e i Comanche pure. Ma quanto sarebbe durato l'inverno? Il Capitano che comandava la guarnigione spiava col binocolo l'attività degli indiani notando che la loro provvista di legna aumentava ogni giorno di più. In considerazione della maggiore esperienza degli indiani in fatto di clima locale, l'ufficiale ordinò ai suoi uomini di proseguire ad oltranza con l'incetta di legname così da non farsi trovare impreparati dell'inverno ormai alle porte. Al chè gli indiani rispondevano con un crescendo forsennato di tagliar legna a più non posso.
Incuriosito e preoccupato da quello che sembrava annunciarsi come un inverno straordinariamente rigido e lungo, il comandante del distaccamento si recò in visita al capo villaggio Tizzone Fumante e gli chiese: "Grande Capo, come prevedi essere prossimo inverno"? "Ah inverno molto lungo e freddissimo" rispose Tizzone Fumante. "E come fai ad esserne così sicuro?" incalzò l'Ufficiale. "Perché io vedere visi pallidi tagliare tanta legna".
Lo stesso per il Corona vairus 😂

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Silver 51-100
03/03/2020 | 10:31

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@io.tu.e.le.rose. caso mai biogna essere vittime della psicosi dilagante per evitarli. Comunque nella mia zona (nord-ovest) hanno chiuso tutti. qualcuno ha anche esposto l'avviso "chiuso per ferie". Fino a qualche giorno fa non avevo dubbi che avessero sospeso l'attività per mancanza di clienti, ora, invece, mi si è fatta strada l'idea che siano le ragazze a temere di essere contagiate dai frequentatori, perchè che senso avrebbe lasciare gli appartamenti dove esercitano, vuoti con le ragazze trasferite a Milano, Torino, Genova a non fare un cazzo?
Comunque questa situazione generale vi dà il polso della coesione della comunità cinese: tutti i tromboflat, centri massaggio ecc. chiusi come se avessero obbedito a un'unica direttiva.
Io non ho proprio paura del contagio con le cinesine (sono appena rientarto dalla Cambogia dove i cinesi costituiscono la maggioranza degli stranieri), ma evidentemente le cinesine temono il contatto con me.

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Silver 51-100
19/02/2020 | 19:53

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Ad occhio solo professioniste slave e qualche marocchina.

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Silver 51-100
06/01/2020 | 10:02

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@spitoroso, effettivamente credo che tu abbia cannato luogo e tempo. Più che un viaggio da incubo a me sembra un'avventura da inculo.
@rudypollos, comunque la tipa della foto non è cambogiana ma una vietnamita in trasferta di lavoro.

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Silver 51-100
06/01/2020 | 09:29

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@simoneddu93, quasi tutte le località sono collegate da bus e minibus secondo un sistema a raggiera avente l'hub principale a Phnom Penh. Ciò significa che se ti muovi lungo uno dei vari raggi, arrivi dovunque, ma se devi passare da un raggio all'altro, allora può insorgere qualche difficoltà. Al di là dei principali operatori prenotabili anche online:
https://www.camboticket.com/bus-tickets?gclid=Cj0KCQiAr8bwBRD4ARIsAHa4YyLei-n8ennDDX_9fou1dTP8Kqihk1JfZKpR3YHPwLFJtgdg13_9thUaAl9fEALw_wcB

https://www.canbypublications.com/cambodia/buses.htm
https://ppsoryatransport.com.kh/
https://www.virakbuntham.com/
http://www.asiavantransfer.com/
https://www.giantibis.com/select_timing.php
https://north-vietnam.com/cambodia-bus-schedule-timetable-tickets-booking/

ve ne sono altri minori che non si trovano in rete ma che ti vengono indicati dai locali di tappa in tappa, Inoltre nei siti di cui sopra vengono menzionati solo i capolinea, ma non le località intermedie, quindi tu dovrai capire se la tua destinazione si trova su una delle direttrici che collegano i due capolinea. Neppure la possibilità di coincidenze viene segnalata e sarà il tuo buon senso a farti capire che se vuoi andare, per esempio, da Sen Monorom a Kratie, dovrai prendere il bus che da Sen Monorom va a Phnom Penh, scendere a Snuol (intersezione tra la Statale 76 e la 7) e da lì saltare sul primo bus che passa in direzione di Siem Reap.

