Andiamo

ddylan

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Commenti

ddylan
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13/01/2014 | 19:17

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@XMaster ... grazie mille... per davvero!!! ;)

@robin ... che gran bel complimento!!! :)

ddylan
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12/01/2014 | 22:17

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No @hoppus ... ma grazie x l'ipotesi. ;)

ddylan
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10/01/2014 | 14:29

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@Prosecco ... Che grande sei Antonio... Lydia non mi suona strano come nome, forse... ma in effetti è al palo della Lap che l'abbiamo vista distendersi e stazionare come dici tu. Ma... delle due cose una: o hai una memoria di ferro o sei un frequentatore più assiduo del titolare!!!

:-))

ddylan
Newbie
10/01/2014 | 09:21

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:-)) M'hai fatto ridere @conte_mascetti_76!!! :))))) Grazie.

L'immagine rende l'idea e se capiterai da quelle parti cerca un pellicano biondo... ci scommetto qualche euro: ti troverai bene!!!

;-)

ddylan
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10/01/2014 | 07:48

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C'è una ragazza al confine tra Austria e Italia con il collo un po' gonfio.

Una giovane e magra donzelletta bionda con le gambe da gazzella e il doppio mento da nonno bolso, tanto per intendersi.

Oh: intendiamoci davvero!

Ha un fisico da strappare lacrime a un arso dal sole del deserto.

La vedi passare nuda, con la lingerie bianca che copre le piccole poppine e un quarto di ventre e pensi: “Vorrei tanto metterlo esattamente lì, nella pappagorgia!”.

Quindi la guardi, lasci che ti veda e che forzatamente sorrida e ti avvicini.

“Ciao bionda! Usciamo?”

Non so se sia possibile generalizzare, ma pare che le rumene abbiano lo stesso senso dell'umorismo di un inglese colto da depressione unipolare.

Però abbozza un sorriso e dice: “Andiamo!”.

Forse è più carina la sua di battute, dato il luogo, quindi andiamo bionda!, ti seguo.

L'Andiamo ci sta intorno e ci contiene. La sauna club d'oltre confine è proprio un gran bel posto per l'italiota cui la chiesa cristiana nega certe velleità.

Il principio è sempre lo stesso: paghi un ingresso da 80 euro per un paio di ciabatte inguardabili effetto 'uomo inchiavabile'; un accappatoio bianco decisamente usato; un braccialetto a forma di orologio schiacciato per la chiusura di sicurezza dell'armadietto.

Ti spogli d'ogni orpello, riponi tutto, allacci il bracciale, ti fasci nell'accappatoio, calzi le super ciabatte e entri nel paradiso terrestre.

Ed è lì, soltanto lì, esattamente in quel preciso istante... che capisci cosa intendevano con la storia della mela.

Così recita Wikipedia:

“Nel libro della Genesi nella Bibbia, il giardino dell'Eden è il luogo in cui Dio creò tutti gli esseri viventi, tra cui Adamo ed Eva, la prima coppia umana. Esso si trovava ad oriente (della Palestina), inoltre Eden potrebbe essere una parola sumera che significa "parco in pianura", in ebraico il Paradiso indicato con la locuzione Gan 'Eden ( גן עדן ), "Giardino delle Delizie" (Genesi 2,8-14).”

Ma quale Palestina... l'esatta collocazione geografica del Giardino delle Delizie è proprio qui, venendo ad oriente, dove scemano le Alpi in conca austriaca. Coordinate esatte: +46° 36' 25.62", +13° 52' 29.01"

La mela... il frutto proibito... il peccato originale... la disobbedienza dell'uomo verso Dio nel voler decidere da solo che cosa sia bene e che cosa sia male. Tutte fandonie create ad arte per nascondere l'unica verità possibile: Dio è passato di qui. In mezzo a cento donne tutte chiavabili.

Ma andiamo per ordine.

L'Andiamo ci sta intorno e ci contiene, come dicevo, e la gazzella con falcata decisa mi cinge per la vita e guida i miei istinti e le mie carni molli su per la scalinata centrale. Intanto mi accorgo che quella ragazza ha una pelle che non si descrive.

Non l'ho mica mai toccata io una pelle così!

Dovrei trasformarmi in un archeologo della grammatica, in un indagatore degli occulti mondi del sapere, in un professore massimo della sapienza, per descrivere la fluidità elastica, la delicata consistenza, la vibrante morbidezza di una pelle così vellutata.

Epidermide d'ovatta.

E in culo alla pappagorgia, io ti chiavo. In culo al perbenismo, io ti pago. In culo ai sensi di colpa, scopiamo, e che cazzo!

Ma c'è la fila.

E non servirà il Telepass in questa occasione.

Ci sediamo su un divanetto, accanto a un'altra coppia e... toh!... il mio amico, per l'appunto... con un'altra rumena d'occasione. Bionda anch'essa, carrozzata anch'essa, usato garantito, un ottimo affare.

Aspettiamo e io cerco argomenti per ingannare l'attesa: i soliti.

Di dove sei?

Chissà come lo prende in bocca.

Quanto tempo è che frequenti questo posto?

Chissà come cavalca il papero la zozza.

Sei fidanzata fuori di qui?

Ma i piedi come saranno?

Intanto la velocità degli altri avventori libera canali preferenziali e infiliamo in una camera qualunque. La gazzella con la pappagorgia mi strattona via con sé. Entriamo e mi chiede di fare una doccia. Meglio, avevo appena evacuato il pranzo, senza la possibilità di sciacquarmi a dovere. Mentre mi insapono lei esce per prendere degli asciugamani. Rientra che già sono asciutto come un bimbo in culla.

Sdraiati.

Il comando arriva e l'esecuzione è istantanea.

Come faccio a raccontarvi ora la cosa che sapete già?

Lei che me lo succhia, io che le premo tutto quel che ho in gola, lei che si impegna e poi mi gira e poi smanetta e poi si piega e poi si alza e poi giù di nuovo tuffata a pesce nel pesce e poi fascia l'arnese con la gomma rossa e cavalca e cavalca e cavalca e il cavallo monta s'imbizzarrisce nitrisce e sbuffa e sale montagne innevate e gole profonde incendiate d'inverno...

finché...

esausto...

esala l'ultimo sussulto...

e cade.

Stramazzato sul materasso liso.

Le solite cose.

Ormai abbiamo esperienza, certo, ma quella pelle...

Ora voi non ci crederete, ma ve lo giuro su tutto ciò che di più caro avete al mondo: quella pelle è un'esperienza sensoriale da provare.

Infilarlo in quel corpo, pur avendo l'otturatore fasciato dal condom, è stato come infilare in un letto caldo quando fuori è freddo. La gazzella più avvolgente e delicata di quel posto.

E a poco è valso scendere giù, bere una birra, rifocillarsi nell'ottimo ristorante self service del club, sbattere il muso contro la più bella topa mai vista, farci due chiacchiere e fingere di credere che era una modella mezza inglese, portarla su in camera, scoparla a modino, baciarle le labbra senza avere il piacere di assaggiare la sua lingua, sfilarle i decolté e mettere i piedi più belli di tutti i tempi sulle guance, mentre vengo per la seconda volta con un'altra donna.

A niente è valso lavarsi ancora, fare una sauna, bersi un caffè, farsi un dessert, due chiacchiere col mio amico.

A niente è valso uscire e tornare a casa, ricominciare il solito tran tran di sempre.

A niente lasciarsi a più di mille chilometri quel posto.

Perché la gazzella dalla pappagorgia e la pelle morbida è ancora qui tra le mie fantasie.

Cerco nell'armadio qualcosa, un vecchio guanto dimenticato, una sciarpa in kashmeer, un foulard di seta, la ciabatta bucata di mia moglie, qualcosa insomma... che ricordi anche solo vagamente il tocco vaniglia di quella ragazza.

Vorrei dedicarle un pensiero, l'ultimo e il primo della giornata, così tanto per ringraziarla ancora.

Ma non trovo niente, a parte una braciolina di maiale in frigo che per carità, tenera lo è, ma fredda come la morte... e non mi eccita per niente l'idea. Probabilmente non sono ancora pronto per un onesto rapporto necrofilo tra me stesso e un pezzo di maiale morto.