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Silver 51-100
28/11/2019 | 08:28

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Quelli che sostengono che bastano i soldi è perché non ne hanno e di ciò danno la colpa al destino cinico e baro. Per frequentare una modella i soldi sono solo un prerequisito, come saper leggere e scrivere e far di conto. Ma senza la presentabilità (aspetto fisico, cultura, classe) non si va da nessuna parte.

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Silver 51-100
22/10/2019 | 11:33

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@ales23 - certo, se hai la fissa dell'igiene, meglio evitare Paesi come la Cambogia, Tanto, anche nel meglio bordello di PP la più sana ti attacca la candida. E, comunque, il vantaggio di essere l'unico, è che ti libera dalla concorrenza.

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Silver 51-100
18/10/2019 | 18:33

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Ragazzi, ma la Cambogia non è soltanto PP o SR o SV, quelli sono concentrati di gnocca a pagamento. E di conseguenza anche un concentrato di cazzi in cerca di gnocca. Provate, invece, a farvi un giro in provincia, nella Cambogia vera, rurale, quella delle risaie, delle cittadine emarginate dal turismo di massa, dove, come accadeva anche nelle nostre campagne un bel po' di anni fa, si trombano fior di contadinelle "nature" che la elargiscono con innocenza, vuoi per curiosità, vuoi perché il forestiero, esercita sempre un certo fascino, E se non vi piaciono le contadinelle perchè profumano troppo di semplicità mentre le vostre narici esigono di esser tiltillate da sofisticate essenze cosmetiche, provate con le impiegate oppure con le ragazze dei beauty parlors (ce ne sono anche nelle località più remote), o con quelle che incontrate al mercato la cui unica occupazione consiste nel tirar sera. Lo so, occorre tempo, un po' di impegno e fiducia in se stessi, perché ritrovarsi soli, fuori dal proprio mondo di certezze, dove quasi nessuno parla altro se non khmer, può suscitare un disagio al limite dello spaesamento, ma, superata quella soglia, vi si spalanca davanti il Paese delle Meraviglie.

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Silver 51-100
17/10/2019 | 10:58

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@robmax - hai ragione, ma io non cerco tanto la bellezza fisica da stunner, per intenderci (quella la trovi nei bordelli), quanto la bellezza di una scopata con partecipazione con una donna normale, che come cantava il compianto Lucio, " la vera cosa eccezionale è essere normale".
Vero anche che il darla via non comporta grossi problemi per le cambogiane, purchè non lo si sappia in giro, Poi, sai. essere un farang aiuta nelle cittadine di provincia, se non altro perché va a interropere la noia di una vita avvolta di monotonia. Chiaro che il sogno di uno straniero ricco (per i loro standard) che le porti via da un'esistenza senza stimoli se non quello della speranza di un futuro diverso, resta un sogno. Ma perché togliergli anche questo?

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Silver 51-100
16/10/2019 | 16:50

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@Gnocca-Manager, @Cuoredipanna - chiedo scusa per l'involontaria ripetizione del mio commento dovuta a un temporaneo malfunzionamento della linea internet che ha catturato lo stesso commento in momenti successivi.
Ok, Creamhearth, ci siamo capiti, a me piaciono esattamente come le hai tratteggiate tu, quelle che gli americani chiamavano, durante la loro permanenza in Vietnam, LBFM (Little Brown Fucking Machines. Insomma quei tipi di donna che non ci vai in giro mano nella mano, ma le indossi. Ciao.