Non ho alternative. Devo tornare all'Andiamo prima o poi.

E un giorno o l'altro lo farò.

Stai in campana, quindi, rumenina bionda con la pappagorgia.

Perché non sarà detta l'ultima parola, fino a quando avrò sessanta euro in tasca e una stilla di sangue che scorre nel papero.

ddylan
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10/01/2014 | 05:37

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@mvalda01 ... volevo usare il condizionale presente come imperativo categorico... "Ci tornerei di sicuro", ma... ho cappellato rovinosamente, hai ragione. Chiedo subito consiglio a chiunque per sapere come cambiare verbo all'incipit. Grazie per il suggerimento! :-)

@stean78 ... lo sai che hai ragione! Sono d'accordo su ogni parola... E in particolare sulla previsione. Pareva, ma è un giudizio del tutto personale, che non fosse granché gradita la sua presenza tra le colleghe. Comunque sì, per gli stessi soldi preferisco il calduccio... e se posso, magari, con la collega di fianco con le poppe come Jennifer. ;-)

@licantropo teutonico ... oh Licantropo dell'antica popolazione germanica dei Tèutoni... grazie per le parole incentivanti e per i paragoni immeritati. Soldati e Montanelli se la ridono ignorandoci del tutto. Ma è bello sapere di averti commosso :) Grazie ancora. ;-)

ddylan
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09/01/2014 | 09:55

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@Dolcevita964, veramente bravo. Incredibile come parole messe nel giusto ordine diano immediatamente come risultato la voglia di partire e raggiungere il posto descritto. Veramente bravo!

ddylan
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09/01/2014 | 01:09

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Sì, Stean78, capisco il punto di vista, dico solo che sfilare i soldi a un vecchio o sfilare gli stessi a un bel ragazzo non credo sia esattamente la stessa cosa per le fanciulle.

Sfido chiunque tra noi maschi a scegliere: e non tra la Vecchia e il Gorilla come nella canzone di Georges Brassens; ma tra la vecchia e la giovane topona.

Entrambe pagano... e hanno le mani protese col soldo pronto a offrirsi a te... vorrai mica venirmi a raccontare che prima di accettare soldi dalla topona, prenderesti il grano dalla vecchia dopo essertela spupazzata?

E sul BBBJ probabilmente hai ragione, anche il mio amico la sapeva così... ma per me non è stato un problema, anzi... ti dirò che... un po' di lucida attenzione in più male non fa :)))

ddylan
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08/01/2014 | 18:13

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ddylan
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08/01/2014 | 17:23

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Ci tornerei cento volte al Circolo Passion: soltanto per te.

“Scusa... disturbo?”

Ammetto che come attacco avrei potuto inventarmi qualcosa di più originale... il fatto è che la bellezza mi disorienta da sempre, e mi fa banale; un perfetto idiota che penzola imbambolato dalle labbra di una dea. Non che qui un uomo abbia bisogno di chissà quale capacità ammaliante; l'arte del corteggiamento non è una virtù fondamentale per i frequentatori delle saune per adulti.

Ma sei indubbiamente una statua perfetta, a mio parere; una di quelle ragazze che saprebbero ridare fiato a un vecchio asmatico. Per questo motivo, e per nessun altro, mi esce una bischerata, prima ancora che il cervello abbia il tempo materiale per fermare i muscoli della bocca.

Ma te, capelli mori, lisci e lucidi come lingue d'asfalto sotto il sole di luglio, occhi nerissimi e una pelle rubata a un delfino, ti volti, mi guardi e spalanchi il sorriso più latino che io abbia mai avuto il piacere di ricevere.

Sarà per la carnagione scura, saranno le calze autoreggenti nere che le fasciano le gambe lunghe, saranno quelle poppe enormi sfrontatamente esposte in faccia a tutti, sarà per il profumo o per non so cosa, ma io non riesco a staccarle gli occhi di dosso.

Il mio amico mi guarda, dice qualcosa, ma non lo sento nemmeno.

“Scusa... disturbo?”, dicevo...

“No, mio amor...” lo dice con quel sorriso amichevole che un po' disorienta.

E in un istante Innsbruck diventa Bogotà.

E anche se a Bogotà non c'è, sento comunque il rollio dell'oceano giallo sulla spiaggia verde dei Caraibi.

Il Circolo Passion è una sauna club vicinissimo all'uscita di Innsbruck. Quando giri il muso della macchina per uscire dalla strada che viene dal Brennero ti ritrovi in un grande quartiere di centri commerciali futuristici. In mezzo ai palazzi che vendono di tutto c'è il Circolo Passion, una struttura industriale protetta da un muro di rete con dentro mezzo metro di ciottoli grigi. L'architettura del locale è elegante; al bancone una ragazza bionda non particolarmente bella ti accoglie e ti spiega in un italiano germanico le peculiarità del locale: 80 euro per l'ingresso, ciabatte del tuo numero e accappatoio della tua taglia. Con questo braccialetto hai diritto a bere tutto ciò che di analcolico ti viene in mente al bar, puoi mangiare e strafogarti quanto vuoi, scegliendo tra due, tre piatti al massimo, di primo (zuppa, pasta, riso), secondo, frutta, e un dolce. Le ragazze all'interno non ti disturbano, ma puoi approcciarti a loro qualora siano disponibili e parlare liberamente per il tempo che ritieni necessario; poi, nel caso, pattuire la prestazione, quindi il prezzo relativo (60 euro per la mezzora standard: bocca coperto, e pipatella) e salire ai piani alti. All'interno del club: sauna con schermo piatto interno, bagno turco, raggi uva, massaggi, jacuzzi, e giardino con jacuzzi esterna.

Il mio amico ed io, con educazione, ringraziamo la bimba all'ingresso e ci fiondiamo fuori dai vestiti. Fuori ci sono almeno 5 gradi sotto zero e l'accappatoio bianco ci dona particolarmente tra le gole di queste montagne innevate. Entriamo nel club che strutturalmente è decisamente il più bello degli altri visti finora in Austria (Andiamo di Villach, Atlantis di Kuffstein).

Le ragazze non sono tante e il livello pare medio/alto. Notiamo, però, due o tre vacche da stalla, ai limiti del guardabile. Mi spiace parlare in modo così poco cortese, ma il confronto tra corpi nudi lascia poco spazio a inutili farciture della realtà; e la realtà spesso è crudele.

Una ragazza mora dagli occhi d'un azzurro rumeno guarda con insistenza il mio amico che è un bel ragazzo e va a ruba pure fuori, figuriamoci qui dentro. Ha due poppe immense e un vitino da star, un culo impressionante, ma ha la faccia stronza e non ce la filiamo più di tanto. Una bionda alta due metri dalla stazza di Karl-Heinz Rummenigge ci fa il segno della lingua nella guancia: dev'essergli rimasto qualcosa nel dente, ma sul mio amico fa presa quel gesto. Ci viene intorno e dopo pochi convenevoli il mio amico sale con la calciatrice. Girovago un po' all'interno, sorseggiando acqua fresca e tè caldo, faccio le scale, sbircio in giro e il locale è proprio un gran bel posto. A differenza di altri locali pubblici, qui non è così opprimente il puzzo di fumo, il che rende il Circolo decisamente più vivibile rispetto agli altri club. Onestamente, però, va detto che le luci più alte rispetto alle altre saune, rendono meno intrigante l'atmosfera. Il mio amico intanto ritorna con l'occhio meno famelico. La ragazza pare sia stata piuttosto brava. Ci sediamo sui divani in pelle color panna, ed è esattamente quando il mio amico sta raccontando il finale, sul più bello, che la vedo.

Il mio amico continua a parlare ma si è già accorto che sono altrove. Ci vogliono sette, forse otto sguardi a quelle poppe immense per convincermi ad alzarmi. Il mio amico si cheta per un attimo e sorride.

“Scusa... disturbo?”

Ormai l'ho detta. La frase più idiota della storia ha già raggiunto l'orecchio della ragazza più bella del locale e io mi ritrovo ai Caraibi in men che non si dica.