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Silver 51-100
16/10/2019 | 09:30

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@Gnocca-Manager, se non fai i compiti a casa, poi ti sfugge il senso dell'insieme. Vatti a rileggere quelle tre/quattro cose che ho scritto sulla Cambogia in questo stesso forum.

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Silver 51-100
16/10/2019 | 09:07

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@Gnocca-Manager, se non fai i compiti a casa, poi ti sfugge il senso dell'insieme. Vatti a rileggere quelle tre/quattro cose che ho scritto sulla Cambogia in questo stesso forum.

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Silver 51-100
16/10/2019 | 08:18

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@Gnocca-Manager, se non fai i compiti a casa, poi ti sfugge il senso dell'insieme. Vatti a rileggere quelle tre/quattro cose che ho scritto sulla Cambogia in questo stesso forum.

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Silver 51-100
16/10/2019 | 08:17

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@Gnocca-Manager, se non fai i compiti a casa, poi ti sfugge il senso dell'insieme. Vatti a rileggere quelle tre/quattro cose che ho scritto sulla Cambogia in questo stesso forum.

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Silver 51-100
16/10/2019 | 08:17

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@Gnocca-Manager, se non fai i compiti a casa, poi ti sfugge il senso dell'insieme. Vatti a rileggere quelle tre/quattro cose che ho scritto sulla Cambogia in questo stesso forum.

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Silver 51-100
15/10/2019 | 09:03

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@Cuoredipanna - sicuramente evito le professioniste, specie se "stunner". Vedi, a me non interessa trombare una "bambolina", sia pure fornita di carta d'identità che ne attesta l'esistenza in vita - se ne trovano anche dalle mie e tue parti senza andare troppo lontano - mi piaciono quelle che, quando sono con me, stanno con me e basta e non pensano ad andarsene il prima possibile per agganciare il prossimo cliente. Per questo motivo giro alla larga della Thailandia, della Cuba di questi ultimi anni e di ogni altra bordellandia dove la gnocca venga usata come strumento di lavoro retribuito. Vuoi sapere dell'aspetto fisico? Bene, le strafighe in Cambogia le trovi solo negli attrezzatissimi trombatoi della Capitale, Siem Reap e Sihanoukville. Al di fuori di lì, nelle cittadine di provincia che amo bazzicare, incontro solo donne normali intrigate dallo straniero solitario, magari con l'aria un po' smarrita di chi si trova in un Paese che non è il suo, del quale non parla la lingua, ma che mostra curiosità e interesse verso tutto ciò che gli sta attorno. Sono, per lo più, ragazze madri, operaie tessili, lavoratrici alla catena di inscatolamento di qualche fabbrica di conserve, impiegate, studentesse, contadine, tutte accumunate da una precarietà lavorativa legata a doppio filo all'andamento delle stagioni, alle fasi lunari, al regime delle piogge, alle devastanti piene del Mekong, al raccolto delle campagne. Ragazze pervase da profonda cultura contadina che trovano del tutto naturale replicare con i propri corpi i riti della fertilità praticati sulla terra, lasciandosi "arare" dal mio vomero per meglio aprire il solco nel quale spargere il seme. Nel contesto di una vita monotona, spesso difficile, in un posto dove non accade mai nulla, la presenza di un "farang" non passa inosservata tra la popolazone femminile, la diffidenza svanisce a fronte dell'aria vagamente spaesata dello straniero che da cacciatore, in breve, diventa preda, oggetto esotico ed erotico, a tutte le latitudini, della curiosità muliebre.

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Silver 51-100
08/03/2019 | 08:10

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@stunned84
Ho conosciuto una Vittoria che era anche una gran figa.