Il fatto è che per la stragrande maggioranza delle situazioni, in certi ambienti, ti rendi conto di essere l'uomo; quell'essere immondo, immeritevole di niente, se non che d'essere spennato, spremuto, denudato di ogni avere. Il sorriso ammiccante, lo sguardo ammaliatore, il piedino che danza su e giù, il dito che rotola il lungo ciuffo di capelli; tutta una finta messa in scena atta a sussurrare: “Ehi... aspettavo proprio te... fesso d'un maschio!”.

Ma ci sono volte in cui succede un mezzo miracolo.

Certo, sì, forse doppiamente furbe, triplamente abili, quadruplamente manipolatrici, chiamatele come più vi piace: il fatto è che ci son donne che hanno la capacità di far passare in secondo piano tutto. Tutto: perfino la probabile eventualità d'esser giocato.

Così, lei dice di chiamarsi Jennifer e anche se so che non è così, a me sta bene quel nome; trovo che le doni. Non so come riesca a farlo, ma Jennifer pare una amica che non vedo da tempo. Esattamente dopo trenta secondi hai con lei la confidenza che potresti avere con chi conosci bene.

Estremamente intelligente, cortesemente garbata, inaspettatamente simpatica.

E bella fino a togliere il fiato.

Eppure ne ho visti di posti nel mondo, ne ho viste di ragazze, ne ho assaggiate alcune, ma se è al Circolo Passion che tornerei il merito, è soltanto suo.

Non che la ragazza bionda all'ingresso non sia stata gentile, o che la ragazza al bar sia stata sgarbata, o addirittura le altre ragazze poco attraenti o maldestre, tutt'altro. Semplicemente il loro modo austriaco-rumeno di essere ha impedito loro di farci sentire a casa sulle Alpi, così bene come ha saputo fare Jennifer che vieni dai Caraibi.

Dopo una mezz'oretta siamo saliti in una camera qualunque e lei mi ha invitato a farmi una doccia, poi mi ha fatto distendere e ciao. Partiti per i Caraibi, destinazione Bogotà. Quella ragazza ha delle poppe stratosferiche con cui guida un aereo diretto in Colombia; una pelle morbida su cui puoi affondare il cervello; due labbra talmente carnose che puoi dormirci sopra, sempre che tu riesca a farlo. Non mette fretta e ti lascia agire. Mi sono immerso in quel corpo come un viaggiatore sulle poltrone reclinabili in First Class. Attraverso lo specchio vedevo riflesso un tizio bianco avvinghiato a un corpo scuro talmente sensuale che mi sarei fermato a guardarli per masturbarmi, se solo non fossi stato lì.

Ho un passato da feticista e guardare i bei piedi mi eccita; altrettanto onestamente devo dire che se una donna ha i piedi brutti l'eccitazione non sale così tanto quanto nel caso contrario. E' per questo che non ho tolto gli autoreggenti scuri a Jennifer, mentre facevamo quell'amore... avevo paura di trovarmi tra le mani due patate con i sedani; piedi con le unghie incarnite, o dita storte che ti guardano befane. Mi piace pensare di non aver scopato Jennifer, ma di averci fatto l'amore, anche se ho la piena consapevolezza della bestemmi a che ho appena tirato. E quando l'ho abbracciata per l'ultimo spasmo finale, lei non è scattata in piedi a togliermi il condom, non ha detto, ripuliamoci e andiamo... ci siamo messi a ridere e mentre lei toglieva le calze per fare una doccia mi sono reso conto di quanto fesso fossi stato a non toglierle gli autoreggenti. Jennifer ha dei bei piedi, unghie laccate, curate come quelle di una bambola di cera scura. Fesso che non fui altro, almeno lo avessi immaginato... mi sarei stropiacciato a quei piedi nudi come un gatto affamato sugli stinchi della padrona.

Siamo scesi giù, e che ci crediate o no, Jennifer, il mio amico ed io, abbiamo continuato a conversare, cenato insieme e riso, sfottendo di nascosto gli avventori e le ragazze del locale; ci siamo confidati, abbiamo vissuto una storia che non avevo mai vissuto prima.

E anche se Jennifer poco dopo s'è portata ai piani alti il mio amico, e anche se ai piani alti Jennifer ci porterà un giorno o l'altro pure voi... io continuo a sostenere che al Circolo Passion ci tornerò cento volte soltanto per una ragione.

E questa ragione ha un solo nome: o forse no.

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