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Silver 51-100
02/03/2019 | 21:11

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Per me la Cambogia è un intrigante mix di Far West e Paradiso Terrestre. Intanto si regge su un sistema politico che ha molto poco dello stato di diritto, nel senso che l'applicazione della legge riposa sulla flessibilissima rilassatezza di chi dovrebbe farla osservare. La corruzione infiltra ogni livello della società, polizia in primis. Con i soldi tutto è possibile, anche cose che voi non immaginereste neppure. Un viaggio in Cambogia in confronto alla Thailandia è come disegnare a mano libera su un foglio bianco rispetto a colorare le sagome dei libri per bambini. Non ci sono regole, i paletti di demarcazione tra bene e male, giusto e sbagliato te li devi inventare da solo e i confini oltre i quali sarebbe meglio non inoltrarsi sfumano in una vasta zona d'ombra nella quale ti tocca orientarti a naso. Al di fuori delle città più battute dal turismo: Phnom Penh, Siem Reap, Sihanoukville,dove, invece, vigono le regole chiare e definite del P4P, c'è tutto un mondo a sè che richiede una certa dimestichezza con la navigazione a vista. Un viaggio nella provincia cambogiana te lo inventi mentre lo fai perché le variabili evenemenziali sono talmente tante che ogni pianificazione sarebbe vana. E un'ebbrezza di libertà totale questo sentirsi abbandonati a se stessi, come percorrere il Sahara facendosi guidare solo dalle stelle e dalla direzione delle dune
Così il Paradiso Terrestre, anch'esso senza regole, se non il divieto di mangiare il frutto dell'Albero della Conoscenza e l'onnipotenza dei suoi primi abitatori cui bastava allungare la mano per cogliere ogni cosa di loro piacimento. Più volte anche a me è capitato di allungare una mano, prima sul viso, poi, nella frescura della mia camera d'albergo, sul seno, quindi tra le cosce di giovani donne incontrate al mercato, o nella penombra di un tempio, o per le vie polverose di un villaggio di palafitte nella piana del Mekong. Un sorriso, una piccola trousse per il trucco portata dall'Italia, quattro parole in khmer imparate frettolosamente prima di partire e il ghiaccio era rotto. Fermavo un tuk-tuk e andavamo in albergo dove, complici le bevande gelate del frigo-bar e, talvolta, una banconota da 10 $, ci deliziavamo reciprocamente. Certo non si trattava di prestazioni professionali, ma posso garantire che loro ce la mettevano tutta.
Nella remota e abbandonata provincia di Ratanakiri, quasi a confine col Laos, si nascondono, protetti da un'intricata jungla, un paio di shooting range semi clandestini, dove, come racconta
FRED___iNK a proposito della Capitale, si può sparare qualsiasi cosa, ma anche a qualsiasi cosa...
Girano voci che con una spesa dai 30.000 $ in su sia possibile organizzare per piccole squadre di selezionatissimi appassionati occidentali un'adrenalinica caccia all'uomo, facendo evadere dalla locale prigione un detenuto, quindi spingendolo con i cani verso il fitto della boscaglia dove il tiro al bersaglio in fuga può avere inizio.
A conclusione della battuta l'organizzazione procura abbondanti dosi di ganja, nonché un congruo numero di giovanissime rollatrici (ma, ovviamente, non si limitano a questo) per alleviare la tensione accumulata nel corso dell'azione.
Ah Cambogia, questa sconosciuta!

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Silver 51-100
22/02/2019 | 11:32

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Caro @Tesista76, l'esperienza dell'amore anche a senso unico serve tantissimo: insegna a districarsi con le insicure, a sgamare le subdole, a giocare e vincere la partita con carogne, ad affrontare le pericolose, a blindartri con le deflagranti. Sempre che ne valga la pena, naturalmente..
A me è capitato di tutto e ne sono uscito intero, se non sempre integro.. Ah, ecco, l'amore nei confronti di donne "pericolose" ti insegna anche a portare a casa la pelle da certe situazioni borderline. A differenza di Ulisse,a mei piace lasciarmi sedurre dal canto delle sirene e, magari, persino dar loro due colpetti,
Inomma, ho cercato di attrezzarmi per una gestione a largo spettro dell'universo mondo femminile sia in caso sia di gram positive, sia di gram negative.
Comunque questa è la mia storia personale perché in generale sono d'accordo con te: in dubio fuga..

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Silver 51-100
22/02/2019 | 07:42

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@Pinco83 - perché le libanesi sono libertine e libidinose. Prova anche con le libiche: uguale Con le illibate, poi, ancora meglio

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Silver 51-100
22/02/2019 | 07:32

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@Pinko 83 - In amore non puoi fare l'esame costi-benefici. Innamorarsi di una escort può essere bellissimo e appagante E checcazzo, non si può condurre un'esistenza col freno a mano tirato!

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Silver 51-100
22/02/2019 | 07:22

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@Penetto @Pinko83 @ipsar
Innamorarsi tutte le volte che capita, disinnamorarsi tutte le volte che serve.
Non è ingabbiando sentimenti e pulsioni o mettendo paletti al cuore che si evolve verso una maturità affettiva appagante. Non è tarpando le ali ai momenti magici dell'innamoramento che si diventa adulti "finiti". L'amore è un sentimento totalizzante, se cerchi di limitarlo, ti si avvizzirà dentro come un fiore che non vede mai la luce. Non hai commesso alcun errore prendendoti un'imbarcata per la tipa perché amare fa bene a chi ama: espande la capacità di accettazione degli altri, aumenta le facoltà intellettive, dilata la generosità,dell'animo ed è molto più ricco l'amante (magari anche non ricambiato) di chi si lascia semplicemente amare.
Ciò verso cui si dovrebbe tendere non è l'istallazione del limitatore di potenza alla forza dirompente dei sentimenti, ma a quella stabilità che consenta di sbandare a piacimento per poi ritornare in pista senza danni, anzi, arricchiti di un'esperienza nuova, bella, stimolante.

spermaflex
Silver 51-100
21/02/2019 | 07:50

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@Penetto - Alle situazioni surreali, cioè che, pur esistendo, evocano fantasmi tali da rivelare gli aspetti più intimi dell'animo umano, una risposta ispirata alla follia diventa, a volte, la più adeguata. Il destino, che, poi, è il cambiamento, non si compie nella direzione che vorremmo se non gli diamo una mano. Certo, è successo, a te come a molti altri, infatti non ho parlato di situazione irreale, ma surreale. E, credimi, non è stato un caso che tu ti sia invaghito di una ragazza che "fa il mestiere". Sarebbe interessante, a questo proposito, che tu esplorassi le radici di questo tuo disperato senso di colpa.

spermaflex
Silver 51-100
20/02/2019 | 23:00

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@Europeo @Kouros @ElBroder81 - A quest'ultimo rispondo che certe storie non si intitolano ma si vivono perchè "who is afraid of love is afraid of life and who is afraid of life is already three parts dead". Quindi la sua domanda sembrerebbe posta da un morto che cammina.. Agli altri due, invece, dovrebbe essere chiaro che un topic surreale come questo merita interventi sullo stesso registro, visto che di ovvietà ne sono già state dette a iosa. A @Penetto io ho prospettato, e non suggerito, una possibilità tanto "eroica" quanto impraticabile, perchè il destino, a volte, si serve di espedienti come un innamoramento per farci rompere con il passato e traghettarci da una situazione asfittica ad altra più appagante. E non bisogna aver paura di affrontarne le conseguenze, dal momento che è umanamente molto più ricco chi abbia imparato a gestire i casini di chi cerchi in tutti i modi di evitarli.

spermaflex
Silver 51-100
20/02/2019 | 08:41

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Bella storia, ti fa onore e non escludo che il feeling fosse reciproco.. Comunque, per tirare fuori una ragazza dal giro bisogna essere attrezzati: caricarla in macchina come per una normale marchetta, aver predisposto per lei documenti falsi, chiudere col tuo lavoro e sbarazzarsi di eventuali proprietà e il giorno stesso partire per un Paese dove sia impossibile rintracciarvi. E lì cominciare una nuova vita. Programma che richiede un'enorme dose di coraggio. Ma può valerne la pena. Auguri!

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